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Nunzio Miccoli


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LE TRAME INGLESI SULL’ITALIA (13/8/2015)

ITALIA

E’ uscito un libro di Cereghino e Fasanella “Il golpe inglese” che parla delle trame inglesi sull’Italia, dall’unità a oggi; a causa d’interferenze inglesi, all’Italia è mancata piena libertà politica ed è stata abbandonata nell’instabilità politica ed economica; fin dal risorgimento, la prima loggia massonica sovrannazionale Thomas Paine, con sede a Londra, ispirava le azioni di Mazzini e Garibaldi. Gli inglesi sostenevano i Savoia, che erano anglofili e, come gli zar, investivano a Londra, ed erano nemici dei Borboni di Napoli, sostenevano anche la mafia siciliana.

Dopo Mazzini e Garibaldi, sempre grazie al denaro e alla concessione di favori, come grazie all’anticomunismo, in Italia l’Inghilterra creò relazioni strette con la politica, l’informazione, l’alta dirigenza, gli aristocratici, il grande capitale e dal XX secolo anche con il Vaticano, con il quale prima erano stati in conflitto; gli inglesi hanno ordito complotti e colpi di stato, grazie ai loro agenti come Borghese e Sogno. Nell’ottocento i francesi dicevano che gli inglesi non avevano amici permanenti, ma solo interessi permanenti, il che li rendeva disponibili al doppio gioco.

L’Inghilterra era la volpe che dirigeva le trame politiche, militari, economiche e finanziarie; per unificare l’Italia, si servì di gorilla, come la Prussia e la Francia, come si serve oggi degli Usa, divenuto il braccio secolare e militare della Gran Bretagna, destinato perciò a catalizzare le antipatie dei paesi dominati e sfruttati; Londra, che dirige le superlogge oligarchiche del mondo, ha usato l’Italia come un laboratorio e oggi la Gran Bretagna controlla la propaganda dei media e la speculazione finanziaria mondiale, tira il sasso e nasconde la mano; vuole un nuovo ordine mondiale, controlla la Borsa italiana, la Banca d’Italia e la BCE, in tutto il mondo ha creato superlogge oligarchiche che prendono ordini da Londra, che rappresenta la testa del serpente.

Scelba affermò che gli inglesi favorivano l’instabilità governativa italiana e ne ostacolavano lo sviluppo, erano interessati a difendere i loro interessi petroliferi da Mattei, a contenere il terzomondismo di Moro e l’avanzata del partito comunista italiano; gli archivi di stato britannici parlano di questa storia. Le trame inglesi iniziarono a metà del secolo XIX, contro il regno di Napoli, con il quale c’erano rivalità economiche, e continuarono con l’avvento del fascismo, favorirono l’omicidio Matteotti, Mattei e Moro.

Gli inglesi crearono le condizioni per lo sbarco dei mille di Garibaldi a Marsala, proteggendolo con la flotta inglese, nel 1860, avendo interessi economici in Sicilia, si accostarono alla mafia, nel 1917 si accostarono a Mussolini, Churchill era un aristocratico inglese suo ammiratore; dal 1945 il gorilla divennero gli Usa, che aveva la guida militare dell’occidente, l’intelligence inglese lavorava di nascosto e con l’efficienza che nemmeno la Cia ha raggiunto.

La Gran Bretagna aveva diretto la rete antifascista italiana e la liberazione, aveva amici, non disinteressati, nella politica e nell’informazione italiana. Nel 1924 fu ucciso Matteotti, aveva denunciato i brogli elettorali del fascismo; come Mussolini e come Moro quando furono prelevati, aveva con se una borsa piena di documenti, che erano una forma di assicurazione sulla vita o strumento di ricatto verso potenti.

Gli assassini di Matteotti avevano ricevuto l’ordine da De Bono e non da Mussolini, De Bono e i suoi uomini erano legati alla massoneria inglese, lo stesso Mussolini lanciò quest’accusa; un mese prima della sua morte, Matteotti si era recato a Londra e i laburisti lo informarono che i Savoia stavano facendo un accordo con la società petrolifera americana Sinclair Oil per lo sfruttamento e la raffinazione di giacimenti di petrolio, l’accordo prevedeva il pagamento di tangenti.

La Standard Oil americana, una società privata, controllava l’80% degli impianti di raffinazione italiani, mentre la sua concorrente, l’Apoc britannica, di proprietà statale, controllavano il resto; l’accordo dei Savoia con la Sinclair Oil prevedeva anche l’esplorazione petrolifera, però i britannici erano contro la penetrazione delle società americane in Italia e perciò, dopo l’assassinio di Matteotti, il governo annullò l’accordo con gli americani.

Dumini, assassino di Matteotti, era agente degli inglesi, il suo capo De Bono era un massone anglofilo legato a casa Savoia, nel 25.7.1943 De Bono partecipò al golpe di Grandi contro Mussolini. De Bono consegnò a Mussolini i documenti di Matteotti, che erano tra le carte sequestrate dagli inglesi a Mussolini a Dongo, parlavano dei rapporti segreti tra fascismo e Londra che davano tanto imbarazzo a Churchill e alla corona inglese.

Dumini, caduto in mano inglese in Libia, consegnò i documenti di Matteotti, per salvarsi ne aveva fatto delle copie, era in rapporto con gli inglesi fin dal 1919; anche Mussolini era in rapporto con gli inglesi, aveva diretto una campagna di stampa a favore dell’intervento in guerra a fianco di Gran Bretagna e Francia. Le carte di Matteotti contenevano le prove di tangenti pagate dalla Sinclair Oil, Londra era contro quella società e contro una politica energetica autonoma dell’Italia.

Però l’Italia, nell’interesse della marina, nel 1923 firmò un accordo per la fornitura di petrolio con l’URSS e ora Londra vedeva anche Mosca come un competitore; allora alcuni imprenditori italiani, per le forniture di carbone e petrolio, avevano rapporti stretti con gli inglesi. Nel 1926 nacque l’Agip che divenne socia di una società britannica, per lo sfruttamento di giacimenti petroliferi in Medio Oriente; per il petrolio, l’Italia trattava con le tribù irachene e l’Inghilterra ne era gelosa.

Poi gli inglesi, con un ricatto, misero l’Italia di fronte all’alternativa, o il petrolio iracheno o l’Etiopia e così l’Agip fu estromessa dal Medio Oriente, le sanzioni contro l’Italia per la guerra d’Etiopia non furono applicate. Le leggi razziali di Mussolini, come la politica dei governi italiani del dopoguerra, servivano ad attrarre le simpatie arabe verso l’Italia; infatti, il duce prese a cavalcare i malumori arabi, ai quali gli inglesi avevano promesso l’indipendenza dai turchi nella prima guerra, perciò il governo fascista favorì anche delle campagne di stampa a favore del mondo arabo.

Allora Amedeo d’Aosta era anglofilo e Farinacci era antisemita, gli inglesi avevano anche pensato a un colpo di stato del duca d’Aosta; nel 1943 gli inglesi erano anche gelosi delle ambizioni americane per il petrolio del golfo persico e dell’Arabia, perciò ritornò il conflitto tra Standard Oil e Sinclair Oil da un a parte e Apoc dall’altra. Ciano, genero di Mussolini, simpatizzava per gli inglesi ed era contrario a entrare in  guerra a fianco dei tedeschi.

Poi, d’accordo con il Vaticano, fu a favore della pace con gli alleati, divenne ambasciatore in Vaticano, dove poteva allacciare relazioni con gli alleati, il 25.7.1943 votò l’ordine del giorno Grandi; volevano la pace Mussolini, Ciano, Savoia, Badoglio e Vaticano, ma gli inglesi volevano la resa senza condizioni dell’Italia. Grazie a Olivetti, Mondadori, Caracciolo, Badoglio, Cadorna, Salvatorelli, Levi e La Malfa, a Londra nacque un comitato antifascista; Olivetti pensava a un colpo di stato e gli inglesi avevano un’estesa rete di spie e di agenti segreti in Italia.

L’Inghilterra voleva la piena egemonia sull’Italia, era però frenata da Roosevelt, contro l’Italia lavoravano ministero degli esteri inglese, ambasciata inglese a Roma, servizi segreti inglesi, ammiragliato britannico; Grandi era anglofilo, ebbe contatti con gli alleati e affermava che il re non aveva partecipato al golpe contro Mussolini, in realtà, i Savoia non volevano comparire, ma, dietro le quinte, dall’unità del paese, dirigevano la politica italiana, Mussolini era il capro espiatorio (Mack Smith).

A causa dei successi militari degli alleati, l’unico petrolio a disposizione dell’asse era quello romeno; in previsione della fine della guerra, inglesi e americani organizzarono una conferenza sul petrolio, gli americani volevano il petrolio del Kuwait e gli inglesi erano preoccupati; si erano già presi la metà del petrolio iracheno e ora alcune società americane avevano licenze per l’esplorazione petrolifera in Medio Oriente; gli inglesi dovevano anche contrastare l’attività dell’Agip in Medio Oriente.

Per mitigare le richieste americane, gli inglesi chiesero l’ingresso delle compagnie inglesi nei caraibi controllati dagli americani; Churchill era ostile alle ambizioni italiane e americane però, per il ministero della difesa britannico, il prossimo nemico era la Russia e non gli Usa, perciò mirava a stringere i rapporti più stretti con gli Usa. Allora l’Inghilterra considerava il petrolio più importante dell’acciaio, ad ogni modo, Roosevelt voleva ridimensionare l’impero britannico.

Gli americani sbarcarono in Italia come liberatori, volevano ripristinare il sistema democratico e poi tornarsene a casa, ma gli inglesi avevano altri progetti, Churchill aveva come riferimento Badoglio e il re d’Italia e voleva trasformare l’Italia in protettorato inglese; perciò gli americani condussero la campagna d’Italia in un clima d’insofferenza verso gli inglesi. Il generale Castellano, un aristocratico siciliano, aveva rapporti con la mafia e negoziò l’armistizio con Sir Samuel Hoare, che aveva finanziato Mussolini nel 1918.

Gli inglesi volevano la secessione della Sicilia, da loro controllata con la collaborazione della mafia e dei baroni locali, e il loro protettorato sull’Italia, ma gli americani non erano d’accordo; il leader separatista siciliano Andrea Finocchiaro, grazie alla vicinanza con la mafia italoamericana, aveva avuto contatti con Roosevelt, che gli aveva risposto con freddezza, perciò si rivolse a Churchill ed ebbe maggiore successo.

Tra il colonnello americano Poletti, capo del governo alleato in Sicilia, e il responsabile britannico Francis Rodd, i rapporti erano tesi; Rodd trattava con le cosche e accusava Poletti di essere in rapporto con la mafia di New York; gli americani ritenevano Castellano responsabile del disastro italiano, lo disprezzavano e lo facevano controllare dai loro servizi segreti. Musotto, prefetto di Palermo, era candidato d’inglesi e separatisti a governatore della Sicilia indipendente, però, come aveva fatto la Francia con l’occupazione della Germania dopo la prima guerra mondiale, l’Inghilterra puntava a dominare tutta l’Italia.

Con le loro quinte colonne italiane, i britannici sostenevano i separatisti ma non volevano irritare gli americani, l’Inghilterra aveva grossi investimenti in Sicilia, appoggiava il movimento separatista e il suo braccio militare Evis, sostenuto dal colonnello Salvatore Giuliano, impegnato tra il 1945 e il 1950 contro esercito italiano e comunisti; allora in Italia esisteva una guerra interna anche tra inglesi e americani, soprattutto in Sicilia.

Agenti inglesi della resistenza erano Borghese e Sogno, entrambi nobili, Sogno era monarchico e liberale e dirigeva l’organizzazione Franchi, legata all’intelligence inglese; come Mazzini e Garibaldi, anche Sogno faceva la spola in Svizzera, dove riceveva aiuti e istruzioni dagli inglesi, era anche vicino a fascisti e anticomunisti. Gli inglesi giocavano su più tavoli, cioè con i volontari armati di Sogno, con i repubblichini e con CLN che aveva sede a Bari, un’ambiguità da loro addebitata solo agli italiani.

Tra i capi della resistenza, Ferruccio Parri, Raffaele Cadorna e Luigi Longo non si fidavano degli inglesi, mentre i settori liberali e conservatori del CLN erano anglofili, cioè più legati ai servizi britannici che a quelli americani, perciò l’intelligence inglese era più informata sull’Italia di quella americana. II Soe inglese, con l’aiuto di Sogno, riforniva la resistenza, discriminando, con l’irritazione degli americani, i comunisti.

Gli inglesi erano anche allarmati dalla penetrazione sovietica nelle formazioni partigiane; tramite suoi infiltrati nelle formazioni comuniste, l’intelligenza britannica cercava anche di manovrare i capi garibaldini della resistenza; anche alcuni membri della Franchi erano stati infiltrati nelle brigate Garibaldi. Il fronte anticomunista comprendeva decima Mas, Franchi, Osoppo, Fiamme Bianche, un uomo degli inglesi era stato infiltrato anche dentro l’OSS americano, era specializzato nel fornire informazioni false al nemico, faceva parte dell’ala filo britannica della massoneria americana e gestiva i contatti tra SOE e repubblichini.

Borghese, in cambio di denaro, fece un patto con gli industriali del nord, per garantire i loro impianti dai sabotaggi tedeschi; in Venezia Giulia, Borghese si attrezzava per fronteggiare le formazioni partigiane di Tito, le brigate partigiane Matteotti lo cercavano per fucilarlo, però era protetto dagli inglesi. Processato da un tribunale italiano dopo la guerra, con l’intervento dell’inglese Angleton e grazie al trattato di pace, nel 1949 fu assolto, evviva la magistratura indipendente.

Mario Scelba sapeva che doveva fronteggiare il pericolo comunista e quello inglese, riteneva che gli inglesi volessero affermare la loro egemonia sull’Italia e ostacolare la ripresa produttiva delle sue industrie. Però gli inglesi volevano che l’Italia non cadesse nelle mani comuniste, non la volevano necessariamente democratica come gli americani; volevano punire e smembrare l’Italia, come fecero gli alleati con la Germania dopo la seconda guerra mondiale.

Per gli americani aveva perso il fascismo, per gli inglesi l’Italia, gli inglesi volevano il controllo del Medio Oriente e del Mar Rosso e allontanare l’influenza sovietica dael Mediterraneo; però Londra sapeva bene che, per il controllo delle rotte del Mediterraneo e per il controllo delle fonti petrolifere, era necessario il dominio sull’Italia. Churchill era contento dell’anticomunismo della santa sede, ma preoccupato della sinistra DC di Don Sturzo, alla fine anche gli Usa finirono per  considerare l’Italia soprattutto di competenza britannica.

Come successo ai paesi comunisti dell’Europa orientale sotto la dominazione sovietica, Churchill non voleva concederle autonomia politica, la Gran Bretagna, dopo la seconda guerra mondiale, raggiunse questo risultato alimentando le discordie interne italiane e la debolezza dei governi, alimentando la speculazione sulla lira, favorendo attentati e minacciando golpe, finanziando politici e informazione anglofili.

Italia, Israele e Usa insediavano la supremazia britannica in Medio Oriente, Israele, nonostante la dichiarazione Balfour, era nato nel 1948 per volere dell’Onu, cioè non era stato voluto dagli inglesi; a causa del petrolio, questi erano più attenti al loro rapporti con gli arabi; il progetto di stato ebraico era appoggiato dagli Usa. Finita la seconda guerra mondiale, gli italiani guardavano con maggiore simpatia gli americani, per la presenza italiana in Usa e per gli aiuti che ricevevano dagli Usa e che gli inglesi non potevano fornire, ma gli inglesi finanziavano le loro quinte colonne italiane.

Comunque, gli americani, informati da parte dei nostri servizi segreti e dei nostri governi, erano al corrente della politica inglese in Italia, in pratica, essi stessi avevano accettato il controllo dell’Italia da parte della Gran Bretagna; su questa questione nel 1947 redassero un rapporto, sapevano che l’Italia era priva di un forte governo centrale ed era territorio di scontro tra Russia, Gran Bretagna e Vaticano.

Con la scusa della lotta al comunismo, gli inglesi puntavano all’egemonia politica ed economica in Italia, poi gli americani divennero il capro espiatorio delle azioni inglesi, cioè, per l’opinione pubblica, divennero i responsabili delle azioni inglesi; ad ogni modo gli Usa, dovendo fronteggiare la minaccia sovietica,  collaboravano e apprezzavano, in tutto il mondo, i servizi segreti vaticani delle  nunziature; dopo conflitti secolari tra corona inglese e papi, in funzione anticomunista, ci fu l’avvicinamento anche tra Vaticano e Londra.

Per controllare l’Italia, gli inglesi si servivano dei loro servizi e di collaboratori italiani inseriti nei servizi italiani, al ministero degli esteri italiano, nell’informazione italiana, nei partiti italiani e nel governo italiano, inoltre di massoneria, mafia e di settori dell’aristocrazia italiana e dell’alta imprenditoria italiana; tramite loro, ricevevano informazioni e facevano propaganda, circolava anche denaro.

Renato Mieli, padre di Paolo, era un giornalista loro agente e fondò l’agenzia di stampa Ansa, erede dell’agenzia Stefani dei Savoia, questi uomini crearono un fronte anticomunista fatto anche di repubblichini, sulla scia del fronte anticomunista militare organizzato da Sogno durante la resistenza; per quest’operazione, il denaro utilizzato proveniva soprattutto dagli inglesi e da industriali torinesi come Agnelli e Olivetti.

Settori dei servizi segreti italiani erano informati su queste operazioni, ma erano impediti ad agire a favore dell’Italia, comunque, informarono gli americani, il centro inglese che dirigeva le operazioni aveva sede a Parigi; improvvisamente, James Angleton, agente della Cia amico degli inglesi, per contrasti con l'ambasciatore Usa, fu mandato via da Roma. La rete di Angleton e Sogno poi confluì nell’organizzazione Stay Behind o Gladio, utilizzata, con l’approvazione americana, per contrastare l’avanzata comunista, però alcuni suoi membri dipendevano solo dai servizi inglesi.

Nel 1953, per volontà di Mattei, nacque l’Eni che, senza il permesso inglese, prese a fare accordi petroliferi con vari paesi, la DC nel 1948 vinse le elezioni e l’Italia entrò nella Nato; la leadership occidentale era passata da Londra a Washington e ne fu alimentata una rivalità sotterranea tra Usa e Gran Bretagna. Nel 1949 l’Onu, controllata dai grandi, per colpire l’Italia, approvò l’indipendenza di Libia e Somalia, però questo fatto si ritorse contro l’imperialismo inglese perché alimentò l’aspirazione all’indipendenza di altri paesi del Medio Oriente che Mattei riuscì a cavalcare; però la Gran Bretagna voleva anche il controllo finanziario dell’Italia e del mondo, perciò, per il momento, con il Commonwealth legò a Londra le sue vecchie colonie.

Per quanto riguarda la difesa, gli inglesi puntarono a trasferirne l’onere e il discredito dei nemici della Nato sugli Usa, destinato a diventare il gorilla e il capro espiatorio del fronte anglo-americano, mentre a Londra risedeva la volpe e la testa del serpente; gli inglesi controllavano gli Usa con la massoneria sovrannazionale, creata nel mondo da Londra e, con i loro agenti americani, ne dirigevano le mosse secondo i loro interessi.

Però in Medio Oriente erano diffusi i sentimenti antibritannici, non evidenziati dai giornalisti d’influenza anglofili italiani, perciò nel 1953 furono deposti i governi filo britannici di Egitto e Iran e il governo italiano, con rara indipendenza verso i suoi dominatori, espresse simpatia per i nuovi governi; nel 1956 l’Iran nazionalizzò il petrolio e l’Italia non rispettò l’embargo inglese, fece un buon affare, in  cambio di petrolio, l’Italia forniva macchinari senza procurarsi dollari.

Secondo Churchill, il petrolio acquistato dagli italiani in Iran con lo sconto e con royality sull’estrazione pari al 25% invece che al 50%, era stato rubato agli inglesi perché ritenuto di loro proprietà; è curioso, secoli fa un papa affermava che l’Inghilterra era proprietà della chiesa e perciò l’Inghilterra divenne antipapista. In Italia si scoprirono giacimenti petroliferi e di gas in pianura Padana e in Sicilia, dove l’Eni trivellava, e il monopolio dell’Eni era visto con ostilità dagli inglesi e da imprese private italiane.

Pareva che il governo regionale siciliano, controllato dalla mafia, fosse più sensibile agli interessi britannici che a quelli italiani, gli inglesi avevano interessi anche nelle industrie siciliane. Nel 1956 Nasser nazionalizzò il canale e inglesi, francesi e israeliani invasero l’Egitto, ma Eisenhower ordinò loro di ritirarsi; gli inglesi avevano dovuto accettare malvolentieri la leadership americana e ora, indeboliti, decisero di avvicinarsi all’Europa che, fino allora, avevano visto dall’alto in basso.

Intanto l’Eni si allargava alla chimica e faceva accordi di estrazione con tanti paesi, seguendo gli esempi inglesi, finanziava la corrente politica di Fanfani e giornali italiani filoarabi, Mattei era vicino al presidente Gronchi e faceva aperture ai socialisti; diversamente dai grandi industriali italiani, Mattei voleva fare gli interessi nazionali. Con l’ostilità inglese, l’Eni desiderava entrare nel consorzio delle imprese petrolifere ed essere accolta tra le sette sorelle petrolifere, ma era uno sbaglio, perché i paesi produttori preferivano trattare solo con l’Italia.

Comunque, le novità introdotte da Mattei contagiarono altri paesi produttori come l’Irak, Mattei decise di costruire oleodotti e Londra sollecitò Washington a intervenire contro l’Italia; allora Londra aveva ottimi amici al ministero degli esteri italiano, come Longhi, Lolli e Cattani e come Gaetano Marino e con essi premeva sul governo italiano. Gli Usa invitarono la compagnia petrolifera inglese BOP, che operava in Iran, a cercare un accomodamento con Mattei, ma questa, difendendo una sua posizione monopolistica, rifiutò, comunque, per contrastare di Mattei, gli Usa non vollero premere sulle compagnie americane che operavano in Medio Oriente.

Con Mattei e con l’acquiescenza americana, l’Italia stava diventando leader dei paesi non allineati, del Mediterraneo e del Medio Oriente e perciò il segretario di stato americano Foster Dulles propose che facesse da mediatore nel conflitto d’interesse tra occidente e mondo arabo; Mattei, sostenuto dal Tesoro Italiano, era intenzionato anche a entrare nel settore della distribuzione, però le società inglesi, BP e Shell non volevano l’Eni tra le sette sorelle.

Gli inglesi affermavano che le forniture di petrolio sovietico all’Eni erano un pericolo per la sicurezza europea, però la Gran Bretagna, con ambiguità che i giornalisti d’influenza anglofili definivano solo italiana, cercò anche di fare accordi per importare petrolio russo a basso prezzo. Come aveva sempre fatto Londra, ora anche Mattei, con i suoi mezzi, era in  grado di far cadere il governo italiano, se ne avesse ostacolato i suoi disegni.

Mattei era alleato anche con Moro, Giovanni XXIII e JFK; da Kennedy, Mattei voleva il riconoscimento di compagnia pari alle sette sorelle, voleva l’approvazione dell’apertura a sinistra e della linea terzomondista e anticoloniale dell’Eni; però le imprese petrolifere americane, a difesa dei loro interessi, erano contrarie a Mattei. Nel 1962 Londra fece sapere a Washington che Mattei voleva far uscire l’Italia dalla Nato e metterla a capo dei paesi non allineati e che incoraggiava l’autarchia italiana, mentre gli inglesi si erano fatti campioni del liberismo; da ricordare che quado iniziarono la loro rivoluzione industriale, facevano attraccare nei porti inglesi solo navi inglesi.

Nel 1962 l’aereo di Mattei, poco prima che facesse visita a Kennedy, partito dalla Sicilia e sabotato dalla mafia, amica degli inglesi, precipitò e Mattei morì; nel 1964 il giornalista anglofilo, Luigi Barzini junior, fece uscire un libro che criticava gli italiani, destinato ad alimentare i pregiudizi antitaliani nel mondo, raccolti stupidamente da francesi e tedeschi. Questo linciaggio razzista e gogna degli italiani, al quale facevano eco i giornalisti italiani d’influenza amici degli inglesi, favoriva il loro avvilimento.

Gli inglesi sapevano che gli schiavi e i servi, quando perdono la stima di se stessi, non pensano a riscattarsi e così si possono dominare meglio; nel 1940 il padre di Barzini era stato corrispondente a Londra, dove ricevette Giannalisa Feltrinelli, mamma di Gampaolo Feltrinelli, l’editore che fu addetto alle relazioni esterne delle brigate rosse e che in precedenza era stato un fascista.  Dopo la guerra, Barzini junior lavorò a favore della propaganda inglese e collaborò con Sogno, Renato Mieli e Mario Pannunzio, nel 1958 era deputato liberale.

Mattei, Moro e Fanfani aprono a sinistra e Barzini fece articoli al vetriolo contro Mattei, allora l’Italia era in pieno boom e la sua immagine cresceva d’importanza all’estero, ma non in Europa settentrionale, della quale avevamo voluto essere soci; a sponsorizzare il libro di Barzini furono i servizi segreti britannici, infatti, il libro uscì prima in Gran Bretagna e poi in Italia, però, per la Cia, era più importante contrastare il comunismo che offendere gli italiani.

Quando nel 1944 gli americani arrivarono a Napoli, l’ufficio per la propaganda alleata era diretto da Renato Mieli, che fondò l’agenzia di stampa Ansa, tra i collaboratori c’erano Barzini junior, Dino Buzzati, Bruno Fallaci, zio di Oriana, Domenico Bartoli, Guido Piovene e Edgardo Sogno; poi Renato Mieli si iscrisse al PCI, dal quale uscì nel 1956; con la guerra fredda, anche il PCI appoggiava Mattei.

Nel 1948 gli inglesi fornivano materiale di propaganda per le elezioni politiche, la sinistra fu sconfitta, ma la sinistra DC manifestava tentazioni indipendenti da Londra; nel 1949 ex partigiani anticomunisti erano in visita a Londra. Per la propaganda inglese lavoravano Alberto Moravia, Elsa Morandi, Elio Vittorini, Ignazio Silone, Parri, Taviani, Sogno che era console a Parigi, Cadorna, erano tutte personalità della resistenza, non tutti estimatori degli inglesi.

A un congresso organizzato nel 1952 dai servizi britannici, dalla Cia e da Ignazio Silone, presieduto da Benedetto Croce, parteciparono Altiero Spinelli, Mario Pannunzio, Adriano Olivetti, Caracciolo, Bobbio, Giorgio Bassani, Pier Paolo Pasolini, Elsa Morandi, Carlo Levi ed Eugenio Montale; in mezzo c’erano anglofili che agivano con la copertura di varie organizzazioni, Londra controllava una rete tutta sua, cioè indipendente dagli americani.

Londra distribuiva materiale a partiti, prelati e sindacati, coordinata dal ministero degli esteri britannico e aiutata dall’ambasciata inglese a Roma, tra i clienti che ricevevano il materiale propagandistico c’erano Umberto Cavassa, Mario Missiroli, Giancarlo Vigorelli, Rusconi, Gilberto Bernabei e Mattei; Mattei aveva comandato partigiani cattolici e nel 1947 aveva partecipato all’allestimento della Gladio.

L’Ird, l’ente di propaganda inglese, aveva tra i suoi 800 clienti anche militari, sindacalisti, imprenditori, giornalisti e dirigenti pubblici, inoltre Luigi Cavallo, Mario Toscano, Edgardo Sogno, Agostino Gemelli, Giovanni Montini, Enzo Biagi, Flaminio Piccoli, Emilio Segre, Norberto Bobbio, il cardinale Ruffini e il cardinale Lercaro. Il materiale era stampato a Londra, però la campagna di destabilizzazione e propaganda contro l’Italia fallì e nel 1953 nacque l’Eni e così l’asse della politica italiana si spostò verso sinistra.

Morto Mattei, Londra, in funzione anticomunista, cercò contatti con la chiesa, collaborava con Paolo Rossi, Giorgio Galli, Eugenio Reale e circoli accademici; con la scusa della guerra al PCI, la Gran Bretagna faceva guerra all’Italia e alla sua immagine internazionale; però, non tutte le personalità che ricevevano la propaganda erano passive o facilmente influenzabili, infatti, questa propaganda non pareva sortire vero effetto, anche la classe dirigente italiana cominciava a capire le trame inglesi.

Nel 1963 Moro stava per aprire ai socialisti, Scelba era favorevole e sembrava il prossimo presidente del consiglio, però il presidente Antonio Segni era contrario; Moro voleva riprendere il programma di Mattei e perciò nel 1963 nacque il centrosinistra, con Andreotti ministro della difesa e Taviani ministro dell’interno, Malfatti, anglofilo e massone, era capo di gabinetto agli esteri. Moro voleva affrancare l’Italia dal trattato di pace del 1947, la Germania occidentale l’aveva ottenuto, con remissione nel 1953 del debito e con l’accoglimento tra i grandi, ma il ministero degli esteri inglese s’oppose.

La Gran Bretagna, come i maccartisti americani, agitava sempre il pericolo comunista ed era contraria alla distensione tra est e ovest;  nel 1965, all’Hotel Parco dei Principi, per serrare le fila tra gli adepti e promuovere altre azioni, promosse un convegno aperto a Sogno, Malfatti, Mieli, Pisanò, Rauti, Delle Chiae e Merlino, coinvolgendo uomini dell’intelligence inglese che avevano fatto parte della resistenza; così, pian piano, nacque il partito del golpe, Mieli era amico di Giangiacomo Feltrinelli e collaborava con Londra e Mosca.

Gli inglesi volevano che l’Eni, sotto la presidenza di Cefis, cambiasse politica, però Iran e Iraq volevano spalancare le porte all’Italia e Fanfani e Moro, che avevano sostenuto Mattei, appoggiavano il progetto;  l’Eni voleva anche petrolio e gas a un prezzo accettabile, le forniture estere di petrolio erano una perdita tributaria per lo stato; però gli inglesi accusano gli italiani di furto di beni di loro proprietà, il PC appoggiava i progetti di Mattei e Moro e nel 1969 si temeva l’avvento del compromesso storico.

Nel 1969 in Libia fu deposto re Idris, che era anglofilo, e prese il potere Gheddafi, Gheddafi aumentò il prezzo del petrolio, nazionalizzò i pozzi e chiuse le basi militari inglesi e americane; da allora l’Italia diventò leader nel Mediterraneo e perciò gli inglesi puntarono le loro carte su Borghese, Sogno e Feltrinelli. Nel 1969 un ufficiale italiano della decima Mas informò la Cia che la Gran Bretagna, aiutata da industriali italiani, stava per dare il via, con l’aiuto di Borghese e del principe Colonna, a un colpo di stato in Italia, sperava che gli Usa non sostenessero il progetto.

Il progetto era la continuazione del programma dell’hotel Parco dei Principi, di quattro anni prima, vi partecipavano Franco Freda e Giovanni Ventura, il golpe doveva avvenire il 14 dicembre, dopo la strage alla banca dell’agricoltura; ma il presidente del consiglio Rumor, all’ultimo momento, si tirò indietro e l’America bloccò il progetto. Ai primi di maggio 1970 Sogno riunì i vecchi amici della Franchi, era sostenuto da Guglielmo Mozzoni, marito di Maria Crespi, proprietaria del Corriere della Sera, tra gli ospiti di Mozzoni, c’era il padre di Letizia Moratti e Domenico Bartoli.

Nel 1978 Moro ricostituì i nuclei antiterrorismo, che avevano operato dopo la guerra, e ne affidò il comando al generale Dalla Chiesa, dagli archivi segreti inglesi, risulta che Dalla Chiesa sapeva che Sogno era protetto dagli inglesi ed era loro agente. Nell’ultima fase della guerra, dei repubblichini in contatto con la Franchi, avevano, per conto degli inglesi, infiltrato le brigate Garibaldi, per indurle a compiere atti particolarmente efferati, per farle cadere in discredito e poi nelle mani dei reparti della RSI.

Roberto Dotti, comunista della volante rossa, dopo la guerra scappò in Cecoslovacchia, aiutato da un collaboratore di Sogno, un altro collaboratore del Soe britannico era Adriano Olivetti; negli anni 1970-71 Dotti selezionava gli aderenti alle brigate rosse, Sogno era sostenuto da Giovanni Sforza e Domenico Bartoli. Gli inglesi affermavano che volevano contrastare il pericolo comunista e l’Italia aveva appena firmato un accordo con l’URSS per la fornitura di gas naturale, poi ne fece un altro con la Libia e Algeria, il mondo comunista era un mercato aperto alle industrie italiane.

Gli inglesi sapevano che, tra le forze dell’ordine, i carabinieri obbedivano al governo, la polizia aveva al vertice ufficiali fascisti, ma i poliziotti erano per metà legati a tutti i partiti, la celere doveva difendere le istituzioni. Le ambiguità dei comunisti dipendevano dai legami, anche economici, con Mosca, dalla base che era filosovietica, invece i miglioristi come Napoletano volevano la via italiana al comunismo e non l’obbedienza a Mosca.

Poi Napoletano, con eccezionale trasformismo, si legò ai mercati finanziari e alla massoneria oligarchica sovranazionale londinese (Gioele Magaldi); il PCI di Berlinguer cercava di presentarsi come partito di governo, Ugo la Malfa faceva dipendere la crisi politica italiana dalla politica del Vaticano che dirigeva, dietro le quinte, la DC; insomma, la sorte del paese dipendeva soprattutto dagli inglesi e dal Vaticano e non  dall’America come si è sempre detto.

Le compagnie petrolifere angloamericane firmarono un accordo con l’Iran, ma l’Eni rifiutò di partecipare ai negoziati e criticò le imprese petrolifere, gli inglesi erano contrari agli accordi diretti tra compagnie statali, perciò l’intelligence britannico decise di armare la sinistra extraparlamentare e il manifesto; a favorire le eccellenti relazioni tra manifesto e Londra è stato l’editore Feltrinelli, che frequentava gli stessi ambienti di Dotti, cioè resistenza, Praga e salotti anglofili.

Feltrinelli voleva creare a un partito armato di sinistra, nemico di Berlinguer, in collegamento con Pietro Secchia, Francesco Moranino, manifesto, potere operaio, lotta continua e brigate rosse; però il 15.3.1972, nel corso di un attentato che stava preparando, Feltrinelli morì in un’esplosione; nella borsa aveva 300 milioni da consegnare al manifesto. Nel 1967 ci fu la chiusura del canale di Suez, le petroliere, con aiuti economici dei governi, circumnavigavano l’Africa e la Libia, con l’appoggio italiano, alzò i prezzi del petrolio.

Nel 1973, con la guerra del Kippur, l’Opec interruppe le forniture di petrolio; l’Italia aveva un atteggiamento favorevole agli arabi, nel 1969 la linea filoaraba era diretta da Moro, che difendeva gli interessi nazionali sostenuto da Berlinguer. Nel 27.2.1974 Peter Nichols, corrispondente a Roma del Times, incontrò l’avvocato siciliano Crisafulli, legale di Gaspare Pisciotta, luogotenente di Salvatore Giuliano, legato all’intelligence inglese; l’avvocato era legale del generale De Lorenzo, che nel 1964 tentò un colpo di stato e del mafioso Luciano Liggio; Crisafulli disse a Nichols che esisteva un piano di golpe del Vaticano, degli inglesi e dei carabinieri, con il sostegno del presidente Leone.

Informati dei tentativi di golpe, il ministro della difesa Andreotti e degli interni Taviani trasmisero al giudice Luciano Violante un dossier su Edgardo Sogno, che doveva realizzare il progetto; il giudice prese anche a indagare sul principe Borghese e così finirono sotto inchiesta Sogno, Pacciardi, Mauri, Luigi Cavallo, Carlo Fumagalli, Leone, Pacciardi, Brosio, Reale, Mieli, Accame, Durand de la Penne, inoltre ufficiali fascisti di grado inferiore, erano in  servizio perché il trattato di pace del 1947, in funzione antisovietica, lo aveva richiesto.

L’inchiesta fu trasferita a Roma e si concluse con il proscioglimento degli imputati, evviva l'indipendenza della magistratura. Taviani propose il compromesso storico per le amministrazioni  locali e la Malfa escluse la partecipazione del PCI al governo, perciò Mosca e Londra mandarono dei sospiri di sollievo; Berlinguer lanciò l’eurocomunismo e il comunismo dal volto umano e nel 1967 il PCI condannò l’invasione sovietica della Cecoslovacchia.

Nel 1978 Mitrokhin segnalò una lista di agenti sovietici in Italia, cioè in Italia, oltre la curia romana e gli inglesi, scorazzavano anche i sovietici. Nel 1974 esplose uno scandalo petrolifero, con tangenti versate, anche per evadere le tasse, da BP e Shell, a politici e partiti italiani; gli inglesi parevano somigliare agli italiani, almeno come loro li descrivevano. A causa della politica dei prezzi dell’Eni, le compagnie lamentavano di essere in perdita, ma poteva essere anche falso.

Però queste tangenti sono comuni negli affari internazionali, risultò che coinvolti nelle tangenti petrolifere erano anche Australia, Francia, Canada, Germania, Danimarca, Svezia, Nuova Zelanda, Arabia, Iraq, Abu Dhabi; con molti paesi, gli accordi economici si fanno solo con le tangenti. Perciò il governo di sua maestà britannica decise di insabbiare tutto, rendendo lecite le tangenti pagate all’estero; invece in Italia nel 1992, su questa materia, esplose, per disegno dei soliti ignoti, l’inchiesta giudiziaria di mani pulite.

Comunque, l’Inghilterra che dava lezioni di libertà, era stata schiavista e nei secoli XVIII e XIX era stata immersa nella corruzione anche all’interno; anche Esso ed Eni pagavano tangenti ai politici e beneficiavano di agevolazioni fiscali. Dal 1976 al 1978 furono gli anni di piombo, la DC e il PCI avevano la stessa forza e perciò Andreotti, protetto da Vaticano, formò il governo della non sfiducia con i comunisti, poi un governo di solidarietà nazionale con l’appoggio esterno del PCI, perciò nel 1979 le brigate rosse uccisero Moro.

In Usa gli inglesi trovarono, contro l’Italia, un alleato nel segretario di stato americano Kissinger, i socialisti erano a favore di un governo con il PCI e la Malfa vedeva positivamente Berlinguer, però c’era il problema della partecipazione dell’Italia alla Nato, della quale bisognava difendere i segreti; il più anglofilo dei comunisti italiani era Napolitano; Domenico Bartoli, che era stato nella Franchi di Sogno, dirigeva il Corriere e Caracciolo fondò La Repubblica.

La Nato pensò anche di espellere l’Italia dall’alleanza, l’espulsione dell’Italia dalla Nato, conformemente al disegno di Mattei, avrebbe favorito l’avvicinamento dell’Italia ai paesi con allineati; crebbero i contatti inglesi con il Vaticano, Luciani era contrario al dialogo con il PCI e Paolo VI favorevole; come facevano gli inglesi con i servizi segreti italiani, il ministero degli esteri, quello degli interni e della difesa, la Russia aveva infiltrato il PCI con simpatizzanti filosovietici.

Gli inglesi pensavano ancora a un colpo di stato, sperando nella benevolenza americana, inoltre si cercò di impedire l’accesso dell’Italia ai segreti della Nato; in previsione del colpo di stato, dal 1976 al 1979, cioè nel periodo del sequestro Moro, Londra nominò ambasciatore a Roma Sir Alan Campbell; gli Usa erano contrari a interventi militari in Italia, come quello fatto dall’Urss in Cecoslovacchia ed erano contrari anche a un golpe di destra, però Londra aveva il segretario di stato Kissinger dalla sua parte.

Nel 1976, per esaminare la situazione italiana, si svolse un summit tra Gran Bretagna, Francia e Germania, la diplomazia britannica cercava sostegni contro l’Italia, in Italia stessa, in Europa e in Usa, la lira era oggetto di attacchi speculativi e le azioni sovversive dovevano favorire il colpo di stato; perciò ci furono attentati e omicidi politici, utilizzando autonomia operaia, brigate rosse e Feltrinelli.

Però i britannici sapevano che erano buoni i rapporti tra Moro e Mosca e cattivi quelli tra Berlinguer e Pcus, perciò ora per gli inglesi il pericolo era Moro, seguace di Mattei, entrambi difensori degli interessi nazionali italiani; a un certo punto, gli americani abbandonarono la questione italiana nelle mani di Gran Bretagna. Eppure Berlinguer affermava di sentirsi sicuro sotto l’ombrello della Nato, però, nei confronti del comunismo, in Usa esisteva un partito dei falchi e uno delle colombe.

Il 27.6.1976 a Portorico ci fu un vertice tra Usa, Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia, l’Italia era rappresentata a Moro e Rumor, i delegati si sedettero a pranzo senza invitare gli italiani, era uno schiaffo, guardate come si comportano i nostri alleati; quando gli italiani si presentarono, furono invitati ad andarsene, secondo schiaffo. Il fatto è che i nostri alleati volevano discutere proprio della situazione italiana e non vedevano di buon occhio Moro.

Il 9.7.1976, a Parigi, si svolse un nuovo vertice senza gli italiani, gli americani e i tedeschi volevano un governo di centrosinistra in Italia, la Francia e la Gran Bretagna uno di destra, però tutti volevano che il PCI restasse fuori dal governo, l’opinione dei cittadini italiani non contava, evviva la democrazia occidentale. Nell’omicidio Moro il generale Dalla Chiesa vide subito le trame internazionali, il luogo in cui era stato detenuto, vicino via Caetani, a Roma, era un crocevia del partito inglese italiano.

Le inchieste di Dalla Chiesa, Priore, Imposimato, Pellegrino e dei servizi italiani furono bloccate; allora Cossiga era il più anglofilo dei politici italiani e, all’epoca del sequestro, dirigeva un comitato di emergenza. L’organizzazione Stay Behind era coordinata da un direttorio di cui facevano parte Gran Bretagna, Usa, Francia, Germania e ne era esclusa l’Italia; in Italia scorazzava la Nato, in base al trattato di pace del 1947, l’Italia era una nazione sconfitta, però si erano fatte delle eccezioni alla Germania.

Eliminato Moro, si colpirono i morotei, la DC perse la presidenza del consiglio a favore di ambienti anglofili, con valorizzazioni di vecchi clienti dell’Ird, come Donat Cattin e Piccoli, e nacque una maggioranza anticomunista di governo; nel 1989 l’Italia, con la caduta del muro di Berlino, non si emancipò e nel 1992 fu travolta dall’inchiesta giudiziaria di mani pulite che eliminò DC e PSI e favorì le prime privatizzazioni a favore di ambienti anglofili.

L’Italia perse industrie di stato e influenza all’estero, poi ci fu la crisi finanziaria americana del 2008 e dal 2011 l’Italia fu praticamente commissariata dall’Unione Europea, con governi non eletti e disponibili a politiche di sacrifici per gli italiani e ad altre privatizzazioni; il tutto sotto l’egida delle logge oligarchiche massoniche sovranazionali che dirigevano la finanza mondiale e le sorti del mondo (Gioele Magaldi “Massoni); in tale quadro, la volpe Londra, testa del serpente, si serviva del gorilla Usa nel mondo e del gorilla Germania in Unione Europea.

Nunzio Miccoli  www.viruslibertario.it viruslibertario@gmail.com.

(fonte: “Il golpe inglese” di Cereghino e Fasanella).

 LE LOGGE SOVRANAZIONALI O UR-LOGGE (30/7/2015)

Gioele Magaldi, maestro del Grande Oriente Democratico Italiano, aderente alla massoneria italiana di Palazzo Giustiniani, espulso per le sue critiche di mala gestione indirizzate al maestro Salvini in carica, ma poi il tribunale di Roma ha annullato la sospensione, accedendo ad archivi privati e depositando il materiale esaminato in studi legali di Londra, Parigi e New York, ha deciso di scrivere vari libri sulle logge sovranazionali (Massoni – di Gioele Magaldi - Ed. Chiarelettere).

Per impedire la pubblicazione, i fratelli massoni gli hanno offerto molti soldi, ma lui ha rifiutato l’offerta, le Ur-Lodges o Logge di Ur, che era la città di Abramo, capostipite delle tre religioni monoteiste, dagli anni sessanta, si dividono dialetticamente in superlogge oligarchiche e superlogge democratiche; con una manina riservata, controllano le varie logge nazionali e le logge unite o federazioni di logge, come quella inglese, francese e italiana, come le organizzazioni paramassoniche popolate da massoni, quali la commissione trilaterale, il gruppo Bilderberg, il Consiglio per le Relazioni estere, ecc.

All’inizio, cioè nel settecento e ottocento, la massoneria era soprattutto libertaria e democratica, sono stati liberi muratori democratici Franklin, Washington, Jefferson, Thomas Paine, La Fayette, Mirabeau, Condorcet, Mozart, Mazzini, Garibaldi, Cavour, Simone Bolivar, Kossuth, Ataturk, Kerenskij, Lenin, Keynes, Roosevelt, Giovanni XXIII, Martin Luther King, Altiero Spinelli, Galbraith, Antonio Giolitti, Carlo Maria Martini, Rita Levi Montalcini, Nelson Mandela, Gandhi.

Delle superlogge sovrannazionali oligarchiche hanno fatto parte o fanno parte, se ancora in vita, Brzezinski, Rockefeller, Kissinger, i presidenti americani, Truman, Carter, Reagan, Bush padre e figlio, Clinton, Obama, Thatcher, Angel Merkel, Vladimir Putin, i presidenti francesi Valery Giscard d’Estaing, Francois Mitterand, Jaques Chirac, Sarkozy, Hollande, Jean-Claude Trichet; Christine Lagarde, Tony Blair, Margaret Thatcher, Deng Xiaoping, Lenin, Stalin, Gorbaciov, Eltsin, Reza Pahlavi, Golda Meir, Moshe Dayan, gli italiani Carlo Azeglio Ciampi, Berlusconi, Giorgio Napolitano, Mario Monti e Mario Draghi, Agnelli, Cossiga, D’Alema, tutti personaggi impegnati nella globalizzazione.

Alcuni personaggi hanno aderito, contemporaneamente, a logge democratiche e a logge oligarchiche. Tra le superlogge democratiche esistenti, si citano la Ur loggia Thomas Paine, che è la più antica e ha sede a Londra, alla quale, a metà dell’ottocento furono iscritti Mazzini e Garibaldi, che erano agenti inglesi come Edgardo Sogno, inoltre Ecclesia, Ioannes, Montesquieu, Columbus, Hiram. Le logge oligarchiche dominano dal 1960 e sono le Ur Lodges Edmund Burke di Londra (la superloggia di Rothschild) Compass, Leviathan, Three Eyes (la super loggia di Rockefeller e Kissinger), White Eagle, De Maistre, Pan-Europa, Hathor Penthalfa.

Oggi nel mondo, con eccezione dell’Italia e a prescindere da quello che dice la legge, logge e superlogge non sono più segrete e se ne conoscono i membri; i massoni progressisti, con Eleonor Roosevelt, perché le donne fanno parte delle logge sovranazionali, diedero vita alla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948, favorirono il piano Marshall e, con Keynes, il welfare state.

Oggi, da parte delle Ur-Lodges oligarchiche, si tenta la restaurazione e il ritorno all’Ancien Regime, la massoneria di destra e di sinistra è infiltrata dai servizi segreti, perché fonte d’informazione o spionaggio, come le nunziature vaticane e le ONG; i servizi infiltrano anche tutti i partiti, le sette e i movimenti rivoluzionari. Nel settecento e ottocento hanno prevalso le Ur-Lodges democratiche, nel novecento e nel duemila le oligarchiche; entrambe lottano per la supremazia e per il controllo dei governi e delle logge nazionali e le oligarchiche anche per la globalizzazione e la restaurazione dell’Ancien Régime.

Le associazioni paramassoniche, nazionali o sovranazionali, sono paraventi delle Ur-Lodges o logge sovranazionali, tra esse sono la commissione trilaterale fondata dalla Ur-Lodge Three Eyes e il Gruppo Bilderberg; governanti, governatori di banche centrali e alti dirigenti sono generalmente massoni, con l’iscrizione massonica si è cooptati e, se obbedienti, come vuole la chiesa, si fa carriera alla grande; ai massoni comuni si chiede obbedienza e discrezione, non capacità, indipendenza o onestà, la massoneria, come la chiesa, la massoneria di tutti i gradi ha anche coltivato rapporti con la mafia, che ha protetto e perciò è ancora invasiva, inoltre, con la chiesa, le banche, gli affari e la politica, cioè con tutti i centri di potere, però l’alta massoneria, con il progetto di globalizzazione, dirige il mondo, il governo invisibile del mondo già esiste.

I massoni ispirarono le rivoluzioni nazionali sette-ottocentesche e, nel novecento, quelle illiberali, come comunismo, fascismo e nazismo, poi abortiti, fino alla rivincita oligarchica degli anni sessanta; i libri di Magaldi fanno indiscrezioni sul back office massonico, però in Italia, per tradizione fascista e cattolica, ci era stato celato anche il front office massonico; i protagonisti della politica sono generalmente massoni o legati alla massoneria, Monti e Draghi appartengo al circuito sovranazionale reazionario.

I gesuiti, dalla loro nascita, sono stati maestri di complotti e di società segrete, anche la chiesa, ufficialmente contraria alle società segrete, ha società segrete come l’Opus Dei, le Ur-Lodges della chiesa cattolica, cioè Ecclesia, Ioannes, ecc. sono formalmente democratiche, perché contrarie a guerre e terrorismo promossi dalle logge oligarchiche; però la chiesa non ha mai veramente amato la democrazia e oggi soprattutto le logge oligarchiche sostengono che la democrazia è in crisi.

Nelle logge democratiche possono esistere conservatori e in quelle oligarchiche avversari della guerra e del terrorismo, nelle quali sono immerse le logge aristocratiche, accade anche nei partiti, infatti, nei partiti di sinistra spesso si annidano uomini di destra. I libri di Magaldi sono utili a colmare alcuni miei pregiudizi, causati da una cattiva informazione, comunque, mi era noto che i massoni del sette-ottocento avevano promosso libertà, eguaglianze e fratellanza e le conseguenti rivoluzioni nazionali e libertarie.

Lo scopo di quest’opera  letteraria di Magaldi, che tratta di trame segrete e oscure da parte di poteri occulti, che vogliono far girare indietro le ruote e l’orologio della storia, pare sia quello di svegliare la gente, perché le pecore docili, che docilmente rientrano al recinto, meritano di essere trattate da schiave; invece io ritengo che, in generale, lo spirito di ogni uomo ambisca a elevarsi, non solo nei confronti degli altri uomini, ma anche nell’universo, l’uomo ha tratti divini: “Non è nato per vivere come un bruto, ma per seguire virtù e conoscenza” (Dante Alighieri).

Come la chiesa, la massoneria non è monolitica, perciò è governata da conservatori e libertari, i libertari vogliono libertà, eguaglianza e fratellanza; la più antica loggia sovranazionale è la Thomas Paine di Londra, nata nel 1850, da esse sono passati Mazzini, Garibaldi, Stuart Mill, Proudhon, Darwin, Kerenskij, Keynes, Gandhi, George Orwell, Altiero Spinelli, Nelson Mandela, Delano Roosevelt.

Le superlogge sono protagoniste della storia moderna e contemporanea, affiliano i più eminenti personaggi della massoneria ordinaria e nazionale e altri uomini di prestigio; come i gesuiti e l’Opus Dei, puntano a cooptare uomini dell’élite o loro figli, che poi fanno una carriera prestigiosa, perciò ostacolano la mobilità sociale e non riconoscono il merito e l’indipendenza. La pubblicazione dei libri di Magaldi, aiutato da quattro eminenti massoni, è una dichiarazione di guerra alle superlogge oligarchiche; da ricordare che Mario Draghi è molto influente ed è affiliato a cinque Ur-Lodges oligarchiche.

Il vero potere è in mano ai massoni, soprattutto sovranazionali, il mondo moderno è stato costruito dai massoni che hanno distrutto la vecchia aristocrazia del sangue e hanno creato una nuova aristocrazia dello spirito, anche senza meriti; la massoneria moderna ha cominciato i passi con un programma democratico favorendo le rivoluzioni occidentali, poi i massoni oligarchici hanno finanziato Lenin, Mussolini e Hitler, il fatto è che i massoni hanno sempre giocato su più tavoli.

Dirigenti comunisti, fascisti, nazisti, malgrado le proibizioni, erano affiliati a super logge reazionarie e internazionali, le Ur-Lodges erano in grado di connettere circuiti segreti internazionali, fare alleanze e ottenere informazioni; la stagione dei diritti è l’epoca d’oro della massoneria, mentre la stagione che stiamo vivendo è la stagione della globalizzazione oligarchica. Il programma nuova frontiera, fu proposto dal massone democratico Arthur Schlesinger, che voleva il disgelo tra est e ovest, inoltre difendeva diritti civili, welfare, istruzione e occupazione.

Angelo Roncalli era un massone sostento da Ur-Logge democratiche e cattoliche, come l’Ecclesia, Ionnes, inoltre dalle Ur logge Thomas Paine, Columbus, Montesquieu, Ghedullah, Simon Bolivar, Daath; Roncalli fu iniziato nel 1940 a Istanbul, alla Ghedullah rosacrociana, nel 1949 fu iniziato alla Montesquieu a Parigi e nel 1950 si fece rosacroce.  Nel 1738 Clemente XII aveva scomunicato la massoneria che per esso costituiva un antipotere laico e antipapale, però oggi molti cardinali sono affiliati all’Ecclesia, alla Ioannes, alla Columbus o ad altre Ur-Lodges; anche Paolo VI e Giovanni Paolo II sono stati in rapporto con massoni anglo americani, come Marcinkus e Brzizinsky, cattolico e polacco come Giovanni Paolo II.

Il 1963 morirono Giovanni XXIII e JFK, spari dalla scena Krushov e s’interruppe il programma nuova frontiera di Schlesinger; Krushov era affiliato alla Ur loggia Golden Eurasia, come Putin e Merkel, invece Breznev era affiliato alla de Maistre; nel 1968, uccisi il massone democratico Martin Luther King e Robert Kennedy, si aprì una nuova epoca all’insegna della restaurazione e della globalizzazione, con lo svuotamento della democrazia e della sovranità statale, per la trasformazione dei cittadini in sudditi e schiavi e per la restaurazione del feudalesimo.

Nel 1967, per liquidare la democrazia, nacque la superloggia Three Eyes, un back office massonico utile a promuovere complotti e speculazioni, fu opera di David Rockefeller, Henry Kissinger è Brzezinski, che nel 1978 favorì l’elezione a pontefice di Wojtyla, polacco come lui. La Three Eyes o tre occhi, assieme alla Edmund  Burke approvò la repressione della primavera di Praga, organizzata da massoni reazionari sovietici e cecoslovacchi, affiliati alla Ur Lodge Joseph de Maistre, mentre in America Latina queste logge sostennero le dittature militari e in Cina affiliarono Ciu En Lai e Deng Xiaoping, formalmente comunisti, ma in realtà, oligarchici.

L’Italia era un laboratorio per una svolta oligarchica occidentale, si salvò da tre tentativi di colpi di stato appoggiati da Kissinger, nel 1969 e nel 1970 per  opera di Borghese, nel 1974 per opera di Sogno, lo scopo ufficiale dei golpe, voluti dalla Three Eyes, era fermare l’avanzata comunista; questi disegni furono stoppati dal massone democratico Arthur Schlesinger, favorevole al centrosinistra, delle Ur logge Thomas Paine e Benjamin Franklin, ne facevano parte anche Gerard Ford, Pompidou, Valery Giscard d’Estaing, Milton Friedman, Agnelli e Cuccia.

Al’Italia, paese scon fitto in  guerra, era negato dotarsi, come fece la Germania  con la Der Ring, di superlogge sovranazionali autonomi, tentarono di farlo Gelli, la chiesa, dirigenti politici italiani  come Craxi e Belusconi, ma sollevarono il sospetto dei nostri padroni atlantici e perciò i loro progetti furono bloccati. Gelli non era iscritto alla loggia tre occhi, ma la P2 era il braccio armato della Three Eyes; il gruppo Bilderberg, la Commissione Trilaterale e altri gruppi del genere sono associazioni paramassoniche controllate dalle Ur-Lodges e non decidono niente d’importante, è il back office massonico che decide, dietro la commissione trilaterale c’è la Three Eyes.

Licio Gelli, ex fascista, ex spia, ex dirigente di fabbrica, maestro venerabile della loggia P2, in rapporti con il Vaticano, come Calvi e Sindona, stava creando una sua Ur Lodge personale e internazionale, perciò i suoi padroni ne erano gelosi; comunque, era organico a progetti sovranazionali dei fratelli conservatori euroatlantici, prendeva ordini da Londra ed era sostenuto da Frank Gigliotti, Kissinger, Hoover, d’Estaing, lo scopo era sostenere i golpe di Borghese e Sogno, agente inglese, stoppati da Schlesinger.

La tre occhi favorì la rivoluzione iraniana, la guerra del Kippur del 1973 e il nuovo corso in Cina, poi altre superlogge conservatrici crearono la Ur loggia White Eagle o aquila bianca; le due superlogge si scontrarono e quando andò al potere Ronald Reagan, sostenuto dall’aquila bianca,  Reagan subì un attentato, perciò, per vendetta, subì un attentato anche Giovanni Paolo II, sostenuto dalla tre occhi e da Kissinger.

Il sicario Ali Agca, terrorista noto ai servizi segreti, arruolato dai servizi segreti russi e facente parte della Ur loggia de Maistre, aveva colpito il papa per colpire Brzezinski, uno dei padri, con Rockefeller e Kissinger, della tre occhi. Fu lotta tra le due superlogge oligarchiche e nel 1981, con il programma United Freemasons for Globalisation, fu la pace, la P2 fu chiusa; Craxi, affiliato alla Ur loggia Amun, divenne capo del governo italiano e le brigate rosse furono smantellate. Si progettava un Nuovo Ordine Mondiale, Mitterand fu eletto presidente per intervento  della Three Eyes, della quale facevano parte anche Ciampi e Andreatta.

Il programma United Freemasons, con il sostegno di Deng Xiaoping, ha portato alla liquidazione dell’Urss e del Patto di Varsavia, con l’appoggio di Gorbaciov della Ur loggia Golden Eurasia; secondo il programma di Kalergi di Pan Europa e di Monnet di Thomas Paine, ma non di Altiero Spinelli, che voleva gli Stati Uniti d’Europa, fu accelerato il programma d’integrazione europea poi approvato dalla Ur loggia Edmund Burke.

Fu favorita la riunificazione tedesca e il ritorno dell’Argentina alla democrazia, la fine dell’apartheid in Sudafrica e la liberazione di Mandela della Ur loggia Phoenix, si favorì l’alternanza di governi conservatori con progressisti e s’inserirono Al Fatah e OLP nei circuiti massonici internazionali. I massoni sovranazionali usano informazioni riservate che sfruttano in materia finanziaria, disfano governi, un democratico cinese della Thomas Paine, pezzo grosso del partito comunista, è uno dei registi della contestazione studentesca di Hong Kong.

Hollande, dopo le promesse elettorali, è stato sottoposto a minacce e al ricatto del denaro, perché non si sottragga all’austerità, ha fondato la superloggia Maat, alla quale appartiene anche Obama, ed è uno dei padri della globalizzazione, avviata trent’anni fa. Il patto United Freemasons ha garantito la pax massonica tra massoni conservatori e progressisti, con fraterna gestione delle elezioni americane; nel 1996 Clinton fu accolto nella Ur loggia Janus e nella Ur loggia Three Eyes, che ospita anche Bush, però, a causa di questo patto di pacificazione, per reazione, come succede nei partiti, nacque la Ur loggia ultra conservatrice Hathor Penthalpa.

Osama Bin Laden, in funzione antirussa, era affiliato alla Ur loggia Three Eyes, nel mondo islamico operavano la Ur loggia Edmund Burke e la Three Eyes, poi Osama entrò nella nuova Ur loggia Hathor, che progettava qualcosa di spaventoso e nella Geburah, che era a favore della guerra. Il 20.1.2001 George W. Bush prese possesso della Casa Bianca, appoggiato dalla Hathor Penthalpha, e ci fu l’attacco dell’11.9.2001 alle torri gemelle e l’invasione dell’Afghanistan.

Anche Blair era affiliato alla Hathor, nel 2004 i fratelli progressisti e aristocratici fondarono la Ur loggia Maat di Hollande, cui aderì Obama; la Hathor ha affiliato Aznar, Sarkozy, Erdogan e Marcello Pera; il 23.6.2014 fu proclamata la nascita del califfato di Baghdadi, che era stato un affiliato di Al Qaeda poi fu imprigionato, liberato e fatto capo del califfato; la Hathor è la Ur loggia della famiglia Bush.

Bush proclama la guerra al terrorismo, fa le guerre in Medio Oriente e fa varare leggi liberticide in occidente; il 14.8.1941 Roosevelt e Churchill vararono la carta atlantica che rispettava l’aspirazione dei popoli a sciogliersi la forma di governo e l’autonomia, affermava che le nazioni erano uguali e dovevano accantonare la forza per risolvere le controversie, favorendo disarmo e riduzione degli  armamenti.

La dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948 voleva prevenire la rivoluzione puntato sull’eguaglianza dei diritti, affermava che tutti gli uomini nascono uguali e che tutti hanno diritto di accedere al governo del loro paese, agli impieghi pubblici e al suffragio universale, che ogni individuo ha diritto alla sicurezza sociale, al lavoro e a una retribuzione equa che gli permetta di vivere dignitosamente. Affermava che l’organizzazione sindacale era libera, le ore di lavoro dovevano essere limitate, con riposo settimanale e ferie, lo stato doveva garantire la sicurezza sociale e la maternità; il riferimento dei pari diritti dei cittadini ad accedere agli impieghi pubblici attestava che questi erano lavoratori protetti dalla politica e assunti per favore.

Mussolini e Hitler misero ufficialmente fuori legge la massoneria, in realtà, Mussolini fece del Gran Consiglio fascista una Gran loggia nazionale, perché popolata in maggioranza di massoni; Hitler si appoggiava al massone Schacht, in rapporto con confratelli della city di Londra e di Wall Street, e Goering si appoggiava a massoni sovranazionali delle Ur Lodges che avevano favorito l’ascesa di fascismo e nazismo e gli accordi di Monaco del 1938; perciò i massoni Chamberlain e Deladier accettarono le proposte di pace di Mussolini, da ricordare che la Gran Loggia Unita d’Inghilterra era contro l’opposizione inglese ai progetti tedeschi.

Churchill, massone aristocratico, fu a favore dell’ascesa di Mussolini, poi offrì la sua collaborazione al massone progressista Roosevelt, come il comunismo, anche il nazifascismo era stato creato dai massoni. Alla vigilia della seconda guerra, i massoni angloamericani conservatori, a causa dei suoi eccessi, presero le distanze da Hitler. Himmler, a capo dell’ordine nero delle SS, progettò la soluzione finale per gli ebrei, cercava il Gral, l’arca dell’alleanza ebraica, l’entrata di Atlantide e al nord la terra di Thule o Eden ariano.

Come i massoni, anche i nazisti erano attratti dall’esoterismo, Hitler venerava la lancia di Longino, si organizzarono missioni in Tibet; nel castello di Himmler, dodici cavalieri SS avevano diete speciali, i matrimoni delle SS erano officiati da un uomo di Himmler, munito di pastorale; gli ospiti facevano parte di un ordine di monaci combattenti che costituivano l’ordine nero. In questa Wahlalla, il numero dodici era ricorrente, dodici sedie, dodici stanze, come presso gli ebrei e presso la tavola rotonda di re Artù; Hess era un esoterista esperto in magia, si facevano meditazioni, esercizi spirituali, come quelli dei gesuiti e dell’opus dei, e controllo del respiro come in oriente.

Cristo era considerato l’ariano più puro, si credeva all’età dell’oro; Hitler era il messia e Himmler il sommo sacerdote, si riteneva che, con la soluzione finale, si poteva governare il mondo, Thule era l’età dell’oro e si progettava il nuovo regno dei cieli. Helena Blavatasky, fondatrice della società teosofica, fu iniziata da Garibaldi alla prima Ur loggia inglese Thomas Paine ed è poi diventata madrina della Ur-Lodge Parsifal.

La società massonica ospitava massoni ed esoteristi, la Blavatasky studiava l’albero della conoscenza che aveva portato a ogni cultura, inoltre, tradizione gnostica, ermetismo, magia, cabala, alchimia, discipline sapienziali, religioni orientali, occultismo, demonologia, spiritismo, religione egizia; la religione ermetica era considerata di matrice gnostico-rosacrociana, il Tibet era visto come la fonte religiosa mondiale.

La svastica era il simbolo del sole, di origine indiana, la razza ariana era ritenuta la quinta razza madre, preceduta dalla quarta razza di Atlantide, le altre tre erano la nera, la rossa e la gialla; massoni e nazisti hanno coltivato l’esoterismo, per i nazisti, dei grandi cataclismi avevano portato al caos razziale; Himmler, cultore di un misticismo nordico, credeva alla reincarnazione e si credeva l’imperatore Federico I di Sassonia reincarnato, per trovare l’ingresso di una mitica città sotterranea, organizzò una spedizione in Tibet e nel deserto del Gobi; grazie alla dottrina teosofica, in Germania si cercava la possibile ubicazione di Atlantide.

Anche Stalin era stato iniziato massone, per la massoneria unita nel XVIII secolo, il nemico da abbattere era l’Ancien Régime tirannico, l’esoterismo massonico progressista si nutriva di una spiritualità egualitaria, liberale, libertaria e democratica e voleva la fratellanza e la pace tra gli uomini; perciò nel 1948 ispirò la nascita dell’ONU e nel 1948 Eleonor Roosevelt diete vita alla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.

La modernità era scaturita dalle rivoluzioni massoniche progressiste del sette-ottocento e dagli illuminati di Baviera, in seguito, questi progressisti furono contrastati da massoni oligarchici  fautori della globalizzazione e di un nuovo ordine mondiale aristocratico nello spirito ma non nel sangue; in realtà, anche i vecchi aristocratici avevano il sangue degli altri uomini, inoltre, le dinastie reali cambiavano sempre. Quasi tutti gli uomini di successo, miranti al potere, sono stati legati a sette massoniche, Gandhi fu affiliato, come Mazzini e Garibaldi, alla Ur loggia inglese Thomas Paine e all’Ariuna Phoenix, voleva la pace tra indiani e musulmani, la tolleranza religiosa e l’eguaglianza, anche Roosevelt, massone pure lui, sosteneva queste idee.

Dopo l’insuccesso nazi-fascista, esperimenti nati per volontà di logge aristocratiche euro-atlantiche, la rivincita dei massoni conservatori, avvenne negli anni sessanta del XX secolo; Merkel e Putin furono iniziati alla superloggia Golden Eurasia, che poi cambiò il nome in Speculum, alleata con la Ur loggia Lux a Orientem, fondata dal massone Brzezinski; la bandiera della Nato, nata nel 1949, ha come simbolo esoterico la rosa dei venti, quella del patto di Varsavia, nato nel 1955, aveva come simbolo il simbolo massonico della stella a cinque punte.

Avevano un passato massonico Otto Grotewohl, primo ministro della DDR, Walter Ulbritch, segretario generale e capo del governo delle DDR, in Germania Ovest, Adenauer era membro di ordini cavallereschi massonici vaticani; anche gli ordini cavallereschi, come quello di Malta, sono state associazioni segrete e di mutuo soccorso. Fino al 1960, i massoni progressisti, allora dominanti, sostenevano  welfare e pace interna e internazionale, purtroppo, il maccartismo degli anni cinquanta iniziò la rivincita della destra massonica.

Perciò Truman cercò di bloccare una legge che riduceva i diritti civili, McCarthy voleva equiparare liberali e progressisti come Marshall ai comunisti,  Eisenhower era un paramassone repubblicano e moderato. In Italia, dopo la seconda guerra mondiale, gli Usa sostennero la DC, la chiesa e la mafia, in funzione anticomunista, erano sostenuti dal Grande Oriente d’Italia di palazzo Giustiniani; l’ambasciatrice Luce era un massone conservatore, affiliata alle Ur logge Geburah, Edmund Burke e Leviathan.

Il controllo d’istituzioni ed enti pubblici era nelle mani di massoni di Ur logge atlantiche, che in Sicilia sostennero anche la mafia; per contrastare l’avanzata del comunismo, chiesero ai massoni italiani di costituire un back office segreto, per non disturbare la chiesa, ufficialmente contraria alla massoneria, in realtà, anche la chiesa, come l’Egitto, la Grecia e Roma antica, aveva una storia di società segrete ed era infiltrata dalla mafia poi, con papa Roncalli, che era massone, si riaccostò alla massoneria moderna sovrannazionale.

Le agenzie d’intelligence, a caccia d’informazioni, infiltravano tutti i movimenti e i partiti ed erano legati a circoli massonici, nel 1978 Berlusconi fu iscritto alla P2, di lui come ora di Renzi erano gelose le alte gerarchie massoniche internazionali, non volevano uomini indipendenti che lavoravano solo per se stessi e per il loro paese; Napolitano era iscritto alla Ur loggia Three Eyes o Three Architects, Giorgio Amendola fu iscritto da Brzezinski alla Ur loggia Lux a Orientem. Nel 1954, le Ur Lodges Compass e Pan Europa crearono l’associazione paramassonica Bilderberg e la rosa dei venti italiana, simbolo massonico.

Come la chiesa che nel medioevo, per effettuare le esecuzioni capitali di uomini da essa condannati, delegava l’operazione all’autorità civile o braccio secolare, i massoni sovranazionali, per celarsi, perché dal pubblico sono conosciuti solo i massoni o pupazzi di piccola taglia, desiderosi come Renzi di far parte della grande massoneria, fanno svolgere compiti sporchi al braccio secolare statale, a bracci disarmati fatti da partiti e movimenti, a bracci armati, fatti di eserciti e polizie private, a bracci finanziari e bancari e ad associazioni paramassoniche, come la Giovane italia, la Giovane Europa e la Carboneria.

Le superlogge sono spesso di emanazione o ispirazione britannica  o atlantica, esistono anche in Portogallo e America Latina, tra gli organismi internazionali paramassonici sono la commissione trilaterale e il gruppo Bilderberg, ne fanno arte il jet set di politica, economia, cultura, informazione, massoni e amici di massoni, nel primo caso Monti e nel secondo Letta; alcuni di essi, se obbedienti, sono convocati stabilmente e poi cooptati da Ur Lodges, di Renzi non si fidano e perciò non è stato ancora accolto, è accaduto anche a Berlusconi.

Oggi in massoneria si accede per fare carriera, se si è accettati da Ur logge, si può diventare ministri, amministratori delegati di banche o governatori di banche centrali; in Italia, per fare carriera, conviene prima andare in chiesa e poi collegarsi alla mafia e quindi alla massoneria dei due tipi. Le logge aristocratiche Parsifal, Valhalla e Der Ring sono tedesche e conservatrici, la Fabian Society è paramassonica e progressista.

I massoni aristocratici stanno facendo guerra a quelli progressisti, vogliono instaurare una nuova aristocrazia non fondata sul sangue, erano massoni anche Freud e Jung; l’Istituto Tavistock di Londra, poi esteso in Usa, fa manipolazioni occulte, vuole il pensiero unico e l’omologazione sociale degli individui, prima di esso, anche i sovietici avevano praticato il lavaggioo del cervello; anche l’Ancien Régime era fondato sul pensiero unico confessionale e combatteva il dissenso, era contrario alla libertà di pensiero e di associazione, manipolando le masse, affermava che il potere derivava da Dio.

Invece i massoni progressisti affermavano il valore della conoscenza e, contro il dogma, favorirono il progresso scientifico; come crede l’Istituto Tavistock, con il lavaggio del cervello, usato anche dai sovietici, è più facile raggiungere l’obbedienza, oggi i massoni conservatori sovranazionali se ne servono per bloccare l’onda lunga della democrazia e purtroppo, dagli anni sessanta, stanno vincendo.

L’Istituto Tavistock di Londra, per il controllo mentale e la guerra psicologica, fu fondato da massoni, grazie all’impiego della droga Lsd, esercita manipolazioni mentali ed è finanziato da Rockefeller, cerca di influenzare la scuola ed è in rapporto con Kissinger e con il Bnai Brith, che è una massoneria ebraica, inoltre, con i servizi inglesi e americani e con la Fondazione Ford; è un centro di ricerche militari e per la guerra psicologica e mira al controllo sociale.

Per Jean Monnet, gli stati sovrani alimentano la guerra, per Altiero Spinelli, il nazionalismo alimenta gli stati totalitari e la guerra, il nazionalismo esalta la razza, purifica le biblioteche dai libri non ortodossi e i cittadini diventano sudditi; la globalizzazione vuole combattere il nazionalismo o meglio, annichilire gli stati. Paolo VI valorizzò Andreotti e Moro e controllava i servizi segreti vaticani, cioè il governo visibile con quello invisibile; anche il Vaticano, per amore della pace, ha influito sul processo di formazione dell’Europa. Fino alla prima guerra mondiale, il Vaticano aveva sempre parteggiato per una parte in guerra.

Il Tavistock è consulente delle multinazionali di Rothschild e della Banca d’America, con il Consiglio per le Relazioni Estere o CFR, controlla la politica americana, il che significa che il governo americano è controllato da Londra dove risiede lord Rothschild, recentemente integratosi con Rockefeller che risiede in Usa; oggi gli Usa sono solo il braccio secolare e militare di Londra I massoni aristocratici hanno favorito il processo di formazione dell’Unione Europea, per i progressisti come Spinelli doveva nascere un’Europa federale, per gli aristocratici l’unione economica, una moneta e poteri sovranazionali, con i cittadini messi da parte.

Mazzini era a favore di una patria sovranazionale, Carlo Cattaneo voleva gli Stati Uniti democratici d’Europa, erano d’accordo i massoni Garibaldi, Mill, Hugo, Bakunin; purtroppo poi nacque l’idea aristocratica paneuropea di Kalergi che, dopo la prima guerra mondiale, creò la Ur loggia Pan Europa con il denaro dal massone Max Warburg, aderirono Schacht, Rothschild, Adenauer, Freud, Einstein, Monnet, Keynes; Kalergi era multiculturale, aristocratico e federalista, voleva come primo passo l’integrazione economica europea e poi una corte federale europea.

George Orwell, diversamente da Kalergi, era progressista e affiliato alla Ur-Lodge Thomas Paine, alla quale fu iniziato da Eleonor Roosevelt; gli industriali americani sostenevano Hitler ed erano contro il new deal di Roosevelt, il quale credeva che la gente, più era informata, più agiva razionalmente. Poi i conservatori fecero passare l’idea che il liberalismo rafforzava la democrazia, ma, dopo il nazifascismo, il progetto elitario metteva di nuovo in pericolo la democrazia.

Il parlamento europeo è privo di sovranità, il trattato di Maastricht è un’unione doganale, anche il Vaticano, con Montini divenuto Paolo VI, è stato coinvolto nel progetto di unità europea, questo papa era stato a capo dei servizi segreti vaticani, cioè aveva rapporti con le nunziature, ed era in rapporto con il cardinale americano Spellman. JFK non era massone ma amico di massoni democratici, era contrario alle società segrete, riteneva che la segretezza favorisse l’omertà, la censura di stampa, impediva la divulgazione di notizie, favoriva l’intimidazione; affermava che la segretezza era contro la trasparenza, limitava il dibattito e riduceva l’informazione.

Le Ur Lodges progressiste Ghedullah in medio oriente, Ecclesia cattolica, Bnai Brith, associazione paramassonica ebraica, la Ur loggia Daath ebraica, la Columbus cattolica, Ioannes cattolica, Montesquieu e Hiram progressiste, fecero eleggere papa il massone iniziato a Istanbul, Angelo Roncalli, con il nome di Giovanni XXIII, che è stato il primo papa massone; inoltre fecero eleggere a presidente Usa il cattolico JFK, non massone ma amico di massoni democratici.

Roncalli era amico del sacerdote massone progressista, Ernesto Bonaiuti, anche Ataturk era massone, il fascismo, ormai archiviato, colpì i massoni di basso rango e metabolizzo quelli di alto rango, lo fece anche con la mafia. Roncalli era vicino ai rosacrociani e la sua loggia Ghedullah ospitava cattolici, ebrei e riti orientali, seguiva cabala, esoterismo, ermetismo e sincretismo rosacrociano; Von Papen, cancelliere cattolico tedesco e cavaliere di Malta, fu iniziano nella stessa superloggia, d’accordo con il futuro Pio XII, nunzio in Baviera, aiutò l’ascesa di Hitler, con il quale poi il Vaticano fece il concordato.

Nel 1944 Roncalli divenne nunzio in Francia e fu affiliato anche alla Ur loggia democratica Montesquieu; per Roncalli, solo i massoni rosacrociani potevano essere buoni sacerdoti, solo chi praticava l’alchimia e la cabala poteva capire i misteri di Cristo. Roncalli si prodigò per salvare molti ebrei e fece aperture ai socialisti; la massoneria moderna nacque il 24.6.1717, giorno dedicato a Giovanni Battista, con il concilio riformatore Vaticano II, Roncalli voleva superare il concilio Vaticano I del 1870, la chiesa era stata sempre contro la democrazia.

Tra i papi successivi, Paolo VI era amico di massoni e Giovanni Paolo II fu vicino a massoni conservatori, Roncalli nominò il primo cardinale africano e un giapponese, vedeva vicine la spiritualità cattolica e quella massonica; con l’aiuto di Roncalli, si superò la crisi dei missili a Cuba, Roncalli era in rapporto con l’arcivescovo di Boston, Cushing, affiliato alla Ur loggia democratica Ioannes, Cushing era amico della famiglia Kennedy.

Krushov, Merkel e Putin hanno fatto parte della Ur loggia Golden Eurasia, le Ur logge operavano liberamente, da una parte e dall’altra della cortina di ferro, alimentarono e fecero cessare la guerra fredda. Enrico Mattei era affiliato alla Golden Eurasia e alla Ibn Arabi, che operava tra medio oriente e Africa settentrionale e prediligeva il sufismo, contro di lui erano le logge conservatrici Joseph de Maistre, Edmund Burke, Compass, che aveva fondato il Bilderberg, Pan Europa e Geburah, estesa in Usa e paesi petroliferi; a Mattei successe, alla guida dell’Eni, il massone conservatore Cefis, delle Ur logge Compass, De Maistre e Geburah.

JFK, realizzata l’unità nazionale con l’annessione del West, promise agli americani una nuova frontiera, alleato con il massone progressista Schlesinger, difendeva diritti civili e giustizia sociale; in Italia Moro voleva aprire a sinistra, purtroppo morirono Mattei, Roncalli, Kennedy, Moro, Luther King e Krushov fu esautorato da Breznev, affiliato alla Ur loggia de Maistre, la stessa di Cefis; Breznev non desiderava la distensione, mentre Krushov faceva parte della Ur loggia progressista Golden Eurasia, anche Lenin, Suslov, Antropov e Cernenko facevano parte della de Maistre.

Le logge sovrannazionali connettevano i circuiti sovietici e occidentali, fascisti e nazisti, tra i membri fondatori della de Maistre, creata in Svizzera, vi fu Lenin, questa Ur loggia era in rapporti con la superloggia tedesca Der Ring, che aiutò Lenin nella presa del potere; Joseph de Maistre era stato ambasciatore in Russia, presso lo zar Alessandro I, e fu coinvolto in attività cospirative assieme ai gesuiti, usi alle cospirazioni; allora erano contrari alla democrazia liberale, comunisti, leninisti, gesuiti e neo aristocratici occidentali.

Kennedy e Krushov volevano porre fine alla guerra fredda, disarmare i missili nucleari e collaborare nelle missioni spaziali, dopo di loro hanno comandato i falchi di Wall Street, d’accordo con ex nazisti; Gerge Bush era amico di Wall Street e dei petrolieri, anche la Cia serviva l’alta finanza e collaborava con ex nazisti; con Kennedy ce l’aveva anche la Federal Reserve, perché il presidente voleva emettere un dollaro del governo, ce l’avevano anche la mafia che aveva perso Cuba e i sudisti contrari ai diritti civili.

La mafia è stato lo strumento principale della Cia, per le operazioni coperte e per finanziarsi con la droga, la Permindex di Gelli era società di copertura di CIA e MI6 britannico, faceva riciclaggio di denaro e traffico d’armi; i servizi segreti americani erano ostili alla politica dei diritti civili, i petrolieri consideravano Kennedy un comunista e controllavano Johnson. Secondo Gore Vidal, in Usa vi è un partito unico con due destre, che favorisce operazioni segrete e il Nuovo Ordine Mondiale.

Però alta finanza, Cia e Chiesa non sono monolitici, hanno vari anticorpi al loro interno; dalla morte di Kennedy, in Usa comanda il complesso finanziario-militare-industriale che aveva turbato i sonni anche del paramassone Eisenhower; la morte di Kennedy fu voluta dalle superlogge de Maistre, Burke, Compass e Geburah, che poi avrebbero condannato anche Martin Luther King e Robert Kennedy, non ancora iniziato massone.

La morte di Giovanni XXIII e di JFK favorì il maggiore impiego americano in Vietnam, guerra lucrosa anche per sovietici e cinesi, il massone senatore Goldwater era contro diritti civili e comunisti e a favore della guerra, poi adottò idee libertarie; fu scaricato alla presidenza per Johnson, più malleabile, ma non direttamente responsabile degli eventi riguardanti al morte di Kennedy. Per Kennedy, la guerra fredda era il risultato di una cospirazione delle superlogge presenti anche nel blocco comunista.

Kennedy attaccò le società segrete e il culto della segretezza, si riferiva alle superlogge trasversali e conservatrici che sbandieravano il pericolo comunista e poi collaboravano, per lucro, con i paesi comunisti; aveva conquistato la casa bianca con l’aiuto delle superlogge progressiste; nel patto di Varsavia, Breznev postulava la dottrina imperiale della sovranità limitata degli stati, poi adottata dall’Unione Europea.

Nel 1964 Lyndon Johnson riprese il programma della nuova frontiera di Kennedy, dichiarò illegale ogni forma di segregazione e nominò un negro giudice della corte suprema, mentre il massone democratico Marshall introdusse un programma di welfare. Intanto le logge progressiste Paine, Columbus, Ioannes, Montesquieu, Daath, Bolivar, Ghedullah, Fraternité, Hiram, Newton-Keynes, Franklin, Carroll, pensavano alla riscossa; erano combattute da quelle conservatrici come Compass, Geburah, Burke, de Maistre, Pan Europa e Leviathan che volevano instaurare un ordine oligarchico.

Martin Luther King prese anche le difese degli ebrei e di Israele e criticò l’antisemitismo, i libertari volevano limitare i poteri dello stato e risvegliare dall’apatia il popolo povero, passivo ed emarginato. Nel 1968 nacque la superloggia conservatrice Three Architects o Three eyes, che doveva coordinare le altre logge conservatrici; Johnson voleva mettere fine alla guerra del Vietnam e potenziare il welfare, ma le logge conservatrici transazionali, che comprendevano anche cinesi e russi, erano contrarie.

Johnson chiese aiuto alla loggia progressista Janus e alle altre logge, ma non lo ebbe, lo accusavano di aver occultato i fatti sulla morte di Kennedy, di aver avallato la commissione Warren e perciò poi sostennero Robert Kennedy alla presidenza. I repubblicani puntarono su Nixon, sostenuto da Kissinger e Rockefeller, per evitare una lotta fratricida, le superlogge fecero un patto, ma non durò e furono uccisi Martin Luther King e Robert Kennedy.

La Ur loggia Carroll era di fede cattolica, Gandhi face parte della Ur loggia Hiram e King di un’altra loggia progressista; la Ur loggia tre occhi nacque in concomitanza con la presidenza Nixon, che portò alla degenerazione liberista e all’avvento di Thatcher e Reagan. Della tre occhi facevano parte Rockefeller, Kissinger, Brzezinski, Agnelli, Cuccia, Sogno, Rothschild, il prete cattolico Guarino, Frank Gigliotti, prete protestante che introdusse Gelli nel Grande Oriente d’Italia, Friedman, Marcinkus, arcivescovo cattolico di Chicago, Ciu En Lai, Deng Xiaoping, e Schlesinger, che non era d’accordo con i programmi più truci dei conservatori.

Il programma mirava a ridimensionare la sovranità del popolo e dello stato, a favore del mondo degli affari, però non tutti gli aderenti sostenevano eversione, guerra e terrorismo, che erano strumenti della politica; nel 1975 Nixon firmò la pace con il Vietnam, tanti ne avevano guadagnato, ma gli americani ne erano stanchi, con la guerra, ne avevano guadagnato anche russi e cinesi. Nel 1971 Kissinger, Ciu En lai e Deng Xiaoping furono affiliati alla tre occhi e la Cina fu ammessa all’Onu, più avanti avrebbe preso il posto di Formosa al consiglio di sicurezza.

Avevano vinto i pacifisti assecondati da Nixon, perciò le superlogge Geburha e Leviathan si vendicarono e fecero scoppiare lo scandalo Watergate, nel 1973 la tre occhi fondò la commissione trilaterale, società paramassonica. I politici massoni di destra e di sinistra non sempre coincidevano con le rispettive iniziazioni, anche nei partiti di sinistra possono esserci uomini di destra; in Grecia, la giunta dei colonnelli impose di celebrare la Pasqua, di frequentare la messa, bandì i capelloni e le minigonne; la destra, oltre che retriva, vuole essere sempre clericale.

Al tempo di Peron in Argentina era assiduo Licio Gelli, il regime era stato preceduto dal generale Vileda, membro della P2; Kissinger andò in Cina per incarico di Nixon, quando i rapporti tra Mosca e Pechino non erano buoni; nel 1976 Wojtyla andò in Usa e incontrò Brzezinski, suo compaesano e fondatore della Commissione Trilaterale, perciò gli Usa contribuirono all’elezione a papa di Wojtyla, succeduto a Montini o Paolo VI.

L’Italia è stata territorio per la sperimentazione e un laboratorio, come ora l’Europa, del Nuovo Ordine Mondiale, le Ur logge aristocratiche crearono la tre occhi in vista del terzo millennio, seguendo uno slogan delle logge scozzesi che affermavano che, per creare un Nuovo Ordine, bisognava prima far sprofondare il mondo nel caos. Cioè bisognava destabilizzare per stabilizzare, hanno progettato di riportare ordine partendo dal caos da loro alimentato; comunqude, nel 1975 in Portogallo, a opera di militari progressisti, ci fu la rivoluzioni dei garofani che mise fine alla dittatura nata nel 1933.

In Grecia la dittatura dei colonnelli si consolidò nel 1967 e il governo prese a legiferare con i decreti, Grecia e Portogallo erano paesi Nato, in Grecia diresse il regime militare il massone reazionario Papadopulos, lo scopo della giunta era estirpare il comunismo; con la morte di JFK, Giovanni XXIII, Luther King, BJK e la rimozione di Krushov, la tre occhi bloccava l’onda democratica del 1968. Breznev voleva la sovranità limitata per gli stati e, con la Ur loggia de Maistre di Lenin, la Russia era interessata a tenere alta la tensione; però in Jugoslavia il massone Tito dialogava, Tito era come Krushov, era membro della Ur loggia Golden Eurasia e creò il cartello dei paesi non allineati.

Nel 1991 l’URSS cessò di esistere, nel 1956 c’era stata la rivolta d’Ungheria,  nel 1967 quella di Cecoslovacchia e nel 1968 quella di Polonia, in Cecoslovacchia  andò al potere il massone Dubcek della Ur loggia Golden Eurasia, in collaborazione con altri massoni progressisti delle Ur logge Thomas Paine, Montesquieu e della conservatrice de Maistre, alla quale erano iscritti  Suslov; Antropov e Cernenko. L’involuzione oligarchica era più difficile in paesi a tradizione democratica, dove esistevano Ur logge progressiste ben insidiate.

In questi paesi la democrazia poteva essere svuotata solo dall’interno, gli individui rassegnati si gestiscono meglio di quelli indipendenti, la rassegnazione è stata coltivata dai regimi autoritari e dalla chiesa, i rassegnati sono consolati con il regno dei cieli: perciò in Usa sono aumentati i poteri del governo federale, in Europa si è svuotato il potere degli stati, i tutti gli stati, occorreva anche ridurre il potere dei parlamenti, a vantaggio di governo, poteri sovrannazionali e autorità varie; lo scopo era ridurre l’eccesso di democrazia, la partecipazione democratica e, con l’aiuto de media, favorire l’apatia e l’indifferenza popolare.

La crisi della democrazia, analizzata in un documento della commissione trilaterale, invitava i conservatori a ridurre debito e deficit pubblico, alle privatizzazioni e alla deregolamentazione e al taglio della spesa sociale; con l’elezione di Thatcher e Reagan, ci fu il rafforzamento dell’esecutivo rispetto al parlamento, con leggi elettorali ad hoc furono marginalizzati i partiti estremi, imposta austerità e moderazione salariale. Occorreva infiltrare, delegittimare ed eliminare la sinistra e mettere potere e ricchezza in mano a pochi, si affermava di voler difendere la libertà, quanto si voleva solo difendere gli interessi delle corporazioni e delle banche.

Praticamente, le lobby facevano eleggere i presidenti americani, regolavano le guerre e la politica europea, volevano il controllo sull’istruzione, sull’informazione e sulla magistratura, volevano creare il consenso sostenendo il fondamentalismo liberista e di mercato. L’attacco alla democrazia di 35 anni fa, è stato anche un attacco alla sinistra ora in ritirata e trasfigurata, oggi però, per l’oligarchia, è meglio la democrazia teleguidata che la dittatura, i poteri forti sanno che la democrazia tende a essere istintivamente di sinistra ed egualitaria, perciò mirano a esorcizzare la democvrazia.

Nel rapporto “la crisi della democrazia” stilato nel 1975 dalla commissione trilaterale, alle cui sedute partecipa Monti, si afferma che la democrazia è resa più difficile dalla ricerca di eguaglianza, dalla partecipazione politica, dalla competizione politica, dall’attenzione verso l’elettorato, dall’idea di stato sociale, dalla concertazione con il sindacato; perciò il governo doveva ritornare nelle mani delle élite, il popolo doveva  essere governato da superburocrati e politici nominati dall’élite e non eletti dal popolo.

Secondo questo rapporto, anche il giornalismo televisivo, anche se in parte imbavagliato, ha indebolito l’autorità del governo di qualsiasi colore, le logge massoniche aristocratiche e sovranazionali sono contro sovranità diffusa, giustizia sociale, pluralismo e laicità, perché anche la religione serve a governare. Nei secoli XVIII e XIX, massoni illuminati e libertari distrussero l’Ancien Régime, con gli slogan libertà, eguaglianza e fratellanza, volevano togliere il potere ai pochi per darlo ai molti, i socialisti lo volevano fare anche con i patrimoni, oggi la politica ha girato pagina.

Per la restaurazione aristocratica, dopo gli eventi del 1968 e la fine di nazifascismo e comunismo, favoriti anche da super logge aristocratiche, la Ur loggia tre occhi, ha messo in  piedi un piano; nel medioevo il popolo era sotto il controllo della chiesa e delle monarchie, anche loro avevano conflitti interni ma bisognava tornare a quel modello, bisognava profittare del fatto che anche il comunismo era caduto.

Nel 1969 l’Italia era una potenza egemone del Mediterraneo ed esercitava influenza in Medio Oriente, Russia e Iran, grazie ad amici dell’intelligence inglese come Borghese e Sogno, amici come Mazzini e Garibaldi, crebbe l’eversione di tutti i colori; ogni volta che gli italiani hanno provato a decidere del proprio destino, gli inglesi sono intervenuti, l’hanno fatto con l’unità d’Italia, Garibaldi e Mazzini erano loro agenti; perciò Mattei e Moro sono stati eliminati e in Italia si è favorita crisi economica, instabilità politica e terrorismo. La scusa era fermare l’avanzata del comunismo, le Ur logge conservatrici inglesi comprano politici e informazione italiana, hanno speculato sulla lira, alimentano il terrorismo e in Italia hanno ispirato tre colpi di stato.

L’Inghilterra, con la sua loggia Thomas Paine, in cui erano iscritti Mazzini e Garibaldi, per interesse economico, ha favorito l’unità italiana, ma poi ha anche favorito colpi di stato in Italia, dal 1860 a oggi, come si legge nel: “Il golpe inglese” di Cereghino e Fasanella; dalla morte di Mattei e di Moro, fino a mani pulite nel 1992, ha determinato cambiamenti nella politica italiana, creando divisioni nella politica italiana, grazie a politici italiani asserviti all’Inghilterra. L’imperialismo inglese fu appoggiato dai muratori inglesi cosmopoliti, democratici e oligarchici, favorendo poi, nel XX secolo, anche l’imperialismo del socio americano, che oggi ne è il suo braccio armato o secolare.

Oggi il potere cosmopolita è fatto di comitati d’affari massonici sovranazionali, la politica non è più trasparente e controllabile, dominano, senza controlli, i poteri occulti delle multinazionali, delle banche e dei loro mandanti; è il primato del profitto e della globalizzazione, l’immigrazione incontrollata serve ad abbassare i salari e rafforza la destra, si manipolano le istituzioni, la strategia della tensione serve a destabilizzare e poi a creare un nuovo ordine.

A Berlinguer erano ostili sovietici, britannici e Kissinger, Gelli fu iscritto al Grande Oriente d’Italia di palazzo Giustiniani dal reverendo cattolico Frank Gigliotti, membro della loggia Garibaldi di New York, fu messo a capo della P2 o Propaganda, istituita nel 1877 da Mazzini. Kissinger e la Cia proibirono al capo del Goi, Salvini, di cacciare Gelli, considerato ambizioso e fascista, poi il Grande Oriente d’Italia, nato dallo scozzismo francese, ottenne il riconoscimento della Gran Loggia Unita d’Inghilterra, guidata dal duca di Kent.

La P2 affiliò le massime autorità italiane, protetta dalla Ur loggia tre occhi, Gelli era protetto da Kissinger e da Giscard d’Estaing, della Tre occhi; nel 1969-1970 si tentò il colpo di stato di Borghese, l’attentato alla banca dell’Agricoltura di Milano doveva far salire una richiesta di ordine; Mariano Rumor aderiva alle Ur logge Pan Europa e alla tre occhi, l’operazione fu bloccata soprattutto dal massone progressista Schlesinger.

Fallito il golpe italiano, i massoni si concentrarono nell’operazione Condor, in America Latina, che negli anni settanta e ottanta consegnò tanti paesi in mano a dittature, grazie all’alleanza tra massoni locali e Ur logge sovranazionali oligarchiche, come la tre occhi, la Burke, la Leviathan, la Geburah, che misero da parte quelle democratiche Bolivar e Columbus. L’avvento dei regimi di destra prese pretesto dalle formazioni di guerriglieri di sinistra, poi, aboliti i partiti, i sindacati furono trasformati in organismi corporativi collusi con il potere.

In Cile, il socialista Allende era iscritto alle logge Bolivar e Unione Fraterna, divenuto presidente, migliorò il lavoro in fabbrica, aumentò pensioni e salari, distribuì gratuitamente del cibo e latte ai bambini, calmierò il prezzo del pane, migliorò l’istruzione pubblica, costruì case popolari e infrastrutture pubbliche, introdusse il congedo per maternità e il divorzio. Dispose la sospensione del pagamento del debito estero, espropriò latifondi e nazionalizzò industrie, banche e assicurazioni.

Perciò arrivò l’embargo Usa e ci furono scioperi devastanti, forse manipolati, la propaganda lo accusò d’intenti golpisti, l’inflazione crebbe; lo stato possedeva due terzi delle grandi imprese e delle banche e Allende era a favore dello statalismo. I circuiti massonici sovranazionali infiltrarono nel paese agenti segreti e provocatori, nel 1973 Allende nominò Pinochet, che riteneva un democratico, capo di stato maggiore, le logge conservatrici già avevano generali affiliati e perciò Pinochet passò al partito aristocratico.

Il fine non era, come si diceva, realizzare la libertà di mercato, ma favorire gli oligopoli multinazionali, secondo le ricette dell’Università di Chicago, di Friedman e della Ur loggia tre occhi. Le grandi imprese furono privatizzate a favore dello straniero e quelle piccole fallirono, si tagliò a spesa pubblica, si neutralizzarono i sindacati e si fece una liberalizzazione selvaggia, perciò fu la recessione economica e aumentò la disoccupazione; sembra di leggere la storia odierna dell’Italia, l’oligarchia applica sempre le stesse ricette.

I circuiti massonici aristocratici pensavano di ripetere il colpo in Italia e perciò ci fu un tentativo del genere nel 1974; Kissinger accusava Allende di aver violato i diritti umani, ignorando le atrocità commesse dalle dittature militari sudamericane, sostenute dalla sua Ur loggia tre occhi. Allora il capo del governo Andreotti e il ministro degli interni Taviani invitarono il giudice Violante a indagare sul golpe gollista in preparazione da parte di Borghese, Sogno e Pacciardi.

Agenti inglesi erano infiltrati nei gangli dello stato, Sogno affermò di voler impedire ai comunisti di andare al potere, il presidente Leone era pronto a sciogliere le camere e imporre una repubblica presidenziale, imponendo ministri anglofili; Sogno, fin dalla liberazione, era agente inglese e perciò ottenne il via libera anche dai servizi segreti americani, allora la maggior parte degli ufficiali aveva servito il regime fascista.

Kissinger, con la Ur loggia tre occhi e la commissione trilaterale, approvava il progetto di colpo di stato di Sogno, contrastato dal massone democratico Arthur Schlesinger, delle Ur logge Paine e Franklin, che salvò ancora una volta l’Italia da un progetto golpista e mise anche fine alla dittatura di Salazar in Portogallo e alla dittatura dei colonnelli in Grecia, dove il governo fu affidato, d’accordo con il massone oligarchico Giscard D’Estaing, a Karamanlis, della Ur loggia Atlantis di Max Weber; in Italia, i massoni democratici favorirono anche l’avvento del divorzio, inviso alla chiesa, e dello statuto dei lavoratori.

In Italia ci furono attentati e perciò il premier inglese Harold Wilson richiamò all’ordine i servizi segreti inglesi, che probabilmente li avevano appoggiati; Kissinger, alleato con Colby, direttore della Cia, non voleva rinunciare al golpe di Sogno, ma Rockefeller, capo della Ur loggia tre occhi, d’accordo all’inizio per il golpe, ordinò a Kissinger e Colby di fare dietro front. Gli americani avvertirono, anche se in ritardo, Andreotti e Taviani del tentativo di colpo di stato, ma non Mariano Rumor che aveva appoggiato tutti i tentativi di golpe, cercarono di proteggere Sogno, ma Schlesinger avvertì Andreotti e Taviani dei disegni di questo conte ambasciatore.

Sogno era protetto da Rockefeller, Kissinger, Brzezinski e Agnelli, nella seconda metà degli anni settanta, la Ur loggia tre occhi e la commissione trilaterale da essa dipendente favorirono la carriera di Licio Gelli e la sua loggia nazionale P2, che dipendeva direttamente dalla Ur loggia tre occhi. Gelli ricevette delle condanne, ma poi fu prosciolto da ogni accusa, miracolo della magistratura indipendente.

Gli oligarchi erano stati sconfitti in Portogallo, Grecia e Italia e stavano per essere sconfitti in Spagna, gli stessi paesi presi oggi di mira dai mercati, e pensarono di limitare le loro azioni in America Latina con l’operazione condor; il piano di rinascita democratico di Gelli era un pamphlet trilateralista, la Nato voleva impedire l’accesso al potere dei comunisti, il Field Manual del fratello delle Tre occhi, Westmoreland, affermava che si doveva destabilizzare per stabilizzare, gli strumenti erano il terrorismo, gli attentati e la guerra psicologica.

La magistratura milanese trasmise al presidente del consiglio Forlani l’elenco degli iscritti alla P2, tenuti al silenzio per appartenenza a un’associazione segreta vietata dalla costituzione, nell’elenco di 962 persone c’erano, ministri, militari, banchieri, tutta la classe dirigente italiana; Berlusconi era iscritto alla P2 e Gelli voleva estendersi, con una sua superloggia sovranazionale, d’accordo con il Vaticano, in America Latina, Wojtyla era affiliato alla Ur loggia tre occhi che voleva la globalizzazione.

La commissione trilaterale, secondo una strategia globale e sovranazionale, esercitava pressioni sui governi, in Cile, il generale golpista Vileda era accompagnato da Kissinger e Gelli era di casa in Cile e Argentina, Andreotti lo incontrò in Argentina all’insediamento di Peron, che aveva grande devozione per Gelli perché era protetto dalla Ur loggia tre occhi e dal Vaticano; Umberto II conferì a Gelli il titolo di conte, Gelli era presente all’insediamento di Carter e Reagan e aiutò il secondo all’elezione.

Nel 1982 il parlamento sciolse la loggia P2, Calvi fu trovato impiccato a Londra, Marcinkus, capo dello Ior, fu accusato di truffa, Gelli fu arrestato in Francia ma, grazie a complicità, evase; Sindona fu arrestato come mandante dell’omicidio del giudice Ambrosoli e fu avvelenato in carcere. Dal 1974 al 1991, sotto Thatcher e Reagan, un patto segreto legava i massoni impegnati nella globalizzazione, erano chiamati United Freemasons for Globalisation, obbedienti alla Ur loggia tre occhi e altre logge aristocratiche sovranazionali.

Dopo mani pulite, il partito comunista assorbì le macerie di DC e PSI, però senza dar vita a un partito e una democrazia moderna, senza riformare i codici fascisti, perché la chiesa era contraria, senza abolire il divieto di appartenenza alle logge, che non esiste negli altri paesi occidentali; però il PCI denunciò Cossiga di attentato alla costituzione, Gelli fu prosciolto, la P2 assolta dall’accusa di cospirazione; nel 1992 ci fu mani pulite, le privatizzazioni, il patto di Maastricht e, nel nuovo millennio, l’euro, nel 2008, con la crisi dei subprime americani, il debito pubblico italiano raggiunse il 107% del PIL; nel 2010, sul versante democratico, in Italia nacque il Grande Oriente Democratico.

Gelli ricevette diverse condanne, comunisti e democristiani erano ufficialmente contrari ai massoni, ma il back office, anche con la loro complicità, aveva sempre funzionato, ambienti atlantici erano interessati a colpi di stato, privatizzazioni, riduzione del welfare, contenimento dei salari e riduzioni della spesa pubblica; non erano piani solo dell’Unione Europea, nata, peraltro, per volontà angloamericana.

La Gran Bretagna entrò nell’Unione con un piede solo, partecipando contemporaneamente, come una potenza imperiale, al signoraggio monetario su sterlina ed euro ed esigendo annualmente restituzioni finanziarie dall’Unione e nessuno stato europeo ha mosso obiezioni; all'Italia, paese sconfitto in guerra e con basi militari e servizi segreti controllati dagli americani, non lo avrebbero consentito. La Banca d’Inghilterra, nata nel 1694, era una banca privata e nel 1946 fu nazionalizzata,  oggi il governo inglese progetta anche di nazionalizzare delle banche in crisi; ne deriva che le altre banche centrali, inclusa la BCE, sono private e quella inglese è pubblica e nessuno muove obiezioni; lo stato inglese e i servizi segreti inglesi controllano anche le superlogge sovrannazionali e la loro politica. 

Il piano di rinascita democratico di Gelli del 1975 rifletteva la strategia delle Ur logge oligarchiche che, alla commissione trilaterale, avevano presentato la relazione sulla crisi della democrazia. Volevano ridurre la libertà per ottenere più governabilità, potenziare il liberismo; però le forze revansciste e la scuola di Chicago di Friedman ebbero successo in Cile ma non in Italia. Poi i piduisti furono riciclati dal regime democristiano, come del resto fece il fascismo con i massoni importanti.

Il piano di rinascita democratica ispirò il programma d Berlusconi, nel 2000 il debito pubblico esplose con l’entrata nell’euro, poiché l’Italia era priva di una sua moneta, l’euro era emesso dalle banche centrali, su autorizzazione della BCE; il bilancio del governo Berlusconi fu deludente come quello successivo di sinistra. L’ex fascista Gelli voleva una dittatura temporanea e aveva simpatie anche per Stalin, il Grande Oriente d’Italia, ricostituito nel 1943, fu riconosciuto dalla Gran Loggia Unita d’Inghilterra nel 1972, la P2 obbediva al GOI; i magistrati acconsentirono alla manipolazione della lista degli aderenti alla P2, tra i quali pare ci fosse anche Dalla Chiesa.

Nel 1967 l’Egitto bloccò il canale di Suez e Israele intervenne, nel 1973 fu la guerra del Kippur, Kissinger, sotto Rockefeller e Ur loggia tre occhi, spinse gli israeliani alla guerra e poi li costrinse a ritirarsi, fu la crisi energetica; nel 1979 ci fu la guerra tra Irak e Iran; ci furono riflessi su prezzi del petrolio e le grandi compagnie petrolifere, come quella di Rockefeller, ne guadagnarono; in questi eventi, la Ur loggia tre occhi operava di concerto con la Burke, la Geburah e la Amun, nata nel 1972 in Medio Oriente; da allora, le logge aristocratiche, nel favorire gli eventi e speculare, agivano di concerto anche con gli emiri dell’OPEC.

Nel 1978 nacque la Ur loggia aristocratica White Eagle e, d’accordo con Breznev e Andropov, la Ur loggia tre occhi fece nascere l’Ur loggia Amun, che orchestrò la guerra del Kippur, ne facevano parte Andropov, Kissinger, Moshe Dayan, Assad, Bumedienne, Sadat; Golda Meier rifiutò l’affiliazione perché iscritta alle Ur logge progressiste Ghedullah e Daath. La Amun, diretta dalla tre occhi, ebbe una voce fondamentale nelle decisioni dell’Opec e nelle guerre successive in Medio Oriente.

Lo stato minimo e l’esaltazione del mercato erano voluti da Friedman e Von Hayek, contrari al deficit spending di Keynes e al welfare, la crisi energetica del 1973 aiutò i loro piani, la Thatcher era affiliata alla Ur loggia Burke ed era seguace di Hayek, suo confratello massone, in questa logica, fu seguita dall’affermazione di Reagan. La dottrina di Keynes era avversata e il monetarismo di Friedman era contro l’inflazione, ma alzava i tassi che potevano farla risalire.

I monetaristi erano contro l’inflazione, nata dal deficit spending o di bilancio, la crescita dei salari e la spesa pubblica, chiedevano meno tasse. Furono tagliati gli aiuti alle famiglie povere, imposta la deregolamentazione legislativa, le compagnie di servizi Usa furono privatizzate; perciò cadde l’inflazione, ma aumentò la disoccupazione, crebbe la povertà e in Usa il deficit commerciale, crebbero debiti e spese militari. In Gran Bretagna, la Thatcher fece delle privatizzazioni, ridusse le imposte sui redditi più alti e aumentò le imposte sui consumi, era il programma anche di Berlusconi, nel 1981 in Gran Bretagna la disoccupazione arrivò al 13%.

In Usa, nella corsa alla presidenza, la Ur loggia tre occhi di Brzezinski controllava sia Ford che Carter, dei due partiti in corsa, vinse Carter e divenne papa il compaesano di Brzezinski, Wojtyla; la Ur loggia tre occhi, grazie anche alle affiliazioni, si estendeva anche in Cina, in America Latina e in Medio Oriente; perciò nel 1978, per contrastarla, sempre da posizioni conservatrici, le Ur logge Burke e Geburah fecero nasce la White Eagle, che favorirono l’affermazione di Thatcher e Reagan, vi aderì anche Casey, direttore della Cia.

Affiliato alla Ur logga tre occhi era anche lo scià Reza Pahlavi, iniziato anche alle Ur logge Ibn Arabi, alla Leviathan, la Burke, la Geburah, la Amun  e la de Maistre; però, con un tradimento, nel 1979 queste logge favorirono anche la rivoluzione iraniana e la cacciata dello scià, con l’avvento di Khomeyni e l’alleanza provvisoria tra marxisti e islamisti; allo scià successe provvisoriamente il massone democratico Bakhtiar, della Ur loggia Ibn Arabi, scalzato poi dal regime teocratico.

In pratica, massoni oligarchici dell’aquila bianca avevano detronizzato lo scià Pahlavi della tre occhi; poi i massoni dell’aquila bianca organizzarono manifestazioni antiamericane che culminarono nell’occupazione dell’ambasciata americana; infine, la tre occhi e l’aquila bianca decisero, con la mediazione della Burke, la pace; come succede tra galantuomini, ci furono trattative per la spartizione delle poltrone, però alcuni carrieristi avevano la doppia appartenenza.

Nel 1981 il massone della tre occhi, Hinckley, sparò a Reagan senza ucciderlo, in quegli anni i sovietici sostenevano la loggia Amun. I membri della White Eagle decisero di vendicarsi per l’attentato a Reagan e perciò ci fu l’attentato a Wojtyla, della tre occhi; per la pace si battevano la democratica Ur loggia Paine e l’oligarchica Ur loggia Burke, alla prima erano stati iniziati Mazzini e Garibaldi, questo clima diede vita alla Fabian Society, della Burke facevano parte i Rothschild.

Affiliati alla P2 erano Peron e Vileda, Gelli dipendeva dal Grande Oriente d’Italia e dalla tre occhi, senza affiliazione in quest’ultima. Moro aveva una strategia mediterranea e terzomondista, volva aprire a sinistra, ridurre la sudditanza italiana e modernizzate il paese, come Mattei, pagò con la vita; allora il PCI era tenuto distante dal governo per impedirgli di fare rivelazioni ai russi sull’alleanza atlantica. A Moro successe Andreotti e si chiuse il dialogo con il PCI; nel governo c’erano anglofili e filoamericani, prima delle Merkel, Berlinguer predicava austerità e lotta al consumismo.

Dal 1993, dopo mani pulite, la grande industria di stato fu smembrata e venduta a banche d’affari anglosassoni, queste industrie, in un’economia mista, avevano visto lo stato imprenditore come terza via tra capitalismo e comunismo, trasformarono l’Italia nella quinta potenza industriale; dal 1978 al 1992 il pentapartito difendette l’industria di stato, la svendita fu effettuata dal 1993, con la regia di Mario Draghi delle Ur logge tre occhi e aquila bianca, queste privatizzazioni furono fatte da Amato, Ciampi, Dini, Berlusconi, Prodi e D’Alema.

Un patto legava le logge aristocratiche aquila bianca e tre occhi, crearono disuguaglianza e disoccupati in nome del pareggio di bilancio, del primato del mercato, dell’indipendenza delle banche centrali, del primato dei tecnocrati e dell’economia; l’Italia fu anche segnata da attentati terroristici. In Italia, Gigliotti, agente della Cia, ottenne l’apertura di logge americane extraterritoriali; in contrasto con le norme massoniche, volevano colonizzare la massoneria italiana, cercando un accordo con la chiesa, mettendo da parte anticlericalismo e antimassonismo; l’accordo fu favorito da padre Rosario Esposito e dal gesuita Giovanni Caprile.

Le logge americane erano meno invasive di quelle sovranazionali, operanti in Italia dalla metà dell’ottocento, era il caso della Ur loggia Paine, il gran maestro Gamberini favorì il riavvicinamento tra chiesa e massoneria, collaborò anche il massone Angelo Roncalli e Paolo VI; alla P2 di Gelli partecipavano servizi atlantici e italiani, come accertò la commissione Anselmi, aveva una piramide superiore e una inferiore.

Non esiste una loggia madre del mondo, tipo la gran loggia unita d’Inghilterra, risalente al 1717, data in cui la massoneria speculativa fu rifondata, esiste però un rito scozzese e delle logge segrete o riservate, soprattutto in Italia e per volontà della chiesa, che però ha rapporti con i massoni, sono stretti i rapporti tra massoni e servizi segreti. Gelli progettava di trasferirsi in Usa, Moro fu minacciato da Kissinger e poi si disse che la P2 era responsabile della sua morte, la Ur loggia tre occhi è diretta da esponenti britannici.

Gli omicidi di Mattei e Moro e gli atti terroristici furono depistati dai servizi del Supersismi o Nuova P2, Gelli contava sull’amicizia di Phil Guarino, fratello della tre occhi e dell’aquila bianca e amico di Reagan; poco dopo la perquisizione a danno di Gelli ci fu l’attentato a Reagan e poi ci fu l’attentato a Giovanni Paolo II. Nel luglio del 1981 Brzezinski, Albright, Chirac, del fronte massonico oligarchico, presentarono il progetto United Freemasons for Globalisation, prendendo contatto con i democratici Schlesinger, Galbraith, Mitterand e con il rosacrociano Roncalli, con Rabin e Palme.

Schlesinger rivelò il suo piano contrario ai disegni della Ur loggia tre occhi, però gli oligarchici controllavano i governi di Usa e di Gran Bretagna e le istituzioni internazionali; per la creazione del nuovo ordine mondiale, nell’obiettivo c’era la Russia, perciò, si diede scacco alla superloggia democratica de Maistre creata in Svizzera da Lenin e si accelerò il progetto d’integrazione europea, secondo il disegno aristocratico di Kalergi- Monnet e non quello democratico di Spinelli e si favorì la riunificazione tedesca.

Si mise fine all’operazione condor e alle dittature sudamericane e all’apartheid sudafricano, facendo scarcerare il massone Mandela, affiliato alle superlogge Arjuna, fondata da Gandhi, alla Hiram e alla Paine; bisognava anche smantellare le organizzazioni terroristiche come le brigate rosse e la P2; questi accordi tra superlogge aristocratiche e democratiche andavano dal 1981  al 1992, poiché non sono galantuomini i partiti e gli stati, non lo sono nemmeno le superlogge, perciò non furono sempre rispettati, ciò lalgrado, se ne fecero degli altri dal 1992 al 2001.

Le banche centrali agivano di concerto con il vertice della Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea, controllata dalle banche centrali private; le banche centrali controllavano i governi con i prestiti e comprando i politici; com’è accaduto con la Grecia, i prestiti concessi dal FMI all’Europa Orientale servivano a rimborsare investimenti e prestiti fatti alle loro banche. Poi il FMI impose privatizzazioni che arricchirono banchieri, politici e uomini d’affari.

Il FMI aveva stretto legami con gruppi finanziari internazionali, con le sue ricette provocò grandi danni all’Argentina e alla Russia postsovietica, che svendette le industrie, mentre, in altri paesi, il neoliberismo provocò il fallimento di tante aziende; nel 1994 Clinton firmò il trattato Nafta con il Messico e il Canada, che fu l’atto ufficiale di nascita dell'inizio della globalizzazione, l’effetto fu catastrofico su occupazione, redditi di lavoro, povertà e ambiente.

In America settentrionale cadevano le restrizioni sul movimento dei capitali ma non sui movimenti delle persone, in Usa si privatizzò e si tagliò il Welfare, le multinazionali americani e giapponesi delocalizzavano in Messico e in Cina e perciò in Usa si persero molti posti di lavoro. La concorrenza di paesi senza sindacato, come la Cina, era grandissimo, però all’inizio i comunisti cinesi temevano gli investimenti occidentali, non volevano essere colonizzati.

Con questa politica sono aumentati gli stipendi dei manager e la mobilità sociale, da una classe alle altre, è stata bloccata, il fisco ha favorito la rendita finanziaria; nel 2001, al G8 di Genova, le corporazioni internazionali si servirono di provocatori per gettare discredito sui movimenti. I servizi di sicurezza Usa sapevano dei preparativi per l’attentato dell’11 settembre 2001, ma l’attentato favorì l’emanazione del Patriot Act e di leggi successive che intaccavano le libertà personali, con sorveglianza delle comunicazioni, perquisizioni domiciliari senza mandato, riduzione dei poteri della magistratura e detenzione dei sospetti a tempo indeterminato.

In Gran Bretagna il socialismo democratico si riteneva lo sviluppo logico del liberalismo, era sostenuto dalla Società Fabiana e da Keynes, chiedeva riforme sociali e uno stato interventista, cioè assistenza medica gratuita, lavori pubblici e nazionalizzazioni; la Banca d’Inghilterra fu nazionalizzata, come le miniere e l’acciaio e l’economia inglese divenne un’economia mista; in Svezia, per coprire i servizi sociali, s’introdusse un’imposta fortemente progressiva, si voleva un socialismo redistributivo che salvasse il mercato; in tal modo si bloccava il processo rivoluzionario, lo stato combatteva le disuguaglianze, faceva nascere il welfare state e i cittadini partecipavano al processo decisionale.

Invece In Usa Reagan, Hayek e Friedman volevano lo stato minimo, in effetti, all’ombra dello stato, si annidano, privilegi, rendite, sprechi e parassitismo, in quel paese si rifiutò il welfare, si ridussero le tasse, si deregolamentò e si privatizzò; questa politica fece aumentare la povertà, il sottoproletariato, la delinquenza e la disoccupazione. 45 milioni di cittadini erano senza assistenza sanitaria e nel paese mancava una politica di redistribuzione della ricchezza.

Secondo Hayek, con l’aumento della ricchezza nazionale, tutti ne avrebbero ricevuto dei vantaggi, affermava che disuguaglianze nascevano da scelte sbagliate del governo, affermava che il mercato coincideva con la libertà, era contro Keynes, solidarietà e giustizia sociale, affermava che il capitalismo era la società migliore; però, nelle faccende di governo, era sempre il denaro delle Ur logge che comprava o condizionava l’accesso al potere, la corruzione politica esiste in tutti i paesi.

Nel 1992, con il trattato di Maastricht, le logge oligarchiche investirono su Mario Draghi, superbanchiere della BCE di Francoforte ed ex dirigente della Goldman Sachs, affiliato alla tre occhi, alla Compass, alla Burke, alla Der Ring e alla Pan-Europa che, dal 2012 era vicino alla lobby finanziaria di Bruxelles, cioè dava denaro alle banche, controllate dai soliti ignoti; l’Unione Europea, con il fiscal Compact, contrastava il deficit di bilancio, rendeva il lavoro più flessibile, favoriva le privatizzazioni, declassava gli stati, inoltre, dal 2013 i bilanci degli stati erano validati da Bruxelles.

Per conseguenza, calò l’inflazione ma fu la decrescita economica, aumentò lo spread italiano e la BCE finanziò le banche all’1%, spingendo le banche a investire in titoli pubblici dei paesi mediterranei, poi risultati insolventi, aumentando la pressione fiscale e favorendo la riduzione della spesa pubblica. Mario Draghi, Giorgio Napolitano, Mario Monti, Carlo Padoan, Massimo D’Alema, Corrado Passera e Ignazio Visco sono tutti affiliati a logge oligarchiche, come Barroso, Rajoy, Lagarde, Sarkozy, Hollande, Blair, Merkel, Schauble, Bill Gates, Rothschild; inoltre dirigenti cinesi come Deng Xiaoping, giapponesi, arabi, turchi e russi, tutti accumunati dall’interesse e, all’occorrenza, alcuni di loro erano a sostegno di scontri militari e del terrorismo.

Nel programma massoni uniti per la globalizzazione del 1980-2001, si erano uniti massoni oligarchici e massoni democratici, le Ur logge oligarchiche White Eagle, Three eyes e Burke volevano introdurre il capitalismo in Cina, però senza democratizzazione, invece i massoni democratici cinesi della Paine volevano la democratizzazione, perciò nel 1989 esplose la protesta di Piazza Tienanmen, con studenti che chiedevano la democrazia.

Tra i protestanti c’erano ex comunisti, perché in Cina i dirigenti sono tutti comunisti, anche se solo di nome, che criticavano la svolta pseudoliberista di Deng Xiaoping, i manifestanti chiedevano la fine della corruzione e del nepotismo, il multipartitismo, la fine della censura e più attenzione ai problemi sociali. Esaltavano il massone progressista e libertario Sun Yat-sun, che fece cadere l’ultima dinastia Manciù (1912), Deng optò per la repressione, senza tener conto del moderatismo di Gorbaciov, aderente alla Ur loggia Golden Eurasia; dopo la repressione del 1989, nel 1990 nacque la superloggia cinese Tao Lodge, collegata alla Tre occhi.

Gli Usa sfruttarono la guerra in Afganistan per indebolire l’URSS, Osama Bin  Laden fu iniziato nel 1957 alla Tre occhi da Brzezinski, gli esponenti del PCUS della de Maistre furono messi fuori gioco e fu favorito Gorbaciov che voleva arrivare a un sistema democratico, in realtà, con le privatizzazioni, questo favorì oligarchi russi e speculatori esteri, in queste operazioni fu manipolato dalle superlogge Pan Europa e Lux ad Orientem, poi cedette il posto a Boris Eltsin, della superloggia Lux, fondata nel 1967 da Brzezinski.

Gli organismi internazionali FMI e Banca Mondiale avevano sede a Washington, il paese che riceveva da loro finanziamenti doveva ridurre debito e deficit, deregolamentare e privatizzare, alzare i tassi, aumentare le tasse e ridurre il welfare, come nella politica di austerità europea; con questa cura, in Russia di ridussero produzione industriale, redditi individuali e Pil e aumentò la disoccupazione, la povertà, l’alcolismo e la criminalità.

Nel 2004, con Putin, la Russia ha ripreso a crescere e ha nazionalizzato grandi compagnie, stesso copione nei paesi del patto di Varsavia, nel 1992 fu firmato il trattato di Maastricht e nel 2007 quello di Lisbona, fu creato l’euro senza eurobond; in Inghilterra alla Thatcher era succeduto Tony Blair, socialdemocratico e massone oligarchico, della superloggia Burke, in Israele, la morte di Rabin, della superloggia Daath, impedì la pace con Arafat, appartenente alla superloggia Amun, c’era chi aveva interesse a far durare il conflitto tra israeliani e palestinesi.

Craxi, vicino al mondo arabo, fu affiliato alla Amun, i massoni oligarchici volevano separare la finanza dal controllo politico, Ciampi e Andreatta erano massoni e approvavano questo progetto; perciò Andreatta smantellò l’industria statale e Ciampi sganciò la Banca d’Italia dal Tesoro, in modo che smettesse di finanziare il Tesoro; tedeschi e francesi erano gelosi della concorrenza italiana; l’Italia aveva il primato commerciale nel Mediterraneo, con la Russia e con l’Iran, Andreotti temeva la riunificazione tedesca ed era al corrente dei piani anglo-americani e dei mercati contro l’Italia.

I nostri grandi soci europei hanno sempre tenuto l’Italia, prima per la politica filoaraba di Mattei, il suo aereo fu sabotato dalla mafia, al servizio degli inglesi dal 1860 e degli americani dal 1945; Moro fu ucciso perché era l’uomo dell’apertura a sinistra con il PCI, Mario Moretti era collegato ai servizi americani, Edgardo Sogno a quelli inglesi; fu la stagione delle stragi, Ciampi, Andreatta e De Mita lavoravano per svendere l’Italia allo straniero, Napolitano avrebbe seguito il loro esempio.

Abolita la lira, aumentò l’interesse sul debito pubblico perché lo stato non poteva più finanziarsi a costo zero come fanno gli Usa e il Giappone, le grandi imprese italiane non investivano più nelle aziende, ma in titoli di stato che rendevano di più, aumentò flessibilità del lavoro e precariato; negli anni novanta cominciarono le privatizzazioni e le partecipazioni statali, temute da francesi e tedeschi, quasi scomparvero, la fine dell’Iri fu gestita da Prodi, Andreatta e Amato. Il dogma dell’Europa e dell’euro c’è costato caro.

Tutte le banche si dedicavano ad attività speculative, che generavano derivati senza copertura, perciò nel 2007 in Usa il sistema bancario era saltato, le loro perdite superavano il valore dell’economia reale e la raccolta, perciò la Fed, per salvarle, ha trasferito alle banche 17.000 miliardi di dollari. Prima del loro collasso, i profitti bancari erano aumentati con le operazioni speculative, le banche centrali fornivano le banche sempre di nuova liquidità, come fa oggi la BCE.

Il divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia aveva impedito allo stato di finanziarsi a basso costo, l’ingresso nell’eurozona toglieva alla Banca d’Italia la sovranità monetaria e Fiscal Compact toglieva allo stato il controllo sul bilancio; però il pareggio di bilancio è difficile senza ripresa, al suo posto invece arriva la depressione, bisognerebbe invece che i tassi d’interesse fossero più bassi del tasso di crescita,  approfittando del fatto che in Italia la ricchezza nazionale è pari a dieci volte il Pil, il che è una forma di garanmzia per i cerditori dello stato.

L’oligarchia internazionale vuole togliere di mezzi gli stati nazionali, facendoli indebitare e infiltrandoli con suoi agenti, usando la corruzione; anche gli Usa paiono preda dei britannici che vogliono aumentare i conflitti e usano la forza militare Usa, mentre la corona inglese vuole ridurre la popolazione mondiale con mezzi che possiamo immaginare (Galloni); in questo quadro, la Germania si consola con l’esportazione, però la Cina vuole rilanciare la domanda interna e rilanciare la democrazia.

Bisogna contrastare i sicari dell’Italia e le controriforme che hanno azzoppato il paese, la moneta non crea sempre spinte inflazionistiche, l’hanno dimostrato gli Usa, anche perché la maggior parte di essa è virtuale, cioè elettronica o di conto; bisogna sostenere l’economia reale, contro Bruxelles che obbedisce ai globalizzatori. Dove c’è poco lavoro, si fanno lavorare i bambini, non si rispetta l’ambiente, né la salute. Andreatta e Ciampi erano garanti per l’Italia del patto massonico per la globalizzazione, insieme a Napolitano, Cossiga, Spadolini e Amato.

In Italia, fino agli anni ottanta, i lavoratori hanno visto migliorare la loro condizione sociale, sono aumentati i salari, ferie e dritti dei lavoratori, è stata adottata una democrazia partecipata e lo statuto dei lavoratori; per paura del comunismo, le classi dominanti hanno ceduto potere e margini di profitto, caduta l’Urss, hanno voluto recuperare privilegi, profitto e potere, la democrazia è stata minata e i lavoratori, traditi dai partiti di sinisgtra e dai sindacati, sono diventati più arrendevoli.

Nel 1978 il capitalismo si affermò in Cina, con i costi più bassi, il paese attirò investimenti esteri, i metodi del turbocapitalismo sono costituiti dal controllo delle risorse, dall’abbassamento dei costi e delle imposte sul capitale, dal falso in  bilancio, da elezioni truccate, dal controllo sulla politica, da tangenti, estorsioni, sesso e omicidi; portare il salario al livello di sussistenza significa reintrodurre la schiavitù, inoltre, con i conflitti, le multinazionali ricevono grandi profitti con le armi.

Alla fine però tutti gli imperi sono desinati a cadere, perché pochi sguazzano nella ricchezza e tanti nella miseria, nell’inquinamento e nella violenza, oggi un impero invisibile, tramite persone non elette, controlla governo, partiti e media; politici e dirigenti sono nominati perché obbedienti e discreti e rimangono in carica a prescindere dal partito di appartenenza; oggi pare che gli americani abbiano rinunciato alla dichiarazione d’Indipendenza e gli occidentali alla dichiarazione dei riritti del 1948, cioè ai vecchi ideali occidentali di eguaglianza e di giustizia.

L’impero occidentale ha imposto la disciplina con il G8, la Nato, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario, il WTO, l’OCSE, il TTIP, però oggi, con l’aristocrazia della finanza internazionale e con la globalizzazione, si apre dialetticamente lo spazio per una rivoluzione mondiale, sperando che anche questa non sia manipolata o tele diretta da poteri occulti; piuttosto che liberare l’economia dalle restrizioni e affermare una vera libertà di commercio, per realizzare il disegno del Nuovo Ordine Mondiale, si è invece preferito provocare il declino dei parlamenti e degli stati, che hanno sempre meno potere, anche all’interno dei loro confini.

Il terzo mondo si trova anche nel primo, il secolo XIX era britannico e il XX era americano, il XXI potrebbe essere cinese, il nostro impero, diretto da una plutocrazia segreta internazionale, aiutato dalle comunicazioni moderne, non è interessato a difendere la sovranità del popolo, il back office dirigenziale è fatto da Usa e Gran Bretagna, dove sono nate le prime Ur logge che hano creato altre suoperlogge a loro soggette in tutto il mondo e in tutte le aree di crisi. L’ordine finanziario mondiale non può esistere senza corruzione, violenza e guerra, percché vuole estrarre il massimo di plus valore dagli esseri umani, come si fa con le vacche e con il gregge.

Se si deve rinunciare alla democrazia e si vuole essere governati da sovrani illuminati, l’oligarchia massonica dovrebbe essere fatto di superuomini invisibili che dovrebbero lavorare anche per il benessere del popolo bestiame; però le Ur logge sono divise tra loro e al loro interno, alcuni loro rappresentanti sono stati contro l’ancien regime e le sue ingiustizie e contro il potere della chiesa, altri lo loro difendono la religione, alcuni sono libertari; altri sono contrari a estendere l’eguaglianza agli uomini immeritevoli, cioè sono anche contro il suffragio universale, per alcuni di loro, la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo è velleitaria, mentre altri la difendono.

Il nuovo ordine mondiale dovrebbe fermare l’onda lunga democratica, in genere, i massoni oligarchici sono contro l’autorità immeritata, vogliono il governo dello spirito e della finanza, finanziano opere filantropiche e ritengono la libera muratoria la più giusta delle associazioni. Però i massoni non sono profeti disarmati, alimentano guerre, terrorismo e omicidi e si fanno guerra, si ritengono destinati al dominio mondiale.

Malgrado le loro divisioni interne, aiutati dai loro servitori politici, hanno elaborato un piano per far precipitare le economie delle democrazie occidentali e abrogare la sovranità nazionale e popolare. A causa della dialettica interna, la massoneria è bifronte, non crede al diritto di sangue, però tanti massoni credono ai diritti civili e ritengono che il diritto a governare spetti all’aristocrazia dello spirito, perciò forse un giorno faranno i conti anche con i pupazzi modesti che, al governo, li hanno serviti in cambio di privilegi. 

I massoni, mutuando al pensiero gnostico-valentiniano, che divideva gli uomini in materiali, razionali e spirituali, ritengono che l’umanità sia da perfezionare gradualmente per mano di maestri illuminati. Anche dagli ambienti elitari è nato il fascismo, oggi per gli iperliberisti e i globalizzatori, lo stato è un problema come la democrazia e perciò deve essere indebolito, gli oligarchici si muovono per eliminare ogni tipo di sovranità, monetaria, politica, nazionale e personale.

Non vogliono istituzioni funzionanti e controllabili dal popolo, per piegare gli stati, li costringono a reperire risorse nel mercato dei capitali e ad indebitarsi, la BCE vuole solo garantire la stabilità dei prezzi; in Unione Europea una commissione non eletta legifera al posto del parlamento, favorendo politiche recessive, mentre Draghi è intento solo a finanziare le banche. I mondialisti vogliono creare un nuovo ordine sociale, però all’interno del back office esistono lotte di potere per la strada giusta da prendere, oligarchica o democratica.

Con una rinata nobiltà nera tornerà la dicotomia padroni-schiavi, trasformando l’uomo in una merce; mentre una minoranza accumula ricchezze, la BCE, stampando banconote, che sono pezzi di carta, e con la moneta vuirtuale ed elettronica, per conto dei suoi mandanti, ha in mano l’eldorado e può comprasi il mondo. L’abbattimento delle torri gemelle dell’11/9/2001 è stato un complotto, le crisi sono create e risolte secondo i desideri delle logge sovranazionali. Gioele Magaldi vuole solo vedere se l’umanità è in grado di reagire alle trame o subire per diventare schiava per mille anni.

Al Qaeda era funzionale alla superloggia tre occhi, ma anche alle superlogge aquila bianca e Burke, però nel 2001 Bin Laden e Al Qaeda passaronoalla dipendenza della superloggia Hathor e della Geburah, per recitare un nuovo copione del nuovo ordine mondiale; Berlusconi fu rifiutato dalla Hathor e Renzi dalla Tre occhi. La nuova stagione imperiale era diretta dalla Hathor, dalla Geburah e dalla Amun, forte in medio oriente, tra loro collegate.

Nel 2004, con un compromesso tra oligarchici e democratici, nacque la super loggia Maat, degli oligarchici facevano parte Hathor, Compass e i guerrafondai della Geburah, alla Maat fu iniziato Obama, però vi confluirono anche Ted Kennedy e Clinton. La crisi Usa del 2008 è stata programmata, come la crisi di alcuni paesi europei del 2011; la Hathor e la Geburah hanno favorito le guerre in Afganistan e Iraq.

In gioco c’era il petrolio iracheno e l’oppio afgano, perciò la Hathor lasciò il medio oriente nel caos, la costruzione europea prevedeva una gestione tecnocratica e oligarchica, la BCE aveva potere di vita e di morte sugli stati, senza dover rispondere a un potere politico; con la crisi degli spread, non ha fatto il prestatore di ultima istanza agli stati, come fanno le banche centrali, la troika lavorava solo al servizio delle logge sovranazionali e dell’alta finanza.

Il programma, secondo il dogma dello stato minimo, chiedeva riforme strutturali, che era una definizione ambigua, rigore nei conti pubblici, aumento delle tasse e dell’età pensionabile, diminuzione del costo del lavoro e sua precarizzazione, privatizzazioni, diminuzione del welfare e dei servizi pubblici, praticamente ciò che è stato richiesto all’Italia e alla Grecia. Per l’oligarchia, la democrazia deve essere formale, mentre il vero potere deve appartenere agli spiriti elevati e in parte a quelli che li servono, l’élite sa maneggiare bene il denaro che, in realtà, non ha nessun valore intrinseco.

Nel 2006 l’egemonia della Hathor era sfumata ed era il momento della tre occhi, di Pan Europa, Compass, Burke, Babel, Der Rring, Tao Lodge, con il fine di attuare un nuovo secolo europeo e realizzare un nuovo feudalesimo, con al vertice massoni privi del lignaggio del sangue, un modello da esportare negli altri continenti e ispirato all’oligarchia comunista cinese; Monti doveva solo destabilizzare l’Italia, senza spargimento di sangue, senza fisime democratiche ed egualitarie.

Però ci fu il risveglio della democratica Paine e del Grande Oriente Democratico Italiano, che cercarono di spingere Obama a una svolta rooseveltiana; dietro le recenti manifestazioni studentesche di Hong Kong c’è lo zampino di logge cinesi e della Paine, mentre la Hathor è tornata in scena con la nascita dell’ISIS da essa patrocinato. Dopo due secoli di dominio democratico, gli oligarchici avevano ripreso l’iniziativa; l’Europa è un laboratorio e la Grecia un laboratorio nel laboratorio, vogliono trasformare i cittadini in sudditi degli aristocratici di spirito; se si fossero creati gli eurobond, sarebbe cessata la speculazione sui titoli a causa dei differenziali degli spread.

Vogliono puntare sulle privatizzazioni e su una manodopera a buon mercato e arrendevole e trasformare i cittadini in sudditi; Enrico Letta era legato all’OPUS Dei e alle organizzazioni paramassoniche, era legato a Napolitano, Vaticano, Bruxelles, Francoforte e Belino; Schauble, ministro delle finanze tedesco, è un massone reazionario e intransigente, tuttavia è elogiato dalla nostra informazione.

In Francia sono state bloccate le riforme elettorali promesse da Hollande, Matteo Renzi vorrebbe essere iniziato alla superloggia tre occhi, ma non si fidano di lui, come non si fidavano di Berlusconi, anche se li hanno utilizzati entrambi; a questa loggia sono iscritti Napolitano, Draghi, Schauble e Lagarde; credono che Renzi sia un arrivista spregiudicato, un voltafaccia ambizioso, in realtà, ritengono di non poterlo controllare, cioè che è poco obbediente; ma Renzi, come Berlusconi,  non è peggiore di tanti politici europei al servizio della nomenclatura, perciò Renzi, sentitosi rifiutato, ha chiesto l’affiliazione alla superloggia Leviathan.

Secondo Rino Formica, Renzi porta avanti il programma di Rinascita democratica di Gelli, il quale si uniformava al testo del 1975 sulla crisi della democrazia, redatto dalla commissione trilaterale, dipendente dalla superloggia tre occhi. Sono stati massoni i presidenti italiani Einaudi, Saragat, Cossiga, Ciampi e Napolitano, furono sostenuti dai massoni Leone e Pertini; Mario Draghi, uomo di fiducia delle suoperlogge reazionarie e dell’alta finanza,  è tra i massimi responsabili della governance europea.

Nel 2012 il massone democratico Hollande, del Grande Oriente di Francia e della loggia Lassalle, appoggiato dalle superlogge Paine e Montesquieu, prevalse sull’oligarchico Sarkozy della superloggia Hathor, legato alla Cia; sono stati i massoni a creare le istituzioni internazionali, il mondo politico moderno è stato creato dai massoni, con tutte le libertà, dal novecento e soprattutto dagli anni sessanta i massoni oligarchici hanno voluto la rivincita.

Poiché l’Italia era un paese in bilico tra comunisti e clericali, i massoni italiani, condannati ufficialmente dalla chiesa, dal fascismo e dal comunismo, grazie a un’informazione asservita ai potenti e alla legge che vietava le associazioni segrete, vivevano nascosti; i comunisti si dichiararono contro la massoneria, eppure erano stati massoni Bauer, Marx, Engels, Lenin, Stalin, Trotsky.

I libri di storia italiani hanno parlato solo di carbonari, che erano però massoni; anche alti dirigenti fascisti erano stati massoni, la tendenza a nascondersi dei massoni italiani è stata aiutata dall’informazione, comunque, la legge italiana, ereditata dall’era fascista, proibiva le società segrete; tuttavia, dopo la seconda guerra mondiale, praticamente la massoneria nazionale non era più segreta e se ne conoscevano anche degli iscritti, dera infiltrata dalla polizia e dai servizi, ma, per i cittadini, l’informazione non ne parlava.

Le superlogge oligarchiche tedesche sono Der Ring, cui sono iscritti Draghi e Schauble, mentre la Merkel fa parte della Golden Eurasia, della Valhalla e della Parsifal, le quali favorirono l’avvento del nazismo, appoggiate dalle superlogge oligarchiche anglo-americane; i tedeschi sono manipolabili, invece gli italiani, a causa della presenza della chiesa, possono essere ipocriti, il nazismo fu finanziato da massoni oligarchici angloamericani.

In Italia la massoneria fu messa fuori legge dal fascismo, ma il Gran Consiglio era composto, quasi esclusivamente, di ex massoni, il fascismo fece la stessa cosa con la mafia, ne combatté la base e ne adottò il vertice; gli stati, dal tempo delle corti dei miracoli di Venezia, Parigi e Londra, per tutelare le massime autorità, hanno sempre collaborato con l’alta criminalità. Il nazismo fu bloccato dal massone progressista Roosevelt, oggi la Germania di Merkel ha il progetto di destrutturare i paesi europei, controllandone i governi, è indifferente alla sorte dei cittadini europei.

I nazionalisti tedeschi, con il consenso tacito anglo-americano, festeggiano e, grazie alle loro eccedenze commerciali, si godono i dividendi delle privatizzazioni d’industrie europee acquistate a prezzi stracciati; Hollande è stato acquisito dalla Germania, con minacce di morte e con i soldi, per cui, oggi si muove in continuità con il reazionario Sarkozy. Si si vuole salvare il concetto di Unione Europea, bisognerebbe dare più potere al parlamento europeo e fare gli Stati Uniti d’Europa, facendo una politica europea più soluidale; i politici di successo sono predicatori laici al servizio del governo occulto, Hollande, durante la campagna elettorale, era contro l’austerità, ora ha proposto di tagliare la spesa di 50 miliardi di euro in due anni.

Draghi ha finanziato con bassi interessi le banche, controllate dai soliti ignoti, le quali hanno comprato industrie e servizi di paesi in crisi; mentre in occidente tramonta l’ideale democratico, in Cina, la superloggia democratica Tao Lodge promuove la democrazia e la sovranità popolare, questa superloggia ha favorito le manifestazioni di Hong Kong. Nel 2013 Al Qaeda si è trasformata, in Isis, Al Baghdadi fu imprigionato, liberato e iscritto dalla loggia Hathor, diretta da George Bush, che, con Geburah, Der Ring e Amun, in un accordo anglo americano e tedesco, puntava alla destrutturazione oligarchica dell’Europa, per cinesizzare e feudalizzare l’area euroatlantica.

Massone di rilievo della Hathor è Erdogan, nel 2010 scoppiò la primavera araba, sembrava una sollevazione spontanea, in realtà, tramavano la Hathor, Geburah, Compass, Amun, Der Ring; generalmente, i capi politici e militari tengono celati i grembiulini massonici, cioè un po’ di segreto massonico esiste in tutti i paesi; la Hathor dirige gli eventi, se volesse, Obama potrebbe sbaragliare l’Isis, invece bombarda le abitazioni civili.

Tra le superlogge aristocratiche, ci fu anche lo scontro tra aquila bianca e tre occhi, il golpe cileno del 1973 fu voluto dalla tre occhi e dalla Hathor, nel 2014 nacque il califfato di Baghdadi, sostenuto da Hathor, Geburah e Der Ring, cioè anche dalla massoneria aristocratica tedesca e degli emirati arabi, d’accordo con superlogge oligarchiche inglesi e americani, alle quale però partecipano personaggi di rilievo di tutto il mondo.

II fine è, con il benestare anglo americano, cioè dei loro servizi segreti e delle loro superlogge aristocratiche, aperte a tutta la crema plutocratica del mondo, la dominazione tedesca in Europa e la globalizzazione angloamericana nel mondo, senza democrazia, libertà e diritti; ora pare che, oltre che in Ucraina e medio oriente, pare che anche in Italia e in Francia si stia per giocare il destino del mondo (fonte: Massoni – vol. I – La scoperta della Ur- Lodges - di Gioele Magaldi - Ediz. Chiarelettere).

Nunzio Miccoli  www.viruslibertario.it viruslibertario@gmail.com.

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DEDICATO A CHI NON CREDE AI COMPLOTTI (24/7/2013)

 C’è chi non crede ai complotti, nati sempre all’ombra del potere, eppure essi hanno provocato la morte di re, papi, presidenti della repubblica e capi di governo, ma anche di poliziotti, magistrati e uomini d’affari. Ai complotti partecipano potenze straniere, società segrete, banche, chiesa, criminalità e servizi segreti; il fatto è che il potere è conteso e gli interessi censurabili sono tanti, inoltre i centri dl potere, oltre a difendere i loro interessi, vogliono anche che la gente si contenti di poco, sia sottomessa e non ribelle; alcuni farmaci della psichiatria potrebbero avere anche questo scopo.

Ha detto James Warburg: “Avremo il governo mondiale, con il consenso o con  la forza”, David Rockefeller ha ammesso di lavorare per realizzare una nuova struttura politico-economica globale; oggi anche Napolitano e Benedetto XVI sostengono un Nuovo Ordine Mondiale, cioè un governo oligarchico totalitario mondiale; i poteri forti, fatti da banche e multinazionali, retti dai soliti ignoti, vogliono dominare e sfruttare senza freni i popoli della terra, resi più docili. In Italia il governo Monti è stato la stanza di compensazione tra Massoneria e Vaticano; per Warburg e Sarkozy il Nuovo Ordine Mondiale è inevitabile, Julian Huxley ha detto che bisogna costringere la gente ad amare la schiavitù.

Enrico VIII (1509-1547), re d’Inghilterra, espropriò la chiesa e la riforma protestante dichiarò guerra a Roma, nel 1614 nacque la confraternita dei Rosacroce, una setta elitaria che voleva rinnovare l’umanità, voleva l’abolizione della ricchezza e della moneta; nel 1628 il filosofo rivoluzionario moravo Comenius si rifugiò in Inghilterra e in Olanda e propose un governo mondiale e un Nuovo Ordine del Mondo, voleva unificare lingue e religione, abbattere papa e gli Asburgo, eredi del sacro romano impero.

L’idea di una confraternita massonica moderna nacque nei secoli XVII e XVIII, in ambiente protestante, però le società segrete erano molto più antiche, questa massoneria era nemica della chiesa cattolica e come tutti i partiti neonati e la chiesa stessa, era portatrice dell’idea messianica di libertà, salvezza, laicità, illuminazione, fratellanza e liberazione; era deista e antipapista però, dopo la seconda guerra mondiale, nei suoi gradi più alti, ha fatto un’alleanza con il Vaticano e si è trasformata in una setta reazionaria e antipopolare, che insegue solo potere e interesse.

In Inghilterra la figlia di Enrico VIII, Elisabetta I (1558-1603), si oppose al papa, che perciò cercò di farla ammazzare e aizzò gli spagnoli contro di lei; la regina seguiva il mago astrologo John Dee, fece sir il pirata Francis Drake e leggeva la bibbia, riteneva che gli inglesi erano il nuovo popolo eletto che avrebbe distrutto papa e Asburgo; per John Milton il popolo inglese doveva lottare contro l’anticristo rappresentato dal papa, poi i puritani si staccarono dalla chiesa anglicana e si diressero in Usa. Giacomo I (1603-1625), re di Scozia e Inghilterra, fece tradurre la bibbia di Calvino in inglese, parlava di missione inglese, era sostenuto dal filosofo Francis Bacon e influenzato da rosacrociani e da Comenius.

Nel 1646 Robert Boyle faceva parte di un collegio invisibile nemico dei gesuiti, che nel 1660 diede vita alla Royal Society, diretta da dodici membri, in questa società il filosofo inglese Thomas Hobbes voleva il controllo dell’opinione delle masse; perciò la lobby della Royal Society mise la scienza al servizio del potere politico, come avrebbero fatto anche i comunisti in Russia.

Tra i membri della società, il pastore anglicano Thomas Malthus, per ridurre la popolazione, proponeva di ridurre sussidi, salari e assistenza; per il controllo demografico, riteneva validi anche altri metodi, come guerre, carestia, epidemie e sodomia; allora l’evoluzionismo di Darwin, con la sopravvivenza del più forte, si saldava con lo sviluppo dell’eugenetica che voleva migliorare la razza, la teoria di Darwin sosteneva indirettamente imperialismo inglese e dominio dell’uomo bianco.

Nel 1717 in Inghilterra nacque la massoneria speculativa, cioè politica, che prendeva il posto di quella operativa dei costruttori di chiese, e adottò il simbolismo suggestivo delle logge dei muratori; per opera del pastore anglicano Anderson e del matematico ugonotto Desaguliers, nacque la Gran Loggia d’Inghilterra che nel 1723 si diede una costituzione. Questa nuova massoneria doveva incubare le élite britanniche e americane e scardinare i poteri avversi, come quello della chiesa cattolica.

Il progetto mirava anche a omologare i popoli e a realizzare una repubblica universale, era anche rivoluzionario perché doveva distruggere le vecchie strutture politiche e religiose; in effetti, con la prima guerra mondiale, caddero gli imperi e nacque la Società delle Nazioni. L’1.5.1776 in Baviera nacque, per volontà di Adam Weishaupt, la società segreta degli illuminati bavaresi, i suoi dirigenti erano occultisti e razionalisti, l’1 maggio ricorreva la notte celtica della fecondità di Walpurga, gli associati volevano la rivoluzione universale e volevano distruggere religione e proprietà.

Alla fine dell’ottocento l’Inghilterra mise da parte fanatismo religioso e populismo ed esaltava materialismo e tecnologia; la Royal Society favorì la nascita della Società delle Nazioni, di ONU, Unesco e di altre istituzioni; dopo la seconda guerra mondiale, fu la riconciliazione e l’alleanza tra massoneria e Vaticano, il papa minacciava che, se i comunisti avessero preso il potere in Italia, si sarebbe trasferito in Usa, prima ferocemente antipapista. Con la decadenza dell’Europa, lo scettro di popolo eletto passo agli americani e in Usa si sviluppò un movimento sionista cristiano e l’idea di un Nuovo Ordine del Mondo divenne il messianismo moderno, processo che però investì anche il comunismo russo, infatti, il sovietismo era anche la secolarizzazione del regno di Dio.

In Usa i puritani credevano alla predestinazione, volevano realizzare il regno di Dio sulla terra, sostenevano che il favore di Dio si riconosceva dalle ricchezze accumulate, parlavano di nuova alleanza tra Dio e le tredici colonie dell’America settentrionale; ritenevano di essere portatori di progresso mentre gli indiani meritavano lo sterminio, erano contro il consumismo che però poi si sviluppò proprio in Usa.

George Washington affermava che la nascita dell’America faceva iniziare una nuova era di rinnovamento; comunque, nemmeno gli ebrei rinunciavano al loro messianismo, sfociato nel 1948 nella creazione dello stato d’Israele, che doveva porre fine alla diaspora e favorire la redenzione degli ebrei; però alcuni rabbini osservavano che Israele doveva nascere solo per intervento di Dio. Oggi il sionismo cristiano rappresenta l’alleanza tra sionismo ebraico ed evangelismo fondamentalista protestante, aspetta la seconda venuta di Cristo e l’instaurazione del regno di Dio in terra, sono evangelici Jimmy Carter e George Bush.

L’epoca illuminista, francese e bavarese, si saldò con occultismo e satanismo, in un ideale di libertà assoluta, contro le monarchie, con la cancellazione di Dio e la realizzazione del regno dell’uomo; tuttavia, con la prima guerra mondiale sono sopravvissute solo le monarchie protestanti, che poi si sono riconciliate con questi rivoluzionari diventati conservatori, come si è riconciliato il Vaticano con i massoni.

Tra élite e popolo hanno sempre operato corpi intermedi come i partiti, i sindacati, le sette, le corporazioni e le fratellanze, però i poteri occulti hanno influenzato rivolte e rivoluzioni, senza di essi le masse non si mettono in  moto, a volte questi poteri s’inseriscono in crisi che esplodono spontaneamente e ne traggono profitto; i poteri forti e le banche angloamericane finanziarono la rivoluzione americana, quella francese, l’unità italiana, le rivolte del 1948, la rivoluzione russa e quella nazista.

Il progetto mondialista è nato in ambiente anglosassone ed ha fatto perno sull’Inghilterra e sugli Stati Uniti, i banchieri, per fare profitto, hanno anche finanziato le due parti in guerra, tra loro sono i Rothschild inglesi, i Rockefeller americani, fondatore del Gruppo Bilderberg, della Commissione Trilaterale e del CFR, i Warburg, gli Schiff, gli Huxley. Hanno ispirato New Age e la società Tesofica della russa Elena Blavatsky, nemica del cristianesimo.

Secondo i massoni, l’era dell’acquario dovrebbe sostituire l’era dei pesci, dominata dal cristianesimo. Tutte le rivoluzioni vogliono creare l’uomo nuovo e usano le tecniche della propaganda di guerra, il fondatore dell’Unesco, Jalian Huxley, desiderava un potere unico mondiale che realizzasse una dittatura dolce; nel XX secolo la rivoluzione culturale, che ha assopito le masse e ridotto la loro capacità di lotta, è stata favorita da droga, musica e sesso; gli allucinogeni hanno favorito anche le operazioni di controllo mentale dei progetti Mk-Ultra, Monarch e dell’istituto Tavistock di Londra, infatti, Huxley e Leary propagandavano gli psichedelici ed erano in collegamento con la CIA.

I poteri forti hanno diffuso la droga negli anni sessanta e settanta, quando esplose il 1968, lo scopo era, oltre che fare affari con la droga, indebolire lo slancio rivoluzionario e distogliere l’attenzione dall’impegno sociale; il progetto Mk-Ultra mirava al controllo mentale delle masse con gli stupefacenti, le droghe servivano anche a liberare dal dolore della propria esistenza e favorivano la rassegnazione.

Julian Huxley voleva la liberazione sessuale e l’abolizione della famiglia, così con le droghe si sviluppò la pornografa; la liberazione sessuale serviva a ridurre l’aggressività umana però la crisi della famiglia ha anche favorito il crollo delle nascite; Huxley, Rockefeller, Malthus e lo scrittore H.G.Wells sono stati a favore del controllo delle nascite, di aborto e sterilizzazione. Il Club di Roma, nato nel 1968 per volontà della fondazione Agnelli e della Fondazione Rockefeller, era a favore del controllo delle nascite, esattamente come il WWF del principe Filippo, di Huxley e del principe Bernardo.

David Rockefeller ha affermato che con una crisi globale gli uomini accetteranno il Nuovo Ordine Mondiale, l’élite corrompe la politica e isola e distrugge chi non si vuole fare corrompere, i media sono controllati; secondo una tesi, Assange sarebbe stato creato dalla Cia, per far adottare norme per il controllo della rete, Wikileaks ha preso di mira Putin e Berlusconi; nella primavera araba Internet e social network hanno giocato un ruolo chiave, con regia CIA, che opera anche con ONG controllate.

Il governo americano ha manipolato le insurrezioni degli ultimi decenni, i capi della guerriglia sono stati arruolati, finanziati e addestrati dagli americani, aiutati anche da una manipolazione mediatica; i soldi arrivano attraverso fondazioni e organizzazioni dirette da Washington, i provocatori sono inseriti tra manifestanti anche di Occupy e Indignados. L’America, per destabilizzare alcune dittature, si è servita d’internet, quando avrà distrutto i suoi bersagli, si dirigerà contro internet, attualmente finanzia politici amici, movimenti di protesta e fa manipolazioni di massa.

 In Venezuela Hugo Chavez, poiché aveva sostituito i vertici della compagnia petrolifera del paese, subì un attentato, era accaduto anche a Castro, Gheddafi, Torrios, Roldos, Allende, Arbenz, Mossadeq e Noriega; Noriega era stato protetto dalla Cia e l’aiutava a infiltrarsi tra le fila della droga colombiana, a Panama non voleva una scuola di squadroni della morte, voleva costruire, con l’aiuto giapponese, un altro canale; perciò Panama fu invasa, fu arrestato come narcotrafficante e condotto in Usa, poi, con l’operazione Desert Storm, fu la volta di Saddam, punito per la sua invasione del Kuwait.

Reagan, che in America Latina lavorava in accordo con il Vaticano, ha operato tramite fondazioni private, finanziando in Serbia e altrove gruppi rivoluzionari, movimenti giovanili e gruppi di protesta, come poi sarebbe accaduto in Tunisia e nei paesi della Primavera Araba; gli Usa avevano anche infiltrati tra Occupy e Indignados, sono aiutati anche dai social network, che manipolano le masse con notizie false, nella rete chiunque può assumere qualunque identità; gli Usa hanno attaccato i siti governativi tunisini ed egiziani e fatto propaganda favorevole alla guerriglia.

I Fratelli Musulmani, ora al potere in Libia, si sono incontrati diverse volte con la CIA, sono vicini a salafiti e sunniti e nemici di sciiti, ismailiti, hezbollah e alawiti; i regimi autoritari controllano con la censura social network e TV, in genere, con il denaro nel mondo s’influenzano le agenzie d’informazione e si manipola la gente, però anche in occidente si medita il controllo della rete. La strategia della disinformazione e delle provocazioni si è ripetuta anche per far cadere Assad in Siria, i gruppi armati a lui contrari hanno ricevuto armi e addestramento da Usa; 400 combattenti di Al Qaeda sono stati addestrati in Europa, contro Assad combattono anche mercenari stranieri; tanti islamisti guerriglieri sono europei convertiti all’Islam.

Turchia, Arabia e Qatar, d’accordo con gli Usa, sono mandanti del caos siriano, l’Osservatorio Siriano per i diritti dell’uomo, contrario ad Assad, è una creazione della CIA, i ribelli siriani sono sostenuti dagli Usa; quando Assad sarà abbattuto, come accaduto in Libia, la sharia riporterà ordine nel paese, vuol dire che gli Usa sono contro l’incredulità religiosa e lavorano per il fondamentalismo religioso. Tra i ribelli di Siria e Irak ci sono terroristi di Al Qaeda, sostenuti da Usa, Qatar e Arabia, come avvenuto in Afghanistan contro i sovietici; gli jihadisti sono arrivati in Siria, infiltrati da Libia, Irak e Turchia, con l’aiuto della Nato e degli stati del golfo.

Gli stati schiavizzano con la tassazione e quando le banche, che possiedono gli stati, creano moneta, fanno ancora più schiavi i cittadini; il 22.11.1963 con una cospirazione fu ucciso JFK, la commissione Warren volle negare il complotto organizzato da servizi segreti, mafia, destra e dal vicepresidente Lyndon Johnson; lo scopo dell’assassinio di JFK era continuare la guerra in Vietnam e soprattutto bloccare i progetti di riforma monetaria di Kennedy. Infatti, il decreto presidenziale 11110 mirava a statalizzare l’emissione di moneta, per questo stesso motivo perirono vari presidenti americani, per armi da fuoco, avvelenamento o incidenti, tra loro, Lincoln 1865, Garfield 1881, McKinley 1901, Harrison 1841, Taylor 1850, Roosevelt 1945, John Kennedy 1963 e Robert Kennedy nel 1968.

La nazionalizzazione della moneta comporta la fine del signoraggio bancario, cioè la differenza, lucrata dalle banche, tra valore nominale e valore intrinseco della moneta; la moneta è stampata da banche private che controllano la Federal Reserve, che la presta al governo a un certo interesse; il finanziamento dello stato da parte delle banche centrali private, avviene in c/c o acquistando titoli pubblici; esiste a tale scopo un c/c tra Tesoro e Banca Centrale, nel bilancio della banca centrale le banconote emesse sono al passivo, i finanziamenti concessi allo stato, in c/c o acquistando titoli, sono tra le attività.

In Iran, Siria, Cina e Russia le banche centrali sono pubbliche, come lo era quella libica, poi privatizzata dai ribelli, perciò questi paesi sono nel mirino degli angloamericani; a causa degli interessi, il debito pubblico degli stati aumenta e gli stati sono costretti ad aumentare le tasse, a ridurre le spese e a privatizzare, cioè si rendono sempre più schiavi. Oggi però la maggior parte delle transazioni avviene in maniera elettronica e lo stato con la zecca, conia solo le monete metalliche.

Franklin Roosevelt affermava che la finanza era proprietaria del governo americano fin dai tempi di Andrew Jackson, la stampa di denaro da parte dello stato avrebbe azzerato interessi e debito pubblico che ingrassavano i Rothschild di Londra; Rothschild credeva più al valore della funzione monetaria privata che al valore del controllo sulla legislazione fatto dalle lobby. Jackson voleva anche abolire la Federal Reserve, infatti, lo stato non ne aveva bisogno per stampare denaro; JFK, con l’ordine esecutivo 11110, voleva emettere cartamoneta statale convertibile in argento.

La morte di Kennedy fu decisa da finanza, mafia, CIA, massoneria, multinazionali, militari, aziende petrolifere; i militari erano anche favorevoli alla continuazione della guerra in Vietnam, che creava larghi profitti di guerra, com'era accaduto nelle due guerre mondiali; Edgar Hoover, direttore dell’FBI, e Lyndon Johnson, vice presidente, coprirono la congiura e la commissione Warren non tenne conto delle circostanze della morte, Oswald fu solo una pedina del complotto.

Recentemente il libertario repubblicano americano Ron Paul ha proposto di eliminare la Federal Reserve e di tornare al sistema aureo, resuscitando il decreto di JFK, nel 2012, dopo minacce ricevute da uomini del gruppo Bilderberg, è uscito dalla scena politica. John Perkins afferma che alcuni uomini, per conto dell’élite, operano come sicari dell’economia, cioè falsificano bilanci, statistiche, elezioni, fanno disinformazione, estorsioni, ricatti e omicidi, asservendo i paesi con i debiti.

Ai paesi indebitati, arrivano finanziamenti, anche dal FMI, per grossi lavori pubblici, poi affidati a multinazionali e gli indebitamenti aumentano, i nuovi prestiti servono a pagare vecchi prestiti e interessi, il denaro ricevuto in prestito a volte prende anche la via dell’estero e a questi paesi rimangono solo i debiti da pagare. L’America riservò a Gheddafi lo stesso trattamento riservato in Serbia a Milosevic, impegnato militarmente in Kosovo, dove oggi si fa traffico di armi e droga.

In Irak, caduto Saddam, gli appalti sono controllati da Washington, in Libia la banca centrale è stata privatizzata e il dinaro d’oro è stato abbandonato, gli appalti sono assegnati agli invasori e il governo è passato nelle mani dei Fratelli Musulmani, ben visti in Usa, anche Hamas, in Palestina, fa parte dei Fratelli Musulmani. Altre tragedie, determinate dalla corsa alle materie prime e al petrolio, sono state il Sudan e il Rwanda; in Krajina si fece pulizia etnica di serbi, con l’aiuto di musulmani albanesi, la disinformazione si accanì contro Milosevic, poi processato e avvelenato in carcere; il Tribunale che doveva giudicare i fatti preferì credere alla propaganda occidentale, ignorando i crimini di croati e musulmani, poi i serbi furono cacciati dal Kosovo.

Con queste azioni l’America voleva anche isolare la Russia, controllare petrolio e gas, con relative popeline, perché oggi la Russia, con la Cina, è il maggiore ostacolo al Nuovo Ordine Mondiale. Nell’ex impero sovietico la Nato ha alimentato rivoluzioni controllate in Cecenia, da parte di salafiti, e nel Caucaso, in Georgia e in Ucraina. Come accaduto nel 1992 in Italia, alcuni oligarchi russi, finanziati dall’estero e alleati della mafia russa, avevano svenduto le risorse naturali del paese e riparato in Gran Bretagna e Israele. Nel 2000 il presidente russo Vladimir Putin, già capo del KGB, si è riappropriato dei gioielli minerari russi, ha fatto guerra al terrorismo e pagato tutti i debiti, facendo diventare la Russia uno dei pochi paesi sovrani, anche se è una democrazia precaria, ha rinsaldato i vincoli con Siria, Iran e con la chiesa ortodossa.

Olaf Palme fu primo ministro svedese dal 1969 al 1976, era contrario alla guerra in Vietnam, all’apartheid sudafricano, alla proliferazione nucleare, all’esportazione di armi e alla guerra tra Iran e Irak, fu ucciso per volontà di alcune banche e della Nato; la Cia si è servita della P2 per contrabbandare armi e droga e per destabilizzare con il terrorismo e gli omicidi alcuni paesi europei come l’Italia e sudamericani.

Per asservire la Polonia alla politica monetaria europea, il 10.4.2010, con un’esplosione, hanno fatto cadere un aereo con il presidente polacco Kaczynski, ministri, comandanti militari e uomini dei servizi segreti, in tutto 132 persone; la visibilità era buona e non c’era la nebbia, non furono coinvolti nell’incidente alcuni membri del governo a favore di OMS, FMI, UE ed euro; come accaduto con la morte di papa Luciani, il nuovo governo polacco non volle l’autopsia dei corpi, né una commissione d’inchiesta. In Europa il Fiscal Compact implica una rinuncia alla sovranità degli stati, il 2.4.2011 Jan Claude Trichet, presidente della BCE, ha affermato che l’UE dovrebbe avere un solo ministro delle finanze e che l’Europa dovrebbe essere una confederazione con un bilancio comune.

Gheddafi aveva finanziato la campagna presidenziale di Sarkozy e acquistato in Francia armi per dieci miliardi di euro, aveva subito un attentato nel 1995, probabilmente perì a causa del suo progetto di dinaro d’oro, ben visto in tutta l’Africa; oggi le concessioni libiche per il petrolio sono in mano di Total, Chevron e BP. Dopo che la Cina aveva annunciato il conio dello yuan d’oro, anche la Libia voleva rilanciare il gold standard, emancipandosi da Federal Reserve e BCE.

La Libia aveva in cantiere un poderoso piano di distribuzione delle acque, riserve auree, scuola e sanità gratuite, non era indebitata con FMI e Banca Mondiale, voleva una moneta unica africana, il dinaro d’oro, simile al dirham d’argento della Malesia, che era stato in precedenza colpita dall’indebitamento alimentato dal FMI e perciò aveva cacciato i banchieri internazionali dal paese. Gheddafi voleva utilizzare il dinaro per pagare il petrolio, impoverendo enormemente gli Usa, il cui maggior capitale è il dollaro di carta, i paesi africani erano entusiasti del progetto libico.

Perciò la CIA fece spirare il vento della primavera araba contro Irak, Libia, Siria e Iran; l’Arabia e il Qatar si muovevano con gli Usa, all'Arabia non interessano i diritti umani, infatti, ha ospitato anche il sanguinario dittatore dell’Uganda Idi AMIN. L’Arabia Saudita finanzia il terrorismo internazionale, come ha finanziato Osama Bin Laden contro i sovietici in Afghanistan, ha gestito anche campi d’addestramento per terroristi; Casa Saud aveva legami con la famiglia Bush e con Bin Laden, George Bush, attraverso il Carlyle Group, del settore difesa, curava, in conflitto d’interesse, gli affari della famiglia Bin Laden in Arabia Saudita.

Il 2.8.1990 l’Irak invase il Kuwait, Bush lo accusò di aver violato il diritto internazionale, dopo che gli Usa da poco avevano invaso Panama, nel 1991 Saddam fu sconfitto e nel 2003 fu deciso il suo rovesciamento e l’attacco ai talebani dell’Afghanistan; Bush si richiamava a una nuova dottrina della guerra preventiva. Approfittando della crisi di guerra, il governo americano, con il Patriot Act, ridusse libertà civili, aumentò la sorveglianza dei cittadini, adottò la detenzione preventiva e potenziò la violenza di stato, inoltre, furono introdotte restrizioni alla privacy; come accaduto con l’attacco giapponese a Pearl Harbor, la provocazione e la minaccia esterna potevano essere un pretesto per creare consenso interno a una politica aggressiva.

Dopo l’11.9.2001, Osama Bin Laden divenne il capro espiatorio dei terroristi islamici, eppure il suo gruppo era stato infiltrato, i servizi segreti americani erano stati anche preavvertiti dell’attentato e non si presero contromisure, le forze aeree non furono allertate; i dirottatori lasciarono molte tracce ma le agenzie di controspionaggio restarono inerti, la successiva commissione d’inchiesta non indagò a fondo e fece da copertura.

Bush bloccò e depistò le indagini e ignorò le complicità dei servizi segreti pakistani con Osama, fra l’altro l’ISI, cioè i servizi segreti pakistani, aveva finanziato il capo dei dirottatori verso le torri gemelle, Mohammed Atta; i terroristi sono fanatici fondamentalisti sicuramente manipolati, noi abbiamo diritto di difenderci e non di scusarli perché dietro di loro ci sono mandanti ignoti o che non vogliono comparire.

Però, com’è accaduto spesso nella storia, la nuova guerra serviva a dare nuova linfa all’economia stagnante americana, dopo le spese militari, ci sono state le spese per la ricostruzione, finanziate con il petrolio arabo. La guerra al terrorismo rientra nel progetto di nuovo ordine mondiale o di governo mondiale; l’area del golfo era importante per il petrolio e il gas, per le spese militari e le spese di ricostruzione e per varare il Patriot Act liberticida; le armi e le provocazioni di Saddam, Assad e Iran, le minacce alla sicurezza di Israele e il terrorismo sono una scusa.

Israele possiede armi nucleari che Iran, Italia, Germania e Giappone non possono avere, l’islamismo militante è stato ispirato da Gran Bretagna, Usa, Arabia e Qatar e Pakistan; il disegno è mantenere alta la tensione in Medio Oriente, anche se Israele dei passi per la pace li ha fatti, ad esempio ha restituito territori conquistati in guerra, Francia e Russia non lo hanno fatto, a danno di Germania, Italia e Giappone.

L’Islamofobia è una reazione della gente alimentata dal terrorismo e dal fondamentalismo attizzati dai soliti ignoti, la maggior parte degli islamici e degli europei sono pacifici, tuttavia, come accade in guerra, occorre difendersi dal terrorismo, non si può rimanere passivi perché bisogna cercare i mandanti, sarebbe una specie di disarmo unilaterale. Le sanzioni votate dall’Onu e dall’Unione Europea a carico di alcuni paesi servono a favorire il loro tracollo e la crisi.

L’Irak fu coinvolto in guerra nel 1991 e nel 2003, aveva smantellato programma nucleare, batteriologico e chimico, parte delle armi usate contro i curdi finirono in Siria, il paese non aveva legami con Osama Bin Laden, che invece era di casa in Afghanistan e Pakistan. Perciò Saddam non era una minaccia per gli Usa e Israele ma, a causa del pericolo nucleare, Israele voleva un attacco preventivo contro Irak e Iran.

Già nel 1991 il Club Bilderberg e Soros volevano un Nuovo ordine Mondiale, con il potere in mano a 300 multinazionali e superbanche, perciò il piano d’invasione dell’Irak era stato abbozzato prima dell’11.9.2001; Saddam doveva perire per il petrolio e perché voleva abbandonare il dollaro, come la Libia. L’Irak aveva già convertito in euro le sue riserve, purtroppo oggi l’economia Usa dipende soprattutto dal ruolo del dollaro, nel 2002 anche Corea del Nord e Iran hanno convertito le riserve in euro, anche questi paesi sono nel mirino degli Usa.

Nel 1978 ci fu il colpo di stato filosovietico in Afghanistan, l’America, anche per rifarsi della disfatta in Vietnam, armò i mujaheddin e perciò l’Unione Sovietica invase il paese; prima dell’invasione, gli Usa, con l’aiuto di Arabia, Pakistan e Qatar, avevano operato clandestinamente, come poi sarebbe accaduto nella primavera araba, con armi, istruttori, guerriglieri e campi di addestramento. Dieci anni dopo, la trappola afghana fece crollare l’impero sovietico.

Gli Usa aiutarono l’estremismo afghano anche pubblicando libri, usati anche dai talebani, che alimentavano il fanatismo religioso e invocavano la jihad, destabilizzando il paese; il Mullah Omar era contrario all’estremismo talebano, che rese la guerriglia più feroce e determinata. Allora l’impresa americana UNOCAL progettava la costruzione di un oleodotto per collegare il Mar Caspio al mare, con lo scopo di isolare l’Iran e Russia.

Gli Usa erano aiutati da Arabia e Pakistan, che era il primo sostenitore dei talebani; il Mullah Omar rifiutò di consegnare agli americani Osama e vietò la coltivazione dell’oppio, che procurava profitti alla mafia americana, perciò nel dicembre del 2001gli Usa decisero l’invasione dell’Afghanistan; nel consiglio da’amministrazione dell’Unocal c’erano Bush, Karzai, Rumsfeld e Condoleeza Rice; Karzai fu poi nominato presidente dell’Afghanistan, da allora il Mullah Omar si diede alla macchia.

Nel XX secolo gli Usa hanno sostenuto molte dittature, la guerra era occasione d’affari e antidoto alla recessione, perché erano pieni di debiti; la guerra infinita degli Usa oggi serve anche ad arginare la Cina e la Russia; com’è sempre accaduto con gli imperi, crimini e provocazioni servono a giustificare colpi di stato e interventi militari. La vita biologica si regge sul parassitismo e gli uomini sono parassiti di piante, animali e altri uomini, i governi sono parassiti dei sudditi e gli imperi delle nazioni, il Nuovo Ordine Mondiale, che allontana il governo da popolo, è all’interno di questo disegno.

Karzai ha dichiarato che Bin Laden, poiché malato, era morto nel 2002, però gli Usa hanno dichiarato che è stato ucciso nel 2012, altre voci dicono che è morto nel 2005 e nel 2006, altre che fu ricoverato nel 2007 in Pakistan, dove fu fatto uccidere dall’Isi, i servizi segreti pakistani. Anche in quest’occasione, giornalisti prezzolati hanno lavorato per la disinformazione e la propaganda; alcune voci sostengo che Bin Laden, già agente della Cia, sia ancora vivo, assieme ad alcuni artefici del dirottamento aereo dell’11.9.2001.

I servizi segreti francesi sostengono che dal 2002 nemmeno Al Qaeda esiste più, però alcune sue frange operano ancora oggi nei paesi arabi in rivolta; Al Qaeda è uno spauracchio, anche virtuale, che giustifica la guerra al terrorismo islamico, però ha avuto campi d’addestramento e finanziamenti. Omar Sheik, per conto dell’Isi e dell’M16 inglese, prima dell’11.9.2001, consegnò 100.000 dollari a Mohammed Atta, il capo dei dirottatori; Sheik aveva rapporti con il governo americano e nel 2007, secondo una voce, uccise lo sceicco Osama Bin Laden. Vita, opere e morte di Osama sono un mistero, anche la propaganda può fare confusione. 

Nel 1992 Osama era in Cecenia e i ribelli ceceni erano sostenuti dagli Usa, per Bill Warren, Osama è ancora vivo, al suo posto è stato ucciso il 2.5.2011 ad Abbotabad un sosia, gettato in fondo al Mar Arabico, è stato ucciso da un commando di 22 militari americani. Oggi Al Qaeda si è evoluta in un franchising del terrore che supporta e finanzia terrorismo altrui in diversi paesi, ha una struttura decentrata, successore di Osama è stato designato l’egiziano Al Zawahiri; sembra che, per l’FBI, Osama non è responsabile degli attacchi dell’11.9.2001, la CIA la pensa diversamente.

La Norvegia, per difendere pesca e acque territoriali ricche di petrolio, non ha aderito alla UE e si è accordata con la Russia per sfruttare i giacimenti di petrolio del mare di Barents, ha un’economia forte e al riparo della crisi, perciò è osteggiata dalla UE, che vuole stati deboli, per poterli assorbire. Come la Germania, si è ritirata dal bombardamento della Libia, con la Russia sfruttava i giacimenti di petrolio in Irak, perciò il ministro norvegese Gahr Store subì un attentato.

L’istituto Tavistock di Londra, assieme al programma Mk-Ultra e Monarch degli Usa, si serve della psichiatria per il controllo mentale individuale; per superare la resistenza psicologica, crea sicari controllati, alimenta complotti e strategia della tensione; con tecniche di manipolazione mentale mira a favorire il Nuovo Ordine Mondiale. Oggi in Norvegia un gruppo fondamentalista cristiano vuole salvare la Norvegia dalla conquista islamica e contrastare il multiculturalismo.

Avevano operato contro l’attuale disegno delle banche Jorg Haider e Dominique Strauss Khan, il primo, governatore della Carinzia, fu ucciso l’11.10.2008 in un incidente stradale, il secondo, candidato all’Eliseo, è stato distrutto da uno scandalo sessuale. Haider era stato accusato di essere gay, da parte sua, aveva accusato le banche di seguire metodi mafiosi che avevano provocato la crisi, voleva licenziare i manager corrotti asserviti alla nomenclatura ed era contro Nuovo Ordine Mondiale e Unione Europea; chiese nuove norme penali per punire i crimini finanziari, era contro il mondialismo e riceveva finanziamenti da Libia e Irak.

Come avvertimento per altri indisciplinati, tre anni più tardi fu la volta del direttore del FMI, il massone Dominique Strauss-Kahn, avversario di Sarkozy all’Eliseo, il 21.2.2012 è stato arrestato per un giro di prostituzione. Era stato scelto dal sistema perché ricattabile sessualmente, poi fu scaricato perché aveva invitato il FMI a cambiare politica, voleva combattere la disoccupazione, rilanciare la domanda, combattere la recessione e abbandonare il dollaro.

La Gran Bretagna lavora contro l’Europa, Usa e Gran Bretagna preferiscono difendere il ruolo del dollaro e avere un euro debole, perciò hanno lanciato un attacco speculativo contro i paesi Pigs europei; il tentativo di Strauss di salvare la Grecia e di stabilizzare l’euro andava contro il disegno della lobby che voleva la bancarotta degli stati d’Europa, per poi salvarli con l’aiuto del FMI e delle banche.

Il 14.5.2011 Strauss-Kahn fu arrestato e il gruppo Bilderberg fece capo del FMI la cattolica sionista Christine Lagarde, del gruppo Bilderberg che, per arrivare prima al Nuovo Ordine Mondiale, sosteneva una moneta unica, intanto per adesso si parla di accordo di libero scambio tra Usa ed Europa. Mario Monti appartiene al corpo dell’elite massonica e oggi, secondo alcuni, poiché manca il governo globale dell’economia, si punta al governo unico del mondo.

In Usa Obama ha ricevuto finanziamenti dalla multinazionale degli OGM Monsanto, che intende punire gli agricoltori che usano sementi naturali e concime naturale, nel 2009 la commissione europea ha vietato ai paesi europei di vietare la coltivazione di OGM della Monsanto. In Europa la finanza insedia i suoi uomini al potere come tecnici, come Monti e Papademos, sono cavalli di Troia di governi occulti.

Per timore, Berlusconi e Tremonti si sono contraddetti varie volte sull’euro, mentre il PD è sempre innamorato dei mercati, dell’Europa e delle banche; comunque, per superare la crisi, Tremonti propone una gestione comune della moneta, con estensione delle funzioni della BCE e introduzione degli eurobond, vuole maggiore disciplina di bilancio e governance comune. Come si vede, è reticente e forse prudente per autoconservazione e non affronta i veri nodi del problema.

Nel 2007 è esplosa la crisi dei derivati e dei debiti in Usa, l’Islanda ha dichiarato default, invece Grecia e Spagna si sono arrese alle regole dell’Unione, cedendo sovranità; le lobby finanziarie americane e inglesi hanno aggredito l’eurozona e l’Italia, le agenzie di rating, come ipotizzato da alcune procure italiane, grazie alla disinformazione, hanno fatto del terrorismo finanziario sull’Italia.

Le agenzie di rating in questione, in conflitto d’interesse, sono legate a banche speculative, sono Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch; con le multinazionali e le banche, tra loro collegate, controllano il debito di paesi e il mercato dei derivati che ha determinato la crisi, a loro volta, sono controllate da fondi d’investimento e da banche d’affari e sono remunerate da chi specula, sono assecondate dal governo americano, che indirettamente favorisce la speculazione internazionale. Invece la Cina e Canada si sono fatta una loro agenzia di rating indipendente, mentre l’Europa tarda a dotarsi di un’agenzia del genere.

Perciò Cina e Canada non hanno accettato il declassamento dell’Italia, inoltre il PM di Trani, Michele Ruggiero, ha aperto un’inchiesta su queste agenzie, su denuncia Adusbef e Federconsumatori; il 15.1.2012 il banchiere italiano Guido Roberto Vitale ha parlato di un complotto finanziario americano, a danno dell’Italia, accusando le agenzie di rating di essere eterodirette, con l’intento di speculare, attaccare l’euro e difendere, con la complicità del governo americano, la posizione monopolistica del dollaro.

Perciò i cinesi, prima dell’Europa, si sono creati una loro agenzia di rating indipendente dagli Usa, i cui dirigenti sono controllati e non ricevono bonus per favorire la speculazione; pare che Berlusconi doveva essere fatto cadere per l’alleanza con Putin e Gheddafi e per aver criticato la globalizzazione, l’Europa e l’euro, anche se è tornato prudentemente sui suoi passi. Voleva anche ridurre le tasse e controllare la spese, però il bilancio dello stato è un mistero e un buco nero e c’è chi, come il Vaticano, che lucra sulle sue entrate e sulle sue spese, non vuole modificare le leggi sul bilancio; inoltre, i costi standard minacciano la spesa sanitaria delle cliniche private della chiesa.

Berlusconi, come Tremonti, per istinti di autoconservazione, si è rimangiato le sue dichiarazioni e le sue promesse, anche le inchieste giudiziarie l’hanno tenuto sulla corda; invece Napolitano, osannato dalla televisione, ex stalinista e postcomunista, ora amico dei mercati finanziari, ha conferito l’incarico a Monti e si è espresso con chiarezza e senza contraddizioni a favore del Nuovo Ordine Mondiale. Monti e Papademos sono stati insidiati dai poteri finanziari, con l’accordo del Vaticano che, in Usa ed Europa, visto il suo peso finanziario, è più sentito dell’Italia; dal 2010 al 2012 l’Italia è stata oggetto di un attacco speculativo anglo-americano, con la collaborazione della Germania; era anche un attacco all’euro da parte del dollaro, con la complicità d’informazione prezzolata e di politici, soprattutto del PD; l’attacco speculativo è stato accompagnato da pessime valutazioni delle agenzie di rating sull’Italia.

Monti e Papademos sono membri della commissione trilaterale e del club Bilderberg, Papademos ha lavorato per la Federal Reserve ed è stato vicepresidente della BCE, è cavaliere di Malta, quindi legato alla finanza vaticana; Monti è stato dipendente di Goldman Sachs. La speculazione ha fatto alzare lo spread italiano e ha fatto crollare il governo Berlusconi, oggi a capo della BCE c’è un uomo di Goldman Sachs, Mario Draghi, perciò non esiste solo il conflitto d’interesse di Berlusconi, ma l’informazione drogata non lo ricorda.

Le banche d’investimento Goldman Sachs, Citigroup, Bank of America, Deutsche Bank, per recuperare le perdite sui derivati, anche a vantaggio di loro clienti come il Vaticano, sono state ricapitalizzate, aumentando la liquidità, da Federal Reserve e BCE, invece i parlamenti europei hanno perso la facoltà di tassare e spendere, cioè hanno perso la sovranità. Un movimento sinarchico gestisce gli stati con uomini fantoccio ineletti come Van Rompuy, Barroso e Monti; il gruppo Bilderberg pianifica gli eventi con la corruzione e favorisce cambi di regime, si riunisce segretamente e mira a dominare il mondo, gestisce banche centrali, stabilisce tassi, prezzo dell’oro e del petrolio e prestiti da concedere ai paesi.

Monti, osannato come Letta e Napolitano dalla televisione, è stato presidente della commissione trilaterale dal 2010 al 2012, in conflitto d’interesse perché premier italiano, membro della commissione trilaterale è anche Enrico Letta, fedele all’idea d’Europa e all’euro. Goldman Sachs è consulente negli investimenti delle società e amministra fondi previdenziali, nel 2005 Monti è stato suo consulente; Goldman Sachs, grazie alla corruzione, perché anche gli uffici pubblici si vendono, piazza suoi uomini in posti di governo, come Monti, Papademos, Draghi, Prodi, Letta, uomini che governano a vantaggio degli usurai e non del popolo. Monti è stato benedetto dal Vaticano e dal suo uomo in parlamento, Pierferdinando Casini.

Il progetto di Nuovo Ordine del Mondo è nato in ambienti anticattolici, però nel 2004 Giovanni Paolo II ne parò bene e così Benedetto XVI; per superare la crisi, provocata ad arte, si vuole creare un’autorità mondiale, questo progetto dovrebbe passare attraverso OMS, WTO, ONU, ONG, Banca Mondiale, FMI, BCE. In Usa si è sviluppato il neoconservatorismo che fa perno su liberismo e Nuovo Ordine Mondiale, ha avvicinato evangelici e sionisti cristiani, in rotta di collisione con l’Islam.

Nel 2012, alla riunione del gruppo Bilderberg, è stato dato l’annuncio della fusione tra il gruppo finanziario di Rothschild, che aveva sede in Inghilterra e quello di Rockefeller, che aveva sede in Usa; la sede del nuovo gruppo dovrebbe essere in Usa.  Rothschild lascia l’Europa dopo aver messo ai governi suoi uomini fidati, intanto si prepara lo scontro tra Usa e Cina, che è il maggiore creditore degli Usa ed ha dato l’assalto alle maggiori imprese occidentali, con investimenti in tutti i paesi, dalle materie prime, all’agricoltura, alle industrie e ai servizi. La Cina possiede il 20% del debito spagnolo e intende comprare parte di quello italiano, la Spagna in cambio consente alla Cina di svilupparsi in America Latina.

A gettare un ponte tra banchieri anglo americani e le lobby italiane è stato Carlo De Benedetti, presidente del gruppo Cir, leader dei girotondini di sinistra, nemico di Berlusconi, ora risiede in Svizzera, dove è stato preceduto dai suoi mezzi economici; De Benedetti è in rapporti con Rothschild ed ha appoggiato l’attacco speculativo all’Italia e la caduta di Berlusconi, contro il quale ha vinto una causa miliardaria per il controllo di Mondadori.

Un documento della Fondazione Rockefeller, pubblicato nel 2010, afferma che a breve una pandemia colpirà, con esiti fatali, il 20% della popolazione mondiale, che alcuni vaccini faranno stragi, perciò i cittadini, per questo motivo e a causa della crisi, accetteranno un governo autoritario mondiale e l’inserimento di chip biometrici sulle persone. Il virus si diffonderà e tante attività economiche falliranno, i toni sono religioso-apocalittici, il tutto fino all’arrivo del messia o ritorno di Cristo. Da ricordare che Rockefeller vorrebbe ridurre la popolazione mondiale a due miliardi.

La gente sarà ridotta in schiavitù e un microchip sostituirà la moneta, consentirà anche di controllare i movimenti delle persone; il documento afferma che, in tale quadro, i talebani dovrebbero riacquistare potere, probabilmente aiutati dagli Usa, consapevoli che la religione integralista favorisce l’obbedienza e la sottomissione delle persone. Le nazioni, a causa dei debiti, perderanno la sovranità, il mondo occidentale precipiterà nel caos e tornerò il feudalesimo, la classe media scomparirà, i ricchi si chiuderanno in fortezze e i poveri nei ghetti e nei campi; nel 2030 non ci sarà più differenza tra nazioni sviluppate e nazioni povere.

Questa propaganda, se non è un programma pianificato, mira a destabilizzare con il terrore e serve a traumatizzare la gente e a favorire colpi di mano, vuole scioccare il popolo e restringere la privacy, con il fine recondito di rendere accettabile a tutti il Nuovo Ordine Mondiale, in una lotta definitiva e risolutiva tra oligarchia e sottoproletariato. Poiché sempre più persone stavano acquistando consapevolezza dei disegni dell’oligarchia, bisognava evitare che il popolo si svegliasse e si ribellasse e invece deve accettare la sua sorte programmata, sotto un sistema totalitario globale, con il controllo e la libertà vigilata dei cittadini.

Nunzio Miccoli  www.viruslibertario.it; numicco@tin.it.

Bibliografia:

“Governo Globale” di Perucchietti e Marletta – Arianna Editrice.

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LA BUROCRAZIA STATALE (8/5/2013)

 Chi difende artigiani, agricoltori, operai e piccoli imprenditori, deve lottare contro lo statalismo e contro la burocrazia parassitaria, fatta di conformisti, formalisti, insicuri, arroganti, gregari, ossequiosi ai superiori e terribili con i dipendenti. La classe politico-burocratica è cresciuta di numero e al suo interno le persone creative, con il senso della responsabilità e del servizio, sono isolate; il successo dei partiti si regge anche sul clientelismo, che protegge la classe burocratica; intanto i piccoli produttori sono soffocati dalle tasse.

I burocrati sono di solito conformisti e conservatori, sono personalità insicure e bisognose di protezione, timorose di assumersi responsabilità; confidano su ordini e regolamenti; la classe parassitaria e sfruttatrice è la classe burocratica. Gli ideali progressisti sono stati usati per moltiplicare burocrazia, tasse e clientelismo; di fronte a un problema, si crea un ente o un ufficio pubblico, con fondi e personale, perché si crede di poter affidare allo stato la soluzione di ogni problema.

Purtroppo lo stato sociale sembra servire più i burocrati che ai cittadini, perciò le istanze federali o autonomiste si sono mischiate a quelle antifiscali e antistatali, con una rivoluzione dal basso del popolo dei produttori. In Jugoslavia, sotto il comunismo, Milovan Gilas aveva parlato della nascita di una nuova classe parassitaria tra i dirigenti del partito comunista, però questa degenerazione è avvenuta anche nello statalismo occidentale.

Con la scusa dello stato sociale, i partiti statalisti hanno imposto tasse e sacrifici al popolo, foraggiando le clientele burocratiche; in Italia la rivolta dei produttori ha provocato la nascita della lega.  Il consenso elettorale si è ottenuto con le assunzioni, la lottizzazione politica e il controllo dell’informazione; i dirigenti comunisti non volevano realmente la rivoluzione, ma miravano a una fetta del potere; la ottennero  con la compiacenza della DC, il tutto a spese dei produttori. Alla fine occuparono enti locali, sottogoverno, scuola, informazione, magistratura e banche.

Perciò le cattedre universitarie sono state distribuite a discrezione di partito, premiando mediocri, conformisti, opportunisti e isolando personalità creative e indipendenti. Così le università, i giornali e le istituzioni culturali sono cadute in mano ai fiduciari dei partiti. La spesa pubblica è cresciuta perché ogni partito di governo doveva fare assunzioni e concedere finanziamenti agevolati, mentre le tangenti facevano lievitare il costo delle opere pubbliche.

Diversamente dalla pubblica amministrazione i privati, bollati come evasori, lottavano per contenere i salari e riducevano il personale per ridurre i costi. La sinistra ha affidato allo stato servizi pubblici essenziali, favorendo così lo sviluppo della burocrazia conformista e conservatrice, parassitaria e sfruttatrice. Oggi i lavatori di sinistra provengono in prevalenza dalla classe politico-burocratica e occupano settori nevralgici dello stato.

Ormai gran parte della cultura è incapace di pensare in maniera innovativa, intimidita dal mondo accademico, dai burocrati e dai partiti; la burocrazia è ligia al potere, ossequiosa all’autorità, disprezza la gente comune e non ha il senso del servizio pubblico, è sottomessa al potere politico. Le rivoluzioni hanno spesso tradito le aspettative, moltiplicando la burocrazia. I funzionari di stato applicano fedelmente le decisioni del potere e perciò meritano un elevato trattamento economico, al posto dell’arbitrio personale applicano la norma, il che li rende tanto formalisti.

La burocrazia è stata sempre strumento essenziale di ogni potere, tutte le dittature hanno potenziato la burocrazia, perché la classe burocratica è l’alleato ideale di un progetto di dominio e di sfruttamento, in cambio i burocrati chiedono privilegi. La burocrazia è stata nemica naturale del mercato e dell’iniziativa privata, i ceti produttivi sono visti con sospetto perché accusati di evasione e a causa del loro spirito indipendente.

Gli ottimisti ritengono che lo stato possa moltiplicare i pani e i pesci per i protetti, ma esso in passato ha sottoposto a spoliazione i contadini e oggi tutto il popolo dei produttori. Si è tentato di risolvere il problema della disoccupazione, non con il controllo delle nascite, ma aumentando il numero dei burocrati, perciò si è formata una simbiosi tra politica e burocrazia; infatti, i burocrati dipendono dai politici per la loro sopravvivenza, i privilegi e la carriera, essi sono insicuri e irresponsabili, s’identificano con l’autorità e schiacciano il comune suddito.

Il burocrate sacrifica la libertà alla propria sicurezza, non ama il rischio e invidia chi vive in modo indipendente. I burocrati vivono di attività inutili e trovano godimento a imporre procedure assurde, esercitano la sopraffazione con la pignoleria e il formalismo e si dilettano sadicamente a perseguitare cittadini e dipendenti. Il lavoro del burocrate è spesso presenza oziosa e inutile in un luogo inutile, il suo rituale assurdo è imposto agli altri; egli non capisce lo scopo del suo lavoro, anche se è tanto pignolo, suo fine è ottenere note di merito e la promozione, come uno scolaretto.

Ogni gerarchia è così, soprattutto quelle militari. Il rapporto gerarchico e autoritario, secondo Reich, si fonda su persone sado-masochiste, sopra sono i sadici e sotto i masochisti. Queste personalità sono terrorizzate dall’idea di dover prendere delle decisioni autonome, con il rischio di svelare la loro inadeguatezza, perciò preferiscono obbedire. Perciò pare che al comando siano finite personalità esecutive, infatti, il potere desidera sempre strumenti ciechi, sono personalità infantili, insicure e obbedienti.

Il piccolo produttore invece appartiene a un mondo che rischia in proprio ed è autore della sua fortuna, è autonomo e responsabile; i cambiamenti della società possono venire solo dai piccoli produttori non protetti dai partiti e non dai burocrati; anche gli accademici sono diventati burocrati protetti dalla politica, caratterizzati da servilismo. La carriera del magistrato, del militare e del funzionario è spesso una tradizione familiare, cioè, contro il merito, è diventata ereditaria.

Purtroppo al popolo dei produttori manca ancora una sua coscienza di classe e una strategia dei propri obiettivi; purtroppo sembra che in Italia sia anche impossibile governare senza il consenso della chiesa, destra, centro e sinistra sono attenti a non scontentare il Vaticano; per volontà anche della chiesa, ch troneggia sullo stato e perciò è coccolata dai partiti, la burocrazia ha salari e pensioni migliori del settore privato. L’integralismo cattolico cerca di imporre la propria etica e il proprio dogmatismo, ma la cultura della morte non è l’aborto, ma quella che combatte la contraccezione che provoca gravidanze indesiderata, aborti clandestini, mortalità infantile, emigrazione, disoccupazione, fame, devastazione ambientale e guerre.

La lega ha guadagnato voti solo quando ha fatto dell’antistatalismo e quando parla di rivolta fiscale e di federalismo; purtroppo in politica sono premiati i cinici e i furbi ed emarginati gli idealisti indipendenti, ai vertici sono i servi del principe e in genere l’informazione impedisce un vero  confronto critico e nasconde le notizie. La DC dopo la guerra ricevette i suffragi per paura del comunismo, oggi il voto cattolico motivato da ragioni religiose non esiste più, ma esiste il voto clientelare e i condizionamenti vaticani sulla politica che si fanno passare per voto cattolico.

Lo stato deve accogliere i reclami contro gli abusi della burocrazia e premiare i burocrati disponibili verso il pubblico; i lavoratori indipendenti sono un terzo della forza di lavoro, i dipendenti del settore privato la metà, uniti e senza i condizionamenti dei partiti possono riformare lo stato.  I privati sono soggetti a pensioni di fame, licenziamenti, fallimenti, salari bassi, invece la burocrazia ha pensioni e retribuzioni migliori, vive nell’ozio e nella sicurezza e nessuno la può licenziare. La burocrazia è però alleata del sindacato e dei partiti statalisti.

I gangli del potere accademico, giornalistico, scientifico, bancario e dei magistrati sono stati appaltati agli amici del regime, ciò ha degradato il nostro mondo culturale, finito nelle mani di pseudo-intellettuali disposti a prostituirsi alla convenienza politica. L’università non può essere appannaggio di accademici che preferiscono la sicurezza alla libertà; accademico è diventato sinonimo di sterile, convenzionale e conformista. Bisogna finirla con i burocrati e i professionisti della politica.

La segretezza, garantita dalla falsa o lacunosa informazione  è il principio della tirannia; è da ricordare che anche con il governo di centro sinistra c’è stata, oltre che la dilatazione delle funzioni dello stato e della burocrazia,  maggiore concentrazione di ricchezza e più moderazione salariale; inoltre, sono aumentati i poveri, i privilegi e la pressione fiscale. La sinistra, tradendo i comuni lavoratori, ha protetto le banche e i capitalisti e ha coccolato i mezzi d’informazione; i giornalisti sono prevalentemente di sinistra e sono diventati sempre di più asserviti al potere.

Dal 1939 a oggi in Italia i lettori di quotidiani sono aumentati in maniera modesta, anche se l’istruzione è molto aumentata, è accaduto ciò perché i quotidiani in realtà nascondono le notizie;  anche perché godono di provvidenze pubbliche e di aiuti dalle industrie, hanno i proventi della pubblicità che serve a condizionarli, graziosamente concessa loro se sono accomodanti con il sistema; non possono criticare chi finanzia le loro testate, il direttore responsabile, erede del fascismo, esplica la sua attenzione in questo campo.

Le nomini a dirigenti dei maggiori enti sono sempre fatte in accordo con i partiti di governo, che naturalmente si aspettano gesti di gratitudine, come contratti, promozioni e assunzioni per i loro protetti. Perciò, i ministri che dovrebbero controllare questi organismi, alla fine ne garantiscono l’impunità; anche il ministero delle finanze ha favorito le esattorie che vivono di agi, una forma di tangente.

In Italia la presenza delle forze di polizia di fronte alla criminalità è ridotta al minimo e si preferisce l’intervento successivo alla vigilanza sul territorio, eppure in Italia esiste un poliziotto ogni 217 abitanti, in Svizzera uno ogni 598, in USA uno ogni 335, in Giappone uno ogni 558, in Israele uno ogni 310. A Roma vi è un poliziotto ogni 88 abitanti, a Bergamo uno ogni 2.079 abitanti; fra i poteri dalla magistratura italiana vi è la discrezionalità essa, infatti, può rinviare, e procrastinare "sine die" deliberazioni e decisioni.

In Italia il consiglio superiore della magistratura è costituito da uomini di collaudata fede politica e di totale subordinazione al potere governativo. I magistrati sono legati ad antichi e consolidati sodalizi, essi sono facilmente condizionabili nelle loro deliberazioni riguardanti gli incarichi, che perciò non possono rispondere ad assoluta imparzialità. Sarà per questo che oggi nelle carceri italiane alloggiano solo piccoli criminali comuni.

Nunzio Miccoli  www.viruslibertario.it; numicco@tin.it.

Bibliografia:

“Il manifesto dei liberisti” di Luigi De Marchi – Edizioni Seam,

“Nemici a nord, sud, est, ovest” di Massimo Dolazza – Leonardo Facco Editore.

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LA VERITA’ RENDE LIBERI, MA SI TROVA SOLO SULLA RETE (18/3/2013)

 Mario Draghi ha affermato che l’Italia, anche senza un governo, ha il pilota automatico, cioè va avanti come se lo avesse; l’informazione di corte ha interpretato in maniera discutibile l’asserzione; secondo me Draghi voleva intendere che parlamento e governo in Italia non contano più niente, perché il paese non è sovrano, ma è telediretto da commissione europea, BCE, sistema delle banche, Nato e Vaticano; l’informazione è supina a questi poteri perciò, in cambio di privilegi, nasconde le notizie.

In Italia, presso le istituzioni, esistono segretari generali, ragionieri generali, procuratori generali, governatore della banca centrale, ecc. che sono i garanti locali dei poteri occulti, in grado anche di favorire le crisi di governo; i parlamentari contano poco e, arrivando in parlamento, hanno solo vinto la lotteria; i membri del governo hanno solo conquistato il palo della cuccagna del governo, senza possibilità di cambiare alcunché; in pratica, la sovranità del parlamento e del popolo non esistono e sono una beffa, il parlamento ha perso i suoi poteri prima a favore dei partiti, poi a favore del governo e delle varie autorità e poi a favore dei poteri occulti.

Nella storia le monarchie assolute, gli imperi e gli stati accentrati sono stati preceduti dalle federazioni di tribù che riflettevano le varie etnie; lo stato centrale si disgregava quando, a causa di liti nella ripartizione delle tasse da protezione, i baroni e i notabili locali si ribellavano al potere centrale, reclamando autonomia. Quando il popolo è sovrano e l’autonomia è richiesta a maggioranza, essa dovrebbe essere un diritto indiscusso di autodeterminazione, però questa sovranità non è mai esistita, perché il popolo è stato sempre manipolato e telediretto. Oggi, con un progetto mondialista, il potere si allontana sempre più dal popolo, contro partecipazione e sovranità popolare, perché, da sempre, il governo si fonda sull’esclusione dal potere dei più da parte dei meno.

Sulla permanenza nell’euro, Grillo ha chiesto un referendum consultivo, è da ricordare che noi italiani entrammo in Europa proprio grazie ad un referendum consultivo, però la costituzione nega che un referendum del genere si possa fare per abrogare trattati internazionali; però il Movimento 5 stelle può fare un referendum consultivo via rete. La nostra costituzione è violata dal legislatore ordinario e dai trattati europei, però la sovranità del popolo è intaccata anche dalla stessa costituzione, quando è negato al popolo il referendum in materia fiscale e in materia di trattati e quando i parlamentari sono eletti senza vincolo di mandato, così possono cambiare facilmente casacca. Grillo propone anche una democrazia diretta, sarebbe una bella cosa, ma i vecchi partiti, poiché vogliono le mani libere, non la desiderano.

Dopo lo scandalo del Monte Paschi, a direzione PD, è esploso anche lo scandalo dell’Unipol, sempre a direzione PD, Unipol ha fatto un enorme aumento di capitale per acquistare Fondiaria Sai, pagata spropositatamente come la Banca Antonveneta da parte del Monte dei Paschi. Con l’operazione, i risparmiatori che sottoscrissero l’aumento di capitale ci hanno rimesso molti soldi e le azioni Unipol si sono svalutate da 45 euro a un euro l’una.

In Italia il pareggio di bilancio richiederà la riduzione della spesa sociale e l’ulteriore deregolamentazione del mercato del lavoro, intanto continua il processo di delocalizzazione delle imprese; questa crisi sta anche favorendo la riduzione dei diritti, mentre i mercati speculano sui debiti pubblici, sulle privatizzazioni e fanno aumentare i tassi in Italia e Spagna.

La regione Sicilia ha revocato l’autorizzazione all’installazione del MUOS, un gigantesco sistema di antenne radar satellitari voluto dagli Usa, fonte di radiazioni dannose per molti chilometri, però gli Usa continuano a lavorare alla realizzazione della base; a causa di questa posizione della regione, i poteri forti si sono mossi contro il presidente della Regione, Rosario Crocetta, preparando i dossier, come stanno facendo con Grillo, Crocetta ha dichiarato di aver paura. La politica e la guerra si fanno anche con l’informazione e con la magistratura.

E’ da ricordare che Enrico Mattei si mise contro le sette sorelle petrolifere, voleva far uscire l’Italia dalla NATO e metterla a capo di paesi non allineati, perciò fu ucciso su mandato USA e con esecuzione della mafia, collaterale alla massoneria e dal 1945 al servizio degli americani. Una sentenza ha riconosciuto che Mattei subì un attentato, con complicità anche nei servizi segreti italiani; Tommaso Buscetta ha affermato che nel 1957 la commissione della mafia, su mandato di Cosa Nostra americana e del governo americano, decise l’uccisione di Mattei; la mafia è stata spesso braccio armato del potere, è sempre in collegamento con la politica, perciò non si può distruggere, ma subisce solo epurazioni periodiche e cambio di capi.

Nei consigli regionali di Lazio e Lombardia sono sotto inchiesta PD, Lega Nord e PDL per finanziamento illecito ai partiti e corruzione, si tratta di 2,2 miliardi di euro dal 1994 al 2008, la corte dei conti ha accertato improprio utilizzo di fondi. Il finanziamento ai partiti fu introdotto nel 1974, vietando finanziamenti da parte di enti pubblici e società a partecipazione pubblica e da parte d’imprese private; il finanziamento era di 60 miliardi di lire, poi saliti a 182 milioni di euro e quindi ridotto recentemente a 91 milioni di euro.

Grillo e Renzi vogliono abolirlo, il referendum dei radicali, malgrado la pronuncia favorevole degli italiani, non servì ad abolirlo. Le richieste di rimborso elettorale devono essere supportate da documenti, sottoponendo il tutto al controllo di una società di revisione e di una commissione della camera; tuttavia questi controlli non hanno funzionato e i partiti hanno speso meno della metà di quello che hanno ricevuto, non hanno più le costose sezioni di una volta e per la propaganda si servono della televisione, che così risparmia sulla programmazione; perciò, come afferma Grillo, gli italiani sono stufi di talk show e di giornalisti televisivi che ospitano politici.

Il nuovo papa Francesco, forse sarà incline verso i poveri e contro la corruzione, però è stato sostenitore delle dittature argentine di Peron e Videla, è una tradizionalista contrario ad aborto, eutanasia e matrimoni gay; però è in grado di conciliare conservatorismo dottrinale con il consenso dei fedeli e potrebbe fare importanti riforme. All’apertura del conclave non c’erano solo i due partiti tradizionalista e progressista, ma anche il partito curiale romano, fatto soprattutto d’italiani, e quello anticuriale di vescovi provinciali, al primo faceva capo Bertone e al secondo Scola, Ratzinger era stato un curiale.

L’ex segretario di stato Sodano, con voto di compromesso, ha fatto convergere i voti sui Bergoglio che perciò si è affermato rapidamente al quinto scrutinio; ci si aspetta da questo papa che sia in grado di riformare la curia, introducendo più collegialità, cioè dando più potere ai vescovi provinciali, di riformare l’Ior e di combattere gli scandali della chiesa, anche perché ha detto di essere con i poveri. Come l’Italia, anche la chiesa da duemila anni, ha invocato sempre delle riforme interne, la chiesero Bruno, Campanella, Savonarola e i concili di Pisa, Costanza e Basilea, ma, con la sua riforma protestante, arrivò prima Lutero; alla classe politica italiana hanno chiesto riforme i cittadini, ma è arrivato prima Grillo.

Poiché i gesuiti hanno sempre due anime, il gesuita Bergoglio è accusato di complicità nell’arresto di due gesuiti sovversivi, al tempo della dittatura del generale Vileda in Argentina; era superiore provinciale della compagnia di Gesù ed escluse i due sacerdoti dalla compagnia; da Mussolini, Hitler, Franco, Salazar, Pavelic, Peron a Videla, il Vaticano era stato sempre in rapporto stretto con le dittature; Bergoglio aveva fatto parte delle guardie di ferro di Peron e quando divenne superiore provinciale legò l’università dei gesuiti alle guardie di ferro, era in relazione costante con il governo. Questi fatti non escludono che Francesco possa essere effettivamente un riformatore della chiesa, forse è la volta buona.

Pare che gli italiani non meritano tutta la stessa attenzione e tutela da parte d’informazione, tribunali e politica, 3.000 italiani sono detenuti all’estero, in attesa di giudizio, soprattutto per piccolo possesso di droga; invece sui due marò accusati di uccisione, per errore, di pescatori indiani scambiati per pirati, se ne è parlato molto; sono andati in licenza, ricevuti dal presidente della repubblica e ora l’Italia, tradendo i patti fatti con l’India, si rifiuta di consegnarli alla giustizia indiana.

In Italia chi uccide rapinatori o detenuti che tentano l’evasione, è processato, in guerra uccide anche il fuoco amico; l’uccisione dei pescatori è stata un errore, come un errore della nave entrare nel porto indiano, se la competenza giurisdizionale era italiana; colpisce il comportamento dell’Italia in altri casi di reclusione d’italiani all’estero, pronta anche a pagare per sequestri di tecnici, giornalisti e turisti.

Negli sviluppi del caso dei due marò incide la vicenda delle tangenti pagate da Finmeccanica per le vendite di eliocotteri e che ledono l’onorabilità di settori del governo indiano,  per vendere armi, la corruzione è praticata da tutti i paesi; ma lo zelo dimostrato dall’Italia nel difendere i due marò offende gli indiani, perché sembra che la vita dei loro pescatori valga poco per gli italiani. Il governo di Monti il Salvatore, poiché afferma che la competenza giudiziaria è italiana, invece di concedere licenze ai due marò, per quietare gli indiani dovrebbe subito processarli; ma forse gli indiani temono un’assoluzione perché la giustizia è sempre un po’ bizzarra.

Invece di mancare alla parola, l’Italia avrebbe potuto anche chiedere un intervento dell’ONU, alla quale fornisce truppe e navi per il contrasto alla pirateria, gli appelli al negoziato, poiché mettono le parti sullo stesso piano, servono a poco; inoltre l’Italia avrebbe potuto chiedere con più forza il sostegno dei suoi soci europei, visto che i due marò erano in  servizio su navi mercantili per fare di contrasto alla pirateria.

Per tutelare il risparmio e superare la crisi del debito, l’intesa europea per un’unione bancaria, implica, come primo passo, la vigilanza da parte della BCE sulle maggiori banche dell’eurozona; il resto della vigilanza sarà svolto dalle banche centrali nazionali, poi ci saranno altre funzioni devolute alla BCE. La Gran Bretagna, che tiene alla sua autonomia bancaria e alla sua sovranità, non ha aderito all’accordo, però l’Italia non è un paese sovrano e pare anche che un gruppo bancario anglo- tedesco voglia acquisire Banca Intesa e un gruppo arabo Unicredit.

Secondo l’articolo 47 della nostra costituzione, quest’unione bancaria è illegittima, perché spetta alla repubblica italiana, se vuole essere sovrana, il controllo e la disciplina sul credito, funzioni esercitate attraverso il Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio e la Banca d’Italia, che però a volte ha omesso di vigilare; secondo la nostra costituzione, la Banca d’Italia non è organo costituzionale e perciò non è autonoma dal governo; però il PD e gli economisti di corte, cioè del governo occulto delle banche, che controllano la Banca d’Italia, ne hanno sempre difeso l’autonomia, con lo scopo di sottrarre banche e banche centrali al controllo di governi di qualsiasi colore.

Così siamo arrivati alla crisi bancaria attuale, però, secondo la nostra costituzione, la libera concorrenza non può estendersi al governo assoluto esercitato dalle banche, ma il credito va coordinato dal governo del paese; è da ricordare che il trasferimento di tante competenze all’‘Europa è stato fatto in violazione della costituzione, ma il partito europeista e quello delle banche hanno fatto finta di niente. Se la costituzione non è solo un dogma-feticcio e vogliamo essere coerenti, o si cambia la costituzione o si recede dai trattati europei.

Negli anni ‘70 iniziò il neoliberismo di Thatcher e Reagan, il cui scopo era favorire profitti, investimenti e occupazione, in realtà ha favorito disoccupazione, calo della domanda, calo degli investimenti e, facendo credito con poche garanzie, aumento dei debiti. I neoliberisti affermano che il mercato, privo di regolamenti statali, è in grado di autoregolamentarsi ed è più efficiente dello stato che spreca risorse. Però le privatizzazioni non hanno migliorato i servizi, ma hanno aumentato i prezzi e la concentrazione di ricchezza, poi, con la crisi dei mutui e dei derivati, i governi e l’Europa sono intervenuti per salvare le banche.

Con questi interventi, sono aumentati i debiti pubblici degli stati, ridurre il debito pubblico con misure di austerità ha fatto cadere domanda, occupazione e investimenti; il calo dei salari e il blocco del turnover, con la stretta sulle pensioni, ha favorito il calo della domanda da parte delle famiglie; la riduzione salariale ha favorito solo la concorrenza nei confronti dei paesi terzi, il rigore di bilancio serve a garantire i creditori esteri del debito pubblico, essi non vogliono rischiare come con l’Argentina.

L’Europa avrebbe potuto agire con più oculatezza; per combattere le distorsioni, avrebbe dovuto favorire l’armonizzazione fiscale e scolastica, è assurdo parlare di libera circolazione di persone e di capitali quando la scuola e le imposte sono diverse; perciò il responsabile principale della situazione di crisi non è l’euro, ma adesso, per uscire dalla deflazione economica, il primo passo è l’uscita dall’euro e riconquistare la sovranità monetaria. In Europa ci potrà essere una zona di libero scambio senza dazi, ma se le cose non miglioreranno in fretta, si tornerà al protezionismo e al controllo sull’immigrazione.

Anche in Germania alcune banche denunciano perdite e le vendite al dettaglio stanno calando, la crisi è sentita in tutta Europa, sta crollando un modello di sviluppo fondato sul debito alimentato dalla deindustrializzazione che ha fatto cadere produzione e domanda interna. L’Unione Europea tarda a regolamentare derivati e banche e la finanza è prevalente su lavoro e produzione, in Italia l’associazione bancaria ha surclassato confindustria nel dialogo con il governo; le leggi si fanno su commissione bancaria. Calano reddito e scambi all’interno dell’Europa, cala anche l’export della Germania, che si era illusa di poter continuare a navigare con il vento in poppa, quando gli altri paesi erano in crisi, a essi raccomandava austerità e lotta all’indebitamento.

Stati Uniti e Giappone hanno conquistato competitività immettendo grande denaro nel mercato, mentre l’Europa vuole raggiungerla riducendo salari e spesa sociale; la pubblica amministrazione italiana non ha ancora fatto la lotta agli sprechi, non ha ridotto le spese per la politica, per la chiesa e non ha ridotto i privilegi fiscali. Con la lotta all’evasione degli ultimi anni già si sarebbe potuto garantire un reddito minimo alle fasce più disagiate, invece di acquistare armi.

La sinistra tedesca vuole eliminare i contributi annuali versati alle chiese da 200 anni, pari a 475 milioni di euro l’anno, per pagamento di stipendi a vescovi e preti; anche in Italia la politica dovrebbe lottare per eliminare i privilegi della chiesa, l’8%° Irpef e dovrebbe rilanciare la laicità e la sovranità dello stato. Il Bundersrat o camera dei lander tedesca, con il sostegno principale della sinistra rosso-verde, ha bloccato Mes e Fiscal Compact, approvato all’unanimità dal parlamento italiano, che si stringe intorno al papa e all’Europa, perché antipatico agli italiani; a causa della scelta tedesca, fino alle prossime elezioni la Germania non entrerà nel fiscal compact, che ha generato in Europa crisi economica e rivolte sociali.

Un’agenda nascosta mira a ridurre la sovranità degli stati a vantaggi della BCE, che è una banca privata; la Germania ha imposto una disciplina fiscale, però in Germania la spesa sociale è più alta che in Italia, in Germania esiste il reddito minimo di cittadinanza, invece in Italia lo stato si appropria dei contributi dell’Inps e dell’Inail per fare cassa. Diversi paesi sottoscrittori del trattato di Maastricht del 1991 non hanno rispettato il tetto del deficit del 3% sul Pil, cioè non è vero che solo l’Italia non rispetta i patti; il patto di stabilità ha rafforzato il principio dell’equilibrio di bilancio ammettendo nel breve termine solo un deficit tollerabile dello 0,5%; chissà se i paesi europei riusciranno in questi impegni, sottoscritti da tutti e imposti dalla Germania.

Per ridurre disoccupazione, imposte e debito pubblico, bisogna tassare grandi patrimoni, chiesa e ridurre sprechi e privilegi, l’austerità fa calare la domanda e aumentare la recessione. Per Keynes, quando c’è la crisi, i governi devono attuare una politica economica attiva ed espansiva, adottando idonea politica fiscale, monetaria, salariale, sociale, industriale e dei lavori pubblici, anche attraverso l’aumento del deficit, riducendo i profitti a favore dei salari. Fino ad oggi, Usa ed Europa, all’insegna del neoliberismo, hanno perseguito una politica opposta.

A causa della crisi, in Francia Marine Le Pen ha proposto di uscire dall’euro, ma l’informazione di corte non ne ha parlato, perché gli italiani devono continuare a dormire e l’euro è un dogma di politica e informazione; Marine Le Pen ha chiesto anche la denuncia del trattato di Schengen, la Francia non vuole più altri lavoratori stranieri, anche dell’area euro. Le Pen ha invocato protezionismo, difesa dei confini e ha chiesto di mettere la costituzione francese prima del trattato di Lisbona; in Italia queste cose le sostiene solo Grillo, sul quale, ora che non c’è più Berlusconi, fanno ironia i commentatori di corte che appaiono in televisione.

La borsa di Wall Street subì crolli nel 1929, nel 1987, nel 2001 e nel 2008, ora l’America, a causa delle delocalizzazioni industriali che hanno favorito disoccupazione e indebitamento, è in crisi e perciò la Cina propone di abbandonare il dollaro a favore dei diritti speciali di prelievo, composti di un paniere di valute, tra cui lo Yuan; intanto Cina, Germania, Russia e India acquistano oro. Il Giappone ha risposto alla crisi svalutando lo yen e anche l’America lo sta facendo con l’aumento dell’emissione monetaria; invece l’Europa, poiché ha la bilancia commerciale in attivo e vuole prevenire l’inflazione, per superare la crisi, punta alla riduzione dei salari e dello stato sociale.

La Cina vuole anche aumentare i salari e la domanda interna, intanto invita operatori finanziari e industriali esteri a trasferirsi in Cina; la BCE è indipendente dai cittadini europei e dagli stati ma non dai poteri occulti, dovrebbe favorire l’abbassamento dei tassi d’interesse in alcuni paesi e così favorire credito e ripresa industriale; in Germania l’afflusso in banca di capitale estero, anche mafioso da riciclare e che in Italia non si può riciclare, ha alimentato, assieme alle esportazioni, l’attivo valutario ed è servito alle imprese per finanziarsi a tassi più bassi che negli altri paesi, favorendo l’industria tedesca.

Negli ultimi anni in Usa il deficit pubblico ha superato il 10% del pil, però FBI e tribunali stanno indagando sulle operazioni di trading delle banche, che consentono di comprare e vendere rapidamente prodotti finanziari a fini speculativi; poi gli ordini sono velocemente cancellati ed è difficile risalire alle operazioni. Queste operazioni destabilizzano i mercati, in finanza, qualunque cosa dica la legge, si fa regolarmente insider trading, aggiotaggio, collabora con essa l’informazione prezzolata e società di rating che aiutano a speculare.

In Italia partiti e informazione hanno affermato che si rischiava di non pagare gli stipendi pubblici, non era vero, ma queste voci servivano a buttare giù la borsa e a far aumentare i tassi sul debito pubblico. In Italia una trasmissione di Report evidenziò che due società, legate alle banche, compravano e vendevano gli stessi quantitativi di titoli, per influenzarne i prezzi e guadagnare.

La chiesa ha collezionato privilegi e ha compromesso l’indipendenza e la sovranità dello stato, la classe politica, attaccata ai suoi privilegi e lontana dal popolo, per essere sostenuta dalla chiesa, che ha il controllo dello stato, ha delegato i temi morali alla chiesa, ha messo da parte la laicità e politica e televisione fanno sempre ampi elogi al papa; eppure anche in chiesa si fornica, c’è corruzione e vi si violano i comandamenti di non rubare e di non fornicare, cioè non si dà il buon esempio ma si predica bene; in Vaticano esistono lobby di gay, pedofili e massoni che favoriscono le carriere interne ed eleggono i papi.

Vi esiste una rete di accomunati dall’orientamento sessuale, il Vaticano è un paradiso fiscale e la Banca IOR ha fatto riciclaggio di denaro mafioso; vescovi e Vaticano controllano tante banche italiane, perciò oggi soffrono delle sofferenze del sistema bancario speculativo, nelle cliniche private della chiesa c’è corruzione. La chiesa non è interessata al buoncostume e alla banca etica.

La banca etica teoricamente non dovrebbe fare speculazione, riciclaggio, non favorisce evasione fiscale, non finanzia le industrie di armamenti e traffico di droga, non finanzia gioco d’azzardo, usura, prostituzione, alcol e tabacco; la finanza etica dovrebbe essere solo al servizio delle persone e delle piccole imprese. Invece le banche ordinarie preferiscono finanziare a tasso di favore gli amici, a volte seduti nei loro consigli di amministrazione, anche quando questi sono in sofferenza; i debiti gonfiati artificiosamente di banche e grandi imprese sono denaro sonante che finisce nelle tasche di qualcuno.

Le società segrete sono partiti segreti che intessono trame e complotti e affari, condizionano o fanno guerra ai governi, ne fanno parte la crema della società, però tra esse esiste anche un livello più alto di personaggi che vogliono restare anonimi; essi costituiscono il governo mondiale invisibile di uomini d’onore o onorevoli che non hanno perso la faccia, perché non devono lavorare per vivere e, grazie ai paradisi fiscali, non devono pagare imposte, inoltre sono irresponsabili.

Nel 1717 nacque la massoneria moderna con sede a Londra, nel 1773, per opera del gesuita Adam Weishapt e del banchiere, presunto ebreo, Amschel Mayer Rotschild, nacque a Francoforte la società segreta degli illuminati bavaresi, nel 1777 gli illuminati aderirono alla massoneria e Rotschild fece base a Londra, diventando baronetto. Gli illuminati avevano la struttura delle società segrete dei gesuiti, abituati a complottare e a tessere intrighi in tutti i paesi; le loro scuole, la loro religione e la loro scienza erano solo un paravento.

Lo scopo degli illuminati e della massoneria era inizialmente anche affermare alcuni diritti del cittadino e imposero anche una visione laica della società, al loro livello superiore si accedeva solo per cooptazione; le società segrete sono esistite anche in Egitto, Grecia e Roma, erano partiti che tramavano contro il potere, ma erano anche infiltrati dalla polizia e collaboravano in incognito con partiti, a volte erano collegate con poteri criminali; simbolo degli illuminati era la piramide con l’occhio che tutto vede, che esiste anche sulla banconota da un dollaro.

Oggi, abbandonato il tema dei diritti del cittadino, la massoneria, nelle sue divisioni, è interessata solo agli affari, alla speculazione e al potere, nelle sue sfere più altre mira a realizzare il nuovo ordine mondiale; la chiesa ha ritirato la scomunica alla massoneria e partecipa con il Vaticano alle strategie massoniche, in Vaticano esiste anche una loggia massonica e dei gesuiti ne fanno parte; comunque anche il Vaticano ha organizzazioni che operano in segreto, come l’Opus Dei.

La sinarchia massonica, o governo occulto o ombra della massoneria, sancisce la separazione tra testa e corpo, cioè tra governo occulto e sudditi, è una diversa concezione dello stato e un ritorno alla schiavitù e alla deprivazione dei diritti, non si parla più di partecipazione popolare alle decisioni, perciò la democrazia e la sovranità popolare stanno morendo. Come le grandi religioni, le sette segrete sono dirette da iniziati separati dai profani.

In genere, la verità è celata ai membri comuni della società e delle organizzazioni segrete e delle religioni, un consiglio superiore, come la commissione della mafia, nasconde alle masse e agli aderenti la vera natura dell’organizzazione. La compagnia di Gesù ha manipolato per secoli la politica e per questo fu espulsa a diversi paesi, con una loro divisione erano una società segreta e militare che creava altre società segrete; i gesuiti hanno fatto complotti e traffico di schiavi, sono diretti da un papa nero che solo pro-forma obbedisce al papa, il quale solo teoricamente è un sovrano assoluto.

I gesuiti ispirarono e finanziarono fascismo e nazismo, arrivarono in Cina, India, Giappone e America latina; come nell’esercito, coltivano disciplina e obbedienza, ma oggi in America sostengono anche i diritti, cioè sostengono i due partiti contrapposti; i Rothschild finanziarono illuminati, gesuiti e hanno trafficato in armi e droga. I gesuiti hanno amato essere nei due campi opposti e perciò hanno alimentato anche l’antisemitismo, hanno fatto pubblicità ai protocolli dei Savi di Sion; però i Rothschild hanno aiutato il sionismo e la rinascita di Israele, non hanno sofferto persecuzioni naziste e, assieme alla finanza in genere, hanno finanziato il partito nazista.

I gesuiti hanno ispirato assassini di re e presidenti, si camuffano con la maschera dell’agnello e della religione, con la scienza e l’umanitarismo, perseguono i loro fini con tutti i mezzi e tramite tutti i partiti; guidano le persone giocando sulla loro ambizione e sulla loro sete di denaro; oggi sono al vertice della massoneria; gli esercizi spirituali sono la loro ritualità, sono un potere occulto con agenti in ogni centro di potere, con i cavalieri di Malta controllano le polizie segrete e i servizi segreti ed entrambi gli eserciti in guerra, perché la guerra è un grande affare.

Gli ebrei comuni sono oggi ostaggio della massoneria, ci sono falsi ebrei finanzieri, sono il capro espiatorio, tuttavia tardano a recidere i legami con chi li strumentalizza, forse perché si sentono protetti. I gesuiti istigavano i re alla guerra, erano occultisti e professano l’obbedienza assoluta; dopo l’indipendenza, gli Usa non vollero i gesuiti in Usa, ma oggi l’America è controllata anche da loro, il loro simbolo è il sole, che è il simbolo di tante religioni antiche; il culto del sole è stato prevalente nelle grandi civiltà. In politica i gesuiti non hanno pregiudizi, non sono ideologici e perseguono solo il potere, anche loro hanno in agenda il Nuovo Ordine Mondiale e, fin dall’infanzia, con le loro scuole, addestrano le persone a vivere in una società telediretta.

Bertrand Russell, che era massone, ebbe ad affermare che un giorno, grazie alla manipolazione genetica, i governanti avrebbero favorito la nascita di specie diverse di governanti e governati; si riferiva al governo occulto, in quella situazione una rivolta di un popolo pecora sarebbe stata impossibile; il Nuovo Ordine Mondiale vuole disparità sociale e sottomissione e non contestazioni o rivolte sociali, vuole il ritorno alla schiavitù, in questa generazione la scienza genetica sta fornendo i mezzi per realizzare questa impresa.

Nunzio Miccoli   www.viruslibertario.it numicco@tin.it.

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L’ITALIA SOTTO L’EUROPA (4/2/2013)

 Nella vicenda MPS, probabilmente, per acquisire Antonveneta dal Banco Santander, sono state pagate plusvalenze o mazzette o mediazioni o provvigioni o tangenti; è da ricordare che, nelle acquisizioni internazionali, si sono fatte operazioni del genere con Montedison, Enimont, Telecom, lo fanno anche le squadre di calcio quando acquistano calciatori all’estero, con le plusvalenze rimpinguano i bilanci e poi evadono le tasse o chiedono la detassazione.

Per le sue acquisizioni, MPS, a seguito delle operazioni in perdita sui derivati, ha fatto bonifici internazionali per 17 miliardi di euro, invece dei 10 dichiarati per l’acquisto di Antonveneta, inoltre il prezzo congruo per l’acquisto della banca era di circa 7 miliardi di euro, la differenza è una plusvalenza di cui ha beneficiato i dirigenti, premiati dalla politica, di Santander e MPS. I derivati, inventati in Usa, per coprire i suoi debiti, erano collocati in cambio di laute provvigioni per le banche, anche perché i banchieri sapevano che erano investimenti a rischio, poi sono stati rifilati a ignari risparmiatori italiani; Mario Draghi e Mario Monti erano consulenti della banca Goldman Sachs che faceva queste operazioni.

Davanti al congresso Usa, i dirigenti di Goldman Sachs hanno ammesso che i derivati erano titoli spazzatura, perciò Draghi e Monti non potevano non sapere come si muoveva la finanza; Draghi, da governatore della Banca d’Italia, ha autorizzato le manovre sui derivati del Monte dei Paschi e Monti, a capo del governo, ha soccorso MPS con 3,9 miliardi di euro; non si sa se questi soldi saranno sufficienti per risanarlo, intanto sembra che Unicredit ha in portafoglio derivati per un valore molto superiore a quelli di MPS.

Controllava MPS il consiglio di amministrazione di una Fondazione partecipata da comune e provincia di Siena, dalla curia di Siena e da privati; a causa delle perdite da speculazioni finanziarie, derivati e acquisizioni sospette, la partecipazione degli enti pubblici si sta riducendo a favore dei privati e sparirà se, per salvare la banca, si dovesse arrivare all’azionariato statale. La Fondazione faceva investimenti pubblici nella provincia e finanziava i partiti, soprattutto il PD, il MPS è la terza banca del paese; per quanto riguarda la partecipazione della curia, i vescovi sono sempre dentro le banche popolari, anche nelle cessate Banca Antoniana e Banca Cattolica del Veneto.

Bisogna ricordare che le banche sono state vicine al PRI e poi al Pd, in Banca d’Italia, in rappresentanza dei lavoratori è esistito solo il sindacato della CGIL e i dirigenti sindacali fanno carriera in banca. Il partito Democratico, per difendersi dalle accuse di aver coperto la gestione del MPS, ha rivelato di aver fatto interrogazioni e proposto leggi in tema di derivati al tempo del governo Berlusconi; rimprovera al ministro del Tesoro Tremonti di aver bocciato gli emendamenti del PD alle finanziarie del 2010 e del 2011, che chiedevano di mettere fuori legge i derivati della finanza creativa, al ministro Grilli rimprovera di aver rigettato gli emendamenti da esso proposi per la Tobin Tax, che prevedevano la tassazione di derivati.

Il MPS, come altre banche, ha tanti crediti in sofferenza, perché concedeva prestiti senza garanzie a dirigenti e quadri del PD e a imprese amiche, anche su sollecitazione sindacale; le stesse cose accaddero alcuni decenni dopo l’unità alla Banca di Roma, che fu seppellita dagli scandali e provocò una crisi di governo. Ancora oggi nei consigli di amministrazione delle banche vi sono imprenditori che utilizzano credito facile e rappresentanti dei partiti e della chiesa che sollecitano assunzioni, promozioni e credito facile con poche garanzie.

Politica e informazione erano al corrente della situazione del Monte dei Paschi, ma nessuno parlava, a volte i giornalisti rischiano la vita al fronte, però, in generale, i giornali sono controllati con il denaro; Napolitano non vuole che informino compiutamente, perché con le loro indiscrezioni, che ignorano l’omertà, potrebbero creare turbative al mercato, alla sicurezza nazionale, all’immagine del paese o potrebbero ricattare i poteri; ma così l’informazione diventa un muro di difesa di questi poteri. In Italia la libertà di stampa è minata dalla legge fascista sulla stampa, dal reato di diffamazione e dai reati d'opinione; per la ragion di stato, gli stati hanno preteso il controllo dell’informazione, in forma subdola o violenta.

Da un’indagine del Financial Service Authority inglese, risulta che il 90% dei derivati fatti dalle banche alle imprese, per ridurre i loro interessi passivi, è irregolare e ora queste imprese, a causa delle perdite, potrebbero chiedere dei risarcimenti; i derivati sono truffe e andrebbero distrutti e proibiti. La proposta di dividere le banche, non solo in banche commerciali e banche d’affari, ma, per non farle fallire, in banche normali e bed banche, cioè banche cattive, alle quali andrebbero assegnati gli asset marci in derivati, significa caricare le perdite speculative delle banche sulla collettività, togliendole dalle spalle delle banche.

La finanza internazionale ha regole che hanno favorito le speculazioni, però i suoi dirigenti si sono riempite le tasche violando la legge; il falso in bilancio è illegale e esiste anche senza reato, perché serve a raggirare creditori e azionisti; abbellendo i bilanci, i dirigenti d’impresa e di banca, consigliati dai fiscalisti, evadono tasse, gabbano i piccoli soci, gabbano i creditori e ricevono maggiori bonus.

Con i contratti derivati, si spostano al futuro debiti attuali, questi debiti aumentano e alla fine i nodi della finanza arrivano al pettine, anche gli enti locali, consigliati dalle banche che ricevevano provvigioni di collocamento, sono stati presi da questo vortice, però il comune di Milano ha reagito è ha attenuto dalla procura la condanna di quattro grandi banche che li avevano consigliati. Per entrare in Europa la Grecia, aiutata da Goldman Sachs, aveva abbellito, sempre con il sistema dei derivati, i dati del suo bilancio;  le banche lo fanno anche per abbellire i loro bilanci semestrali.

L’Ecofin ha autorizzato la tassa sulle transazioni finanziarie (TTF), hanno aderito 11 paesi europei e non la Gran Bretagna, lo scopo ufficiale è anche combattere la speculazione finanziaria, il gettito annuo dovrebbe essere di 37 miliardi di euro, ma potrebbe aumentare in futuro; il ricavato dovrebbe servire soprattutto ad alleviare la crisi sociale ed economica; una tassa del genere già esiste in Italia e naturalmente andrà modificata.

Costruzioni navali e noli sono molto importanti in Europa, in Germania e Danimarca con i portacontainers, in Grecia per i trasporti di petrolio e gas e in Italia per le navi da crociera; gli armatori greci evadono le tasse ed esportano capitali in Olanda. A causa della crisi le banche tedesche sono esposte per 130 miliardi di euro con imprese del settore, che non rimborsano i debiti; questa situazione ha favorito eccesso di offerta, crollo dei noli, blocco dei cantieri e svalutazione delle navi.

Le imprese amburghesi acquistavano le navi e poi le noleggiavano, però oggi hanno i costi che superano di molto i ricavi, perciò i greci, con cinque miliardi di euro ricevuti in prestito dalla Cina, si stanno comprando le navi in svendita; la Cina ha messo gli occhi anche sulla cantieristica turistica italiana.  Le navi portacontainers appartengono a venti compagnie marittime, la prima è danese, la seconda è la MSC è svizzera, ma il patron è l’italiano Gianluigi Aponte, che potrebbe essere un prestanome; gli americani dicono che la Svizzera, dal punto di vista finanziario, è Italia, cioè soprattutto Vaticano. L’Italia, ignorando questa crisi di settore, per ospitare navi portacontainers, vuole potenziare 15 porti, alzando i relativi fondali, però Olanda, Belgio e Germania hanno solo due di questi porti.

Alla fine del 2012 la crescita dell’economia Usa è scesa dal 2,5% annuo allo 0%, bisogna dire che, visti gli altri parametri, come l’incremento della disoccupazione e la crisi immobiliare, forse le precedenti statistiche erano taroccate; lo stato si mantiene anche falsificando storia e statistiche, l’informazione prezzolata o ignorante avalla gli arcani. Il Congresso ha evitato l’aumento delle tasse per le classi medie e la riduzione delle spese sociali, però le aziende, in previsione del calo della domanda, con il calo dell’export e della spesa pubblica, hanno ridotto le scorte.

Le imposte su reddito, consumi e patrimonio, anche se calcolate su reddito, consumo e patrimonio, si pagano sempre con il reddito, però esistono anche imposte che si pagano senza reddito, come l’imposta di registro quando si costituisce una società; per ridurre la pressione tributaria e il numero delle imposte, occorre combattere evasione, sprechi, privilegi e introdurre un’imposta patrimoniale, che, con una franchigia adeguata, andrebbe a colpire i grandi patrimoni finanziari e immobiliari.

L’aliquota dell’imposta, se il pagamento dovesse essere annuale, dovrebbe essere bassa e perciò l’imposta si tradurrebbe praticamente in un aumento dell’imposta progressiva sul reddito; se l’imposta dovesse essere una tantum, l’aliquota dovrebbe essere molto più alta, in questo caso l’imposta, si pagherebbe liquidando parte del patrimonio o con il reddito, il suo gettito potrebbe essere utilizzata per ridurre il debito pubblico.

Alcune imposte patrimoniali già esistono in Italia, come l’Imu e il bollo auto, in Italia il patrimonio privato è pari a quattro volte il debito pubblico, però grandi patrimoni italiani sono allocati anche all’estero, soprattutto in banche estere dei paradisi fiscali; questo patrimonio dovrebbe essere una garanzia ma la finanza internazionale infierisce sull’Italia per il suo debito pubblico. In Italia il patrimonio privato è maggiore che negli altri paesi occidentali, però, secondo alcune stime, il 40% di esso è in mano al 10% di italiani più ricchi.

Una patrimoniale una tantum, con aliquota elevata, potrebbe far fuggire all’estero i capitali finanziari che non sono già fuggiti; la riduzione del debito non si può raggiungere con l’aumento della pressione tributaria che deprime l’economia, ma aumentando reddito nazionale, con un bilancio dello stato in pareggio e con la riduzione degli sprechi; l’inflazione correrebbe in aiuto, già in passato, governi italiani si sono trovati in questi frangenti e, per periodi limitati, risanarono il bilancio dello stato. Malauguratamente, il governo Monti, senza tagliare le pensioni d’oro, pare che progetti un altro intervento sulle pensioni dei lavoratori dipendenti, così arricchirà il Tesoro dello stato ma, bloccando il turnover, farà aumentare ancora la disoccupazione, i partiti che lo sostengono fanno polemiche, ma non hanno non niente da dire al riguardo.

Oggi anche il Fondo Monetario Internazionale sostiene che il rigore genera depressione, per non tagliare le spese sociali, anche Obama ha chiesto al Congresso l’aumento dell’indebitamento pubblico, già considerevole; per superare la crisi, il Giappone, che ha un debito pubblico molto maggiore dell’Italia, ha deciso di espandere la spesa pubblica. Però in Europa, per seguire questa strada, occorre riformare Unione Europea, ruolo della BCE e rimettere in discussione il fiscal compact o pareggio di bilancio dello stato; però la BCE alla fine dell’anno scorso, per aiutare le banche, ha fortemente aumentato la liquidità interna della zona euro, mantenendo gli obblighi di bilancio degli stati.

I servizi segreti algerini erano compromessi con i terroristi salafiti e di Al Qaeda, arroccatisi nel Mali del nord, a dominanza tuareg; gli jihadisti del Mali sono salafiti algerini fuoriusciti, dediti al nord del Mali al traffico di armi e droga, in collusione con i vertici militari algerini. A causa di queste collusioni, come ce ne sono state in Pakistan, l’Algeria ha accantonato il tema dell’indipendenza per i tuareg e ora, poiché i tuareg sono stati costretti ad accettare la causa islamica, si vuole estendere la Sharia all’intero Mali.

La Francia è intervenuta militarmente, ma anche in questo teatro gli affari dominano sulla politica e sulla religione, il discorso vale anche per i salafiti; è accaduta per gli stati religiosi, liberali o marxisti, si veda la Cina, che allunga le sue spire anche in Africa. L’ideologia serve solo a favorire il sacrificio dei soldati e dei lavoratori, l’interesse economico di pochi è sempre prevalente, l’informazione, con le sue omissioni, serve ad assopire il popolo.

Oggi non profit, solidarietà, carità, ONLUS e Ong costituiscono delle grosse multinazionali, cattoliche, protestanti, musulmane e laiche e in Italia pesano per 4,3% del pil; si sviluppano in settori sociali in cui lo stato si è ritirato e la chiesa si è abituata a operare con i soldi dello stato e dei donatori; filantropia e beneficienza si sviluppano quando lo stato è assente e non svolge servizi sociali.

Però sono tanti quelli che si sfamano con la fame nel mondo e le società non profit fanno profitto, le Ong italiane generalmente non pubblicano bilanci e non hanno gestioni trasparenti, i loro fondi derivano da donazioni e da enti pubblici; sfruttano le varie emergenze e usano il marketing televisivo; lo stato non controlla il business privato della carità e della solidarietà, nel quale sono immerse la chiesa, cooperative laiche e organizzazioni di sinistra.

L’Europa, con 500 milioni di euro l’anno, finanzia indirettamente il terrorismo palestinese, naturalmente, ufficialmente il denaro serve ad altri fini, poi ci sono i finanziamenti ai palestinesi dei singoli stati europei, quelli Usa, ONU e dei paesi arabi; le Ong delle chiese protestanti, cattoliche e quelle di sinistra maneggiano milioni di euro a tale scopo; il filone della solidarietà ai palestinesi è aiutato dalla propaganda televisiva, dei giornali e delle scuole, favorisce gli intermediari di questo business e perciò il problema palestinese non si risolverà mai. Gran parte dei fondi amministrati, copre le spese di esercizio e va a beneficio dei mediatori, per le emergenze rimane ben poco.

A causa della finanza impazzita e speculativa, in Italia sta nascendo una banca popolare etica, in forma societaria e su modello svedese che, come teoricamente chiedono gli ebrei e l’Islam ortodossi, non applicherebbe interessi, né sui depositi, né sui prestiti; è in attesa di autorizzazione della Banca d’Italia, però non è ancora chiaro come sarebbero coperte le relative spese di gestione.

La procura di Milano sta indagando su corruzione e appalti truccati, che coinvolgono 16 persone, tra cui sono uomini della compagnia delle Opere e di Comunione e Liberazione; c’è da dire che la magistratura non è stata sempre zelante nel perseguire reati di questo tipo e reati bancari; al tempo di mani pulite pare che alcuni magistrati abbiano diretto la loro attenzione soprattutto su alcuni partiti.

Le inchieste della magistratura e quelle di stampa a volte sembrano modi di fare politica, però politici, magistrati e poliziotti non sono tutti uguali, alcuni di loro sacrificano anche la loro vita; le vicende della P2 ci hanno insegnato che alcuni sono collusi, altri chiudono un occhio, altri si fanno comprare e altri si fanno ammazzare. Se polizia e magistratura fossero sempre state attente, l’Italia non sarebbe arrivata a questo punto, purtroppo sono state bloccate dal collateralismo politico-mafioso.

 Nunzio Miccoli  www.viruslibertario.it; numicco@tin.it.

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LE BANCHE GRAVANO SULLA POLITICA (20/1/2013)

 Quando è nata l’Unione Europea, le grandi banche private, che controllano gli stati, e le banche centrali, pure private e controllate delle banche, per contenere l’inflazione, hanno imposto alla BCE, la banca centrale europea, l’equilibrio di bilancio, mentre gli stati rinunciavano a finanziarsi con una loro moneta, contemporaneamente, devolvevano anche una parte delle loro entrate fiscali all’Unione. Secondo una vecchia legge di Fisher, per combattere l’inflazione, l’emissione monetaria annuale, non doveva superare l’incremento del reddito dell’Unione Monetaria.

La rinuncia degli stati a creare liquidità con una loro moneta, lasciava solo agli Usa, grazie ai suoi deficit di bilancio, il privilegio di creare illimitatamente liquidità per i pagamenti internazionali, è un regalo che la nomenclatura mondialista ha voluto fare all’America; terrorismo e instabilità politiche in tutto il mondo hanno favorito l’afflusso di risparmio in America, mentre l’euro era spiazzato. Recentemente però l’Europa ha anche imposto il graduale pareggio del bilancio degli stati, il che, assieme alla rinuncia ad una moneta statale, ha favorito l’aumento della pressione tributaria, in Italia di 20 punti più alta che in Usa.

In clima di pareggio di bilancio e con un reddito stazionario dell’Europa, le nuove emissioni monetarie della BCE, sono però servite ad aiutare le banche in crisi con il debito privato e quello pubblico; cioè, in un primo tempo, le emissioni della BCE servivano al finanziamento degli interventi economici, per le istituzioni europee e a corrispondere un utile o signoraggio ai padroni occulti della nuova moneta, in secondo tempo sono servite ad alleviare le situazioni d’insolvenza di cui si è parlato.   

Come L’Europa, gli stati, dopo aver rinunciato a loro monete per finanziarsi e aver devoluto altre risorse all’Europa, hanno continuato anche loro ad aiutare le banche in crisi, recentemente il governo Monti ha devoluto 9 miliardi di euro al Monte dei Paschi di Siena; altri grossi beneficiari degli sforzi finanziari degli stati sono stati il sistema degli armamenti e quello sanitario, ai quali sono pure interessate le banche e chi sta loro dietro; i sudditi  possono aspettare.

Vista questa impalcatura bancaria drogata, ci si chiede anche da cosa deriva la crisi delle banche, questa è periodica o ciclica e, dopo, le imposte e il controllo della moneta, la crisi delle banche serve a togliere altre risorse al popolo; però deriva anche da impieghi scellerati a favore di amici e ceti protetti, perché nei consigli di amministrazione delle banche siedono anche uomini d’affari, deriva anche dall’impiego in nuovi strumenti finanziari, come i derivati, che sono spesso carta straccia, ma per i quali i dirigenti di banca ricevevano provvigioni.

In breve, le banche hanno strozzato piccole imprese e risparmiatori e hanno impiegato risorse in buchi neri speculativi; mentre la costituzione e la Consob affermano falsamente di voler difendere il risparmio dei lavoratori, le banche hanno pensato a falcidiare il risparmio; senza risparmio, avrebbero dovuto rinunciare a questa entrata speculativa. Comunque in Italia sappiamo che debiti e crisi di banche e grandi imprese dipendono anche dalla distrazione di fondi e dalla corruzione.

Ricordo i casi di Banco di Roma, Banco di Sconto, Banco di Napoli, Banco di Sicilia, Montedison, Telecom e Monte dei Paschi; invece Alitalia è un caso particolare, Berlusconi rifiutò un’offerta vantaggiosa d’acquisto della KLM e dell’Air France, dopo miliardi di debiti accollati all’erario, l’azienda è ancora in crisi, i soci sono le solite grandi famiglie e i nuovi possibili acquirenti, Air France o una compagnia di Abu Dhabi, offrono un prezzo minore di prima.

Le banche controllano gli stati, controllano le banche centrali e a loro volta sono controllate da élite massoniche che, nell’ombra, governano il mondo globalizzato, è una cospirazione che dura da secoli; ci mancherebbe da aggiungere, per chi crede agli alieni, che questi sono i controllori finali di tutta l’impalcatura, ma questa cosa è più difficile da credere. I centri di potere accampano privilegi, speculano e sfruttano ilo popolo, i governi escludono i popoli dalla sovranità.

Infatti, governo significa esclusione dei più, cioè dei cittadini, da parte dei meno, cioè dei governanti, che però sono solo pupazzi della nomenclatura, che è anonima e non vuole comparire, né rispondere dei suoi atti; lo stato, nazionale o europeo, è una macchina per sfruttare, una mafia evoluta, è un’impresa economica occulta che chiede ai sudditi imposte, lavoro, perché il capitale senza lavoro è improduttivo, e truppe per la guerra; in cambio, con un patto sociale, promette, senza mantenere, protezione, cioè sicurezza interna ed esterna e la giustizia.

L’Unione Europea, per reagire alle valutazioni arbitrarie sugli stati di Moody’s e Fitch, che favoriscono panico e speculazione nel mercato (al riguardo esistono anche indagini giudiziarie), ha autorizzato la creazione di un’agenzia privata europea, ma indipendente, sembra una contraddizione in termini, che dovrebbe cambiare ogni quattro anni; essa fornirà il rating degli stati tre volte l’anno, a scadenze prestabilite; l’agenzia avrà un capitale diviso in quote, non superiori al 5%, non dovrà  dare raccomandazioni ai governi e potrà essere citata in giudizio, ma era implicito, per danni a investitori o stati emittenti titoli. Sarebbe stata meglio un’agenzia  pubblica, però in Italia nemmeno le Agenzie pubbliche o gli organi pubblici, che dovrebbero controllare, fanno il loro mestiere; la beffa di stato non finisce mai.

Il 6 gennaio 2013 Monti era presenta alla messa domenicale in San Pietro, è sostenuto da Vaticano e Cei, la chiesa spera che possa aiutare a risolvere i suoi problemi, perché non riesce ad adeguare lo IOR, corrispondente di mafiosi, alle norme antiriciclaggio, non vuole pagare l’IMU; causa di corruzione e perché gli enti locali hanno ridimensionato le convenzioni con la sanità privata, la sanità privata cattolica è in crisi e ha gravi passivi. Non bisogna però dimenticare che, per le grandi imprese economiche, i debiti servono anche a occultare risorse.

Monti è sostenuto economicamente dai maggiori imprenditori italiani, i quali sono spesso soci del Vaticano e dei vescovi, per la prossima scadenza elettorale farà una raccolta di fondi all’americana; è da ricordare che la prima repubblica cadde per finanziamento illecito ai partiti, oggi non si capisce quali sono le spese dei partiti, i politici viaggiano gratis, le sezioni dei partiti non esistono più e le televisioni li ospitano gratis, facendo loro pubblicità.

Una volta i partiti, con la loro presenza capillare nel territorio, avevano molte spese, oggi hanno più entrate e meno spese; i poteri economici finanziano partiti e governi, anche esteri, per condizionare e per avere contratti e privilegi, rinunciando al sindacato di controllo sull’uso delle somme da essi donati, succede anche in America; all’estero, con questo stesso spirito, stati esteri, anche arabi, e multinazionali finanziano partiti o fazioni che fanno complotti, terrorismo e rivoluzioni.

In Italia il terzo settore delle Ong e Onlus private, sfrutta le varie emergenze e fattura 67 milioni di euro l’anno, riceve soldi pubblici, cioè di EU, stato e regioni, oltre a donazioni private, fiscalmente detraibili, ma diversamente da analoghe organizzazioni estere, non fornisce un rendiconto annuale; invece di essere non profit, fa profitto, oggi nel mondo sono 50.000 queste organizzazioni e il terzo settore vale 400 miliardi di dollari l’anno.

In teoria, le spese di esercizio non dovrebbero superare il 20% delle entrate, il resto dovrebbe andare agli interventi sociali, la realtà è diversa; nella cooperazione internazionale le cose vanno anche peggio, le cifre stanziate dagli stati raggiungono i destinatari solo per il 20%, il resto rimane nelle tasche di politici dei paesi donanti e destinatari; la televisione fa pubblicità a questi interventi, sollecitando la gente a donare.

I servizi segreti italiani, controllati da quelli americani, perché l’Italia è un paese semisovrano che ha perso la guerra, hanno informato allarmati il governo che i cinesi stanno aumentando gli investimenti in Italia; probabilmente temono che, con le privatizzazioni, le offerte dei cinesi possano far aumentare i prezzi di aziende oggi sottostimate a causa della crisi, perciò nel mirino degli speculatori internazionali. Non si capisce la logica dell’intervento, perché i cinesi hanno liquidità, noi abbiamo bisogno d’investimenti esteri e gli accordi internazionali prevedono la libera circolazione dei capitali.

Pare che il Qatar finanzi islamisti e terroristi del Mali, dove è presente Al Qaeda, secondo i servizi segreti francesi fornisce armi e soldi ai rivoltosi che, per finanziarsi, fanno traffico di droga sudamericana; l’Algeria è ostile al Qatar e si oppose anche all’intervento contro la Libia, al quale parteciparono anche aerei del Qatar, sostiene Assad e denuncia le trame del Qatar, che trama e mira anche ai giacimenti petroliferi di Algeria, perciò ha autorizzato il sorvolo degli aerei militari francesi.

Nel Mali gli jiahidisti sono alleati con i narcotrafficanti sudamericani, fanno arrivare la droga in Europa e per questo servizio ricevono un lauto compenso che serve a finanziare la guerra santa e a imporre la Sharia; oggi la rotta della cocaina e quella dell’eroina stanno convergendo nel Sahara, attraverso il corridoio maliano-algerino; questo traffico rende molto più dei sequestri e del racket. Questi affari si fanno anche in Somalia e Afghanistan, produttore di oppio, però in Mali Al Qaeda ha costruito uno stato che in Somalia, dove gli islamisti esercitano anche la pirateria, non esiste, mentre in Afghanistan lo stato è in parte estraneo, anche se colluso, come accade in Italia con la mafia.

L’Onu ha dato l’OK all’intervento armato della Francia, salutato anche dai cittadini del Mali, dall’Algeria, ma naturalmente inviso dal Qatar, i guerriglieri del Mali avevano già messo le mani sulle armi di Gheddafi; in questa crisi l’Italia fornisce basi e istruttori militari e Romano Prodi è l’inviato speciale delle Nazioni Unite per il Sahel.

  Nunzio Miccoli   www.viruslibertario.it;   numicco@tin.it.

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SI CHIUDE IL CAPITOLO MONTI (26/12/2012)

 Nonostante l’aumento della pressione tributaria, il debito pubblico italiano ha superato i 2.000 miliardi di euro, anche a causa delle erogazioni italiane a favore del fondo salva stati; Draghi ha dato liquidità alle banche, che hanno acquistato titoli di stato, mentre famiglie e piccole imprese non ne hanno beneficiato; però, a causa dei debiti pubblici italiani, le banche estere hanno ridotto la loro esposizione verso l’Italia, perciò, alla fine del 2012 i titoli pubblici italiani detenuti da banche straniere sono scesi a 700 miliardi di euro.

I ministri dell’economia dell’eurozona hanno raggiunto un accordo per fare della Banca Centrale Europea il supervisore delle maggiori banche europee, però l’autorità di regolamentazione bancaria europea, che ha sede a Londra, continuerà ad esistere; quest’unione bancaria, voluta dalla UE, dovrebbe diventare effettiva nel 2014 e dovrebbe servire a superare la crisi delle banche; opererà  assieme al meccanismo europeo di stabilità o fondo salva stati, con la possibilità di acquisto di bond degli stati in difficoltà e per la promozione della disciplina fiscale e di bilancio degli stati dell’eurozona.

Oltre il salvataggio degli stati in difficoltà, in Europa esiste il problema del salvataggio finanziario di alcune regioni da parte degli stati, le regioni più ricche non vogliono accollarsi i debiti delle regioni più povere, in Germania si è ribellata anche la Baviera; mentre l’Europa occidentale precipita, entro il 2015 la Russia darà il via a un’unione doganale con gli stati limitrofi, che dovrebbe fare da contraltare all’Unione Europea.

Nella lotta per la competizione, la moneta unica ha costretto i governi a puntare sulla svalutazione salariale, in Italia resasi indispensabile anche per il maggior costo dell’energia, dei prestiti e per le maggiori imposte a carico delle piccole imprese. Gli stati salvano le banche e si finanziano presso le banche; quando tassano di più, garantiscono il rimborso dei titoli pubblici, accade ciò perché sono stati privati della sovranità monetaria, che è di per se fonte economica e di entrate per lo stato.

Recentemente Berlusconi ha chiesto il sostegno politico alla chiesa, ricordando cosa ha fatto per essa, cioè ha approvato la legge 40 sulla fecondazione assistita, ha equiparato l’embrione all’essere umano, ha fatto diventare gli insegnanti di religione docenti di ruolo, ha aumentato i finanziamenti alla scuola cattolica, ha imposto il crocefisso nelle scuole, ha esentato la chiesa dal pagamento dell’Imu, ha finanziato i grandi eventi religiosi e ha impedito le unioni gay.

Tuttavia l’Europa non sopporta Berlusconi e il Vaticano, condizionato dai suoi interessi economici e dalle sue banche, dopo essersi impossessato dell’Italia intera, timoroso del riformismo e dell’autonomismo della lega nord, ha scaricato Berlusconi e appoggia Casini e Monti; il Vaticano, come le banche francesi e tedesche, deve ripianare le perdite sui suoi investimenti fatti attraverso le banche di Svizzera, Francoforte, Londra e New York e, d’accordo con l’UE, vuole farli pagare all’Italia che è il giardino del Vaticano; come fece con i dissesti del Banco di Roma e del Banco Ambrosiano, degli interessi economici del Vaticano la televisione non ci dice niente.

Il ciclo di Berlusconi è finito e l’Europa preme perché Monti diventi leader di una coalizione di centro benvista anche dal Vaticano; anche Bersani, messi da parte la laicità e i proletari, ospita nel suo partito catto-comunisti e islamo-comunisti, si fa per dire perché i comunisti non esistono più, è leale con le banche e l’Europa e strizza l’occhio al Vaticano; eppure i poteri forti diffidano ancora un  po’ del PD e preferirebbero che svolgesse il ruolo di opposizione di sua maestà, comunque, per l’UE, un’alleanza tra PD e UDC sarebbe meglio di Berlusconi.

Berlusconi prima è stato costretto dal Vaticano ad appoggiare il governo Monti e poi, poiché tutti gli indicatori economici sono peggiorati, gli ha tolto la fiducia. In Italia Bersani vorrebbe diventare presidente del Consiglio e Casini presidente della repubblica; l’Europa, Casini e Napolitano vorrebbero Monti come presidente del consiglio, che potrebbe coagulare una maggioranza di centro, con transfughi degli altri partiti; l’Europa e il grande capitale temono sempre la sinistra radicale, che però al momento sonnecchia, forse perché disillusa dai suoi partiti.

Nel 1994 Berlusconi nominò Emma Bonino e Mario Monti il Salvatore, membri della commissione europea, presieduta da Jacques Santer, poi la commissione fu costretta a dimettersi per nepotismo, familismo, distrazione di fondi e mala gestione; quindi nemmeno Monti è un simulacro. Del resto, Monti ha dichiarato che, dopo aver messo le mani sul governo italiano, occorreva intervenire anche su quello europeo, dove c’è corruzione e interesse privato, lo ha scritto anche Mario Giordano; Monti ha riconosciuto che la sua cura di cavallo imposta all’Italia è dolorosa e impopolare, ma che il suo governo è meno impopolare dei partiti e probabilmente ha ragione. Comunque, Casini insiste sul ruolo salutare del governo Monti.

Apparentemente Bersani non vuole più la candidatura di Monti a capo del governo, però esalta le sue riforme e quelle di Fornero, che dice di voler conservare, si dice leale a Monti, alla Ue e all’euro, si dice europeista e contro i populisti; però la sinistra potrebbe governare anche sotto Monti, il quale, guarda caso, fu anticipato nelle sue politiche da Berlusconi su pensioni, sanità, mercato del lavorio e articolo 18. Monti non ha un suo partito e avrebbe bisogno di una base politica di centro, in suo aiuto è soccorso Vaticano e Unione Europea, Casini è agente vaticano.

Malgrado Monti abbia criticato la scarsa produttività del lavoro italiano, negli ultimi dieci anni, in tutti i paesi occidentali, la produttività del lavoro è cresciuta più dei salari, perciò ne sono stato erosi consumi e risparmi; la competitività con i paesi emergenti s è giocata sul terreno dell’incremento della produttività e della riduzione dei salari, scontando però una riduzione della domanda interna. Riforma sulle pensioni e tema degli esodati sono stati i biglietti da visita del governo Monti, oggi si vuole eliminare l’indicizzazione residua dei salari e sostituire i contratti collettivi con quelli aziendali, in Europa occidentale la globalizzazione ha aumentato le disuguaglianze.

La Banca Centrale Europea, per combattere l’inflazione, non dovrebbe solo limitare l’emissione monetaria, ma anche ridurre i tassi d’interesse e i costi bancari, che in Italia sono più alti e sono inflattivi; comunque, Angela Merkel ha detto che la crisi economica europea è destinata a durare altri cinque anni. La Germania chiede rigore e teme la mutualizzazione dei debiti, però la crisi comincia a bussare alle porte anche della Germania, gli ordini alle imprese tedesche, provenienti dall’eurozona, sono diminuiti del 20%.

Per favorire gli investimenti, l’Europa conta sulla riduzione dei salari, l’aumento delle tasse e lo spostamento in avanti dell’età della pensione, però, come l’Italia, non propone vere riforme, come l’armonizzazione fiscale che metterebbe fine alla distorsione nella concorrenza; inoltre, i capitalisti privati preferiscono investire i loro profitti all’estero. Il piano europeo di salvataggio della Grecia, pari a 44 miliardi di euro, serve al paese anche per acquistare titoli del debito pubblico in mano, per l’81%, di banche francesi e tedesche che temono l’insolvenza del paese; quest’onere ricade anche sull’Italia, che ha i suoi debiti pubblici. Per le prossime privatizzazione italiane, sollecitate dall’UE, il governo dovrebbe battersi per favorire i capitalisti italiani, rispetto a quelli stranieri, però bisogna anche considerare che dietro i capitalisti tedeschi si nasconde anche il Vaticano che è un’immensa multinazionale; l’economia internazionale si sviluppa così, garantendo un certo anonimato ai suoi attori.

Il potere indipendente della Banca Centrale Europea non si concilia con la costituzione italiana che afferma di voler difendere il risparmio; il pareggio di bilancio o Fiscal Compact, di durata ventennale, garantito da maggiori tasse, anche a carico dei risparmi, non può essere una strategia continuata, difatti l’Italia ci ricorse dopo l’unità per brevi periodi, perché lo stato sovrano, per le spese e gli investimenti, si finanzia anche con i deficit, con i quali crea liquidità per i pagamenti; purtroppo oggi questa funzione è devoluta alle banche private e anche le banche centrali sono banche private.

Oggi il sistema finanziario è fuori controllo e il Fmi, che aveva incoraggiato l’indebitamento degli stati, condanna la politica di austerità dell’eurozona, imposta dalla Germania, fino ad accettare un controllo temporaneo e parziale dei movimenti di capitale e l’aumento della spesa pubblica, in  funzione anticongiunturale; perciò il FMI ha bocciato anche il governo Monti, sostenuto dall’Europa, che favorisce la depressione economica italiana. Il FMI ha stigmatizzato l’effetto negativo sull’economia del taglio della spesa pubblica, questo taglio porta alla recessione economica e intanto il debito pubblico, invece di diminuire, aumenta; invece le politiche economiche espansive aiutano la domanda interna, comunque, di questi tempi, nessuno propone politiche anticicliche di tipo keynesiano.

L’informazione, pagata non dai lettori o dai telespettatori e legata ai grandi gruppi economici, sostiene Monti molto più di quanto sostenesse Berlusconi; del resto, anche la CNN riceve denaro dal Barhain, per sostenere il suo regime e per non parlare di violazione dei diritti umani nel paese; la televisione inglese non può parlare male del regime saudita, perché l’Inghilterra vende armi all’Arabia Saudita. Per omaggiare i paesi arabi, con i quali si fanno affari, s’insiste sempre sulla situazione palestinese, colpevolizzando soprattutto Israele.

CNN e altri media ricevono denaro da capitalisti e da governi che reprimono la libertà, è per questo che in Italia i grandi gruppi possiedono giornali e televisioni, è meglio internet; la rete libera fa paura all’informazione addomesticata. Oggi un impero invisibile dirige i governi, influendo sul corso della storia attuale e alimentando una politica parallela e occulta, le nazioni non sovrane, come l’Italia, sono più vulnerabili alle intromissioni dell’oligarchia mondialista; da sempre, questi centri di potere alimentano complotti, colpi dio stato, assassini politici, fino al terrorismo per destabilizzare, il quale però è usato anche da stati minori, come estremo modo di fare politica e per ribellarsi al governo o allo straniero.

Le multinazionali fanno politiche spregiudicate e ne scaricano le perdite sui cittadini, l’Eni ha stipulato un contratto con la Russia che prevede che, se non ritira parte del gas, lo deve pagare lo stesso, però pretende che questa perdita economica la paghi lo stato; alcune multinazionali come Amazon hanno sede in Lussemburgo perché colà pagano meno tasse e l’Europa lo consente. In tempo di sacrifici queste cose e gli stessi paradisi fiscali non dovrebbero essere permesse, però sono le stesse multinazionali che reclamano questi privilegi e riescono a imporli ai governi, l’Unione Europea è loro garante.

Banche, assicurazioni, società chimico- farmaceutiche e industrie estrattive sono tra loro collegate,  chi dirige questi collegamenti e questi controlli economici è una piccola minoranza della popolazione mondiale; queste corporazioni, con le loro intromissioni, finanziano politica, informazione, polizia ed eserciti privati, i loro soci di riferimento si riuniscono in consigli ristretti, al disopra degli organi societari dove hanno i loro garanti locali, cioè i loro occhi e le loro orecchie. Questi potentati anonimi e occulti controllano indirettamente le multinazionali, proteggono i loro interessi e ungono la macchina della propaganda.

Perciò probabilmente nel mondo solo 7.000 persone decidono l’ordine del giorno della commissione trilaterale, del gruppo Bilderberg, del G8, del G20, della Nato, della Banca Mondiale, del FMI e WTO; questi personaggi sono collegati anche ai narcotrafficanti e, per difendere i loro interessi, la NATO è diventata la loro forza di polizia internazionale; guadagnano sulla guerra e sulla ricostruzione, esercitano il controllo sociale e dirigono il teatrino della politica.

Nel mondo islamico si crede che apostati e atei siano spie di Israele, non credono che le persone sono libere di pensare, come al tempo dell’inquisizione, portano in tribunale atei e apostati e li condannano. Oggi Unesco e Nazioni Unte sono ostili a Israele e, per crimini contro l’umanità, cercano di portare Israele di fronte alla corte dell’Aia; l’Unesco, agenzia delle Nazioni Unite, ha dichiarato che la tomba di Rachele e la grotta dei patriarchi di Hebrom sono moschee e che Gerusalemme è capitale araba, ha definito patrimonio palestinese la chiesa della natività di Betlemme, palestinizzando Gesù; in realtà, in Terra Santa arrivarono prima ebrei, poi cristiani e poi arabi, la maggior parte degli arabi arrivati in quella terra furono fatti immigrare, come deportati, dai babilonesi.

Accade ciò perché la pressione del mondo arabo all’interno dell’agenzia Unesco cresce, però è sempre la pressione del denaro che è determinante, infatti, recentemente l’Arabia Saudita ha donato 20 milioni di dollari all’Unesco; mi chiedo come possa essere successo se, a detta di alcuni, solo gli ebrei controllano informazione e finanza mondiale. Il programma arabo mira all’arabizzazione completa della Palestina, eliminandone anche i simulacri storici ebrei, con la definitiva espulsione di ebrei e cristiani; nei secoli passati in Africa settentrionale e Medio Oriente era forte la presenza di ebrei e cristiani, oggi non è più così.

Vista l’attuale crisi, nata in Usa ed esportata in Europa, e la disoccupazione, negli ultimi sei mesi, in Usa la sicurezza interna, per fronteggiare agitazioni interne e disordini sociali, ha implementato notevolmente l’acquisto di proiettili per cecchini; gli americani, a causa della crisi e della disoccupazione, sono convinti che a breve assisteranno a una guerra civile, non credono ai loro politici, al loro governo, alle leggi e alla polizia; la crisi sta precipitando le cose, perciò pare che, com’è accaduto spesso nella storia, il contrammiraglio Charles Gaouette, legato a estremisti di destra, stesse progettando di rovesciare il governo e di abbattere Obama.

Se non ci saranno brogli elettorali, Grillo è destinato a turbare il sonno di UE, Vaticano e Bersani, se avesse successo, potrebbe dare la sua impronta alla terza repubblica; il moderato ed europeista Bersani conta sulla docilità e la rassegnazione del suo elettorato, in realtà, in passato questo clima è servito a favorire le scissioni a sinistra; però questo processo oggi è reso più difficile perché i partiti sono finanziati abbondantemente da banche e multinazionali, che li condizionano perché li vogliono obbedienti e non indipendenti.

Il movimento cinque stelle è a favore della democrazia diretta che dagli enti locali si spinge verso il governo centrale, anch’esso conoscerà ambizioni personali ed episodi di corruzione, perciò la propaganda lealista ai partiti tradizionali si sta già muovendo contro di esso; l’importante è che Grillo realizzi un progetto politico utile agli italiani, per i quali le vere riforme sono state irraggiungibili. Per impedire trasformismo e cambio di partito, con una riforma della costituzione, i parlamentari dovrebbero essere eletti con vincolo di mandato, tutti i privilegi della politica dovrebbero cadere, dovrebbero finire i collegamenti tra economia, politica e criminalità e l’Italia dovrebbe ritrovare la strada laica, sarebbe un sogno.

Lo stato sovrano si riconosce perché ha una sua moneta di stato, la banca centrale non è indipendente ma è strumento del governo, con il parlamento ha il controllo del bilancio e ha il controllo della politica fiscale; per riequilibrare i conti con l’estero, può svalutare il tasso di cambio della sua moneta, può imporre alle banche il vincolo di portafoglio, cioè l’obbligo di acquistare titoli di stato, abrogato nel 1973 con il divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia. Lo stato sovrano può separare le banche d’affari da quelle commerciali e, per garantire risparmio e impedire i fallimenti bancari, può imporre alle banche riserve obbligatorie e di liquidità; purtroppo oggi sono le banche e chi sta loro dietro che dirigono gli stati, per il PD, amico delle banche, questi sono argomenti populisti e non europeisti, per esso l’Europa e l’euro sono due dogmi.

 Nunzio Miccoli www.viruslibertario.it; numicco@tin.it.

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CRISI  POLITICA, CRISI ECONOMICA E CRISI D'IDEE (5/12/2012)

 Il Fondo Monetario afferma che il debito estero greco non è sostenibile, pertanto l’Europa pensa di ridurlo al 120% del Pil greco entro il 2020 e pensa anche di ridurre il tasso d’interesse sul debito greco; con soldi dell’Europa, la Grecia ricomprerebbe parte del suo debito, ora svalutato dal mercato, la commissione europea pensa di ridurre il debito con il fondo EFSF, senza fare danni alle banche creditrici, cioè a spese dei tutti i paesi europei, cioè anche dell’Italia che ha il suo debito estero; ora pare che anche altri paesi indebitati europei potrebbero chiedere questi aiuti.

Il desiderio della Germania di sottoporre i bilanci degli stati a controllo preventivo da parte di Bruxelles, toglierebbe agli stati la sovranità fiscale, dopo aver tolto loro quella monetaria e quella militare; tuttavia il bilancio dello stato italiano, com’è attualmente formulato e fino a che non è standardizzato a livello europeo, non è facilmente intellegibile e si presta pertanto a manipolazioni; da ricordare che le società di revisione che controllano e certificano i bilanci, pagate e perciò colluse con i controllati, hanno ritenuto regolari e attendibili anche bilanci inattendibili, ciò malgrado, Bersani si vanta di far certificare il bilancio del suo partito.

Se l’Europa dovesse integrarsi, il federalismo implicherebbe il controllo del bilancio degli stati da parte della commissione europea, però, con la solidarietà, implicherebbe anche il trasferimento di risorse a favore dei paesi più deboli, ora impediti dall’euro a ricercare maggiore competitività con la svalutazione delle loro monete. Oggi le differenze economiche dei paesi europei sono dovute a diverse specializzazioni produttive, diversa produttività, diverso regime fiscale, diversi servizi pubblici, diverso costo dell’energia, diverso costo del denaro, diverso costo del lavoro, diversa inflazione, diversa disoccupazione, diverso sistema scolastico.

L’euro non può tenere uniti paesi così differenti, l’integrazione del continente si può raggiungere solo eliminando queste differenze, occorrono soprattutto l’armonizzazione fiscale e l’armonizzazione scolastica; tuttavia certe differenze con valenza economica si riscontrano anche all’interno dei singoli stati, che non sono mai omogenei. Oggi la Germania si è rafforzata con il mercato unico europeo ed esporta alla grande nel resto del mondo, però, con il calo della domanda, anch’essa comincia ed essere colpita dalla crisi.

Se rimangono gli squilibri economici europei, il costo dei trasferimenti a favore degli altri paesi europei sarebbe a carico soprattutto della Germania, che però avrebbe come suo tornaconto un grande mercato europeo; è per questo che la Germania chiede un controllo sui bilanci degli stati; però il pareggio di bilancio e la moneta unica lascerebbero la BCE unica sovrana nel creare liquidità a basso prezzo, mentre gli stati ci hanno rinunciato; creare banconote è un grande affare, sono valori illusori con cui si acquistano beni reali, l’illusione non viene solo dalla finanza delle banche commerciali o speculative, ma anche dalle banche centrali.

Le varie monete europee consentivano cambi flessibili o fissi ma aggiustabili periodicamente, grazie alle svalutazioni periodiche dei tassi di cambio da parte delle autorità monetarie, il che consentiva di riequilibrare i conti con l’estero; insomma le svalutazioni delle monete prevenivano i trasferimenti regolari tra paesi ora costretti nella gabbia dell’euro, però non mancavano gli aiuti tra gli stati. In qualunque strada si decide di andare, per riequilibrare il sistema, occorrerebbe mettere un freno ai paradisi fiscali; in Grecia esportano capitali gli armatori, dopo aver evaso le imposte, in Italia lo fanno il Vaticano e grossi capitalisti, le cui imprese sono spesso riempite artificiosamente di debiti.

Berlusconi aveva fatto un condono ai capitali italiani depositati all’estero, con il pagamento di una piccola penale, la misura fu giudicata dalla sinistra un regalo agli esportatori di capitali, oggi il PD, dopo aver votato l’aumento del finanziamento alla scuola privata cattolica, si è espresso a favore di uno scudo fiscale sui capitali italiani depositati in Svizzera, in realtà anche questo è un grande condono tombale, anche se Vendola l’ha fatto passare per una patrimoniale a carico dei ricchi.

Non a caso, anche la Svizzera preme per questa soluzione, desidera restare paradiso fiscale, trattenere i capitali anonimi e garantire il segreto bancario che ha fatto la sua ricchezza, la finanza si è sempre coniugata con il parassitismo; purtroppo oggi né l’Europa, né l’Italia vogliono rimettere in discussione i paradisi fiscali e ne sorgono anche di nuovi, il loro scopo è evadere tasse e norme valutarie, sottrarre risorse a imprese, salari, piccoli azionisti, creditori e stati.

E’ un fatto che, come nel medioevo, ceti elevati hanno ancora privilegi fiscali di vario tipo, l’eguaglianza dei cittadini avanti alla legge è la truffa della democrazia; questi privilegi sono nati con le società anonime o di capitali che limitano la responsabilità economica dei soci, poi sono nate le finanziarie, le partecipazioni societarie a catena o scatole cinesi, quindi i paradisi fiscali, il credito d’imposta e le varie esenzioni fiscali, totali o parziali, a favore di categorie amiche.

La democrazia una farsa e una presa in giro, i cittadini non sono mai stati uguali avanti alla legge, anche se la costituzione cerca dolosamente di farcelo credere. Il governo Monti, che è emanazione del Vaticano con avallo tedesco, ha accennato a nuovi oneri a carico della collettività, per sostenere il costo della sanità, probabilmente lo scopo è anche favorire la sanità privata che, come la scuola privata, fa capo largamente alla chiesa.

Un vero governo di tecnici e non di commissari dello straniero, per contenere la spesa sanitaria pubblica, che cela innumerevoli sprechi e speculazioni, avrebbe dovuto mirare alla riduzione delle convenzioni tra pubblico e privato e alle esternalizzazioni che gonfiano i costi, non fanno risparmiare e  permettono di pagare meno lavoratori esterni. Il governo dovrebbe ridurre gli sprechi che nascono dall’intreccio fraudolento tra pubblico privato, inoltre andrebbero unificati gli acquisti di materiale sanitario, oggi effettuati a costi diversi da parte delle diverse ASL; l’idea dei costi standard della lega era buona, ma non ricevette sostegno dalla chiesa, dalla mafia e dalla sinistra.

Per ridurre la spesa, il ministero della sanità dovrebbe curare la prevenzione, che si fa non facendo pubblicità ai trapianti, alle carni, ai vaccini, ai farmaci, ai bisturi e alle analisi, ma facendo educazione, sull’informazione e nelle scuole, all’alimentazione vegetariana che consente di vivere più a lungo e in buona salute; favorendo la riduzione dell’inquinamento ambientale e del consumo di farmaci.

Oggi la scuola privata è l’altra gamba sui cui si regge la chiesa, con la legge 62/2000, voluta da Massimo Dì Alema e Luigi Berlinguer, le scuole private cattoliche entrarono impropriamente a far parte del sistema della scuola pubblica; i gesuiti, con le loro scuole esclusive, come forma d’investimento, hanno sempre guardato alle classi dirigenti di ogni partito e perciò Piero Fassino è stato educato ai gesuiti; è per questo che la classe dirigente post-comunista, dopo essere stata premiata con posti di sottogoverno importanti dalla DC, oggi guarda sempre con più interesse verso la chiesa e le banche; per lo più, le banche d’interesse nazionale sono controllare dal Vaticano e quelle popolari locali dai vescovi.

Grazie a questa legge sono aumentati progressivamente i contributi alle scuole cattoliche da parte dello stato e delle regioni, lo stato ha anche esentato la chiesa, con vari stratagemmi, dal pagamento dell’IMU e prevede l’insegnamento cattolico nelle scuole pubbliche, che rappresenta un onere economico per lo stato e insieme propaganda clericale pagata dallo stato, che perciò rimane praticamente confessionale, malgrado la revisione della costituzione fatta nel 1984.

Il ministro Mariastella Gelmini, del governo Berlusconi, insegna all’Università Cattolica e collabora con la compagnia delle Opere, oggi, per mezzo del suo presidente, in organico nel governo Monti, la Gelmini, come Formigoni, attesta il legame tra Berlusconi e mondo cattolico, oggi ancora più incombente sullo stato, grazie al governo Monti e ai suoi rappresentanti. L’Italia attuale è il giardino del Vaticano.

Le scuole private si reggevano in piedi anche senza finanziamenti statali, in Italia e Usa sono un business garantito da alte rette, sono riservate a un’elite economica, si prendono cura degli studenti tutto il giorno, garantiscono loro la promozione agli esami di stato, grazie a una commissione amica prevista dal concordato; evitano contaminazione con immigrati, ceti bassi e studenti disabili, pagano meno gli insegnanti, ma permettono loro di acquistare punteggio per accedere alle scuole pubbliche; secondo l’Uaar, la qualità del loro insegnamento è inferiore a quella delle scuole pubbliche, dove però il criterio di reclutamento è discutibile.

In questi giorni siamo stati assorbiti da primarie e ballottaggio del centro sinistra, in vista delle vicine elezioni politiche che vedono la caduta della destra, ormai è consueto che perde le elezioni chi ha governato per ultimo; perciò, a causa delle sue impopolari misure economiche, Monti aveva negato di voler partecipare a un prossimo governo, ma Bersani e soprattutto Casini e Fini cercavano di imbarcarlo, salutandolo come il salvatore d’Italia.

Durante primarie e ballottaggio del centrosinistra, chiamato da Bersani fronte progressista, dopo essersi personalmente definito liberale, non si è potuto parlare di lavoro, fisco e spesa pubblica, che dovrebbero essere la parte centrale del programma di un governo di sinistra, perché l’Italia ha perso sovranità in questi settori, con la benedizione di Napolitano superstar; oggi questi sono temi di competenza di Ecofin, Eurogruppo e BCE; sullo sfondo ci sono sempre le esigenze del sistema bancario e della finanza da tutelare, cari alla sinistra, da quando il partito repubblicano di Ugo La Malfa passò la mano.

L’Ecofin o Consiglio di Economia e Finanza è composto dai ministri europei dell’economia, della finanza e del bilancio e si riunisce una volta il mese, cura il coordinamento delle politiche economiche, la sorveglianza della situazione economica degli stati, il monitoraggio della politica di bilancio e delle finanze pubbliche degli Stati membri, dei mercati finanziari e dei movimenti di capitali, inoltre cura relazioni economiche con i paesi terzi.

Decide a maggioranza qualificata, d’accordo con il Parlamento europeo, però nelle questioni fiscali le decisioni sono assunte all'unanimità; l’Ecofin, assieme al Parlamento europeo, predispone il bilancio dell'Unione Europea. L'Eurogruppo è composto dai ministri dell’economia e delle finanze degli Stati che hanno adottato l’euro e tratta le questioni inerenti l'unione economica e monetaria. La BCE ha sede a Francoforte, coordina le banche centrali dei paesi membri e promuove l'Unione Economica e Monetaria, presiede alla politica monetaria e alla stabilità dei prezzi.

Oggi in Europa e Usa la vera emergenza è la disoccupazione, prossima al 12%, e non lo spread, in Italia la ragione principale dell’aumento della disoccupazione sta nel blocco del turnover, perché, se l’occupazione complessiva non aumenta, i posti di lavoro si trovano solo con i pensionamenti, in secondo luogo, la disoccupazione dipende dalla chiusura di aziende; la Germania per difendere l’occupazione, ha ridotto l’orario di lavoro, ma in Italia non se ne può parlare, si preferisce detassare gli straordinari, che rappresenta una strategia opposta.

In Italia la disoccupazione è sottostimata rispetto all’Europa settentrionale, perché non ci s’iscrive agli uffici collocamento se non si hanno provvidenze e se non si trova lavoro; visti i dati statistici sul lavoro degli altri paesi, la vera forza di lavoro dovrebbe essere di circa il 50% della popolazione, pari a 30 milioni di persone, il che porterebbe i disoccupati italiani a 7,5 milioni circa, invece dei 2,7 ufficiali, cioè sarebbero pari al 25% della forza di lavoro, valori simili alla Spagna e alla Grecia.

Il governo ha giustificato la disoccupazione non con la caduta della domanda e con il blocco del turnover,  ma con la rigidità salariale, perciò si abbassano salari e garanzie dei lavoratori, con il rischio di una ultreriore caduta prima della domanda interna e poi del commercio mondiale. Dopo un anno di governo Monti sono aumentati debito pubblico e disoccupazione, invece di agire con equità, questo governo ha colpito soprattutto i ceti meno abbienti, non ha toccato i ricchi, la rendita, il patrimonio, la finanza; d’altronde, per l’Organizzazione Mondiale del Commercio, il governo può interventre sul costo del lavoro, ma non sulla libertà d’impresa, infatti, quando in periodo di alta inflazione in Italia si abolì la scala mobile, le imprese ritoccavano i listini prezzi all’insù ogni tre mesi, perché un falso dogma, condiviso dagli economisti di corte, aveva postulato che l’inflazione dipendeva solo dai salari.

L’Europa non è capace di dare indirizzi in materia fiscale e scolastica, protegge rendite, speculazione, corruzione e coccola le lobby; comunque, mentre all’Italia si rimprovera di non rispettare i patti, la Francia, violando gli accordi internazionali, non vuole più immigrati, sgombra i campi rom e mette in strada i suoi abitanti; i rom, dopo tre mesi, se sono senza impiego, sono espulsi, però, poiché sono cittadini europei, possono rientrare. Sembra una politica cervellotica che funziona come le amnistie italiane, infatti, si esce dal carcere e poi vi si rientra per altri reati.

 Nunzio Miccoli www.viruslibertario.it; numicco@tin.it.

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NON CI SONO SOLDI PER LAVORATORI, DISOCCUPATI E PENSIONATI (12/11/2012)

 Banca d’Italia e Corte dei Conti hanno affermato che gli aiuti di stato alle imprese sono inutili, non fanno aumentare reddito nazionale e occupazione, non rafforzano la struttura produttiva delle imprese, distorcono la concorrenza e riempiono solo le tasche di qualcuno; infatti, quando l’economia è sana e la domanda tira, gli imprenditori investono di loro iniziativa, l’importante è farli restare in Italia; corruzione, servizi scarsi, mafia e cattiva pubblica amministrazione sono scuse, il fatto è che all’est il lavoro costa meno e le imprese sono attratte dagli elevati incentivi di stati che desiderano industrializzarsi.

Spesso, quello che compriamo in Italia, lo abbiamo già pagato in parte con le tasse, cioè attraverso i sussidi e le agevolazioni fiscali, ne hanno accesso solo imprese assistite da professionisti, agenzie e politici; queste leggi sono anche poco note a piccole imprese soggette ai rischi di mercato, agli alti tassi bancari, alle alte tasse, all’usura e al racket mafioso. Questi aiuti concessi agli amici, derivano da leggi europee, italiane e regionali, concedono agevolazioni fiscali, soldi a fondo perduto e garanzie statali.

Dall’Unità, il nostro capitalismo ha voluto essere assistito dallo stato e protetto dalle importazioni estere, oggi è liberista perché produce all’estero a costi più bassi, i favori concessi alle imprese creano distorsioni alla concorrenza, discriminano e rendono impraticabile un vero liberismo; questo sistema alimenta clientele e basi elettorali, politici, dirigenti, professionisti e agenzie mediatrici si riempiono le tasche e anche la mafia è sussidiata. Con questa economia drogata, i posti non si creano ma scompaiono, infatti, le aziende con impianti all’estero, chiudono appena finiscono i sussidi.

Negli ultimi dieci anni l’Unione Europea ha posto gli occhi su quasi 40.000 aiuti illegali fatti a imprese italiane, ma queste cose avvengono anche nei paesi nordeuropei e in Germania, anche a Bruxelles operano le lobby e le speculazioni e i politici del posto, come quelli italiani, s’ingrassano con le regalie delle lobby; anche in Germania la mafia fa affari, investe e ricicla liberamente, aiutata dalle banche locali, perché vi mancano le leggi antiriciclaggio italiane, per penetrare nel paese ha bisogno della collaborazione di banche e della politica.

Dall’Unità italiana, il mezzogiorno fu invaso da imprese del nord, che proponevano investimenti, soprattutto in servizi, aprirono cantieri che, ancora oggi, non finiscono mai, poi si diressero verso le attività produttive, ottennero soldi e poi scomparvero, accade ancora oggi; però bisogna notare che è così che funziona, grazie ad appositi comitati di affari, la cooperazione e la solidarietà a favore dei poveri del mondo. E’ un aspetto dell’economia, ci si arricchisce come nella pirateria e nel brigantaggio, poi qualcuno, arricchitosi illecitamente, riesce anche a costruirsi un’impresa sana, in qualche parte del mondo.

I soldi regalati dallo stato, non creano investimenti e occupazione e generalmente non si recuperano, non si arrestano i malavitosi, questi finanziamenti continuano perché servono alla mediazione politica, i comitati d’affari si muovono solo se si può speculare e rubare. L’Europa ha creato un Fondo per la conservazione del patrimonio artistico, prevedendo procedure per il controllo della spesa, sarà per questo che l’Italia non l’ha utilizzato, come se Pompei non ne avesse bisogno, però è colpa anche della nostra burocrazia.

Non è vero che l’Europa non autorizza aiuti di stato alle imprese, per non distorcere la concorrenza, per questi aiuti bisogna chiedere l’autorizzazione all’Europa, che la concede spesso; però a volte l’autorizzazione non si chiede, a volte si chiede con argomenti ingannevoli; chi riceve gli aiuti autorizzati dall’Unione Europea, soprattutto in agricoltura, diventa europeista convinto, lo stato non controlla e le denuncie arrivano solo da concorrenti esclusi dagli aiuti.

Le entrate dello stato derivano solo per il 30% dalle imprese, poi indennizzate per il prelievo con crediti d’imposta e sovvenzioni; l’Italia è contribuente netto con l’Europa, a causa di multe e incapacità della sua burocrazia di utilizzare i fondi europei, forse per evitare controlli, forse perché con i soldi dello stato si possono costruire opere pubbliche a un costo quadruplo che in Europa. La mafia ha operato sapientemente perché il mercato delle opere pubbliche europee fosse spartito e perciò le imprese estere, malgrado le maggiori possibilità di guadagno, non operano in Italia.

Invece di toccare fisco e pensioni, per tutelare il mercato libero, Monti doveva ridurre la spesa riguardante questi aiuti, spesso però riservati a imprese amiche; tutti i settori economici sono sussidiati, a patto che non si sia piccola impresa e che si abbiano mediatori qualificati introdotti negli uffici; le imprese ricattano lo stato: o i sussidi o la chiusura. Comunque, nell’intenzione, i sussidi dovrebbero servire a indirizzare la politica economica e sono usati anche negli altri paesi europei.

Perciò, diritto alla cultura significa soldi ai produttori cinematografici, anche per film scadenti, diritto all’ambiente significa soldi alle energie rinnovabili, prelevati sulle bollette elettriche, diritto all’informazione significa contributi all’editoria, diritto a internet significa soldi a Telecom per la fibra ottica. Esiste un rapporto insano tra politica e affari e tra politica e mafia, quindi anche tra affari e mafia; gli imprenditori vogliono essere aiutati e, contemporaneamente, invocano la libertà economica, considerano l’impresa un modo per riempirsi le tasche, anche speculando, quando chiudono, con i sudati risparmi, si trasformano in finanzieri.

Per questo la borsa, senza controllo, ha distrutto il risparmio popolare a favore di pochi, non serve a favorire l’azionariato popolare e la condivisione dei rischi, peraltro minato dal principio di responsabilità limitata delle imprese di capitale; invece di tassare e distruggere risparmio dei lavoratori, che serve solo a finanziare consumi differiti in beni durevoli, per aiutare l’economia, sarebbe meglio lasciare più soldi nelle tasche dei comuni cittadini.

La materia dei sussidi è regolata da migliaia di leggi, a volte leggi di favore "a impresam", sono erogati da centinaia di enti e lo stato non sa quanti soldi spende complessivamente; gli enti erogatori sono stato, regione e Unione Europea e non esiste un elenco completo delle imprese che hanno ricevuto questi incentivi; i sussidi sono scoordinati e, per lo stesso progetto, si possono chiedere soldi all’Europa, allo stato e alla regione, anche senza investire un euro di tasca propria, anche senza investire, magari fuggendo.

Si chiedono soldi per aprire un’impresa o per non chiuderla, i contributi dovrebbero essere destinati solo agli investimenti, invece possono essere in conto spese d’esercizio o correnti e in conto spese di capitale o d’investimento; nel 2010 25 miliardi di euro da parte dello stato alle imprese private, più i fondi europei e regionali. Si parla sempre di stretta sulle pensioni, di lotta all’evasione, di pareggio di bilancio e di abbattimento del debito pubblico, mai di questo tema, anche stampa e televisione sono discrete cioè omertose.

Il ministero per lo sviluppo economico gestisce fondi europei e italiani, dal 2003 al 2008 ne hanno usufruito 140.000 imprese l’anno, più le aziende che hanno ricevuto sgravi fiscali; come vuole l’Europa, non sono ad essa notificati gli importi fino a 200.000 euro, gli aiuti alle industrie militari, crediti d’imposta e fondi statali di garanzia; in questo periodo sono state approvate 1307 leggi d’incentivazione, 91 dello stato e 1.216 degli enti locali.

Malgrado questi aiuti a pioggia, una parte dei fondi europei è inutilizzata, alla fine del 2010 era utilizzata solo per il 15%, forse perché l’Europa controlla meglio le spese e perciò si preferisce mungere lo stato italiano; però, a causa della nostra burocrazia, da quando lo stato concede a quando eroga, possono passare anni. I soldi sono concessi con il sistema del bando pubblico, fatto lo stanziamento, se il progetto è approvato, si riceve il finanziamento, professionisti pagati aiutano i possibili beneficiari.

Con i contratti di programma si è cercato di spingere le imprese a trasferirsi al sud, agenzie d'intermediazione operano per far avere i soldi, suggeriscono fondo giusto e progetto giusto, a volte si cercano soldi prima di avere un progetto; poiché i controlli non ci sono, una giovane donna può ottenere soldi con fondi per l’imprenditoria giovanile, per l’imprenditoria femminile, perché opera nell’energia rinnovabile, perché opera nel sud e può ottenere aiuti anche dalla regione; perciò anche le mogli dei mafiosi si sono gettate negli affari.

Con gli aiuti, alcune leggi incentivano anche l’utilizzo di altre leggi, però le imprese prendono i soldi e delocalizzano nell’Europa dell’est, gli stati si fanno guerra a suon di sussidi e le imprese non sono costrette a restituire il maltolto, la fine dei sussidi coincide con la fine delle imprese. L’Italia usa pochi fondi europei, ma litiga molto con l’Europa per questi fondi, spesso si dimentica di notificare a Bruxelles di aver sussidiato qualcuno.

Non è vero che l’Europa vieta aiuti alle imprese, le deroghe sono moltissime, per convincere la commissione europea ad approvare i sussidi, l’Italia fornisce anche dati falsi, perciò ogni giorno nove imprese italiane ricevono il via libera europeo, grazie a questri benefici, saranno tutte imprese europeiste; dietro di noi c’è la Germania, con 35.730 autorizzazioni, poi vengono gli altri grandi paesi europei.

Dal 1997 al 1999 la Fiat era stata beneficiaria di aiuti pubblici, nel 2002 era in perdita e i debiti erano pari a 30 miliardi di euro, nel 2004 utilizzò la cassa integrazione e ricevette aiuti pubblici, approvati dalla UE; poi venne Marchionne che pensò bene di investire in Polonia e in Serbia, dove il ritorno economico, a causa degli aiuti di stato e del risparmio su energia e salario, era molto superiore.

La Fiat però sostiene che spedire i motori dalla Polonia costa meno che da Foggia; con i contratti di programma, ha ricevuto aiuti per la formazione professionale, poi con i soldi dello stato, ha fatto prepensionamento; la Fiat chiede aiuti allo stato per restare e all’estero per arrivare, del resto, la Commissione europea è a favore degli aiuti alle aree sottosviluppate, il che però distorce la concorrenza.

Nel 1954 la Fiat creò uno stabilimento in Serbia, poi bombardato, nel 2008 decise di tornare con 500 milioni di euro della banca europea, 250 del governo serbo e 350 della Fiat, con busta paga degli operai pari 300 euro il mese; il governo serbo si è anche impegnato a costruire un’autostrada e un gasdotto, a ripristinare l’aeroporto bombardato, a concedere sgravi fiscali e una zona franca senza imposte comunali, con incentivi anche alle aziende dell’indotto per l’acquisto della terra. La Serbia potrà esportare senza dazio in Russia e UE, perciò si è trasferita in Serbia anche la Magneti Marelli.

Nel 2009 ci fu l’accordo con la Chrysler, con un prestito del governo americano, a tasso di favore, di 7,6 miliardi di dollari, nel 2008-2009 i ministri dell’industria europei decisero di aiutare la rottamazione delle auto vecchie con aiuti pubblici, l’Italia stanziò 1,5 miliardi di euro, la maggior parte delle auto vendute in Italia era di produzione estera. Nel 2011 il CIPE decise nuovi aiuti alla Fiat, con tre contratti di programma, 52 milioni di euro per assumere 800 persone, mentre il Piemonte concesse aiuti al suo centro ricerche Fiat.

La Fiat controlla un migliaio di società, in Italia e all’estero, ha ricevuto aiuti anche per la SNIA che controlla, poi ha ridotto i posti di lavoro e ha ceduto l’azienda, ha ricevuto aiuti per il centro  ricerche, per nuovi motori e nuove vetture; la Ferrari ha ricevuto aiuti dalla regione Emilia Romagna e la Magneti Marelli dallo stato. Negli ultimi trent’anni la Fiat ha ricevuto 10 miliardi di euro di aiuti, nel 2009 la provincia di Bolzano ha concesso 600.000 euro di fondi europei all’Iveco, la Regione Emilia Romagna ha concesso un milione al museo della Ferrari.

Malgrado questi aiuti, in Italia si producono poche auto, rispetto alla domanda, ma molti componenti per auto, nel 2008 la produzione di auto pesava solo per il 6,2% del Pil, la Fiat ha ridotto la produzione nazionale ma hanno chiuso anche 300 società dell’indotto, perdendo 30.000 posti di lavoro, così la disoccupazione è aumentata. La raffineria Saras di Sardegna della famiglia Moratti, dà lavoro a mille dipendenti, nel 1962 Angelo Moratti era arrivato con 400 miliardi di lire concessi de stato, per creare 70.000 posti di lavoro.

Dal 2002 la Saras riceve aiuti con il Cip6, rivende energia a un prezzo superiore a quello di mercato, con soldi prelevati sulle bollette degli italiani, ha fatto contratti di programma con la regione e nel 2006 si è collocata in borsa, sopravvalutando le azioni che poi si sono svalutate a 1,1 euro, perché i dati di bilancio sono peggiorati. I debiti tolgono la libertà a persone e stati, riempiono le tasche di altre, ma, con l’ingegneria di bilancio, servono alle imprese anche per nascondere gli utili al fisco e agli azionisti e per ricevere aiuti; è il caso anche della Telecom, carica di debiti senza aver rinnovato la rete.

Si sono insidiate molte imprese in Sardegna, con gli incentivi a pioggia, gli aiuti maggiori sono quelli sulle tariffe elettriche, considerati illegittimi dall’UE, i sussidi dovrebbero essere temporanei ma non è così; la ditta Ila, settore alluminio, ha ricevuto aiuti poi ha fatto bancarotta fraudolenta con fatture false, anche il fallimento può essere un buon affare, se fatto mettendo soldi da parte, per imprenditori ben consigliati.

Secondo l’Unione Europea, la ditta sarda Eurallumina ha ricevuto aiuti illegittimi, con esenzione di parte dell’accisa sugli oli minerali, è stata condannata alla restituzione dalla Corte di Giustizia Europea, ma non ha restituito niente; la UE ha anche contestato la legge 80/2005, non notificatele, che concede sconti sulle tariffe elettriche, infatti, nessuna grande azienda sarda ha mai pagato l’elettricità al prezzo di mercato. Quando l’élite non ha il pieno possesso dello stato, i privati possono speculare sui soldi dello stato, quando ne ha il pieno controllo non lo permette più, forse con Monti arriveremo a questo traguardo, ma allora gli italiani saranno meno sovrani di prima.

La società Terni dell’Iri, settore acciaio, produceva energia elettrica da se, nel 1962 la produzione elettrica fu nazionalizzata e la sua elettricità fu sussidiata a carico di tutti gli italiani, nel 1992 fu scorporata e privatizzata e le società acquirenti ebbero ancora sconti tariffari; l’Europa chiese spiegazioni e l’Italia non rispose, poi fece ricorso alla condanna perché non voleva che le società vendute ad amici pagassero il prezzo di mercato dell’elettricità.

Per quanto riguarda l’Alcoa sarda, multinazionale dell’alluminio, la commissione europea ha imposto la restituzione degli aiuti in forma di sconti sul prezzo dell’elettricità, lo sconto elettrico dura dieci anni, la società gode di questi sconti anche in Veneto. In Sardegna l’elettricità costa meno che nelle altre regioni italiane, perciò la commissione ha imposto la restituzione degli aiuti all’Alcoa; però l’Italia non ha mosso un dito per recuperare 295 milioni di euro e nel 2011 la Ue l’ha deferita alla corte di giustizia.

Per ovviare alla situazione, l’Italia ha esteso i benefici dell’Alcoa a tutte le imprese, con aumento della bolletta elettrica degli italiani. Malgrado ciò, In Sardegna decine d’industrie se ne vanno perché gli aiuti non sono rinnovati, si cerca di recuperare il maltolto e intanto la disoccupazione aumenta; nel 2004 la produzione elettrica della Sardegna era superiore alla domanda, quindi, in un mercato non drogato, i prezzi dovevano scendere naturalmente e il sussidio elettrico era ingiustificato.

Gli imprenditori del nord hanno usato gli incentivi della legge 488/2003 per investire al sud, poi  hanno anche usato i prestiti agevolati per ridurre l’indebitamento e non per investire al sud; la Nuova Politica Regionale del 1998 è fatta di patti territoriali, contratti di programma e contratti d’area; con questa legge, lo stato ha rinunciato a programmare a vantaggio delle amministrazioni locali, spesso infiltrate dalla mafia, forse non è stato un caso.

In questo campo il patto territoriale è il più usato, fino al 2009 sono state finanziate 5.967 imprese, con 2,9 miliardi di euro erogati, la corte dei conti ne ha contestato l’uso, ma se ne continuano a finanziare. Sussidi, gabbie salariali e riduzioni fiscali fanno arrivare imprenditori incassa e fuggi; sui contratti di programma la Corte dei Conti ha lamentato che il ministro per lo sviluppo economico ha fornito dati contraddittori e che i posti di lavoro scompaiono quando finiscono i sussidi.

Ha rilevato che, per i contratti d’area, i risultati sono la metà delle attese, con erogazioni per 1,2 miliardi di euro fino al 2009; per beneficiare dei contratti d’area, alcune aziende si trasferiscono da una regione all’altra. La legge prevede che, a fronte di un impegno di spesa dello stato o della regione, i sindacati accettino condizioni di lavoro peggiori, anche così però i posti di lavoro non si creano; invece di tutti questi sussidi, sarebbe stato meglio potenziare i trasporti, abbassare i costi dell’energia per tutti e ridurre le imposte sul reddito ai lavoratori.

Con questi aiuti, le amministrazioni puntano a spendere tutti i soldi disponibili, usandoli anche male, e la confindustria vuole averne sempre di più, però gli industriali vogliono anche lavoratori che non si assentino e una burocrazia più snella. Le imprese che hanno ricevuto aiuti alla ricerca non hanno avuto aumenti di produttività, inoltre, avrebbero investito anche senza aiuti di stato; comunque le imprese continuano a fare richieste di finanziamento, senza collaborare con i centri di ricerca, ciò malgrado, il governo ha deciso di stanziare, tra il 2007 e il 2013, 53 miliardi per la ricerca, speriamo siano spesi bene .

La sezione siciliana della corte dei conti ha rilevato che i corsi di formazione europei sono inutili, per quando riguarda il Fondo europeo per lo sviluppo regionale, di cui 48 miliardi di euro per il mezzogiorno, dal 2007 al 2013, la corte ha rilevato che troppi interventi, con dissipazione di risorse, non sono serviti a nulla. Sviluppo Italia è lo snodo che dovrebbe far passare i fiondi europei e statali a favore delle imprese meridionali, ma ha creato solo posti al suo interno; dovrebbe attrarre anche investimenti dall’estero, ma ha avuto perdite di bilancio, senza ritorni economici, inoltre, ha la maggior parte delle società controllate in perdita.

Nel 2008 Sviluppo Italia è stata commissariata dal ministero dello sviluppo economico e trasformata in Invitalia, autorizzata anche a fare prestiti sull’onore a piccole imprese, però i governatori delle regioni spendono male e non utilizzano i fondi stanziati. Dal 2007 la legge sul credito d’imposta eleva il credito al 40% a favore delle imprese del sud, ma è stata utilizzata soprattutto dalle industrie del nord; le amministrazioni del mezzogiorno non sono in grado di finanziare progetti industriali, sono bloccate da inefficienza, condizionate dalla criminalità, inoltre nel sud mancano imprenditori in grado di assorbire i fondi disponibili.

Perciò il sud finanzia progetti economici della mafia o cofinanzia progetti nazionali, soprattutto nelle spese in opere pubbliche ordinarie, come ristrutturare una scuola, sistemare una strada o un acquedotto; perciò non occorrono altri finanziamenti e nuovi sconti fiscali, nonostante sgravi e agevolazioni, il sud non si muove e la sua economia non decolla; le regioni meridionali non riescono a spendere i fondi europei.

La Campania non riesce a spendere nemmeno quelli per la formazione, nel sud le amministrazioni locali hanno successo solo quando riescono a spendere, magari anche male e senza risultati tangibili. I fondi europei allo scopo sono il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale e il Fondo Sociale Europeo, utilizzati più dalle regioni settentrionali; a essi si aggiunge il Fondo Italiano per le aree sottosviluppate, in tutto 17 miliardi l’anno, per sette anni; tre quarti dei fondi stanziati giacciono inutilizzati nel mezzogiorno.

Non sono utilizzati nemmeno i fondi europei per i beni culturali, le regioni meridionali non hanno chiesto fondi per la salvaguardia dei beni culturali. L’Italia finanzia le imprese anche con sconti fiscali, azzerando Irap, concessioni regionali, imposte di registro, ipotecarie, catastali, imposta sul reddito; si chiedono anche zone franche, con contributi gestiti dai sindaci, lo scopo sembra essere quello di favorire la tassazione alternativa da parte della mafia.

Oggi l’agricoltura assorbe ancora il 43% del bilancio dell’unione e i più grandi europeisti sono gli agricoltori sovvenzionati dall’Europa; anche i giornali sono sovvenzionati, in testa l’Unità con 6,3 milioni l’anno e la Padania con 3,9 milioni, l’importante non è vendere i giornali ma stamparli, però dal 2011 nel finanziamento si guarda anche alla diffusione, ma per i giornali di partito non è cambiato niente.

Dal 2004 i giornali hanno diritto anche a un credito d’imposta del 10% per l’acquisto della carta, si dice che lo scopo è garantire il pluralismo dell’informazione e l’uso della lingua italiana, però gli italiani continuano a rivolgersi a internet; nel 2004, per gli sconti sulla carta, RCS-Corriere ha ottenuto 14 milioni di euro, 10 milioni li ha presi Mondadori di Berlusconi e 9 milioni il gruppo Espresso-De Benedetti-Repubblica-Il Sole-La Stampa, però dal 2012 il credito d’imposta per la carta è stato ridotto al 3%.

Nel 2005 per i giornali lo stato ha speso 600 milioni di euro, inclusi sconti fiscali e sconti sull’energia elettrica, a questa somma vanno aggiunti 180 milioni per radio e TV locali e 120 milioni per le convenzioni con la Rai e Radio Radicale, che incassa 9,9 milioni l’anno con la convenzione e 23,9 milioni l’anno come radio di partito. Distribuiscono denaro a giornali e TV anche regioni, province e comuni, in tutto, fino al 2009, circa un miliardo di euro l’anno, poi i sussidi sono diminuiti e oggi su cento giornali, solo sei accedono ai contributi.

In compenso, dal 2008 il dipartimento per l’Editoria distribuisce provvidenze a cooperative di giornalisti e a giornali controllati da fondazioni ed enti morali, il Manifesto riceve circa 4 milioni l’anno, l’Avanti, che nessuno legge, 2,5 milioni, il giornale Carta mezzo milione, l’Avvenire dei vescovi riceve 6 milioni di euro l’anno; ricevono sovvenzioni anche alcuni giornali italiani pubblicati in Canada e Australia. Il giornale Campanile Nuovo di Clemente Mastella riceveva contributi pubblici e non pagava i dipendenti, con la legge 388/2000 il Foglio di Ferrara si è trasformato in cooperativa e perciò riceve contributi pubblici; tra i giornali che ricevono contributi c’è anche Famiglia Cristiana.

Per favorirne il condizionamento, cioè per nascondere le notizie, i giornali ricevono provvidenze da prima del fascismo; la legge Oscar Mammì 223/1990 concedeva queste provvidenze a tutti i movimenti politici, anche con due parlamentari, perciò nel 2001 c’erano trenta movimenti con trenta giornali loro organi ufficiali, oggi anche Italo Bocchino riceve finanziamenti per il suo giornale. Un regolamento ha esteso la possibilità di ricevere contributi anche alle testate online  espressione di partiti, nessun partito ne ha usufruito perché è più fruttuoso ricevere soldi con la versione cartacea, nel 2006 è stato abolito il collegamento del finanziamento con la rappresentanza parlamentare.

Le Tv locali che fanno anche informazione hanno diritto a una riduzione del 50% delle tariffe telefoniche, dal 2008, oltre la Rai, esistono anche due TV locali sovvenzionate. Radio Maria di Bolzano riceve 263.000 euro di contributo, le radio hanno uno sconto sull’energia elettrica e le radio di partito hanno contributi pubblici, in testa radio radicale con 4 milioni.

Oggi hanno sconti postali solo le riviste no profit e senza pubblicità, dal 2010 lo stato ha fissato il prezzo della spedizione della pubblicazione però; però, con la legge 62/2001, gli editori possono accedere a prestiti agevolati, con contributo pubblico in interessi. Con questi incentivi, si vorrebbe combattere il calo delle vendite, che dipendono da cosa scrivono i giornali, dai cambiamenti di costume e da internet.

Però gli editori sono finanziati anche dalle regioni, la Sicilia li aiuta per ripianare i debiti ed è arrivata a concedere 25 milioni di lire per ogni libro stampato in regione, indipendentemente dalle copie vendute, ha stanziato anche 40 miliardi di lire per aiutare gli editori siciliani che soffrono della concorrenza del nord. Nel 2010 la Sardegna ha deciso una serie d’interventi a favore della stampa, in difesa della lingua sarda.

Le amministrazioni locali usano soldi europei per sovvenzionare stampa, radio e TV e fanno pubblicità ai bandi europei. Nel 1996 Mediaset ha denunciato la Rai per i sussidi ricevuti e l’UE li riconosciuti come aiuti illegittimi di stato, erano stati concessi per ripianamento dei debiti, riducendo anche il canone di concessione governativa; nel 2005 Mediaset si è avvantaggiata del decoder TV ed è stata sanzionata dalla UE.

Il Fondo Unico per lo Spettacolo finanzia film che nessuno vede e lungometraggi che non avrebbero bisogno di sussidi, ora però i soldi sono distribuiti in base agli incassi, a vantaggio anche di giovani registi; nel 2008 il Fus ha erogato a tale scopo 397 milioni di euro, una cifra minoritaria rispetto a quanto stanziato da regioni, province e comuni; Roma è la città che ha preso più soldi, segue Milano, ma se si considera la spesa per abitante, in testa c’è Trieste.

Il Fus finanzia tutti e anche le bande di paese, a sua volta è finanziato anche con le accise sulla benzina; la lirica è finanziata da Fus e da altri enti, però la produttività dei teatri italiani, rispetto all’estero, è scarsa; nel 2011 il decreto mille proroghe ha stanziato altri soldi per gli enti lirici. A causa di questi aiuti, prima si guarda ai sussidi e poi si decide quale film realizzare; in tutti i settori, anche aziende straniere usufruiscono di sussidi per i loro stabilimenti italiani e poi magari li utilizzano negli altri paesi, speculando come le imprese italiane.

Nel periodo 2007-2013 un fondo europeo o Fondo Media, di 755 milioni di euro, ha finanziato produzioni cinematografiche, con stanziamenti a fondo perduto di 20.000 euro; i film in 3D sono proiettati grazie ai soldi pubblici, l’Italia ha chiesto alla Ue un contributo per le speciali sale e la Ue ha accettato sgravi fiscali per 200.000 euro in tre anni; oggi il cinema gode di agevolazioni del Fondo Media europeo, sgravi fiscali e Fus.

Però finanziano il cinema anche le regioni, in media con 146.000 euro per ogni intervento, la regione che ricorre di più a questi finanziamenti è la Sicilia, però la lega ha ricevuto 9 milioni di euro per il film Barbarossa che è stato girato in Romania e ha incassato poco più di 400.000 euro. La regione Lazio, per produrre film, si serve della finanziaria Filas, la Campania di Bassolino ha sussidiato un concerto di Elton John, con 711.000 euro ricevuti dall’Europa; con soldi pubblici si finanziano anche film diretti da registi di meno di 35 anni; dal 2009 i finanziamenti statali ai film sono proporzionati agli incassi. Anche nel cinema esiste il credito d’imposta per gli utili reinvestiti, parte dei soldi del lotto va alla cultura cioè a musei, chiese, castelli e palazzi,

I produttori agricoli italiani sono sussidiati da Europa, stato, regione e provincia, ne hanno usufruito anche la moglie di Raffaele Lombardo e di Totò Cuffaro, rispettivamente 523.000 euro e 743.000 euro; si finanziano tutte le aziende, per spiantare viti e per piantarle, per acquistare una barca o per rottamarla, per incentivare la produzione di qualità e quella di scarsa qualità. Con i sussidi dei PAC o Politica Agricola Comune, l’Europa finanzia l’agricoltura europea e distorce il commercio agricolo mondiale; destina 56 miliardi di euro l’anno alle imprese agricole, il 10% destinato all’Italia, il nord Europa riceve molto con la zootecnia; ai finanziamenti europei si aggiungono sgravi nazionali, soprattutto fiscali, e regionali.

Dal 1992 al 1997 la centrale del latte di Roma era controllata dal comune e dagli allevatori, pagava il latte a un prezzo superiore a quello di mercato e il debito era ripianato dal Comune, poi fu venduta a Cragnotti, patron della Cirio, che la rivendette a tre volte tanto a Callisto Tanzi; l’operazione finì nel mirino della UE e nel 2011 il Tar del Lazio ha ordinato al comune di Roma di riprendersi la centrale.

Nel 1999 la Granarolo era partecipata dall’azionista pubblico Itainvest e comprò le centrali del latte di Milano e Viterbo; nel 2000 la Barilla ricevette aiuti pubblici, per 150 miliardi di lire, per creare nuovi stabilimenti. In agricoltura i finanziamenti pubblici sono utilizzati per coprire debiti e per acquistare macchine agricole; esistono varie forme di credito agevolato, si finanzia allevamento, culture, macchine agricole e formazione della piccola proprietà coltivatrice.

I vini piemontesi sono sovvenzionati con denaro pubblico, con 5.000 euro per ettaro, per estirpare vigneti e per piantare vigneti di qualità, il Friuli fa altrettanto; in zootecnia si distribuiscono soldi per l’allevamento, l’abbattimento, per portare gli animali alle fiere, per farli accoppiare, per trasportare e distruggere le carcasse. Con autorizzazione della UE, in Sardegna si usano soldi pubblici per pagare le polizze sottoscritte dagli allevatori per le malattie degli animali, il Molise ha ricevuto 120.000 euro l’anno per valorizzare una razza sconosciuta di cavallo.

Si finanzia anche la pubblicità di aziende del gruppo Arena e Amadori, si finanziano gli apicoltori con oltre 4 milioni di euro nel 2009, il pesce riceve finanziamenti anche dal Piemonte, ma le ragioni marittime ricevono di più; la Campania finanzia acquacoltura, pescherecci, nuovi mercati e per fare pubblicità; si distribuiscono soldi per pescare e per salvaguardare le risorse ittiche; l’Emilia Romagna finanzia anche i salami.

Si finanziano i danni all’agricoltura da grandine, pioggia, neve, trombe d’aria e siccità, a volte i funzionari di Bruxelles fanno i difficili su questi finanziamenti ma poi, poiché in Europa settentrionale accade la stessa cosa, autorizzano. L’industria zuccheriera Sedam ha chiesto aiuti allo stato per la siccità e poi con quei soldi ha comprato zucchero in Europa orientale; le serre pagano delle accise ridotte del 5% sul gasolio.

A causa d’interventi di Europa, stato ed enti locali, non si conoscono gli aiuti complessivi ricevuti dai produttori, l’Europa ha autorizzato l’Italia a stanziare 105 milioni, dal 2008 al 2010, per promuovere prodotti caseari; in agricoltura, le regioni finanziano formazione, fiere, ricerche di mercato, pubblicità e fanno campagne di pubblicità nelle scuole, anche per promuovere il pecorino. Dal 2002 al 2005 l’agricoltura regionale, con i patti territoriali agricoli o patti verdi e 643 milioni di euro stanziati, doveva aumentare l’occupazione, ma non ha ottenuto questo risultato, mentre oggi è la crisi economica che sta favorendo un ritorno in agricoltura, con altre 200.000 persone occupate nel 2011.

Il biglietto aereo low cost costa anche 29 euro perché pagato in parte con le tasse, la Ryanair riceve aiuti da aeroporti, l’aeroporto di Alghero è finanziato dalla regione Sardegna, questi finanziamenti sarebbero vietati dalla Ue; per Bruxelles il servizio di Ryanair non è un servizio pubblico, perciò non è meritevole di aiuti, però afferma che si possono sussidiare nuove rotte per gli aeroporti regionali; dal 2000 al 2006 Ryanair ha ricevuto circa 10 milioni di euro in aiuti.

Dopo Ryanair sono arrivate richieste di aiuto da parte di altre compagnie aeree; per quanto riguarda i servizi a terra, la Sogeal dava soldi per far atterrare aerei ad Alghero e prezzi scontati sui servizi a terra, perciò dal 2002 ha ricevuto circa 10 milioni dalla regione. Per non essere accusata di lavorare in nero, ha fatto anche fatture false; gli aiuti alle compagnie aeree private sono dati, per milioni di euro, da diversi aeroporti.

L’Alitalia, che trasporta gratuitamente papa e deputati ed anche per questo è in crisi, è stata condannata dalla corte di giustizia europea per i finanziamenti pubblici ricevuti; in tutto, tra aiuti e aumenti di capitale, 5 miliardi di euro, poi è stata comprata da Roberto Colannino, ex patron dell’Olivetti, scalatore della Telecom, proprietario della Piaggio e dei cantieri Rodriquez. Prima della vendita, Prodi concesse all’Alitalia un prestito ponte di 300 milioni di euro, violando le regole della concorrenza europea, che avrebbe dovuto conoscere come ex presidente della commissione europea.

Il 12.11.2008 la Ue ordinò la restituzione degli aiuti, tanti erano creditori di Alitalia, in Italia e all’estero e lo stato non riceveva più indietro i 300 milioni; la legislazione europea afferma che, quando una società è venduta, gli aiuti vanno restituiti dall’acquirente, ma l’Alitalia era stata venduta a pezzi, cioè aerei, marchio, rotte, magazzini, manutenzione, il realizzo è stato messo sotto chiave dal tribunale fallimentare, per la formazione del passivo.

I creditori sono 32.000, sparsi in tutto il mondo, nel pagamento dei debiti vengono prima spese procedurali, poi mutui, fisco, Inps e dipendenti, quindi, visto il grado d’insolvenza, i debiti commerciali di Alitalia non verranno mai pagati; infatti, fallimento significa sacrificio sicuro dei creditori commerciali. Il 25.9.2001 l’Italia si sostituì anche alle compagnie d’assicurazione, per consentire alla compagnia di continuare a volare, senza comunicare nulla alla UE, poi estese la copertura agli altri aeroporti; poiché l’Italia non imponeva alle sue compagnie il premio d’assicurazione, la UE aprì un altro procedimento d’infrazione a carico dell’Italia.

Nel 2008 la Lega Nord premeva sul governo per salvare la compagnia aerea veneta Alpi Eagles; com’era avvenuto in Sardegna con la Ryanair, la società era presentata come servizio alle imprese turistiche della regione, la UE autorizzò un prestito bancario con garanzia dello stato, ma non si trovava banca disposta a finanziarla, perciò Alpi Eagles finì in amministrazione straordinaria.

Con la legge 808/85 lo stato finanzia anche le industrie aereonautiche Avio, Alenia, Piaggio, Finmeccanica, Aermacchi e Agusta, per ricerca e sviluppo, in tutto tre miliardi di euro dal 1985 al 2009, senza notificare niente alla UE, però i progetti militari non richiedono notifica. La UE sospetta che all’Agusta l’Italia ha finanziato un progetto civile presentandolo come militare, si tratta degli elicotteri A139 e B609, perciò chiede la restituzione di 450 milioni incassati illecitamente, come i finanziamenti a tasso zero fatti a tutte le industrie aeronautiche.

Lo stato finanzia anche il tempo libero, a metà degli anni novanta la Cit, azienda per la promozione turistica, era in joint venture con la Parmatour di Tanzi, che così poteva caricare sul partner pubblico i debiti delle sue società turistiche; con soldi pubblici e con un contratto di programma di 99 milioni di euro, la Cit affermava di voler costruire un villaggio turistico in provincia di Matera, incluso un nuovo aeroporto per 22 milioni di euro; oggi di questi progetti esiste solo un albergo e dal 2006 la Cit è in amministrazione controllata.

Nel 2004 è stato siglato un altro contratto di programma con la Valtur, per cinque strutture turistiche in Sicilia, con 52 milioni dello stato e 22,3 della Sicilia, a oggi non è stata posta nemmeno una pietra e la magistratura indaga; nel 2006 sono stati stanziati 22 milioni per attività analoghe in Calabria e non è stata posata nemmeno una pietra. Il fatto è che esiste un comitato d’affari fatto di politici, magistrati, imprenditori, professionisti e mafiosi che riesce a ottenere i finanziamenti, anche perché tutte le regioni regalano milioni al settore turistico, per realizzare villaggi turistici e alberghi.

La maggior parte degli aiuti agli operatori turistici sono sotto i 200.000 euro e perciò non richiedono la notifica alla UE, perciò i fondi europei e regionali sono usati anche per acquistare banchi, frigo, gelaterie, ristoranti e scivoli per bambini. Però per i parchi divertimento l’impegno è maggiore, perciò in provincia di Enna doveva sorgere il più grande parco divertimenti d’Europa, per la spesa di 599 milioni di euro, dei quali 240 messi a disposizione delle casse pubbliche; il progetto è stato approvato dalla UE, il parco doveva essere inaugurato nel 2011, ma non né stato ancora iniziato.

La mafia è interessata anche al turismo e poiché non può riciclare soldi suoi, usa i soldi dello stato, per Pompei sono stati stanziati fondi per 88 milioni di euro, per costruire un parco turistico con albergo, che prevede incarichi esterni per 12 milioni, poi l’albergo non è stato costruito e la zona è stata dichiarata patrimonio dell’umanità per aver scoperto una villa romana. In Sicilia ci sono progetti per più di 50 campi da golf, tutti sovvenzionati, con alberghi e ristoranti, gli investimenti turistici green ricevono finanziamenti maggiori; a Sciacca c’è il maggiore campo da golf d’Europa, gli altri campi hanno ricevuti finanziamenti, ma pochi saranno realizzati. A queste operazioni partecipa la Brambilla, la società pubblica Invitalia ex Sviluppo Italia, Gabetti, Marcegaglia e Pirelli.

Gli impianti sciistici di risalita hanno fondi europei, statali e regionali, dal 1999 2,58 milioni di euro l’anno dallo stato per gli skilift, poi ci sono gli aiuti regionali, la Valla d’Aosta copre l’80% del costo degli impianti; però la UE ha protestato e la regione ha fatto passare queste spese come investimenti per il trasporto generale, anche se l’attività è esercitata da privati a scopo di lucro. Dal 2002 al 2005 per gli sport invernali la Lombardia ha stanziato 150 milioni per skilift, macchinari battipista, migliorie agli impianti, nuove piste, neve artificiale; la UE, prima critica e poi approva, anche provincia di Trento e il Veneto prevedono queste provvidenze.

La regione Piemonte paga anche il pedaggio autostradale agli autotrasportatori, con il 40% a carico dei padroncini, la misura è stata copiata dal Veneto e oggi c’è il rischio che, ogni volta che un’amministrazione pubblica decide di vietare una strada statale ai Tir, sia costretta a pagare loro il pedaggio autostradale. L’Italia garantisce anche agli autotrasportatori una riduzione al prezzo del carburante, finanziata con un aumento dell’accise sui carburanti o carbon tax; anche questi aiuti sono al centro di dispute con la UE.

La Regione Emilia Romagna sussidia il trasporto ferroviario con 9 milioni, nel 2008 la Campania ha promesso il collegamento strada rotaia con il porto di Napoli, con 1,3 milioni di stanziamento; nel 2007 il Veneto ha speso 290.000 euro per l’acquisto dio biciclette a pedalata assistita. Le FS ricevono 6 miliardi di aiuti l’anno, più altri aiuti dagli enti locali; malgrado questi aiuti, l’aumento del prezzo dei biglietti e l’energia elettrica pagata a prezzo scontato, alla fine del 2010 i debiti di Trenitalia arrivavano a 10 miliardi di euro.

Dal 1992 la Pirelli è nelle mani di Marco Tronchetti Provera, dal 1999 al 2010 è stata aiutata dallo stato nella ricerca, con contratti di programma, per la formazione professionale ha ricevuto più di 20 milioni di aiuti pubblici; superiori alle tasse pagate e i grandi imprenditori si lamentano sempre per le tasse, questi aiuti non sono stati tutti notificati alla EU. Dal 2001 al 2007 Marco Tronchetti Provera è anche alla guida della Telecom che, senza rinnovare e potenziare la rete telefonica, ha pure avuto aiuti pubblici, eppure è affossata dai debiti; la Telecom è stata aiutata da contratti di programma e per progetti di ricerca, assieme a Finmeccanica.

Poiché i trasporti ricevono sussidi pubblici, sono aiutati anche i traghetti per la Sardegna, consegnando buoni vacanze a favore del turismo sull’isola, perciò la Sardegna ha noleggiato due traghetti che praticano lo sconto del 30%; con questi prezzi, la Tirrenia pubblica ha perso mercato ed è diventata insolvente, poi è stata rilevata dai Grimaldi, grazie a 72 milioni di fondi statali. Anche la Fincantieri, azienda pubblica di costruzioni navali, ha ricevuto aiuti di stato, però la costruzione sussidiata di navi da crociera, distorce il mercato.

Le ferrovie hanno ricevuto anche soldi per il raddoppio di alcuni tratti regionali, le poste ricevono dai comuni il canone di affitto degli uffici periferici postali; Pirelli e Telecom ricevono soldi per ricerca e formazione. Dalle bollette elettriche provengono fondi per mettere in sicurezza centrali nucleari, per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi, con la componente A2 poi avocata dallo stato; la componente Mct serve a compensare i comuni che ospitano un sito di smaltimento delle scorie nucleari.

La componente A4 delle bollette va alle ferrovie dello stato, per finanziare la ricerca c’è la componente A5, la componente UC4 va alle piccole aziende di distribuzione elettrica, la componente UC6 serve a garantire la continuità del servizio (una cosa comica); la componente UC7 serve a promuovere il risparmio energetico, la componente As serve a pagare il bonus elettrico alle famiglie disagiate. La maggior parte di questi prelievi, cioè 3,4 miliardi nel 2010, va alle imprese.

Per quanto riguarda l’energia verde, secondo gli impegni di governo, entro il 2020 il 17% dell’energia deve provenire da impianti rinnovabili; con 24,4 miliardi di contributi pubblici, il costo dei pannelli fotovoltaici scende, ma l’energia verde costa sempre più di quella inquinante. Comunque, dal 2007 al  2010 l’energia idroelettrica è aumentata del 18%, l’eolica del 35% e il fotovoltaico del 251%, grazie a contributi pubblici e a detrazioni fiscali alle famiglie utilizzatrici e alle imprese.

Gli aiuti però non aiutano la produzione dei componenti, perché gli incentivi italiani vanno ai produttori di energia e non ai produttori di pannelli solari o pale eoliche, prodotti in Germania e in Cina; la Germania invece ha incentivato la tecnologia ed ha tariffe elettriche inferiori all’Italia, ha l’energia verde dieci volte più sviluppata che in Italia; le superbollette elettriche italiane finanziano i produttori di pannelli solari e di pale eoliche tedeschi. In pochi anni, il numero dei brevetti legato a questi settori è cresciuto del 20%, a vantaggio di Giappone, Stati Uniti, Germania, Corea del Sud, Regno Unito e Francia; la Germania è leader nel settore eolico e geotermico (che aveva iniziato l’Italia a Larderello), l’Italia è decima nel fotovoltaico.

In un mercato, incentivare qualcuno significa danneggiare qualche altro escluso dai benefici, dare soldi alle centrali che bruciano legno di scarto, significa danneggiare le industrie che lo riciclano; perciò dal 2008 al 2010 una tonnellata di legno da riciclo è passata 5 euro a 40. I tutto il mondo si sussidia l’energia verde in tre modi, con contributi all’industria di settore, sussidiando i produttori elettrici e sussidiando l’energia con il sistema dei certificati verdi.

L’Italia segue tutti e tre i sistemi, con miliardi di euro prelevati dalle bollette elettrice degli italiani, nel 2010 i soldi sono arrivati alle imprese elettriche con i Cip6, con i certificati verdi, con le tariffe incentivanti e con il conto energia; in tutto 22,8 miliardi di euro, a carico degli italiani, dal 2001 al 2010. L’energia verde prodotta è comprata da una società pubblica a un prezzo più alto di quello di mercato, poi è rivenduta a famiglie e imprese a prezzi normali, la differenza rappresenta il sussidio; agli incentivi in bolletta vanno aggiunti quelli che vanno alle centrali che bruciano il petrolio e producono energia. Le famiglie pagano l’elettricità a un prezzo maggiorato dalle componenti suddette.

Al Cip6 è stato anche delegato il problema dei rifiuti di Napoli, perciò i termovalorizzatori potranno accedere ai benefici della Cip6, a prescindere da cosa bruciano, il 20% dei ricavi di Enel Green Power proviene dai sussidi e rappresentano una cifra superiore agli utili della società. La bolletta elettrica pagata dagli italiani serve anche a spingere le imprese elettriche a produrre in maniera non ecologica, comprando certificati verdi, in po’ come avviene nel mercato dei certificati delle quote latte; lo stato compra i CV invenduti, nati per incentivare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (legge 244/2007).

Con il conto energia degli impianti fotovoltaici, lo stato s’impegna ad acquistare a tariffa fissa l’energia prodotta da fonti rinnovabili; poi ci sono i contributi diretti ai produttori privati di energia verde, perciò tra il 2008 e il 2009 la Ferrero ha preso tre milioni di euro installando pannelli solari sui capannoni. La Sardegna si era buttata nell’installazione di pale eoliche sul mare, poi nel 2009 è stata bloccata per ragioni paesaggistiche; oggi una delle regioni che produce più energia verde è la Puglia, che però, con la stessa legge, finanzia anche centrali non ecologiche e imprese energetiche straniere che operano in regione.

La Puglia finanzia anche la Marcegaglia, che ha termovalorizzatori sussidiati con il Cip6, nel 2009 è stata accusata di truffa allo stato, ma poi ha ricevuto finanziamenti anche dalla regione Friuli. Le aziende municipalizzate gestiscono elettricità, rifiuti, acqua e gas, nel 2002 avevano ricevuto soldi dallo stato che la UE ha imposto di restituire, ma non sono stati restituiti, tra loro c’è l’Acea romana e l’Am torinese, non si sa come siano stati usati questi soldi. Lo stato ha dato aiuti di carattere fiscale alle municipalizzate trasformate in spa, esentandole dalle imposte sui beni conferiti e dalle imposte sul reddito, come fatto con le banche, per spingerle a fondersi.

Nel 2010 la corte di giustizia europea ha intimato all’Italia di recuperare questi soldi e nel 2011 l’ha condannata a pagare 130 milioni di euro di multa per il ritardo, ma i soldi non sono stati recuperati. Gli aiuti per la ricerca e lo sviluppo, 300 milioni di euro, sono finanziati con la componente A5 della bolletta elettrica, l’Italia li ha utilizzati per finanziare la società Cesi dell’Enel, prima che l’Europa l’autorizzasse a farlo, la Ue prima ha reclamato e poi ha ratificato.

Oggi l’Italia è il paese che dà i maggiori incentivi all’energia verde, nel settore gli interventi sono stati finanziati anche da banche straniere; nel 2010 il CIPE ha autorizzato un contributo di 49 milioni di lire per costruire in Sicilia un grande impianto di pannelli fotovoltaici, in queste produzioni è interessata anche la criminalità. L’Olivetti una volta leader mondiale nel settore delle macchine da scrivere, nel 1964 contava 25.000 addetti, oggi è controllata da Telecom Italia; nel 2001 era agonizzante e ricevette 3,4 milioni dalla Valle d’Aosta destinati al settore ricerca stampanti, poi la società fu accusata di bancarotta fraudolenta e la Ue chiese di recuperare i soldi.

Negli anni novanta ricevettero aiuti statali le aziende che acquistarono gli impianti Olivetti. La società elettrica che ha ricevuto più contributi statali è la Stm elettronica di Catania, quotata anche in borsa, nel 2001 ha ottenuto 277 miliardi di lire per un progetto di ricerca industriale e 446 milioni di euro nel 2005; la fabbrica è stata costruita ma non produce, nel 2010 ha deciso di realizzare un impianto fotovoltaico, con un contributo pubblico di 49 milioni.

La banda larga permette di navigare ad alta velocità su internet, perciò nel 2010 la Ue aveva concesso sussidi per 1,8 miliardi di euro, il programma era stato avviato in Italia nel 2003, con lo stanziamento di 900 milioni di euro; nel 2010 l’Italia decise anche d’informatizzare le campagne, grazie a 154,5 milioni del fondo europeo e a 54 milioni dei fondi del ministero dello sviluppo economico.

L’investimento doveva servire per cablaggi e acquisto di modem, a questi fondi si aggiunsero quelli regionali, infatti, la Lombardia stanziò 93 milioni; la legge 388/2000 finanziava anche aziende che volevano costruirsi siti internet, tante aziende furono finanziate, ma poche sopravvissero. La legge statale 388/2000 dovrebbe aiutare lo sviluppo dell’e-commerce, per avere i soldi, bisogna partecipare a un bando; per beneficiare di questa legge si era costituita anche una cupola, cioè non un’impresa economica, fatta di funzionari del Banco di Roma, vicina alla chiesa, e di consulenti esterni che presentavano i clienti per gli sgravi.

Per i bandi del 2003 e 2005 hanno fatto domanda Conad, Pam, Esselunga, alberghi, case editrici, Pirelli, Iveco, Marcegaglia, banche, assicurazioni, Scavolini, Bertone e Autodromo di Monza, Mercatone uno e Cesare Ragazzi. A denunciare le inevitabili truffe sono state le ditte escluse dai benefici e non lo stato o la regione; Mediocredito, per il ruolo di mediazione fatto con la legge 388, è stata compensata con otto milioni di euro.

Per Internet veloce si sono mosse anche le regioni, nel 2002 il Friuli stanziò 700.000 euro per l’eco business, nel 2006 la Sardegna stanziò 3,8 milioni per la fibra ottica; in Piemonte la società privata Multiwire stava cablando in proprio e la Telecom voleva cablare con i soldi pubblici, ne nacque un contenzioso e si risolse il problema finanziando anche la società privata. Toscana, Sardegna, Lombardia e Veneto finanziano la digitalizzazione, però i soldi pubblici sono andati soprattutto alla Telecom che, per convenienza fiscale e non per garanzia, si presenta sempre sommersa dai debiti.

Anche la mafia beneficia di questi aiuti, la Sicilia finanzia nuove cantine vinicole e a Paceco l’operazione è stata fatta con emissione di fatture inesistenti per 11 milioni, con lo scopo di gonfiare spese; d’altronde, nessuno controllava il flusso dei soldi e magistratura e finanza intervenivano solo su denunzia, inoltre, la legge 21/2007 concede finanziamenti con autocertificazione, invece che con documentazione delle spese.

La distrazione di fondi pubblici lega mafia, alta chiesa, consulenti, politici, ministeri e imprenditori, l’industrializzazione e la costruzione d’infrastrutture nel sud sono state l’occasione per fare affari da parte della criminalità organizzata; in Calabria, con i buoni uffici della criminalità, si sono distratti fondi UE per il contratto di programma di Crotone. Gli incentivi per le pale eoliche sono più alti di quelli per i pannelli fotovoltaici, perciò la ndrangheta si è inserita nel business dei parchi eolici, finanziata con i certificati verdi, pagati con le bollette elettriche.

In Puglia i parchi eolici hanno avuto un boom inspiegabile, questi incentivi hanno permesso alla criminalità di diversificare i suoi affari, fiduciari della criminalità frequentano i ministeri romani e gli uffici di Bruxelles, dove, come a Roma, per avere benefici, pagano mazzette ai funzionari europei. In Calabria un comitato d’affari si è specializzato nel perpetrare ingenti truffe ai danni della UE.

Alcune imprese mafiose non possono avere il certificato antimafia, ma superano l’ostacolo tramite prestanomi, in Campania la camorra si appropria di soldi pubblici con l’approvazione dell’Unione Europea, il suo ufficio di rappresentanza a New York ha goduto di 2,5 milioni di euro di contributi europei. A Pompei doveva sorgere un parco turistico, cioè Pompei Tech World, con 3,4 milioni di finanziamenti da parte dello stato, nell’affare erano interessati clan camorristici, l’opera non è stata realizzata; secondo i progetti della camorra, doveva essere una gigantesca lavanderia di denaro sorcio.

Questi malaffari si hanno con le collusioni e perché non si fanno i controlli, il 70% delle irregolarità si concentrano nel mezzogiorno, con 423 milioni di euro nel 2010, lo stato persegue solo il 7% dei casi sospetti, perciò, in sette anni, 2,75 miliardi di euro sono stati consegnati dall’Europa alla criminalità organizzata italiana. I finanziamenti irregolari sono la norma, i finanziamenti agricoli del Feoga sono spesso irregolari, dal 1996 al 2007 in Calabria sono stati erogati 4 miliardi di contributi, almeno un terzo è finito nelle mani della criminalità.

In Campania le irregolarità accertate sono state il 79,26%, con 46.186 operazioni di finanziamento, con i quali ci si appropria di contributi senza realizzare alcunché o facendolo finanziare in toto da stato, Europa e regione; la Sardegna si fa finanziare lo stesso progetto da Stato e regione, l’operazione va a buon fine con regalie a funzionari pubblici e politici. Il Mezzogiorno è stato assaltato anche dalle imprese del nord, che propongono investimenti, ottengono fondi e poi scompaiono, tra loro sono i Moratti di Sardegna; in Sardegna l’Ansaldo si è servita di fatture impagate per avere diritto a finanziamenti pubblici.

In Sardegna si sono fatte carte false per l’utilizzo di carbone liquido e per corsi professionali, sono stati sussidiati imprenditori poi falliti, a Ottana le aziende hanno incassato sussidi e hanno inquinato, dieci imprese sono rimaste sulla carta e dal 1999 122 milioni di euro sono finiti nel nulla; era inevitabile, chi vuole impiantare un’industria in Sardegna, può contare su 18 leggi e 8 fondi europei che garantiscono incentivi.

Il contratto di area di Torre Annunziata in Campania fu finanziato nel 1998 con 87 miliardi di lire di fondi pubblici, però non ha creato posti di lavoro e c’è stata irregolarità sistemica nell’erogazione dei fondi pubblici; in Calabria si ottengono benefici anche da due amministrazioni dello stato, docenti universitari aiutano nelle certificazioni, ai bandi partecipano anche stranieri, però pare che gli imprenditori italiani lavorino solo con soldi pubblici.

Per truffare soldi all’Europa è stata messa in piedi anche una cordata turco-calabro-tedesca, la famiglia indiana Dhoot partecipa in Lazio e Campania a queste speculazioni, opera nel settore dei televisori e riceve aiuti minacciando la chiusura di uno stabilimento; finora ha preso 227 milioni di euro. Ciò malgrado, i televisori sono importati senza dazio dall’est europeo, la legge lo consente, mentre macchinari italiani della Necchi di Bergamo sono stati smontati e trasportati in India, dopo che lo stato nel 2000 aveva stanziato 25 milioni di euro per rilanciarla.

La relativa maggiore solidità delle banche italiane, rispetto a quelle nordeuropee, dipende anche dagli aiuti precedenti ricevuti dallo stato, la legge 218/1990 o legge Amato, creò le fondazioni delle casse che furono trasformate in spa, lasciando gli immobili alle fondazioni, con benefici fiscali; poi, per salvare Banco di Sicilia, Banca di Napoli e Cassa risparmio di Sicilia, l’Italia stanziò 18.000 miliardi di lire, tra aumenti di capitale, garanzie pubbliche e assunzioni di debiti, accollandosi anche l’onere di rimborsare i creditori.

Con la legge 461/1998 o legge Ciampi, si mirò a sottrarre le banche dal controllo delle fondazioni, favorendo nel contempo le fusioni con incentivi fiscali colossali, la Ue continuava a non accorgersi di nulla o faceva finta. Con il decreto 153/1999 si previdero altri incentivi fiscali per le banche, per finanziare la loro fusione e ristrutturazione; finalmente la commissione europea chiese chiarimenti, intanto tutta l’operazione era costata 2.767 miliardi di lire allo stato. Nel secolo ottocento c’erano stati i salvataggi statali della Banca di Sconto e della Banca di Roma, controllata dal Vaticano e dedita a speculazioni, ai prestiti facili agli amici e alla stampa di denaro falso; con lal prima repubblica si chiese il salvataggio del Banco Ambrosiano, controllata dal Vaticano, socia in  affari con massoneria, mafia e speculatori valutari. 

La legge 153/1999 previde anche l’azzeramento delle tasse per le fondazioni che cedevano le loro quote bancarie di controllo, poi la legge 350/2003 concesse la rivalutazione dei beni delle banche, con esenzioni fiscali delle plusvalenze, anche se le rivalutazioni dei beni, fatti in tal modo, erano vietate dalle leggi fiscali. Nel 2007 le banche italiane hanno evitato di comprare titoli tossici americani legati ai mutui subprime, ma l’Italia continuò a dare aiuti alle sue banche.

Però in Europa settentrionale, per salvare le banche dal fallimento, provocato dai derivati americani d’impossibile realizzo, la Francia concesse alle sue banche un aiuto quadruplo di quello speso nel 2008 dall’Italia, quello della Germania fu di otto volte e quello della Gran Bretagna di 26 volte; però  il salvataggio delle banche tedesche, spagnole, inglesi e francesi continua ancora, perché in sofferenza con il credito immobiliare e per icrediti verso alcuni stati europei, come Grecia, Irlanda e Spagna; per tutte queste ragioni, il debito pubblico di quei paesi aumenta velocemente.

Ora per le banche italiane ilo problema principale è il blocco del mercato interbancario e del credito, perciò con la legge 185/2008 nacquero i Tremonti bis, con i quali lo stato ha impegnato 4 miliardi di euro per comprare obbligazioni bancarie; però la maggior parte delle banche e soprattutto le maggiori, per ricapitalizzare, ha preferito chiedere soldi ai soci e alle fondazioni, anche perché con la legge sarebbero state costrette a concedere più facilmenten credito alle piccole imprese.

Il decreto 155/2009 previde la possibilità per lo stato di sottoscrivere aumenti di capitale delle banche, però nessuna banca vi ha fatto ricorso; la UE decise di chiedere chiarimenti sulle agevolazioni fiscali concessi con la legge 267/2003 alle nuove società quotate in borsa nell’anno 2004. Nelle operazioni di finanziamento bancario, banca e imprenditori sono garantiti dal Fondo di garanzia del Mediocredito centrale, gestito dalle poste e altre banche, che garantisce i prestiti a imprese con poche garanzie; nel 2009 questo rischio è stato finanziato dallo stato con 1,6 miliardi di euro.

Nel 1997 è arrivata a Bruxelles una denuncia per gli aiuti di stato ricevuti dalle poste, nel 1998 divenuta spa, nel 1993 questa aveva ottenuto 1.337 miliardi di lire di aiuti, più esenzione di tasse, più 300 miliardi di compensazione per tariffe postali agevolate e la copertura totale delle perdite precedenti pari a 35.858 miliardi di lire; nel 1998 ci fu la cancellazione dei debiti verso lo stato, pari a 5.168 miliardi di lire, con il versamento da parte dello stato di altri 4.337 miliardi. Insomma il debito pubblico dipende molto dagli aiuti alle banche e alle poste, pure privattizzate.

Questi aiuti sono serviti ai privati che prendevano il controllo delle poste privatizzate, erano aiuti di stato a grossi privati suoi amici, cioè il consorzio di controllo delle poste, ma servivano indirettamente anche a finanziare postacelere, in concorrenza con altri privati. Oggi le poste raccolgono 251 miliardi di euro di risparmio, hanno 5 milioni di polizze vita, 4 milioni di conti correnti; prestano soldi allo stato al 4%, emettono buoni fruttiferi e libretti postali per conto della cassa depositi e prestiti e registrano una crescita maggiore delle banche che ne sono gelose, perciò si spiega la denuncia a Bruxelles.

Il deposito postale si raccoglie soprattutto in Italia meridionale, alimenta la Cassa Depositi e Prestiti, che ha giacenze pari a 14,5 miliardi di euro, è partecipata al 70% dal ministero dell’Economia; fino ad oggi ha finanziato gli enti locali, ma lo stato, contro gli interessi dei piccoli risparmiatori e a favore di altri speculatori privati, come ha fatto con l’Inps e l’Inail, ci sta mettendo le mani sopra. Infatti progetta di usare i suoi soldi per aiutare fondazioni bancarie e Fincantieri, mettendo a rischio la sua solidità e la sua liquidità, calpestando ancora una volta il piccolo risparmio.

Nel 2011 lo stato, per acquistare bombardieri e aiutare le banche, ha prelevato 27 miliardi di euro dalle casse dell’Inps, largamente attiva, la minestra Fornero, intervenendo con una riforma sulle pensioni, aveva detto di volerla mettere in sicurezza; negli anni precedenti altri miliardi erano stati prelevati illegittimamente dallo stato dalle casse Inps e Inail. E’accaduto ciò perché allo stato è lecito ciò che non è lecito ai privati, infatti, quei soldi dell’Inps appartenevano ai lavoratori e potevano essere utilizzati per elevare le pensioni minime.

Nunzio Miccoli  www.viruslibertario.it;   numicco@tin.it.

Bibliografia:

“Mani bucate” di Marco Cobianchi – Chiarelettere Editore,

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ANALISI DI UNA CRISI (8/10/2012)

 La crisi italiana non è una crisi da debito, i problemi dell’Italia stanno tutti nella sua classe politica e nella sua pubblica amministrazione, mafia e corruzione esistono in tanti paesi, ma meno in alta Europa; il deterioramento economico dell’Italia partì con il terrorismo e con l’instabilità politica, che favorirono le periodiche svalutazioni della lira, che fecero riempire le tasche di speculatori stranieri, italiani e al Vaticano.

Negli anni 1980 ci fu il divorzio tra Banca d’Italia e Tesoro, prima la Banca d’Italia acquistava i titoli pubblici non collocati dallo stato e creava in contropartita liquidità, finanziava il Tesoro anche in c/c; ora il ruolo monetario è stato assunto dalla BCE che, per contrastare l’inflazione, non vuole finanziare gli stati. La funzione monetaria è sempre stata un modo economico per finanziare il bilancio dello stato.

Con il divorzio, la Banca d’Italia, proprietà di banche private, diventava veramente autonoma dallo stato, ma finiva con il dipendere totalmente dai mercati finanziari, oggi pare che abbia accordi con la Banca d’Inghilterra; con la nascita della BCE, è cessato il finanziamento della Banca Centrale europea agli stati, che così accumulano crescenti deficit di bilancio. Gli Usa, sfruttando il ruolo di riserva del dollaro, non si preoccupano del loro enorme debito pubblico e dei debiti privati ma, con le loro società di rating, pontificano e condannano i debiti pubblici di paesi come l’Italia.

Come in Usa, anche in Giappone le banche centrale finanziano lo stato, acquistando titoli del debito pubblico, il Giappone ha un deficit di bilancio e il suo debito pubblico sta arrivando al 235% del pil; il reddito nazionale del paese non cresce, ma il paese ha bassa disoccupazione, bassa inflazione, bassi tassi d’interessi sui titoli di stato e rating elevato; come nell’Italia di prima degli anni novanta, il debito pubblico è in mano ai giapponesi, soprattutto banche giapponesi, e così il paese è al riparo dalla speculazione internazionale.

Come gli italiani esportano denaro in Svizzera, spesso compendio di evasione o attività illecite, in Grecia gli armatori, dopo aver evaso le tasse, esportano denaro in Olanda; in Grecia la Banca Centrale, come la Banca d’Italia, è sotto il controllo della finanza internazionale, perciò al mercato secondario il prezzo dei titoli pubblici, a causa della speculazione, è crollato, favorendo il rialzo dei tassi delle nuove emissioni e aggravando deficit del bilancio dello stato e debito pubblico complessivo.

Fino al 2003 l’Irlanda era allineata ai parametri di Maastricht, però nel 2008 esplose la bolla immobiliare, cioè i mutui subprime insoluti concessi dalle banche, perciò lo stato irlandese intervenne per salvare le banche creditrici, soprattutto inglesi e così saltò l’allineamento ai parametri di Maastricht; in due anni il debito pubblico triplicò. Nel 2008 anche in Spagna, prima allineata con i parametri di Maastricht, esplose la bolla immobiliare, con gli stessi effetti.

Il sistema bancario spagnolo crollò sotto il peso di credito incauto immobiliare e di titoli speculativi subprime e derivati in genere, questi secondi a vantaggio del sistema americano; con il risanamento delle banche in dissesto, Irlanda e Spagna trasformarono i debiti privati verso le banche, cioè i crediti insoluti delle banche, in debito pubblico, complessivamente, anche il sistema bancario spagnolo era crollato sotto il peso di titoli speculativi.

Perciò Irlanda, Grecia e Spagna furono costrette a ricorrere all’aiuto europeo e a ridurre la spesa pubblica, il che apriva la strada alla riduzione del welfare state, favorendo, come già avvenuto in Usa, scuole private, ospedali privati, pensioni private e favorendo le privatizzazioni d’immobili e di altri servizi pubblici. Si dice che in questi settori era interessata la finanza, finanziata all’1% dalla BCE, dimenticando di precisare che la chiesa cattolica, in Italia, in Europa e in America, è attore primario dei mercati, della finanza e di quei settori da privatizzare.

A causa della speculazione, le banche sono soggette a periodiche crisi, però qualcuno dietro le banche si riempie le tasche, anche con le crisi e le guerre; ora la BCE sta fornendo nuova linfa alle banche, che controllano gli stati e sono controllate dai soliti ignoti della massoneria cattolica o laica, che vogliono aumentare il loro potere e ridurre in schiavitù stati e lavoratori; questa politica si è potuta fare grazie alla collaborazione di politici e dirigenti garanti o agenti dei mercati, al governo dei paesi e delle banche centrali.

Quando s’impone il pareggio di bilancio agli stati in costituzione, come vuole con il fiscal compact della BCE e lo stato italiano asservito all’oligarchia, sorge la domanda, chi creerà nuova liquidità, forse solo gli Usa che hanno un bilancio pubblico in deficit e la bilancia valutaria in deficit, sono i due settori attraverso i quali si crea moneta fiduciaria di carta; la liquidità della BCE attualmente disponibile serve a finanziare a tasso di favore le banche ordinarie e gli aiuti e i prestiti europei agli stati servono a permettere agli stati, non solo a pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici, come dice la televisione, ma anche ad aiutare le banche impelagate con i derivati americani.

A causa della sua classe politica, fino ad oggi l’Italia è sopravvissuta con la piccola impresa, la creatività, l’evasione fiscale e il sommerso, il denaro stampato dall’Europa aiuterà banche, grandi imprese e chi sta loro dietro, servirà per acquisizioni e speculazioni. Anche la riforma sanitaria di Obama obbliga i cittadini a stipulare una polizza sanitaria con una compagnia privata, con intervento statale per i più poveri, così gli americani, oltre il debito per il mutuo e quello per l’università dei figli, dovranno aggiungere un altro debito.

Però pare che in Usa la pressione tributaria sia del 20% inferiore all’Italia, perciò in Italia la privatizzazione delle funzioni statali dovrà prevedere per forza un abbassamento della pressione  tributaria, se non si vuole strangolare e disintegrare definitivamente il paese. A volte sembra che la finanza abbia anche quest’obiettivo, a quesito servono tutte le norme che rendono più difficile produrre in Italia, in materia ad esempio di prezzo dell’energia e di rimborsi fiscali e di crediti verso la pubblica amministrazione alle imprese; non si può credere che la nostra classe politica e dirigente, oltre che disonesta, sia così idiota.  

Oggi la flessibilità del lavoro reclamata dalle imprese, strangolate dal fisco, riguarda salario, tempo lavorato e mansioni, esse desiderano ridurre la vecchia conflittualità, che tuttavia, in una visione dialettica, cioè quando il sindacato si faceva sentire, aveva garantito benessere, difesa dei salari e incremento del reddito nazionale. Le imprese italiane che hanno stabilimenti all’estero voglioni  sfruttare gli operai italiani come quelli esteri; evviva la delocalizzazione, la libera circolazione dei capitali, delle merci e del lavoro.

Oggi in Italia si assumono lavoratori non solo in base alle capacità, ma anche in base alla loro disponibilità a farsi sfruttare, si assumono con raccomandazioni politiche e della chiesa, stando attenti che non abbiano troppe simpatie sindacali o che siano ribelli. Perciò si estende la precarietà del lavoro e praticamente sparisce il sindacato, tanti sindacalisti hanno fatto carriera in politica, nelle banche e nella pubblica amministrazione, sono diventati baroni e non difendono più i lavoratori.

In Italia la disoccupazione è il doppio di quella denunciata, perché lo stato, per fare propaganda, fabbrica statistiche false, se, come accade in Italia, il lavoro non si trova e non si ricevono sussidi di disoccupazione, non ci s’iscrive agli uffici di collocamento; il vero tasso di disoccupazione, si rileva dalla differenza tra forza di lavoro italiana e forza di lavoro tedesca, in Italia nascono e muoiono tante imprese, ma qualcuno preferisce credere che gli italiani non amino il lavoro.

Naturalmente è giusto combattere il parassitismo della pubblica amministrazione, però quelli che prendono uno stipendio senza lavorare sono i protetti della politica; oggi pare che l’impresa non voglia solo locare le braccia e la testa del lavoratore, ma vuole che il lavoratore gli appartenga totalmente; è il ritorno alla schiavitù e al medioevo, perciò è più difficile arrivare tardi al lavoro, magari per espletare inutili pratiche burocratiche, per accompagnare un figlio all’asilo e un parente stretto all’ospedale.

I lavoratori più utili sono operai, contadini, artigiani e piccoli imprenditori, però sono quelli che contano meno a livello economico e politico, era così anche in era schiavista; il comune lavoratore è diventato precario e indebitato, non risparmia più, aumentano ritmi di lavoro e suicidi, diminuisce il grado di libertà personale e i legami familiari e sociali si spezzano. La spesa pubblica sanitaria andava sicuramente contenuta, riducendo le speculazioni, però la privatizzazione della sanità porterà sicuramente a quello che sta accedendo in Lombardia e nelle cliniche private del Lazio e dell’Italia meridionale, spesso in mano alla chiesa.

Sarà anche difficile contrastare pienamente la corruzione, che esiste anche nel privato, perché secondo Gelli, gran maestro della loggia massonica P2, la corruzione è il modo più pratico e vantaggioso per superare la concorrenza, i costi della corruzione si recuperano aumentando i prezzi; anche a Bruxelles, come a Roma, le lobby commissionano le leggi a pagamento. Bisogna riconoscere che le norme e i vincoli legali rallentano processi produttivi e affari, gli imprenditori sono contro la pressione fiscale ma a favore del falso in bilancio, praticato anche dai partiti, che sono sempre cattivi predicatori.

La grande impresa è collusa con banche, mafia, massoneria, chiesa e politica, attraverso la politica anche con polizia e magistratura, che spesso fanno finta di non vedere e non intervengono; ci sono stati politici, poliziotti e magistrati che sono stati degli eroi e si sono fatti ammazzare, ma sono una piccola minoranza. Il mercato, cioè la corruzione, ha sempre dominato in politica con le lobby, in chiesa con la simonia e in magistratura con il mercato delle sentenze; i servizi segreti sono collegati con la mafia e sono la lunga mano dello stato, utile a compiere operazioni illegali, lo stato italiano è il braccio secolare della chiesa e l’Italia è il giardino del Vaticano.

Decollate le delocalizzazioni industriali, la crisi dei paesi europei, eccettuata la Germania, è anche una conseguenza, a causa del costo del lavoro, dell’energia e del denaro, della difficoltà di esportare; evidentemente turismo, edilizia, servizi e agricoltura non possono bastare, è l’industria la chiave del successo delle esportazioni; Cina e Germania lo dimostrano, il debito estero è nato dal deficit della bilancia commerciale ed è aumentato con il deficit di bilancio e aiutando le banche. Eppure tanti professori hanno osannato la terziarizzazione dell’economia europea.

Argentina, Irlanda e Portogallo sono state travolte dal debito estero, anche a causa della speculazione alimentata dalle società di rating; l’Italia sa che l’instabilità politica e il terrorismo fa fuggire capitali verso paesi che ne hanno bisogno come gli Usa, consolati e ambasciate Usa incoraggiano rimesse anche mafiose, capitali mafiosi arrivano anche in Germania, Inghilterra e Spagna; invece in Italia non si può riciclare; sembra un aiuto fatto ai nostri concorrenti, stupida la nostra politica, lo stato italiano intercetta tutto il risparmio, la borsa non remunera il risparmio ma lo falcidia e così rimane poco denaro per la produzione.

Napolitano, Monti, Casini, Bersani sono europeisti e a favore di cessione di altra sovranità da parte dell’Italia, sono a favore  del fiscal compact, o pareggio di bilancio previsto in costituzione, che toglie all’Italia, dopo la sovranità militare e monetaria, anche quella di bilancio; storicamente, il parlamento è nato per esercitare questa sovranità. S’insiste con la retorica degli impegni assunti con l’Europa, accettando il commissariamento dell’Italia, stato semisovrano.

Non è vero che l’Italia non rispetta i trattati e gli altri stati si, prima o poi i trattati, per ragioni lodevoli o sbagliate, sono seppelliti da tutti gli stati, perché gli stati non rispettano i contratti ma predicano ai privati di rispettarli  Napolitano superstar, prima poco visibile, è diventato il garante degli impegni assunti con l’Europa, dovrebbe difendere la nostra costituzione e la sovranità dello stato ma, con la sua politica, attenta alla costituzione.

Lo spending review di Monti prevede la soppressione di enti, il riordino di enti territoriali, la riduzione di stipendi ai manager pubblici e del costo della politica; prevede la riduzione dei dipendenti pubblici e la riduzione del costo dei servizi. Però la riduzione del personale non interesserà la pubblica sicurezza, già più dotata che in Francia, perché i poliziotti devono difendere papa, presidente della repubblica, governo, parlamento e autorità.

Ci saranno tagli alla difesa, ala scuola, alla sanità, riduzione delle auto blu, tagli al welfare state, messa in mobilitazione di personale pubblico e blocco del turnover; tuttavia bisognerò vedere come saranno messe in pratica queste misure, la politica inconcludente ha sempre parlato per slogan, vedremo. Ne guadagnerà sicuramente l’impresa privata, oggi anche la pubblica amministrazione ha lavoro precario, però nella pubblica amministrazione dominano contratti a tempo indeterminato, al sud e a Roma esistono più dipendenti delle necessità, però gli uffici pubblici, a causa della dirigenza e delle norme, funzionano sempre male.

Si vuole collegare i salari alla produttività individuale, più difficile da rilevare nella pubblica amministrazione, ma si possono paragonare uffici pubblici del sud con analoghi uffici del nord, non si può ignorare che la produttività dipende anche dagli investimenti e che il valore aggiunto dipende dal tipo di produzione e non solo dall’impegno personale e dalle ore lavorate. Probabilmente sarà eliminata l’Irap, l’Iva non aumenterà, si ridurrà l’imposta sui redditi più bassi e ci sarà la dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, favorendo grandi gruppi immobiliari, anch’essi collaterali ala chiesa.

Prima del divorzio tra Banca d’Italia e Tesoro, per i paesi che avevano una moneta quotata, l’espansione monetaria derivava anche dallo squilibrio della bilancia dei pagamenti, ora i paesi europei indebitati e con una bilancia valutaria in passivo non possono più percorrere questa strada. Nel 1992 il debito pubblico italiano raggiunse il 124% del pil, si fecero privatizzazioni e scoppiò mani pulite, si fecero manovre di bilancio dolorose, ma la politica non cambiò e nemmeno il debito si ridusse; c’era sempre chi dava la colpa all’evasione fiscale, però una volta si attaccava anche l’evasione legale, ma oggi non se ne parla più.

Per mettere in sicurezza il bilancio dello stato e stare in Europa, dagli anni ottanta in Italia si susseguirono pesanti manovre finanziarie annuali, decretoni e stangate, ma l’Italia declinava inesorabilmente, anche grazie all’ingresso in Europa e all’euro. Con i vincoli europei, oggi lo squilibrio delle bilance di pagamenti ricade solo sui paesi, mentre gli Usa hanno una situazione privilegiata con la loro moneta; la formula europea per curare i malanni è una politica di sacrifici, con contenimento dei consumi, che danneggia occupazione e investimenti e fra due anni ridurrà anche le imposte dello stato, attualmente aiutato dalla lotta all’evasione e dall’aumento delle tasse e dal fiscal drag. La politica deflazionistica o di pareggio di bilancio e dei conti esteri favorisce la disoccupazione.

 Nunzio Miccoli   www.viruslibertario.it;   numicco@tin.it.

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EURO SI ED EURO NO

 A sentire Radio Apostolica italiana o Rai, non è vero che non si possa nominare Dio invano, basta che non si nomini invano papa e Napolitano, questi non si possono criticare ma solo osannare, però si possono criticare i vari presidenti del consiglio; l’Italia si è vaccinata dal ritorno del fascismo dando in costituzione pochi poteri al capo del governo e riservandogli tante critiche. Però l’immagine di Monti ha ricevuto maggiore tutela dalla televisione, perché ha l’investitura di mercati, banche, Europa, Vaticano e sinistra.

Il parlamento italiano ha una destra guelfa, un centro clericale e una sinistra papista, visto il quadro, bisogna ringraziare il papa per la sua modestia, perché non si fa re d’Italia. Se la laicità è stata abrogata da parte della classe politica italiana, la società italiana è in maggioranza laica, secolarizzata, a favore dell’eutanasia e non crede ai dogmi della chiesa; gli italiani si dichiarano cristiani per un fatto di cultura; i romani non vanno in chiesa e sono antipapisti per tradizione.

Invece i veneti vanno in chiesa e, per distinguersi dai musulmani, difendono il cattolicesimo; attaccano Roma ladrona, ma non vogliono affermare, come sanno i romani, che a Roma comanda il papa; il Vaticano, con i suoi interessi, è immerso negli affari finanziari del mondo. Anche Lutero fece una rivolta fiscale contro Roma però, per avere successo, si alleò con i principi e promosse uno scisma religioso.

La lega impari, per la rivoluzione sociale, la secessione non basta, infatti, nell’Islam le rivoluzioni, che non sono a sfondo sociale ma politico, si fanno usando la religione; se noi non siamo capaci di distinguere salafiti, sciiti, sunniti, fratelli musulmani, Al-Qaeda, wahabiti, non siamo capaci nemmeno di distinguere guelfi, clericali e papisti, anche se delle differenze ideologiche esistono, almeno sulla carta.

Da sempre c’è un partito che lotta a favore di banche e mercati e contro gli evasori, i quali sono grandi e piccoli evasori, i secondi per le necessità della sopravvivenza; a Napoli, con la crisi, stanno chiudendo molti negozi, ufficialmente per il caro affitti, in realtà questi negozi pagano fitto, usura, imposte, interessi bancari e pizzo alla camorra; poiché usura e pizzo non possono essere contabilizzati, senza lavoro nero ed evasione fiscale, non potrebbero sopravvivere.

In genere pizzo e usura sono riscossi dalla camorra e qualche volta anche il fitto, in teoria, l’emersione fiscale si potrebbe fare con false fatturazioni da parte della camorra; l’Europa ha sempre tenuto d’occhio e censurato l’Italia, ha accusato l’Italia di mafia e corruzione che, esistono in tanti paesi e anche a Bruxelles e ha riciclato i soldi di mafia. L’Europa ha creato le banconote da 500 euro, che nessuno usa, ma servono a esportare denaro, perché il denaro pesa; a causa della crisi, nel 2011 sono stati esportati dall’Italia 100 miliardi di euro.

Le cambiali sono titoli di credito astratti o senza causale e, per facilitare l’aggressione del  patrimonio del debitore, sono per legge titoli esecutivi, cioè sono equiparati a una sentenza; cioè sono lo strumento ideale per l’usura, che sta aumentando, sarebbe bastato da parte dello stato imporre nel titolo una causale commerciale, senza la quale il titolo non avrebbe potuto essere esecutivo, ma lo stato è strato sempre amico della mafia. I monti di pietà delle banche, con garanzia in oro, concedano prestiti, cioè ricettano oro rubato, che poi vendono in caso d’insolvenza, o fanno prestiti a tasso maggiorato ai poveri, che poi mettono nelle mani degli usurai, finanziati a tasso agevolato dalle banche.

I tribunali depositano in banca denari di minori eredi, vincolati alla maggiore età,  sono risparmi a lunga scadenza, ma non contrattano con le banche il loro migliore impiego, così sono remunerati allo 0% invece che al 4% netto, se fossero investiti in BTP a lunga scadenza o in obbligazioni private; le banche si sdebitano con i magistrati con finanziamenti agevolati loro concessi e con donazioni di attrezzature per i loro uffici.  E’difficile riformare l’Italia, perché i dirigenti e i notabili che la potrebbero aiutare o riformare, si sono venduti in cambio di privilegi; potevano spingere il popolo alla rivoluzione per il popolo, ma hanno preferito muovere la coda a lor signori; così sono diventati parassiti che mettono la firma si decisioni di chi vuole rimanere anonimo, ricevono privilegi e si portano i segreti nella tomba.

L’Italia non ha un debito pubblico di 2.000 miliardi di euro perché ha praticato una politica keynesiana, ma a causa di speculazioni, sprechi e ruberie di stato, lo stato riscuote tante imposte e concede pochi servizi; la bilancia commerciale è in pareggio, perciò gli italiani non consumano più di quello che producono, come afferma la minestra Fornero; dal 2003 al 2006 Francia e Germania hanno derogato più volte dal trattato di Maastricht, ma solo all’Italia si rimprovera di non rispettare i trattati.

L’Europa chiede all’Italia maggiore rigore in materia di trattati, pensioni e pareggio di bilanci, con vincoli e scadenze più ravvicinate rispetto agli altri paesi. Dopo il divorzio del 1981 della Banca d’Italia dal Tesoro, che ne impediva il finanziamento automatico, non fu contrastato l’aumento del debito pubblico  e la svalutazione della lira; oggi i titoli pubblici italiani scontano spread maggiori perché così ha voluto la finanza e non in forza della legge della domanda e dell’offerta, la domanda supera l’offerta e perciò lo spread dovrebbe essere più basso. Poiché il prezzo è dominato dalla speculazione e non  dalle leggi di mercato, anche il prezzo di petrolio, grano e materie prime si fa così

Tutti questi fatti stanno affossando l’economia italiana e di altri paesi, gli squilibri economici regionali italiani esistono anche negli altri paesi, dove però, i privilegi fiscali concessi alle regioni sono minori che in Italia, dove i cittadini, per volontà della legge, sono disuguali davanti alla costituzione; per riequilibrare l’Europa e superare la crisi, occorrerebbero eurobond, Europa federale, armonizzazione fiscale e scolastica; tassare diversamente energia e capitale, non aiuta la concorrenza e crea distorsioni e concorrenza sleale.

Invece dei vincoli esterni come euro, Maastricht e fiscal compact, occorrerebbe un bilancio federale, una BCE che opera come la Federal Reserve ed eurobond; dieci paesi hanno ratificato il fiscal compact, ma Francia e Germania, ancora no; questo trattato limita la sovranità nazionale, perciò la corte costituzionale tedesca sta valutando se è compatibile con la costituzione. Poiché l’Italia, per volontà della sua classe dirigente, che crede molto all’Europa e all’euro, ma non ai propri cittadini, non è sovrana, non può mettere becco nella questione.

L’Italia, come faceva l’India con l’Inghilterra, ha sempre ricevuto meno di quanto pagato all’Europa, ha fatto manovre dolorose per entrare in Europa, per entrare nell’Euro e ne sta facendo adesso per restarci; il nostro debito pubblico sta crescendo anche per i finanziamenti all’ESM, per il salvataggio di Grecia e Spagna e per salvare le banche francesi, inglesi e tedesche, coinvolte con questi paesi insolventi e con gli Usa.

Non vi è che l’alternativa dell’uscita dall’euro e del recupero della sovranità nazionale per poi ricostruire l’Europa su nuove basi federali, affrancando gli stati dalla tutela delle banche. L’abolizione della scala mobile, della restituzione del fiscal drag, l’aumento della pressione fiscale, il lavoro atipico, il blocco dei salari e delle pensioni, hanno determinato una riduzione reale del potere d’acquisto degli italiani; l’abolizione della scala mobile doveva ufficialmente servire a combattere disoccupazione, inflazione e ad aiutare la bilancia dei pagamenti, in realtà servì a ridurre domanda e costo del lavoro, inoltre, l’inflazione dipendeva anche dal costo del denaro, dell’energia, dalle tasse, dal deficit del bilancio dello stato e dalla moneta stampata.

Con la diminuzione dei salari, i lavoratori hanno ottenuto poco ma si è avuta la restaurazione capitalistica e la maggiore concentrazione della ricchezza; facendo del costo del lavoro il capro espiatorio delle difficoltà economiche, si è voluto ignorare che in altri paesi questo costo aumentava con il reddito nazionale e che, nelle aziende, gli alti salari erano correlati ad alta produttività a maggiori investimenti e ad alto valore aggiunto.

La crisi è iniziata nel 2007 con il crack dei mutui subprime e con il crollo nel 2008 della banca d’affari Lehman Brothers, poi, Usa ed Europa, in funzione anticiclica, sono intervenute massicciamente per salvare le banche, mentre, secondo il liberismo, lo stato avrebbe dovuto restare fuori dell’economia; poiché, a causa della speculazione, il mercato non si autoregola, oggi lo Stato, sollecitato dalle banche, interviene in economia, demolendo il welfare, ma sarà difficile ridurre gli sprechi a favore degli amici.

Lo stato è visto come inefficiente ma è benedetto quando toglie le castagne dal fuoco ai mercati; negli anni 1980 Margaret Thatcher e Ronald Reagan volevano la liberazione dell’economia dallo Stato, le privatizzazioni, la liberalizzazione e la chiusura delle dogane; questa politica favorì squilibri valutari, delocalizzazioni industriali, disoccupazione e la decadenza economica dell’occidente.

I capitalisti reclamano lo stato quando serve a loro e vogliono la socializzazione delle perdite e non degli utili, accade ciò perché lo stato è una sovrastruttura dell’economia ed è al servizio del capitale o meglio della finanza; lo stato non appartiene ai cittadini ma è un’impresa privata occulta, è l’impresa economica di maggior successo, non è un soggetto terzo come crede la moderna sinistra, amica dei mercati e delle banche.

Alcuni credono che L’Unione Europea serva a garantire la pace in Europa, però alla vigilia della prima guerra mondiale esisteva libertà di circolazione dei capitali e cambi fissi, cioè c’era stabilità e sviluppo economico e non crisi; poi, finita la guerra, la Germania, per ripagare il debito di guerra, favorì la crisi che si acuì con la crisi del 1929, proveniente dagli Usa, dando  spazio a Hitler e nuovo spazio alla guerra.

L’uscita dall’euro e il ritorno a cambi fissi, ma aggiustabili periodicamente, in base ai saldi della bilancia valutaria, potrebbe imporre il ritorno al controllo sui movimenti di capitali, all’indicizzazione dei salari, al controllo sull’importazione, a limitare le acquisizioni estere di aziende, a favorire le nazionalizzazioni; perché non solo l’economia, ma anche la politica economica che la segue, ha una sua ciclicità; i politici sono ideologici e venduti, perciò non possono o non vogliono capire. Con questa crisi, alcuni paesi europei potrebbero anche uscire dall’Unione Europea, mettendo in discussione il mercato unico.

Il salvataggio da parte dell’Europa oggi si è praticamente risolto nel salvataggio delle banche, mentre i tassi d’interesse per le imprese e le famiglie crescono, sempre che trovino credito; se si ricapitalizza la Banca Europea per gli investimenti, ne beneficeranno soprattutto gli altri paesi, l’Italia ha saputo speculare solo sui fondi europei per l’agricoltura e, causa della sua burocrazia, non è capace di utilizzare gli altri fondi europei; in Europa ci sono 59 miliardi di euro non utilizzati dall’Italia. La cura europea rischia di far morire il paziente, invece occorrerebbero gli eurobond, un fondo di solidarietà e stabilizzare e armonizzare i tassi d’interesse, a beneficio dei deficit statali.

A causa delle insolvenze, le banche sono ancora a rischio, soprattutto quelle spagnole, a causa del  credito immobiliare; i governi sussidiano le banche, che hanno sempre strozzato risparmiatori, lavoratori e piccole imprese, i soldi fuggono dalla Grecia in Olanda e dall’Italia in Svizzera; gli armatori greci hanno il 20% della flotta mercantile mondiale, non pagano le tasse ed esportano capitali.

I soldi fuggono dai paesi più deboli o peggio amministrati, per risparmiare tasse, le distorsioni fiscali tra i paesi, fanno fuggire imprese e lavoratori, perciò era necessaria l’armonizzazione fiscale; i capitali transitano nei paradisi fiscali e poi vanno a finanziare i debiti degli Usa, che hanno provocato questa crisi, mentre le istituzioni europee difettose o colluse non hanno saputo contrastare la crisi. In Usa arrivano anche capitali mafiosi che in Italia non si possono riciclare.

Le guerre, come le crisi economiche, servono a concentrare ricchezze e a stabilire nuovi rapporti di forza tra le nazioni, in politica e in economia;  la chiesa di Antiochia di Siria ha tante vestigia della cristianità, come l’Egitto, era popolata soprattutto di cristiani e poi si è andata gradualmente svuotando da essi; oggi i rivoltosi fondamentalisti riscuotano da essi la Jiza o tassa speciale o protezione, li uccidono e li costringono a emigrare.

Come il Libano, solo la Siria, tra i paesi a prevalenza islamica, era paese non confessionale, ora, se cade Assad e il suo regime Baathista, rischiano sunniti, alawiti e cristiani, che avevano sostenuto il suo regime autoritario, ma laico. Forse l’élite sta usando la rivoluzione islamica per distruggere tutte le conquiste democratiche in occidente, intanto, con la sua informazione venduta, esalta la primavera araba; obiettivamente, la classe dirigente  non accetta che la democrazia agiti il popolo, difendendone benessere e diritti, cerchi di far chiarezza nella storia, faccia i conti in tasca alla chiesa e colpevolizzi i pedofili; mentre la religione vuole i sudditi obbedienti, sottomessi e ottusi, cioè strumenti docili per il potere. 

Dopo, Betlemme, Nazareth e Gerusalemme, in Siria esistono i più importanti luoghi di pellegrinaggio cristiani, però i cristiani stanno scomparendo anche da Betlemme, che è sotto l’Autorità amministrativa palestinese. Assad aveva molti consiglieri cristiani e militari alawiti, ha fatto repressioni feroci e ora si aspettano le vendette. L’informazione, generalmente a favore dei palestinesi, ci aveva descritto la repressione fatta dalla Giordania nei confronti dei palestinesi di Settembre nero; è da ricordare però che nel 1982, presso la città di Hama, Assad sterminò 25.000 fondamentalisti religiosi, di questo la televisione apostolica non ci ha informato. Comunque, non si capisce il sostegno dell’occidente a questa rivolta, che darà spazio ai fondamentalisti, mentre la Russia, sostenendo Assad, peggiora i suoi rapporti con l’occidente.

 Nunzio Miccoli   www.viruslibertario.it;   numicco@tin.it.

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L’EUROPA AL BIVIO

 L’attuale crisi italiana è stata presentata dai media e dagli economisti di corte come crisi del debito pubblico, in realtà dipende dalla sregolatezza della finanza che poi ha comprato i partiti e i governi; in precedenza erano state smantellate le regole che legavano la moneta all’oro, che dividevano le banche commerciali da quelle d’affari o speculative, che imponevano alle banche riserve a garanzia della loro solvibilità, a tutela dei risparmiatori, il che ha favorito lo sviluppo di finanziarie, paradisi fiscali e derivati di ogni tipo; perciò, assieme alle banche, anche i fondi pensione e le assicurazioni si sono messi a speculare.

I debiti delle banche, i deficit commerciali e i debiti privati, checché ne dica l’informazione, pesano più del debito pubblico, oggi in Gran Bretagna il debito delle banche ammonta al 600% del pil, mentre quello pubblico al 60%, ma aumenta velocemente per soccorrere le banche; in occidente aumenta disuguaglianza e povertà; con le delocalizzazioni industriali, che hanno ridotto il reddito prodotto, per sostenere la domanda, sono aumentati i prestiti al consumo che, con la stagnazione dei salari, hanno determinato crediti in sofferenza.

La crisi del 1929, alla quale quella attuale somiglia, non fu determinata dai debiti, ma dalla sopravvalutazione della borsa, come conseguenza della speculazione, questa sopravvalutazione  poi ne determinò il crollo; oggi per realizzare un New Deal anche in Europa, con i relativi lavori pubblici a effetto anticiclico, occorrerebbe una Banca Centrale europea libera di creare denaro in quantità; naturalmente se ne avrebbe più inflazione, ma questa ridurrebbe il peso dei debiti e si farebbe lavorare più gente; per fare ciò, occorre una riforma del trattato di Maastricht.

Oggi nelle industrie italiane si lavora più ore che negli altri paesi sviluppati dell’occidente, però l’Italia ha un tasso di occupazione, tra lavoro regolare e lavoro nero, che arriva al massimo al 50%, all’estero la percentuale arriva al 70%; oltre la crisi, hanno determinato questa situazione, volontariato, contratti atipici, lavoro irregolare, a tempo determinato e lavoro appaltato dagli enti pubblici alle cooperative private. Per far lavorare più persone, occorre prepensionare e non posticipare l’età della pensione e occorre lavorare meno ore, l’Inps era in equilibrio e ora il governo usa il suo attivo per fare cassa. 

L’Italia è sempre colpevolizzata per lavoro nero, evasione fiscale, mafia e corruzione, però questi fenomeni esistono anche negli altri paesi sviluppati, anche se forse sono più contenuti, in Italia la popolazione attiva sembra minore perché è più sviluppata l’economia sommersa. Il trattato di Maastricht ha impegnato il governo a raggiungere un debito pubblico pari al 60 % del Pil in 20 anni, però adesso, a causa della situazione delle banche, anche gli altri paesi europei stanno aumentando rapidamente il loro debito pubblico.

Tra il 2011 e il 2012 la Banca Centrale ha prestato alle banche europee oltre 1.000 miliardi di euro, questi prestiti agevolati andrebbero concessi anche agli stati, che invece pagano il 5% d’interesse alle banche che l’hanno ricevuto all’1%; in Italia non si fa formazione, le aziende ricorrono a lavoro flessibile e ai precari, le sue aziende producono beni a basso valore aggiunto e il lavoro precario non favorisce la formazione. Si dice che la produttività italiana è bassa, ignorando che questa dipende dagli investimenti e dall’alto valore aggiunto, che consente di corrispondere salari più alti che innalzano la domanda.   

Gli stati s’indebitano per aiutare le banche, il mancato coordinamento fiscale, cioè la mancanza di un diritto tributario uguale, ha favorito la fuga di capitali, di lavoratori e d’investimenti e l’Europa n’è rimasta passiva; si utilizza il Fondo Salva Stati per ricapitalizzare le banche in difficoltà. In Italia, per favorire la crescita, si è puntato alla precarizzazione del lavoro, mentre sarebbe stato più utile la distribuzione del reddito, la difesa del salario, la riduzione delle tasse sul lavoro e sulle piccole imprese e la stabilità del posto di lavoro. Imposta patrimoniale e Tobin Tax sulle banche, invece dell’Imu, potrebbero servire a ridurre quelle imposte che favoriscono una riduzione della domanda.

Ora il Fondo Salva Stati può essere utilizzato per l’acquisto di titoli di stato, quando lo spread supera un certo livello, per contenere gli interessi debitori degli stati; in realtà lo scopo è anche quello di aiutare le banche tedesche e francesi creditrici delle banche spagnole insolventi, a causa dei loro crediti immobiliari insoluti. Il Fondo è solo parzialmente finanziato dalla BCE, potrebbe preludere agli eurobond, ma la Germania subordina l’emissione di eurobond a un’unione fiscale europea, con il pareggio di bilancio in fondo, ora il trattato di Maastricht prevede solo il controllo del tasso d’inflazione.

La Francia è contraria al controllo del suo bilancio, perché il controllo del bilancio nazionale attesta la sovranità dello stato, ma l’Italia non è uno stato sovrano perciò può subire tutte le angherie da parte di paesi ufficialmente alleati e amici. Il meccanismo di stabilizzazione dello spread è subordinato al rispetto del fiscal compact o trattato di stabilità, partirà con 700 miliardi di euro e il relativo fondo potrà indebitarsi emettendo titoli privilegiati per la priorità dei rimborsi, rispetto ai titoli di stato, che perciò saranno spiazzati rispetto a essi; complessivamente il fondo avrà 3.500 miliardi di euro per operare, solo il salvataggio del sistema bancario spagnolo costerà 600 miliardi di euro.

L’attuale statuto della BCE vieta interventi sui mercati primari dei debiti pubblici, il meccanismo di stabilizzazione scatterà quando lo spread, a causa della speculazione, favorita dalle società di rating e non del debito pubblico italiano, supererà una determinata soglia; la politica di austerità del bilancio favorisce la depressione e la crisi e questi titoli ESM privilegiati potrebbero favorire la svalutazione degli altri titoli pubblici o ostacolarne il collocamento.

Tuttavia rimane un mistero, l’alto interesse dei titoli di stato italiani quando la domanda è molto superiore all’offerta, visto che il prezzo o interesse dovrebbe pareggiare domanda e offerta; gli alti tassi sono un regalo ai creditori, cioè alla speculazione, cioè alle banche creditrici; anche il FMI ha riconosciuto che 200 punti di spread, tra btp e bund, non sono giustificati. Marx riteneva che la crisi, determinata da concentrazione economica, caduta della domanda e disoccupazione, era il segno della crisi del capitalismo, in realtà queste crisi sono periodiche, investono aree diverse e si sviluppano con aiuto di mani sapienti, servono anche a ristrutturare il capitalismo.

L’Europa ha anche previsto, per rilanciare l’economia, investimenti pubblici pari all’1,4% del Pil, che forse si dirigeranno verso i mercati più forti o che sono in grado di utilizzare i fondi europei come l’Italia non sa fare; dal tempo della nascita dell’Unione Europea, dopo aver fatto tanti sacrifici per stare in Europa, dal punto di vista finanziario l’Italia ne è il primo contribuente netto, perché non ne utilizza i fondi e paga le multe.

Per quanto riguarda la Tobin Tax, Svizzera e Gran Bretagna temono fughe dei capitali e le banche sono contrarie; per l’unione politica europea, come si fece per l’unità d’Italia, bisognerebbe unificare i debiti pubblici e prevedere l’emissione di eurobond, oltre che investire molto in opere pubbliche; per il momento, nell’interesse dei loro creditori privati, si è pensato solo alle banche, che finanziano i partiti e perciò si fanno fare leggi su misura, perciò le casse europee sono esauste.

In Europa si aiutano banche e si abbassano i salari, il costo del lavoro diminuisce e si attaccano servizi sociali e pensioni, s’invocano riforme strutturali e riduzioni di spese; si sa che gli sprechi pubblici sono tanti, ma difficilmente si colpiranno privilegiati e amici; perciò diminuiscono i consumi e per poco si possono acquistare imprese finite sul lastrico; le imprese tedesche pagano meno di quelle italiane energia, imposte e interessi bancari, per stare nel mercato, le imprese italiane devono ridurre ancora di più il costo del lavoro.

Il governo di Monti, il Salvatore, fa l’interesse dei mercati ma non dell’Italia, come un commissario, non ha negoziato con l’Europa, ma ha accettato il fiscal compact, perciò l’aggiustamento dei conti dell’Europa sarà sopportato dell’Italia, a vantaggio di paesi esposti con le banche in crisi; a causa di questa crisi, si profila anche l’uscita di alcuni paesi dalla moneta unica o la fine dalla moneta unica, con l’intervento del FMI e la fine dell’Unione Europea o del mercato unico, checché ne dica Napolitano. La Francia ha meno debito pubblico dell’Italia, deficit pubblico più elevato, bilancia commerciale in largo rosso e non ha l’avanzo primario dell’Italia; complessivamente, dal punto di vista economico e finanziario, non sta meglio dell’Italia.

Monti s'è gettato nel terreno delle privatizzazioni, appetibile per i mercati, dopo quelle fatte nel 1993, dopo la sua riforma delle pensioni, che al momento non era necessaria per l’equilibrio dell’Inps, ha puntato alla riforma del lavoro, senza dare maggiore sicurezza ai lavoratori; punta anche alla riduzione dei dipendenti pubblici, che, per ragioni assistenziali, sono in eccesso soprattutto nel sud e a Roma; non sembra accorgersi che non può mortificare ancora il nord espropriandolo di risorse e autonomia. L’Italia unità sfruttò il sud dal 1861 al 1945 e da allora, collusa con la mafia e il Vaticano, sfrutta il nord.

Senza crescita il rapporto debito/pil potrebbe non migliorare, anche con un bilancio in pareggio, Monti, in cambio delle privatizzazioni, ha promesso di ridurre il debito pubblico del 20%, in cinque anni; in realtà, con un bilancio in pareggio, l’inflazione al 3% e l’aumento annuale del reddito dell’1%, si otterrebbe lo stesso risultato, senza privatizzazione, cioè senza regalare le migliori aziende dello stato allo straniero, com’è stato fatto nel 1993, con relative mazzette per la politica.

Per Angelo Panebianco, l’Italia non merita fiducia e rispetto della sua sovranità, va tenuta sotto tutela grazie ai vincoli esterni dell’Unione Europea, perché inaffidabile e stato semisovrano sconfitto in guerra, il che non si concilia con l’idea di Stati Uniti d’Europa su base federale; però anche negli altri paesi europei esistono debiti, corruzione e mafia. Ernesto Rossi non condivideva il pregiudizio filo occidentale, bisogna ricordare che tutte le potenze militari ed economiche e gli imperi sono stati destinati a decadere economicamente, militarmente, culturalmente e moralmente.

Come nella Venezia della decadenza, in Inghilterra e Usa il sistema finanziario e quello militare dominano su quello politico e su quello produttivo, gli stati Uniti sono dominanti costantemente da una febbre elettorale, che rappresenta la farsa e la droga della democrazia, in questo paese non si possono prendere decisioni contro le grandi lobby, si commettono omicidi politici e s’inventano sempre nuovi strumenti di speculazione.

Oggi il Fondo Monetario serve più a tutelare i paesi creditori, che ad aiutare i paesi debitori, favorendo la privatizzazione dei loro beni pubblici e delle loro fonti di materia prime, in un’ottica neocolonialista, a vantaggio di Usa ed Europa occidentale. Come accade con i debiti privati, i debiti pubblici servono a controllare paesi e a ridurli in  schiavitù; i mercati finanziari si sono avvantaggiati dalla deregolamentazione voluta dall’amministrazione Reagan; sono i mercati che determinano periodicamente le crisi finanziarie di cui la gente paga il conto, oggi siamo governati da agenti dell’alta finanza.

Le tasse sono all’origine delle guerre, dei conflitti sociali, delle rivoluzioni e delle rivolte fiscali, gli imperi sono crollati anche sotto il peso delle imposte, Diocleziano diede vita a una burocrazia mostruosa, restrinse la classe produttiva e vietò ai contadini di abbandonare la terra, e così diede inizio alla servitù della gleba e allo sviluppo della schiavitù. Alte imposte e cristianesimo hanno favorito la caduta di Roma, Venezia, Spagna e Inghilterra hanno seguito lo stesso destino; però, rispetto all’Italia, gli Usa hanno una pressione fiscale 20 punti più bassa di quella italiana, preferiscono creare denaro dal nulla.

Ogni sistema fiscale divide la società in due classi, cioè i produttori e i consumatori di tasse, cioè coloro che producono ricchezza e quelli che vivono della loro tassazione (Thomas Paine), la classe dominata paga le tasse e la classe dominante beneficia delle tasse; alla seconda appartengono politici e dipendenti pubblici, ma anche addetti ai servizi; uno stato minimo avrebbe diritto solo a pochi dipendenti pubblici, privati dei loro attuali privilegi, rispetto agli altri lavoratori.

Questo fatto crea antagonismo, parassitismo, arricchisce una parte e indebolisce l’altra, la spoliazione legale è compiuta attraverso tassazione, sussidi, stipendi e privilegi economici e fiscali; perciò è il possesso del governo e non dei mezzi di produzione, come sosteneva Marx, che determina lo sfruttamento e la divisione in classi. Però Marx era conscio che lo stato era dominato da una classe e andava abolito, mentre per i post-comunista è da difendere, con tutti i suoi dipendenti, i suoi privilegi e i suoi sprechi.

Franz Oppenheimer (1864-1943) sosteneva che esistono due modi per soddisfare i bisogni, cioè il metodo economico della produzione e dello scambio e il metodo politico, parassitario e coercitivo della tassazione che confisca; perciò la società si divide in pagatori di tasse e consumatori di tasse; diceva Bastiat che lo stato è un grande inganno attraverso il quale ognuno cerca di vivere alle spese degli altri.

Per indebolire la resistenza del contribuente, lo stato ha inventato imposte dirette, indirette, patrimoniali, scontrini, codici fiscali, indebitamento pubblico, inflazione; ha usato la propaganda, ha ridotto la libertà e ha usato la violenza; oggi la spesa pubblica va soprattutto a vantaggio degli amici dello stato che perciò sono costretti a difenderla. Per la sinistra, amica degli esattori, le tasse devono essere coatte perché la gente è egoista, hanno smarrito l’insegnamento di Marx che affermava che lo stato appartiene a una classe ristretta.

La moneta unica è stata un brutto affare, per entrare in Europa e nell’euro, due dogmi moderni, l’Italia fece grandi sacrifici, per salvare almeno l’Unione Europea ore bisognerebbe abbandonate l’euro; la crisi non è nata con i debiti sovrani, ma dagli squilibri delle bilance di pagamento causati dalla moneta unica e dai debiti privati come i subprime. Il deficit della bilancia dei pagamenti porta a debiti verso l’estero che nascono da debiti privati; inoltre, l’euro forte sottrae domanda estera, perciò la svalutazione competitiva non può essere un tabù, i cambi fissi e non aggiustabili  periodicamente sono un errore che riduce la competitività e occupazione, ma con la moneta unica, i paesi europei deficitari non possono svalutare.

Servono gli eurobond e la BCE deve diventare come la Fed, la svalutazione del tasso di cambio non è sempre dannosa, quando una moneta si svaluta, l’inflazione conseguente è pari solo al quinto della svalutazione, in compenso, la svalutazione serve a ridare concorrenzialità; l’Unione monetaria, abolendo gli aggiustamenti del tasso di cambio dei singoli paesi, ha trasferito sul salario e sulla domanda il costo dell’adeguamento; oggi occorrerebbe rinegoziare il trattato di Maastricht perché l’unione monetaria non può avere solo funzione antinflazionistica.

In Italia e in Grecia, paesi commissariati, la sinistra vuole somigliare alla destra e ai moderati, per essa l’importante è restare nell’euro, a vantaggio dei capitalisti che hanno trasferito i soldi all’estero e poi magari li hanno investiti in titoli pubblici greci e oggi ne temono la svalutazione o la denuncia del debito pubblico; infatti, gli armatori greci hanno esportato capitali in Olanda, capitalisti italiani e Vaticano lo hanno fatto in Svizzera e negli altri paradisi fiscali.

L’Europa accusa la Cina di dumping tariffario e minaccia sanzioni, però la Cina spesso ha solo costi più bassi, anche a causa dei cambi irreali tra monete, ufficialmente, all'estero non si possono fare prezzi più bassi di quelli interni; lo scopo della normativa internazionale sul commercio è impedire, assieme ai dazi, un protezionismo occulto, servendosi pretestuosamente anche di norme sulla bontà delle merci.

Insomma non sono solo i piccoli cittadini privati a barare; bisognerebbe modificare sempre i rapporti di cambio delle monete, che per inflazione e deficit commerciali devono cambiare. Una guerra commerciale con la Cina costerebbe molto anche all’Europa, la Cina compra e merci e tecnologia dall’Europa e vi investe capitali perché ha una bilancia commerciale in attivo

Oggi pare che per salvare le banche impelagate con derivati, credito immobiliare e credito a paesi morosi, mentre il debito pubblico è una scusa, bisogna comprimere i diritti dei lavoratori; poiché la finanza è fuori controllo, ufficialmente, per appianare i debiti e salvare i bilanci statali, bisogna salvare le banche, per farlo, bisogna eliminare non solo gli sprechi che esistono veramente, ma mettere da parte anche la solidarietà.

Questa crisi comprime i diritti e può far dissolvere euro ed Europa, si vogliono risolvere i problemi monetari e fiscali mettendo in costituzione il pareggio di bilancio, il che significa abrogare il pensiero di Keynes che, in chiave anticiclica, credeva anche al deficit di bilancio. Oggi la sinistra ha accettato la dittatura dei mercati, mentre la solidarietà tra paesi europei è usata solo per aiutare le banche.

Nessuno dice che l’Italia, per risanare le sue finanze, oltre che uscire dall’euro e svalutare, potrebbe fare una conversione forzosa dei tassi del debito pubblico, riducendoli d’imperio; poiché ha un avanzo primario, diversamente da altri paesi, potrebbe anche denunciare il suo debito pubblico o parte di esso, come quello estero, così il suo debito arriverebbe al 60% del Pil. Potrebbe rinegoziare il debito estero e ridurlo come hanno fatto Argentina e Irlanda; vista la sua situazione di bilancio, cancellando i debiti, l’Italia non avrebbe più bisogno di ricorrere ai mercati finanziario; ad ogni modo, sarebbe stata opportuna una gestione comune dei debiti sovrani, ma la Germania non vuole.

Il deficit della bilancia dei pagamenti riguarda altri paesi, soprattutto Usa e Inghilterra, si vogliono risolvere i loro problemi riducendo i salari e aumentando la precarizzazione del lavoro europeo; sarebbe anche opportuno tornare alla lira, alle svalutazioni e contenere le importazioni di merci che si producono anche in Italia, cioè tornare al parziale protezionismo.

Il mondo è governato da Wall Street e dalla City di Londra, che hanno i loro agenti nei governi, come Monti, il Salvatore o Soter; la crisi è iniziata nel 2008 in Usa, con il crollo della banca Lehman Brothers, che aveva ricevuto ottime valutazioni dalle società di rating, le quali oggi non fanno che accanirsi contro l’Italia, con le loro valutazioni taroccate, ma utili alla speculazione, perciò sono indagate dalla procura di Trani.

In passato il populismo o partito populista difendeva la terra come valore e la sovranità del popolo, difendeva ecologia, referendum, era antagonista della borsa e sosteneva la cultura globale, oggi vuole una giustizia fiscale e usa la rete; in Italia il populismo è rappresentato da Beppe Grillo e dal suo movimento cinque stelle. Purtroppo la democrazia ha fallito, è solo formale e ha baipassato la volontà del popolo, perciò l’oligarchia ancora prevale sulla sovranità popolare e ne nascono rigurgiti populisti.

I rischi di bonapartismo, populista o meno, derivano da questa situazione, il populismo può sfociare, direttamente o indirettamente, anche in una democrazia autoritaria, può portare a una ristrutturazione autoritaria della democrazia che, poiché il popolo è sempre sacrificato da lor signori, sicuramente non ridistribuirà i redditi, né porterà all’eguaglianza sociale, che è una chimera come la democrazia e la sovranità del popolo.

Il fatto è che l’oligarchia controlla tutti i centri economici, politici e di potere, assieme all’informazione, con uomini che a essa si sono venduti, controlla polizia e forze armate, mentre la magistratura solo eccezionalmente fa sentire la sua voce a favore dell’eguaglianza dei cittadini e dei migliori principi del diritto, cioè fa finta di non vedere e di non sentire. I migliori magistrati sono quelli che si fanno ammazzare, la maggioranza è collusa con il potere che è anche mafioso.

 Nunzio Miccoli  www.viruslibertario.it; numicco@tin.it.

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IL POLSO DELLA DEPRESSIONE

 La depressione economica in atto è più grave di quella del 1929, è planetaria e globale e ricorda le grandi catastrofi naturali e le grandi carestie climatiche; tuttavia, diversamente da queste, la depressione è stata provocata dalle scelte dei governi in carica e dagli speculatori della finanza. Nel 2011 i debiti delle famiglie americane hanno raggiunto quasi i 12.000 miliardi di dollari, cioè il 90% del pil, mentre il debito complessivo, tra pubblico e privato, è stato pari al 237% del Pil; però senza considerare nel calcolo i derivati, che sono debiti del settore finanziario. In Italia il debito delle famiglie era pari a 503 miliardi di euro, pari al 30% del Pil; in Giappone il debito complessivo era pari al 571% del Pil, nel Regno Unito al 466%, in Spagna del 365%, in Francia del 323% e in Italia del 315%.

Per quanto riguarda il costo dei dipendenti pubblici, ai quali si addebitano in parte il deficit del bilancio dello stato e il debito pubblico, in Francia i dipendenti pubblici sono il 22% di quelli privati, in Italia il 15%, in Spagna il 13%, in Germania l’11% e in Grecia il 7,5%. Se però tra i dipendenti pubblici s’includono anche quelli delle imprese statali, in Francia raggiungono il 25%, in Grecia il 20%, in Italia e in Germania il 15%, in Spagna il 14%.

Dal 1975 in occidente è iniziata la crescita della finanza e si è progressivamente ridotta la produzione di beni; a causa di questo fatto, dal 1980 in Giappone la crescita è stata solo dello 0,52% annuo, dal 1995 in Europa l’incremento medio del Pil è stato pari allo 0,42%, mentre nell’area OCSE, compreso gli Usa, il Pil è diminuito del 5,8%; dal 2007 al 2010 il reddito del Regno Unito è diminuito del 20%, in Italia è diminuito del 3,1%, in Spagna del 2,4% e in Germania dell’1,3%, in Europa la diminuzione è stata complessivamente del 4,3%.

In Usa la disoccupazione è stimata dallo stato all’8,4%, però rilevazioni indipendenti la valutano al 22,7%, perché vi aggiungono quelli che rinunciano a cercare lavoro e i lavoratori part-time costretti; nel 1933, al culmine della crisi, il tasso di disoccupazione raggiunse il 25%. In Giappone nel 2010 la disoccupazione ufficiale è stata del 5,2%, perché colà si considerano occupati anche quelli che lavorano un’ora la settimana o una settimana il mese, ignorando            quelli che rinunciano a cercare lavoro perché non lo trovano e i lavoratori part-time costretti, perciò, secondo alcune fonti, il tasso di disoccupazione reale potrebbe essere pari al 12,2%.

Nel 2009 il Giappone, per sostenere l’occupazione, ha ridotto l’orario di lavoro, diminuendo per conseguenza i salari; però, facendo la differenza tra persone in età di lavoro e lavoratori, il tasso di disoccupazione arriva al 25,5%. In Gran Bretagna la disoccupazione propagandata dallo stato è dell’8%, quella reale è del 21%; un dato simile all’Italia, dove non ci s’iscrive all’ufficio collocamento perché non si ricevono sussidi, per conseguenza, la disoccupazione ufficiale, rilevata dall’Istat, è sottostimata.

Con un’esatta rilevazione, in Spagna la disoccupazione raggiunge il 30%, in Germania il 15%, dove però esiste il record di lavori part-time e di lavoratori precari; in generale, in Europa il tasso effettivo di disoccupazione supera il             15%; tasso destinato a crescere con le riforme in cantiere e con il blocco del turnover derivante dalle riforme delle pensioni; quasi sempre, i nuovi lavoratori non sono inquadrati conformemente alla loro specializzazione o al loro titolo di studio, gli italiani, a causa delle tasse, hanno i salari più bassi dell’Europa occidentale.

In Europa la quota di reddito nazionale destinata al salario è decresciuta dal 1977, in Usa ed Europa dal 1980 diminuiscono gli investimenti in capitale fisso in rapporto al Pil; nel 2009 in Germania questi investimenti sono diminuiti del 17,2% rispetto al Pil, in Giappone del 21,2%. Dal 1967 al 2009 in Usa l’utilizzo della capacità produttiva ha subito un declino costante, riscontrabile dalla diminuzione nel consumo di energia elettrica; questo dato è comune ai paesi industrializzati, eccetto la Germania.

Quando la capacità produttiva è sottoutilizzata e un paese non cresce, non aumentano gli investimenti nell’innovazione tecnologica; però in Usa dal 1987 la produttività del lavoro è aumentata, ma non a causa del capitale investito, ma per maggiore sfruttamento della forza lavoro. In generale, negli altri paesi gli incrementi di produttività, sempre richiesti dai governi ai lavoratori, sono poco importanti.

Gli economisti di corte hanno dimenticato, non solo che la produzione  dipende dalla domanda, ma che esiste un alto indice di correlazione tra alta produttività, alto valore aggiunto aziendale, alti salari e alti investimenti statali e aziendali; i paesi poveri o decadenti hanno bassi salari e bassa produttività, se valutata in termini monetari, anche perché producono beni a basso valore aggiunto e che richiedono pochi investimenti.

Tra il 2010 e il 2011 in Usa i prezzi sono aumentati del 5.8%, in Grecia del 5,2% e in Gran Bretagna del 3,7%, però l’inflazione media ufficiale europea, rilevata dall’Eurostat, è stata pari al 2,7%, fornita, come al solito, per contrastare gli aumenti salariali; l’inflazione è dovuta all’aumento di tasse indirette, energia, tariffe, grano e materie prime, per queste ultime grazie alle speculazioni delle piazze finanziarie di Chicago e Londra.

Dal 2000 al 2008 gli aumenti dei prezzi delle materie prime sono stati notevolissimi e l’aumento dei generi alimentari ha gettato nella povertà milioni di persone. Nel 2008 in Russia la produzione industriale è diminuita del 19%, nel 2009 la produttività è diminuita dell’8,2%, nel 2010 la disoccupazione è aumentata del 9,3%; dal 2006 al 2010 nelle sue industrie c’è stato un taglio nell’occupazione del 16,9%; ciò malgrado, nel 2010 il tasso ufficiale di disoccupazione dichiarato è stato del 7,5%.

Le statistiche americane taroccate favoriscono la speculazione, sostenendo le quotazioni dei titoli di borsa americani, perciò segnalano spesso aumenti di occupazione in Usa; tuttavia, nell’ultimo periodo hanno perso lavoro 1,2 milioni di americani, mentre i disoccupati arrivano al 20% e i lavoratori sottopagati ammontano al 20% della forza di lavoro; cifre simili esistono anche in Europa, a patto che non si guardi alle statistiche ufficiali. Nel 2011 i poveri di Germania sono arrivati al 15%, negli altri paesi europei arrivano al 20%, intanto i governi, per far ripartire l’economia,  progettano tagli allo stato sociale e alle pensioni.

L’economia perversa e usuraia di mercato è nata da questi presupposti: prima nacquero le di società di capitali a responsabilità limitata, poi finanziarie, paradisi fiscali, banche centrali private che emettevano banconote, arricchendosi in signoraggio, mentre le banche ordinarie partecipanti si arricchivano in interesse sui debiti; in questo quadro, il sistema della Banca Centrale Europea è il più sfacciato, perché con esso gli stati non si possono indebitare presso la BCE, che presta alle banche che prestano a loro volta agli stati, guadagnando interessi; insomma, mentre in Usa lo stato si può finanziare all’1%, in Europa si finanzia al 5%; non è un caso che Mario Draghi, Mario Monti e Papademos sono uomini della Goldman Sachs americana.

La ricetta di risanamento del salvatore d’Italia, Mario Monti, può portare l’Italia solo al default o fallimento o, nel caso migliore, alla recessione; secondo Sergio di Cori Modigliani, l’8.1.2012 Mario Monti è andato a Londra, dove si è incontrato con il governatore della banca d’Inghilterra, con il responsabile di Goldman Sachs per l’Europa e con alcuni massoni inglesi, ai quali ha promesso le privatizzazioni italiane, l’ingresso di banche italiane, meno esposte di quelle estere, in fondi a rischio, il controllo di Unicredit da parte di finanzieri arabi che investono a Londra e il controllo di Banca Intesa da parte  di un gruppo finanziario anglo-tedesco.

L’accordo prevedeva che le banche italiane avrebbero ottenuto soldi a credito agevolato dalla BCE, da impiegare in parte nell’acquisto di BTP italiani e in parte in derivati suggeriti dagli inglesi; l’Italia è uno stato semisovrano che ha perso la seconda guerra mondiale e la borsa di Londra controlla quella italiana. Per siglare il patto, Monti offrì in garanzia le riserve auree italiane, in cambio, gli inglesi s’impegnavano a ridurre gli spread tra bund e BTP, da 420 a 195 punti, a riprova che questi spread sono influenzati dalla speculazione.

Finita l’infatuazione per Monti da parte di Europa, America e gran parte degli italiani, ma non da parte di Napolitano, Casini e Bersani, forse a causa dei ritardi nelle riforme richieste dai mercati, lo spread ha ripreso a salire. Per andare incontro alle richieste d’inglesi ed Europa, il governo ha previsto di inserire il pareggio di bilancio in costituzione, riformando però in modo ambiguo l’articolo 81.

Bisogna tenere anche conto che in Italia la costituzione, sempre osannata dalla politica, è regolarmente baipassata da leggi ordinarie, promulgate da presidenti della repubblica che, così facendo, attentano alla costituzione. Dopo la riforma delle pensioni e l’aumento delle tasse, il pareggio di bilancio costringe alle privatizzazioni alla riduzione dello stato sociale; però le altre riforme per il risanamento dell’economia, attese da Monti, non arriveranno e invece ritorneranno i vecchi partiti, anche se con nomi diversi, ci saranno la riforma elettorale e la riduzione delle spese della politica.

La crisi economica iniziò prima del crollo di Lehman Brothers, a causa dei debiti e dei deficit pubblici e privati di Usa e Inghilterra, che tengono le fila della finanza internazionale e volevano curarsi a spese dell’Europa; in Usa, il debito privato era stato favorito per sostenere la domanda e favorire l’occupazione, mentre i derivati erano nati per finanziare i debiti pubblici americani; in entrambi i casi, i manager delle banche implicate erano appoggiati tacitamente dal governo americano.

Nel 2008 con la crisi, per rilanciare i consumi, si sono tolti i vincoli a credito e finanza, come quelli che avevano separato le banche commerciali da quelle d’affari e quelle che obbligavano le banche a detenere delle riserve di liquidità in garanzia; con la crisi delle banche, scaturite dalle insolvenze dei loro debitori, gli stati le hanno finanziate a fondo perduto e con lo strumento dell’aumento della liquidità monetaria.

Secondo un rapporto della Banca d’Inghilterra del 2009, questo salvataggio è costato a Usa ed Europa 14.000 miliardi di dollari, pari al Pil Usa, naturalmente a carico dei lavoratori; ora, dopo aver dimenticato Keynes, con l’austerità si vorrebbe combattere la recessione, dando contemporaneamente massima libertà ai mercati e minimo ruolo dello stato nell’economia; prevedendo riduzioni di prestazioni sociali e pensionistiche, privatizzazioni di grandi imprese e d’imprese municipalizzate, naturalmente a prezzi stracciati, per favorire la speculazione, aiutata dalla stessa crisi che svaluta le imprese da privatizzare.

Si spera che la vittoria di Hollande in Francia possa portare a una revisione del trattato di Maastricht e all’abolizione del fiscal compact, che ha peggiorato il vecchio patto di stabilità, imponendo il pareggio di bilancio ai paesi. Nel marzo del 2001 il Consiglio d’Europa ha reso più gravoso il patto di stabilità, accettato dal governo Berlusconi, che avrebbe dovuto porre il veto perché il fiscal compact contiene norme che colpiscono soprattutto l’Italia; infatti, impone all’Italia, oltre il pareggio di bilancio, di ridurre del 5% l’anno il debito pubblico italiano, fino a portarlo al 60% del reddito nazionale.

Intanto però il debito pubblico degli altri paesi, per salvare le loro banche travolte dai derivati e dalle insolvenze, superava quel livello, perciò la richiesta era iniqua e discriminatoria, da applicare solo alle colonie e agli stati sconfitti o semisovrani; per spingere il governo a questa politica, da aprile 2011, sotto il governo Berlusconi, i mercati facevano salire lo spread tra bund e BTP da 120 a 530 punti, all’inizio del 2012, cioè sotto il governo Monti.

Se quel vincolo non sarà abolito, sarà distrutto il poco di Welfare che c’è in Italia, gli investimenti in infrastrutture, che creano occupazione, non si faranno e sarà depressa la crescita; al momento dell’accordo, il debito complessivo italiano, tra pubblico e privato, era minore che negli altri paesi. Oggi in occidente aumenta la concentrazione della ricchezza e aumenta la povertà, dallo stato non si vuole il controllo dell’economia, le misure di Monti, invece di contrastare la crisi, la peggioreranno; occorrerebbe denunciare il fiscal compact, regolamentare mercato, finanza, società di capitali, movimenti di capitale, fare una politica fiscale dei redditi e abolire i paradisi fiscali.

 Nunzio Miccoli   www.viruslibertario.it;   numicco@tin.it

 Fonti:

 -     Antonio Pagliarone: “La più grande depressione della storia”,

-         Lameduck: “Fail Monty”,

-         Vladimiro Giacchè: “Titanic Europa”.

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LE TAPPE OBBLIGATE DEL GOVERNO MONTI

 In Argentina è stato approvato il nuovo regolamento della Banca centrale che, come vuole anche la Federal Reserve americana, non mira solo a salvaguardare il valore della moneta, ma serve anche a promuovere sviluppo, occupazione e stabilità finanziaria; perciò, diversamente dall’Europa occidentale, Argentina e Sudamerica sono in forte sviluppo, in precedenza, la parità forzata dollaro-peso, senza possibilità di salutazione, aveva determinato la crisi del 2001.

Invece la Banca Centrale Europea, con il trattato di Maastricht e il fiscal compact, mira soprattutto alla stabilità monetaria e alla lotta all’inflazione, il che sta portando alla recessione; l’America Latina si sta riprendendo, fa accordi economici al suo interno e sta conoscendo una nuova stagione keynesiana. Anche gli Usa, nel tentativo di uscire dalla crisi, aiutano l’economia con tasse più basse, maggiori emissioni monetarie, credito alle imprese, lavori pubblici e fanno di tutto per attirare investimenti dall’estero, anche di provenienza mafiosa; la Federal Reserve cerca di contrastare la depressione, stimolando domanda, investimenti e occupazione.

L’America Latina ha adottato come moneta di conto il "sucre", utilizzata per gli scambi commerciali tra paesi aderenti e adottata da Venezuela, Cuba, Ecuador e Bolivia e Nicaragua; i regolamenti tra banche centrali sono fatti in sucre, si punta anche all’equilibrio tra esportazioni e importazioni. Invece in Europa e in Usa il deficit valutario e quello di bilancio è servito a creare liquidità e ad alimentare i debiti verso l’estero.

Greg Smith ex dirigente della banca d’investimento o d’affari, cioè speculativa, Goldman Sachs, che ha sponsorizzato i primi ministri Romano Prodi e Mario Monti, e il governatore della Banca  d’Italia e poi della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, afferma che Goldman Sachs è alla deriva criminale, perché non cura l’interesse dei clienti ma, approfittando della crisi, mira solo a massimizzare i suoi profitti, concentrando la ricchezza e restringendo il credito.

Per gli stati e per le banche, che sono la stessa cosa, la crisi sono cicliche, necessarie e alimentate artificialmente, con le tasse e con la restrizione del credito; perché l’inflazione e le insolvenze servono ad azzerare i debiti, che schiacciano l’economia, e a ridurre il costo del lavoro; poi, dopo aver falcidiato il risparmio delle famiglie, come avviene dopo le grandi guerre, che sono pure occasione di grandi guadagni, si riparte da zero. Le banche sanno quando devono favorire la crescita e concedere credito e quando, dopo aver ricevuto gli aiuti dello stato, per favorire austerità e privatizzazioni, devono restringere il credito.

Il fiscal compact e il pareggio di bilancio inseriti nella costituzione europea serviranno anche a ridurre i diritti, condannando lo stato sociale all’estinzione; il fiscal combat, sottoscritto come un trattato internazionale, dopo aver tolto la sovranità monetaria agli stati, che è un grosso business, toglie a essi anche la sovranità fiscale, cioè toglie complessivamente la sovranità finanziaria degli stati. Con questa politica, la sovranità degli stati è devoluta ai procuratori o agenti dei mercati, come Monti, aiutati dalla crisi dei partiti italiani e dall’incapacità dello stato italiano a riformarsi.

Saggiamente, la repubblica Ceca non ha aderito a questo progetto e in Francia il socialista Hollande è contrario; con questo accordo, il controllo sui bilanci degli stati è affidato alla commissione europea e alla corte di giustizia europea, che prevede sanzioni per gli stati che violano il trattato. Monti ha dichiarato che non può aumentare l’Irpef sui redditi più alti, per non provocare una fuga di capitali, con spostamento di produzioni da un paese all’altro.

Però è proprio ciò che sta avvenendo in Europa e nel mondo e l’Europa non ha voluto un’armonizzazione  fiscale che avrebbe impedito ciò, ma ha alimentato il dumping fiscale tra paesi aderenti; in Europa il dumping fiscale è la norma, l’Europa non cerca nemmeno di contrastare il dumping commerciale dei paesi terzi, caratterizzati da diversa pressione fiscale, diversi costi di produzioni e diversi prezzi; perciò le imprese si spostano verso i paesi emergenti e di protezionismo non si può parlare perché i produttori europei, associati alle banche, producono a basso costo nel terzo mondo e vedono in Europa.

I paesi votati allo sviluppo cercano di prevenire di debito estero e di avere l’equilibrio dei conti esteri, perseguendo l’industrializzazione, l’autosufficienza alimentare e quella energetica, grazie anche alle energie alternative; gli stati, tenendo le imprese in patria, salvaguardano l’occupazione. Il liberismo speculativo e la globalizzazione stanno indebolendo l’occidente ma stanno riempiendo le tasche di capitalisti occidentali che producono nel terzo mondo.

I costi di produzione non si abbassano solo agendo sul costo del lavoro, ma anche su tasse, energia e costo dei manager, che operano solo a difesa dei profitti, a danno della collettività, dei lavoratori e dell’occupazione. I nostri governi non sono stati capaci di valorizzare la nostra industria, la nostra agricoltura e di valorizzare il nostro turismo; mentre sulla carta l’Italia avrebbe grandi possibilità, ma da trenta anni, come una colonia, è stata soffocata da annuali manovre di bilancio.

Il governo Monti ha aumentato le imposte ai lavoratori, ha aumentato Irpef, Iva e accise sui carburanti, però ha ridotto l’Ires alle grandi imprese e ha introdotto l’imposta patrimoniale Imu sulla casa. Il fatto è che in Italia esistono 33 milioni di alloggi, pagati con il sudore della fronte, ma che fanno venire l’acquolina in bocca al fisco; oggi l’Italia è il paese che sopporta la pressione fiscale più alta nel mondo.

La crisi del debito, spesso alimentata ad arte, è fatta pagare a chi ha sempre pagato, a vantaggio di chi ha fatto grandi profitti o ha speculato; la controriforma del mercato del lavoro di Monti favorisce i licenziamenti, aumenta la precarietà, riduce gli ammortizzatori sociali come la cassa integrazione e riduce il costo del lavoro, a vantaggio dei profitti. L’aumento dell’età pensionabile a 67 anni ha portato l’Italia ad aver l’età pensionabile più alta d’Europa.

Per alcuni la reintegrazione individuale nel posto di lavoro, ex articolo 18, sarebbe un’anomalia nazionale, l’illegittimo licenziamento trovava sanzione con un risarcimento e la reintegrazione nel posto di lavoro da parte del giudice, però le aziende grandi preferiscono pagare senza reintegro, mentre le piccole aziende sarebbero in difficoltà anche con il risarcimento. La legge consente il licenziamento collettivo per motivi economici, mentre il licenziamento individuale dovrebbe essere giustificato, però non è l’articolo 18 che definisce quando il licenziamento individuale è giustificato e quando il licenziamento collettivo è valido, ma impone solo il reintegro del lavoratore illegittimamente licenziato.

I licenziamenti collettivi, per ragioni produttive, si fanno, invece i licenziamenti individuali sono solo disciplinari e sindacabili dal giudice; l’eliminazione dell’articolo favorirebbe maggiore flessibilità in uscita, come in altri paesi, però il reintegro esiste anche in altri paesi. L’articolo serve a combattere abusi e licenziamenti illegittimi e prevede la reintegrazione, perciò non è un feticcio.

L’attacco all’art.18 dello Statuto dei lavoratori, che riguarda le aziende al disopra dei 15 dipendenti, mira a eliminare i licenziamenti individuali senza giusta causa, cioè per motivi disciplinari o politici, negando il diritto al reintegro nel posto di lavoro, ma prevedendo un indennizzo, con intervento di conciliazione da parte del sindacato. Il governo mira anche a modificare la legge 223/91, per snellire le procedure di licenziamento collettivo dovute e ristrutturazioni e crisi, con richiesta di mobilità che coinvolge il sindacato.

Per quando riguarda i contratti di lavoro precari, con il governo Monti, saranno mantenuti i contratti a termine, quelli a progetto e quelli di formazione; però l’apprendistato fino a tre anni consente di risparmiare sul costo del lavoro e l’apprendista non gode degli ammortizzatori sociali per la disoccupazione. Finito l’apprendistato, il lavoratore può essere licenziato o assunto a tempo determinato o a progetto, senza garanzia dell’art.18, né di assunzione finale, e il datore di lavoro può licenziarlo senza obbligo di motivazione.

Rimarrà solo la cassa integrazione ordinaria per contrazione di mercato e sarà abolita quella straordinaria per ristrutturazioni; questa seconda sarà sostituita da un sussidio di disoccupazione che il ministro Fornero vorrebbe estendere a tutti i lavoratori; però, di questi tempi, quando si tratta di diritti per i lavoratori, occorre essere pessimisti e scettici. La cassa integrazione prevedeva la possibilità di reintegro, il sussidio no, la prima arrivava all’80% del salario, il secondo arriva al 60%.

Oggi il costo del lavoro italiano è inferiore alla media dell’eurozona, in teoria, maggiore precarietà e minore costo del lavoro dovrebbero portare a maggiore occupazione, ma fino ad oggi ciò non è avvenuto, mentre è diminuita la produttività del lavoro, che però dipende da valore aggiunto aziendale, alti salari e investimento in capitale. In Italia la controriforma delle pensioni è passata senza reazioni da parte del sindacato, il che è strano perché, bloccando il turnover, aumenta la disoccupazione.

A causa della remissività di partiti e sindacati, il governo, di fronte alle resistenze di CGIL e Fiom, relativamente alla riforma del mercato del lavoro, ha minacciato di procedere anche senza l’assenso del sindacato; fino a che è sostenuto da Alfano, Bersani, Casini e Napolitano, agenti o procuratori dei mercati, lo può fare. Non ci facciamo illusioni, nella moderna democrazia le grandi decisioni politiche ed economiche si prendono senza consultare i rappresentanti del popolo.

Oggi, come avviene negli eserciti, la politica si regge sulla catena di comando e sulla disciplina di partito, ieri sul centralismo democratico della DC, sullo stalinismo del PCI e sull’unità della chiesa; le scelte dell’Europa hanno minato la sovranità degli stati, quella dei parlamenti e la sovranità popolare e oggi, con la globalizzazione, la sovranità economica e l’indipendenza economica sono più difficili da raggiungere di quella politica.

L’Economia mondiale, le relative crisi e gli squilibri sono anche influenzati dallo sviluppo ineguale dei paesi, dalle differenze normative e dai differenti costi di produzione; in occidente gli stati rinunciano a intervenire in campo economico, non fanno grandi infrastrutture e le fanno realizzare dai privati in concessione, il che è occasione di altri profitti; però ci si chiede perché paghiamo tante imposte, ma sappiamo che lo stato usa i soldi dell’Inps per fare cassa.

L’onnipotenza dei mercati finanziari fa si che oggi siamo governati da un’élite finanziaria cosmopolita e irresponsabile, con convergenza d’interessi tra multinazionali e banche, tra loro in osmosi. Anche se in Italia la statalizzazione delle imprese era servita ad arricchire i partiti che le controllavano, in generale, chi controlla lo stato, controlla le sue imprese e s’ingrassa; però il neomercantilismo non si contenta, perciò ha richiesto la restrizione dei diritti sociali e delle garanzie dei lavoratori.

L’èlite può possedere le imprese tramite finanziarie, cioè in economia di mercato, o le può possedere indirettamente, possedendo lo stato; lo scopo è sempre l’anonimato, l’irresponsabilità e l’elusione fiscale. Oggi Mario Monti ha un consenso, non disinteressato, d’informazione ed economisti di corte e gode di una superesposizione mediatica, mentre avevano liberamente accusato Berlusconi di controllare tutta l’informazione e non era vero.

Certa informazione, che alimenta la propaganda del capitale, della chiesa o di stato, fa sentire il cittadino colpevole quando non richiede lo scontrino o la ricevuta fiscale, però lo stato è un grande buco nero che ingoia risorse e dà poco; lo scopo di questa informazione, nella logica corporativa, interclassista o dell’unità della chiesa, è quello di cancellare il lavoro come diritto e di mettere d’accordo padroni e lavoratori.

Perciò si afferma che il lavoro fisso è alienante, che non esiste conflitto tra lavoratore e padrone,  ma quello tra lavoratore fisso e lavoratore precario, tra lavoratore e pensionato, tra giovani e vecchi, tra lavoratore privato e lavoratore statale; si vuole aumentare la produttività non con gli investimenti, ma togliendo dalla testa il concetto di sfruttamento dei lavoratori. C’è chi dice che il progresso è dialettico e deriva dai contrasti tra diversi centri d’interesse e chi afferma che bisogna procedere uniti e in armonia, ad esempio, l’asino che tira il carretto deve sentirsi unito e non in contrasto con il suo padrone che è sul carretto.

In Italia ci sono poche società quotate in borsa, gli investimenti produttivi non si fanno, cresce la finanza e si spostano gli impianti produttivi all’estero, le manovre fiscali colpiscono salari e pensioni. Le privatizzazioni non ridurranno i prezzi di acqua, luce e gas, ma daranno fiato alla borsa, riducendo di poco il debito pubblico, con le svendite di imprese pubbliche e beni pubblici a favore di amici; questo scenario lo abbiamo già visto con la privatizzazione del 1990.

Anche la privatizzazione del 1990 fu spinta dall’Europa, nel 2007 le società privatizzate rappresentavano il 59% della capitalizzazione di borsa; in Inghilterra l’operazione era stata già fatta tra il 1979 e il 1991, anche con lo scopo di favorire l’azionariato popolare. In Italia fino agli inizi degli anni 1990 il risparmio privato serviva soprattutto a finanziare il debito pubblico, allora interamente posseduto dagli italiani; dal 1990 al 2007 esplose la borsa, perciò nel 2007 i titoli pubblici posseduti da privati italiani erano il 15%, quelli posseduti da istituzioni finanziarie italiane il 33% e quelli posseduti da istituzioni finanziarie straniere il 52%, tra gli stranieri era incluso anche il Vaticano.

Era stato distrutto il risparmio prudenziale degli italiani, a vantaggio della borsa, che è una bisca che distrugge il risparmio delle famiglie, con i cattivi uffici della Consob, però la mitologia continuava a diffondere la falsa voce di Italia paese di risparmiatori. Fortuna che gli italiani non hanno creduto agli economisti di corte che avevano detto che era sbagliato possedere la casa, invece di prenderla in affitto, perché questo fatto scoraggiava la mobilità del lavoro.

Però con gli immobili gli italiani hanno salvato parte del risparmio, adesso il governo, mai sazio, tassa questi immobili; in Italia, grazie alle privatizzazioni, esplose il mercato azionario, poi ridimensionato con la crisi, con conseguenti perdite dei risparmiatori; poi sarebbe avvenuta l’esplosione dei derivati, mentre l’economia manifatturiera chiudeva o si trasferiva all’estero. Oggi, per superare la crisi, si propone di abbassare i salari, aumentare le tasse ai lavoratori e allungare l’età della pensione.

Le privatizzazioni italiane hanno favorito consorzi privati di controllo delle società, perciò al monopolio pubblico è subentrato quello privato, mentre l’azionariato popolare delle public company non si è diffuso; i piccoli azionisti, predestinati al massacro, sono chiamati “parco buoi” dalle banche. La corte dei conti ha anche insinuato che la vendita ai grandi privati delle aziende nel 1990 sia stata fatta a prezzi molto bassi, aggiungiamo noi, con inevitabili tangenti ai politici.

Le aziende pubbliche furono svendute, la privatizzazione di utilities e banche non abbassarono il costo del servizio alla clientela, rimasto più alto che negli altri paesi europei; perciò l’aumento dei profitti delle aziende coinvolte derivò solo dall’aumento delle tariffe e non dalla riduzione dei costi o dall’aumento dell’efficienza; per chi lavora in regime di monopolio è anche facile aumentare le tariffe.

Con le privatizzazioni hanno fatto affari anche le banche d’intermediazione, tra loro erano Goldman Sachs e Istituto San Paolo, le entrate delle privatizzazioni fecero diminuire il debito pubblico di 132 miliardi di lire, che poi ha ripreso a correre velocemente. I governi tecnici non dovrebbero mai agire come si agì per le privatizzazioni del 1990, però Monti insegna che non esistono tecnici indipendenti, illuminati e con sensibilità sociale.

Le norme permettono che le aziende pubbliche o private possano mantenere l’indebitamento al massimo, in tal modo risparmiano tasse, contengono il costo del lavoro, ricevono aiuti dallo stato e, grazia al rapporto organico con le banche, ricevono credito illimitato, mentre in borsa fanno man bassa del risparmio delle famiglie; per certe imprese, il finanziamento di borsa è stato un reddito e non la partecipazione popolare al capitale. I manager sono super pagati, discreti e obbedienti, sono fedeli ai padroni anonimi e si portano i segreti nella tomba, devono essere cloni dei padroni non devono avere a cuore i lavoratori o fare un servizio pubblico.

In questi giorni il Consiglio d’Europa ha approntato il MES o Meccanismo Europeo di Stabilità che deve essere ratificato dai parlamenti nazionali, senza dibattito pubblico e senza adeguata informazione; il MES dovrebbe essere un fondo di solidarietà o Fondo Salvastati, dovrebbe avere una dotazione di 700 miliardi di euro, dei quali 80 miliardi vanno versati dagli stati in 5 anni, mentre il resto sarebbe versato in seguito, secondo le necessità.

Questo capitale servirà come garanzia per ottenere prestiti dai mercati finanziari, cioè da banche europee e internazionali e dal Fondo Monetario Internazionale, il denaro sarebbe poi prestato agli stati indebitati e in difficoltà. La quota dell’Italia sarebbe di 126 miliardi di euro e, secondo il trattato, governo e parlamento non ne potrebbero controllare o sindacare l’utilizzo; a causa di questo ulteriore esborso, si costringerebbe il governo Monti a proseguire nei piani di austerità.

Naturalmente gli interessi di finanziamento dipenderebbero sempre dalle valutazioni delle famigerate agenzie di rating, ricordando che oggi anche il Fondo Europeo EFSF ha perso la tripla A; perciò il Fondo Salvastati MES potrebbe tradursi in un atro regalo alle banche europee, che prendono denaro in prestito all’1% dalla BCE; un’ulteriore onere per paesi bisognosi di credito deriverebbe dal fatto che il MES presterebbe agli stati in difficoltà a tassi maggiori di quelli ottenuti dai mercati finanziatori; sono tanti i miracoli della finanza, che moltiplica i pani, ma solo per alcuni.

 Nunzio Miccoli    www.viruslibertario.it;   numicco@tin.it.

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IL PESO DELLA CHIESA IN ITALIA

 Mentre la finanza impazza, per rilanciare la produzione agricola e industriale, occorre garantire utili adeguati a questi settori, che oggi guadagnano meno della finanza, la terra è abbandonata e l’industria è spostata all’estero, agricoltura e industria hanno elevati costi energetici e elevate tasse e sono spiazzati dalla concorrenza estera. La decadenza di Venezia cominciò quando essa accantonò l’industria per la finanza, oggi accade la stessa cosa per Inghilterra, Usa ed Europa, ad eccezione della Germania e della Cina.

Goldman Sachs è la più grande banca d’affari americana, è legata alla lobby economico-finanziaria che dirige le scelte politiche del mondo, ha giocato un ruolo di primo piano nel mercato dei mutui subprime, vendendo derivati, cioè titoli spazzatura, come i CDS e i CDO, guadagnando naturalmente elevate commissioni; nel 2010, davanti al congresso americano, Goldman Sachs ha ammesso di aver venduto titoli a elevato rischio, perciò il 16.4.2010 la Sec, l’ente americano per il controllo della borsa, l’ha incriminata per truffa. Uomini di Goldman Sachs, piazzati al tesoro americano, sono stati Robert Rubin e Henry Paulson, che hanno impedito al governo americano la regolamentazione del mercato dei derivati; in Italia hanno lavorato per Goldman Sachs, Romano Prodi, Gianni Letta, Mario Draghi e Mario Monti.

Mario Monti, ora capo del governo, ha fatto parte, oltre che della Trilateral, del gruppo Bilderberg e di Goldman Sachs, del consiglio di amministrazione della Fiat, al tempo della cessione dell’Alfa Romeo, cioè quando distribuì, per l’operazione, tangenti ai politici, ma furono condannati solo Romiti e Matteoli. Paola Severino, ministro della Giustizia, come avvocato, ha tra i suoi clienti le maggiori società italiane, ha difeso Romano Prodi dall’accusa di abuso d’ufficio nella vendita della Cirio e Francesco Gaetano Caltagirone, suocero di Casini, nella vicenda Enimont.

Francesco Profumo, ministro dell’istruzione, è ex membro del consiglio di amministrazione di Unicredit; Piero Gnudi, ministro del turismo, è membro di diversi consigli d’amministrazione ed è legato a Casini, Bersani, D’Alema e Prodi. Corrado Clini, ministro dell’ambiente, è stato indagato in vari disastri ecologici, sostiene TAV e nucleare; Fabrizio Barca, ministro per la coesione territoriale, vuole rilanciare il sud con sgravi fiscali e investimenti, cioè favorendo gli amici.

Piero Giarda, ministro per i rapporti con il parlamento, è in rapporto con banche e industrie; Corrado Passera, è amministratore delegato di Banca Intesa, ed è ministro per lo sviluppo economico. Elsa Maria Fornero, ministro del lavoro, appartiene a Comunione e Liberazione. Andrea Riccardi, ministro della cooperazione internazionale, è il fondatore della comunità di Sant’Egidio, che, come l’Opus Dei, appartiene ai piani alti del Vaticano.

Lorenzo Ornaghi, ministro per i beni culturali, è discepolo di Don Giussani, il fondatore di Comunione e Liberazione, è membro del consiglio d’amministrazione dell’Avvenire, il quotidiano della Cei, ed è vicino al cardinale Ruini; Ornaghi è contrario ai referendum, che dovrebbero essere il vessillo della sovranità popolare, ma in Italia sono calpestati. Renato Balduzzi, ministro delle sanità, è contrario ad anticoncezionali, fecondazione assistita, aborto ed eutanasia.

Antonio Catricalà, sottosegretario alla presidenza del consiglio, è ex presidente dell’Autorità Antitrust, in questo ruolo soccorse Mediaset e Lunardi, ma se la prese con i panificatori di Roma. Anna Maria Cancellieri, ministro dell’interno, già commissario straordinario ai comuni di Bologna a Parma, a Bologna tagliò il personale e assunse cinque dirigenti, a Parma contribuì a sanare la vertenza sull’inceneritore, costruito senza permesso.

Gianpaolo di Paola, ministro della difesa e ammiraglio, ha sostenuto l’intervento in Libia e Afganistan e l’acquisto dei caccia americani F35, per 15 miliardi di dollari; Giulio Terzi Sant’Agata, ministro degli esteri, sostiene l’intervento in Afganistan. Enzo Moavero Milanesi, ministro per gli affari europei, è bene introdotto negli ambienti europei di Bruxelles; Mauro Catania, ministro dell’agricoltura, sostiene la Politica Agricola Comune o PC dell’Unione Europea, la quale è a favore della commercializzazione e del controllo della filiera agricola da parte delle multinazionali che favorisce il ribasso dei prezzi per i piccoli produttori agricoli.

Dei 16 ministri del governo tecnico di Monti, 5 sono romani; a Roma il Vaticano ha sempre favorito la nomina di sindaci, ministri e presidenti della repubblica a esso vicini, la sovranità del popolo è solo dichiarata in costituzione; il ministro di Paola rappresenta l’esercito ed è di garanzia per la NATO, due ministri sono di emanazione bancaria, cioè Fornero e Passera, le banche controllano gli stati e le banche d’interesse nazionale italiane sono controllate dal Vaticano, quelle popolari dai vescovi; sono legati direttamente al Vaticano i ministri Balduzzi, Giarda, Ornaghi e Ricciardi.

I poteri forti, i mercati o la finanza sono i veri mandanti o governi occulti della politica italiana di questi giorni, come ha fatto capire anche Celentano a San Remo, redarguito dalla televisione pubblica e privata, pure controllate, come la scuola pubblica e quella privata, in qualche modo dalla chiesa; per quanto riguarda le istituzioni internazionali, come la Banca Centrale Europea, che ha commissariato l’Italia e il Fondo Monetario Internazionale, in quelle sedi vi è tradizionalmente sentito meglio il Vaticano, che il governo italiano; d’altra parte, il Vaticano e la chiesa italiana sono grandi esportatori di capitali in Svizzera, Francoforte e Usa. 

Il governo Monti ha iniziato ad operare con atti di governo discutibili, in materia di aumento di tasse, di procrastino delle pensioni, di tassazione della prima casa e di stanziamenti di fondi per Roma capitale ma, per fortuna, vista la situazione economica, non ha accettato l’olimpiade Roma, perciò si è ribellato il sindaco Alemanno, come si sarebbe ribellato Veltroni; ma forse Monti si era già messo d’accordo con il papa, altrimenti non avrebbe potuto agire autonomamente, Monti ha anche ridotto l’acquisto di F35 americani e perciò dovrebbe aver scontentato qualche altra persona interessata all’affare e alle sue mediazioni, perché sulle armi acquistate si pagano tangenti.

I cittadini non sono tutti uguali, di fronte allo stato si dividono in amici ordinari, amici privilegiati tra cui sono evasori in tutto o in parte autorizzati o tollerati, contribuenti buoni e contribuenti cattivi o evasori non autorizzati; lo si vede bene con l’esenzione dell’IMU a favore della chiesa, però le cose potrebbero cambiare perché Monti sembra più accorto di Berlusconi; è un fatto che i nostri governanti, da sempre, per connivenza con amici, non hanno contrastato adeguatamente speculazioni, arricchimenti illeciti ed evasioni, soprattutto legali. L’esenzione dell’IMU a favore della chiesa, anche per le attività commerciali, è discriminante per gli altri operatori economici e la questione è al vaglio della Corte di Giustizia Europea.

Usando le parole di Celentano, il governo occulto italiano, controlla il governo ufficiale italiano, televisione pubblica e privata e scuola pubblica e privata; la televisione tramite commissari e nomine di personaggi graditi, la scuola grazie a insegnanti di religione, programmi, scelta di libri e di insegnanti, i concorsi pubblici non sono una cosa seria; la chiesa ha reso economicamente diseguali gli altri insegnanti, rispetto a quelli di religione, in violazione all’articolo 3 della costituzione, della dichiarazione dei diritti dell’uomo e dei trattati europei, che garantiscono anche libertà d’insegnamento, libertà di religione e non prevedono la confessionalità dello stato come accade nell’Islam e, nei fatti, in Italia.

Come accade nelle madrase islamiche, la chiesa ha usato la scuola per infondere una cultura, mentre la scuola dovrebbe sviluppare il senso critico e un mestiere; controllando scuola e televisione, non è preoccupata delle sue contraddizioni, dei suoi scandali e dei preti che abbandonato il sacerdozio; perciò può anche, aiutata dai suoi servi televisivi, redarguire Adriano Celentano, il quale è stato solo inopportuno o inadeguato nell’espressione, ma non in errore.

 Nunzio Miccoli    www.viruslibertario.it numicco@tin.it.

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                                                                        L’AFFONDO DEI MERCATI ALL’ITALIA

L’attuale crisi è nata dalla situazione soprattutto delle banche franco-tedesche e ma anche di altri paesi del nord Europa che, dopo essere state coinvolte nel mercato dei derivati americani, hanno finanziato ampiamente non solo la Grecia, ma anche Islanda, Irlanda e paesi dell’est Europa. L’attacco all’Italia è soprattutto speculativo, l’aumento degli interessi sui BTP, manipolato ad arte come gli altri interessi, cioè tasso di sconto, tasso di riferimento, euribor e corsi di borsa, va a vantaggio dei creditori e svantaggio dell’Italia. Dalla fine della seconda guerra mondiale, i mercati hanno sempre speculato su lira e sulle debolezze del sistema politico e amministrativo italiano, con governi che duravano in media un anno e rendevano più acuta la crisi italiana, il che facilitava lo scorazzare dei mercati in Italia; ora i mercati hanno gettato la maschera e, visti anche i ritardi nelle riforme e nelle privatizzazioni dell’Italia, vogliono governare l’Italia per mezzo di loro uomini come Mario Monti.
L’Italia è stata un laboratorio per queste manovre, poi i mercati e il Fondo Monetario hanno fatto indebitare altri paesi in Asia e America Latina, gli ultimi casi eclatanti sono stati quelli di Argentina e Islanda che però si sono mossi meglio dell’Italia, praticamente decurtando il loro debito estero. Questa crisi finanziaria è nata in America con i subprime immobiliari destinati a finanziare i consumi e i derivati destinati a finanziare debito commerciale e deficit del bilancio dello stato; i dirigenti superpagati delle banche americane che facevano queste operazioni avevano la copertura occulta del governo e ora sono il capro espiatorio.
L’America ha un debito immenso di famiglie, imprese e stato che non riuscirà mai a pagare, si è sviluppato grazie alla posizione del dollaro come moneta di riserva; l’America ha deindustrializzato e delocalizzato, poi è vissuta con il credito estero, comprava merci in cambio di dollari di carta che stampava, un bel vantaggio finché è durato. Ora gli Usa sono al collasso e tutte queste manovre finanziarie servono a soccorrere Usa e i paesi del nord Europa; il debito pubblico italiano, sempre onorato dall’Italia, è un alibi, invece sono veri i ritardi italiani nelle riforme, anche se è sempre difficile fare riforme che vanno contro i grandi interessi, le riforme che si riescono a fare sono solo quelle che vanno contro i lavoratori, come quella delle pensioni.
Secondo l’informazione italiana prezzolata, la colpa della situazione italiana è soprattutto del governo e dei debiti di Grecia e Italia e di altri paesi mediterranei che ora sono sotto pressing; la speculazione e i mercati hanno agenti pagati anche nel parlamento italiano, hanno puntato alla crisi del governo italiano e hanno continuato a trarre profitto dalla situazione italiana e dai suoi ritardi; il rialzo dei tassi dei BTP italiani è un loro successo, non è la domanda e l’offerta che determina tassi, corsi di borsa, prezzi della benzina o del grano, ma la speculazione, della quale la BCE è uno strumento.
La banca europea non ha dimostrato di essere all’altezza della situazione, si giustifica affermando di non avere i poteri della Federal Reserve, perché esistono ancora i governi dei vari stati, per fortuna, ma oramai contano poco; però si sente forte perché in Italia ha dalla sua parte Fini, PD, Casini, Draghi, Napolitano e gran parte dell’informazione radiotelevisiva italiana, con i loro economisti di corte; Berlusconi controlla solo le sue televisioni e i suoi giornali.
In coincidenza con l’approvazione della manovra finanziaria approvata dall’Europa, che non sarà l’ultima, al governo di Berlusconi subentra quello di Mario Monti; ora gli italiani pagheranno il conto finale di questa situazione, com’è accaduto anche con la prima repubblica e di seguito, con manovre annuali economiche, stangate e decretoni che affossarono definitivamente il miracolo economico italiano, ma riempirono le tasche di alcuni speculatori.
Le riforme che non si sono potute fare in Italia sono l’abolizione delle corporazioni professionali, come avrebbe richiesto un vero liberismo, i primi a essere contro sono gli avvocati parlamentari e tutte le lobby professionali rappresentate e paganti in parlamento, che è un grande supermercato; il mercato è sempre esistito in parlamento, al governo, in chiesa (simonia) e nella giustizia. Non si può fare la riforma della sanità, invisa alle regioni del sud infiltrate dalla mafia, a Big Pharma, a Vaticano che controlla le cliniche private e all’ordine dei medici; la sanità italiana, in proporzione al reddito, costa più che in Germania.
Anche una vera riforma della giustizia è invisa ai giudici, che temono di perdere privilegi, la giustizia italiana costa più che in Francia ed è più lenta; l’unica riforma che la politica, prostituita ai poteri forti, riesce a fare, non per migliorarla, ma per ridurne la spesa, è quella della scuola, e quella delle pensioni, procrastinando l’età della pensione; si potrebbero tagliare le pensioni alte e le doppie pensioni, ma questo non si può fare.
La gestione Inps è, diversamente che in Francia, è attiva e lo stato fa cassa attraverso l’Inps, già caricata di costi impropri come l’assistenza, il che è illegale perché i contributi dei lavoratori sono a destinazione specifica e potrebbero servire solo a elevare le pensioni minime dei lavoratori e a ridurre la differenza di trattamento tra pensionati passati e futuri. Ad ogni modo, il contenimento della spesa pubblica complessiva è vitale, non si può aumentare la pressione tributaria, le nuove tasse e la lotta all’evasione possono servire solo per ridistribuire il carico tributario a favore di lavoratori dipendenti e piccole imprese.
Fiduciario dei mercati una volta era il partito repubblicano e del Vaticano, Andreotti, però i garanti locali presso le istituzioni sono sempre esistiti; il cardinale Ruini era garante locale per il Vaticano in Parlamento, Ugo La Malfa lo era per l’alta finanza, oggi per il mercato lo sono Draghi, Napolitano, Monti, Fini e il partito democratico, anche se le banche finanziano tutti i partiti italiani.
Oggi la banca centrale europea cerca di far risalire le difficoltà europee al debito italiano, la banca centrale europea si rifiuta di emettere eurobond e di diventare prestatore di ultima istanza, quest’operazione ribasserebbe il costo del debito pubblico italiano; però, finché l’Italia è solvente, la situazione attuale è più conveniente per la Germania, la Bundesbank può emettere bund al 2% in Germania e, grazie alla moneta unica, acquistare con il ricavo BTP italiani al 7%.
Si sta parlando di speculazione e le posizioni ufficiali e le motivazioni ufficiali dei governi contano poco e sono solo fumo nell’occhio e propaganda; l’Europa unita viene sempre dopo i propri interessi personali e nazionali; solo l’Italia ha creduto veramente all’Europa, perché incapace di riformarsi da sola, però l’Europa non ha voluto sistema fiscale, scuola e tariffe energetiche uniformi e oggi queste differenze di trattamento servono solo a creare distorsioni economiche, lesive della libera circolazione delle merci e delle persone.
Con questa politica e determinando il rialzo dei tassi per i BTP, l’Europa, invece di favorirne la riduzione, sta facendo esplodere il debito italiano, favorendo anche la depressione economica italiana ed europea; inoltre, la manovra prevede aumenti di tasse che implicheranno riduzione di consumi. Tuttavia, la giustizia fiscale dovrebbe significare solo giustizia redistributiva e non aumento della pressione fiscale, come sta avvenendo. Tasso di sconto, tasso di riferimento, euribor, tasso sui titoli di stati, corsi di borsa, non sono fatti dalla domanda e dall’offerta, ma dalla speculazione mediata dalle banche e dalle banche centrali.
I centri finanziari, aiutati dai loro garanti prezzolati in parlamento, hanno fatto pressing contro il governo per le dimissioni e per un governo tecnico; la lega voleva delle riforme dello stato, in primis quella sul federalismo e perciò tanti come Casini, per conto dei loro mandanti, si sono spaventati perché le vere riforme tolgono sempre qualche cosa a qualcuno, come lo fanno i costi standard alla sanità. Con la caduta di Berlusconi, con il rimpasto di governo, con il governo di un cartello delle sinistre o di un governo di solidarietà nazionale e con le elezioni anticipate, perderemo del tempo per le riforme e poi si dovrà operare, con il benestare dei mercati, un’altra maxi stangata, l’informazione sta già preparando sapientemente il terreno.
Purtroppo la sinistra è succube dei poteri forti, non sembra avere idee di riforma, si è esaurita nella lotta contro Berlusconi, è stata contraria a federalismo e contenimento della spesa sanitaria, che ci sta dissanguando. L’imposta patrimoniale proposta dalla sinistra potrebbe essere una bella idea, se serve a colpire i grandi patrimoni e non la prima casa dei lavoratori e se serve a eliminare altre tasse, come, per fare un esempio quella sui passi carrai e quella sulle insegne dei bar, assieme a tante altre imposte assurde, se serve a ridurre le tasse per lavoratori e piccole imprese, perché la pressione tributaria non può aumentare.
Se si va alle elezioni anticipate con il sistema elettorale attuale, detto porcellum, con il revival dei partitini di sinistra, senza la riduzione del numero dei parlamentari, secondo i sondaggi, il cartello delle sinistre vincerà le elezioni alla camera ma non al senato, così l’instabilità politica e la paralisi dello stato continuerà, i mercati avranno vinto, ma saneranno la crisi politica con il governo Monti. Per quanto riguarda il sistema elettorale, non ci facciamo illusioni, anche prima del porcellum, che ha abolito le preferenze e conferito maggiori poteri ai segretari di partito nelle candidature, non era certo l’elettore che determinava le candidature, ma le macchine dei partiti e chi le controllava; perciò, i partiti piazzavano i loro uomini in collegi uninominali sicuri, dove erano eletti sicuramente, la democrazia è stata sempre una farsa e una messa in scena.
Casini ha deciso che non si presenterà alle elezioni con le sinistre, ma, perché niente cambi, entrerà dopo nel governo di unità nazionale o di sinistra, come garante degli interessi del Vaticano, sarò l’ago della bilancia in grado di ricattare, in cambio guadagnerà il Quirinale. A sinistra compariranno Diliberto-Vendola-Ferrero-Di Pietro-Bersani, come nell’ultima esperienza di governo della sinistra, perita repentinamente; sarà una situazione d’instabilità politica ideale per chi vuole speculare sull’Italia e sulle sue privatizzazioni.
Per la sinistra e per Napolitano l’Europa e l’euro sono dei dogmi, il PD ha difeso le banche e si è fatto omologare dal capitalismo finanziario dei casinò, perciò ha le carte in regola per dirigere un governo italiano, il popolo non conta; occorrerebbe ridurre i privilegi di politici e dirigenti, che però sono i garanti del sistema e perciò vogliono essere privilegiati, nemmeno il cane muove la coda per niente, invece il popolo si può sempre calpestare.
Oggi il neocolonialismo semina paure e governa in incognito con il terrorismo, però mira soprattutto a sfruttare i paesi ricchi dell’occidente, dopo aver diretto i suoi interessi contro Asia, Africa e America Latina; non rispetta la sovranità dei popoli, interferisce negli affari interni dei paesi, non accetta l’autodeterminazione, con i debiti schiavizza i popoli, attenta all’indipendenza dei popoli e risolve le dispute economiche internazionali con la guerra.
Dopo la nostra sinistra, che non pare più laica nella sua interezza, anche l’Europa si accosta sempre più al Vaticano che è sentito da essa più del governo Italiano; l’Europa ha ammesso il crocefisso a scuola e negli uffici pubblici e ha sancito che vietare la fecondazione assistita eterologa non viola i diritti umani, facendo contento il Vaticano e scontenti gli ultimi laici italiani.
Per capire quanto è distruttiva e contraria agli italiani la politica italiana e i suoi giornali, adatti più a fare propaganda che a informare, nei giorni scorsi il quotidiano La Repubblica, per fare un dispetto a Berlusconi e un danno all’Italia, ha invitato gli italiani a comprare titoli di stato tedeschi invece che italiani; l’operazione finanziaria proposta era in perdita, ma poteva servire ad accelerare la caduta del governo Berlusconi.
Oggi gli Usa hanno la potenza militare e la Cina, la potenza economica e le riserve finanziarie, però i centri finanziari mondiali sono ancora la City di Londra e Wall Street; poiché questi sono bisognosi di risorse finanziarie, a causa dei loro deficit multipli, alimentano le speculazioni su valute, borse e titoli di stati, schiacciando i paesi con i debiti ma senza valuta propria di riserva da stampare come fa l’America. L’Italia fa di più, per aiutare l’America, ha ordinato diversi aerei militari Stelt, che costano miliardi di euro, non è che se lo possa permettere, ma per le armi anche il terzo mondo trova sempre i soldi, perciò urge anche alimentare le guerre.
L’America, per colmare i suoi debiti, ha riempito il mondo di titoli tossici, oggi, come diceva Marx, è l’economia, cioè la finanza speculativa, che governa gli stati, mentre in occidente la produzione di beni si va spegnendo; fu così che decadde Venezia, quando si trasformò da potenza commerciale in potenza finanziaria. Quando le banche impiegano il risparmio nell’acquisto di titoli pubblici, resta loro poca liquidità per finanziare imprese e famiglie, restringono il credito, il costo del denaro cresce, la borsa è disertata e le imprese hanno difficoltà a reperire denaro, a credito o in forma di partecipazione.
Dal 1968 al 1973 in Italia i salari erano cresciuti, anche in termini reali, ora accade il contrario per pensioni e stipendi, il che non farà che accelerare depressione, calo di consumi e dell’occupazione; gli Usa, vista la loro situazione debitoria, non possono rinunciare alla loro posizione finanziaria e al dollaro come moneta di riserva; creare liquidità internazionale con il debito è per loro vantaggioso, mentre l’Europa non la può creare con i bilanci in pareggio.
Dal 1979 al 1982 gli Usa, per attirare capitali esteri, aumentarono enormemente il tasso di sconto, generando una recessione mondiale, l’Italia pativa alto costo del denaro, faceva più manovre di aggiustamento del bilancio dello stato e svalutava la lira; noi siamo abituati a queste manovre, l’Italia è stata un laboratorio mondiale per l’alta finanza. I paesi indebitati, per accedere ai prestiti del FMI, dovevano procedere agli aggiustamenti strutturali e a privatizzare.
Da allora a oggi, crescevano i profitti e diminuivano i salari, aumentava la deindustrializzazione e la delocalizzazione e cresceva la massa monetaria in cerca d’impieghi e di speculazioni; ad ogni modo, per lo più, il denaro era sottratto alle attività produttive per speculare. Da allora, mentre la Francia ha desiderato menare le mani in Libia, la Germania ha rilanciato l’Ostpolitik con la Russia; però i post-comunisti, vecchi amici di Mosca, legati alla finanza, non hanno battuto le mani. Ad ogni modo, la Germania non può essere totalmente autonoma dall’America, soprattutto in materia monetaria, ha perso la guerra, paga le riparazioni, che sono tributi pagati dagli stati sconfitti in guerra e semisovrani, perciò l’America ha basi militari gratuite in Germania e Italia.
Le prospettive per l’Europa, dopo l’uscita della Grecia dall’euro, sono abolire l’euro, rifondare la UE, separare le banche commerciali da quelle d’investimento, creare eurobond che assorbano i debiti nazionali, uniformare le politiche economiche e finanziarie e tacitare le società di rating che favoriscono la speculazione. Oggi la finanza cresce molto più della produzione, che si potrebbe riprendere solo con una guerra che avrebbe il vantaggio di svalutare i debiti degli stati senza che siano denunciati, infatti, l’inflazione è un’imposta straordinaria e occulta sui risparmi.
Il debito estero italiano è stato sottoscritto in parte da banche francesi, per conto di fondi pensione, praticamente il debito dell’Italia serve a pagare anche queste pensioni e la riforma delle pensioni italiane, con il suo attivo di cui si appropria lo stato, serve indirettamente a pagare anche le pensioni francesi; accade ciò perché oggi il capitale è molto più mobile del lavoro ed emigra più facilmente. L’Europa dei banchieri e la Commissione Europea sono in rapporto con il Gruppo Bilderberg, le speculazioni finanziarie sono tante; la vendita dell’India alla corona inglese, da parte della compagnia delle Indie, fu pagata facendo aumentare il debito estero dell’India, sono i misteri della finanza.
Gli Usa, tra debiti pubblici e privati, hanno un debito superiore a quello italiano, i paesi dell’Europa del nord, soprattutto l’Inghilterra, tra debiti pubblici e privati, non stanno meglio; l’asse franco-tedesco tedesco non deve avere avuto l’approvazione degli Usa, però l'Inghilterra rimane il garante europeo dell’America e il suo primo socio, la politica democratica è una farsa, anche nella direzione dell'’Europa, alla fine sono sempre i paesi vincitori in guerra che comandano.
Il sistema previdenziale italiano, criticato da opposizione, economisti di corte e informazione prezzolata, l’anno scorso ha consegnato allo stato una eccedenza di 27,6 miliardi di euro; la situazione, della Francia, ai anche a causa delle migliori prestazioni sociali, è peggiore; le riforme sulle pensioni fatte in Italia negli anni novanta sono state efficaci, però rimangono alcuni privilegi, per esempio tra vecchi e nuovi pensionati; comunque, l’incidenza della previdenza pubblica sul Pil e pari a quella di Francia e Germania.
In Italia incide di più la spesa sanitaria che, per non far torto agli amici, non si può controllare, anche sull’età di pensionamento media, l’Italia è in linea con Francia e Germania, però in Germania, le pensioni sono ancora indicizzate ai prezzi e agganciate agli incrementi salariali.
Eppure la BCE ci chiede ancora interventi sulle pensioni, l’età di pensionamento in Italia è stata agganciata alla speranza di vita, si dice che la durata della vita si allunga, ma non è così, le previsioni sono fatte dallo stato e bisogna diffidarne.
E’certo solo che è diminuita la mortalità infantile, interventi ulteriori sulle pensioni significano, per il blocco del turnover, meno lavoro per i giovani. L’Unione Europea ha deciso di destinare 100 miliardi di euro alla ricapitalizzazione delle banche, costrette a svalutare il debito greco del 50%, e il Fondo di Stabilità Finanziaria Europeo o EFSF ha stanziato 470 miliardi per garantire il 25% del debito estero degli stati dell’eurozona;, le banche che detengono il debito pubblico greco hanno elevato le riserve al 9%.
La Germania ha diminuito gli investimenti in Europa occidentale e li ha aumentati in Russia, ha aumentato la sua sfera d’influenza tra i paesi dell’Europa orientale, finanziandoli; l’Europa e l’euro sembrano destinati a finire, però Napolitano fa gli scongiuri. La Germania sta pagando ancora il debito di guerra alla Francia e ha sopportato il costo della riunificazione tedesca, ora Berlino chiede ai paesi europei sacrifici e austerità.
La Germania è contraria che la Banca Centrale Europea acquisti titoli di stato degli stati nel mercato secondario, ma questo può essere un buon affare quando i titoli, come i BTP sono svalutati, e perciò Draghi continua a farlo. Il nodo del debito estero è stato affrontato meglio da Argentina e Islanda, che oggi respirano meglio della Grecia; l’Italia non è minacciata dal debito, ma dai suoi ritardi politici e dai suoi soci europei ai quali è perennemente sottomessa.
L’ultima notizia è l’intenzione di Napolitano, caduto il governo Berlusconi, di fare presidente del consiglio l’economista Mario Monti, fatto per l’occasione senatore a vita; Monti è ben visto dai mercati e da Bersani, si dovrebbe varare un governo di unità nazionale presieduto da questo tecnico, la Lega nord è contraria. Con questo governo si preannunciano altri sacrifici, già annunciati e non ipotizzati, si teme che l’Italia non possa raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, però non si capisce perché noi lo dobbiamo raggiungere nel 2013 e la Francia nel 2015, come già previsto, è un altro dei misteri dell’Europa.
Il conferimento conferito a Mario Monti dell’incarico dio formare il nuovo governo, senza nuove elezioni, è un colpo di stato della BCE che commissaria l’Italia, calpestando assieme la sovranità italiana e l’odiato Berlusconi; i suoi agenti italiani affermano che la mossa è nata per la salvezza del paese. Si sono forzate le procedure parlamentari e si è sospesa praticamente la costituzione, con lo scopo recondito di imporre maggiori misure di austerità al paese; gli antiberlusconiani erano disponibili a qualunque passo pur di far fuori Berlusconi, e la Bce ne ha approfittato; anche la Francia, per far fuori Gheddafi, si è alleata con i suoi oppositori e noi stupidamente, con la benedizione di Napolitano, siamo stati costretti a bombardare la Libia. Quanto detto, non per ammirazione di Gheddafi, che era un feroce dittatore e un terrorista.
Anche il nuovo primo ministro greco Papadimos, succeduto a Papadopulos, è un economista, un uomo della banca centrale greca e della BCE; Commissione Trilaterale, Gruppo Bilderberg e patti di stabilità sono strumenti dei mercati per estromettere i governi dalle scelte economiche. L’economista Mario Monti è presidente della Commissione Trilaterale per l’Europa ed è legato al Gruppo Bilderberg, è l’uomo dell’alta finanza, adatto per una politica di macelleria sociale; vuole fare a meno di voto e di consenso popolare e vuole esautorare la politica, fino alla sospensione del trattato di Lisbona.
Poiché il piano è appoggiato dalla Commissione Trilaterale, vuol dire che anche gli Usa sono d’accordo. Uno dei problemi del debito pubblico italiano deriva dal fatto che è posseduto in gran parte all’estero e perciò è soggetto alla speculazione internazionale, mentre il debito pubblico giapponese, che non è inferiore, è posseduto dai giapponesi ed è remunerato all’1%.

Nunzio Miccoli www.viruslibertario.it; numicco@tin.it.
 

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L’INVENZIONE  DELL’EUROPA UNITA

 I veri creatori dell’Europa Unita non sono quelli conosciuti dalla storia, perché la costruzione dell’Europa avvenne al di fuori dei normali canali democratici; parlamenti e governi ne furono strumenti ciechi, manipolati e strumentalizzati; gli accordi politici, economici e sindacali più importanti si prendono sempre al di fuori delle sedi istituzionali, la democrazia è una farsa (Rivista Nexus – Edizione Italiana n.94).

L’idea di fondo, patrocinata dai vincitori occidentali della seconda guerra mondiale, cioè Usa, Inghilterra e Francia (la terza aveva fatto solo finta di aver vinto la guerra), era una federazione europea in grado di prevenire altre guerre. Per conto dell’élite, a questo progetto parteciparono Maurice Schumann e Giacomo  Rumor, figlio di Mariano Rumor, i quali allora non avevano incarichi di governo; Rumor era legato al cardinale Montini e a De Gasperi, in pratica si consultava con il Vaticano, che aveva ereditato l’Italia unita.

Lo schema di statuto europeo del 1948 fu stilato da Jean Monnet su incarico di Schumann, si fecero dei protocolli ai quali parteciparono altre persone, costituenti una struttura segreta, la quale rappresentava istituzioni, informazione, accademie, finanziare, associazioni, partiti e ricerca scientifica, suo compito era controllare anche l’informazione; era una struttura orizzontale ai partiti, aveva un livello deliberativo, uno consultivo e uno esecutivo; quello deliberativo era il più segreto, quello esecutivo era in mano agli americani (Rivista Nexus - Edizione Italiana n.94).

Del livello consultivo facevano parte, in ordine d’importanza, Charles De Gaulle, che sosteneva l’Europa delle patrie, Maurice Schumann, Jacques Maritain e André Malraux; tra i vertici non c’erano italiani e tedeschi, che avevano perso la guerra, il che dimostrava che non era un’associazione tra uguali, accade ancora adesso perché l’Unione Europea pare parlare solo con le voci di Francia e Germania.

Naturalmente, non mancavano altri personaggi pubblici europei e quindi italiani e americani, non erano tutti politici, ma c’erano anche ricercatori, intellettuali, religiosi, etnie; com’è consueta fare la massoneria nei suoi organi collegiali, ognuna di queste persone sembrava capofila o rappresentava altre persone. L’Unione Europea, erede dell’impero romano e di quello di Carlo Magno, con dei trattati, nacque come comunità del carbone e dell’acciaio, poi si trasformò in comunità economica liberista e poi in unione monetaria.

Gli aderenti al progetto erano stati convocati alle riunioni da lor signori, ma non conoscevano tutti gli altri membri, è accaduto anche nella P2, alcuni di loro usavano uno pseudonimo, cioè erano in incognito, è il caso di Henri Lobineau che con questo nome non esisteva; c’era una presenza della società segreta dei rosacrociani con il suo collegio degli invisibili, che aveva lo scopo di scambio d’informazioni segrete e di conoscenze, perché nell’ignoranza non si può costruire niente.

Il Vaticano diede il suo benestare alla nuova Europa, da allora e fino ad oggi, in Europa il Vaticano è più ascoltato del governo italiano, se in materia economica l’Europa si accorda con il Vaticano, questo passa gli ordini di scuderia ai partiti italiani che s’inginocchiano. La struttura creata era trasversale e, secondo la tradizione massonica, attraversava gli schieramenti politici ed era in rapporto con oligarchie, Gruppo Bilderberg e Commissione Trilaterale tra Europa, Usa e Giappone, cioè con l’occidente pacificato, dopo il secondo conflitto mondiale.

L’Europa Unita non ci ha portato fortuna, la classe dirigente italiana ha tanti difetti, però l’Italia è apprezzata da tanti paesi, però non dai nostri grandi soci europei, con i quali siamo convolati a nozze; a volte la moglie è una donna che ti odia, ma con la quale si va a letto. Fatta l’Europa, con la crisi, sono nati altri problemi in Italia, oltre quelli suoi soliti; i nostri soci europei hanno sempre redarguito l’Italia, trascurando ciò che avveniva negli altri paesi accolti nell’eurozona, questi falsi scienziati ora si sono anche accorti che la mafia e la corruzione non esistono solo in Italia. 

Il biennio 2008-2009 fu il biennio dei decreti per la sicurezza, lo scopo era di fronteggiare terrorismo e conflitti sociali derivanti dalla crisi economica; tra essi era il decreto legge n.92 del maggio del 2008, mentre il 10.3.2009 fu firmato il protocollo per la disciplina delle manifestazioni pubbliche; l’11.2.2009 vide la luce un altro decreto, che inasprì le pene, autorizzò i comuni a installare apparecchi di videosorveglianza ed elevò la pena per oltraggio a pubblico ufficiale (Fonte: Giovanna Cracco – Paginauno n.13).

Oggi l’art. 38 del disegno di legge n.733 prevede lo scioglimento di associazioni fiancheggiatrici di movimenti eversivi; per l’istigazione a commettere reato è previsto l’oscuramento dei siti e i disobbedienti rischiano di essere accusati di favorire i reati contro lo stato. Intanto anche l’Europa, con i suoi trattati, di fronte al terrorismo islamico e ai moti sociali di piazza, ha promosso una santa alleanza e la creazione di una gendarmeria europea, vai al link:.

http://www.viruslibertario.it/Politica.htm#LA%20NUOVA%20GENDARMERIA%20EUROPEA%20O%20EGF

 Nunzio Miccoli   www.viruslibnertario.it;   numicco@tin.it.

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LA NUOVA GENDARMERIA EUROPEA O EGF

 L’Eurogendfor o EGF è il primo nucleo di polizia militare europea, simile a nostri carabinieri, nato su proposta dei ministri della difesa italiano e francese, è una polizia internazionale con ampi poteri d’intervento; il trattato istitutivo è stato firmato il 18.10.2007 a Velsen e nel 2008 vi partecipavano già sei paesi europei. E’ una polizia internazionale che può essere posta indifferentemente alle dipendenze dell’autorità civile o militare e può essere impiegata, in tempi rapiti, per gestire crisi interne o internazionali; serve a garantire un adeguato coordinamento delle forze d’intervento europee.

Il concetto di crisi riguarda sicurezza, ordine pubblico, gestione del traffico, controllo delle frontiere, attività investigativa, protezione delle persone e dei beni e servizio d’intelligence; il personale EGF può essere messo a disposizione anche di Ue, Onu, Nato e Ocse, fino ad oggi i suoi uomini sono stati impiegati in Bosnia, Haiti e Afghanistan. Il corpo, al momento, consta in 800 uomini, incrementabili con altri 1500, in caso di necessità.

L'Eurogendfor è diretto dal Cimin, un organismo composta dai ministri degli esteri e della difesa dei paesi aderenti al trattato, il suo quartiere generale è stato fissato a Vicenza, nella caserma dei carabinieri; però solo i paesi che possiedono una forza di polizia a statuto militare, come l’Italia, possono far parte di EGF. Il personale gode per legge di sostanziale immunità giuridica (art. 29 del trattato), non può subire procedimenti giudiziari, né in Europa né all’estero, l’art. 21 garantisce l’inviolabilità dei loro uffici e archivi.

Anche se le missioni internazionali sono sempre votate dal parlamento, questa gendarmeria ha ampi poteri, totale indipendenza, irresponsabilità, autonomia e immunità, non risponde ai parlamenti; ciò malgrado, il parlamento italiano ha votato in modo compatto e trasversale il trattato di Velsen, anche se le missioni internazionali non godono di consenso da parte dei cittadini, che nessuno piolitico sta più a sentire.

I primi problemi che l’EGF dovrà affrontare, ma al momento i suoi uomini sono molto pochi, sono controllo delle frontiere, disordini di piazza, manifestazioni contro la TAV e contro la base militare di Vicenza. Visto lo statuto del corpo e le sue immunità legali, è da rammentare che al G8 del 2001 di Genova, se ci fossero state accuse di eccessi rivolte all’EGF, invece che alle forze di sicurezza italiane, non si sarebbe potuto celebrare alcun processo contro di loro.

L’EGF è un altro passo verso il governo unico europeo e verso un governo autoritario, è da ricordare che il trattato di Lisbona prevede che la carica di presidente dell’Europa debba essere permanente, che le competenze principali degli stati-nazione siano affidate alla commissione europea, non eletta dal popolo, la quale potrà, a sua volta, delegarle anche a società private; volevamo essere salvati dall’Europa, ma dall’Europa non ci viene niente di buono.

In caso di disordini, il trattato prevede praticamente la pena di morte, anche se per mano della polizia o con la legge marziale, ne nasce cioè una nuova santa alleanza, uno stato autoritario, la repressione del dissenso e lo stato di polizia. È un altro passo verso la costituzione del Governo Unico Mondiale, progettato dalla finanza internazionale che specula e ci sta dissanguando. L’Unione Europea, fautrice del trattato capestro di Lisbona, affossatore dei Trattati di Roma (1957) e di Maastricht (1992), nonché dell’articolo 1 della Costituzione Italiana, che prevede che la sovranità appartiene al popolo, ha reintrodotto surrettiziamente anche la pena di morte e la santa alleanza militare, baipassa la volontà popolare e i diritti della cittadinanza europea.

La globalizzazione economica è il primo degli strumenti per imporre una progressiva esautorazione dei governi nazionali a favore d’entità sopranazionali; Unione Europea, Trattato di Lisbona, Codex Alimentarius, OMS e FDA, Fondo  Monetario, Banca Mondiale ed EGF sono tutte tappe verso quella direzione. Con il trattato di Lisbona dell’1.12.2009, la commissione europea è diventato il supergoverno europeo, però è sempre sotto assedio da parte di migliaia di lobbisti, in rappresentanza di migliaia d’aziende; i commissari si fanno in quattro per accontentarli con provvedimenti legislativi ad hoc, però per tanti intellettuali l’Unione Europea è un dogma.

Nel 2005 la costituzione europea, approvata nell’ottobre 2004, fu bocciata ai referendum da francesi e olandesi, ma fu poi ripresentata in un testo illeggibile e sottratta ai referendum e così fu approvata sostanzialmente com’era stata proposta prima, pensavamo che queste cose accadessero solo in Italia; il 13.12.2007 il nuovo trattato europeo fu firmato a Lisbona dai capi di governo e fu ratificato dal governo italiano l’8.8.2008; la stampa taceva sul suo contenuto e la sinistra italiana, era in prima linea nella difesa di banche, dell’autonomia della Banca d’Italia ed esaltava l’Unione Europea. Con il trattato, l’Italia cedeva sovranità legislativa, economica e monetaria a commissione europea e consiglio dei ministri europei. 

Secondo l’articolo 1 della costituzione italiana, la sovranità appartiene al popolo, è una delle tante beffe della nostra costituzione; lo stato italiano può concedere la riduzione della sua sovranità a favore di trattati internazionali non soggetti a referendum (art. 11); poiché il trattato di Lisbona, cedendo sovranità alla BCE, era in contrasto con gli articoli 241 e 283 del codice penale, il 24.2.2006 la legge numero 85 li modificò, prevedendo una sanzione per gli attentati alla sovranità dello stato solo per gli atti violenti.

Una clausola di solidarietà contenuta nel trattato di Lisbona prevede la partecipazione comune degli stati aderenti ad azioni contro il terrorismo internazionale; in caso d’arresto, evasione o insurrezione, ammette la pena di morte da parte della polizia e non dei tribunali. Il trattato di Lisbona ha modificato il trattato di Roma del 1957 e il trattato di Maastricht del 1992, è entrato  in vigore nel 2009 e solo l’Irlanda ha previsto un referendum, poi il suo governo ha ceduto perché, a causa della sua crisi finanziaria, era sotto ricatto economico.

Con il trattato aumentano i poteri della commissione europea e si toglie sovranità agli stati e al popolo; il trattato prevede missioni militari offensive comuni, in violazione dell’art. 11 della costituzione; grazie al trattato, la commissione europea può bloccare l’azione dei governi in materia monetaria ed economica. Le infrazioni al patto di stabilità prevedono delle pesanti sanzioni economiche; per modificare il trattato è richiesta l’unanimità, in pratica, un voto contrario ha potere di veto nei confronti delle modifiche.

Il trattato di Lisbona potenzia il potere dei banchieri che possiedono gli stati e sono ebrei, cattolici, protestanti, islamici, cinesi e giapponesi, è un passo avanti verso la creazione del Nuovo Ordine Mondiale, mina la neutralità militare di paesi come l’Austria e la Finlandia; questa evoluzione è stata aiutata anche dai crac bancari del 2009 e dal crac del governo greco del 2010, che sono tutte tappe di una strategia.

Il 17.10.2006 George Bush, per giudicare americani e stranieri, ha istituito dei tribunali militari, abolendo anche l’habeas corpus inglese della Magna Charta, firmato nel 1215 da Giovanni Senza Terra e già entrato nella tradizione legislativa americana; per reprimere i disordini, ha preso personalmente il controllo di truppe e guardia nazionale, cioè aumentando i suoi poteri.

Il Nuovo Ordine Mondiale non è una fantasia, ne hanno parlato anche George Bush, Giovanni Paolo II, Kofi Annan e il nostro presidente Napolitano; il 20.5.2008 il consiglio dei ministri italiano approvò il trattato, l’impero britannico ne ottenne esenzioni sulla moneta e perciò oggi incamera signoraggio su euro e sterlina; è accaduto ciò perché l’Inghilterra, da due secoli, è la sede del potere planetario massonico degli illuminati.

Recentemente il presidente dell’Unione Europea, Herman Van Rompuy, ha proposto di concentrare di più i poteri decisionali dell’Unione Europea, erodendo ancora la sovranità degli stati membri; con il controllo sulle politiche economiche e di bilancio degli stati, legando i comportamenti virtuosi a finanziamenti dell’Unione, che a essa non costano niente perché il denaro lo stampa; il direttorio Nicolas Sarkozy e Angela Merkel pare siano d’accordo, però l’opinione pubblica tedesca è tiepida al riguardo; il direttorio significa che in Europa gli stati non hanno gli stessi diritti o non sono uguali.

Il prestito alla Grecia minaccia la stabilità monetaria prevista dal trattato di Maastricht e Lisbona e rinvia il giorno della resa dei conti, la Grecia non doveva accettare quei soldi, il taglio dei salari e l’aumento delle tasse condurranno alla depressione economica, invece avrebbe dovuto abbandonare l’eurozona e svalutare la sua moneta, denunciando o ristrutturando in più anni il debito estero, come hanno fatto Argentina e Islanda; con il finanziamento di 100 miliardi di euro, da parte di Europa e Fondo Monetario, i problemi della Grecia non diminuiranno.

Una clausola contro i finanziamenti interni è contenuta nell’art. 125 del trattato di Lisbona, l’Unione Europea se l’è messa sotto i piedi, però queste cose accadono anche in Italia; ora la EU, per prevenire altri interventi, chiede un coordinamento soprannazionale dei bilanci degli stati, però non sortirà nessun risultato concreto, ma otterrò di diminuire ancora l’autonomia degli stati. Il valore del dollaro deve essere legato al reddito nazionale e all’equilibrio della bilancia dei pagamenti e non doveva essere dettato dalla speculazione; il credito bancario doveva andare agli investimenti produttivi e alle infrastrutture, non alla speculazione.

Ufficialmente l’aiuto alla Grecia serve a farle guadagnare tempo, e a ridurre il costo del suo debito statale, riducendo i relativi tassi d’interesse; però i sostenitori del trasferimento di denaro alla Grecia si trovano nei mercati finanziari e non possono andare contro i loro interessi; a causa dei differenziali di tassi tra i bund statali, la Germania può emettere di toli di stato a un tasso limitato e utilizzaro il ricavato per acquistare titoli greci a un tasso doppio, se quiesta non è speculazione. La terapia applicata alla Grecia e uguale a quella applicata dal cancelliere Bruning alla Germania, che portò alla depressione degli anni 1930 e poi spianò la strada al nazismo; in generale, l’indebitamento serve a rendere schiavi persone e paesi.

 Nunzio Miccoli – www.viruslibertario.it; numicco@tin.it.

 

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LA STORIA DELLA TORTURA

 La tortura è stata considerata dagli stati la regina delle prove, serviva a ottenere confessioni e agiva come deterrente, era un passatempo di tiranni e fu considerata indispensabile; la subivano imputati, chiamati rei prima della condanna, e i testimoni. Conteneva una crudeltà istintiva e pare che la subirono prima i testimoni che gli imputati, era un feroce sistema per l’accertamento della verità.

Esistevano circa seicento diversi sistemi per torturare, i romani la usavano per provare i reati e l’applicavano solo agli schiavi, per gli antichi la tortura doveva escludere il sadismo gratuito, per gli egizi aveva anche funzione deterrente, per i cinesi fu una forma di punizione e non d’inquisizione. Aristotele considerava la tortura una legittima prova testimoniale, importante per costringere con  la forza gli schiavi, Seneca, Platone e Cicerone ne esaltavano la validità morale.

Tuttavia, se il reo risultava innocente con la tortura, generalmente l’accusatore, se non era nobile, subiva la sua stessa sorte; finalmente, con il feudalesimo, ma non accadde spesso, anche i liberi e i signori conobbero la mano del carnefice; ormai l’ordalia dei germani, che era servita anche ad accertare i fatti e a provare l’innocenza, aveva ceduto il passo alla tortura dei presunti rei, Nel 1252 Innocenzo IV, con una bolla, impose ai magistrati di sottoporre a tortura gli eretici, oltre che briganti e assassini, e così si arrivò agli orrori dell’Inquisizione.

Anche Savonarola, Giordano Bruno e Galileo furono sottoposti a tortura, nel seicento l’Inquisizione si accanì anche nei processi alle streghe e contro i sospetti di magia nera; le streghe si autoaccusavano in camera di tortura, facevano nomi di complici, spesso innocenti come loro e che ne seguivano la stessa sorte sul rogo. E’ da ricordare che nella preistoria in Europa si usava mettere sul rogo le donne molto vecchie, forse da questi riti nacque la festa dell’Epifania pagana.

Nel settecento la ragione si risvegliò e spiriti liberi come Montaigne, Voltaire, Montesquieu, Beccaria e Verri si ribellarono alla tortura, il 3.6.1740 Federico il Grande di Prussia abolì la tortura, il 9.10.1789 fu abolita dalla rivoluzione francese; con la restaurazione, i monarchi non reintrodussero legalmente la tortura, che però fu continuata in segreto dalle polizie di tutto il mondo, anche nella guerra francese di Algeria e soprattutto da parte di fascisti e nazisti, ma, generalmente, da quasi tutti i paesi, fino ad oggi. La polizia stalinista praticava diversi tipi di torture.

Poiché si temevano le reazioni della magistratura, in Francia e in altri paesi civili dell’occidente, la tortura, indispensabile nella ricerca d’informazioni, non doveva lasciare tracce, inoltre, alla tortura non dovevano partecipare i sadici. Eredi moderni della tortura, accettati dall’opinione pubblica,  sono il siero della verità, la macchina della verità e il lavaggio del cervello fatto dalle dittature; invece gli artigiani della tortura, sono stati rimpiazzati da medici votati a vivisezioni animali e autopsie umane, troppo spesso inutili, ma tengono occupate persone che ci provano gusto.

 Nunzio Miccoli – www.viruslibertario.it - numicco@tin.it.

 Fonte:

Storia Illustrata - Vol. VII - pag. 544-558 – Mondadori Editore

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LA MAFIA

La mafia è una società segreta criminale, abituata tradizionalmente a controllare mercati, edilizia, commercio e appalti, ha sempre avuto rapporti con la politica, perché ha sempre ricercato il collegamento con il potere,  i sui capi sono stati spesso assolti per insufficienza di prove. Mentre i banditi e i briganti vivono alla macchia, i mafiosi sono rispettati e vivono in  mezzo alla gente; i banditi prelevano la ricchezza invece i mafiosi e lo stato, il reddito in formazione. I briganti erano condannati ai brigantini o alle navi galere.

Per certe operazioni, a volte la mafia si è servita di banditi, le mafie possono essere indipendenti e rivali o coordinate da commissioni. Nel 1894 i gabellotti o esattori degli agrari o baroni erano gli antesignani dei picciotti mafiosi, poi nel 1950 ci fu la riforma agraria e la mafia si staccò dalla terra e si trasferì in città, dove si diede alla speculazione edilizia. I mafiosi usano farsi giustizia da se, e i capi mafiosi sono giudici tra i loro uomini, un capo di tutte le mafie di Sicilia è stato Calogero Vizzini, che nel 1945 collaborò allo sbarco alleato.

La mafia controlla porto e mercati, riscuote il pizzo, che è una tassa, e impone taglie, sorte di tasse, sui funerali e sui loculi, in origine era concentrata soprattutto in Sicilia orientale, che fu dominata dagli arabi, però oggi è estesa in tutta Italia; la mafia fa eleggere politici e cerca continuamente il collegamento con la politica; nel 1944 sostenne il movimento indipendentista siciliano. Calogero Vizzini fu arbitro nelle contese tra gang rivali, nel 1922 aderì al fascismo che poi lo spedì al confino; nel 1954 morì e un’epigrafe lo definiva un galantuomo e affermava che la sua mafia non fu delinquenza; Calogero Vizzini fu sempre assolto nei suoi processi.

L’origine della parola “mafia” è araba, la consorteria si sviluppò intorno al feudo, intorno a famiglie come gli Alliata e i Lanza; con la dominazione spagnola, queste famiglie si trasferirono a Palermo e lasciarono l’amministrazione delle terre ai campieri, i quali si servivano di massari. Ogni feudo aveva una rappresentanza o mafia; per conto dei baroni, i picciotti o gabellotti tassavano in natura i braccianti, ma poi presero anche a ricattare i padroni che erano a Palermo o a Napoli.

Dal 1811 al 1820 re Ferdinando IV abolì feudalesimo, garantì proprietà, libertà individuale e libertà di stampa; da quel momento, le fratellanze, d’accordo con i loro signori aristocratici e mandanti, iniziarono a operare fuori della legge. Nel 1838 le fratellanze mafiose erano sette o partiti che avevano una cassa utilizzata per esonerare o condannare un funzionario, per far condannare un innocente o assolvere un colpevole, per recuperare oggetti rubati; molti magistrati coprivano queste fratellanze, nei processi non esistevano testimoni contro i mafiosi.

La mafia corrompeva i giudici e comprava uffici pubblici, intanto il popolo si faceva giustizia da se e perciò nacquero banditi vendicatori del popolo; nell’ambito di questo fenomeno, nel 1706 nacque la fratellanza popolare dei Beati Paoli. In generale, le fratellanze dei feudi si appoggiavano al partito borbonico, quelle cittadine sul partito rivoluzionario anche garibaldino; Garibaldi aveva tra i suoi uomini diversi picciotti, tra i mafiosi, i regolamenti dei conti erano fatti con la lupara.

In provincia, le fratellanze mafiose aiutavano la polizia a scoprire i rivoluzionari, nei moti del 1830-1848 s’infiltrarono anche tra i carbonari, però ci furono mafiosi anche nel campo filo piemontese; al tempo del bandito Giuliano e dell’EVIS, cioè in era repubblicana, un ispettore di polizia era fiduciario della mafia. La struttura mafiosa si riorganizzò dal 1869 al 1885, sotto occupazione piemontese, aiutava a evadere l’obbligo di leva, corrompendo le relative commissioni, dava protezione a chi si dava alla macchia e ai renitenti alla leva, organizzava il racket dell’espatrio clandestino con taglie gravose; in città regolava le assunzioni e proteggeva i negozianti da sabotaggi organizzati da essa stessa.

Nel 1861 lo stato si era scontrato soprattutto con il banditismo, allora sembrava che il banditismo facesse politica per i Borboni, soprattutto in Italia meridionale continentale, mentre la mafia no. A Canicattì la mafia voleva far deviare il tracciato della ferrovia e il delegato di PS ne era membro, ci furono sparatorie; la mafia era al servizio delle famiglie agrarie e impiegava la violenza contro le imprese di stato, trovava connivenze tra gli organi periferici dello stato.

Nel 1874 cominciò la repressione, nel 1877 i mafiosi furono identificati, processati e grazie a giurie selezionate, condannati duramente, fino al 1885 la mafia fu messa nelle condizioni di non nuocere. Nel 1885 fu imposta la coscrizione obbligatoria anche alla Sicilia e nacquero bande armate di renitenti, con i governi di Giovanni Giolitti nell’Italia del sud dilagò la corruzione elettorale; Giovanni Giolitti, per rafforzare la sua maggioranza di governo, si appoggiò alla mafia.

Chiedeva alle province meridionali deputati favorevoli al suo governo, ai seggi c’erano brogli e violenze mafiose; nell’ultimo decennio del secolo XIX la mafia di città controllava banche, enti pubblici e uffici governativi, la Sicilia occidentale era in mano alla mafia e c’erano mafiosi di ritorno dall’America. Il 19.3.1909 la mafia provocò la morte a Palermo di Giuseppe Petrosino, che indagava sulla criminalità italo-americana; Petrosino aveva combattuto a New York la Mano Nera, un’organizzazione criminale e società di mutuo soccorso calabro-siciliana che esercitava il racket.

Petrosino fu ucciso dal mafioso Cascio Ferro, per favorire l’agguato, l’illuminazione pubblica del quartiere fu interrotta, questo fatto dimostra quali erano i collegamenti con le amministrazioni pubbliche derlla mafia. L’1.2.1893 fu ucciso il marchese Emanuele Notarbartolo, presidente del Banco di Sicilia, che si era opposto alla penetrazione della mafia nella banca, mandante era l’onorevole mafioso Raffaele Palazzolo, assolto in cassazione.

Con la prima guerra mondiale, aumentarono renitenti e disertori siciliani, però alcuni siciliani facevano carriera, tra essi, Vittorio Emanuele Orlando trattò per l’Italia la pace a Versailles; Orlando fu eletto con i voti della mafia e nel 1921 in Parlamento presentò la mafia come un’organizzazione leale, operante all’insegna dell’onore e della giustizia. Dal 1919 al 1924 ci furono 25.600 omicidi tra Agrigento e Palermo, tutti impuniti, i proprietari o erano mafiosi o pagavano la protezione alla mafia, oggi è ancora così in Calabria, iniziava anche il traffico di stupefacenti.

Dal 1926 al 1937 il fascismo iniziò la repressione della mafia, tramite il prefetto Mori, che dal 1930 fece sospendere le garanzie costituzionali e prese a combattere l’abigeato, Mori diede vita a un’anagrafe del bestiame che era marchiato; impose che la nomina dei campieri fosse subordinata al nulla osta delle questure. Mori inviava al confino senza processo, con questa cura, nelle campagne la violenza subì un crollo verticale.

Però il fascismo non colpì l’alta mafia che fu assorbita dal fascismo, ora, invece della violenza, per i suoi fini si avvaleva delle forze e delle leggi dello stato; le ultime retate si ebbero negli anni 1937-38; il fascismo, malgrado le promesse fatte con la prima guerra mondiale, non diede le terre ai contadini, invece li mandò a combattere nella seconda guerra mondiale e il feudo rimase. All’inizio in America la Mano Nera era una società di mutuo soccorso tra emigranti, con la repressione di Mori, arrivarono altri mafiosi in America, che sfruttarono il proibizionismo e si diedero al racket dell’alcol, organizzavano la corruzione e sostenevano candidati alle elezioni.

Mussolini perse la guerra e la mafia divenne antifascista e si mise al servizio degli americani, cioè trattò il fascismo come i Borboni, fece spionaggio per gli americani e mise a loro disposizione la Sicilia come una base sicura; agenti americani erano i mafiosi Luciano e Adonis, la mafia era stata strumento dei piemontesi e ora degli americani. Con lo sbarco americano del 10.7.1943, il 70% dei sindaci nominati in Sicilia dagli alleati era mafioso.

I nominativi erano stati forniti da mafiosi italo-americani, in cambio di riduzioni di pene; inglesi e americani pensavano che l’Italia dovesse essere punita e, per il controllo del Mediterraneo, pensavano al distacco della Sicilia; perciò dal 1943 al 1950 finanziavano il movimento separatista, all’operazione partecipò anche il bandito Giuliano che poi fu ucciso, mentre il governo De Gasperi si accordò con gli americani che scaricarono il movimento separatista siciliano. Con la riforma agraria del 1950, i braccianti ricevettero terre marginali ma diventarono piccoli proprietari, mentre  la mafia divenne sempre più urbana, i suoi pezzi da novanta controllavano il mercato ortofrutticolo, mentre la commissione parlamentare indagava sul fenomeno, senza risultati.

La camorra napoletana risale alla dominazione spagnola, controllava porto e bische, in castigliano, camorra significa rissa, in arabo repubblica, perché, come la Sicilia, anche la Spagna era stata sotto l’influenza araba; la camorra imponeva taglie o tasse, assunzioni, ogni rione di Napoli era controllato da un caposocietà, il neofita doveva dare prova di coraggio, omertà e capacità criminali.

La camorra aveva riti di affiliazione, una gerarchia e all’inizio era un’organizzazione unica, era una società segreta derivata da analoga organizzazione madrilena, organizzava delitti a pagamento; guappo e picciotto sono termini di origine spagnola. Al tempo di Garibaldi, la camorra era divisa in società maggiore e società minore, a capo vi era il capintesta, importanti erano anche i cassieri, aveva un tribunale supremo.

Un gran consiglio decideva chi era degno di entrare nell’associazione, la cerimonia di affiliazione si concludeva con dei baci; quando, all’avvicinarsi di Garibaldi, cadde il governo borbonico, l’ordine pubblico fu assicurato dalla Camorra; Liborio Romano, a capo della polizia, fece della camorra la polizia ufficiale, già sotto l’effimero regno costituzionale di Francesco II. Liborio entrò quindi nel governo provvisorio di Garibaldi, prevenne la reazione borbonica e controllava la Guardia Nazionale, contemporaneamente, favoriva il contrabbando.

Il nuovo ministro dell’interno e prefetto di polizia Silvio Spaventa, facente parte del governo provvisorio napoletano, fece imprigionare i camorristi infiltrati alle dogane e l’introito delle dogane salì di molto. Nel 1860-1861 il governo provvisorio assegnò al camorrista Nicola Jossa l’incarico di commissario di PS, questo fu poi mandato in carcere da Spaventa; nelle prigioni governava la camorra, che fuori le carceri controllava mercati e pretendeva tangenti.

Liborio Romano, ministro del governo provvisorio di Garibaldi a Napoli, aveva protetto i mafiosi, allora i carabinieri accusavano la polizia di mantenere rapporti con la camorra; dal 1945 al 1955 a Napoli c’erano tre camorre organizzate che controllavano il mercato del tabacco, il settore dei magliari, mercati, macelli, mercato dei cavalli, racket. Il territorio controllato dalla camorra si estendeva da Salerno a Napoli.

 Nunzio Miccoli – www.viruslibertario.it; numicco@tin.it.

 Fonte:

 Storia Illustrata - Vol. IX - Pag. 168-178  - Mondadori Editore.

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LE SOCIETA’ SEGRETE

Le società segrete sono assai antiche, esistevano in Egitto, in Grecia e a Roma, erano partiti segreti rivoluzionari che si opponevano a governi autoritari ed erano costrette a nascondersi, è accaduto anche alla massoneria. Come lo stato ha nel DNA la mafia, i partiti o fazioni hanno nel DNA le società segrete, perciò a volte sono extraparlamentari, rivoluzionari e armati; però anche la mafia è una società segreta. Anche in Africa sono esistite società segrete, ad esempio presso Mau Mau e Kikuyu, parlo degli uomini leone, degli uomini pantera e degli uomini leopardo, confinati nelle fitte foreste di Congo, Ruanda e Uganda.

Dal 1920 al 1930 gli adepti africani, per convincerli di essersi incarnati nelle belve, erano sottoposti a un rito, avevano maschere delle belve, pelli degli animali, erano dipinti a macchie come i leopardi e avevano degli strumenti per simulare le zampate con le unghie delle belve; prima di compiere i riti d’iniziazione, i Mau Mau si spogliavano degli oggetti di fabbricazione europea. I giovani erano sottoposti a dolorose iniziazioni e dovevano superare diverse prove, come commettere delitti; prima delle stragi, erano drogati con delle radici.

I loro nemici erano uccisi e mutilati, gli uomini leopardo, per spaventare la gente, tracciavano impronte di leopardo attorno alla capanna della vittima, facevano sacrifici perché le belve erano mangiatrici di uomini; queste società segrete reagivano alla penetrazione bianca che voleva distruggere le loro credenze religiose, la loro magia e la loro organizzazione tribale. Erano una reazione di difesa dei negri di fronte all’avanzata e alla potenza dei bianchi; in genere, le società segrete sono state minoritarie in partenza, rispetto allo stato, e perciò tramavano nell’ombra, erano perseguite.

Poiché la legge dei bianchi proibiva sacrifici umani, per continuare a compierli, questi africani avevano creato la società leopardo e li attribuivano alle belve; queste società segrete erano, per altri versi, simili alle società terroristiche, così nacquero gli uomini pantera, gli uomini leone, gli uomini caimano e gli uomini coccodrillo. Erano tutti animali temuti dagli indigeni e venerati da tempo immemorabile, fin dalla nascita del totemismo; queste società segrete erano organizzate in bande feroci ed erano spinte all’azione da riti cruenti.

Anche le società segrete moderne, come la massoneria, hanno i loro riti e i loro simboli, i cavalieri del Tempio o Templari o di Cristo sorsero in Terrasanta per proteggere Santo Sepolcro e pellegrini, divennero banchieri dei re e furono distrutti, per cupidigia, da re Filippo IV il bello, nel 1310 furono bruciati vivi. L’ordine era stato fondato nel 1119 da Ugo de Payens, con il voto di povertà, castità e obbedienza, vi facevano parte anche religiosi; in collusione con Filippo IV, fu sciolto da Clemente V, con l’accusa di eresia, furono accusati anche di adorate un idolo, Bafometto.

All’inizio non erano una fratellanza occulta, ma una società di mutuo soccorso, fratellanze e società di mutuo soccorso sono dei modi di nascita dei partiti e delle società segrete, per proteggere a favorire i membri e per ricercare potere e ricchezza. I Templari divennero società segreta in un secondo tempo; nel 1089 i crociati avevano conquistato Gerusalemme, che fu governata prima da Goffredo da Buglione, capo della prima crociata, e o poi da Baldovino.

Giacomo di Molay fu l’ultimo suo gran maestro dei Templari, finito bruciato sul rogo; ai cavalieri nobili con mantello bianco e croce rossa, seguivano scudieri, fratelli laici e sacerdoti. I Templari osservavano la regola benedettina ed erano formalmente sottoposto al papa, che approvò il loro ordine, si sistemarono vicino al Tempio di Salomone e al palazzo di Baldovino; all’inizio i Templari seguivano i precetti giurati, però alla fine del 1200 erano migliaia sparsi per l’Europa, con castelli e ricchezze, erano uno Stato nello Stato, che è un’altra caratteristica delle mafie, delle società segrete e dei partiti o fazioni segrete.

I Templari, una volta arricchitisi e divenuti banchieri, erano malvisti da sovrani e dai cavalieri Ospitalieri di Gerusalemme loro concorrenti. Come tutte le società e i club importanti, avevano privilegi, esenzioni e immunità e potevano essere giudicati solo dal papa; non erano più esempio di virtù ed eccitavano la cupidigia di Filippo IV, che all’inizio li aveva protetti. I Templari ricevevano donazioni; come succede sempre ai partiti che avanzano nella scala sociale, economica e di potere, misero da parte la virtù e il voto di povertà e conservarono solo l’obbedienza, sulla quale si costruiva la gerarchia e l’organizzazione.

Si fecero banchieri, custodivano i capitali e li trasferivano, come accadde anche ai banchieri ebrei e italiani, non seguivano il comandamento del divieto dell’usura. La stessa attività bancaria li costringeva al segreto, come banchieri non erano amati dai loro debitori, la loro iniziazione, come quella degli uomini leopardo, dei massoni e della mafia era una prova severa; come le altre società segrete avevano riti e simboli suggestivi; Bafometto aveva la triplice testa del demiurgo degli gnostici.

Nel 1306 Parigi insorse e Filippo IV si rifugiò nella torre del Tempio ove erano i Templari, dove gli furono mostrate le ricchezze dell’ordine, chiese di essere ammesso all’ordine, ma il maestro Giacomo di Molay respinse la domanda. Filippo nascose la sua irritazione, ricevette però un forte prestito e si sentì umiliato; il 13.10.1307 fece arrestare Giacomo assieme a 139 cavalieri, papa Clemente V protestò per il suo ardire ma poi cedette; il popolo francese era contro i Templari perché erano troppo ricchi, quindi fu soprattutto la loro ricchezza a determinare la loro fine.

Gli arrestati furono torturati e consegnati ai domenicani dell’Inquisizione, nel 1309 Clemente V si trasferì ad Avignone, cioè era ancora più soggetto al re di Francia. Alla seconda udienza, il gran Maestro Giacomo di Molay era docile perché era già stato sottoposto a tortura; il 10.5.1310 fu emessa la sentenza e Giacomo e 54 templari furono mandati al rogo, i beni dei templari, soprattutto immobili, furono incamerati da Filippo IV e Ospitalieri, che obbedivano pure al papa.

I Templari subirono la stessa sorte in Spagna e Inghilterra, però i superstiti arrivarono, con le loro ricchezze mobili, prima in Portogallo e poi in Scozia; pare che i loro eredi diedero vita alla massoneria operativa, una corporazione segreta di liberi muratori, e poi nel settecento alla massoneria speculativa di rito scozzese. Anche le corporazioni sono state gelose dei loro segreti di mestiere e come tutte le organizzazioni e le associazioni si sono volte alla politica, fondando società segrete e partiti; in  Italia sono state blindate, come dei monopoli, dalla legge, per tenerne fuori gli altri e conservare i loro privilegi.

 Nunzio Miccoli  -  www.viruslibertario.it; numicco@tin.it.

 Fonte:

Storia Illustrata - Volume V - pag. 614-621; pag. 382-388 -  Mondadori Editore.

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LO STATO DELLA GIUSTIZIA IN ITALIA

 Il 24.8.1998 Indro Montanelli scrisse che tra i magistrati ci sono un 10% di eroi e una maggioranza di gaglioffi, il Consiglio Superiore della Magistratura ha assolto un magistrato pedofilo, preso in fragranza; ma il magistrato Luigi Tosti che, in omaggio alla laicità dello Stato, non voleva il crocefisso in aula, è stato condannato per interruzione di pubblico servizio dalla Corte d’Appello dell’Aquila e poi licenziato dal CSM. I Consiglio Superiore della Magistratura è timoroso più verso la chiesa, vera padrona d’Italia, che verso gli screditati partiti italiani.

La magistratura ordinaria, amministrativa e contabile costituisce una casta privilegiata economicamente, potentissima e sicura dell’impunità; le nostre toghe hanno le paghe più alte d’Europa, fanno lavori extra, come giudici arbitrali, membri di commissioni, consulenti, ecc., incassano pensioni e liquidazioni d’oro, hanno carriera economica automatica e per gli incarichi o uffici il CSM promuove tutti.

Poiché i magistrati sono in  grado di ricattare la politica, una legge ha vanificato un referendum che aveva chiesto la responsabilità civile dei magistrati; malgrado la loro ignoranza e i loro errori madornali, hanno solo il 12% di possibilità di incappare in una lieve sanzione da parte del CSM, che ne è l’organo disciplinare, sono pochissimi quelli che sono stati licenziati. Sono una categoria intoccabile, in caso di diffamazione, dai loro colleghi sono risarciti meglio dei parlamentari.

Con apposite leggine, che sono leggi a favore di pochi, hanno strappato dai vari governi una concessione dopo l’altra, vogliono l’indipendenza da governo e parlamento però, come i sindacati, mettono becco su ogni questione che riguarda la legislazione; invece di limitarsi ad applicare le leggi, le giudicano in pubblico e anche quando sono progetti di legge. Insomma partiti e governi devono rispettare l’autonomia e le sentenze dei giudici, peraltro contestate dagli avvocati in sede di appello, e i giudici non rispettano l’autonomia legislativa.

Intanto la giustizia va a rotoli e l’Italia è in pratica priva del servizio giustizia, con danni alle persone e agli affari; ha detto Ennio Flaiano che l’unica rivoluzione sarebbe una legge uguale per tutti, ma il legislatore ha stabilito diverse corsie privilegiate, anche per i magistrati, l’articolo 3 della costituzione è una chimera e legislatore e corte costituzionale non hanno sanato questa situazione.

E’ per questa ragione e per la lentezza amministrativa che in Italia arrivano pochi investimenti stranieri, da noi ci vogliono quasi 4 anni per recuperare un credito commerciale, il triplo della media OCSE, solo tre udienze penali su dieci si concludono con una sentenza, le altre sono rinviate; nei tribunali francesi non esiste l’arretrato che esiste nei tribunali italiani, gli avvocati sfruttano i meccanismi garantisti per tirarla per le lunghe, la lentezza della giustizia dipende anche da loro.

Il rinvio avviene perché il giudice non si presenta, per errori di notifica e perché gli avvocati chiedono il rinvio, l’udienza successiva avviene dopo circa 4,5 mesi; le cause civili che hanno a che fare con l’economia durano in media 8 anni e mezzo in primo grado e 3 anni in secondo; le procedure fallimentari possono durare decenni. Nel 2007 due residenti di Foggia hanno richiesto al tribunale il ricalcolo della loro pensione e l’udienza è stata fissata per il 2020.

I ricorrenti sembrano sequestrati da avvocati azzeccagarbugli, mentre i giudici se la prendono comoda, in Italia per un divorzio ci vogliono in media quasi due anni, in Olanda bastano 25 giorni; da noi per una procedura di licenziamento occorrono circa due anni, in Spagna tre mesi; in Italia bisogna spettare sei anni per i provvedimenti a tutela della salute, dieci per la difesa della libertà e 7 per la tutela della maternità.

Per la giustizia non si spende meno che negli altri grandi paesi europei, ma nei tribunali italiani le montagne di fascicoli arretrati continuano a lievitare, è colpa del ridotto orario di lavoro dei giudici, del fatto che sono distolti da altre attività, ma anche colpa della macchinosità e del numero delle leggi italiane, fatte dagli avvocati e dai giudici che siedono in parlamento e al governo. Le leggi sono tante e scritte in una lingua diversa dall’italiano moderno, perciò soggette a interpretazione discordante e alimentano la litigiosità, mentre la legge dovrebbe essere certa nella sua interpretazione.

L’arretrato di civile e lavoro arriva a 5, 5 milioni di pratiche (8,5 anni per la sentenza di primo grado e 4 anni per l’appello), nel 2006 in Inghilterra e Olanda la giacenza civile era pari a zero; nel penale esistono oltre 3 milioni di fascicoli arretrati (1,5 per il primo grado e 2 per il secondo). A queste giacenze bisogna aggiungere quelle di tribunali militari, commissioni tributarie, tribunali amministrativi e contabili e così si arriva a 10 milioni di cause arretrate, che sono un costo per chi ne deve sopportare le spese e un ricavo per gli avvocati.

I magistrati italiani non vogliono rispondere dei loro errori, lavorano 6 ore al giorno, 1576 ore l’anno, meno che negli altri paesi europei, se la prendono comoda quando devono motivare le sentenze; sono lenti e provocano scarcerazioni per decorrenza di termini, omettono la registrazione di procedimenti penali e il deposito delle sentenze e si scordano di spedire il verbale al tribunale della libertà.

Si sono scoperti giudici assenteisti impegnati in una regata velica, la media mensile delle udienze nelle corti di appello è di 5 udienze nel civile e 6,6 nel penale, una produttività inferiore a quella degli altri paesi europei, la disorganizzazione degli uffici è tanta. I magistrati, con la complicità del parlamento, che si sente da essi ricattato, hanno un meccanismo di carriera unico al mondo, favorito anche dal fatto che i parlamentari hanno uno stipendio agganciato a quello di presidente di sezione della corte di cassazione.

Né la meritocrazia, né la produttività entrano nella carriera, le cantonate non contano, conta molto invece l’iscrizione a una corrente politica dell’ANM, il sindacato di categoria, con il pagamento dei relativi contributi; perciò gli errori giudiziari sono superati solo dagli errori dei medici negli ospedali, i risarcimenti ai detenuti risultati innocenti arrivano con notevole ritardo. In compenso, ci sono anche colpevoli che la fanno franca, non solo per sbaglio dei giudici, infatti, la maggior parte dei delitti commessi in Italia non è perseguita e perciò qualcuno rinuncia anche a denunciarli.

Tre delitti su quattro sono senza colpevole e poi si discute se esiste il delitto perfetto, la prescrizione nei processi cancella decina di migliaia di reati; bisogna ricordare che gran parte delle leggi porta le impronte dei magistrati, presenti in parlamento, nelle commissioni parlamentari e al ministero della Giustizia, dove, per discutere di riforma della giustizia siedono intorno a un tavolo solo magistrati e il ministro sembra in ostaggio dei magistrati ministeriali.

Attraverso ANM e CSM, i magistrati fanno pressioni su parlamento e governo perché le leggi siano come le vogliono loro, siano scritte come le vogliono loro e perché le leggi che non vogliono non passino; i magistrati sono contro la separazione della carriera perché i pubblici ministeri vogliono sentirsi giudici, vogliono essere tutelati nella carriera e nello stipendio e non vogliono dipendere dal ministro della giustizia o dal governo. In Italia si hanno più rapine in banca che negli altri grandi paesi europei, nel 2007 sono stati colpiti l’8,8% degli sportelli; l’Italia è al vertice delle truffe e dell’usura, i relativi reati sono denunciati, ma non perseguiti o sanzionati.

I detenuti sono per l’80% extracomunitari e tossicodipendenti, il 61% di loro non è stato condannato nemmeno in primo grado; però i giudici, stante le condizioni di sovraffollamento delle carceri, non condannano facilmente alla detenzione, perciò si possono presumere colpevoli anche loro per gravi indizi di reato, però in carcere non mancano innocenti per errori giudiziari. L’Italia spende per la giustizia come gli altri paesi ma i quattrini se ne vanno quasi tutti in stipendi, le udienze penali, a causa della mancanza di cancellieri e segretari verbalizzanti, non possono andare oltre le ore 14.30, ci sono montagne di atti da notificare perché mancano gli ufficiali giudiziari.

L’Italia ha più tribunali degli altri grandi paesi europei, più giudici, più impiegati addetti, nel 2006 l’Italia ha speso per la giustizia oltre 4 miliardi di euro, la Francia meno di 4; la spesa per la giustizia cresce più che negli altri ministeri, ma il governo chiede di fare sacrifici solo agli insegnanti; anche il corpo diplomatico ha avuto aumenti maggiori dei comuni lavoratori, dal 2001 al 2005 un aumento del 21% per i diplomatici e del 26% per i giudici.

In Germania il giudice della corte suprema guadagna solo il doppio del comune lavoratore, in Svizzera i parlamentari sono pagati meno dei maestri elementari; in Italia un giudice guadagna in media quattro volte di più di uin comune lavoratore. I magistrati dovrebbero occuparsi di codici e non della gestione amministrativa della macchina giudiziaria, perché non ne hanno la competenza, sono di ostacolo allo svolgimento dell’attività amministrativa e sono attenti solo al dettaglio normativo e agli aspetti formali.

L’informatizzazione dei processi non procede, però in questo campo abbiamo già speso come la Germania, che ha avuto risultati migliori; i tribunali tedeschi si autofinanziano al 45% con i diritti, i nostri non lo fanno e lasciano 1,5 miliardi di euro a marcire nei libretti postali, remunerati a tasso basso a favore delle poste. Le toghe non vogliono manager e non vogliono assumersi responsabilità, fanno un uso smodato delle intercettazioni, con notevole spesa.

Nei tribunali ci sono fascicoli abbandonati negli armadi, i tribunali piccoli non consentono economie e specializzazioni da parte dei giudici, questi tribunali hanno meno di dieci magistrati, però le amministrazioni locali insistono per mantenere il presidio di giustizia nel territorio, nemmeno giudici e avvocati rinunciano al tribunale vicino a casa. Nel 2006 al Tribunale di Orvieto ognuna delle cinque toghe ha emesso una sentenza ogni 4 giorni, tra civile e penale.

I giudici di pace o conciliatori o onorari sono 7.833 pagati a cottimo, cioè 98 euro a udienza, hanno smaltito il lavoro ma non sono riusciti a sanare la situazione, la corte dei diritti di Strasburgo è stanca di condannare lo stato italiano per i ritardi della sua giustizia; per i ritardi, ci si può rivolgere, in prima istanza, alla Corte d’Appello, nel 2007 le sentenze sono state 5.014, poi anche queste corti sono andate in tilt.

Se la Corte ritarda, il cittadino può rivolgersi in ultima istanza a Strasburgo, perciò nel 2006 ci sono state otto sentenze di condanna dello stato italiano; poi ci sono i ricorsi in cassazione per i risarcimenti inadeguati, 2.200 nel 2005; lo stato non persegue i magistrati che hanno causato colpevolmente il ritardo nel processo e il CSM non li sanziona; la procura generale della corte di cassazione, chiamata a intervenire, ha affermato di non poter far niente perché le procure non le hanno fornito i nomi dei magistrati responsabili; i magistrati dicono che i ritardi non dipendono dai magistrati ma dagli uffici.

Nel 2009 un giudice di Bolzano, Tarfusser, è diventato giudice della corte penale internazionale dell’Aia, nel 2001 era arrivato come giudice a Bolzano e trovò le casse vuote e un buco nell’organico; invece di mettersi a frignare, si mise a rinegoziare i contratti di fornitura, chiese finanziamenti all’Europa per progetti innovativi, ridusse le spese per viaggi e intercettazioni; con la metà dei magistrati e degli amministrativi di Siracusa, ha chiuso in un anno l’81% dei fascicoli.

Il 5.11.1988 Giovanni Falcone denunciava che le correnti dell’ANM, il sindacato dei magistrati, si erano trasformate in macchine delle elettorali e in una difesa corporativa; l’ANM è azionista di maggioranza del CSM, che stabilisce le carriere ed è dominato dalle correnti politiche, riuscendo a imporre i suoi veti al governo. Il tasso di sindacalizzazione dei magistrati è il 93,5%, un record nazionale.

Il CSM decide promozioni, assegnazioni, provvedimenti disciplinari, incarichi extragiudiziari e congedi, le sue correnti chiedono voti e offrono favori; lo statuto dell’ANM recita che essa non ha carattere politico, ma queste cose si leggono in tanti statuti di sindacati e associazioni. L’ANM è dilaniato dalla lotta tra le correnti ed è un manuale di lottizzazioni, è interlocutore privilegiato di media e altri poteri.

L’ANM è terremo di scontro politico, vi si vota per lista e con cinque preferenze, i seggi sono assegnati in percentuale dei voti ricevuta, la maggioranza relativa va alla corrente di centro. Il palazzo dei Marescialli ove ha sete il CSM è il più lottizzato d’Italia, vi si lavora 3 settimane il mese ed ha un budget di 231milioni, 270 dipendenti, 64 autisti e 54 auto blu; invece il CSM francese ha 11 dipendenti e tre autisti.

I membri del CSM mercanteggiano sulle carriere e sulle sanzioni, però, per evitare critiche, pongono il segreto sulle beghe interne, cioè il CSM non è una casa di vetro; per esorcizzare condizionamenti dell’esecutivo, il CSM è divenuto l’organo di autogoverno della magistratura, che difende la sua autonomia; il CSM nacque nel 1907 e allora dipendeva dall’esecutivo. Acquistò l’indipendenza con la costituzione del 1948 e con una riforma legislativa del 1967, ne è presidente il presidente della repubblica, altri membri di diritto sono il primo presidente e il procuratore generale della corte di cassazione; gli altri membri sono eletti per 1/3 dal parlamento e per 2/3 dai magistrati, in pratica, sono tutti lottizzati dai partiti.

Il vicepresidente del CSM è equiparato al primo presidente della corte di cassazione e prende un assegno mensile lordo di euro 16.516. I membri laici, cioè eletti dal parlamento, sono avvocati e professori che devono decidere come si organizzano uffici giudiziari che non hanno mai gestito; quindi, poiché sono incapaci di entrare nel merito, seguono l’indicazione della loro corrente; infatti, i consiglieri di una corrente votano allo stesso modo, le fazioni hanno un capogruppo come i partiti.

Oggi, per ottenere un incarico direttivo, un magistrato ha bisogno dell’appoggio dei partiti politici, ci sono scontri e scambi di favori sulle persone da nominare, con la solita spartizione dei posti tra le correnti come ne esiste in politica.

A causa di queste lotte, il CSM fa durare anni i concorsi per gli uffici direttivi, anche nell’ANM le correnti rallentano e condizionano le scelte consiliari, per piegarle agli interessi dei gruppi organizzati; perciò, sempre più spesso, i provvedimenti di nomina dei capi degli uffici sono annullati, con ricorso amministrativo, dal TAR e dal Consiglio di Stato. Il sistema giudiziario italiano versa in una gravissima crisi di efficienza e funzionalità che si sta trasformando in crisi di credibilità della giustizia.

L’ANM controlla il CSM e questo controlla il ministro della Giustizia, i magistrati collocati fuori ruolo e distaccati al ministero sono 91 di cui 19 ispettori, sono cani da guardia della categoria pronti a difenderla da iniziative contrastanti del ministro. Questi magistrati si contrappongono spesso al ministro e hanno fatto pervenire all’opposizione pareri contrari a progetti di legge del ministro.

I magistrati ritenevano che Giovanni Falcone era troppo legato al ministro per divenire procuratore generale antimafia, il ministro dovrebbe essere indipendente dai magistrati invece ne è  condizionato; oggi il CSM è tracimato oltre i confini della legge e il presidente della repubblica non può nemmeno modificare l’ordine del giorno del CSM che ritiene rientri nelle sue prerogative la fissazione dell’ordine del giorno.

Settori della maggioranza hanno accusato il CSM di volersi trasformare in seconda corte costituzionale e in terzo ramo del parlamento; al posto del ministro della Giustizia, il CSM ha emanato circolari su come i capi degli uffici devono organizzare il lavoro, poi una legge del 2006 ha abolito questo potere usurpato al ministero; nel 2007 il CSM è tornato alla carica ed ha riaffermato la sua competenza nell’organizzazione delle procure.

Il CSM è una fabbrica di assoluzioni di magistrati, è il buco nero della giustizia italiana, il discorso riguarda la sua sezione disciplinare, le sue decisioni sono insindacabili e non ammettono repliche; i magistrati sembrano intoccabili e irresponsabili, eppure un magistrato su 10 è soggetto nella sua vita a un provvedimento disciplinare; le denunce a carico affluiscono anche alla procura generale della cassazione, su segnalazioni di uffici, ministero o semplici cittadini.

Anche nello statuto dell’ANM sono previste le sanzioni di censura, sospensione ed espulsione, il collegio dei probiviri esercita l’azione disciplinare, però se il magistrato è assolto, la decisione è definitiva, se è condannato, si può appellare. I giudici hanno santi in paradiso e nel parlamento, la legge dice che il magistrato può rispondere solo di reato e per dolo p colpa grave, però rispondono solo con un terzo dello stipendio e sono protetti da polizza assicurativa.

Le domande di risarcimento devono superatre il filtro di ammissibilità del tribunale, il dottor Palamara, presidente dell’ANM, ha minacciato la paralisi della giustizia in caso di troppi ricorsi, ma i ricorsi sono stati pochi; per sanzionare il magistrato, il ritardo nel compimento degli atti deve essere reiterato, ingiustificato e grave, cioè non basta dimostrare il danno. Sono sanzionati la violazione dell’imparzialità, il perseguimento di vantaggi personali; però la pena è la censura, per la rimozione bisogna farsi corrompere dall’imputato, oppure bisogna beccarsi una condanna detentiva.

L’obbligatorietà dell’azione disciplinare vale per il procuratore generale e non per il ministro, che va tenuto a bada, da questi fatti si vede la lotta tra i due poteri dello stato e la giustizia ne soffre; i magistrati godono di una giustizia autoamministrata, di una protezione corporativa, di un’autoassoluzione di cui il parlamentare non gode; ciò si verifica anche per chi lascia in carcere chi doveva essere scarcerato, il responsabile è solo ammonito; negli Usa per casi come quelli elencati, i giudici sono statti sottoposti a procedimento penale e licenziati.

Da noi sono stati prosciolti giudici che hanno depositato poche sentenze e con notevole ritardo, i magistrati straripano e rilasciano interviste, sicuri della comprensione della sezione disciplinare; il CSM ha assolto magistrati che avevano divulgato particolari delle istruttorie, violano il segreto istruttorio; sono liberi di esprimere giudizi sulla politica, però non vogliono essere giudicati dalla politica o dal ministro della giustizia; quando i magistrati sono attaccati, chiedono la protezione del CSM.

Il 14.12.2008 Giampaolo Pansa ha affermato che i magistrati sono la corporazione e la lobby più forte del paese, hanno poteri e privilegi, hanno le paghe più alte d’Europa, pensioni e liquidazioni d’oro, fanno carriera per anzianità e dopo 28 anni sono magistrati di cassazione; i concorsi di ammissione alla magistratura sono una truffa e il CSM non li annulla; l’esame di accesso alla professione è una pagliacciata; grazie ai sostegni politici, si sala nella scala gerarchica e negli uffici.

Al vertice della loro carriera, i magistrati italiani guadagnano il doppio dei colleghi francesi e possono avere incarichi extragiudiziari; il sistema è andato a rotoli ma i magistrati lo difendono; fino al 1965 la loro progressione in carriera si basava sui loro atti giudiziari, poi la norma fu interpretata dai magistrati come lesiva dell’indipendenza della magistratura e per legge tutto cambiò.

Nel 1988 giovanni Falcone addebitò alla scarsa professionalità dei magistrati la crisi della giustizia e fu censurato dall’ANM, Corrado Carnevale disse la stessa cosa e dovette subire un processo per vilipendio della magistratura; per i magistrati, si può dire solo che il capo del governo è incompetente. La commissione d’esame dei magistrati è nominata dal CSM, il tirocinio dei nuovi magistrati avviene sotto la supervisione del CSM, la carriera la decide il CSM, il ministero è estromesso.

La carriera inizia da magistrato ordinario, dopo due anni si diventa magistrato di tribunale, a 13 anni consigliere d’appello, a 20 si diventa giudice di  cassazione e a 28 si è idonei alle funzioni direttive; i passaggi avvengono con le valutazioni del CSM, i pareri provengono dagli uffici di provenienza e sono generici, generalmente sono dati, come favore reciproco, da appartenenti alla stessa corrente dell’aspirante, perciò il CSM promuove tutti.

Le valutazioni negative sono poche e dettate soprattutto da provvedimenti disciplinari e penali, non da errori e manchevolezze giudiziarie; alcuni detenuti sono stati scarcerati per decorrenza dei termini perché non è stata depositata dai giudici la sentenza, questa dovrebbe essere una manchevolezza da sanzionare ma il CSM la pensa diversamente. Con questi sistemi, i giudici che hanno guadagnato un grado superiore alla funzione esercitata, sono in larga maggioranza, cioè il 67%.

In Italia il 67% del budget della giustizia se ne va in stipendi, contro il 47% della Francia, una legge di Piccioni del 1951 stabiliva lo stipendio dei magistrati senza renderne pubblica la tabella, nel 1984 questi trattamenti furono aumentati notevolmente. Oggi i magistrati sono un gruppo di pressione istituzionale, hanno travolto le resistenze istituzionali e politiche che si opponevano a un aumento fuori misura delle loro retribuzione; i partiti hanno ceduto perché i loro membri temevano di essere arrestati, soprattutto dal 1992.

La magistratura ha ottenuto anche un adeguamento automatico degli stipendi, come avveniva nella pubblica amministrazione fino al 1998, per non mercanteggiare con la politica, ottenne anche la scala mobile, perciò lo stipendio è cresciuto dal 1979 al 1984: Bettino Craxi voleva sterilizzare la scala mobile per tutti e la magistratura presentò ricorso al TAR, così solo i magistrati conservarono la scala mobile; i magistrati si sono anche opposti a prelievi straordinari sui loro stipendi.

I magistrati hanno poteri discrezionali cioè politici, hanno il monopolio dell’azione penale discrezionale, che è persecutoria e intimidatoria nei confronti della classe politica, perciò la partitocrazia ha paura delle toghe; la magistratura detiene il potere reale e per la politica è conveniente avere con essa canali di comunicazione personalizzati. L’ex ministro della giustizia Castelli è stato criticato perché voleva inventare un giudice meritocratico come esiste in Spagna.

Il CSM si oppose affermando che la meritocrazia avrebbe leso l’indipendenza della magistratura, afferma che altri concorsi interni per le promozioni avrebbero distolto i giudici dal lavoro ordinario;  caduto Castelli, il successivo ministro della giustizia Mastella ha cercato di ricreare un’armonia tra i poteri dello stato, cioè si è riavvicinato ai giudici, seppellendo le idee di Castelli, le critiche alle proposte di Castelli erano condivise anche dalla sinistra.

La riforma di Mastella, dopo aver accantonato la meritocrazia di Castelli, non prevedeva esami, abolì le qualifiche a favore di valutazioni quadriennali, affermava che non contava il numero di sentenze ribaltate in sede di appello, perché i magistrati erano indipendenti anche all’interno della magistratura; ribadiva che la valutazione finale dei giudici spettava al CSM, come la competenza in materia di carriere e di passaggio da giudice a pm e viceversa. Mastella aveva anche accettato la tesi del CSM che non voleva la separazione tra giudici e pm.

Questa separazione di ruoli era stata richiesta dalla lega nord, però magistratura e sinistra la contrastavano, è da ricordare che nel 1970 l’ONU aveva raccomandato una rigorosa separazioen dei ruoli tra giudici e pubblici ministeri. In Italia in periodo monarchico e fascista il pubblico ministero era sottoposto al ministro della giustizia, oggi in Francia il pm è sottoposto al ministro; inoltre, in USA i giudici sono sanzionati quando hanno atteggiamenti di familiarità con il PM e le carriere sono, naturalmente, separate.

La riforma Castelli sbarrava il passaggio da giudice a PM e viceversa, salvaguardando però l’aspetto salariale, Mastella eliminò lo sbarramento, creando solo degli ostacoli al passaggio, una questione di lana caprina e di alchimie politiche; però Mastella voleva dare soddisfazione ai giudici e i giudici volevano dimostrare che le riforme della giustizia non si potevano fare senza il loro assenso.

I tribunali italiani chiudono l’1 agosto e riaprono il 15 settembre, in Inghilterra non ci sono interruzioni, in Spagna e Germania chiudono per 30 giorni. Il CSM considera intoccabili la carriera automatica e i 45 giorni di ferie; oggi, oltre i soliti emolumenti, il nuovo ministro della giustizia Alfano ha concesso incentivi ai magistrati che vanno nelle sedi disagiate, soprattutto del sud.

I magistrati possono essere autorizzati dal CSM a fare anche un‘altra professione, anche in questo caso continuano a fare carriera e, messi a riposo, prendono la pensione di magistrato, c’è chi è arrivato in cassazione senza aver mai indossato la toga. Nel 1968 il CSM ha deciso di escludere l’esame delle sentenze per le promozioni, tanti magistrati hanno fatto il salto nella politica e continuano, con il benestare del CSM, a fare carriera; relativamente ai magistrati in servizio, poiché il CSM autorizza attività extragiudiziarie, le università italiane pullulano di magistrati.

In dieci anni il CSM ha approvato 15.000 autorizzazioni a incarichi extragiudiziari, però nel 1974 solo un magistrato su tre aveva incarichi extragiudiziari. Oggi i magistrati sono anche al Quirinale, a palazzo Chigi, nei ministeri, sono commissari di borsa, sono in varie commissioni, come quelle sugli appalt;, i magistrati amministrativi e contabili sono arbitri. I magistrati hanno rapporti stretti con i partiti; a causa della lentezza della giustizia, per la risoluzione delle controversie, si è sviluppato l’arbitrato privato, un’altra occasione di guadagno per loro che possono cumulare prebende, invece dovrebbero dedicarsi di più al loro ufficio.

Anche se la nostra classe dirigente è scadente e disonorevole, gli italiani devono essere fieri di essere italiani e di avere DNA italiano, sia che l’Italia resti unita o che se si divida, cosa successa anche nel passato; resta il fatto che per 15 secoli l’Italia, rappresentata prima da una regione e poi da un’altra, è stata al vertice della cultura e poi c’è stata la decadenza, però, anche con la decadenza, non è mai scomparsa completamente dalla scena, nessun paese può vantare un primato del genere.

 Nunzio Miccoli  www.viruslibertario.it numicco@tin.it.

 Per chi vuole approfondire:

“Magistrati: l’ultracasta” - di Stefano Livadiotti – Bompiani Editore

 

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IL BOMBARDAMENTO DELLA LIBIA

 La corte penale internazionale dell’Aja ha spiccato mandato d’arresto contro Gheddafi, questo tribunale non  è riconosciuto da tutti gli stati e qualche volta è stato  parziale, sono tanti i regimi criminali sulla terra che calpestano i diritti umani, non sempre redarguiti o perseguiti; questo tribunale lede i diritti di sovranità degli stati, ma potrebbe rafforzare un nuovo ordine del mondo o un governo mondiale: Le sentenze del tribunale dell’Aja, in presenza o meno di mandato ONU, potrebbero servire ad avallare azioni militari NATO all’estero.

L’intervento in Libia non è umanitario, cioè a favore dei civili oppressi da Gherddafi, l’istinto aggressivo della Francia  ha spinto altri paesi NATO all’intervento, in ballo c’è sempre l’interesse economico, cioè petrolio, l’oro delle riserve libiche, l’acqua che la Libia sta estraendo e canalizzando e il progetto di una moneta conmune africana, caldeggiato da Gheddafi, che danneggia l’occidente perché la moneta è un valore illusorio e un altro business.

Le forze di Gheddafi hanno commesso stupri e atti criminali sui civili del partito avverso, come quelle dei suopi avversari, anche se queste seconde sono state riportate meno dall’informazione prezzolata per la propaganda; queste cose accadono in  guerra e soprattutto nel terzo mondo, tra gli arabi pesano ancora le loro divisioni tribali. Tra i nemici di Gheddafi vi sono anche i Fratelli Musulmani, appoggiati da altri paesi arabi; val la pena di ricordare che nelle guerre civili alcuni partiti si appoggiano sempre a paesi esteri, nel caso della Libia alcuni, nella lotta per il potere, si sono appopggiati anche a paesi occidentali che ora bombardano.

Napolitano ex stalinista ed ora è romanista, atlantista, ha giustificato l’attacco alla Libia, alla quale eravamo legati da un trattato di amicizia; la politica cambia al cambiare di governi, di regimi, seguendo nuovi interessi e la spinta di gruppi di pressione italiani ed esteri, che solo pagando riescono a farsi seguire; queste cose accadono e sono accadute in  tutti i paesi, è ingiusto vederle solo negli italiani, che non decidono la politica estera. Tradimento, mafia e corruzione allignano nella politica di tutti i paesi e in tutte le epoche.

C’è da riconoscere che Gheddafi ha sicuramente rubato a  man bassa, è un dittatore, ha promosso attentati all’estero contro l’occidente; dopo aver espropriato e cacciato gli italiani, eredi del conialismo, ha ottenuto anche un indennizzo da Berlusconi; non ne aveva diritto e non ne aveva bisogno, si era già prese le terre degli italiani. I francesi non  hanno indennizzato gli algerini e se gli italiani sono entrati nel paese da coloinizzatori, è difficile cacciare tutti i discendenti dei colonizzatori in tutti i paesi.

Dopo la prima guerra mondiale, i turchi hanno cacciato più greci, nati in Turchia, dal loro paese di quanti palestinesi siano fuggiti nel 1948 da Israele, ma la stampa faziosa preferisce non ricordarlo.Tutto sommato, Gheddafi non godeva di molte simpatie, e forse anche per questo, i volenteroso della coalizione NATO hanno potuto muoversi meglio contro di lui.

 

Nunzio Miccoli www.viruslibertario.it numicco@tin.it.

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STORIA DELLE MALVERSAZIONI

 Dante chiamava barattieri i malversatori e i profittatori di stato, queste persone erano capaci di barattare favori e di ricattare chi poteva pagare; si parla di bustarelle, corruzione e concussione; questo costume è sempre esistito in tutto il mondo è ingiusto vederlo solo negli italiani o metterci in testa alla classifica della corruzione; in certi paesi si paga per avere un documento e, per portare gli aiuti alimentari internazionali ai serbi bombardati, bisognava pagare il pizzo alla mafia locale.

Alcuni esempi: in Grecia lo scultore Fidia fu accusato di essersi appropriato di avorio e oro da utilizzare per le sue opere, Scipione l’Africano intascò talenti da Antioco III di Siria sconfitto, Talleyrand pretese parcelle private per firmare la pace di Campoformio, nel 1893 in Italia Giolitti e altri politici furono travolti dallo scandalo della Banca Romana.

Quando il denaro pubblico prende illecitamente la via privata, si parla di malversazione, ne traggono profitto politici e funzionari pubblici, responsabili di peculato, concussione e corruzione; queste cose accadevano anche nell’antichità, però allora la ricchezza, per lo più, apparteneva non allo stato ma al re o ai sacerdoti dei templi; cioè apparentemente la ricchezza non si sottraeva allo stato o al popolo; però la differenza è solo apparente perché lo stato non è mai appartenuto al popolo e il popolo non è mai stato sovrano.

Nel libro di Giosuè si legge che Acham si appropriò illecitamente di parte del bottino di Gerico e fu lapidato, a Roma Catone il Censore tuonava contro questo malcostume, però pochi malversatori sono stati scoperti; la malversazione e la speculazione erano più difficili quando il denaro non esisteva. La storia non ci può fornire l’elenco di tutti i profittatori di stato e quelli segnalati, come Fidia e Scipione, erano oggetto di attacco strumentale da parte di avversari politici; infatti, chi attaccava Fidia, attraccava anche Pericle che lo proteggeva.

Scipione l’Africano, vincitore di Annibale, suscitava invidie ed era attaccato da Marco Porcio Catone che gli fece restituire una somma ricevuta illecitamente da Antioco III di Siria. Sotto i romani, Gneo Dolabella taglieggiava la Cilicia, servendosi di Caio Verre che era anche tutore di un minore e, in questa veste, si appropriò di un milione di sesterzi; estorse denaro e beni a tante persone. Verre eseguiva gli ordini di Dolabella, che Cicerone, per ragioni politiche, cercò di scagionare facendo ricadere tutte le colpe su Verre, che fu eletto con la corruzione pretore in Sicilia, estorse denaro, sottrasse tesori ai templi, trafugò statue, perciò il 760 a.c. Cicerone lo fece mandare in esilio.

Dante, ai capitoli XXI e XXII dell’inferno, ha denunciato l’infedeltà di ministri e giudici venali, ricorda che Gianpaolo di Navarra fece baratterie, vendendo grazie e uffici, e che a Lucca erano tutti barattieri, tra essi Bonturo Dati vendeva cariche pubbliche; Dante narra che il frate Gomita di Gallura, in Sardegna, era incaricato di custodire dei prigionieri ricchi, si fece dare i quattrini da questi, li uccise e poi simulò una loro evasione; prima di finire all’inferno, finì nelle mani del boia. Bisognerebbe aggiungere che, allora e adesso, anche a Napoli e Roma si vendevano uffici e sentenze; il re di Napoli Ferdinando II Borbone tollerava questa corruzione.

Nel 1290 a Firenze (Purgatorio XII) il podestà fu deposto per baratterie dalla Signoria, confessò di essere stato complice di Nicola Acciaiuoli e che aveva eliminato un foglio del verbale dei Priori, dove erano registrate le malefatte dell’Acciaiuoli. Bisogna dire che la politica e gli incarichi pubblici sono un modo per arricchirsi e, se si crede al profitto, non è logico limitarlo al settore privato; infatti, non corrisponde al vero che lo stato sia pubblico e che il popolo sia sovrano, anche lo stato è un’impresa privata, è detenuto da una società segreta occulta costretta a privilegiare i suoi uomini e a tollerare le loro ruberie.

Nel 1630 il maresciallo di Francia, Louis de Marillac, fu accusato di concussione e malversazione e, per difendersi, affermò di aver fatto quello che fanno tutti; quando fu condannato da Richelieu alla pena capitale, non credeva alle sue orecchie e si appellò al re Luigi XIII, che però respinse la sua domanda di grazia. Nel settecento il conte Lally-Tollendal, a capo delle colonie francesi in India, fu decapitato per concussione, le irregolarità amministrative esistevano ma erano servite come pretesto per eliminare un avversario politico.

Allora anche gli intendenti dei nobili, amministratori dei loro patrimoni, approfittavano dei loro padroni; Robespierre, arrivato al potere, cercò di contrastare la corruzione, ma il costume non cessò. Caduto Robespierre, con il Direttorio le malversazioni tornarono prepotentemente alla ribalta, nel 1797 Gabriel Ouvrard curava le forniture della marina francese e si arricchì illecitamente, perciò Napoleone lo fece arrestare, ma poi, poiché la politica segue la regola dell’opportunità e non quella della legalità o dell’eguaglianza, chiese il suo aiuto per tornare in Francia dall’Elba.

Talleyrand, ex sacerdote, da ministro degli esteri del Direttorio, sotto Napoleone, taglieggiava le autorità nazionali e straniere, chiedeva beveraggi a tutti, come si diceva in Francia, li chiese all’Austria per la pace di Campoformio, alla Spagna, a Napoli, alla Polonia per la sua indipendenza.

Nel 1893 lo scandalo della Banca Romana sconvolse l’Italia, sotto Bernardo Tanlongo, finanziava partiti e stampava denaro falso, concedeva prestiti di favore ad amici, politici e anche al re; lo scandalo era troppo grande, perciò il processo, celebrato davanti alla Corte d’Assisi di Roma, si risolse in una generale assoluzione. Evviva l’indipendenza della magistratura.

Anche in era fascista e repubblicana hanno pullulato i malversatori; a proposito di malversazione, Giolitti da vecchio affermava: “ Anche alla mia epoca si mangiava, ma si sapeva stare a tavola”. La storia non ama soffermarsi sulle malversazioni, perché il popolo deve credere, obbedire e combattere, il che significa avere fiducia nei governanti; però, a causa della lotta politica, ogni tanto scoppiano gli scandali; generalmente però, i più grandi malversatori sono noti per altri fatti per loro più edificanti.

 Nunzio Miccoli   www.viruslibertario.it

 Fonte:

“Storia Illustrata” Novembre 1965 n.96

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LA LIBERTA’ DI STAMPA IN ITALIA

 Le costituzioni devono essere brevi, quella degli Stati Uniti, diversamente da quella italiana, non ha previsto norme attuative; ad esempio, la costituzione americana, relativamente alla stampa, afferma che è libera, senza aver previsto una legge speciale sulla stampa. La Gran Bretagna ha poche leggi scritte, non ha una costituzione e la sua giustizia si fonda sui precedenti giurisprudenziali, naturalmente, anche in questo paese manca una legge sulla stampa.

Invece in Europa continentale le rivoluzioni popolari portarono a una legge sulla stampa, quindi al controllo delle notizie e in Italia alla creazione dell’ordine professionale dei giornalisti. Lo statuto albertino del 1948 affermava che la stampa era libera ma era soggetta a norme repressive, due principi tra loro contrapposti; per la costituzione americana, non si può fare una legge per riconoscere o privilegiare una religione o per limitare la libertà di parola o di stampa.

Il costituzionalismo americano sostiene il principio della sovranità ascendente, cioè del potere che promana dal basso, il che presuppone la sovranità del popolo; invece in Italia prevale il principio di sovranità discendente dall’alto. Anche lo statuto albertino conteneva il principio della sovranità discendente, nel preambolo il re era definito tale per grazia di Dio, com’era nella tradizione delle monarchie europee; l’articolo 1 affermava che la religione cattolica era la sola religione dello stato e che gli altri culti erano tollerati; dal 1984 in Italia il cattolicesimo non è più religione ufficiale, ma rimane religione privilegiata, mentre gli altri culti sono ammessi.

Diversamente dal mondo anglosassone, dove il sovrano era l’individuo, la rivoluzione francese del 1789 stabilì che titolare della sovranità era la nazione (art.3 della dichiarazione dei diritti), cioè non l’individuo; questo fatto portò all’onnipotenza della legge, alla quale il costituzionalismo americano aveva posto dei limiti; invece il costituzionalismo francese aveva posto dei limiti alla libertà, secondo l’art. 10 della dichiarazione francese dei diritti, le opinioni erano libere se non turbavano l’ordine pubblico stabilito dalla legge, secondo l’art.12, la stampa era libera, salvo a rispondere dell’abuso di questa libertà.

La costituzione dell’URSS e quella della repubblica popolare cinese hanno seguito la traccia della rivoluzione francese; anche secondo la costituzione italiana, le religioni diverse dalla cattolica possono esistere se non sono in contrasto con l’ordinamento, come recitava anche l’art. 1 dello statuto albertino. Però quando lo stato trasforma i peccati di una religione in reati, è facile che tutto l’ordinamento non sia rispettato dalle altre religioni; in Italia il cattolicesimo è religione dominante perché è costituzionalmente proclamata e per le numerose leggi a suo favore.

Lo statuto albertino del 1848, dopo aver proclamato la libertà di stampa, ne previde il controllo con una legge speciale dello stesso anno; la costituzione italiana del 1948, dopo aver proclamato la libertà di stampa, ne previde il controllo con una legge speciale dello stesso anno. In generale, la legge speciale alimenta la confusione nelle norme e l’incertezza del diritto, consente il controllo politico e non tutela le minoranze.

Platone, nella Repubblica, si era detto contro le leggi speciali, John Locke (1632-1704) aveva detto che non bisognava sfornare continuamente leggi, Thomas Jefferson (1743-1826) e James Madison (1751-1836) si erano espressi contro l’onnipotenza dei legislatori che si concretava attraverso l’illimitato potere di fare leggi. Con la legislazione speciale, le affermazioni di principio sono nel diritto comune e la negazione di queste sono nelle leggi speciali; queste leggi speciali servono anche a disfare leggi costituzionali e ordinarie fatte da altre maggioranze, magari con la scusa di regolarle, di interpretarle o di darne attuazione.

Come volevano i greci e i costituzionalisti americani, la vita di un paese deve essere regolata solo da costituzione e codici, invece le leggi speciali di regimi autoritari e di regimi scarsamente democratici sono spesso in contrasto con le leggi generali. Il parlamento più fa leggi e più è costretto a farne, ne scaturisce un’ipertrofia normativa; le norme vanno abrogate e non interpretate con altre norme o affiancate da leggi speciali, che spesso le smentiscono; la libertà si difende contro l’illimitata produzione di norme legislative.

Oggi in Italia il caos normativo e l’elefantiasi delle norme sono tali che la corte costituzionale è stata costretta ad ammettere, a vantaggio dei cittadini, l’ignoranza della legge (sentenza del 24.3.1988 n.364). In Italia legge ordinaria e decreti del governo hanno la stessa forza di legge, invece nella Grecia antica il decreto era di rango inferiore; infatti, costituzione e leggi richiedono più stabilità delle norme contenute nei decreti del governo; perciò, l’attività legislativa deve essere separata da quella amministrativa del governo che non dovrebbe emanare decreti che abrogano leggi ordinarie.

La costituzione è stata fatta soprattutto per tutelare le minoranze, sono i deboli che reclamano uguaglianza e giustizia (Politica di Aristotele); purtroppo, questi decreti del governo non sono fatti solo in casi eccezionali di necessità e urgenza e, in Italia, se non sono convertiti in legge dal parlamento, generalmente sono ripetuti e ripresentati. Lo statuto albertino non prevedeva che il governo emanasse decreti con forza di legge, però nel 1888 la magistratura ne riconobbe la legittimità, poi il fascismo e la repubblica ne abusarono.

Il fatto è che in Italia la maggioranza, da lungo tempo, vede nella legge lo strumento per consolidare il proprio potere; in realtà, stabilità politica, certezza del diritto e libertà del cittadino si ottengono solo con una forte limitazione del potere di fare leggi. Alexander Hamilton (1757-1804) affermava che, con la costituzione, era superflua anche la dichiarazione dei diritti; negli USA, sulla costituzionalità delle leggi, esiste il sindacato diffuso e ogni giudice può disapplicare una legge da lui ritenuta anticostituzionale; in Italia invece, il rimando alla corte costituzionale è servito a mantenere in vigore leggi fasciste difese dalla chiesa.

In Inghilterra la common low prevede la responsabilità personale del giornalista, in Italia la legge sulla stampa vi aggiunge la responsabilità oggettiva di editore e direttore del giornale; bisogna ricordare che il sistema costituzionale ha lo scopo di frenare il sistema legislativo; ha affermato Antonio Scalia, Giudice della Corte Suprema americana, che i creatori della costituzione americana non avevano fiducia nei politici e nei giudici.

In Usa, per garantire la libertà di espressione, la corte suprema ha assolto chi ha bruciato la bandiera, in Italia invece il vilipendio alla bandiera è reato (art. 292 c.p.). Nel 1847 a Roma, Pio IX, per tutelare religione e governo, fece una legge speciale sulla stampa e introdusse la censura, questa legge favorì l’arbitrio dei censori; nel 1847 anche il Piemonte fece una legge analoga con censori, sempre per tutelare governo e religione.

Lo scopo di queste leggi era reprimere gli abusi sulla stampa libera, la quale spingeva al cambiamento, invece che alla stabilità, e alimentava i disordini, si vedeva nella stampa la causa maggiore dei mali degli stati; però si temeva anche che, vietando certe stampe, queste sarebbero state stampate all’estero e poi distribuite in patria, com’era accaduto in Francia, da Luigi XIV a Luigi XVI, quando i libelli francesi vietati erano stampati in Olanda e Svizzera.

E’ un fatto che il potere produce anticorpi per difendersi e autoconservarsi, perciò colpisce le persone indipendenti e non integrate nel sistema, nei regimi autoritari vieta apertamente il dissenso e usa la repressione; ma lo spirito di libertà è osteggiato anche nei regimi democratici; dappertutto, l’ortodossia porta vantaggi e l’eresia guai. Nel 1850 Civiltà Cattolica, il giornale dei gesuiti, diretto dal gesuita Carlo Maria Curci, affermava di difendere la verità contro l’opinione libera.

Per Curci il giornale del popolo doveva essere il catechismo, affermava che il popolo doveva essere soggetto all’autorità, aveva bisogno di tutela e doveva seguire l’obbedienza. Anche per Hitler le masse erano inerti e in preda ai pregiudizi, Curci affermava che l’opinione pubblica è donna e, come Hitler, equiparava la donna alla massa; però Platone sosteneva che le stesse attitudini naturali esistevano in tutti e due i due sessi e che le donne non richiedevano un’educazione particolare. Il pensiero umano non è andato sempre avanti, qualche volta è andato anche indietro.

Civiltà Cattolica scriveva che i giornali favorivano il pervertimento morale e religioso, che erano il quarto flagello dell’umanità, dopo la fame, la peste e la guerra, che saper leggere era una disgrazia e che gli analfabeti erano i migliori sudditi; mentre la carta dei diritti americana del 1791 vietava al congresso qualsiasi intervento legislativo in materia di stampa, Civiltà Cattolica era a favore del controllo sulla stampa.

Nel 1856 Civiltà Cattolica affermava che la censura sulla stampa non offendeva la libertà, ma permetteva di filtrare quanto il popolo poteva leggere, si diceva contro libero esame, indipendenza individuale e autonomia umana, suggeriva di leggere solo Bibbia e Bellarmino (1542-1621), gesuita, cardinale e dirigente del Sant’Uffizio, erede dell’Inquisizione, tribunale speciale al tempo del processo a Giordano Bruno e Galileo Galilei.

Invece in America Jhon Milton (1608-1674) era a favore di libertà di stampa senza censura, voleva l’istruzione per tutti e che tutti sapessero leggere; prima di lui, nel 1611 re Giacomo I d’Inghilterra voleva che tutti gli inglesi sapessero leggere. Nel 1848 in Piemonte, con le rivolte, furono eliminati i censori e creati i giurati popolari; insomma, con lo statuto albertino del 1848 e l’editto o legge speciale sulla stampa dello stesso anno, si passò da una censura preventiva a leggi repressive; così scomparve l’autorizzazione preventiva alla stampa e la relativa cauzione e fu creato l’istituto del giurì, cioè i giudici popolari per i reati.

Nel 1215 i baroni inglesi strapparono a re Giovanni Senzaterra la Magna Charta e il costituzionalismo moderno fece il suo primo passo, in Inghilterra fu emanata la Magna Charta che stabiliva che nessuno poteva essere arrestato senza legge e provvedimento del giudice. Nel 1776 la costituzione dello stato della Virginia nei processi richiese la natura dell’accusa, il confronto tra accusatori e testimoni, un processo basato su prove, un rapido giudizio, una giuria imparziale e un giurì popolare; tutte cose mancanti nei processi dell’Inquisizione e degli stati autoritari.

Per Aristotele il cittadino era naturalmente giudice e doveva anche partecipare alle cariche pubbliche; il 30.4.1790, in materia criminale, anche in Francia nacquero i giurati popolari, nacquero così tribunali collettivi; era prevista anche una difesa in contraddittorio, i giurì furono introdotti anche negli stati italiani. Il 17.12.1851 il Piemonte, in materia di stampa, ridusse le competenze dei giurì, a vantaggio della magistratura, che non era indipendente dal governo, il 3.2.1852 la legge previde che una parte dei giudici popolari dovesse essere di nomina governativa.

Questi giudici popolari erano generalmente persone di scarsa cultura e spesso erano consiglieri comunali; i gesuiti di Civiltà Cattolica erano contrari a questi giurati ignoranti, credevano alla sovranità discendente e al gregge che ha bisogno di pastori e di cani, dicevano che il popolo immaturo aveva bisogno di una guida. Allora nel senato del Piemonte i membri erano nominati dal re e, come nella camera dei lords inglesi, tra loro vi erano anche dei vescovi; intanto nel 1852 aleggiava anche lo spettro del comunismo, nel 1848 Carlo Marx aveva diffuso il suo manifesto; bisogna ricordare che sono innumerevoli le ragioni che spingono alla rivoluzione, anche se poi pare che queste rivoluzioni degenerino tutte.

Il 14.1.1858 Felice Orsini attentò alla vita di Napoleone III e Cavour introdusse il nuovo reato di apologia di assassinio politico, come se ce ne fosse bisogno, poi propose di affidare la formazione delle liste dei giurati a una commissione composta di pubbliche autorità; intanto gli inglesi avevano abolito imposta sugli annunci, sul bollo, sui giornali e sulla carta e in Inghilterra la stampa si diffuse. Il 22.11.1888 in Italia entrò in vigore il nuovo codice penale, però i reati sulla stampa erano regolati con una legge a parte.

Secondo Luigi Einaudi (1874-1961) ogni giornalista avrebbe dovuto rispondere in base al diritto comune, relativamente ai reati di diffamazione, ingiurie sulla stampa, notizie false; era contrario alla legge speciale sulla stampa, perché il diritto comune era stabile ed estensibile anche ai reati di stampa, invece la legge speciale inventava nuovi reati e nuove pene. Un’opinione diversa da quella degli stati autoritari o delle false democrazie.

Per Mussolini (1928), che in materia aveva lavorato in accordo con i gesuiti, il giornalismo doveva essere un’orchestra alla quale il governo dava il La attraverso i suoi uffici stampa; dopo la distruzione delle redazioni dell’Avanti e del Corriere da parte dei fascisti, nel 1923 il re, che, d’accordo con il Vaticano, aveva sostenuto tacitamente l’avvento del fascismo, firmò un decreto che attribuiva poteri straordinari al prefetto in materia di stampa, sempre a difesa d’istituzioni e religione; previde il sequestro dei giornali per opera degli organi di pubblica sicurezza e poi nel 1924 nacque la legge sulla stampa fascista.

La legge n. 2307/1925 impose anche la figura di un direttore responsabile iscritto a uno speciale albo; il 3.2.1963, in era repubblicana, nacque l’ordine dei giornalisti con il relativo albo, prevedendo un esame per esercitare il mestiere di giornalista; già nel 1850 Civiltà Cattolica aveva proposto un esame per cui voleva scrivere sui giornali. Il giornalismo italiano fu inquadrato nel sindacalismo fascista e divenne un’arma del regime, nel 1929 nacque la commissione superiore sulla stampa che doveva tenere sotto controllo i giornalisti tesserati; nel 1963 nacque il consiglio nazionale dell’ordine controllato dal ministero di Grazia e Giustizia.

Il 23.3.1968 la corte costituzionale, con sentenza n. 11, riconobbe legittimità costituzionale all’attribuzione conferita al ministro e che l’ordine dei giornalisti non minava libertà di pensiero e di stampa, di cui all’art.21 della costituzione; si affermava che le misure sui giornalisti servivano anche a imporre regole etiche sulla professione. In Italia esiste un intreccio tra media, potere economico e potere politico, i circoli della stampa aiutano questi incontri.

I provvedimenti disciplinari contro giornalisti avvengono sotto controllo di pubblico ministero e procura e i giornalisti sono diventati intimi con i giudici; il legislatore repubblicano italiano, in materia di stampa, non ha fatto altro che copiare le leggi fasciste, perché così volevano il Vaticano e comunisti, interessati a partecipare ai vantaggi del potere, con appalti, assunzioni e promozioni.

Del resto, i comunisti avevano approvato l’inserimento dell’articolo 7 nella costituzione e, per rimanere al governo, avrebbero approvato anche la monarchia. Chi crede alla loro buona fede afferma che le norme fasciste sarebbero tornate utili anche sotto un regime comunista, quindi era meglio conservarle; il guardasigilli Togliatti, sedotto o attratto dalla chiesa, trattò con il Vaticano e fu giocato dal Vaticano.

In Italia, presso il tribunale è previsto anche un giudice speciale per i giornalisti, vietato dall’art. 102 della costituzione, che sostiene la giurisdizione unica, ma, con un sofisma, definito solo sezione specializzata del tribunale; è la solita schizofrenia antilibertaria del legislatore italiano, in realtà, è un tribunale speciale nato per applicare una legge speciale; anche nel 1198 Innocenzo III creò il tribunale speciale dell’Inquisizione, per il bene della chiesa e dello stato, per assuefare il popolo al diritto canonico e per combattere le eresie, allora la stampa non era nominata perché non esisteva. L’Inquisizione serviva a prevenire reati, nei processi vi era presunzione di colpevolezza, vi era l’inversione dell’onere della prova, a danno degli imputati, chiamati rei, in quanto sospetti.

Oggi in Italia il giornalista deve rispondere ai vertici dell’ordine, con provvedimento disciplinare, e alla Procura con processo giudiziario, le pene vanno dalla censura alla radiazione, è un’involuzione di un paese falsamente democratico; nel 1215 in Inghilterra nacque la Magna Charta, nel 1628 la petizione sui diritti, nel 1689 la carta dei diritti, i quali affermavano che nessun criminale poteva essere sottratto alla giustizia ordinaria; invece in Italia il tribunale dei giornalisti prevede una giustizia amministrativa interna all’ordine e una via giudiziaria, tramite un tribunale sopeciale, fino alla sospensione dall’albo e alla cancellazione.

Caduto il fascismo, in Italia furono emanati 11 decreti per regolamentare i tribunali speciali, con il consenso del guardasigilli Togliatti, giornalisti che avevano collaborato con il regime, furono amnistiati e riciclati; del fascismo abbiamo conservato codici, leggi di pubblica sicurezza, ordinamento giudiziario, rapporti con la chiesa cattolica e legge sulla stampa; inoltre abbiamo rimesso in piedi vecchi arnesi, cioè dirigenti fascisti.

Il 28.7.17899 Mirabeau, alla costituente francese, aveva affermato che un popolo che vuole essere libero non può prendere in prestito principi e procedure della tirannia; però magistrati, giornalisti e docenti fascisti furono metabolizzati dal nuovo regime. Oggi in Italia i rapporti tra politica e giustizia sono stretti e la magistratura è contraria al giurì, i tribunali hanno amnistiato persone responsabili di sevizie in periodo fascista, hanno assolto crimini fascisti.

Oggi la legge di pubblica sicurezza chiede, come sotto il fascismo, l’autorizzazione per volantinare, affiggere manifestini e fare manifestazioni pubbliche; per qualsiasi scritto, serve la licenza del questore, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria che devono poi informare l’autorità giudiziaria. In Italia la stampa è ancora soggetta ad autorizzazioni, censure e legge speciale; la tirannia è sempre cominciata con una legge sulla stampa.

Ancora oggi la magistratura ordinaria italiana, che è un’altra bella corporazione, è contraria all’istituzione dei giurì; l’1.1.1948 entrò in vigore la costituzione democratica e il 7.2.1948 la Corte di Cassazione doveva decidere sulla sorte delle leggi del fascismo; era accaduto che alcuni erano ricorsi alla Corte di Cassazione, appellandosi all’articolo 25 della costituzione, che stabilisce l’irretroattività della legge penale; perciò la Cassazione affermò che solo il futuro legislatore era competente ad abrogare le leggi fasciste, perché la costituzione era una norma programmatica e non precettizia e perciò non le poteva cancellare.

Perciò si congelarono le vecchie norme e il parlamento non provvide ad abrogare le leggi fasciste, la Corte Costituzionale, non a caso, nacque in ritardo nel 1956; perciò ancora oggi, come sotto il fascismo, occorre l’autorizzazione di polizia per affiggere avvisi e distribuire volantini, occorre il permesso della polizia in materia di stampa, perché vigono le leggi fasciste sulla pubblica sicurezza. Però, qualche volta, nel corso di processi ordinari, la corte costituzionale, spesso riluttante, è stata costretta a cancellare delle norme anticostituzionali, in questa e in altra materia.

Comunque, ancora oggi, l’art. 113 della legge di pubblica sicurezza, ordinata in un Testo Unico del 1931, è in contrasto con l’articolo 21 della costituzione sulla libertà di stampa; per i liberali l’articolo 21 è norma precettizia, cioè da applicare subito, e non programmatica, mentre la Cassazione, con la sentenza del 12.10.1950, ha stabilito che è norma programmatica, cioè da attuare con comodo; ma così è legittimata la censura del questore per ogni scritto.

Questo art. 113 è servito a condannare manifestini politici scritti alla porta della propria abitazione e scritte sui muri contro il governo. I testi unici sono raccolte di leggi o parti di leggi, anche speciali, che riguardano una determinatra materia; secondo la Corte Costituzionale sono decreti legislativi con  forza di legge; considerata l’elefantiasi delle norme, aiutano a ricercare la normativa in vigore su una materia particolare.

 Nunzio Miccoli  www.viruslibertario.it;   numicco@tin.it.

 Fonte:

“Storia della libertà di stampa in Italia” di Rinaldo Boggiani – Edizioni Associate

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I POTERI DELLO STATO

 Quando si parla dei poteri dello stato, generalmente ci si riferisce a quelli previsti dalla costituzione, però sarebbe più corretto distinguere i poteri della costituzione da quelli reali; infatti i poteri possono essere costituzionali e reali, costituzionali, extracostituzionali  e anticostituzionali, palesi e occulti, legali e illegali; inoltre, alcuni poteri palesi esercitano anche poteri occulti. Tra i poteri occulti, non di poco conto, vanno messi nei vari paesi, l’alta finanza, le società segrete e il clero.

Questi poteri non fanno direttamente leggi, come non le fa la magistratura, ma sono in grado di influire sul processo legislativo, con ricadute su tutti i cittadini; non è un mistero che in tanti paesi, ieri e oggi, esercito e clero sono poteri reali che influenzano la vita politica e il governo dei paesi,  anche se non sono citati tra i poteri della costituzione. La costituzione non è indispensabile alla vita di un paese e l’Inghilterra non ce l’ha, tuttavia se esiste, l’ordinamento legislativo complessivo deve essere allineato alla costituzione.

Ora accade, non solo che si fanno leggi anticostituzionali, ma che, come hanno rilevato molti studiosi, esistono poteri reali che non sono inseriti nella costituzione, come l’informazione, i sindacati, i partiti, le autorità, l’esercito, la polizia, i servizi segreti, i sindacati, i partiti e le Autorità. Alcuni di questi poteri sembrano anche prevalere sui poteri o organi costituzionale dello stato, ad esempio, i partiti e il governo a volte sembrano prevalere sul parlamento; malgrado la nostra democrazia si definisca parlamentare.

Da questa disamina si ricava l’impressione che la costituzione è un documento osannato ma staccato dalla realtà; dopo l’esperienza fascista, la nostra repubblica è stata qualificata parlamentare anche per contenere il potere personale del presidente della repubblica e del capo del governo; il capo del governo, secondo la costituzione, ha meno poteri del capo dello stato, ma praticamente non è così, sia perché il presidente non esercita tutti i suoi poteri, sia perché il capo del governo ha un ruolo effettivo di direzione nel governo palese, anche se è condizionato dagli altri poteri.

Insomma la costituzione può dire che la repubblica è parlamentare ma in realtà non  lo è, può dire che i poteri sono divisi, ma in realtà il governo legifera e la magistratura esercita il sindacato sulle leggi, può dire che lo stato è laico, ma il clero condiziona le leggi trasformando lo stato, in maniera strisciante, in confessionale; infine, il legislatore ordinario, sotto la pressione delle lobby, dal 1948 ha prodotto  continuamente leggi anticostituzionali, promulgate dai presidenti e ignorate dalla corte costituzionale.

Con l’entrata in vigore della carta costituzionale, la corte di cassazione  avrebbero dovuto abrogare le leggi fasciste anticostituzionali che sono tuttora vigenti, per conservare queste leggi, la corte costituzionale fu fatta nascere, non a caso, solo nel 1054 . Il Italia il presidente della repubblica non esercita i suoi ampi poteri, non è solo il garante della costituzione, perché questo compito spetta alla corte costituzione, lamenta che non ha potere esecutivo, ma la nostra non è una repubbliche presidenziale; il capo del governo lamenta che, leggendo la costituzione, ha meno poteri del presidente e c’è chi invoca il cancellierato; in realtà, il capo del governo, nella pratica, ha poteri di indirizzo  che esorbitano la costituzione ed è meglio così.

La corte costituzionale dalla sua costituzione non ha sempre sorvegliato sulle leggi, la costituzione fissa alla prima parte alcuni principi, peraltro disattesi, come l’articolo 3,  alla seconda parte parla della struttura dello stato, con la divisione dei poteri; l’una e l’altra non corrispondono alla realtà. Se la costituzione deve esistere, bisogna adeguare la legislazione alla costituzione o bisogna aggiornare la costituzione; la costituzione non può essere un documento campato in aria, ma deve informare tutto l’ordinamento e deve essere un documento di programmazione legislativa; comunque, la costituzione si può sempre modificare e la stessa carta costituzionale ne  suggerisce la procedura,  fra l’altro, con questa procedura, è già stata modificata marginalmente in alcune sue parti.

I comportamenti illegali dei cittadini vanno naturalmente contro la legge; però una legge anticostituzionale è illegale per volontà di governo o parlamento e presidente della repubblica e perciò, poiché la costituzione dovrebbe condizionare tutto l’ordinamento giuridico, non dovrebbe mai entrare in vigore; oppure, per esistere, dovrebbe essere stata preceduta da una revisione della costituzione, la quale non deve essere mai vista come un dogma, anche se, le modifiche della costituzione dovrebbero essere sempre migliorative e non dovrebbero togliere diritti o discriminare i cittadini. Per inciso, non va dimenticato, che non tutte le costituzioni sono democratiche e costituzione non è sinonimo di democrazia, inoltre, la democrazia si presenta sotto diverse forme.

 Nunzio Miccoli     www.viruslibertario.it; numicco@tin.it.

 

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LA DIFESA DEI DIRITTI

 Per la prima volta nella storia, la gente, grazie ad internet, è politicamente desta, cosciente e interattiva, in tal modo è in grado di fronteggiare gli effetti perversi della globalizzazione; sfida l’informazione prostituita, i poteri costituiti e il nuovo ordine del mondo; perciò bisogna proteggere la libertà della rete che ha già subito attacchi da vari governi, soprattutto da parte di quelli più autoritari.

La propaganda occulta della disinformazione della stampa e della politica manipola esaltati di destra, di sinistra e fondamentalisti che alimentano il terrorismo, questa manipolazione è aiutata da alcuni servizi segreti dietro i quali sono gli stati; lo scopo è favorire la speculazione e disgregazione di stati anche alleati, in questa strategia l’Italia, paese semisovrano perché uscito sconfitto dalla seconda guerra mondiale, è stato un laboratorio, le ricette da essa subite sono state poi applicate al terzo mondo.

Le società segrete come la massoneria, l’opus dei e l’ordine di Malta sono regolarmente infiltrate da agenti d’intelligence perché lo stato molte volte si muove nella segretezza invece che nella trasparenza; queste società segrete nacquero come partiti o corporazioni segrete, con lo scopo di puntare a interessi economici e di potere, inevitabilmente perciò furono portate ad alimentare complotti.

Eserciti segreti e disinformazione sono gli strumenti del potere, i poteri dello stato più importanti non sono poteri costituzionali, ma sono il clero e l’esercito, il che attesta quando sia staccata dalla realtà la costituzione; gli stati finanziano operazioni sotto falsa bandiera e terrorismo, l’ordine di Malta è uno dei principali canali di comunicazione tra CIA e Vaticano; il Vaticano sostenne, Mussolini, Hitler, Franco, Salazar, Peron e Pinochet, in pratica è sempre stato sostenitore di regimi antidemocratici.

Non si capisce bene dove si stia dirigendo il mondo e chi ispira le azioni dei fondamentalisti; in Francia una legge vieta i simboli religiosi, come crocifisso e velo islamico, il paese ha una popolazione islamica che supera il 10% e, diversamente dagli USA, i musulmani francesi non sono bene integrati, sono antisemiti e contrari ad una società laica; invece in Inghilterra e Olanda esiste il multiculturalismo religioso, in Inghilterra esistono cento corti della sharia, i tribunali islamici, che hanno minato la common low uguale per tutti.

Storicamente in Europa la giurisdizione unica, che garantisce una legge uguale per tutti, è stata un’eccezione, tribunali speciali e giurisdizioni speciali sono esistite a Roma e nel medioevo, a favore di varie etnie e del clero; però solo la giurisdizione unica e il diritto comune garantiscono la parità dei diritti, all’interno dei quali solo norme di salvaguardia garantiscono la democrazia, tra queste è l’articolo 3 della nostra costituzione, costantemente baipassato dalla legge ordinaria, fin dal momento della sua applicazione.  

I tribunali islamici negano diritti umani, libertà e uguaglianza, che sono alla base delle democrazie europee, la sharia sostiene l’ineguaglianza di figli maschi e delle femmine nella successione, prevede il ripudio della moglie, la poligamia, sostiene che in tribunale la testimonianza di una donna non vale come quella di un uomo; è contraria al matrimonio di una musulmana con un cristiano e, in generale, vede con sospetto i matrimoni misti.

Il velo islamico non simboleggia solo il pudore ma è anche un simbolo di oppressione, chi non lo porta è sospetto di apostasia dai fondamentalisti; in Francia i musulmani rifiutano di studiare l’olocausto, rifiutano corsi di ginnastica e di scienze e sport in comune con le donne, gli islamici si dicono sottomessi ad Allah e non agli uomini; per combattere la promiscuità, nelle piscine francesi due giorni alla settimana sono riservati alle donne.

Donne cristiane sono rifiutate dai musulmani come insegnanti, medici e infermiere; medici cristiani non possono visitare o operare donne islamiche. Tollerare l’intolleranza religiosa fa vacillare la democrazia, minando i diritti dell’uomo di memoria illuminista; gli uomini non possono essere esposti al totalitarismo teocratico, combattuto dai laici e lungamente coltivato anche dalla chiesa cattolica ed ancora presente in Italia.

 Nunzio Miccoli  www.viruslibertario.it;   numicco@tin.it

 

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L'INTERVENTO MILITARE IN LIBIA

 La risoluzione numero 1970 del 26.2.2011 del Consiglio di Sicurezza ONU, emessa contro Gheddafi, imponeva pesanti sanzioni economiche, con blocco dei beni personali dei rais, embargo alla vendita di armi e processo di fronte alla corte penale internazionale dell’Aia per crimini contro il suo popolo; l’America ha anche disposto il congelamento dei beni di Gheddafi in Usa. La risoluzione numero 1973 del 17.3.2011 del Consiglio ha imposto la no fly-zone per gli aerei di Gheddafi ed ha previsto il ricorso all’uso della forza da parte della Nato.

Usa, Francia e Inghilterra hanno diretto questa strategia e in precedenza erano ostili ai rapporti dell’Italia con la Libia; la Libia, con sei milioni di abitanti, stava portando avanti un progetto di canalizzazione di acque dolci, sfruttando bacini sotterranei che avrebbero trasformato la Libia in una fertile pianura agricola; l’acqua per il deserto libico sarebbe stata pompata da 270 pozzi, la spesa di 25 miliardi di dollari, prevista per assicurarsi l’autosufficienza alimentare, sarebbe stata finanziata dal governo libico e non dal Fondo Monetario Internazionale, il che accade raramente nel terzo mondo.

La Libia ha il più alto livello di vita in Africa ed è in grado di resistere alle sanzioni con le sue cospicue riserve aure custodite nella banca centrale di Tripoli e vendendo di contrabbando petrolio come fanno anche i ribelli e come faceva Saddam in Iraq per resistere alle sanzioni. L’occidente ha prima sostenuto la piazza con agenti infiltrati e alimentato la propaganda con la rete internet, poi ha bombardato i mezzi pesanti libici, anche con l’uranio impoverito che provoca patologie e morte.

Dopo le prime dichiarazioni critiche dell’Italia all’aggressione con bombardieri voluta dalla Francia contro la Libia, l’Italia ne è stata coinvolta come uno stato semisovrano, ignorando ancora una volta la sua costituzione; le ragioni vere della guerra non si conoscono però la propaganda di stato afferma che siamo intervenuti a difesa dei civili libici sotto tiro di Gheddafi. Ciò è avvenuto ignorando ciò che succede in altri paesi come la Siria, dove esiste parimenti una dittatura e la piazza ribelle non è trattata meglio che in Libia.

A Bengasi è nato un governo provvisorio anti Gheddafi, con 31 membri, che ha ricevuto riconoscimento dalla Francia, la prima che ha voluto menare le mani, e poi da altri paesi; tra questi membri alcuni appartengono ad Al-Qaeda; bisogna ricordare che diversi paesi si sono compromessi con la politica di Gheddafi, fornendogli armi e credito politico, tra essi Italia, Russia e Francia. In Libia esistono ancora tribù e clan familiari, però nel paese vi è anche la maggiore concentrazione di terroristi dopo l’Arabia saudita, in proporzione agli abitanti, questi terroristi erano repressi da Gheddafi e adesso cosa succederà?

La LIFG libica è una filiale di Al - Qaeda la quale è a sua volta nata dalla Fratellanza Musulmana egiziana, la LIFG è legata alla tribù di Harabi che vorrebbe restaurare la monarchia con un discendente di re Idris; le terre di questa tribù furono espropriate e distribuite con una riforma fondiaria da Gheddafi, ora questi ribelli sono riforniti di armi dagli occidentali, a quale scopo? Quanto detto non serve a negare le atrocità commesse da Gheddafi contro il suo popolo, il suo vecchio terrorismo all’estero filo islamico, filosovietico e antioccidentale, come la sua pretesa di riparazioni da parte dell’Italia.

Le guerre sono sempre derivate da interessi economici, quando gli stati vogliono sfruttare e sottomettere a tributi, oltre i loro popoli, anche altri popoli e altri stati, però c’è chi sostiene, per trarre in inganno i popoli, che le guerre possono essere anche ideologiche, cioè politiche o religiose, o umanitarie e possono essere anche giuste. Si afferma che le guerre umanitarie servono a proteggere i civili dagli abusi delle dittature.

Sono tante le dittature sulla terra, tutte presenti all’Assemblea dell’ONU, anche nella commissione per i diritti umani, occupata anche dalla Libia, il che sembra una beffa avallata dall’Assemblea dell’ONU; le guerre umanitarie, come quella in corso in Libia, violano la Carta dell’ONU, la sovranità e l’autodeterminazione dei popoli.  Gheddafi, avrebbe già trovato asilo all’estero, spera di recuperare i suoi investimenti all’estero e resiste perché teme di finire davanti alla corte internazionale di giustizia per crimini di guerra. 

Anche Milosevic, nonostante le promesse d’immunità, fini davanti a questa corte, da ricordare che la maggior parte dei leaders di opposizione a Gheddafi erano stati suoi collaboratori, compromessi con il suo regime; probabilmente hanno trattato con l’occidente e, se Gheddafi andrà via, saranno trattati bene, accadde anche a tanti nazisti alla fine della seconda guerra mondiale. Francia e Inghilterra, nel seguire gli interessi di Total e BP, sono intervenute in Libia, facendo un torto all’Eni che deteneva la posizione più forte nel paese; alla fine il governo italiano si è associato o appiattito, come uno stato vassallo, uscito sconfitto alla seconda guerra mondiale, alle posizioni anglofrancesi.

Se in Libia ne nascerà una guerra civile lunghissima, come in Somalia e Iraq, le vittime civili, invece che protette, non potranno che aumentare; le azioni della Nato hanno spesso la conseguenza delle medicine che fanno aumentare le patologie. Eppure governo, stampa e opposizione plaudono all’intervento dell’Italia; secondo Napolitano, la nostra missione militare in Libia è legittimata dalla costituzione, quando si sa che la nostra costituzione ripudia la guerra, del resto, anche D’Alema sostenne l’intervento NATO in Kosovo.

L’Onu ha approvato l’intervento con un documento che cancella una serie di principi fondamentali della stessa ONU, infatti, il capitolo 7 della sua Carta autorizza azioni militari solo in caso di minaccia alla pace e dietro richiesta di governi in carica dei paesi coinvolti, siano essi democratici o autoritari; se l’articolo non fosse stato formulato così, la maggior parte degli stati non avrebbe partecipato all’ONU. La Libia oggi non rappresentava più una minaccia alla pace e aveva fatto anche parte della commissione Onu per i diritti umani.

Lo stesso capitolo proibisce ingerenze negli affari interni degli stati membri, anche se liberticidi, quindi esclude interventi a favore di partiti o della democrazia interna, la maggior parte degli stati facenti parte dell’Onu sono stati autoritari e senza questa clausola non sarebbero entrati nell’Onu. Il Consiglio di Sicurezza ha affermato di voler intervenire a favore di civili inermi, i quali però sono stati spesso armati con l’aiuto di agenti segreti di Francia e Inghilterra; hanno colpito le forze di Gheddafi che li ha colpiti a sua volta, anche se Gheddafi sicuramente non è tenero con la piazza; poi si sa che nelle guerre vere e in quelle civili ci vanno di mezzo anche civili inermi e innocenti, né mancano le ingiustificate vendette personali.

Anche in Kosovo l’UCK era stato aiutato dall’occidente, con divise e armi; la risoluzione del consiglio di sicurezza ONU numero 1973 ha imposto una no fly zone sul cielo libico; in questo caso, la volontà del consiglio di sicurezza non sembra rispettare quello dell’Assemblea Generale, peraltro costituita di tante dittature liberticide; scopo della risoluzione è impedire agli aerei libici di colpire i rivoltosi dall’alto, però questa risoluzione è stata interpretata da francesi e inglesi come diritto di bombardare tutte le posizioni delle truppe di Gheddafi. I francesi hanno voluto essere i primi ad attaccare; a causa di questa guerra, ora l’Italia è esposta all’immigrazione selvaggia.

Purtroppo i rappresentanti degli stati nell’Assemblea dell’ONU sono scelti dal governo e non dal popolo e perciò non sono liberi nelle loro decisioni, ma forse la differenza, visto come funzionano le democrazie e le elezioni, non sarebbe stata poi molta; comunque, la direttiva di far rispettare la no fly zone è stata violata dalla Nato, la quale è andata oltre le operazioni autorizzate.

L’Italia rischia rappresaglie, immigrazione, calo delle forniture di petrolio e gas ed è esposta al terrorismo, è l’Italia che ha preteso che la guerra si svolgesse sotto l’egida Nato, che è così servita a dare coperture alle operazioni anglo francesi; una volta la NATO era mal vista dalla sinistra italiana, che oggi si è accostata all’Europa, alla Nato e alle Banche. Finita la guerra fredda, la NATO doveva essere sciolta, ma oggi è diventata una santa alleanza a difesa d’interessi oscuri, con mandato o copertura ONU.

Le guerre preventive sono sbagliate, la Germania e l’Unione Europea hanno mantenuto in questo intervento un atteggiamento più prudente dell’Italia; bisogna ricordare che l’America ha ipotizzato una guerra preventiva anche contro l’Iran che ha missili in grado di raggiungere l’Italia. Per questa guerra l’Italia sta attrezzando la base americana di Pisa, che con i suoi annessi è la più grande base americana all’estero, il sindaco del PD è galvanizzato per le positive ricadute occupazionali.

 Nunzio Miccoli  www.viruslibertario.it numicco@tin.it

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COME SONO NATI I GOVERNI, GLI STATI E LE NAZIONI

 Quando si confrontano i sistemi politici, si fanno differenze tra democrazie, sempre imperfette, dalle dittature, dalle tirannidi, dai regimi autoritari, dai regimi personali e dalle monarchie assolute, contemporaneamente si contrappongono gli stati confederati o federali con quelli con amministrazione accentrata, definiti unitari, questi ultimi sono meno rispettosi delle autonomie locali.

Alcuni ritengono che la nostra democrazia imperfetta sia un’evoluzione dei primi regimi personali, e che lo stato federale sia il traguardo degli stati accentrati semidemocratici. Vale la pena, però, di fare un po’ di storia al riguardo; originariamente le tribù e i clan, dediti usualmente a caccia ed a razzie, non riconoscevano un’autorità monarchica superiore, però, di fronte ad un pericolo esterno comune, si costituivano in confederazione e poi in federazione e con ciò conferivano poteri superiori ad un monarca, il quale assumeva i poteri del comandante militare della coalizione e, in secondo tempo, il ruolo di giudice supremo; il tutto in cambio della protezione, cioè il re reclamava tasse dai soci, in cambio della sicurezza offerta loro.

Con il tempo, la nuova dinastia ampliava con la guerra i confini dello stato, aumentando i suoi contribuenti interni e sottoponendo popoli esterni sconfitti  ad un regime coloniale o di protettorato, cioè rendendo tributari pure loro; dal che si evince che la prima finalità dello stato è la riscossione delle tasse, il che rappresenta il carattere distintivo e originale dello stato, senza il quale lo stato si estinguerebbe; la tassazione era motivata all’inizio dalla protezione o sicurezza e, in un secondo tempo, da alcuni servizi resi dallo stato, fatti pagare però, in regime di tassazione, a caro prezzo ai sudditi.

Man mano che il potere si accentrava sempre di più, quando il pericolo esterno diminuiva, i baroni o boiardi, cioè i nobili ex capi delle tribù, rivendicavano una loro autonomia dal potere centrale, oltre i normali privilegi già concessi dalla corona, come l’esenzione dalle tasse, il possesso di terre e la sottrazione alla legge comune. E’ da questa classe di taglieggiatori che nacque la nobiltà, anche se essa, a causa di guerre, rivoluzioni e occupazioni da parte di stranieri, lungo i secoli non è stata mai la stessa.

Anche i re o imperatori erano nati dalle loro file, normalmente i condottieri e i signori della guerra si facevano prima conti e, se avevano fortuna o sapevano giocare bene le loro carte, si facevano re; questi, in primo tempo erano eletti dagli altri principi o nobili, in un secondo tempo, trasmettevano il loro titolo ai successori; le vicissitudini storiche spostarono il potere dai nobili al re, i nobili formavano la corte del re e il potere diveniva sempre più assoluto e lontano dal popolo.

Tutte le civiltà sono state precedute da nomadismo e tribalismo, le tribù avevano delle assemblee di villaggio, di cui facevano parte gli anziani, che diedero vita al senato, mentre il capo tribù era un sindaco eletto che si evolse in un secondo tempo in conte, trasmettendo il suo titolo; era la stessa evoluzione della monarchia e dei vescovi, assunti tra agli aristocratici, anche se il papa è rimasto un sovrano elettivo.

Ancora oggi nel terzo mondo i dittatori, seguendo il processo di formazione delle monarchie, tentano di trasmettere la loro carica al figlio, la carica di parlamentare, ambasciatore, notaio, giudice, alti funzionari a capo di uffici è stata spesso ereditaria nella storia; comunque, tutte queste cariche, come gli uffici, potevano anche essere compravendute, cosa che hanno fatto spesso anche nobili e vescovi.

Sembra che la strategia del potere sia quella di allontanarsi sempre di più dal popolo, passando dal localismo delle tribù, alla federazione, al governo unitario centralista e autoritario, fino al governo unico mondiale; eppure, non le libere elezioni, ma il localismo e il decentramento sono la migliore forma di democrazia, con autonomia amministrativa e fiscale, democrazia diretta e uso delle risorse locali ad esclusivo benessere della comunità locale, usando principalmente le produzioni locali, con ciò riducendo trasporti inutili e inquinamento. 

Anche se il federalismo sembra più rispettoso dei sudditi nei confronti del potere centrale unitario, pare che il localismo, il federalismo, il governo centrale e quello mondiale siano tutte delle tappe di un processo storico degenerativo che ha espropriato i sudditi di ogni sovranità e di ogni controllo sugli atti del governo.

Già gli individui, vivendo nella tribù, per ragioni di sicurezza, avevano dovuto rinunciare ad ogni possibilità di autodeterminazione e di autogestione, ora, per adattemento e istinto di sopravvivenza,  queste aspirazioni sono morte nella maggior parte degli uomini a favore di uno spirito comunitario; questi uomini degenerati non desiderano più essere orfani di un’autorità, però alcuni uomini hanno conservato certe aspirazioni, reclamano autogoverno e soffrono di questa degenerazione o involuzione.

Laddove manca la possibilità di autodeterminazione, di autogoverno o di secessione, esiste ancora una monarchia occulta assoluta, anche se ci sembra di vivere in regime repubblicano, perché anche la monarchia era un simbolo e rappresentava l’unità nazionale; la realtà del potere, in ogni regime dove esiste poca libertà e poca democrazia, è l’oligarchia, che ancora oggi dirige, dietro le quinte, le nostre sorti.

I politici di turno sono i loro pupazzi, sempre alla ricerca di privilegi; come si cambiano i parlamentari e i ministri, anche il monarca o il dittatore, quando non segue gli indirizzi dell’oligarchia occulta, con una congiura di palazzo e con il cambio di dinastia, si può cambiare. Lo stato è una società segreta o occulta nata per la riscossione delle imposte, in cambio di una generica protezione concessa ai sudditi.

Fatti i governi, sono nati gli stati e poi di seguito le nazioni, imponendo delle leggi uniformi, un’istruzione, una religione e una lingua, sottoponendo i sudditi a una tassazione solo a favore dello stato, facendo divenire illegale la tassazione concorrente e molto antica delle mafie; tuttavia, com’è nella logica delle false democrazie, anche questi stati sono stati costretti a conservare esenzioni e privilegi a favore di personaggi di rango, amici o soci del potere occulto. Il tutto mentre gli ingenui declamano l’eguaglianza dei cittadini avanti alla legge, sancita dalla costituzione.

 Nunzio Miccoli    www.viruslibertario.it,   numicco@tin.it

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L’ITALIA AL CROCEVIA

Secondo certi politici e certa informazione, Berlusconi pare l’unico politico ad alimentare il conflitto d’interesse, a riciclare soldi di mafia e ad essere collegato alla mafia, è il solo politico ad alimentare  scandali sessuali; il premier è tallonato da partiti, informazione e magistratura, a volta sembra l’origine di tutti i mali d’Italia, in realtà la politica  è sempre animata da interessi personali, conflitti d’interesse e di potere.

Berlusconi si era presentato agli italiani con un  programma avanzato di riforme vere, che non toglievano diritti agli italiani ma che non è stato ancora attuato,  afferma però che il suo programma non è stato accantonato, parlo soprattutto del federalismo, della  riforma fiscale, del controllo della spesa sanitaria, ecc. Però le riforme vere intaccano i privilegi e le rendite di posizione, è nell’interesse di Big Pharma svenarci per la sanità, è per questo che certe riforme non si fanno; oggi la spesa sanitaria aumenta ogni anno molto più del reddito nazionale ed è difesa soprattutto dalla sinistra.

Premesso che la politica italiana, dall’unità in poi, è stata contrassegnata da collusioni mafiose, erano mafiosi Francesco Crispi e Vittorio Emanuele Orlando, e che i Savoia regalarono posti in parlamento a mafiosi che avevano favorito l’unita, oggi non si possono minimizzare i successi di Maroni nella lotta contro la mafia, anche se, verosimilmente, egli non arriverà mai a colpire la cupola mafiosa.

I conflitti d’interesse, la corruzione e gli scandali sessuali sono stati spesso associati alla politica, infatti, banalmente si afferma che si partecipa alla lotta politica per denaro, per potere e per sesso; nel terzo mondo, dove la terra è concentrata, si afferma che l’unico modo per arricchirsi è la politica Comunque, il can can mediatico contro Berlusconi, alimentato da questi temi, dimostra che non è vero che controlla tutta l’informazione; d’altra parte, l’attenzione dei giudici verso Berlusconi, in altri casi distratti, collusi  o lenti, può rivelare uno zelo sospetto.

Se esiste un complotto per impedire le riforme, bisogna capire chi tira le fila, ricordando che l’attuale clima surreale, intriso di scandali alimentati da Berlusconi, alimenta una lotta politica che per il potere occulto significa salvaguardia d’interessi economici e per i politici capitani di ventura significa mirare a raggiungere il palo della cuccagna del governo, dove si collezionano privilegi, si fanno favori agli amici e si ricevono regalie dalle  lobby.

Qui non si postula l’innocenza di Berlusconi, ma si vuole solo rimarcare che la politica si è sempre fatta anche con inchieste di stampa e della magistratura, oltre che con il resto dell’armamentario, cioè con guerre, terrorismo, complotti, rivoluzioni, ecc, una volta i regicidi avvenivano perché non c’erano le libere elezioni; naturalmente pare che Berlusconi offra volentieri occasioni agli attacchi a lui rivolti; tuttavia, mi ripeto, viene da chiedersi se una regia occulta alimenti stampa e magistratura. Del resto, nel 1992, al tempo di mani polite, i magistrati colpirono o rivolsero la loro attenzione soprattutto verso i partiti di governo come DC e PSI.

Per inciso, nella prima repubblica, mentre la DC era saldamente collegata agli interessi economici,  la sinistra, in cambio del suo sostegno a certe leggi, aveva trattato per acquistare spazio in magistratura, informazione, scuola  e banche; ciò si faceva agevolmente con la cooptazione e con i concorsi truccati; partiti, sindacati e chiesa ne determinavano l’esito. A causa di questi favoritismi,  lo stato italiano è oggi largamente inefficiente, perché con il clientelismo ha favorito gli amici di strada, privandosi delle persone migliori, anche se prive di una fede politica o religiosa o con una fede diversa.

Mao Tsè Tung diceva che non era importante se il gatto era bianco e nero, purché prendesse i topi, cioè facesse un servizio, per la nostra politica invece è stato soprattutto importante premiare i suoi uomini, pare perciò che l’amministrazione pubblica non serve a concedere dei servizi ma a creare posti di lavoro per gli amici. Una persona che aveva vinto un concorso (probabilmente truccato) mi aveva confidato che occupava quel posto perché aveva vinto un concorso, però, se volevano che lavorasse, dovevano pagarlo a parte; anche i politici ragionano così, sono in  parlamento per aver vinto un concorso truccato, cioè le elezioni, e se le lobby vogliono essere servite devono pagarli a parte, mentre il popolo aspetta le riforme.

Nei settori citati di magistratura, informazione, scuole e banche dominano uomini di sinistra,  naturalmente si fa per dire, però, per imprimere una rotta alla politica, gli editori devono essere  condizionati economicamente con iniezioni di denaro, cioè pubblicità e finanziamenti pubblici e privati, anche con i finanziamenti di potenze straniere; val la pena di ricordare che  Francesco Saverio Nitti scrisse  che l’Italia, per potersi prendere la Libia, dovette comprarsi i giornali francesi, inoltre, alla vigilia della prima guerra mondiale, arrivarono alla stampa italiana fiumi di denaro per far entrare l’Italia in guerra a fianco di Francia o di Germania.

E’possibile che chi oggi mira a far cadere Berlusconi voglia impedire riforme che egli ha promesso e reiterato ma che non ha mai fatto ma che potrebbe fare, riforme che peserebbero sulle tasche di lor signori, cioè dell’élite mondialista; insomma una regia occulta, seguendo i suoi interessi, mira  a far cadere Berlusconi per impedire che l’Italia faccia delle riforme per mettersi al passo con gli altri grandi paesi ed esca da una condizione semicoloniale. Val la pena di ricordare che con le svalutazioni ricorrenti della lira, favorite dalla instabilità politica dell’Italia e dal terrorismo, tanti, operando speculativamente, si riempirono le tasche, soprattutto all’estero; inoltre, il debito pubblico favoriva la condizione servile del paese, questo debito oggi è posseduto al 40% da paesi esteri, 500 miliardi di esso sono in mano della Francia.

Oggi in Italia destra e sinistra sono con la chiesa, la destra tradizionalmente e la sinistra modernamente; la sinistra, oltre le tasse e la spesa sanitaria, difende anche l’autonomia delle banche, quelle nazionali sono controllate dal Vaticano e quelle locali dai vescovi; la sinistra difende l’autonomia della Banca d’Italia, la quale è in conflitto d’interesse, perché controlla  le banche ed è posseduta dalle banche.

Da più parti si afferma che le banche controllano stati e industrie e la politica italiana è influenzata  da Vaticano, conferenza episcopale e centri finanziari, che in Italia fanno capo alla chiesa, all’estero ad altri personaggi ma anche alla chiesa; queste banche hanno speculato e strozzato piccoli imprenditori e risparmiatori e poi, a causa d’insolvenze su cui si dovrebbe approfondire, sono state salvate dagli stati.

Queste banche appartengono ai soliti ignoti, che grazie ai moderni strumenti di controllo del capitale, cioè finanziarie, partecipazioni a catena e paradisi fiscali, non compaiono, mentre i piccoli azionisti sono chiamati dai banchieri “il parco buoi”, cioè quello dei gabbati. In materia d’insolvenze bancarie, in Italia bisogna ricordare i vecchi casi del Banco di Napoli, del Banco di Sicilia e del Banco di Roma. Il governo tecnico, tanto invocato, è sollecitato dal partito della banche.

Val la pena di ricordare che, da quanto esistono partiti e sindacati, la loro nascita è stata finanziata da centri d’interesse economico e da potenze estere, pertanto anche il movimento di Fini, Futuro e libertà, ha potuto godere di questi aiuti; per chi lo conosce da tempo, pare che Fini abbia subito una mutazione, si potrebbe definire un altro caso di trasformismo, ha adottato anche temi sensibili. Del resto, questo è proprio ciò che fanno i politici e gli avvocati, se sono bravi, prima si scelgono una causa e poi la devono difendere con degli argomenti validi; la politica non fa altro che abusare della credulità popolare.

Nella prima repubblica si cercavano di risolvere le liti esplose all’interno dei maggiori partiti di governo con delle verifiche interna, cercando di evitare che le polemiche venissero messe in piazza, invece Fini ha preferito mettere in piazza il suo dissenso con Berlusconi, cercando di provocarne la caduta; tuttavia paventa il ricorso alle urne che, con l’attuale legge elettorale maggioritaria non lo favorirebbe.

Io sono a favore di una legge elettorale proporzionale con lo sbarramento, però le fibrillazioni politiche dell’Italia non sono dovute solo al sistema elettorale, l’Italia, dall’unità in poi, li ha conosciuti tutti ed ha avuto governi che duravano in media un anno. Dall’unità e dalla fine della seconda guerra l’Italia non riesce a riformarsi, nessuno parla più di abolire le corporazioni e di eliminare l’evasione legale, ma si preferisce fare la solita filippica contro l’evasione,  la quale spesso, per tanti italiani, con uno stato implacabile esattore, usuraio e biscazziere, è solo un  modo per sopravvivere.

Superando la dicotomia statalismo-liberismo, bisognerebbe puntare ad ammodernare l’Italia, eliminando diseconomie, sburocratizzarla, renderla più forte e concorrenziale, l’Italia non può competere con costi energetici e tasse più alte, con trasporti più inefficienti, con norme che penalizzano la produzione, con rimborsi fiscali lenti alle imprese; con questa politica si sacrifica produzione ed economia, bisogna ricordare che la Francia, dall’unità in poi,  molto volte ha ostacolato le nostre ambizioni, eppure oggi un’Italia forte potrebbe essere utile all’Europa, visto che la Cina cresce impetuosamente.

Se grandi manovre impediscono all’Italia di riformarsi, ritengo che l’Italia, con il tempo, si  spaccherà, nemmeno l’Italia unita è un dogma, nella sua storia è stata più disunita che unita; tuttavia, malgrado i deficit della politica ed il modo orribile in cui è stata realizzata l’unità del paese, ritengo che oggi gli italiani si sentano più uniti che nel 1861, quando il paese raggiunse l’unità; in generale, gli italiani delle ragioni di confine non sono in maggioranza per la devolution.

Però con il tempo, grazie al malcostume politico, gli italiani a favore della devolution potrebbero raggiungere questa maggioranza; c’è una parte del paese che si è sempre diretta verso partiti riformatori che poi sono stati cooptati dal sistema ed hanno tradito le aspettative; perciò ora più italiani, in cerca della salvezza, si potrebbero dirigere verso la secessione; inoltre, vista la generale corruzione ed il trasformismo, per rafforzare il partito autonomista, anche i politici nazionalisti si possono comprare.

 Nunzio Miccoli   www.viruslibertario.it;   numicco@tin.it.

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SCHIAVITU’ ED AUTODETERMINAZIONE

 Le guerre scoppiano per la difesa d’interessi economici, per le terre, per i mercati e per vendere armi, sono volute da alcune camarille che controllano gli stati; gli stati sono gelosi di territori e di sudditi contribuenti ed è per questo che il Vaticano è contro il controllo delle nascite, perché, senza il lavoro, terra e capitale sono improduttivi. Gli stati fanno trattati di pace, di alleanza o per regolare varie materie, però, poiché mirano ad acquistare influenza, devono farsi le scarpe e acquistare altri territori e altri mercati; perciò ne nascono le violazioni generalizzate dei trattati, delle leggi internazionali, le guerre e gli imperi; tutto ciò è reso possibile dal fatto che il popolo non è stato veramente sovrano da nessuna parte, anche se a volte ha usufruito in parte del saccheggio di altri popoli.

Il principio d’intangibilità delle frontiere, conclamato da trattati e da dichiarazioni di assisi internazionali e dai massimi dirigenti politici, non solo è spesso disatteso, perché le frontiere sono regolarmente contestate da stati in guerra, ma questo principio è in contrasto con il principio dell’autodeterminazione dei popoli, sancito da convenzioni e risoluzioni; però, questo principio è in contrasto e vale meno del  precedente, poiché  il popolo non è sovrano,  è una chimera ed un abuso della credulità popolare.

L’Ossezia del sud e l’Abkazia vogliono la separazione dalla Georgia, il Kossovo la vuole dalla Serbia, altre minoranze etniche o regioni storiche in Belgio, Spagna, Francia, Gran Bretagna e Italia vogliono la secessione; a volte pare che lo stato nazionale sia in crisi; lo stato nazionale non è veramente nazionale perché non è fatto di una sola etnia, però ha mirato ad esserlo, imponendo leggi, lingua, costume e religione, cioè omologando i cittadini. Oggi in Europa occidentale solo l’omologazione religiosa è archiviata, però l’Italia, asservita al Vaticano, si muove in controtendenza, come l’Islam.

Siccome i grandi stati europei si stanno disgregando, pare che l’Unione Europea, nella confusione del linguaggio, invece di difendere lo stato-nazione, voglia difendere lo stato plurietnico, mentre vuole omologare gli europei con le sue leggi; forse si va verso stati nazionali più piccoli, con il rafforzamento del governo centrale dell’Unione Europea, conformemente al Nuovo Ordine Mondiale.

L’élite mondialista vorrebbe usare il proprio potere economico e politico per tenere sotto controllo la popolazione mondiale, ritiene che, poiché ci sono individui che pensano liberamente, la più grande minaccia  è costituita da una popolazione consapevole che pensa liberamente ed in modo critico, anche se, i massimi traguardi nell’evoluzione umana si sono raggiunti quando gli uomini si sono liberati dalle catene  che oscuravano la loro mente.

Il XXI secolo pare destinato a diventare l’era dei controllori del mondo e degli ingegneri sociali che, per governare, si avvarranno della psicologia di massa, di istruzione, propaganda, religione, stampa, televisione, cinema e radio; il governo mondiale creerà un governo ed una società scientifica a vantaggio di pochi (Bertrand Russell), anche Marx, per governare gli uomini, proponeva un  sistema di socialismo scientifico.

Effettivamente la psicologia consente il controllo delle popolazioni meglio delle dittature, secondo Ficht, l’istruzione serve a distruggere il libero arbitrio, impedendoci  di pensare diversamente dagli insegnanti, già indottrinati e conculcati dallo stato; perciò sarà l’autorità che imporrà le convinzioni comuni; grazie alla scuola, l’autorità è in grado di precludere alle menti dei ragazzi tutte le idee eterodosse. Nel 1961 il presidente Eisenhower affermò che esisteva una rete interconnessa tra settore industriale, militare e politico, che ricercava continuamente, per interesse, lo stato di guerra, ecco perché una vera pace pare irraggiungibile.

Russell sostiene che, in questo processo, l’eugenetica riveste un ruolo importante, però con essa si possono creare differenze di specie tra dominanti e dominati i quali, come delle pecore, non avranno più la forza di ribellarsi. Mentre le precedenti rivoluzioni scientifiche e tecnologiche dell’uomo hanno mirato a modificare l’ambiente, la nuova rivoluzione mirerà a controllare l’uomo; in precedenza occorreva cercarne il consenso con la propaganda, ora le nuove tecniche indurranno  la popolazione  ad amare la propria condizione d’asservimento; d’altra parte, fino ad oggi, sono esistiti anche uomini felici della loro condizione servile.

Oggi non esiste più la libera ricerca universitaria sorretta dalla curiosità personale, ma esiste il controllo degli studiosi, delle università e delle relative ricerche, lo stato, grandi imprese e società farmaceutiche selezionano le ricerche sensibili da sponsorizzare.  Negli anni venti, prima di Hitler, le fondazioni Rockefeller e Ford  avevano sostenuto il movimento eugenetico e  dopo la seconda guerra si dedicarono alla genetica ed all’ambientalismo.

A capo di questi movimenti erano sir Julian Huxley ed il  principe Bernardo d’Olanda, uno dei fondatori del gruppo Bilderberg nato nel 1954; nel 1946 Huxley, nell’interesse del progresso, propose di favorire lo sviluppo di una sola cultura mondiale e l’avvento con la genetica di una razza più forte. La genetica è collegata all’eugenetica, però il vero scopo di questa rivoluzione dovrebbe essere il controllo dell’umanità.

Huxley si chiedeva come conciliare il principio giuridico dell’eguaglianza, con la disuguaglianza  biologica, riteneva l’uomo irrazionale e guidato dall’emotività e non credeva sufficiente o giusto proporre le pari opportunità. L’élite aspira a  rivolgersi all’umanità con una sola voce e sa che dittatura e propaganda non sono sufficienti per raggiungere questo scopo, perché nell’uomo permane la lotta per il potere, l’ambizione e la ricerca della ricchezza.

L’eugenetica guarda all’organizzazione sociale ed al controllo dell’uomo e perciò sfocia nell’ingegneria sociale della disuguaglianza. La genetica implica la manipolazione biologica, può servire a migliorare l’umanità,  ma può dar luogo anche ad abusi, favorendo la creazione di un sistema di caste biologiche, fino alla separazione biologica in due specie, una intelligente e dominante ed una inferiore ottusa, dominata e schiava.

La ricerca genetica è finanziata dalle stesse persone che finanziarono l’eugenetica, per il controllo mentale e sociale, queste stesse persone hanno finanziato anche il programma di controllo demografico; affermano che, poiché l’aumento demografico danneggia l’ambiente, anche il controllo della crescita demografica va inserito nell’ottica ambientalista. Per salvare la terra e l’ambiente si vuole  ridurre il numero delle persone, perciò le fondazioni Ford e Rockefeller finanziano anche il movimento ecologista, imponendo il loro punto di vista.

Purtroppo però Rockefeller è anche interessato al settore petrolchimico e farmaceutico, che non sempre fanno bene all’ambiente ed alla salute, ma la coerenza mon esiste in politica. Nel 1961 Huxley, che era stato il primo direttore dell’Unesco, fondò anche il WWF, comunque sosteneva sempre l’eugenetica e riteneva che l’evoluzione umana potesse essere accelerata anche da eventi catastrofici, come le guerre o le catastrofi naturali.

Oggi ingegneria genetica, nanotecnologia e robotica consentono di rifare il mondo, i nanorobot sarebbero anche in grado di autoreplicarsi, secondo alcuni studiosi, nel 2030 dovrebbe nascere un  robot intelligente in grado di produrre copie di se stesso, perciò alcuni, in un segno d’onnipotenza, potranno acquistare l’immortalità scaricando nel suo computer intermo le loro conoscenze. Per volontà dell’élite, le ricerche più sensibili nei settori GNR, cioè d’ingegneria genetica, nanotecnologia e robotica, avvengono generalmente in laboratori privati.

I membri dell’élite vogliono controllare la società e rimodellarla, vogliono plasmare le idee e creare una pubblica opinione, ritengono che la maggior parte degli uomini sia fatta di esseri emotivi ed irrazionali e, per evitare il caos, devono essere controllati, al fine di avere stabilità e ordine, a scapito della stessa umanità comunemente intesa. Queste persone ritengono che gli uomini comuni si trovino in perenne stato adolescenziale, impreparata a prendere decisioni, ritengono che, se gli uomini fossero destinati biologicamente ad essere liberi, sarebbero liberi; ma la realtà smentisce questo assioma, l’uomo, per la sua sicurezza, rinuncia spesso alla libertà di pensiero ed accetta le catene della schiavitù e lo sfruttamento.

Il pensiero anarchico o libertario, non significa necessariamente disordine e terrorismo, è una forma di autogoverno che non vuole pregiudicare gli altri, significa rifiuto dello sfruttamento statale e privato, significa libertà nella responsabilità;  è l’affermazione dell’individualità senza sentire il bisogno di governanti, è rifiuto del potere dell’uomo sull’uomo e il rifiuto della servitù. Tuttavia, se si riconosce che anche l’amministratore del condominio è utile, non si sa come potrebbe funzionare.

 Nunzio Miccoli   www.viruslibertario.it;    numicco@tin.it.

 Fonte: Andrew Gavin Marshall  “L’ascesa della dittatura scientifica globale” Nexus n.88.

 

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IL DESIDERIO DI RIFORME DA PARTE DEGLI ITALIANI

 Di fronte alle insufficienze delle maggioranze di governo, dall’unità ad oggi, con governi durati in media un  anno, con un’amnistia l’anno, con tanti scandali e con tante collusioni mafiose da parte della politica, apparentemente, l’opposizione di qualunque tipo, ha buon gioco, cioè il suo lavoro è reso più facile, salvo poi deludere quando essa stessa diventa maggioranza di governo.

L’opposizione non andrebbe fatta dicendosi contro qualcuno che regge la maggioranza, ma proponendo riforme in testi definiti, non proponendo slogan di massima e  generici, in modo che i cittadini possano giudicare; le promesse elettorali contenenti queste riforme andrebbero mantenute e non svuotate come hanno fatto tutti i partiti di governo; è proprio questo fatto che accomuna i predicatori laici della politica e del commercio, con quelli religiosi,  una promessa commerciale, una promessa politica elettorale e la promessa del regno di Dio abusano sempre della credulità popolare.

L’opposizione, per vincere le elezioni, non deve essere alla ricerca spasmodica di alleati di qualunque colore, perché alcuni alleati sono squalificati ed altri, con i loro veti, potrebbero paralizzare la compagine governativa;  non è possibile allearsi contemporaneamente con lavoratori, confindustria, chiesa, banche, assicurazioni ed ecologisti. Queste alleanze eterogenee dimostrano solo che, per arrivare al potere, si è disposta ad allearsi anche con il diavolo.

Per i politici d’ogni colore, il governo è importante perché è il palo della cuccagna in cui si possono accumulare privilegi, fare favori agli amici e ricevere regalie dalle lobby, dimenticandosi delle promesse elettorali. La democrazia non è solo difettosa, come pensa l’estrema destra, ma sembra anche una vera truffa, al posto della cosa pubblica trasparente, sembra essersi installato il suo opposto, cioè cosa nostra; il popolo non è sovrano, non decide nemmeno indirettamente sull’assetto dello stato e sulle riforme, è privato della capacità d’indirizzo del governo e di scelta degli eletti.

Questa degenerazione non è nata oggi perché i partiti sono camarille che fanno il brutto ed il cattivo gioco, sono strumenti per la presa e la conservazione del potere, palesi od occulti che siano, armati o disarmati, democratici o antidemocratici, parlamentari o extraparlamentari; i partiti sono più antichi del parlamento, sono  fazioni politiche e non sono la vera espressione della democrazia.

La vera democrazia si ha con decentramento, partecipazione, democrazia diretta, riconoscimento all’autonomia ed al diritto alla secessione, questo dovrebbe essere un diritto del popolo se è sovrano e se la richiede la maggioranza della popolazione di una regione. La nostra costituzione è una beffa piena di elucubrazioni, è sganciata dalla realtà e dalle leggi ordinarie che la disattendono spesso.

Occorrerebbero vere riforme della scuola, della sanità, della giustizia, del fisco ed il federalismo, purtroppo però, per lor signori, cioè il governo occulto del paese, le cose stanno bene così, perché per loro  sono già molto redditizie; i politici sono solo i burattini ed i capitani di ventura al loro servizio, pagati con i privilegi, perciò non possono offrire un servizio al popolo, mentre ricattano l’élite.

Nella scuola domina l’interesse economico, culturale e politico della chiesa, che controlla la scuola privata e condiziona quella pubblica, nella sanità esistono larghi interessi economici di industrie e medici e le cliniche private fanno capo alla chiesa. Le cure sono costose e nessuno si sana veramente, e tuttavia, secondo un dogma dei partiti venduti, noi ci dobbiamo svenare per la sanità.

La giustizia è un’illusione, doveva essere, assieme alla sicurezza, la prima funzione dello stato, ma serve solo a far lavorare avvocati ed a garantire una posizione ai giudici, non c’è italiano che ne sia soddisfatto; gli avvocati, presenti in politica, magistratura e avvocatura, non hanno interesse a rendere la giustizia più veloce, più economica e con leggi più certe, cioè che diano meno origine a conflittualità; in fondo, anche gli avvocati hanno famiglia ed hanno bisogno di lavorare.

Per quanto riguarda il fisco, Berlusconi aveva promesso di ridurre le imposte a sette e di ridurre la pressione fiscale, qualcuno gli aveva creduto, disposto anche a chiudere gli occhi di fronte ai suoi  peccati; la sinistra, in prima linea nella lotta all’evasione, ha preferito insistere sui suoi peccati e sul suo conflitto d’interesse televisivo, prendendo in giro gli italiani perché in Italia i conflitti d’interesse, che coinvolgono politici, sono innumerevoli e non sono solo quello di Berlusconi.

Oggi anche la sinistra difende gli interessi della chiesa, delle banche e dei padroni, per dimostrare poi che serve a qualche cosa, preferisce personalizzare la lotta politica contro il diavolo di turno, prima Craxi e poi Berlusconi; purtroppo però, anche messe da parte queste persone,  l’Italia non sembra destinata a cambiare, perché la riforma dello stato esorbita anche gli interessi di Berlusconi e incide sugli interessi maggiori dei soliti ignoti.

Il federalismo, responsabilizzando gli enti locali ed avvicinandoli ai cittadini,  potrebbe essere una bella scelta, però la solidarietà per il sud non dovrebbe significare ingrassare mafie e politici corrotti, come avviene nella cooperazione internazionale, ma dovrebbe significare aiutare il sud a valorizzare le sue risorse ed a camminare con le sue gambe; la solidarietà, in caso di guerre, calamità e povertà, è servita anche a speculare, sono tanti quelli che si sfamano con la fame nel mondo.

Il progetto del governo Berlusconi sul feudalismo fiscale è deludente nel criterio di riparto e compartecipazione nelle imposte, sperando sempre che la pressione tributaria non aumenti ancora; ora siamo già ai massimi livelli nel mondo e non abbiamo più l’alibi del debito pubblico, perché gli altri grandi paesi, per salvare le banche, hanno aumentato il loro, contemporaneamente però, concedono più aiuti dell’Italia a famiglie, disoccupati ed emarginati.

Le deleghe alle regioni dovevano comprendere prima la scuola che la sanità, come ha fatto la Germania, però stato e chiesa tenevano a controllare la scuola, più per a ragioni di sistema che economiche, scuola e stampa servono a controllare ed a omologare. Per alcuni, la scuola, diretta dello stato, doveva servire a dare lo stesso standard scolastico a tutti, ma ciò non è avvenuto.

L’Unione Europea poteva prefiggersi questo fine, invece ha preferito dedicarsi all’agricoltura ed alle quote latte. In realtà, il liberismo e la libera circolazione di uomini e capitali, si poteva fare solo con un  unico ordinamento fiscale, un unico ordinamento scolastico e con uguali tariffe; tariffe diverse e imposte diverse creano grandi distorsioni economiche, non è solo questione di protezionismo.

Bisognerebbe prima stabilire le imposte da devolvere, nella loro interezza, agli enti locali, fissare i costi standard dei servizi e poi devolvere agli enti locali i servizi di loro competenza; insomma, come in ogni famiglia, le spese dovrebbero seguire le entrate e non il contrario. Delle sette imposte promesse o predicate da Berlusconi, avrei lasciato alla stato imposta sul reddito delle persone fisiche, l’Iva e un’imposta patrimoniale, le altre quattro imposte restanti e da determinare le avrei lasciate a regioni e comuni, abolendo le province, sostituite da consorzi di comuni; questi enti locali, per le imposte di loro competenza, avrebbero avuto autonomia d’accertamento e di riscossione.

Da ricordare che nel sud d’Italia oggi, a causa dell’evasione e del minore sviluppo, si riscuote poca Iva e poche imposte sul reddito, però al comune di Napoli si riscuotono molte imposte locali, anche se permane il problema dei rifiuti; dall’altra parte sembra che la regione Campania  riesca a raccogliere poche imposte di sua competenza, federalismo corretto e sviluppo economico del sud, con responsabilizzazione degli amministratori locali,  in un certo lasso, potrebbero eliminare questo gap.

Avrebbero dovuto essere aboliti gli esattori privati, che succhiano parassitariamente sangue ai sudditi contribuenti, inoltre, per non creare distorsioni economiche ed ostacoli a produzione e distribuzione delle merci, le imposte statali, per non impoverire il paese, avrebbero dovuto essere al livello di quelle europee, quelle locali avrebbero dovuto essere allo stesso livello tra le varie regioni. Per non sfavorire gli investimenti in Italia, lo stato avrebbe dovuto rimborsare prontamente i crediti d’imposta  e gli altri crediti delle imprese e snellire le procedure burocratiche.

Un partito moderno dovrebbe presentarsi agli elettori con proposte del genere e, una volta arrivato al governo, nell’interesse dei cittadini, dovrebbe applicare le riforme promesse, superando le resistenze dei padroni occulti dello stato. Per quanto riguarda la lega nord, com’è nella tradizione di tutti i partiti italiani, anche essa pare molto ambigua, ha fatto del cattolicesimo una sua bandiera e perciò deve tener conto anche dei padroni di Roma ladrona che abitano Oltretevere; come la sinistra e la destra, è collusa con i poteri forti e serve a tenere buoni ed a blandire i cittadini del nord che si sono stancati dello stato centrale.

Malgrado le trame di lega e nazionalisti, a causa della profonda crisi di sistema dell’Italia, ma il problema riguarda anche altri paesi, l’Italia potrebbe effettivamente andare in pezzi, gli eventi futuri potrebbero portare a ciò; in caso di disordini, il trattato di Lisbona prevede l’intervento militare degli altri stati, è una nuova santa alleanza. Prima dell’avvento di Roma, l’Italia fu disunita e  fu unificata da Roma a metà del III secolo a.c.,  cadde sotto i barbari nel V secolo d.c. e si divise, rimanendo divisa fino a metà del XIX secolo, poi riacquistò l’unità, fino ad oggi.

In pratica è stata unita circa 1.000 anni e disunita per un periodo doppio, cioè è stata più disunita che unita; i processi storici dovrebbero insegnare qualche cosa al riguardo, gli assetti territoriali delle varie regioni della terra cambiano con il tempo e le vicissitudini storiche, però i nazionalisti sentimentali non sono capaci di ragionare in tali termini. Gli stati e le nazioni non sono mai nati  per volontà di popolo, il popolo non è stato mai sovrano da nessuna parte, gli stati sono nati per vicissitudini dinastiche, economiche e militari, poi i cittadini, grazie alla scuola, sono stati omologati ed è stata loro imposta un’unica lingua.

E’ accaduta la stessa cosa a Spagna, Francia, Inghilterra e Germania, anche se in tempi diversi, questi processi sono stati favoriti da guerre vinte e da sostegni ricevuti da altri paesi, con le guerre si conquistano e si perdono territori; le potenze straniere armano ed aiutano fazioni interne di altri paesi, i politici generalmente si vendono, anche allo straniero, lo fanno anche i nazionalisti, non solo gli internazionalisti.

Gli uomini complessivamente, cioè come popoli,  non sono diversi, anche se sono condizionati dalle loro culture, soprattutto religiose, perciò non è vero che gli italiani sono più corrotti o più ingovernabili, in tanti paesi esiste la dittatura al centro e l’anarchia in periferia; l’imperatore del Giappone ha dichiarato che la gente ignora quale sia il livello di corruzione nel mondo, questa corruzione tocca non solo politica, ma anche mondo degli affari, polizia e magistratura, che è stata quasi sempre al servizio del potere.

Tuttavia gli uomini sono singolarmente diversi perché divisi in ricchi e poveri, ignoranti e istruiti, stupidi e intelligenti, belli e brutti, però queste caratteristiche negative non possono essere di tutto un popolo; gli italiani sotto in tutto il mondo e generalmente si adeguano alle condizioni di ogni paese, quindi, le colpe dell’Italia sono le colpe del sistema che governa l’Italia.

In Italia la mafia, come in altri paesi, è stata protetta dallo stato, vi si evadono le imposte, si lavora in nero e si fanno delle attività illegali anche per  difendersi da uno stato usuraio, biscazziere ed esattore, preda d’interessi di una camarilla. Comunque, esiste una diversità tra culture ed alcune oggi appaiono moralmente superiori, perciò  è demagogico sostenere che tutte le culture sono uguali o hanno uguale dignità; le culture hanno prodotto cannibalismo, schiavitù, pedofilia, sacrifici umani, discriminazioni legali, mafia e pirateria.

Alcune culture si sono date degli standard superiori e noi, come esseri evoluti, dovremmo sempre guardare ai modelli superiori e non a quelli inferiori, cioè non dovremmo mai rimpiangere il nostro passato barbarico o incivile. Ho il sospetto però che qualcuno ci voglia far tornare indietro, togliendoci diritti, benessere e civiltà, per farci tornare al tempo quando l’uomo contava meno di una bestia da soma.

A quei tempi il potere non era soggetto a  contestazioni ed aveva mano libera, allora non si  processavano i pedofili, lo stato, applicando liberamente la doppia morale, cioè rubava, espropriava, faceva violenza ed uccideva, giudicava i sudditi senza che questi fossero difesi; questo sogno d’onnipotenza è stato dei tiranni  e  dei sovrani assoluti, però sostiene ancora chi, dietro le quinte, regge anonimo i fili della politica.

Questi personaggi non lavorano, sono irresponsabili, anonimi, godono dei benefici del signoraggio monetario e sono esentati dalle imposte, ma le riscuotono attraverso lo stato; l’anonimato economico delle società di capitali, delle finanziarie e dei paradisi fiscali sono stati inventati soprattutto per loro; questi poteri hanno il vero segno della sovranità, non può essere sovrano un popolo che paga e le tasse ed è costretto a lavorare per vivere. La protezione in cambio di tasse è stata inventata dalle mafie e poi è stata adottata dallo stato; di fronte alla condizione servile dell’uomo, l’élite che controlla lo stato, tesa a difendere il suo benessere, trova il tempo di farsi due risate sulle  parole spese da alcuni a favore del popolo.

 Nunzio Miccoli    www.viruslibertario,it;   numicco@tin.it.

 

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LA COSTITUZIONE ITALIANA (Agg. 20/1/2011)

La costituzione dovrebbe essere breve, con pochi principi, con articoli brevi ed estesa come un manifesto, non è essenziale per la vita di una nazione perché l’Inghilterra n’è priva, infatti, tutto l’ordinamento giuridico può contenerne i principi; è norma programmatica e legge quadro fondamentale, però in Italia, dopo la sua entrata in vigore l’1.1.1948,  la corte di cassazione non ebbe mandato per ripulire l’ordinamento di leggi anticostituzionali d’epoca fascista o anteriori e la corte costituzionale non ebbe mandato di dare parere obbligatorio sulla costituzionalità delle nuove leggi, il presidente della repubblica non fu richiamato all’obbligo di non promulgare le leggi anticostituzionali, per cui, leggi anticostituzionali si sono fatte anche in era repubblicana.

 

Perciò oggi sono ancora tante le leggi vigenti anticostituzionali; gli statuti anteriori all’era liberale erano d’esclusa concessione reale, non erano un patto fatto con i rappresentanti dei cittadini, su un piano inferiore esistono anche statuti e regolamenti comunitari, regionali e comunali, quelli comunali contengono più divieti che regolamentazioni. Fin dalla sua nascita, la nostra costituzione è regolarmente disattesa dal legislatore ordinario e dalla prassi politica di governo, inoltre contiene anche delle contraddizioni interne, ad esempio in materia d’eguaglianza religiosa, per l’inserimento del concordato nella costituzione.

 

Le costituzioni si possono sempre cambiare e possono essere superate, alcuni articoli della nostra sono stati modificati, quelle rigide come la nostra, che richiedono un processo complesso di revisione, sono cestinate quando una rivoluzione cambia tutto l’ordinamento giuridico; le costituzioni sono spiriti dei tempi e tuttavia la nostra costituzione è stata tradita fin dall’inizio delle sua applicazione perciò, di fronte alla realtà delle leggi ordinarie e della prassi di governo, la costituzione sembra tanto una burla o uno scherzo.

 

Quando si propone di modificare la costituzione, si replica che bisogna tenere fermi i principi fondamentali della prima parte, che contiene principi poetici, filosofici e non programmatici o di ordinamento dello stato, che sarebbero immodificabili, cioè non soggetti a revisione costituzionale; non ci facciamo illusioni, questo rispetto può avvenire solo se c’è la volontà politica e se vige un ordinamento coerente al rispetto di quei principi; le rivoluzioni, senza alcuna formalità, cambiano ordinamenti e costituzioni.

 

Ad ogni modo, la costituzione non è un dogma o un feticcio a cui aggrapparsi,  è una carta giuridica fondamentale che fissa un percorso. E’ falsa la tesi che esista un patto sociale tra stato e popolo, sancito dalla costituzione, il potere si è sempre retto senza l’aiuto del popolo, poi però ne cerca il consenso, per rendere più agevole o meno difficile la governabilità.

Lo stato dovrebbe astenersi dall’abusare continuamente della credulità popolare, con principi conclamati  mai applicati, con i principi fondamentali della costituzione non deve coltivare illusioni o addormentare; lo stato, per reggersi, si deve fondare su privilegi, favori e concessioni,  perciò non può e non vuole che gli articoli della costituzione siano veramente attuati; per proteggere gli amici, non vuole che i cittadini siano uguali avanti alla legge.

La costituzione è bicefala, è pasticciata perché è nata da un compromesso tra cattolici e marxisti, con piccoli apporti liberali, è smentita dalle leggi ordinarie anticostituzionali, che sono tante, nacque per compensare la sinistra di una rivoluzione mancata, promettendo una rivoluzione costituzionale che rimase però sulla carta; le costituzioni rivoluzionarie come la nostra si riconosco da tre principi: l’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge, il suffragio universale e l’imposta progressiva, di questi tre principi solo il suffragio universale è stato veramente concesso nella realtà.

Nel test del russo Ivan Pavlov (1849-1936) sull’apprendimento ed il riflesso condizionato, alcuni cani erano addestrati a riconoscere dei cerchi, con i quali ricevevano scariche elettriche, e dei quadrati, con i quali ricevevano della carne, per ricevere la carne premevano il tasto giusto; ad un certo punto, con un artifizio grafico, progressivamente si facevano assomigliare i  quadrati sempre più a cerchi e, quando la somiglianza diventava troppo forte, non sapendo più cosa fare, i cani impazzivano.

 

Analogamente, con le costituzioni possono impazzire tutte le persone legate alle regole, più che al pensiero critico, perché queste  costituzioni sono  lontane dalle leggi ordinarie, dalla politica, dalla realtà e dalle consuetudini. In psichiatria, la schizofrenia determina una perdita di contatto con la realtà, è caratterizzata da confusione mentale, difficoltà di comunicazione, deficit emozionale, alterazione dell’affettività fino al mutismo e mancanza di interesse per la vita; il suo sviluppo è favorito anche da fattori ambientali. In breve, si può affermare che tanti fattori, di origine sociale,  come la cultura, contribuiscono a far perdere il senno all’uomo; per non perdere il senno, l’uomo generalmente ancora il suo cervello ad una ideologia, come fattore di sicurezza e di certezza.

 

Articolo 1: “L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro, la sovranità appartiene al popolo”.

Tanti si sono affannati a dare una definizione della democrazia, che dovrebbe essere il governo del popolo e dovrebbe garantire l’eguaglianza, almeno giuridica dei cittadini; in realtà il popolo è  senza sovranità ed è privo di eguaglianza avanti alla legge; sono tante le leggine, le leggi ad personam  e le leggi di favore, ad esempio in materia fiscale ed in materia di lavoro. Come i vecchi regimi, anche la nostra repubblica è fondata sui favori, sui conflitti d’interesse e sui privilegi.

 

Articolo 3: “ Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, d’opinione politica, di condizioni personali e sociali”.

In realtà, le discriminazioni sono tante, le più gravi sono quelle sancite non dai pregiudizi e dai comportamenti umani, ma dalle leggi dello stato, che mettono in posizione superiore una religione, a volte si fanno leggi, con la scusa di tutelarle, solo a  favore delle donne; inoltre la politica e la religione, quando possono, discriminano regolarmente in base all’ideale politico.

 

Articolo  4: “ La repubblica riconosce a tutti il diritto al lavoro”.

Questo articolo rafforza l’articolo 1, però lo stato non è capace di garantire il lavoro a tutti, garantire il lavoro a tutti è come garantire la salute a tutti o la fortuna a tutti; lo stato, in spregio all’articolo 3,  può fare dei favori e concedere dei privilegi, però non può garantire il lavoro a tutti.

 

Articolo 5: “La repubblica promuove le autonomie locali”.

L’Italia è nata unita con la forza e senza consenso, è stata restia a riconoscere le autonomie comunali e regionali; il fascismo sostituì il sindaco con il potestà di nomina governativa e le regioni, che avevano una base culturale, sono nate in ritardo, soggette ad un controllo statale ed al controllo sul bilancio, cioè sulle entrate, da parte dello stato.

Vista la sua storia, in Italia la sovranità originale dovrebbe essere non dello stato, ma delle regioni e dei comuni, perciò il federalismo dovrebbe essere lo sbocco logico della autonomie; però è da considerare che, in tutti gli stati, il popolo di una regione non è libero di chiedere la secessione nemmeno quando la richiede la maggioranza, il che dimostra che il popolo non è sovrano.

 

Articolo 6: “ La repubblica tutela le minoranze linguistiche”.

Certamente ognuno in casa è libero di parlare la sua lingua o il suo dialetto o scrivere un giornale in dialetto, ma libri, giornali, testi scolastici e leggi sono tutti scritti in italiano e forse  è meglio così; dialetti e lingue minori sono meno spendibili in economia e nelle relazioni a distanza e perciò sono sacrificati naturalmente. Non si capisce il senso dell’articolo e la sua utilità, però l’articolo merita una osservazione, dopo l’unità, l’italiano è stato utilizzato per omologare gli italiani.

 

Articolo 7: ” La chiesa e lo stato sono indipendenti e sovrani reciprocamente, i loro rapporti sono regolati dai patti lateranensi”.

I patti lateranensi privilegiano la chiesa e, grazie ad essi, lo stato non è indipendente dalla chiesa, oggi l’Italia   sembra un protettorato del Vaticano o il giardino del Vaticano.

 

Articolo 8: “Tutte le confessioni religiose sono libere avanti alla legge”.

Premesso che libere non significa uguali, perché la chiesa ha i privilegi del concordato e di tante leggi, in realtà, sotto questa costituzione, furono boicottati anche testimoni di Geova ed evangelici; la religione acattolica è privilegiata e sovvenzionata dallo stato, le confessioni minori sono ammesse ma hanno meno diritti di quella cattolica; ad esempio, ora di religione e crocefisso a scuola sono imposti in omaggio solo della chiesa cattolica.

 

Articolo 10: “L’ordinamento giuridico italiano si uniforma al diritto internazionale”.

Fonti del diritto internazionale sono le convenzioni internazionali  ed i trattati, spesse volte violati o non ratificati dal parlamento, l’Italia non rispetta nemmeno direttive, regolamenti e sentenze dell’Unione Europea. Anche questo articolo sembra una bella predica, la sua fonte sono i predicatori laici della politica.

 

Articolo 11: "L'Italia ripudia la guerra come strumento per la risoluzione delle controversie internazionali".

In realtà l'Italia ha aderito ad alleanze militari, ufficialmente difensive, ed anche per difendersi si usano le armi, ha un esercito e partecipa all'estero a missioni militari, per lo più con copertura ONU; tutte queste partecipazioni implicano la presenza di truppe italiane impegnate su teatri di guerra, la difesa della pace, fatta con le nostre truppe, non può essere un alibi.

 

Articolo 15: “La segretezza della corrispondenza è inviolabile”.

In realtà lo stato ha usato il servizio postale statale per fare queste violazioni, in Usa l’unico monopolio statale è stato il servizio postale, nato a tale scopo;  si violano comunicazioni private e privacy anche con satelliti spia come Echelon, con le intercettazioni telefoniche e con le schedatura; in carcere ed in convento si controlla la corrispondenza dei detenuti e delle suore.

 

Articolo17: “I cittadini hanno diritto di riunirsi liberamente senza armi e senza preavviso; però, per le riunioni in luogo pubblico, devono darne preavviso alle autorità, che possono vietarle per motivi di sicurezza”.

Premesso che le riunioni fatte in casa sono sempre libere, la seconda parte dell’articolo sembra smentire la prima; oggi per le riunioni in luogo pubblico occorre chiedere il permesso alla polizia; la ragione risiede nel fatto che le leggi fasciste restrittive non sono state mai modificate ed, in generale, le leggi di polizia sono ancora d’epoca fascista, come codice penale Rocco e Concordato; nessuno ha provveduto ad abrogarle, però in cambio c’è stato regalato questo bello articolo della costituzione.

 

Articolo 18: “I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, però sono proibite le associazioni segrete  con  carattere politico- militare”.

Lo stato cerca di difendersi da rivoluzioni e complotti, in effetti,  ci sono sempre ottime ragioni per promuovere, da sinistra, le rivoluzioni, anche se poi riescono male tutte; invece i complotti si fanno soprattutto da destra, è un fatto che  la segretezza sembra minare la democrazia, perché la repubblica dovrebbe essere una cosa pubblica o trasparente, diversa da Cosa Nostra. Guardiamo la realtà, mafia, partiti e massoneria sono nate come società segrete ed anche in era repubblicana lo stato ha tollerato  società segrete come queste.

 

I servizi segreti, operando in segreto e nell’illegalità, hanno agito al riparo del controllo popolare,  lo stato repubblicano ha protetto organizzazioni segrete come Gladio e la P2; il comitato di crisi, nato per seguire il sequestro Moro, era fatto  di piduisti, i servizi segreti erano diretti da piduisti, perciò l’onorevole Tina Anselmi  fece varare una legge che sciolse la loggia P2 e vietò le associazioni segrete; ma non erano già state vietate dalla costituzione?

Il segreto di stato ha impedito che si risalisse a mandanti di tanti fatti oscuri d’Italia, il segreto di stato nacque nel 1941, con un regio decreto di Mussolini e di Vittorio Emanuele III, serviva ad impedire al popolo di conoscere cose  note solo alle istituzioni più alte e ai servizi segreti. Nel 1977 fu pubblicata la legge 801/1977 su "Istituzione e ordinamento dei servizi, per le informazioni e la sicurezza e disciplina del segreto di Stato".

Nel codice penale ci sono due livelli di segreto, il segreto in senso proprio e il divieto di  divulgazione, Cossiga vietò  alla magistratura di intervenire su materie secretate e di spettanza ai servizi segreti, nel 2003 il divieto alla magistratura servì a  bloccare ogni indagine. I servizi segreti sono agli ordini del presidente del consiglio,  il  governo Prodi allargò il segreto di stato alle centrali nucleari ed ai depositi di scorie, Berlusconi lo applicò anche al  territorio militare.

La legge stabilisce che il segreto di Stato decada dopo 15 anni, può essere prorogato, ma che in nessun caso può superare i 30 anni, però le leggi si possono sempre modificare, però Berlusconi ha voluto che  ha il tempo decorra  dall'entrata in vigore della legge e non dal fatto. Nel maggio 2010 sono scaduti i termini del segreto sul rapimento di Moro, la strage dell'Italicus e quella di piazza Fontana, ma non si è saputo niente lo stesso, la strage di Piazza della Loggia a Brescia si è chiusa dopo 36 anni con un nulla di fatto.  Berlusconi ha posto il segreto di Stato il segreto di stato anche  sullo scandalo Telecom-Sismi nel  2009 e sui dossier illegali di Telecom.

Con Berlusconi  c'è stato un uso esagerato e non corretto del segreto di stato, coprendo l'accertamento della verità su fatti gravissimi, perciò i servizi segreti possono fare quello che vogliono, tanto poi possono appellarsi al segreto e tutto finisce lì. Il segreto di stato si affianca al controllo sull’informazione e di magistrati, impedendo che la giustizia raccolga le sue prove, anche con le   intercettazioni, il buio deve essere totale per i cittadini.

La conservazione del segreto di stato sulle maggiori stragi italiane ha lo scopo di tutelare  persone che sono coinvolte in esse, sottraendole alla legge, solo una stampa libera, che in realtà manca,  può svelare gli inganni del governo al popolo. La libertà di un popolo può  derivare solo dalla conoscenza della verità, il dispotismo si riconosce dal bavaglio alla conoscenza della verità.

Le legge sul segreto di stato viola l’obbligatorietà dell’azione penale, l’indipendenza della magistratura, l’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge, il  contraddittorio nel giusto processo e serve a garantire immunità e impunità le più larghe possibili, cioè serve ad evitare condanne certe per  persone intoccabili responsabili di fatti criminosi, tra queste persone sono spesso politici ed alti funzionari dello stato, come dire che lo stato  è contro la trasparenza che dovrebbe caratterizzare la vita di una repubblica.

Articolo 21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, anche per iscritto, la stampa non è soggetta né ad autorizzazione né a censura”.

La libertà di pensiero è tutelata dallo stato soprattutto quando si resiste alla tentazione di cambiare le cose; proprietà di giornali, sovvenzioni statali agli stessi, pubblicità sui giornali, legge fascista sulla stampa, ruolo del direttore del giornale, concorsi per esercitare la professione di giornalista, sono tutti sistemi creati da fascismo e repubblica per condizionale la libertà di stampa, introducendo così una forma subdola di controllo sulla stampa.

 

Se si evita di esternarlo, il pensiero è sempre libero, quando lo si vuole esternare, man mano che si passa dalla famiglia, al posto di lavoro ed ai luoghi pubblici, si riduce progressivamente questa libertà. Quando il pensiero passa dalla parola alla scrittura, aumenta il controllo subdolo dello stato, fino al controllo sulla stampa, la quale perciò oggi ha poco da dire, oltre i pettegolezzi della politica.

 

Articolo 24: “Tutti possono adire la magistratura, gli errori giudiziari vanno risarciti”.

L’affollamento di cause in magistratura serve a garantire il lavoro degli avvocati ed una posizione ai giudici, con poche speranze di avere giustizia, soprattutto in tempi brevi, la riforma della giustizia è impedita dalla lobby trasversale degli avvocato in parlamento. Poche persone sono state risarcite dagli errori e dai ritardi della giustizia, alcuni ritardi sono stati risarciti in misura risibile, qualcuno è andato in galera innocente e sta ancora aspettando risarcimenti; la corte dei diritti europea ha condannato ripetutamente l’Italia per i ritardi della sua giustizia.

 

Articolo 27: ”L’imputato è innocente fino alla condanna definitiva”.

Andava meglio scritto che il condannato in primo grado, quello colto in fragrante e quello reo confesso, se condannati in primo grado, sono condannati definitivi e non innocenti, anche se possono appellarsi solo per un grado. La formulazione dell’articolo incoraggia appelli e lavori degli avvocati, e allunga i tempi della giustizia; gli appelli e quindi il lavoro degli avvocati sono incentivati, in materia civile, da norme oscure e contraddittorie e, in materia penale, perché, per legge, la condanna penale d’appello non può essere peggiore di quella del grado precedente.

 

Articolo 29: “La famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio”.

Qui non si dice che i coniugi devono essere di sesso diverso e nemmeno che il matrimonio deve essere certificato  od omologato dall’autorità. La famiglia allargata include coniuge, consanguinei, figli, parenti ed affini conviventi  ed è una società naturale; il matrimonio civile è il risultato della volontà dello stato di omologare tutto, anche le cose più naturali ed accettate, mentre il matrimonio religioso è un fatto privato e non dovrebbe avere effetti civili.

 

Articolo 32: “La repubblica tutela il diritto alla salute, nessuno può essere obbligato ad un trattamento sanitario se non per disposizione di legge”.

La salute dipende da tante cose, soprattutto dallo stile di vita, la medicina non serve a garantire la salute, è solo un grosso business, anche i medici si ammalano e non riescono a guarire. L’articolo da una parte afferma la libertà nella scelta della cura e dall’altro afferma, contraddittoriamente, che uno, in caso di epidemia, può essere obbligato per legge ad un  trattamento sanitario a mezzo vaccino; però vaccini e farmaci sono pericolosi per la salute, sono costosi ed i medici, facendo poca informazione, non favoriscono una scelta consapevole dei pazienti, preferiscono seguire le indicazioni delle case farmaceutiche e dei protocolli medici, in pratica le mode e gli interessi economici, destinando tutti a farmaci, bisturi e pratiche mediche costose per la collettività.

 

Articolo 33: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento, si possono aprire scuole private senza oneri per ll stato”.

Sarà libera l’arte ma non l’insegnamento, per insegnare bisogna anche essere abilitati o plagiati dallo stato, i libri di testo sono approvati dallo stato e gli insegnanti sono sotto una gerarchia; lo stato e la chiesa hanno sempre considerato la scuola un investimento, perciò hanno tenuto sotto osservazione o esame gli insegnanti, che devono superare esami d’idoneità di stato e concorsi che sono la stessa cosa, inoltre, gli insegnanti sono legati a programmi ed a libri di testo approvati. Il docente di scuola è un registratore di nozioni privato della libertà di pensiero.

Nel 1999 il governo della sinistra, con D'Alema e Berlinguer, ha fissato finanziamenti a favore della scuola privata, senza rilievi da parte del presidente della repubblica, che doveva promulgare la legge, e della corte costituzionale; dal 2000 al 2004 i governi di destra hanno concesso agevolazioni fiscali alle scuole private e contributi anche alle università private.

 

Articolo 34: “La  scuola pubblica è aperta a tutti, gli studenti poveri e  meritevoli hanno diritto a borse di studio statali”.

Se la scuola è aperta a tutti, perché esiste il numero chiuso nelle università, lo stato dovrebbe limitarsi solo a segnalare le facoltà che danno più sbocco di lavoro; lo stato limita l’intervento a favore degli studenti poveri ma meritevoli, semplicemente prevedendo poche borse di studio rispetto al numero dei bisognosi; perciò l’articolo sa tanto di propagandistico. L’istruzione obbligatoria pubblica è omologazione statale, all’istruzione ha diritto di provvedere anche la famiglia, in concorrenza dello stato, però non mi riferisco alla scuola privata, che è un business retto dalla stessa mistica della scuola statale; attraverso le materie d’insegnamento, la chiesa e lo stato fanno anche propaganda, non insegnano solo un mestiere e non danno solo formazione, scuola, religione e lingua servono a tenere unito un paese, sotto un  ordinamento o un regime.

 

Articolo 35:  “La repubblica tutela il diritto al lavoro, la formazione professionale ed il lavoro italiano all’estero”.

La costituzione, dopo aver detto all’art. 1 che la repubblica è fondata sul lavoro ed all’art. 4 che lo stato garantisce il lavoro, adesso  afferma di tutelare il diritto al lavoro, però lo stato tutela anche le rendite parassitarie e speculative ed i parassiti che non hanno mai lavorato; lo stato italiano ha fatto poco per tutelare il lavoro italiano all’estero, che faceva rimesse valutarie compensate dalle esportazioni illegali di capitali da parte di speculatori.

 

Articolo 36: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro, sufficiente per le necessità della sua famiglia; la durata della giornata lavorativa è stabilità per legge, il lavoratore ha diritto a riposo settimanale e ferie”.

Lo stato si è astenuto da fissare con legge salari minimi, orari di lavoro, riposo e ferie, però ha approvato le tabelle con le tariffe minime degli ordini professionali, cioè questo articolo non ha trovato realizzazione e praticamente ne è anche nata una disparità di trattamento. E’ il sindacato, con gli accordi contrattuali, che stabilisce il salario adeguato o minimo, recepito anche dai giudici del lavoro, però non sempre questi accordi rispettano le leggi di mercato.

 

Infatti, nelle varie categorie, se i salari sono alti, si crea disoccupazione, è il caso dei medici, se sono bassi, si crea  penuria di lavoratori; calpestando le categorie più produttive per l’economia, cioè contadini, operai ed artigiani, generalmente gli addetti ai servizi o predicatori laici o colletti bianchi sono pagati di più. La durata della giornata lavorativa è vanificata da alcuni contratti, dagli straordinari e da un mercato del lavoro diventato più selvaggio; le ferie non sono uguali per tutti; con lo scopo di tutelare alte cariche, nemmeno il trattamento pensionistico è stato unificato.

 

Articolo 37: “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti dell’uomo e la stessa retribuzione” . 

La norma non significa solo che la donna ha diritto alla carriera ed a parità di salario, in conformità all’art. 3, purtroppo oggi, a causa della caduta industriale, si assume solo nei servizi e, secondo le agenzie, si assumono soprattutto donne; è un caso di strabismo politico che femministi e politici non riescono a cogliere. Comunque, si fanno norme lesive dell'articolo 3 solo a vantaggio del lavoro femminile.

 

Articolo 38: “I poveri senza lavoro o altre entrate hanno diritto all’assistenza sociale”.

In occidente l’Italia è all’ultimo posto per assistenza sociale alle famiglie bisognose, che sono abbandonate a se stesse, perciò chi è povero si deve arrangiare; ci si chiede perciò perché è stato scritto questo articolo, per abusare ancora una volta della credulità popolare.

 

Articolo 39: “L’organizzazione sindacale è libera, però i sindacati devono essere registrati, in tal modo acquistano la personalità giuridica e possono stipulare i contratti collettivi”.

Sembra un’altra vocazione statale all’omologazione, però i sindacati confederali, legati ai partiti, intendendo ostacolare il sindacalismo libero, si sono opposti al riconoscimento, ma stipulano ugualmente contratti collettivi che sono anche fonte di diritto per i giudici del lavoro. I sindacati  non sono organi di rilevanza costituzionale, però di fatto si sono imposti a pubblica amministrazione, partiti ed organizzazioni imprenditoriali.

 

I sindacalisti  svolgono funzioni pubbliche in materia d’assistenza ai lavoratori, inoltre, dirigenti sindacali occupano posti di rilievo nella pubblica amministrazione, nelle grandi aziende e nelle banche, dove sono spesso in conflitto d’interesse, perché rappresentano contemporaneamente lavoratori e datori di lavoro; sono in parlamento ed  hanno altri incarichi dallo stato, sono un potere non regolato o previsto dalla costituzione, però sono collusi con la politica.

La Costituzione garantisce la rappresentatività sindacale però, con gli accordi con la Fiat, in contrasto con la costituzione, non saranno più rappresentati sindacalisti liberamente eletti; anche in  questo caso bisogna decidere se leggi e contratti devono uniformarsi alla costituzione o se invece bisogna cambiare la costituzione, la quale non  può essere solo un dogma o un feticcio in grado di coltivare le illusioni nei sudditi conhtribuenti.   

Articolo 40: “Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano”.

Queste leggi non sono state fatte perché il sindacato non le ha volute, il parlamento si è accodato, le leggi sullo sciopero erano viste dal sindacato come una regolamentazione o limitazione del diritto allo sciopero. Ci si chiede, com’è potuto avvenire ciò, a 60 anni dalla entrata in vigore della costituzione, se la costituzione è una norma programmatica ed una norma cogente o inderogabile, obbligatoria  soprattutto per il legislatore?

La Costituzione afferma che lo sciopero è un diritto senza limiti però, l’intesa voluta  nel 2010 da Marchionne, che obbliga ogni dipendente a firmare un accordo in cui si impegna a non scioperare contro l’accordo, pare in contrasto con questo articolo. Insomma continua l'uso strumentale e propagandistico della Costituzione, osannata da tutti, ma praticamente in disuso fin dalla sua nascita, anche per merito del ministro della giustizia Togliatti che, per restare al governo, vi inserì l'articolo 7 e non abrogò codice Rocco e leggi di polizia fasciste. 

Articolo .41: “L’iniziativa economica privata è libera”.

Però le pastoie burocratiche e le tagliole fiscali non aiutano l’esercizio di questa libertà, né lo sviluppo dell’economia, i mancati rimborsi  fiscali alle ditte che esportano favoriscono le delocalizzazioni all’estero e l’impoverimento del paese. La costituzione di nuove imprese richiede tempi e costi notevoli dal punto di vista burocratico, prima che essa possano cominciare a produrre reddito.

 

Articolo 47: “La repubblica tutela il risparmio in tutte le sue forme”.

In realtà, la Banca d’Italia e non ha vigilato sulle banche e la Consob non ha vigilato sulle borse così, soprattutto in questi ultimi anni, si è sviluppata la speculazione finanziaria ed il risparmio delle famiglie è stato falcidiato.

 

Articolo 50: ”Tutte i cittadini possono rivolgere petizioni alle camere”.

Queste petizioni si fanno anche ai comuni, quasi mai danno soddisfazioni al popolo che le fa, anche le interpellanze in parlamento sono un rito inutile; come i referendum, questi strumenti sono utili quando il potere è disponibile ad ascoltare ed a provvedere, invece oggi il potere, con il suo silenzio e le sue omissioni, vuole solo stancare il popolo in vena di reclamare.

 

Articolo 52: “L’ordinamento delle forze armate si uniforma allo spirito democratico della repubblica”.

In realtà non sono democratiche né le caserme, né i conventi, i militi sono più asserviti degli altri cittadini, però  non è democratica nemmeno la repubblica, che ama questi spropositi e questi enunciati.

 

Articolo 54: “I cittadini devono osservare la costituzione  e le leggi”.

Le leggi sono tante e per osservarle bisogna almeno conoscerle, però per lo stato l’ignoranza della legge non è ammessa; dall’altra parte, il legislatore ordinario non sempre osserva la costituzione e sono tante le leggi anticostituzionali. Consideriamo che i politici che fanno le leggi seguono anche il principio d’opportunità politica, che è opposto a quello d’eguaglianza o equità, cioè fanno favori agli altri, alle lobby ed a se stessi, perciò risultano spesso in conflitto d’interesse.

 

Articolo 67: "I parlamentari esercitano la loro funzione senza vincolo di mandato".

Diversamente da altre costituzioni, questo articolo permette i ribaltoni e il cambio di maggioranza con gli stessi parlamentari; il fatto è che, se in economia il mercato non funziona, in parlamento il mercato ha sempre funzionato bene, grazie soprattutto al potere economico delle lobby e degli interessi personali dei singoli parlamentari. Il mercato esiste anche nella chiesa, definito peccato di simonia. 

 

Articolo 68: “I membri del parlamento non rispondono dei voti e delle opinioni espresse, possono essere perquisiti o arrestati solo su autorizzazione del parlamento, salvo il caso di condanna irrevocabile o arresto in flagranza, analoga autorizzazione è richiesta per le intercettazioni telefoniche e per controllare la loro corrispondenza”.

Si sta parlando d’immunità non garantite al resto dei cittadini, anche se i parlamentari si  giustificano affermando di volersi  difendere dalla lotta politica effettuata per via giudiziaria; comunque, per lo spirito di corpo, raramente il parlamento concede queste autorizzazioni, anche se ne ricorrerebbero gli estremi; i parlamentari non sono uguali agli altri cittadini.

 

Articolo 70: “La funzione legislativa è esercitata dalle due camere”.

Ciò avviene senza distinzione di ruolo e senza che le due camere siano di diversa emanazione, mentre, sotto la monarchia, il senato era di nomina regia; alcuni giuristi hanno sostenuto che due camere con gli stessi poteri, abilitate ad approvare una legge con una votazione per camera, garantiscono una legislazione più accurata e aggiungono che esistono due camere come esistono nel corpo due orecchie, due occhi, due reni, due polmoni, due braccia e due gambe. Però in Italia, adottato il bicameralismo perfetto, non ne abbiamo ottenuto una legislazione accurata, infatti, le norme sono troppe, incerte, contraddittorie e scritte male, cioè di difficile interpretazione.

Le leggi sono nate dalle circostanze, dal caso, dalla convenzione, dall’ignoranza, dalla superstizione, dai pregiudizi e dall’abuso di potere; hanno l’oscurità degli oracoli, si contraddicono, tendono a smantellare i costumi ed il diritto naturale; quando sono detestate da tutti, sono disapplicate dai giudici che dovrebbero applicarle.

Articolo 71: “Sono competenti a proporre le leggi il governo, le camere ed il popolo con 50.000 firme”.

Secondo la costituzione, la nostra repubblica è parlamentare, in realtà il governo legifera più del parlamento, soprattutto a mezzo di decreti, e le riforme si aspettano più dal governo che dal parlamento; i partiti prevalgono sul parlamento ed oggi esistono anche le Autorità che rubano spazio al parlamento; la conclamata divisione dei poteri pare imperfetta ed il parlamento non pare  titolare della sovranità popolare. Il popolo non propone leggi in parlamento perché non assistito dai partiti che non amano ingerenze popolari, non può proporre referendum propositivi e l’Unione Europea, con le sue leggi, ha ridotto la sovranità dell’Italia e degli italiani.

 

Articoli 73-74: “Le leggi sono promulgate dal presidente della Repubblica, che le può temporaneamente rinviare alle camere con un messaggio motivato, ma se le camere le approvano di nuovo, poi le deve promulgare”.

In realtà, poiché il presidente della repubblica può essere accusato d’attentato alla costituzione, può sempre rifiutarsi di firmare leggi anticostituzionali, però fino ad oggi i nostri presidenti hanno preferito fare i notai, perciò non hanno utilizzato queste prerogative e gli altri loro larghi poteri; la conseguenza è un numero elevato di leggi anticostituzionali in vigore. A leggere la costituzione, il nostro capo del governo ha meno poteri del cancelliere tedesco, del presidente della repubblica e del  parlamento; però come il parlamento è superato dai partiti, dal punto di vista pratico e non costituzionale, la realtà sembra un po' diversa.

Caduto il fascismo, i costituzionalisti si erano preoccupati di controllare i poteri del capo del governo, valorizzando parlamento e presidente della repubblica, i Savoia invece, con poca fiducia verso la politica, tenevano a valorizzare forze armate e carabinieri.

 

Articolo 75: “500.000 elettori o cinque consigli regionali possono proporre l’abrogazione di leggi con referendum popolare, esclusa le materie tributaria,  trattati e amnistie, il voto è valido se al referendum partecipa la almeno la metà degli aventi diritto. Gli italiani, anche con queste limitazioni, avevano abolito ministero dell’agricoltura e finanziamento ai partiti, poi ripristinati dal parlamento, perciò oggi si rifiutano di votare a nuovi referendum  e nessun referendum ha più successo.

In Svizzera si tengono referendum anche nelle materie negate agli italiani, siccome l’Unione Europea è stata accettata con un trattato, questa può abrogare il residuo di sovranità rimasto agli italiani, senza tema di voto popolare referendario; le maggioranze richieste per il successo dei referendum non ne facilita il successo. Il referendum propositivo non è stato voluto dai partiti, che vogliono il monopolio della legislazione e contrastano le riforme vere volute dal popolo.

 

Articolo 76: “L’esercizio della funzione legislativa può essere delegata al governo solo per tempi e oggetti definiti, perciò, in caso d’urgenza, il governo emana decreti che devono essere immediatamente  convertiti in legge dalle camere”.

In realtà, il governo, anche a causa della passività del parlamento, ha abusato spesso della decretazione d’urgenza, minando con ciò il principio della separazione dei poteri e la sovranità teorica del parlamento.

 

Articolo 79: “L’amnistia e l’indulto sono concessi a maggioranza dei due terzi dalle camere”

Questi provvedimenti di clemenza sono stati emanati con frequenza, sia in era monarchica che repubblicana, in occasioni di ricorrenze particolari o per sfollare le carceri; per sfollare le carceri, in assenza d’amnistie e indulti, il presidente della repubblica emana più grazie individuali, violando con ciò il principio della separazione dei poteri, cioè intaccando le prerogative del parlamento, il quale però spesso è impedito da veti incrociati dei partiti. Va detto comunque che questi provvedimenti di clemenza hanno carattere demagogico e minano il principio della certezza della pena che dovrebbe essere un deterrente al delinquere, meglio sarebbero pene certe e la depenalizzazione di certe norme.

 

Articolo 82: “Ciascuno camera può disporre inchieste”.

Queste inchieste hanno un costo e pochi risultati pratici, perché ogni gruppo espone una tesi diversa e non si arriva a capo di niente; inoltre le inchieste parlamentari sono concorrenti con il potere d’indagine della magistratura; anche questo fatto mina il principio della separazione dei poteri, perché la magistratura è organo costituzionale.

 

Articolo 84: “L’ufficio di presidente della repubblica è incompatibile con qualsiasi altra carica”.

Questa incompatibilità così formulata ed estesa non esiste per i membri del parlamento e  del governo, che spesso hanno ruoli molteplici ed in conflitto d’interesse, con confusione di ruoli tra controllore e controllato; evidentemente i costituzionalisti volevano dare un ruolo importante al presidente e non simbolico come si dice spesso.

 

Articoli 87-88: “Il presidente indice le elezioni, autorizza la presentazione alle camere di leggi d’iniziativa del governo, promulga le leggi, indice i referendum popolari, ratifica i trattati internazionali, ha il comando delle forze armate, dichiara lo stato di guerra, presiede il consiglio superiore della magistratura, può concedere grazie, può sciogliere le camere”.

I poteri del presidente sembrano estesi, può anche bloccare le leggi, per la costituzione non è un notaio o un simbolo che rappresenta l’unità, non è organo di garanzia della costituzione perché questo ruolo appartiene alla corte costituzionale, che però non sempre lo ha esercitato.

 

Articoli 89-90: “Gli atti del presidente della repubblica devono essere controfirmati dai ministri o dal presidente del consiglio che se n’assumono la responsabilità; il presidente è responsabile solo d’alto tradimento e attentato alla costituzione”.

Il presidente è irresponsabile come il re ed al di sopra della legge, il potere assoluto aveva queste caratteristiche, però aveva come ulteriore caratteristica il fatto di riscuotere a suo beneficio le tasse e di beneficiare del signoraggio monetario. In generale, la democrazia esiste quando i cittadini sono uguali davanti alla legge e la rivoluzione fu fatta per togliere privilegi e immunità a re ed aristocrazia. Alcuni di questi privilegi legali ed immunità sono stati ereditati dal presidente della repubblica ed, in misura minora, dai parlamentari.

 

Articolo 92: “Il presidente della repubblica nomina il presidente del consiglio e, su proposta di questo, i singoli ministri”.

Altro segno degli ampi poteri costituzionali del presidente della repubblica, in Italia questi poteri non si sono visti perché abbiamo avuto presidenti opachi e succubi dei partiti, che hanno preferito inviare messaggi al paese e fare i notai; il potere occulto che governa l’Italia ha sempre temuto un presidente di carattere che esercitasse i suoi poteri costituzionali.

 

Articolo 94: “Il governo deve avere la fiducia da parte della camere”.

Questo articolo para ricordare che l’Italia è un repubblica parlamentare e che il parlamento è il depositario della sovranità popolare, ma non è vero.

 

Articoli 95-96: “Il presidente del consiglio è responsabile della politica del governo, mentre i ministri sono responsabili degli atti dei loro dicasteri; i ministri, per i reati da loro commessi, con autorizzazione delle camere sono sottoposti alla giustizia ordinaria “.

Di fatto il parlamento ha esteso questa immunità negando spesso l’autorizzazione, a vantaggio di ministri, ex ministri o parlamentari; però, diversamente dal presidente della repubblica, secondo la costituzione, i ministri sono responsabili dei loro atti politici e dei loro reati, non hanno il privilegio dell’irresponsabilità quasi totale del presidente o del re.  La legge stabilisce che il presidente del consiglio ed i ministri, per reati connessi alle loro funzioni, sono giudicati da un  tribunale speciale, chiamato tribunale dei ministri, i cui membri sono sorteggiati.

 

Le repubbliche possono essere presidenziali o possono concedere preminenza al presidente del consiglio o cancelliere, quindi queste due figure dovrebbero essere le massime cariche dello stato,  mentre i poteri o organi costituzionali sono costituiti da presidenza della repubblica, governo, parlamento e magistratura. Tuttavia l’Italia è rimasto un paese un po’ monarchico perché il presidente ha conservato alloggio e parte dei poteri del re, conservandone l’aureola, come ieri si esaltava, da parte di tutti, il sovrano, oggi si esalta il presidente della repubblica.

Per timori di bonapartismo, si vuole il presidente del consiglio in posizione subalterna,  perché le colpe dello stato sono sempre addebitate al capo del governo, in una logica di capro espiatorio; infatti i Savoia erano irresponsabili, tiravano il sasso e nascondevano la mano, mentre il capo del governo era il capro espiatorio,  le crisi di governo sotto la monarchia erano numerose come nella prima repubblica.

Da questa schizofrenia esorcistica,  ne discende che spesso i commentatori televisivi, quando parlano di poteri, si riferiscono al primo che sarebbe la presidenza della repubblica, al secondo che è il presidente del senato, al terzo che è il  presidente della camera ed al quarto, pronunciato a denti stretti, che dovrebbe essere il presidente del consiglio. Non sarebbe più giusto che questo fosse chiamato il primo o il secondo, come in tutte le costituzioni?

Articoli 101-102: “La giustizia è amministrata in nome del popolo, i giudici sono soggetti solo alla legge, la giurisdizione è unica e non possono essere istituiti giudici speciali, ma possono essere create sezioni speciali giudicanti presso i tribunali dedicate a materie speciali”.

La giustizia è amministrata in nome del popolo ed esistono dei partiti che si chiamano popolari, perciò il popolo è sempre preso in giro; quanto è distante la costituzione dalla realtà, il vezzo di chiamare sempre in causa il popolo è un difetto della politica e dei demagoghi, la costituzione  si dovrebbe limitare a dettare delle norme per far funzionare meglio lo stato e la legislazione. I giudici sono soggetti alla legge, però la loro fortuna dipende anche dagli appoggi politici e sindacali e la politica segue il principio d’opportunità, che è opposto a quello di legalità e d’eguaglianza dei cittadini; perciò la storia insegna che  a volte i giudice fanno finta di non vedere e non sentire e girano la testa dall’altra parte.

 

Si dice che lo stato di diritto deve avere una giurisdizione unica e non tribunali speciali e che nessuno deve essere distolto dal suo giudice naturale, però l’Italia ha ancora tribunali speciali; non parlo dell’Inquisizione, mai dei tribunali militari, della magistratura delle acque, dei tribunali amministrativi, dei collegi arbitrali, delle commissioni tributarie, della Corte dei Conti, dei giudici del lavoro, forse solo questi ultimi possono passare come sezioni specializzate del tribunale. Il sofisma giuridico politico naturalmente afferma che in Italia siamo sempre nel campo della giurisdizione unica, che esistono però sezioni specializzate della giustizia ordinaria per materie speciali e non giudici speciali; del resto, anche per la trinità si afferma che Dio è uno e trino.

 

Articolo 104: “La magistratura è un organo autonomo e indipendente ed i membri del suo consiglio superiore della magistratura, organo di autogoverno, sono eletti  parte dai magistrati e parte dal parlamento”.

Queste elezioni si svolgono con criteri politici, perché i magistrati sono divise in correnti politiche ed il parlamento vota seguendo le indicazioni politiche; quindi anche se i magistrati italiani sono di carriera e non eletti come in Usa, sono legati per qualche verso alla politica, soprattutto quelli che desiderano emergere. Questo fatto mina la loro indipendenza dai partiti, come dal governo che è espressione di una maggioranza parlamentare; è per questa ragione che parlamento e magistratura non si sono sforzati per rendere più celere la nostra giustizia che, così com’è formulata, serve solo a garantire lavoro agli avvocati ed una posizione ai giudici.

Dopo le tante stragi avvenute in Italia nei decenni scorsi, le sentenze sono state di assoluzione per mancanza di prove per gli imputati, cioè non stata accertato nessun colpevole, chi crede alla bontà di queste sentenze, osserva che perciò questi processi, lunghi e costosi, in grado di immobilizzare i palazzi di giustizia, non dovevano nemmeno iniziare; nemmeno sui disastri naturali si sono accertate delle responsabilità, così nei casi di alta corruzione nella pubblica amministrazione, perciò i presunti responsabili non sono stati allontanati.

Tra magistratura e governo il conflitto è sempre stato fittizio e un bluff, però è servito a ricattare il potere politico, per concedere maggiori privilegi ai magistrati; salvo eccezioni, le toghe sono generalmente colluse, in passato dipendevano anche ufficialmente dal governo, oggi spesso chiudono un occhio e, con il decorso del tempo, grazia alla durata dei processi, ci si dimentica dei fatti; alcune sentenze sono politiche, a parte le immunità riservate alla politica, prescrizioni, avocazioni, archiviazione e cancellazione di sentenze scomode da parte della cassazione, servono a mettere al riparo da responsabilità; l’obbligatorietà dell’azione penale è una chimera.

I magistrati eroici che hanno a cuore legge e giustizia sono una minoranza, a volte sono trasferiti o uccisi, è il caso di De Magistris e Forleo, trasferiti per opera del Consiglio Superiore della Magistratura, organo di autogoverno che serve solo a tutelare i privilegi dei magistrati, più che l'indipendenza della magistratura, contenendo l’invadenza degli altri poteri; se  la magistratura invade il campo legislativo, non vuole essere giudicata nelle sentenze, ma giudica sulle leggi, in vigore o da approvare.

Diversamente dagli altri dipendenti dello stato, che sono lavoratori subordinati, però pagati dallo stato come i magistrati, i magistrati godono di speciale autonomia, non tanto per tutelare un principio di equità e di legalità o per essere indipendenti dai partiti, perché anche i magistrati hanno una fede politica, ma per contrattare un’occasionale dipendenza con il governo o con i potenti, perché anche in magistratura esiste la corruzione; invece gli altri dipendenti pubblici, oltre i salari, orari di lavoro e ferie, non hanno niente altro da contrattare con i ricatti.

A causa di leggi di privilegio, in Italia il mercato non funziona, però ha sempre funzionato bene in parlamento (lobby e compravendita dei deputati), in chiesa (simonia) e in magistratura (mercato delle sentenze), la magistratura è stata sempre succube del potere e collusa e non disinteressatamente. La corruzione della politica ha sempre richiesto, per mettersi al riparo dalla legge, la stipula di una polizza assicurativa presso i giudici, polizza pagata alla classe dei magistrati con carriera, privilegi, favori, altre cariche remunerate e denaro. 

Articoli 107-108: “I magistrati possono essere sottoposti a provvedimento disciplinare, trasferiti o sospesi solo dal consiglio superiore della magistratura, la legge assicura l’indipendenza dei giudici delle giurisdizioni speciali”.

I magistrati sono stati sospesi e trasferiti per ragioni ideologiche e politiche che niente hanno a che fare con la giustizia (De Magistris, Forleo e Tosti); quindi il consiglio superiore della magistratura, organo d’autogoverno della magistratura, fa anche politica ed emana sentenze politiche d’opportunità che rivelano spesso scarsa indipendenza dagli altri poteri o dai partiti. I giudici dovrebbero essere dipendenti dalla legge e indipendenti dai partiti e dal governo; poiché spesso fanno politica o sono pavidi od opportunisti, ciò non avviene; ciò si è verificato con poche eccezioni personali, solo in pochi paesi e in poche epoche il potere giudiziario è stato autonomo verso il governo, giudici indipendenti sono stati costretti  a sacrificare la loro vita.

 

Raramente nella storia i magistrati sono stati indipendenti dal governo; il procuratore della repubblica rappresenta lo stato, cioè il governo e la corte di cassazione è servita a cancellare sentenze scomode per il governo. I giudici delle giurisdizioni speciali sono indipendenti, oltre che dagli altri poteri, anche dai giudici ordinari, perciò rafforzano l’autonomia dei loro uffici che appaiono come veri tribunali speciali. Il tribunale speciale non è necessariamente un tribunale di tipo fascista,  ma è un tribunale legato ad una materia specifica, con uffici speciali, giudici specializzati e speciale autonomia; quando esiste vige una giurisdizione plurima anziché unica.

 

Articolo 112: “Il Pubblico Ministero esercita l'azione penale"

Nei processi penali il pubblico ministero esercita l’accusa e,  rappresenta l’interesse all’ordine pubblico ed, in pratica, dovrebbe rappresentare il ministro dell’interno; di fatto, oggi L’Italia è l’unico paese in occidente in cui il pubblico ministero non dipende dal governo, questo vuole essere  indipendente dal governo,  dal ministro degli interni e da quello della giustizia. Per non perdere in stipendio, lustro e carriera, vuole essere chiamato giudice, anche se il suo ruolo è diverso da quello del giudice o della magistratura giudicante, infatti nei processi penali rappresenta l’accusa per conto dello stato.

 

Questa figura non esiste in tutti gli ordinamenti, in alcuni l’accusa è sostenuta da un avvocato di parte, reso forte dai rapporti della polizia giudiziaria, oppure il pubblico ministero è un dipendente dello stato, separato dal giudice ordinario giudicante; in generale, il pubblico ministero rappresenta l’interesse dello stato alla difesa dell’ordine pubblico minacciato da gravi delitti. Il legame con ministero degli interni e con la sicurezza ne  rivela il  rapporto originale con la politica ed il governo, anziché l’indipendenza.

 

Articolo 116:”Sono  istituite regioni a statuto speciale”.

Queste regioni hanno maggiori autonomie e maggiori risorse di quelle ordinarie, il che è lesivi dell’art. 3, il privilegio nacque per difendere con incentivi l’unità del paese, cioè comprando i dirigenti politici di quelle regioni; come accade a tanti paesi, alcune regioni confinarie, con popolazione mista, erano votate alla secessione, perciò il governo italiano preferì fare delle concessioni. A parte le disuguaglianze per legge tra regioni e cittadini, è da ricordare che se i cittadini fossero sovrani, le regioni di frontiera, con una votazione a maggioranza, avrebbero diritto alla secessione; ma nessuno stato è capace di riconoscere questo diritto, gli stati sono a favore dell’autodeterminazione solo per i popoli degli altri stati.

 

Articolo 117: "lista competenze delle regioni".

La riforma del titolo V della costituzione ha attribuito alle regioni, in alcune materie, competenza legislativa concorrente con lo stato, il che ha  creato costosi doppioni ed hanno  favorito la proliferazione burocratica, contribuendo ad inceppare la macchina amministrativa. Sarebbe stato meglio, in una logica federale, conferire a comuni e regioni la sovranità originaria, con loro competenze esclusive, demandando le rimanenti funzioni allo stato.

 

Articolo 119: “Le entrate delle regioni sono fissate dalle leggi dello stato”.

Le regioni non hanno autonomia finanziaria, non esiste federalismo fiscale, lo stato è geloso dei suoi contribuenti e, quando il federalismo nascerà, nelle regioni ci saranno sempre politici e funzionari fiduciari di Roma, quindi sarà difficile un vero federalismo e vere autonomie. Staremo a vedere.

 

Articolo 120: “Le regioni devono garantire libera circolazione di merci e di persone e non possono limitare il diritto ad esercitare professioni e lavori”.

L’articolo serve a prevenire frontiere economiche interne, però è lo stato che ha creato con le sue norme degli steccati, concedendo privilegi economici  alle regioni a statuto speciale,  concedendo concessioni e creando corporazioni ed albi che impediscono il libero esercizio di una professione; con concorsi fasulli e abilitazioni discutibili, aventi lo scopo di estendere aree di privilegio per gli amici dello stato, escludendo altri  da una professione; questo fatto ha procurato un danno economica  all’Italia, discriminazioni ed intralci al mercato.

 

Articolo 122: “Nessuno può far parte contemporaneamente di un consiglio regionale e di una camera; come i parlamentari, anche i consiglieri regionali non rispondono delle opinioni e dei voti  espressi”.

Continuano le discriminazioni volute dalla legge, ad ogni modo, si può essere contemporaneamente sindaco e parlamentare e, fino a poco tempo fa, prima che  l’Europa lo vietasse, parlamentare italiano ed europeo; un altro caso di disparità di trattamento, in violazione dell’art. 3 che dice che tutti sono uguali avanti alla legge, sono le contraddizioni interne di una costituzione schizofrenica. L’irresponsabilità dei parlamentari è stata estesa ai consiglieri regionali perché allo stato costa poco estendere questi privilegi, calpestando i comuni cittadini che credono all’eguaglianza davanti alla legge.

 

Articolo 124: “Un commissario del governo, residente nel capoluogo della regione, esercita il controllo politico sulla regione”.

Le cautele non sono mai troppe e lo stato centralista non vuole perdere il controllo sulle regioni; il fascismo eliminò sindaco e creò i podestà di nomina governativa, affiancato dal segretario comunale pure di nomina governativa, impose i prefetti alle province per esercitarne il controllo;  per il controllo delle regioni, la repubblica ha inventato i commissari del governo. Non poteva essere diversamente, in fondo, la repubblica non ha eliminato nemmeno codice Rocco, concordato, leggi di polizia e leggi anticostituzionali di era fascista.

 

Articolo 127: “Ogni legge approvata dal consiglio regionale è comunicata al commissario del governo per l’approvazione e per controllare che  non ecceda le competenze della regione; eventuali conflitti tra stato e regione sono risolti dalla corte costituzionale”.

Insomma il nostro stato controlla in maniera maniacale comuni, province e regioni, avvenne ciò perché era nato, come gli altri stati, con la forza e non per volontà popolare, perciò dall’inizio temeva la sua disintegrazione, le autonomie e l’autodeterminazione dei popoli viventi in Italia.

 

Articolo134: “La corte costituzionale giudica sulla costituzionalità delle leggi, sui conflitti di competenza  tra organi costituzionali dello stato e tra stato e regioni, inoltre giudica  sulle accuse mosse contro il presidente della repubblica per alto tradimento e attentato alla costituzione”.

Sul controllo della costituzionalità delle leggi l’articolo non afferma che la pronuncia si debba esplicare solo nel corso di processi ordinari come la giurisprudenza postula, perciò la corte avrebbe anche potuto muoversi con spinta autonoma per cancellare le vecchie leggi anticostituzionali, come avrebbe potuto impedire l’entrata in vigore di nuove leggi anticostituzionali; non lo ha fatto perché fin dall’inizio era legata alla politica, la quale segue il principio di opportunità e non  quello di legalità.

 

Vale la pena di ricordare che di alto tradimento si sono macchiati anche ministri e parlamentari, facendo spionaggio durante la guerra fredda a favore del nemico (Dossier Mitrokhin), il reato di tradimento è imprescrittibile; in questo caso però la competenza avrebbe dovuto essere della magistratura ordinaria, che però non se n’è mai occupata, ignorando, ancora una volta, l’eguaglianza dei cittadini avanti alla legge.

 

Per quanto riguarda l’attentato alla costituzione, c’è stata la promulgazione regolare di leggi anticostituzionali da parte dei presidenti, d’altra parte però la corte costituzionale non  si è resa parte attiva nell’eliminazione delle leggi anticostituzionali fasciste, ma parte passiva di richieste d’incostituzionalità di norme durante i processi; qualche volta sancì anche che erano costituzionali norme che erano, in realtà, anticostituzionali.

 

Infatti, una norma penale puniva l’adulterio femminile più pesantemente di quello maschile e la corte lo dichiarò costituzionale, poi, in un secondo tempo, a costituzione invariata, lo dichiarò anticostituzionale. Alla luce dell’articolo 3, non si capisce il diverso orientamento, cosa centra il fatto che la costituzione è una norma programmatica se può trovare immediatamente applicazione. La costituzione non deve seguire la moda ma applicare alcuni principi fondamentali, purtroppo però anche la corte costituzionale segue la politica. La corte, assecondando governo e parlamento, non ha ammesso proposte di referendum abrogativi perfettamente ammissibili

 

Articolo135: “I membri della corte costituzionale sono nominati per un terzo dal presidente della repubblica, per un terzo dal parlamento e per un terzo della magistratura ordinaria”.

Continuano le prerogative importanti del presidente della repubblica, che è non è una figura scialba della costituzione, se gli si fanno esercitare i suoi poteri e se decide di esercitarli; comunque, i membri scelti dal presidente sarebbero indipendenti nel giudizio del presidente? Vista la politica, direi di No.  Sembrano cose teoriche perché i presidenti non sono mai stati accusati di tradimento o attentato alla costituzione, però Napolitano è stato anche stalinista, anche se allora era solo parlamentare, sospettato di disamore verso la patria.

 

Articoli138-139: “Le modifiche alla costituzione sono fatte con due deliberazioni per ogni camera a maggioranza assoluta e quindi con referendum popolare, il referendum non occorre se l’approvazione delle camere avviene con i due terzi. La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale”.

Questa norma ha valore fino a che la politica e l’ordinamento su cui si sostiene intende rispettarla, si dice anche che i principi fondamentali della costituzione non sono modificabili e che la costituzione è rigida e non flessibile, perché richiede un processo laborioso di modifica; tuttavia alcuni articoli sono stati modificati con questa procedura ed, in generale, quando cambia l’ordinamento, con una rivoluzione o una seconda repubblica, che in Italia non è mai nata, cambia la costituzione, con l’intervento di una nuova assemblea costituente che ignora rigidità e  blocchi della vecchia costituzione.

 

Secondo la disposizioni transitoria finale n. XII: “E’ vietata la riorganizzazione del partito fascista”.

In realtà, sotto nome diverso, in Italia, diversamente che in Germania, partiti extraparlamentari o parlamentari, di diversa denominazione, ma d’ispirazione fascista, nacquero con la tolleranza dello stato, il Vaticano propose anche un’alleanza con loro al governo e al comune di Roma; è la solita schizofrenia della politica, della legge e della costituzione italiana.

 

Secondo la disposizione transitoria finale n. XIII: “Ai membri di casa Savoia è vietato l’ingresso in Italia”.

Anche questa norma, poiché il tempo è galantuomo, è stata accantonata.

 

Secondo la disposizione transitoria finale n. XIV: “I titoli nobiliari non sono riconosciuti”.

Però lo stato e la chiesa conferiscono onorificenze e titoli e di titoli nobiliari si fa anche mercato, se un nobile è senza beni si può vendere il titolo, se ha beni li usa assieme al suo titolo. Una volta questi nobili avevano privilegi fiscali, ma oggi lo stato ha esteso questi privilegi ad altre categorie, invece di abolirli. Se  un nobile usa il suo titolo, lo stato non lo persegue, se uno si fa passare per nobile, usando falsi titoli, lo stato lo può perseguire; da questi fatti si può capire se i titoli nobiliari sono riconosciuti o tutelati o meno. E' un'altra delle prese in giro della costituzione.

 

Nunzio Miccoli   www.viruslibertario.it numicco@tin.it.

 

 

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I DIRITTI SOVRANI OD ORIGINALI 

Per le persone, i popoli e gli stati, proprietà, sovranità, possesso e potere legittimo esprimono l’esercizio di un potere sulla terra, il quale si può trasmettere o interrompere a vantaggio di altri solo con titoli idonei, come la compravendita, la successione testamentaria, la successione dinastica e la guerra; con la guerra, il riconoscimento degli altri stati alle conquiste, come dimostra la storia, generalmente arriva sempre, anche se in  ritardo, perché, da parte della comunità internazionale, si finisce con il riconoscere la situazione di fatto.

Quando manca il titolo legittimo alla successione, il giurista Lucifredi (diritto pubblico) affermava che il potere legittimo apparteneva a chi lo aveva posseduto per primo; ad esempio, se oggi esistessero gli etruschi, la sovranità legittima sulla Toscana apparterrebbe a loro, mentre i pellirosse, se non avessero perduto delle guerre, avrebbero il diritto sovrano sulle terre degli Usa.

Poiché gli ebrei avevano abitato per primi Israele, mancando il precedente popolo dei cananiti, il potere sulla Palestina apparterrebbe a loro e non a greci,  arabi o turchi; inoltre, Israele ha occupato delle terre non solo in base ad una successione legittima, peraltro contestata, ma anche avendo acquistato delle terre dai palestinesi ed avendo vinto delle guerre; è inutile fare i moralisti, le guerre sono un titolo idoneo  per acquistare  territorio, così ha fatto, anche dopo la seconda guerra mondiale, cioè in tempi recenti, la Francia con la Germania, la Jugoslavia con l’Italia e la Russia con il Giappone.

Un altro titolo per il passaggio della proprietà della terra è l’usucapione, che si verifica quando il vecchio proprietario trascura o mostra disinteresse verso la sua proprietà; nei rapporti tra popoli si poteva verificare quando i nomadi si spostavano da un  territorio a vantaggio d’altri popoli e a seguito di pulizia etnica; nel diritto interno, i diritti reali sugli immobili si acquistano, da parte del nuovo proprietario, in virtù  del possesso continuato per venti anni. Sotto quest’aspetto, la diaspora ebraica, che non avvenne per libera scelta, potrebbe aver favorito questo processo a vantaggio d’altri popoli, ma non solo a vantaggio dei soli arabi, i quali non possono sostenere di aver abitato o di aver posseduto da sempre la Palestina, perché erano originari dell’Arabia. 

Infine, nei rapporti tra stato e cittadino, il diritto sovrano dovrebbe appartenere al popolo, che però non lo ha mai realmente esercitato;  politici e giuristi preferiscono, nella maggiore confusione parlare, di volta in volta, di sovranità originale di stato, popolo e parlamento, che lo dovrebbe rappresentare ma in realtà non lo rappresenta. Per alcuni, il diritto sovrano originale appartiene allo stato, quello derivato agli enti locali, come il comune e la regione; vista la storia d'Italia, dovrebbe essere il contrario, però l'Italia è uno stato che ama definirsi unitario. In realtà, la sovranità originale e totale appartiene ad un potere occulto che, nell'irresponsabilità e nell'anonimato, riscuote le imposte e beneficia del signoraggio monetario, in cambio di una generica protezione offerta ai sudditi contribuenti. Questo patto non scritto è stato però violato, perché i sudditi contribuenti,  in realtà, sono privi sia di giustizia che di sicurezza

Nunzio Miccoli   www.viruslibertario.it;   numicco@tin.it

 

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IL CONFLITTO D'INTERESSE IN ITALIA

In Italia esiste una classe di dirigenti politici e amministrativi che usa lo stato per fare i propri interessi; i magistrati si arricchiscono con gli arbitrati, i rettori universitari amministrano gli atenei come fossero beni di famiglia, gli imprenditori finanziati da banche di cui sono azionisti,  società di brokeraggio sono presiedute dai loro clienti. I  medici sono strumento delle case farmaceutiche, i parlamentari fanno leggine per gli amici e leggi ad personam, si appaltano servizi pubblici a società private di diretta emanazione di politici, che fanno pagare cari questi servizi, pagando poco i relativi dipendenti.

Per evitare innumerevoli conflitti d’interesse, occorrerebbe una separazione netta tra pubblico e interesse privato, tra i ruoli di controllori e controllati, il conflitto che non è nato con Berlusconi e non esiste solo in televisione; oggi gli Usa sono in prima linea nel cercare di contrastare il fenomeno, invece la nostra repubblica sembra ormai votata irreversibilmente al conflitto d’interesse, in Usa i parlamentari non possono avere altri incarichi retribuiti per somme superiori ai 10.000 dollari annui.

Come si fa con i ritardi nei lavori, a causa della presunta urgenza di lavori, si può maggiorare la relativa spesa, è accaduto al G8 della Maddalena, nello scandalo è stata coinvolta la Protezione Civile di Bertolaso, protetto da Berlusconi e Rutelli. L’urgenza, con le procedure senza controlli, è stata usata anche per Giubileo, Mondiali di Nuoto del 2009, per il 150 anni dell’Unità d’Italia, per il terremoto del 2009 dell’Aquila, per Alta Velocità e, in generale, per i Grandi Eventi.

In mezzo sono  affaristi come Anemone, in collegamento con Don Evaldo Biasimi, Angelo Balducci e Caltagirone, legati al Vaticano, Verdini, Fusi, De Santis, Giovampaola, Bisignani, già dentro l’affare Enimont e gentiluomo di Sua Santità come Letta; dove ci sono i soldi e gli affari poco trasparenti, il Vaticano è sempre in mezzo. E’ un sistema di corruzione finalizzato all’assegnazione di appalti pubblici, servendosi anche di prestazioni sessuali, assunzioni e regalo di case.

Il ministero dei beni colturali ha concesso contributi per film realizzati da Lorenzo Balducci, figlio di Angelo, che incassarono in biglietti meno del contributo; Francesco Piermarini, cognato di Bertolaso, ha curato con un’impresa i lavori alla Maddalena. Nei consorzi agrari alcuni deputati sono presidenti, amministratori o sondaci, provocando con ciò confusione tra ruoli di controllori e controllati; inquisiti eccellenti, che avevano rubato allo stato, sono stati difesi in giudizio da parlamentari.

II presidente della giunta regionale siciliana, Salvatore Cuffaro, è azionista di una società alberghiera, destinataria di contributi del ministero dell’industria, Ezio Vigorelli cumulava la carica di deputato con quella di presidente della metropolitana milanese; sono tanti i politici in carica che accumulano cariche su cariche, che li fanno spesso cadere sotto il conflitto d’interesse.

I membri del parlamento non dovrebbero avere incarichi in società  partecipate dallo stato o sovvenzionate dello stato, i parlamentari non dovrebbero  avere incarichi in enti pubblici, privati o  società che hanno rapporti con la pubblica amministrazione; la legge del 13.2.1953 era nata per prevenire i conflitti, in realtà, gli avvocati che occupano un posto in parlamento, sono spesso in conflitto d’interesse. Secondo quella legge, dovrebbe passare almeno un  anno tra la scadenza del mandato e l’assunzione dell’incarico, ma nemmeno questo articolo è sempre rispettato.

Bruno Visentini era stato presidente dell’Olivetti ed obbligò con una legge i commercianti ad acquistare il registratore di cassa prodotto dalla Olivetti, il ministro del Tesoro Piero Barucci  privatizzò la banca Credito Italiano di cui era stato dipendente; il capo del governo Lamberto Dini, ex direttore generale della Banca d’Italia, decise la vendita dell’Imi.

Esistono rapporti tra membri del parlamento e concessioni pubbliche che dovrebbero essere incompatibili, chi è titolare di concessioni non dovrebbe entrare in parlamento, perciò nel 1994 Berlusconi, per potersi candidare,  fece presidente della Fininvest  Fedele Gonfalonieri. Anche Cecchi Gori aveva lo stesso conflitto d’interesse di berlusconi, nel 1996 fu candidato al senato ed era incompatibile. Andrea Colombo è passato da presidente del collegio sindacale dell’Eni al consiglio d’amministratore, da controllore e controllato.

Sindaci, presidenti di provincia, ministri e sottosegretari hanno doppio e triplo incarico, però la legge stabilisce che l’incarico parlamentare non si può cumulare con quello di eurodeputato, consigliere regionale, presidente di giunta provinciale e sindaco di città con popolazione superiore ai 20.000 abitanti; tra ineleggibilità e incompatibilità, la elegge è stata interpretata con larghezza dai parlamentari e dalla giunta delle elezioni.

Antonello Iannarelli è deputato, presidente della provincia di Frosinone, consigliere comunale di Alatri, guida un’impresa commerciale ed è presidente della Ciociaria Sviluppo, società consortile controllata dalla provincia. A volte la giunta delle elezioni si accorge in ritardo del doppio incarico, in Campania tre Province su quattro sono guidate da parlamentari. Anche gli europarlamentari hanno doppi incarichi, i parlamentari si candidano contemporaneamente per più poltrone a Roma, a livello locale ed alle elezioni europee.

In Sicilia esiste incompatibilità tra mandato parlamentare, europeo e regionale, però il sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, è diventato sindaco e deputato regionale, nonostante il divieto di cumulo sancito art. 62 della legge 29/51. L’Italia è stata condannata più volte dalla Corte dei diritti europea per la lentezza della sua giustizia e potrebbe risarcire l’ingiustificato ritardo di tanti processi, anche queste cause di risarcimento contribuiscono ad intasare i tribunali, poiché le cause durano 5-8 anni, ogni anno sono prescritti 170.000 processi.

Ha detto Bruno Tabacci che i ritardi della giustizia sono voluti dalla lobby trasversale degli avvocati che siede in parlamento, questi avvocati, per poter far lavorare di più la loro categoria, non hanno mai proposto una vera riforma della giustizia, non hanno mai sollevato il problema del conflitto d’interesse ed hanno imposto un tariffario minimo per legge per la loro categoria, che oggi si presenta come una corporazione compatta, al disopra degli schieramenti.

Nelle commissioni giustizia ci sono diversi magistrati, alcuni politici o ex politici sono nel Consiglio Superiore della Magistratura; mentre i giudici divenuti parlamentari debbono mettersi in aspettativa, gli avvocati non hanno questo obbligo, perciò in parlamento cambiano le leggi e poi le usano in tribunale. Gli avvocati parlamentari sono sempre in conflitto d’interesse, la legge del 1953  prescrive che un ministro o un sottosegretario debba far passare almeno anno dalla fine del mandato, prima di assumere incarichi in enti, società pubbliche, banche e finanziarie; però sono state concesse  deroghe a Guido Carli, Domenico Siniscalco e Giulio Tremonti, inoltre, queste  norme sul conflitto d’interesse non prevedono sanzioni.

Il parlamento consente agli avvocati di aumentare la loro notorietà e le loro parcelle, nel 2002 Roberto Castelli affermò che la lobby parlamentare degli avvocati bloccava le riforma della giustizia; avvocati parlamentari come Ghedini e Pecorella hanno assistito Berlusconi su legittimo impedimento, processo breve, immunità, diritto societario e falso in bilancio, scandali sessuali e leggi ad personam.

L’onorevole cardiologo   Antonio Gaglione del PD, invece di migliorare la legislazione sanitaria,   mancava al 91% delle votazioni, ma presentò una proposta di riforma del tariffario delle protesi rimborsate dal servizio sanitario; a causa dei ritardi nei pagamento della protesi da parte dell’Asl, ottenne un aumento del 9% del prezzo; queste protesi erano fabbricate da Giuseppe Caforio, senatore del gruppo Di Pietro.

Le commissioni sanità di camera e Senato sono piene di medici, in rapporto con farmacie od ospedali, Antonio Angelucci del pdl è socio dell’Alitalia e siede a Montecitorio, dove diserta il 71% delle votazioni; ha un impero nella sanità privata e giornali, uno di sinistra, il Riformista, e uno di destra, Libero, entrambi finanziati dallo stato; Libero fa anche capo alla fondazione San Raffaele, cioè al carrozzone sanitario privato.

Nella sanità pugliese si concedono soldi e favori in cambio di appalti, è esistito un micidiale conflitto d’interesse in capo all’assessore alla sanità democratico Alberto Tedesco, infatti, alcune sue aziende erano fornitrici delle strutture sanitarie pugliesi. Dal 2008 il guelfo nero Giuseppe Ciarrapico è parlamentare del popolo della libertà, prima di Angelucci era stato revdella sanità romana;  a causa di difficoltà economiche le sue cliniche furono acquisite dal Banco di Roma (leggi Vaticano), anche  Ciarrapico è editore di giornali.

In Sicilia un numero significativo delle 1826 strutture private convenzionate della sanità è di proprietà di politici, che però potrebbero anche fare da prestanome di altri interessi come la chiesa, perciò le prestazioni in convenzione sono salite di prezzo e in quantità. Il parlamento regionale siciliano pullula di dottori, Guglielmo Scammacca è azionista di sei cliniche di Catania, il presidente della regione, Salvatore Cuffaro è dottore; a Siracusa cliniche e politica sono la stessa cosa.

Sulla scia dei piani commerciali comunali, sospetti di corporativismo invece che di liberismo, nel 2.12.1994 un decreto di Berlusconi vietò di aprire un  cinema a meno di due chilometri da un’altra sala cinematografica; il cinema risentiva della scarsa affluenza però all’estero non esistono restrizioni del genere, mentre in Usa esistono quartieri fatti di cinema:  Silvio Berlusconi e Vittorio Cecchi Gori erano i principali proprietari di sale cinematografiche, oggi la Fininvest controlla il 34% del mercato di Roma e il 31% di quello di Milano, soprattutto con i multisala.

In America il Blind trust è nato per prevenire il conflitto d’interesse, è un fondo cieco amministrato da un fiduciario al quale il parlamentare conferisce il suo patrimonio, nel 1994 Berlusconi lo propose e la sinistra non fece proposte alternative; però questa legge non ha mai visto la luce in Italia, invece è stato fatta una legge che impone, in caso di conflitto d’interesse, di astenersi dalle votazioni, senza prevedere sanzioni. Grazie ai governi Berlusconi la raccolta pubblicità di Publitalia di Mediaset ha superato raccolta della Sipra della Rai, che però ha anche il canone, nel 2009 Publitalia controlla i due terzi del mercato pubblicitario televisivo italiano, probabilmente la posizione di Berlusconi ha favorito il successo di Publitalia.

Guido Bertolaso, a capo della protezione civile, può assumere dirigenti pubblici e nominare dirigenti senza concorso, anche a camere sciolte, Biagio Agnes, presidente della Stet azienda telefonica pubblica, si fece votare una pensione mensile di 42 milioni; dal 2008 il parlamento consente la ricostruzione della carriera, oltre il 75 anno di età, dei magistrati sospesi e poi assolti, è il caso di Carnevale, tutte leggi ad personam. Diversi provvedimenti hanno avuto impatto sui processi a carico di Berlusconi, nelle rogatorie, durata dei processi, falso in bilancio, condoni, decreto salva rete 4; il governo Berlusconi, per favorire la raccolta pubblicitaria di Mediaset,  ha anche imposto a Sky il limite del 12% dell’affollamento pubblicitario.

Le zone franche urbane sono state istituite da Romano Prodi e riguardano 22 comuni con popolazione superiore ai 25.000 abitanti, compresa Ventimiglia, del collegio elettorale di Scajola; prevedono imposte ridotte per cinque anni e avrebbero dovuto includere solo comuni disagiati, includono Catania, Taranto, Cagliari, Lecce, Campobasso, Matera, Pescara, Massa Carrara e Ventimiglia. Anche questa legge garantisce la disuguaglianza dei cittadini davanti alla legge.

Berlusconi ha accusato Romani  Prodi di essere scampato nel 1997 alla giustizia  per l’affare Sme, grazie ad un’amnistia e ad una modifica della legge sull’abuso d’ufficio; un’altra legge ad personam  salvò i comunisti da possibili guai giudiziari per i finanziamenti ricevuti da Mosca e lo spionaggio da loro fatto a suo favore; c’era di mezzo il reato di tradimento che è imprescrittibile, il dossier Mitrokhin accennava a queste cose.

Leggi ad personam al plurale hanno consentito alla Regione Friuli di assumere i precari che avevano lavorato 120 giorni negli ultimi cinque anni, ne hanno usufruito i portaborse degli onorevoli arrivati a fine mandato; questa legge sistemò 52 portaborse, nel 2001 la regione Calabria ha fatto un analogo concorso  riservato a 132 portaborse, il suo esito è scontato. All’Ente Sviluppo Calabria molti dei suoi 34 dipendenti sono parenti di politici, giudici e dirigenti regionali.

Al canto V dell’inferno Dante Alighieri, a proposito della regina assira Semiramide scriveva: “Era così lussuriosa che, per contrastare il biasimo che l’aveva colpita,  rese lecita con legge la lussuria”, il nostro parlamento si muove alla stessa maniera, calpestando con leggi di privilegio l’art. 3 della costituzione; la democrazia esiste quando le leggi sono uguali per tutti, invece in Italia troppe leggi sono ad personam, ci sono troppi conflitti d’interesse e c’è anche chi governa fresandosene della legge. Non si può credere che in Italia manchino esperti per incarichi non a rischio di conflitto d’interesse.

Ci sono giudici che si mettono a fare gli avvocati dopo aver lasciato la magistratura, il CSM impone che i magistrati eletti in parlamento non possano essere iscritti agli albi professionali, né essere titolari d’imprese o di far parte di consigli d’amministrazione di società, però a volte tali incompatibilità sono state rimosse. Alla Corte dei Conti si chiede solo una dichiarazione scritta in tal senso;  l’art. 104 della costituzione vieta ai membri del CSM l’iscrizione agli albi, però tale incompatibilità  non riguarda i membri laici, nominati dal parlamento, della Corte dei Conti.

Per quanto riguarda la cancellazione dall’albo, a seguito di condanna penale, nel 2010, dopo 4 anni dalla condanna nel caso IMI-Sir, con interdizione dai pubblici uffici, Cesare Previti era ancora iscritto al suo ordine professionale e la giustizia non era intervenuta. I giudici  esercitano fuori orario una giustizia privata che fa guadagnare più dello stipendio, i lodi arbitrali fanno aumentare il costo delle opere  e generalmente lo stato è soccombente.

Con la scusa che la giustizia privata non funziona,  pubblico e privato si affidano ad arbitri, uno scelto da ciascuna parte e il terzo di comune accordo; però oggi i magistrati ordinari sono esclusi da tali incarichi, li svolgono quelli amministrativi o della Corte dei conti. Nel 2008 il ministro Di Pietro proibì di inserire nei contratti d’appalto la clausola che prevedeva che la soluzione di eventuali controversie dovesse avvenire davanti agli arbitri; purtroppo nel 2009 un  decreto legislativo, non a danno dei giudici,  abolì questa abolizione degli arbitri.

Negli appalti compaiono ingegneri e magistrati delle Corte dei Conti; nel 2006 stava scoppiando lo scandalo di calciopoli e l’ex direttore di Rai sport, Paolo Francia, affermò che tutto lo sport era gestito da una cupola, con scambi di favori tra federazioni, intrecci tra controllori e controllati ed organi della giustizia sportiva guidati da giudici, che rendevano inutile il ricorso alla magistratura ordinaria.

Lo sport è il più generoso distributore d’incarichi per giudici amministrativi, consiglieri della Corte dei Conti, avvocati di stato, però il CSM ha chiuso ai giudici ordinari le corti dello sport; questi giudici corrono sempre il rischio di trovarsi in conflitto d’interessi; in  questa materia, per i ricorsi sono competenti Tar del Lazio e Consiglio di Stato; i loro uomini formano anche la giustizia sportiva o FIGC, il Tar del Lazio è organo della giustizia sportiva.

Le società di brokeraggio  sono gli intermediari del mercato assicurativo, presidente della Ital brokers è Fernanda Contri, ex membro della Corte Costituzionale, altri membri sono Franco Pecorini, gentiluomo di Sua Santità e amministratore delegato della Tirrenia; Pecorini è uno dei principali clienti della Ital Brokers. Franco Lazzarini controlla con una holding la società di brokeraggio, però è anche amministratore delegato di una società del Tesoro e consigliere di un’impresa assicurativa privata con cui l’azienda pubblica ha rapporti d’affari.

L’amministratore delegato delle Ital Brokers, Stefano Giovannini è vicepresidente delle Assicurazioni di Roma, tra le due funzioni esiste conflitto d’interessi, infatti, l’Isvap, l’istituto di controllo sulle assicurazioni, dispone che l’attività d’intermediario non è cumulabile con la carica d’amministratore, direttore generale e sindaco di assicurazioni. Giovannini è stato anche al vertice dell’Ina, poi assorbita dalle Generali; Mario Mustilli, commissario dell’Isvap, è vicepresidente della Geras Italia che è titolare di un’agenzia della assicurazione Allianz.

Nei consigli d’amministrazione di piazza Affari i rapporti incestuosi non sono l’eccezione ma la regola, riguarda tre quarti delle società, gli stessi amministratori siedono in società con partecipazioni reciproche; 67 società blue chip hanno almeno un amministratore in comune. La Consob non ha regolamentato queste società controllate dallo stesso soggetto, all’estero questi fenomeni sono più ridotti.

Salvatore Ligresi partecipa a Generali e Fondiaria- Sai, questo fatto lede la concorrenza e danneggia i piccoli azionisti, ad aggravare il fenomeno esiste il fatto che i patti parasociali o di sindacato non sono stati vietati dalla legge; l’Antitrust ha censito nove casi, tra banche, assicurazioni e società finanziarie, con più di 10 persone nelle posizioni di vertice in aziende concorrenti. Il presidente delle Generali, Antoine Bernheim, è consigliere di Mediobanca e vicepresidente del consiglio di sorveglianza di Intesa San Paolo; inoltre, nel consiglio delle Generali è entrato Francesco Caltagirone, vicepresidente del Monte dei Paschi di Siena e vicino al Vaticano.

Non esiste alcuna norma che impedisca il conflitto d’interessi degli amministratori, devono solo informare il consiglio d’amministrazione; i 2434 consiglieri delle imprese di borsa hanno oltre tre incarichi ciascuno, 184 di loro 10 incarichi e uno ne ha 67; si tratta di Guido Ricciardi, che è amministratore di 5 società e sindaco di 62. Eppure lo statuto del Monte dei Paschi e dell’Istituto san Paolo  contengono il divieto di cumulare incarichi in banche concorrenti.

A volte la banca finanzia un imprenditore suo amministratore o azionista, così faceva il Banco di Napoli di Ferdinndo Ventriglia; con la privatizzazione del sistema bancario questa pratica è diventata ancora più normale; Mediobanca ha sempre finanziato soci e amministratori. Oggi le banche sono azioniste delle imprese e, con il patto di sindacato, il conflitto d’interesse ha raggiunto proporzioni enormi.

Alcuni imprenditori entrano nel capitale delle banche per prenderne i soldi a condizioni di favore,  perciò le banche sono entrate nel settore industriale ed editoriale e nei casi Parmalat e  Cirio i relativi bond sono stati rifilati ai clienti delle banche per trasferire sulle spalle dei risparmiatori l’esposizione eccessiva delle banche nei confronti delle imprese. Le stock option garantiscono al manager di acquistare un certo quantitativo di azioni ad un  prezzo prefissato e poi di rivenderle,  perciò questi sono tentati di manovrare per fare salire artificiosamente i titoli.

Cesare Geronzi, presidente di Unicredit è anche presidente di Mediobanca  e del comitato che forma la lista dei candidati al consiglio d’amministrazione delle Generali, di cui la sua banca è il principale azionista. Pietro Ciucci è commissario straordinario del ponte sullo stretto, amministratore delegato della società Stretto di Messina spa, presidente e direttore generale dell’Anas, società del Tesoro che controlla quella società.

Vincenzo Visco era favorevole alla realizzazione del ponte,  l’opera doveva essere compiuta in sei anni,  nel 2007 il governo Prodi eliminò per legge il conflitto d’interesse nelle società pubbliche, perciò Ciucci cumulò cariche e divenne anche collaudatore del Mose, anche se non è ingegnere; perciò la Corte dei Conti chiese  spiegazioni  sui collaudi effettuati da soggetti non  ingegneri e non laureati. Oggi il fermo del ponte costerà un miliardo di euro e  la sua eventuale realizzazione 6,5 miliardi, salvo aumenti.

Quando Giuliano Graziosi, amministratore delegato della Stet, lasciò l’azienda incassò una liquidazione favolosa, esattamente come il presidente Biagio Agnes; all’Eni presidente e amministratore delegato sono dipendenti legati ai partiti, il che genera commistione tra controllore e controllato. Il cumulo di cariche serve a far lievitare le entrate, è il caso di Massimo Sarmi, amministratore delegato e direttore generale delle poste e di Fulvio Conti, amministratore delegato e direttore generale dell’Enel.

Questi privilegi si sommano esodo incentivante di dirigenti ed ai rapporti di consulenza concessi agli amici, i manager pubblici hanno anche incarichi privati; Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni, è anche consigliere d’amministrazione delle Generali. Nelle Ferrovie dello Stato,  il presidente Innocenzo Cipolletta è anche consigliere d’amministrazione di una società di Luca Cordero di Montezemolo che si propone come concorrente delle FS.

Nel Poligrafico è presidente Roberto Mazzei,  che è consigliere di Alenia, con la quale il Poligrafico ha avuto un lungo contenzioso; al vertice delle aziende di stato sono dei politici in carica, come alla Fincantieri di Trieste. La società Cantieri del Mediterraneo ha in concessione i bacini di carenaggio di Napoli ed è stata accusata dall’Antitrust  di ostacolare l’accesso ai bacini  ed alle banchine degli altri riparatori. La legge americana vieta ad un membro del governo di avere contatti con un’impresa con la quale ha lavorato, noi non abbiamo imitato questa legge, perfino in Thailandia ci sono state condanne per  conflitto d’interesse; invece a Sanremo Mogol firma i testi di cinque canzoni in gara, Adriano Galliani è capo del Milan e presidente della lega calcio.

Oggi le linee guida sul trattamento delle patologie sono scritte da esperti che hanno rapporti con le case farmaceutiche, perciò le industrie promuovono nuovi e più costosi farmaci, non più efficaci di quelli vecchi con il brevetto scaduto; finanziano università e impediscono la pubblicazione di ricerche sfavorevoli. Le pubbliche amministrazioni non sono indipendenti dalle aziende farmaceutiche, si spendono milioni di euro per vaccini inutili, come l’N1H1 contro l’influenza; su 24 milioni di sue dosi acquistate dall’Italia dalla Novartis, con un   contratto capestro, ne sono state utilizzate 900.000.

Esistono conflitti anche nel sindacato, nelle aziende private, nelle banche e nella pubblica amministrazione, dei sindacalisti rappresentano come dirigenti i datori di lavoro ed i lavoratori; il sindacalista Pasquale Losa è diventato assessore al personale del comune di Napoli, Guido Bolaffi, direttore generale del ministero del lavoro, ha ricoperto anche l’incarico di presidente del collegio sindacale dell’Inps; oggi il parlamento è pieno di sindacalisti di sinistra.

Nel 2002 la Cassazione ha vietato di assumere negli enti pubblici amici o compagni di partito, però l’andazzo è continuato, all’Anas la famiglia è sempre stata sacra, l’ereditarietà del posto senza concorso può avvenire solo in accordo con il sindacato che ne è anche il beneficiario; in Campania le parenti degli onorevoli sono state candidate in massa. Nelle università sono tanti i rapporti parentali, il rettore della Sapienza di Roma, Luigi Frati,  è preside della facoltà di medicina dove insegnano tre suoi familiari.

Nella pubblica amministrazione  per i dirigenti vale il sistema della autovalutazione, perciò nessuno di loro risulta mediocre; nel 2006 un comune siciliano ha nominato direttore generale di una municipalizzata  un signore in causa con quell’azienda, ancora in Sicilia  è diventato capo del corpo forestale regionale, Pietro Tolomeo, già denunciato per abuso edilizio. In banca non si assumono protestati, ma un protestato può diventare presidente di banca.

Carlo Scaloja, figlio del ministro per l’energia Claudio Scajola, per lanciarsi nelle energie alternative, ha comprato la società Agena. Infine è rimarchevole il conflitto d’interresse delle banche, socie della Banca d’Italia che le dovrebbe controllare, come il conflitto televisivo di Berlusconi, sul cui non mi dilungo perché ne parlano tutti e secondo la politica, sembra l’unico conflitto d’interesse d’Italia.

 

Nunzio Miccoli   www.viuruslibertario.it    numicco@tin.it

 

Per chi vuole approfondire:

“La cricca” di Sergio Rizzo – Rizzoli editore

 

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NEWS E COSE VECCHIE SULLA FINANZA INTERNAZIONALE

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Il Fondo Monetario Internazionale chiede che tutti i paesi applichino misure drastiche d’austerità assieme al taglio nei livelli di vita in Usa e in Europa; oltre al salvataggio delle banche, vuole una strategia fiscale che assicuri  che il debito pubblico sia sostenibile, nel senso che i grandi creditori siano rimborsati da parte dei paesi debitori, altrimenti, afferma, potrebbero verificarsi nuove turbolenze finanziarie.

A tal fine, per la stabilizzazione finanziaria ed evitare la disintegrazione del sistema,  suggerisce alla Banca Centrale Europea  di versare  altri trilioni alle banche, oltre al rinnovo dei prestiti a scadenza settimanale ora vigenti, suggerisce alle banche centrali di espandere la scorta monetaria (favorendo così l’inflazione che riduce realmente il debito) e suggerisce agli stati di ridurre i deficit di bilancio riformando la spesa pensionistica ed i sistemi sanitari.

Poiché  in Europa il mercato dei prestiti interbancari e dei  prestiti per gli investimenti produttivi  è congelato, il prof. Manfred Neumann, docente all'università di Bonn, ha sostenuto  che gli attuali trasferimenti finanziari dalle nazioni ricche a quelle povere causerà la disgregazione dell’euro; per evitare questo effetto, ha proposto di concedere ai paesi in maggiore difficoltà di uscire dalla moneta comune e di riadottare una moneta nazionale (il che potrebbe favorire il ritorno alla speculazione suoi cambi valutari, di cui soprattutto l’Italia ebbe a soffrire).

Altri hanno affermato  che sarebbe meglio che la Grecia dichiarasse l'insolvenza, invece di chiedere ai contribuenti di altri paesi di salvarla o di chiedere sacrifici ai propri contribuenti. A questi argomenti si è opposto Barroso, presidente della commissione europea, che ha affermato che con le insolvenze a catena sarebbe a rischio la democrazia in Europa; mentre Lorenzo Bini Smaghi, membro del Comitato esecutivo della BCE, ha affermando che qualsiasi paese che uscisse dall'euro andrebbe in bancarotta, ha affermato anche, senza spiegarsi, che non si può ristrutturare il debito “in modo pulito”.

Come si sa, per gli italiani, stanchi dei loro governi, l’Europa è ancora un dogma, è la provvidenza e la fonte di salvezza, comunque, in Europa, esistono altri eurofanatici, non sempre disinteressati. Intanto c’è stato il ricorso di cinque professori universitari alla corte costituzionale tedesca contro le misure della BCE, che secondo loro lederebbero il trattato europeo Maastricht, il ricorso dei cinque professori ha concrete possibilità di successo.

Questo ricorso ha  spinto l'ex ministro di Prodi, Tommaso Padoa-Schioppa, ad affermare che un serio ostacolo alla "governance" europea è rappresentato dalla corte costituzionale tedesca, contraria ad ulteriori cessioni di sovranità a favore delle istituzioni europee. Bisogna dire che la Germania, viste le inflazioni belliche da essa sofferte, tiene alla solidità della moneta, rimpiange il suo marco e si sta stancando della solidarietà a suo carico a favore dell’Europa. Le forti esportazioni tedesche aiutano l’equilibrio della bilancia commerciale europea e la stabilità dell’euro, eppure, forse per gelosia, il presidente francese ha accusatori i tedeschi di esportare troppo (invece di delocalizzare le industrie all’estero come hanno fatto Usa, Inghilterra e Italia); la Germania sta ancora pagando riparazioni di guerra.

La Germania è il primo contribuente netto dell’Europa e l’Italia è il secondo, però la direzione politica dell’Europa è in mano a Francia e Germania, mentre l’Inghilterra, come un burattinaio,  tira le fila nell’ombra, stando fuori dell’euro. Intanto il 22 luglio 2010 il Parlamento ungherese, per ridurre il disavanzo, ha approvato una tassa sulle banche, per rappresaglia, il Fondo Monetario Internazionale ha bloccato la tranche rimanente di 5,5 miliardi di Euro di un prestito di 20 miliardi concesso due anni fa all’Ungheria.

Il governo ungherese ha dichiarato che, nonostante le pressioni dell'FMI, non ha intenzione di spremere ulteriormente i poveri e che intende ristabilire la sovranità economica dell'Ungheria, perché senza di essa non c'è alcuna crescita economica; poiché l’Italia è un paese semisovrano, il suo governo non è abituato a parlare così. L'accordo con il FMI, firmato dal precedente governo, ungherese aveva spinto il paese in una trappola debitoria; il debito è lo strumento per rendere schiavi persone e stati, comunque, il governo ungherese ha insistito sulle differenze tra il capitalismo speculativo e capitalismo produttivo, sottolineando che l’Ungheria ha risolutamente adottato quest'ultimo, cioè non si ha nostalgie per il comunismo.

Esiste il  timore che, se l'Ungheria introduce una tassa sulle banche, altri grandi paesi europei  potrebbero seguire l'esempio, a tale proposito, su questo tema, l’Ungheria ha ricevuto il sostegno da Repubblica Ceca, di Slovacchia e Polonia. Il Primo Ministro slovacco  ha annunciato che non continuerà con i drastici tagli al bilancio decisi dal governo precedente;  ha dichiarato che il popolo ha sofferto molto negli anni novanta e all'inizio del millennio, quando i suoi livelli di vita furono  ridotti del 10% per salvare il sistema bancario.

Invece di sostenere le iniziative di questi paesi in difesa delle loro popolazioni, i governi francese e tedesco, che amano spesso muoversi coordinandosi, propongono di imporre dure sanzioni sugli stati che non accettano i criteri di Maastricht; perciò oggi ogni governo europeo occidentale ha pronta una manovra durissima per la propria popolazione, è probabile però che questi  governi non sopravvivranno ai programmi d’austerità da essi imposti.

La politica dei tagli di bilancio è una politica deflazionistica che riduce domanda, produzione e occupazione, in Italia la popolazione ha valutato negativamente il programma d’austerità del governo Berlusconi, facendogli perdere consenso nei sondaggi. Intanto, mentre si sostiene che gli investimenti pubblici sono utili a rilanciare l’occupazione, il Presidente Obama ha espresso l'opinione che il programma spaziale è uno spreco di denaro ed ha chiesto la fine dei voli umani nello spazio; invece la Russia sta finanziano un nuovo cosmodromo nell’estremo oriente e punta anche ad incrementare le infrastrutture ferroviarie, compresa una linea ad alta velocità che dovrebbe andare da Pechino a Parigi.

Esiste un patto di ferro tra Bill Clinton e George Soros, avventuriero della finanza e della speculazione. George Soros passò dai giochi di borsa, a manovrare il capitale off-shore in grande quantità, capace di destabilizzare stati e monete, con l’appoggio politico della Casa Bianca, divenne il magnate del capitale-in-nero e della massa-speculativa e l’arbitro dei destini planetari. Negli anni ‘70 Soros speculò sulla lira e negli anni successivi sulla sterlina; nell’estate 1997, con queste speculazioni, fece saltare le economie di Thailandia, Malesia, Indonesia e Korea del Sud, ossia le cosiddette Tigri Asiatiche, che stavano viaggiando a tassi di crescita superiori al 10 percento annuo.

Nessuno stato asiatico era preparato ad un cataclisma del genere, comprare valanghe di Baht, la moneta thailandese, immettere altrettanti dollari nell’economia thailandese e riversare in un sol colpo nel mercato tutti i Baht accumulati, per favorirne la speculazione, fu la parte finale della  trappola di Soros. Il Baht precipitò  nonostante gli acquisti massicci della moneta da parte di tutti gli altri governi asiatici, coalizzati nel disperato tentativo di salvare la Thailandia.

Mentre il ministro delle finanze tailandese dovette rassegnare le dimissioni, George Soros fu promosso da Clinton a rappresentante ufficiale della politica estera americana; da oscuro tessitore di trame speculative, divenne super-ministro senza portafoglio degli Stati Uniti d’America. A quel punto, Soros non era più un losco figuro che manovrava nell’ombra per speculare, ma una super-pedina dell’America capace di entrare  negli uffici del Fondo Monetario e della Banca Mondiale, dettando politiche draconiane ai direttori generali delle massime istituzioni finanziarie e monetarie, imponendo alle Banche Centrali di Giacarta, Seul e Bangkok  drastiche svalutazioni, come politiche d’austerità ai governi.

Perciò quelle stesse istituzioni imposero alle vittime asiatiche di Soros le loro amarissime medicine e i loro piani di risanamento, George W. Soros era il medico che andava, tramite interposti funzionari, al capezzale di quelle economie un tempo fiorenti ed invidiate, che lui stesso aveva trasformato ad arte in morenti e disgraziate. Negli anni successivi, gli impegni di Soros si concentrarono nelle opere di reinvestimento e nell’inviare i suoi scagnozzi e i suoi finanzieri in giro per la Thailandia, per l’Indonesia e la Malesia, a comprare aziende, titoli, miniere, banche ed assicurazioni.

Se prima della crisi del ‘97 una  banca thailandese valeva 100 milioni di dollari, ora poteva essere comprata con 10 o 20 milioni al massimo; ancora oggi, se vai in Indonesia, rilevi la forte inflazione che n’è derivata della rupia locale, a causa di questi interventi di Soros. Il colpo mortale fu inferto da Soros non solo all’Asia, ma anche all’Italia e all’Europa, che stavano esportando in massa verso i paesi asiatici  e avevano lasciato solo le briciole agli  americani.

Con la politica del dollaro svalutato rispetto all’euro e delle valute asiatiche svalutate, tutti i paesi asiatici pagano il triplo i prodotti dell’area Euro; i cambiavalute dell’Asia, quasi tutti indiani e mussulmani, abituati da sempre a considerare il dollaro una valuta sicura e affidabile, furono colpiti  dalla svalutazione prolungata dei loro pacchetti di dollari, conservati tra le loro riserve bancarie.

Dopo questi fatti, l’Asia odierna è molto più sveglia e realista dell’Europa, la nomina recente di Hilary Clinton a Segretario di Stato è vista in Asia, come una mossa piena d’insidie e di tranelli per il nuovo presidente Barack Obama. Le relazioni USA-Indonesia hanno oscillato parecchio negli ultimi anni, gli USA erano allarmati dalle posizioni filo-comuniste di Sukarno e perciò nel 1965 appoggiarono il colpo di stato del  generale Suharto.

I legami di Clinton con Soros, di Clinton con Gates, di Clinton  con  i centri di potere economico e sanitario che gravitano intorno ad Atlanta, sono motivo di gravi preoccupazioni, non solo in Indonesia, ma anche in India, in Cina e Vietnam, dove Clinton, nota bene, è visto come nuovo direttore della farsa Aids. Grazie a lui, in ogni paese del mondo sono nate fondazioni Aids che manovrano cifre da far impallidire, istituzioni corrotte e criminali stanno dettando ordini ai ministeri della sanità, alle USL, ai pediatri ed ai disorientati medici del mondo intero.

George Soros ha fondato il gruppo Quantum, dominato da finanzieri svizzeri e italiani, la Svizzera è sede della nobiltà nera d’origine italiana, sparsa in Europa e in Usa; nel 1987 speculò contro la borsa di New York, nel 1992 contro lira e sterlina, nel 1996 contro il Messico, nel 1997 contro le borse asiatiche e nel 1998 contro le borse russa e giapponese. Grazie alle notizie apocalittiche della stampa internazionale sulla situazione italiana, Soros speculava al ribasso sulla lira; nel 1992, speculando sulla lira, fece uscire l’Italia dallo Sme, nel 1995 il Messico, a causa di queste speculazioni, dichiarò la bancarotta e ricevette altri prestiti per rimborsare i suoi debiti.

Nel 1992 George Soros favorì la svalutazione della lira, a seguito di un  attacco speculativo, non contrastato dalla Banca d’Italia, allora governatore della Banca d’Italia era Ciampi e direttore generale Dini, che avrebbero dovuto vigilare. Nello stesso anno, precisamente il 2.6.1992, banchieri anglo olandesi parteciparono alla privatizzazione delle partecipazioni statali italiane, a prezzi stracciati; per l’Italia era presente Mario Draghi, direttore generale del Tesoro e il ministro Beniamino Andreatta. Il 30.10.95 Soros ricevette una laurea “honoris causa” dall’università di Bologna, sostenuto da Romano Prodi, anche Sindona era stato chiamato salvatore della lira, anche se aveva speculato sulla lira.

Forse per alleggerire la sua coscienza, oggi la proposta di creare una Tobin Tax sulle transazioni finanziarie internazionali, fatta nel 1972 dall’economista James Tobin, è sostenuta da George Soros. George Soros è ebreo come Kissinger, Rockefeller, Rothshild,  perché in finanza internazionale essere ebrei fa chic; però non è sicuro che questi personaggi siano ebrei veramente, Soros e Rothshild sono cazari originari del Volga convertiti all’ebraismo.

Soros è nato in Ungheria e con una sua fondazione è a favore del libero mercato della droga e per la liberalizzazione dell’eutanasia, è nemico dello stato nazionale ed ha creato a Budapest una fondazione per combattere i risorgenti nazionalismi nell’est europeo. Queste fondazioni sono motori per creare attivisti politici, anche certe ONG sono creature di altissimi finanzieri;  Soros difende i contadini indios del Chiapas, che coltivano coca  sotto la protezione dell’esercito zapatista; anche le FARC colombiane comuniste si finanziano con lo spaccio di coca.

Nel 1994 i fratelli Teddy e James Goldsmith lanciarono il progetto ”Eurotopia”, per l’abolizione degli stati europei e la loro sostituzione con 75 macroregioni, in grado di resistere meno degli attuali stati agli indirizzi dell’élite. Al World Social Forum di Porto Alegre del 2001, in Brasile, oltre ad Agnoletto, c’era   Teddy Goldsmith, miliardario, ecologista  e speculatore sui metalli preziosi, uno dei dieci uomini più ricchi del mondo e cugino dei Rothschild.

Teddy Goldsmith ha fondato la rivista “The Ecologist”, suo figlio è il leader di un gruppo anarchico  legato ai Black Bloc ed era  presente al Genoa Social Forum; la rivista The Ecologist è collegata anche a Greenpeace ed al WWF, nato per volontà del principe Bernardo d’Olanda e di  Filippo d’Edimburgo. Quante beffe si fanno lor signori del popolo, il popolo si alimenta regolarmente con la credulità popolare.

Un ex coordinatore di Greenpeace, Mike Rostelle, ha fondato una società per l’addestramento in USA e Canadà degli antiglobal che devono affrontare la polizia. Teddy Goldsmith  ha profetizzato che Stati Uniti sono destinati a spaccarsi, questo obiettivo rende più facile ai supercapitalisti o élite di espandersi senza l’ostacolo dei grandi stati, anche per l’Europa esiste questo disegno.

Soros nel 1992 ha speculato anche contro la sterlina e il franco francese, ha detto che lo ha fatto perché la legge lo permette, opera con il suo fondo d’investimento Quantum Fund, registrato nelle Antille olandesi, che ha anche degli italiani nel consiglio d’amministrazione. Questo fondo è controllato da Rothschild e specula sui derivati e sulle valute;  per speculare sulle valute dispone di notizie riservate, provenienti dai vertici dei paesi soggetti alla speculazione, inutile rammentare che la legge vieta di utilizzare queste notizie riservate per speculare su titoli o valute.

Anche Goldman Sachs opera nel mercato dei derivati ed è stata coinvolta nel piano di privatizzazione italiano; il Quantum Fund di Soros ha ripetuto l’operazione di privatizzazione con i paesi ex comunisti e, per mezzo delle sue fondazioni, ha convertito gli ex comunisti dell’Europa orientale in liberisti. Tra i maggiori investitori del fondo è la regina Elisabetta II, il grosso degli investimenti viene però da Rothschild, che a sua volta potrebbe essere prestanome dell’alta aristocrazia europea, che non ama comparire direttamente nell’attività bancaria.

Nelle Antille olandesi si riciclano i proventi della droga e gli agenti della corona inglese sono dentro questi traffici. Uno dei consiglieri del Quantum Fund è De Picciotto, socio di Carlo De Benedetti, De Picciotto è in rapporto con trafficanti d’armi e con la mafia russa, comunque, la maggior parte degli investitori  nel Fondo sono anonimi, sicuramente non mancano i Windsor ed il Vaticano,  gli stranieri possono scorazzare in Italia solo con il permesso del Vaticano.

Tornando alla speculazione della lira del 1992, allora ministro del tesoro era Piero Barucci, che dirigeva la politica finanziaria con Amato, Draghi, Ciampi e Dini, che oggi è presidente della AFV, che fa speculazioni finanziarie ed è in rapporto con il Quantum Fund. Oggi Soros sostiene la liberalizzazione della droga e la dottrina sociale della chiesa e si presenta come un pentito della speculazione, pare molto vicino a Rothshild, in pratica ai Windsor, e al Vaticano, che si sono riconciliati contro il popolo.

Alcuni stati volevano tenere l’Italia fuori dalla moneta unica europea, per potere continuare a speculare sulla lira, le ricorrenti crisi di governo italiane e gli attentati terroristici avevano aiutato a speculare sulla lira sia italiani che stranieri. Le banche possiedono gli Usa e gli altri paesi e possono provocare artificialmente crolli economici e di borsa, con la stampa diffondono notizie false per favorire la loro speculazione in borsa; quando non ci sono soldi per i comuni cittadini, i banchieri trovano il denaro per finanziare le guerre, che sono sempre un buon affare per alcuni.

A controllare il sistema finanziario mondiale sono forse solo tredici persone, fiduciari di  Rothschild, Rockefeller, Vaticano, Windsor, del sultano del Brunei, della famiglia Saud d’Arabia, degli emirati arabi, della regina Giuliana d’Olanda e di finanzieri giapponesi, cinesi, arabi, russi, tutti legate alle mafie, che a loro volta sono collegate alla massoneria o sono loro braccia armate.

Al vertice di questo sistema vi è la commissione bancaria internazionale di Ginevra e la banca dei regolamenti internazionali, che ha pure sede in Svizzera, che ufficialmente coordina le banche centrali nazionali europee. Anche George Soros era entrato nelle privatizzazioni italiane, soprattutto con la conglomerata alimentare Sme, è stato interessato anche alle privatizzazioni argentine, degli altri paesi dell’America Latina e a quelle russe. L’Italia è stato un laboratorio sperimentale inglese nel processo d’unità,  nelle speculazioni valutarie e nella privatizzazione d’imprese statali.

Soros è un ebreo americano d’origine ungherese, aveva studiato a Londra ed a Wall Street fondò il Quantum Fund, un fondo d’investimento, con sede nelle Antille olandesi, che garantiva profitti elevati ai suoi investitori, era amico di Enrico Cuccia, Achille Occhetto e Giorgio Napoletano. Come aveva fatto con la lira, ha speculato sulla sterlina e sul franco francese, ovviamente ha lavorato con soldi non suoi, come generalmente fanno i banchieri, i mandanti volevano restare anonimi; ha lavorato in collaborazione con la banca Rothschild, con le banche svizzere e con la banca Morgan di Ginevra; da ricordare che in Svizzera, come in Usa e in America Latina, sono forti gli interessi economici del Vaticano.

Soros ha creato 18 fondazioni in  Europa dell’est, con borse  di studio e programmi culturali, lì, una volta caduto il comunismo, la massoneria anglo-americana e la chiesa cattolica hanno voluto mettere le mani sulle attività economiche di questi paesi; comunque, in Ungheria Soros è stato accusato di ordire un complotto giudaico-massonico. Le privatizzazioni italiane non sono servite a risanare il debito italiano, in queste  privatizzazioni erano advisor delle banche d’affari straniere incaricate di valutare il prezzo delle imprese da privatizzare e di prestare assistenza nella vendita.

La Britannia, dove si fecero le trattative, era una barca della regina Elisabetta II d’Inghilterra, carica di banchieri, perché la casa reale inglese e quella olandese erano interessate direttamente alle nostre imprese. Gli stranieri erano interessati al settore farmaceutico, a quello alimentare, a quello bancario e a quello meccanico; alla campagna acquisto parteciparono americani, olandesi, svizzeri, inglesi, francesi: Le banche erano fiduciarie di potentati anonimi e della chiesa; gli stranieri non vedevano nelle imprese italiani dei partner da sviluppare, ma delle aziende da acquisire per controllare il mercato italiano, dopo averne licenziato parte dei dipendenti.

Il mercato dei derivati è una specie di gioco d’azzardo sugli indici borsistici dei contratti a termine, il capo della Cia, William Colby, ha diretto per gli Usa anche lo spionaggio economico, i mercati finanziari sono considerati area strategica per gli USA, in perenne deficit della bilancia dei pagamenti; ambasciate e consolati americani, sparsi per il mondo, sono servite anche per raccogliere  risparmio da inviare in Usa.

David Rockefeller, con l’aiuto dei Rothschild di Londra, divenne la famiglia più importante in USA, anche Gorge Soros opera per conto dei Rothschild, a Londra è la testa del serpente che governa il mondo. La regina Elisabetta II Windsor è comandante delle forze armate, perciò in grado di dirigere con la forza lo stato, ha un esercito privato, il suo cugino duca di Kent è a capo della massoneria moderna, gli agenti della corona fanno traffici illegali.

Lord Nicholas Bethell, agente dei servizi segreti e gentiluomo della casa reale, fu implicato nella manipolazione della guerra in Afghanistan e nelle organizzazioni terroriste; le società segrete inglesi dipendono dal consiglio della corona, favoriscono insurrezioni, attentati, terrorismo e destabilizzano governi, aiutarono anche l’unità italiana. La famiglia reale è vicina ai servizi segreti ed opera al di fuori delle regole democratiche, tutti gli ufficiali dell’esercito giurano fedeltà alla regina e non al governo.

Per conto degli inglesi, la BCCI o Banca di Credito e Commercio Internazionale Pakistana, con filiali in tutto il mondo, nata nel 1972 e poi chiusa per gli scandali, finanziava operazioni clandestine, gruppi terroristici e colpi di stato. Le fughe di capitali fanno crollare monete ed è accaduto che,  per salvare gli speculatori in perdita,  le autorità economiche hanno sacrificato i piccoli risparmiatori.

Per la commissione massonica trilaterale, la democrazia deve esse modernizzata per il bene del business; Soros ed i Rockefeller dipendono funzionalmente da Londra, cioè formalmente da Rothshild  e sono in collegamento con la nobiltà nera d’origine italiana, cioè soprattutto i guelfi neri papisti, i Rockefeller decidono chi deve diventare presidente degli Stati Uniti. Il frammassone Alexander Kerensky spodestò i Romanov, finanziato da Wall Street; Trotsky e Lenin entrarono in Russia finanziati da Rockefeller e dalla Germania, anche Hitler fu finanziato dalla confraternita.

Nel 1915 in America era nata l’American International Corporation, per finanziare la rivoluzione russa, finanziata dai Rockefeller, Rothschild, Du Pont, Harriman, Riserva Federale e da Walzer Bush, nonno di Gorge Bush; a tale scopo nel 1917 furono versati 50 milioni di dollari a Lenin e Trotsky. Finita la guerra, Lenin rimborsò i debiti, mentre le banche inglesi s’impossessarono del tesoro dello zar depositato a Londra.

La commissione trilaterale è stata creata in USA da Rockefeller, per coordinare le azioni di Stati Uniti, Europa e Giappone. Con l’aiuto dei Rothshild, David Rockefeller, divenne la famiglia più importante in USA, i Rockefeller sono membri della tavola rotonda; David Rockefeller è stato presidente dalla Chase Manhattan Bank, ha formulato il piano Marshall, è stato presidente del Consiglio per le relazioni estere e creò la commissione trilaterale, guidata da Henry Kissinger; sta dietro a tutti i presidenti USA, perché controlla i media e la politica, assicurandosi che entrambi i candidati alla presidenza rispondano direttamente a lui.

L’impero dei Rockefeller è stato creato dai Rothschild, i Rockefeller hanno finanziato la ricerca eugenetica e il controllo demografico, la fluorizzazione dell’acqua potabile ed il controllo mentale, hanno interessi nel petrolio, nei farmaceutici, nelle fondazioni e nelle banche. Nel 1991 David Rockefeller   ha ammesso  che da decenni esisteva una cospirazione mondiale tesa ad instaurare, in segreto, un governo mondiale, cioè il Nuovo Ordine Mondiale, sotto il controllo dell’alta finanza; in questo quadro, Rothshild ha ricevuto anche il titolo di barone dalla regina d’Inghilterra.

Negli ultimi anni le banche si sono specializzate a fare profitti senza rischiare, ma fanno rischiare ai loro clienti, strano modo di fare impresa. Ha detto Henry Ford che è un bene che il popolo non comprenda il funzionamento del sistema bancario e monetario, perché se lo capisse, scoppierebbe la rivoluzione; un Rothshild ha affermato che, nell’esercizio del potere e per fare soldi, è più importante il controllo della leva monetaria che il controllo della legislazione.

Oggi si mira a creare un governo mondiale occulto, con la fusione di banche e imprese strategiche e di servizi e con la creazione d’organismi mondiali come l’Unione Europea, le Nazioni Unite, il WTO, la Banca Mondiale, il FMI e il G8;  dietro questo processo di centralizzazione ci sono famiglie imparentate, come i Windsor, i Rothschild, i Rockefeller, i Goldsmith e gli altri potentati come la chiesa, le grandi famiglie aristocratiche e le cupole delle varie mafie mondiali

 Nunzio Miccoli    www.viruslibertario.it numicco@tin.it,

 Fonti:

 “Il segreto più nascosto” di David Icke – Macroedizioni,

“La verità vi renderà liberi” di David Icke – Macroedizioni,

“Storia di un processo politico” di Giancarlo Lehner – Mondadori,

“Il denaro sterco del demonio” di Massimo Fini - Marsilio Editore,

“No Global” di Massimo Blondet - Editore Aures,

“L’anno dei complotti” di Andriola e Arcidiacono – Editore Baldini e Castaldi,

“Politica, magia  e satanismo”  di Giuseppe Cosco – Edizioni Segno,

«www.Movisol.org; www.larouchepac.com” di Lyndon LaRouche,

www.valdovaccaro.blogspot.com” di Valdo Vaccaro.

 

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 L’AGENDA DEL NUOVO ORDINE MONDIALE

Seguendo le tracce della Federal Reserve americana, anche la banca centrale europea, per evitarne il collasso, ha concesso prestiti alle banche per centinaia di miliardi di euro, a breve termine ed al tasso dell’1%; ora la rivista Economist della City di Londra, posseduto dal finanziere  Rothshild, ha affermato che,  per costringere i paesi europei a pagare i loro debiti esteri e a non reintrodurre il protezionismo,  occorrerebbe una dittatura europea.

L’11.6.2010 il presidente della commissione europea, Barroso, ha minacciato i paesi europei  membri della UE di un colpo di stato militare se non si fossero applicate le misure d’austerità proposte dalla commissione per salvare le banche. Intanto dall’America Rockefeller fa sapere che, per tutelare l’ambiente, occorre ridurre la popolazione terrestre a due miliardi, cosa che si può fare solo con l’inquinamento, con la cattiva medicina e con la cattiva alimentazione, le guerre non bastano a tale fine.

Coma si sa, per i globalizzatori il liberismo è un dogma, a tale fine, aiutati da accademici e giornalisti prezzolati, hanno favorito anche la delocalizzazione d’industrie all’estero, dove la manodopera costa meno, favorendo così la decadenza economica dell’occidente; il collasso delle famiglie, delle piccole imprese e degli stati nasce con il loro indebitamento, che favorisce la reintroduzione dalla schiavitù, infatti, su può lavorare gratis sia quando si nasce schiavi che quando bisogna rimborsare un debito. In  generale, si tolgono risorse ai sudditi con le imposte, emettendo banconote e facendo lievitare il debito dello stato e dei cittadini.

A causa dei disordini, anche  l’austerità favorisce la dittatura, come avvenne in Europa dopo la grande depressione degli anni trenta; sembra una beffa, i governi hanno espanso il debito statale per salvare le banche che hanno sempre speculato su risparmiatori e  piccole imprese,  poi sono stati costretti ad abbassare il livello di vita della popolazione perché la commissione europea chiede programmi d’austerità; contemporaneamente, la situazione deficitaria dei bilanci dello stato,  favorisce anche  l’inflazione che è destinata ad esplodere.

Pur non facendo parte della moneta unica, Londra manovra dietro la politica economica dell’eurozona, in quel paese ha sede la massoneria mondiale e Londra ha sempre ordito complotti  fin dal 1700, a spese di europei e americani, è lì che esiste la testa del serpente, che però non è fatta solo da ebrei, ma dalla crema mondialista, mentre alcuni ebrei sono solo dei prestanome; lo scopo è dare vita ad una nuova aristocrazia mondiale e seppellire la democrazia.

Per quelli che credono ancora possibile una riforma del sistema economico, si afferma che  bisogna separare le banche d’affari speculative da quelle commerciali, proibire la negoziazione di derivati e tutelare i depositi in  conto corrente; tuttavia in nessun  paese del mondo i governi obbediscono ai cittadini, ma obbediscono all’élite e alle lobby, la democrazia è una farsa. Oggi le riforme si possono fare solo togliendo diritti ai cittadini e favorendo le speculazioni di grandi gruppi, in USA la riforma sanitaria del presidente Obama ha favorito più l’industria farmaceutica che le assicurazioni private; la politica dei governi è dettata dai grandi cartelli, controllati dai soliti ignoti.

Il progetto del Nuovo Ordine Mondiale o NWO è all’ordine del giorno dei summit segreti, superprotetti dalla polizia, del gruppo Bilderberg o supercupola massonica, ai quali partecipano regolarmente direttori ed editori delle più grandi testate giornalistiche del mondo, che poi non informano i lettori dei contenuti di queste riunioni. Dal 3 al 6 giugno 2010 c’è stata un’altra di queste riunioni a Barcellona, per gli italiani era presente l’amministratore delegato della Telecom Italia, Franco Bernabé.

Altri membri italiani del Bilderberg sono Giulio Tremonti, Romano Prodi, Tommaso Padoa Schioppa e Mario Draghi, indipendentemente dal fatto che facciano parte di maggioranza o opposizione; il potere vero ma occulto sa che i suoi uomini vanno piazzati nella  maggioranza, nell’opposizione, nella stampa, nelle università, in magistratura, in polizia, a capo di grandi imprese e nella Banca Centrale, perché ha bisogno di persuasori occulti che lo spalleggiano, a tale fine li remunera profumatamente.

Uno dei padri del Bildereberg è Brzezinski, naturalmente  favorevole al governo mondiale, i fautori del Nuovo Ordine Mondiale vogliano abbassare il tenore di vita delle popolazioni con misure d’austerità e nuove tasse; è utile ricordare che al vertice della massoneria modera vi è il duca di Kent,  parente della regina d’Inghilterra Elisabetta II, mentre suo marito Filippo d’Edimburgo è presidente del WWF.

Lo scopo di questi summit è creare una nuova aristocrazia che governi il mondo e bandisca le democrazie difettose, della cricca dell’oligarchia finanziaria fanno parte i banchieri centrali che hanno chiuso gli occhi davanti alla crisi finanziaria che si stava preparando; ora acquistano titoli di stati emessi dagli stati dell’eurozona, senza che i cittadini siano informati adeguatamente dalla stampa. Questi banchieri centrali hanno regalato liquidità alle banche che avevano speculato con i sub-prime e non pagheranno  per la loro mancanza di vigilanza, come si fa ancora a credere nella giustizia.

La mafia è sempre stata diretta dalla massoneria, i giuramenti mafiosi sono identici a quelli massonici, a volte nuove mafie si scontrano con vecchie mafie e lo stato opera in accordo con la vecchia mafia per far fuori la nuova; lo stato collabora con gruppi mafiosi per la ragion di stato e per affari sporchi, la mafia non  potrebbe esistere se non fosse tollerata da politica, polizia e parte della magistratura; in Sicilia, la loggia massonica di rito scozzese dei cavalieri del Santo Sepolcro era frequentata dall’élite della società, da massoni, da nobili, da vescovi e da capi mafiosi.  

Il Principe siciliano massone Alliata di Montereale, iscritto alla P2,  fu l’anello di congiunzione tra massoneria  e mafia; il bandito Giuliano, controllato dalla mafia e dai suoi mandanti aristocratici agrari e massoni, organizzò la strage di Portella della Ginestra su ispirazione del Principe Alliata, il quale pare che abbia anche goduto di una visita della regina Elisabetta II. Alliata di Montereale fu coinvolto anche in un tentativo di golpe, a Trapani esisteva la loggia Gladio a cui partecipavano i servizi.

I cavalieri del Santo Sepolcro erano cavalieri di Malta risalenti al tempo delle crociate;  nel 1943 Alliata aveva contribuito alla mobilitazione di massoni e mafiosi per appoggiare lo sbarco degli americani in Sicilia; la loggia Comunicazione era forse una propaggine della superloggia di Montecarlo. Allora la Trade Devlopment Bank era il braccio operativo degli agenti della corona inglesi, nati nel 1833 per seguire gli affari coloniali della corona.

Ancora oggi, gli agenti della corona forniscono armi a paesi esteri e fomentano complotti e rivoluzioni; la Trade Devlopment Bank faceva traffico d’armi e stupefacenti, era in rapporto con Calvi e con Gelli, fino a che, con la fine di questi, la Crown Agents non decise di  appoggiarsi alla banca BCCI pakistana, che faceva pure affari sporchi e fu poi costretta a chiudere, a causa degli scandali.

Le agenzie di rating come Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch hanno rapporti incestuosi con banche e organismi finanziari che dovrebbero controllare prima della loro valutazione; il fatto è che queste agenzie americane sono società private e società per azioni, perciò ricercano il profitto e hanno partecipazioni in corporazioni e banche. Crisi sistemiche sono state causare da giudizi prezzolati di queste agenzie che hanno favorito anche le speculazioni sulla lira.

Oggi queste agenzie sfornano rating sulla solvibilità degli stati sovrani, dopo aver favorito indirettamente banche speculative, derivati, sub-prime e obbligazioni strutturate, in tal modo sono stati venduti titoli bidone anche ai fondi pensione americani;  assieme alla banche centrali e alle banche d’affari, queste agenzie di rating sono tra i maggiori responsabili della crisi economica globale che ha arricchito pochi e impoverito molti, riducendo la solvibilità degli stati e procurando nuovi sacrifici per i cittadini.

Alan Greespan, ex governatore della Federal Reserve, favorì lo sviluppo del credito al consumo, anche con garanzia ipotecaria, in pratica l’indebitamento delle famiglie anche con scarso reddito, al tasso di favore dell’1%; contemporaneamente, il resto del mondo finanziava i consumi americani ed il tesoro americano, dopo che la finanza americana aveva deciso di delocalizzare all’estero le industrie, riducendo base produttiva del paese e capacità di domanda dei lavoratori, mentre la bilancia commerciale del paese era in deficit.

Poi la finanza creativa inventò i derivati che hanno raggiunto il valore 12 volte maggiore del PIL mondiale, questi sono carta straccia che andrebbe distrutta, mentre dovrebbe essere fatta ripartire l’economia produttiva; con la distruzione dei derivati ne scaturirebbe però la perdita da parte di quelli che li posseggono. Da ricordare che le tre società di rating hanno emesso giudizi di massima affidabilità  su questi prodotti, come sulla banca Lehman Brothers che è fallita.

La cupola finanziaria è composta da banchieri centrali, banche d’affari e agenzie di rating, la connivenza degli organi di controllo delle banche centrali ha travolto milioni di risparmiatori, in Italia con i casi  Cirio, Parmalat e bond argentini; tra gli enti locali, il comune di Napoli è stato il primo ad entrare  nella trappola dei derivati, emise BOC per 300 miliardi di lire, rastrellati dalla Banca d’affari Merrill Linch; nella prima repubblica i comuni erano controllati dal Coreco, poi soppresso, e si finanziavano alla Cassa Depositi e Prestiti, perciò non potevano incorrere in queste disavventure.

A causa della situazione del bilancio dello stato e dei suoi sprechi e privilegi, i creditori dello stato e degli enti locali aspettano i pagamenti delle forniture ed i rimborsi fiscali, però i ritardi nei pagamenti avvengono anche da parte delle grandi imprese nei confronti delle piccole; sembra che  lo stato o una mano estera voglia ammazzare la nostra economia, non solo con  le tasse, fortuna che esiste il lavoro nero e l’evasione fiscale.

In questi anni c’è stato il massimo di trasferimento di ricchezza verso le  banche e le assicurazioni ed oggi le prime si dicono insolventi. Come faceva Guido Carli, anche Mario Draghi predica sacrifici per i lavoratori ed i pensionati,  però la Banca d’Italia ha 7629 dipendenti che sono troppi, visto i trasferimenti di funzioni alla BCE e l’abolizione della tesoreria unica per gli enti locali; questi dipendenti costano in media oltre 100.000 euro l’anno.

Oggi in  Italia il riciclaggio si fa anche grazie all’asse Londra-San Marino-Vaticano, siamo alla fine dell’economia dei consumi ed alla fine dello stato dei diritti; l’accordo di Pomigliano D’Arco con la Fiat viola i diritti inviolabili sanciti dalla costituzione, in materia di tutele sul lavoro e sciopero. Eppure, per favorire l’occupazione, bisognerebbe ridurre l’orario di lavoro, abolire lo straordinario e favorire il tournover invece di procrastinare l’età per la pensione, cosa fattibile perché il bilancio dell’Inps è attivo ed i contributi dell'Inps e dell'Inail sono a destinazione specifica e non dovrebbero essere usati per sanare i buchi del bilancio dello stato.

Gli ottimisti affermano che, alla luce della costituzione, domani qualsiasi giudice potrebbe invalidare l’accordo con la FIAT, però non è sempre vero che i giudici sono attenti ad applicare la legge, spesso girano la testa dall’altra parte, lo hanno fatto tante volte per proteggere le banche contro le quali erano state presentate migliaia di denunce; parte della magistratura è collusa fino al collo con il potere.

Si afferma che la prima parte della costituzione  tutela diritti inviolabili, non derogabili da contratto e non soggetti a procedure di revisione costituzionale, ignorando che dal 1945 parlamento, presidente della repubblica, corte costituzionale e corte di cassazione hanno provveduto a conservare leggi anticostituzionali ed a crearne di nuove; la costituzione è un grande bluff e un inganno, è usata dalla classe politica come un feticcio, sempre pronta a calpestarla; il diritto del lavoro ed il diritto tributario da tanto tempo hanno numerose norme anticostituzionali e lesive dell’art. 3; è fatale, pare che in Italia una legge ordinaria cattiva prevalga tuttora su una legge costituzionale buona. .

In Italia dal 2001 al 2006 sono stati dossierati dal sismi magistrati, giornalisti e politici, si è imposto il segreto di stato  in ambiti non costituzionalmente ammissibili ed a finalità estranee  allo stato, lo stato ha ordinato intercettazioni contro cittadini inconsapevoli, violando la loro privacy; pare che questo stato non accetta le intercettazioni autonome della magistratura, ma ispira quelle illegali  della polizia, da ricordare che le leggi di polizia fasciste non sono state abrogate.

L’economia sommersa nasce dall’evasione fiscale e dalle attività criminali e  illegali, perciò la pressione reale è maggiore per chi paga le tasse; la lotta all’evasione dovrebbe essere solo un problema di giustizia distributiva delle tasse, perché lo stato non dovrebbe incassare più del 50% del reddito nazionale in tasse; da ricordare però che lo stato si è date anche norme per favore i contribuenti amici,  parlo dell’elusione fiscale o evasione legale.

Pare che in Italia i mafiosi posseggano 1000 miliardi di euro di beni, però ne possiedono tanti altri all’estero, dove i loro investimenti per riciclare sono bene accetti; in Italia il riciclaggio si fa soprattutto a Milano che è la principale piazza finanziaria, il che dimostra che il riciclaggio si fa per lo più con l’aiuto delle banche che indirizzano i soldi anche verso i paradisi fiscali. La mafia investe anche nella costa del Sol e del Crime, in Spagna.

Sembra che in occidente gli unici affari floridi siano quelli della mafia, che non è solo italiana, dagli anni ’80 nella costa del Sol investe anche la criminalità britannica, fu Francisco Franco che  favorì lo sviluppo urbanistico della Costa del Sol, la criminalità britannica si appoggia sulle banche off-shore di Gibilterra;  anche gli irlandesi hanno una rete criminale in 20 paesi. La mafia russa è fatta anche di georgiani, curdi, armeni, ucraini e ceceni; il porto di Limassol a Cipro è gestito dai russi, pare che la mafia cecena abbia trattato anche la vendita di plutonio con Bin Laden e il Mossad.

Oggi in Italia la mafia gestisce supermercati, ipermercati, centri commerciali, mercati ortofrutticoli e case da gioco, il Vaticano e la CEI sono in rapporti d’affari con la mafia, le banche nazionali dipendono dal Vaticano e quelle locali dai vescovi; queste banche, oltre a favorire il traffico di armi, riciclano anche denaro mafioso, lo avevano già fatto Banco dio Roma, Banco Ambrosiano e IOR, travolte dagli scandali. Il fatto è che il denaro non puzza mai e tanti lo vogliono, poco importa da dove provenga.

Nunzio Miccoli     www.viruslibertario.it;   numicco@tin.it 

Tra le fonti:

mensile "La Voce" n. 7,

 “Il segreto più nascosto” di David Icke – Macroedizioni,

“La verità vi renderà liberi” di David Icke – Macroedizioni,

"Affari di Stato" di Giorgio Galli" - Kaos Edizioni,

"Trame Atlantiche" di Sergio Flamigni - Kaos Edizioni,

"Il quarto livello" di Carlo Palermo - Editori Riuniti,

“Politica, magia  e satanismo”  di Giuseppe Cosco – Edizioni Segno,

"www.Movisol.org www.larouchepac.com” di Lyndon LaRouche.

 

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A PROPOSITO DEI SAVI DI SION

 Alla fine del XIX secolo in Russia l’antisemitismo era un problema  serio, “I Protocolli dei Savi di Sion”, pubblicati nel paese nel 1903 e con contenuto antisemita, erano stati preceduti e seguiti da altri scritti antisemiti d’autori certi o ignoti. I Protocolli furono forse preceduti da una bozza francese, mentre la rielaborazione e l’adattamento all’ambiente russo fu forse opera della polizia segreta russa, con lo scopo di puntellare il traballante potere zarista nei confronti dei movimenti rivoluzionari, dove militavano tanti ebrei, e con lo scopo di contenere lo strapotere economico e culturale ebraico nella vita russa.

Nessun comitato di savi ebrei ne fu l’autore, trattasi di uno dei tanto falsi fabbricati dallo stato o dalla chiesa, il testo è delirante e, a volte, ci  pare di capire che i moderni servizi segreti  sarebbero in grado di farne uno migliore e che sembri meno falso. Comunque, ci sono parti del documento su cui è utile fare delle riflessioni e dei commenti, non bisogna limitarsi solo ad esorcizzare le malefatte.

Gli ebrei sono stati sempre malvisti perché ritenuti responsabili della morte di Cristo, poi perché borghesi arricchitisi, diceva Marx che chi ha il potere economico cerca anche quello politico, cioè l’antisemitismo è stato anche lotta di classe contro ricchi ebrei. La religione si è sempre mischiata alla politica, nazionalismo e lotte religiose hanno avuto anche contenuto sociale; il pericolo ebraico è stato un comodo alibi per unire il popolo e mobilitarlo, lo stato ha espropriato gli ebrei per fare cassa; è successo anche a templari, albigesi, gesuiti, ecc. 

Agli ebrei fu impedito di detenere la terra, che era in mano all’aristocrazia ed alla chiesa, e di accedere agli uffici pubblici, così si arricchirono nel commercio nella finanza, l’usura degli ebrei  fu tollerata dai principi, perché potevano tassare meglio il loro reddito; se erano ricchi, si poteva estorcere loro del denaro, espropriarli, espellerli o metterli a morte, così periodicamente nei secoli gli ebrei, per mettersi in salvo, vagavano da un paese all’altro.

La sorte riservata agli ebrei, in momenti particolari, fu riservata anche ad altre minoranze, il pogrom, spontaneo o istigato dallo stato, può essere anche un affare economico, perché le ricchezze è meno faticoso rubarle o esprepriarle che produrle. Gli ebrei hanno attirato più gelosie perché, quando gli europei erano in maggioranza ancora contadini, loro si votarono al commercio ed al alle  arti liberali, però poi, con un po' di ritardo, anche i popoli cristiani hanno dimostrato di essere in grado di eguagliarli, anche nelle malefatte addebitate solo a loro. Per un cristiano, se un capitalista o un usuraio era visto male, qualora fosse stato ebreo, visto che il cristiano portava nel DNA l’antisemitismo bimillenario della chiesa, lo avrebbe detestato ancora di più.

Comunque, se tra gli ebrei esistevano contemporaneamente rivoluzionari e banchieri, dipendeva dal fatto che essi erano diversi tra loro ma, complessivamente,  uguali al resto dell’umanità; cioè potevano essere belli o brutti, stupidi o intelligenti, onesti o disonesti. Infatti, le persone sono singolarmente diverse,  ma i popoli globalmente si assomigliano, solo con questa premessa si può combattere il razzismo. Questa annotazione dovrebbe essere sufficiente a prevenire l’antisemitismo, almeno per le persone intelligenti, ma non la lotta di classe o la gelosia di classe che è a danno dei privilegiati di tutte le razze.

L’antisemitismo è stato utile agli stati, oltre che per coprire il deficit del bilancio dello stato con le ricchezze loro espropriate, poteva servire anche a mobilitare il popolo per un’impresa impegnativa, come può essere la guerra o la crociata. Negli ultimi due secoli  gli ebrei, considerato il loro numero, sono stati economicamente sovrappesati rispetto ad altri popoli, perciò si sono attirate delle invidie, com’è successo anche ai greci, ai romani ed oggi agli occidentali, rispetto agli islamici ed agli africani.

Gli ebrei sono stati una nazione poi sono diventati una classe di padroni e un partito, con una loro cultura, tuttavia la dispersione non fu una loro libera scelta; oggi, stanchi di scappare, hanno deciso di farsi  un ricovero in Israele. Per quanto riguarda i delitti rituali, addebitati agli ebrei, cioè il sacrificio di bambini, la profanazione delle ostie e l’avvelenamento dei pozzi, dei quali è ricca la tradizione cristiana, non se ne fa cenno nei Protocolli, forse perché gli autori non li hanno ritenuti attendibili.

Il delitto rituale era stato addebitato originariamente agli ebrei dalla chiesa cattolica, ne avevano scritto soprattutto padre Benigni ed alcuni gesuiti,  poi questa credenza si diffuse in tutta l’Europa occidentale e quindi in Polonia, Ucraina e Russia; però gli europei hanno sempre creduto a vampiri, ai sacrifici umani, ai satanisti e ai cannibali, con non erano tutte invenzioni della fantasia,  ed in  guerra si è fatta la peggiore propaganda contro il nemico. L’ossessione antisemita, portato nel DNA da cristiani e islamici, era nata dal fatto che si rimproverava agli ebrei di aver rifiutato la conversione; i cristiani, se Cristo era il loro salvatore, dovevano rimarcare i caratteri negativi dei suoi assassini che avevano respinto la buona novella.

Con queste premesse, con la lotta di classe, con la guerra di religione e con la guerra in genere, praticamente oggi, antisemitismo, antiebraismo, antigiudaismo, giudefobia e avversione per Israele, sono divenuti sinonimi. L’antigiudaismo russo si diffuse nel settecento, anche se gli ebrei russi ed orientali in prevalenza non erano discendenti delle tribù d’Israele, ma dei cazari del Volga, di razza mista caucasica e mongola; i quali, una volta dispersi, si convertirono all’ebraismo ed adottarono la lingua yddish degli ebrei orientali (“La tredicesima tribù “ di Arturo Koestler – Utet Editore).

Gli ebrei non sono una razza pura, anch’essi hanno fatto conversioni e matrimoni misti, non sono una nazione, la quale però si può sempre inventare, come sono state inventate le altre da governi centralisti; non sono una religione, perché tra loro esistono anche atei, non sono una cultura precisa, perché sono cosmopoliti anche se non per libera scelta; però tra loro esiste solidarietà e somigliano ad un partito costituitosi per l’autotutela, com’è per tutti i partiti. Il regno di Cazaria, per la ragione di stato, volendo adottare una forma di monoteismo, aveva adottato l’ebraismo, per contrapporsi al cristianesimo ortodosso dei russi e di Costantinopoli e per contrapporsi all’Islam che aveva passato il Caucaso e minacciava la Cazaria; però, all’arrivo di Gengis Khan, il regno si disgregò ed i cazari si dispersero in Europa orientale; oggi nel mondo questi ebrei sono più numerosi di quelli di origine sefardita spagnola, nordafricana e mediorientale.

Questi ebrei cazari erano esperti nell’artigianato e nelle armi, poi in Europa orientale divennero influenti nei commerci e nella cultura, perciò erano stati ospitati volentieri dai potenti di Polonia, Ungheria, Ucraina e Russia. In Europa orientale gli ebrei cazari parlavano l’yddish, come fosse una lingua segreta, sconosciuta alla massa dei russi, anche per questo i fedeli cristiani ed il clero cristiano li vedevano con sospetto.

In Europa occidentale gli ebrei sefarditi d’origine spagnola, grazie alla cabala, per difendersi, svilupparono l'esoterismo e lo spirito settario e la segretezza; con queste premesse, nel 1700 entrarono anche nella massoneria moderna inglese. Però il culto della segretezza è stato coltivato anche dagli stati, che hanno inventato diplomazia parallela e segreta, servizi segreti e segreti di stato, è stato coltivato  dalle sette, dalla criminalità, dalle società segrete, dai partiti perseguitati, dai partiti rivoluzionari e dai partiti extraparlamentari. Prima della massoneria, sette segrete e corporazioni esoteriche esistevano anche in  Egitto ed a Roma, nel 1700 la massoneria speculativa  nacque in Inghilterra per opera di notabili inglesi e non di ebrei

In questa logica gli ebrei, poiché malvisti, si abituarono a sentirsi separati dal contesto sociale in mezzo al quale vivevano, anche prima di essere chiusi nei ghetti; si radunavano, pregavano, facevano dibattito e cultura in segreto. I primi scritti russi contro gli ebrei risalgono alla fine del XVIII secolo e si svilupparono nel secolo successivo, vi si accusavano ebrei e massoni d’essere complici, si denunciava il complotto degli illuminati di Londra contro trono e altare; il capo del governo inglese, Disraeli, era ebreo, Francia e Russia erano nemiche dell’Inghilterra; così nacquero, fabbricati dalla polizia segreta zarista, i Protocolli contro  gli ebrei.

Si diceva che esisteva  un governo segreto ebraico mondiale, che gli ebrei erano uno stato nello stato, oggi la stessa cosa si dice però della mafia, della massoneria e della chiesa; si diceva che il Talmud era anticristiano e conteneva la dottrina segreta degli ebrei; questo paventato complotto ebraico alla fine servì per la costruzione dei Protocolli dei Savi di Sion. I complotti sono sempre esistiti dove esistono il potere e gli interessi economici e dove gli stati si fronteggiano, i complotti si fanno con alleanze, tradimenti e assassini; portano alle  rivolte, alle congiure, alle rivoluzioni ed alle guerre, hanno favorito gli assassini di capi di stato, di  governo e di papi.

E’ assurdo vedere gli ebrei sempre come unico capro espiatorio, perché sono uomini come gli altri, infatti, anche in mezzo a loro esistono i furbi; se ancora oggi esiste un’élite e un potere occulto mondiale che trama, ne fanno parte, oltre alcuni ebrei, eminenti cittadini occidentali, circoli della chiesa, notabili cinesi, giapponesi e islamici.  Gli ebrei hanno i vizi degli altri, mentre gli antisemiti, con la propaganda, sembrano accreditare la tesi  che certi  vizi li abbiano solo loro, ma questo si chiama razzismo.

La realtà del delitto rituale fu sostenuta nel 1803 in Russia dal monaco Ciro Macario, la credenza nei delitti rituali dei bambini  era stata importata in Russia dai paesi cattolici, come la Polonia e l’Ucraina; in precedenza questi delitti erano stati pubblicizzati in Italia dalla rivista dei gesuiti  “Civiltà Cattolica” e da padre Uberto Benigni, che dirigeva un servizio di spionaggio per il Vaticano. Bisogna capire come lavorano i servizi segreti, fanno attività illegali precluse al resto della pubblica amministrazione, cioè stampano documenti personali falsi, banconote estere false, trafficano in droga per autofinanziarsi, stampano altri documenti falsi e fanno disinformazione e complotti, rappresentano il volto oscuro degli stati.

Nel  1844 Ljutostanskij  pubblicò in Russia un libro sull’uso del sangue dei bambini cristiani, da parte degli ebrei, ai fini religiosi e rituali, questo libro incontrò i favori dello zar Alessandro III (1881-1894), che era personalmente antisemita e riteneva che la morte di questi bambini avesse veramente carattere sacrificale. Nell’antichità nella terra di Canaan, l’attuale Palestina, come in altre parti, si erano praticati i sacrifici dei bambini, oggi si dice che questi sacrifici siano praticati dai satanisti, che però, sono di tutte le razze.

Come Alessandro III, anche Dostojevskij era antisemita e non amava gli ebrei, alla sua epoca l’idea del complotto mondiale ebraico si diffondeva. Questa idea del complotto mondiale, esclusivamente ebraico, è arrivata fino a noi; in realtà, un complotto a vantaggio dei soli ebrei non potrebbe riuscire, invece un Nuovo Ordine Mondiale, cioè il governo unico autoritario mondiale, a favore dell’oligarchia di tutto il mondo, potrebbe riuscire. Nel 1874 Osman Bey (1836-1901), inglese convertitosi all’Islam, era in Russia, sotto la protezione dello zar Alessandro II, odiava il governo inglese dell’ebreo massone Disraeli e gli ebrei in generale e faceva propaganda contro di loro; Disraeli era un ebreo d’origine veneziana e si era convertito al protestantesimo.

In questo clima incubarono i Protocolli nella loro edizione definitiva del 1903, lo zar Alessandro III era alleato della Francia e nemico dell’Inghilterra, Londra era il centro della massoneria liberale che sosteneva gli Hannover/Windsor, perciò è probabile che i servizi segreti francesi avessero collaborato con quelli russi  nella stesura dei Protocolli dei Savi di Sion. Nel 1881 lo Zar Alessandro II morì assassinato (sono stati tanti i re, i papi e i capi di governo assassinati, perché in passato non c’erano le libere elezioni per cambiare il governo); per la morte dello zar  si parlò di congiura nichilista dell’Alleanza Israelita e di complotto della massoneria e degli ebrei contro lo zar.

Quando furono pubblicati i Protocolli, si disse che erano documenti segreti, trafugati ai savi ebrei, cioè ai dirigenti ebrei,  e che contenevano il piano  per un complotto mondiale, perciò Dostojevskij  si pronunciò contro l’impero mondiale ebraico, altri russi affermavano e che la massoneria era diretta da una società segreta ebraica, in realtà gli elementi inglesi non mancavano; oggi la massoneria inglese, che dirige la massoneria mondiale, dipende dal duca di Kent, imparentato con la regina Elisabetta II d’Inghilterra.

Forse la prima bozza dei Protocolli fu compilata nel 1897 dalla polizia segreta parigina, con l’aiuto del falsario russo Golovinskij, che si trovava a Parigi, poi il documento definitivo fu pubblicato in russo nel 1903; comunque, nel 1934 il tribunale di Berna, nel corso di un processo, stabilì che i Protocolli erano un falso. L’idea del complotto ebraico era stata mutuata dall’antico profetismo ebraico, cioè dalle loro scritture, che, quando il paese era calpestata dallo straniero, avevano annunciato il riscatto d’Israele, fino a farne il centro del mondo.

Questo dossier russo parlava di un governo occulto ebraico e conteneva il progetto di un governo mondiale totalitario ebraico, inoltre denunciava il collegamento tra sionismo o nazionalismo ebraico e la massoneria;  con la guerra civile e la caduta dello zarismo nel 1917, i bianchi zaristi esuli, che erano antisemiti, fecero conoscere i Protocolli in Europa occidentale; questi zaristi bianchi parlavano di complotto ebraico, però il loro antisemitismo dipendeva anche dal fatto che tanti dirigenti bolscevichi erano ebrei, vicini a Lenin, anche se poi furono liquidati da Stalin. I bianchi denunciavano il potere giornalistico, finanziario e politico degli  ebrei, che, aggiungevano, avevano trasferito la loro centrale da Londra negli Usa.

Accusavano gli ebrei di satanismo, dicevano che la lotta al bolscevismo e all’ebraismo fosse la stessa cosa, in fondo anche Mussolini, a scopo propagandistico, disse che il bolscevismo era la vendetta dell’ebraismo contro il cristianesimo; in realtà gli ebrei benestanti, gli unici che possano fare complotti, sono soprattutto di destra. Per gli antisemiti, le scritture ebraiche avevano tre significati, uno letterale, uno allegorico ed uno occulto, gli ebrei coltivarono in segreto la loro cultura ed i loro libri, perché malvisti dai cristiani; l’istinto alla segretezza aiutò quelli di loro che scelsero i fare i cospiratori.

Si prese a dire che gli ebrei erano un potere separato ed uno stato nello stato, si disse che  anche la massoneria era uno stato nello stato, poi si usò questa definizione anche per la mafia. Gli ebrei erano accusati di sostenere il potere operaio, di volere la separazione tra stato e chiesa, di tramare contro il trono e l’altare, di preparare la rivoluzione, per la scristianizzazione dell’Europa; in questa tesi, zaristi e integralisti cattolici, soprattutto gesuiti,  concordavano.

Nel 1861 in Russia fu abolita la servitù della gleba, i populisti, cioè il partito dei contadini russi, che  poi  prese il nome di partito socialrivoluzionario, dopo la libertà reclamava anche la terra, perciò la nobiltà terriera russa, che non voleva essere espropriata, denunciava un complotto mondiale ebraico-massonico contro di essa; in quel momento però, gli ebrei erano borghesi e volevano trafficare e non volevano la terra, il bolscevismo fece chiarezza sulle vere intenzioni dello stato, collettivizzando le terre espropriate.

Il russo Pavolaki Krusevan scrisse qualche cosa sul programma di conquista ebraico, diceva che dal tempo di Salomone i capi del popolo ebraico avevano deciso di sottomettere tutta l’umanità al regno di Davide, perciò gli ebrei della diaspora si erano messi a fare propaganda rivoluzionaria per distruggere i regni e la cristianità. Per Krusevan l’ebraismo sarebbe il serpente, cioè il Satana dell’Apocalisse di Giovanni, diceva che alla fine del XIX secolo la  testa del serpente, cioè i Savi, quelli che tramano, si trovava a Pietroburgo, poi si sarebbe diretta  verso Gerusalemme, dove sarebbe rinato un regno mondiale senza fine.

I Protocolli dei Savi di Sion, un falso senza autore riconosciuto, afferma che i dirigenti ebrei esaltano la violenza, che fanno i propri interessi, che per loro il diritto starebbe nella forza, che gli ebrei con l’oro si sostituiscono ai vecchi governanti, che governano con l’astuzia e che per loro il fine giustifica i mezzi. In realtà, sono tante le persone di successo, di tutte le razze, che hanno applicato questi principi.

I Savi  dicono: “Il popolo trasforma l’idea di libertà in anarchia, l’ipocrisia e l’astuzia è la regola del governo, per raggiungere i propri disegni di potere non bisogna fermarsi davanti alla corruzione, all’inganno, al tradimento ed alle trame”.

Non c’era  bisogno degli ebrei per sostenere queste cose e nemmeno di Macchiavelli. Questi passi sembrano in contrasto con l’idea dei russi che vedevano gli ebrei come rivoluzionari, nichilisti e antizaristi, però sono coerenti con l’antisemitismo che è diventato di destra e di sinistra.

I  Savi continuano: “La libertà, l’eguaglianza e la fraternità distruggono le basi dello stato, un giorno gli ebrei daranno vita  ad una nuova aristocrazia;  con il denaro si possono cambiare i governi con altri governi o si possono sostituire con un’organizzazione internazionale, con il denaro si può condizionare la stampa”.

Queste cose le sanno anche gli altri e non solo i dirigenti ebraici, la democrazia è effettivamente una farsa.

Continuano i Savi:  “Il collasso degli stati è vicino, perché gli ebrei hanno  contrapposto un partito all’altro, armando tutti i partiti”.

Le gare oratorie dei chiacchieroni parlamentari non attirano più nessuno, gli autori ci ricordano che i potentati hanno il costume, ancora oggi, di finanziare tutti i partiti, anche se apparentemente contrapposti tra loro.

Gli autori sconosciuti affermano: “Bisogna spingere le folle contro la vecchia classe dirigente; poiché il popolo è sempre alla ricerca di una guida, disgustato dalla politica e dalla religione, si ribellerà e ci aiuterà a prendere il potere. Per arrivare ad una nostra forma di supergoverno, bisogna seminare lo sconcerto nell’opinione pubblica, dando spazio a tutte le opinioni contraddittorie e seminando la discorda nei partiti”.

A tale riguardo, bisogna ricordare che la polizia zarista mal digeriva la libertà di stampa e d’opinione.

“I Savi invitano gli ebrei a mettere le mani sulla terra degli aristocratici, con l’aiuto delle banche che   favoriscono  l’indebitamento e poi l’esproprio  delle terre per insolvenza”.

Oggi in Usa queste cose accadono a vantaggio delle finanziarie agricole della chiesa cattolica, la quale in Italia controlla tutte le banche, parlamento e opposizione; comunque, la proprietà della terra  è passata di mano anche con la conquista. Che il credito fondiario possa essere utilizzato per espropriare la terra dei piccoli contadini morosi è cosa vera, però gli agenti segreti, autori dei Protocolli, hanno il torto di affermare che solo gli ebrei hanno fatto di queste speculazioni, molto simili agli accaparramenti di guerra. Oggi in USA alcune finanziarie agricole, con il credito fondiario, fanno proprio questo; grande proprietaria di terra in America è la Chiesa cattolica che è il primo latifondista anche in Argentina, Australia, Italia e Spagna.

Continuano i Savi: “Come l’industria ha spremuto l’agricoltura, noi, con il credito, spremeremo l’industria”.

La borghesia cittadina, di tutte le razze, all’inizio si arricchì a spese della campagna, già spremuta dall’aristocrazia assenteista; da ricordare che borghesia viene da borgo.

Continuano i Savi: “Le nostre scuole superiori prepareranno giornalisti e amministratori, ai quali  affideremo posti di responsabilità nei gangli vitali dello stato”.

Queste cose le hanno fatte tutti i partiti e i circoli che contano, di tutte le razze,  perciò non solo  gli ebrei.

“Per condurre una guerra o una rivoluzione occorrono soldi e i soldi li abbiamo noi ebrei”. Effettivamente le rivoluzioni si fanno con  soldi, però questi denari sono arrivati anche da stati esteri che avevano interesse ad alimentare alcuni conflitti interni in altri paesi.

Continuano i Savi: “Abbiamo introdotto il principio della maggioranza, con il quale però il popolo non si può esprimere realmente, perciò alla fine, deluso, si rivolgerà a noi; abbiamo infettato lo stato  con il veleno mortale del liberalismo e con la costituzione, generatori di discordie e di liti sterili che condannano all’impotenza e all’inazione”.

Effettivamente la democrazia è una macchina piena di difetti, qui, comunque, pare abbastanza chiaro chi sono gli autori dei Protocolli, cioè dei zaristi contrari alle riforme democratiche da loro addebitate ai soli ebrei.

Continuano i Savi: “Abbiamo sostituito i re con i presidenti della repubblica, scegliendoli con delle  macchie, per ricattarli  e spingerli a fare quello che vogliamo, poi introdurremo la repubblica presidenziale e aboliremo la costituzione”

Spesso, in politica ed in commercio, per condizionare gli amministratori,  è necessario concedere loro dei privilegi, perché la maggior parte degli uomini si vende, e servirsi del ricatto; le persone oneste e capaci, se poste ad amministrare, sarebbero un grave pericolo per chi trama; pensate che rischio sarebbe mettere una persona onesta, equa ed immacolata in una commissione di concorso in cui i vincitori sono già predeterminati in partenza o metterli a capo di un’industria che vuole inquinare e vuole evadere le tasse. Purtroppo è anche vero che quando il popolo è stanco delle chiacchiere della democrazia, si volge verso la dittatura e reclama l’uomo forte, però questa evoluzione è prevista, calcolata e, a volte, sollecitata, dall’oligarchia, della quale fanno parte non solo gli ebrei.

Continuano gli autori: “La stampa e l’informazione devono essere imbrigliate con la censura, le imposte e le sanzioni”.

Gli autori si sono dimenticati di aggiungere che l’informazione di stampa e televisiva si può condizionare anche con la pubblicità, con la proprietà delle testate e con le sovvenzioni pubbliche e private.

Continuano i Savi; “Gli scrittori dovranno dipendere tutti da noi  e chi vorrà scrivere contro di noi non  troverà editori disposti a stampare i loro libri o i loro articoli”.

Credo che queste cose accadano ancora oggi nella nostra cosiddetta “democrazia”; si dice che l’editoria non può rischiare con nomi nuovi, perciò pubblica nomi noti e i nomi di persone ai quali non si può dire di no, cioè sostenuti da qualcuno, è propria strana questa libertà di stampa. Certi autori coraggiosi, che hanno subito l’ostrascismo dai grandi editori, hanno potuto trovare asilo solo nelle piccole case editrici o hanno pubblicato le loro opere a loro spese. Va anche aggiunto che lo stato Italiano, definito democratico dai suoi propagandisti, con la legge sulla stampa, con i reati d’opinione e di diffamazione, con i finanziamenti all’editoria e con l’albo dei giornalisti, agisce da filtro sulla libertà d’informazione e la condiziona; infine, la chiesa ha una lunga tradizione in materia di censura.

Continuano gli autori: “Il nostro governo sarà direttamente o indirettamente proprietario della maggioranza dei giornali, i quali però conterranno le opinioni più contrastanti, così la gente crederà di andare dietro al vessillo del suo partito, invece tutti verranno dietro a noi”.

 La libertà di stampa è una burla come la democrazia e la sovranità popolare.

“Ammetteremo nel novero degli scrittori solo le personalità ricattabili, così non potranno scrivere niente contro di noi”.

Queste cose successone anche nel governo e nelle grandi società, alcuni  giornalisti sono giornalisti d’influenza non disinteressati, a favore di potenze straniere; non esiste un dipendente più fedele e controllabile di un uomo ricattato e riempito di privilegi. In Italia i giornalisti sono sponsorizzati e d’area.

I Savi continuano: ”Aumenteremo a tal punto la disistima verso il governo, che il popolo preferirà la dittatura alla democrazia, poi, arrivati al potere, giustizieremo gli oppositori e scioglieremo tutte le società segrete, anche quelle create da noi”.

Lo sbocco naturale di chi ha preso il potere assoluto, dopo aver armato un partito segreto,  è quello di abolire tutti i partiti, segreti o meno che siano; in fondo, per chi desidera l’unità e il centralismo politico, tutti i partiti sono sette che si oppongono allo stato. La politica di Stalin seguì proprio questo iter.

Continuano i Savi: “Prima della loro abolizione, tutte le logge massoniche saranno sotto la direzione dei nostri savi, mentre la nostra polizia segreta, con il pretesto della sovversione, potrà procedere  contro tutti quelli che ci danno fastidio”.

Alla guida delle logge sono stati aristocratici, membri del clero e borghesi, non solo ebrei; interessante il rilievo che afferma che, con la scusa della sovversione, si possono perseguire i partiti avversi, è accaduto anche in democrazia; in Italia se la sono presa, in regime cosiddetto “democratico”, anche con gli evangelici e con i testimoni di Geova.

“Cambieremo il personale dello stato e con i trasferimenti renderemo  docile il personale, così, chi desidera rimanere al suo posto, dovrà sottomettersi a noi”.

Gli autori hanno scoperto l’acqua calda, anche oggi nelle banche e nella pubblica amministrazione si usano i trasferimenti di personale a tal fine,  però i trasferimenti si fanno anche per clientelismo, essenziale in una repubblica dei favori.

“I nostri giudici non dovranno essere indipendenti, ma personale esecutivo del governo, dovranno limitarsi ad applicare la legge”.

L’indipendenza della magistratura è stata sempre una burla, salvo eccezioni personali, i giudici ricattano il governo e i partiti; dall’unità d’Italia al 1945 la magistratura italiana dipendeva dall’esecutivo, oggi in Francia la magistratura dipende dall’esecutivo, la Corte di Cassazione è nata per cancellare le sentenze scomode per lo stato.

Continuano i Savi: “Quando il re d’Israele regnerà sull’Europa sarà anche il capo del mondo intero, perché l’Europa è il centro de mondo”.

Però, morto il colonialismo e sviluppatisi altre economie,  l’Europa oggi non è più il centro del mondo; le varie mafie mondialiste non sono disposte ad essere sottoposte all’Europa, mo sono disposte ad essere cooptate in un governo mondiale, a detrimento della libertà e della sovranità dei popoli. 

“Noi Savi sceglieremo i docenti universitari e li metteremo alle dipendenze del governo, le materie politiche saranno insegnate solo ad alcuni laureati, selezionati tra i nostri iniziati; escluderemo  dall’insegnamento tutte le materie che possono turbare l’opinione pubblica, perché bisogna allevare  cittadini  ubbidienti alle autorità”.

Tutte le dittature sanno che bisogna controllare l’istruzione, però anche le cosiddette “democrazie” hanno subdolamente interferito nell’educazione fornita dalle scuole pubbliche o private, con lo scopo di creare un tipo di cittadino; la pubblica istruzione può essere dannosa perché omologa e riduce l’originalità degli individui.  Nelle scuole si è falsificata la storia, che è stata messa al servizio dei partiti vincenti, la storia contemporanea è stata adattata alle esigenze propagandistiche della classe che ha trionfato nel conflitto e dello stato; stesso ragionamento vale per materie come filosofia, economia e religione.

Complessivamente, mancando in Italia un vero stato ed uno stato autorevole, la scuola è  diventata la culla anche di una cultura di massa omologante, cioè non ha certo favorito lo sviluppo della personalità e del libero pensiero.  La più grossa bestemmia per un libero pensatore è la cultura di massa e la militanza in un partito.

Dicono i Savi: “Riscriveremo la storia, cancellando gli avvenimenti passati  che non desideriamo ricordare”.

Questo programma è stato attuato da tutte le dittature e da tutte le democrazie, la storia la scrivono i partiti vincitori; nessuno stato nato dalla guerra, dalla rivoluzione o dalla resistenza, può insegnare ai propri studenti a vergognarsi del loro stato, altrimenti i sudditi potrebbero scappare dai recinti dello stato e rifiutarsi di farsi mungere; lo stato è una società segreta nata per riscuotere le tasse, in cambio di una generica protezione concessa al cittadino.

“Noi Savi lavoriamo per la rovina del clero e dell’aristocrazia, fino alla disfatta del cristianesimo”. E’ una perla per dimostrare falsamente la mano ebraica sullo scritto, gli ebrei erano accusati d’essere anticristiani e, come rivoluzionari, contro lo zar e lo stato; nel 1800 gli ebrei sono stati accusati di lottare contro trono e altare, perché erano classe colta e perciò poterono elaborare le tesi democratiche e liberali, malviste dagli agenti zaristi d’antica fede. Lo viluppo successivo della cultura e del benessere in tutti gli europei, ha favorito la secolarizzazione dell’Europa, a detrimento della credulità religiosa e politica.

Continuano gli autori: “Il nostro re di Giudea prenderà il posto del papa,  prima però, con la critica religiosa, distruggeremo le chiese cristiane e favoriremo gli scismi”.

Ancora una volta è messo in risalto l’anticristianesimo degli ebrei, però gli scismi religiosi sono nati anche dalle lotte politiche e d’interesse all’interno della chiesa e tra principi; le eresie cristiane sono state mozioni di minoranza di partiti perdenti; infatti, spesso non sono più illogiche delle tesi vincenti; è sicuro però che alcune riflessioni intelligenti sulla bibbia e su Cristo siano state anche influenzate da dotti ebrei, così questi si procurarono altro odio da parte della chiesa.

Continuano i Savi: “La nostra polizia segreta ci farà conoscere tutto della vita della nazione e un terzo dei nostri sudditi terrà d’occhio per noi la rimanente popolazione”.

La chiesa e Stalin hanno dato il via a questo programma, in Italia pare che siano stati schedati tutti gli italiani, la chiesa ha schedato tutti i suoi preti e attraverso loro controllava i cittadini. L’America, nata liberista, introdusse il monopolio statale sulla posta per spiare la posta dei suoi cittadini, poi, in tutti gli stati cosiddetti “democratici”, sono nate le intercettazioni telefoniche, le intercettazioni su  Internet e quelle fatte dal satellite spia Echelon; dicendosi a favore della privacy, lo stato “democratico” si è fatta burla dei suoi cittadini.

Continuano gli autori: “Tratteremo i criminali politici peggio di quelli comuni”.

Vari regimi autoritari hanno trattato i criminali politici peggio di quelli comuni, quest’anomalia  si è verificata anche nei gulag staliniani.

“Noi ebrei ridurremo le imposte, però, prima di prendere il potere, useremo il problema fiscale per  agitare la plebe”.

E’storicamente accertato che la pressione fiscale troppo alta ha favorito alcune rivoluzioni, dietro le tasse opera una camarilla sfruttatrice che ha la proprietà dello stato.  Lo stato è un’impresa economica occulta molto profittevole per chi la possiede, lo stato è nato per riscuotere le tasse, in cambio di una generica protezione accordata ai cittadini; per abolire lo stato, è sufficiente abolire le tasse, infatti, tutte le società si sciolgono quando l’oggetto sociale non si può più raggiungere.

“Noi ebrei abbiamo accumulato enormi capitali, mentre gli stati sono stati costretti ad indebitarsi con noi, così ora i governanti sono costretti a chiedere l’elemosina ai nostri banchieri; per rimborsare debito e interessi, aumentano le tasse, però il debito non diminuisce, perciò il potere di questi signori primo o poi dovrà crollare”.

Sembra di leggere anche la storia del debito dello stato italiano, ancora oggi esiste il problema del debito interno usuraio, di banche o meno, e del debito estero a vantaggio d’istituzioni bancarie internazionali che, ricordiamolo, appartengono a persone, cioè alla crema della società umana, ebrei, cattolici (in pratica la chiesa), protestanti e islamici,  bianchi, cinesi o giapponesi.

“Per rimborsare i debiti esteri, lo stato prende gli ultimi spiccioli dalle tasche dei poveri, cosicché tutte le ricchezze finanziare finiscono nelle nostre tasche; senza accorgersene, tutti i cittadini del mondo ci pagano un tributo di sudditanza, sotto la forma d’interesse sul debito”. 

Non bisogna dimenticare che denaro e finanza non sono veri valori, perché sono beni strumentali attraverso i quali si controllano i governi, stati e le famiglie; per mezzo loro, si possono acquisire i veri beni, cioè beni reali come la terra, industrie e servizi strategici, palazzi prestigiosi, opere d’arte, oro e pietre preziose. Il debito estero dei paesi poveri è ancora un problema attuale, il cac can sulla remissione del debito estero è ispirato dalla banche creditrici che non riescono a recuperare i crediti esteri; però nel credito esistono anche le insolvenze, l’Inghilterra del rinascimento non ha mai rimborsato i debiti contratti con i banchieri italiani. Ritengo che l’oligarchia usi il debito per rendere schiavi o tributari persone e paesi, usa la finanza per acquisire potere e accaparrare beni reali, denaro e finanza sono solo fumo e beni strumentali idonei a  raggiungere i veri beni.

“Gli stati, per pagare gli interessi e le rate dei prestiti, contraggono  nuovi prestiti”.

Le classi dirigenti del terzo mondo hanno acceso debiti esteri per comprare armi e beni voluttuari per loro, parte del denaro lo hanno depositato a loro nome all’estero, mentre al loro popolo è rimasto solo  il debito da rimborsare.

Continuano di Savi: “Le basi di questo piano di conquista del mondo, per via pacifica,  furono poste nel 929 a.c. da re Salomone; il serpente simbolico, che rappresenta la nazione ebraica, chiuderà le sue spire su tutta l’Europa e poi, per mezzo di questa, su tutto il mondo”. 

I profeti ebraici, che scrivevano alcuni libri biblici, durante la diaspora a Babilonia ed altrove, prostrati e avviliti dalla loro condizione d’asservimento allo straniero, sognavano, delirando, un riscatto nazionale per mezzo di un Messia che avrebbe  fatto di Gerusalemme la capitale del mondo.

Gli antisemiti si riferiscono a questi sogni di rivincita di profeti morti da oltre due millenni; anche i romani della decadenza, sotto i germani, hanno avuto di questi sogni, che poi sono stati adottati anche dal gerarca romano, cioè dal papa. Sono tanti i paesi e le persone che hanno avuto sogni di grandezza millenaria o di millenarismo, soprattutto quando erano caduti in basso, gli ultimi ad avere avuto questi sogni di dominio sono stati i tedeschi ed oggi li hanno  i musulmani; questi sogni sono nati con il pangermanesimo, il panslavismo e il panarabismo.

Continuano i Savi: “Poiché ci sono uomini potenti che corrono dietro alle donne, non forniremo loro denaro per averle e direttamente donne, in tal modo li pieghiamo ai nostri interessi”.

Queste cose avvengono tutti i giorni, l’élite mondialista, che non è fatto solo d’ebrei, usa questi metodi, perché certi uomini si possono condizionare solo con danaro, privilegi e sesso; l’attività delle lobby non è sufficiente da sola per il varo di leggi di favore; naturalmente, l’élite deve anche scegliere gli elementi giusti da mettere al potere, purtroppo, il popolo non ha nessun potere d’indirizzo.

Val la pena di ricordare che donne avvenenti sono state usate anche dai servizi segreti, hanno fatto la spia perché con il sesso si può ricattare, si può fare politica, si può fare carriera e si può condizionare. Come si sa, tutti i servizi segreti sono nati per compiere anche operazioni illegali, all’interno o all’estero; non parlo solo di CIA, KGB o Mossad, queste cose sono capaci di farle anche i servizi italiani, francesi e inglesi.

Dicono i Savi: “Il Serpente ha già favorito la caduta di Grecia, Roma, Spagna, poi è passato per Londra e Berlino, dal 1880 la testa del serpente è a Pietroburgo, per preparare la rivoluzione in Russia, poi sarà la volta di Costantinopoli, l’ultima tappa sarà Gerusalemme, capitale del nuovo impero mondiale ebraico”.

Oggi la testa del serpente è a Londra, dove l’oligarchia mondialista di tutto il mondo, fatta da aristocrazia, finanza, chiesa, mafie vuol realizzare un governo mondiale autoritario, gli ebrei non possono essere il solo capro espiatorio. Lo stato d’Israele è nato per dare un ricovero agli ebrei, perseguitati da tutti i popoli, a turno nel corso di tremila anni e poi dispersi; però gli ebrei sono arrivati fino a noi grazie alla loro religione, altri popoli, nelle loro stesse condizioni si sono estinti; la storia insegna che gli stati sono stati sempre molto duri con i popoli che li avevano combattuti o che li avevano ostacolati nel loro disegno d’egemonia.

Dicono i Savi ebrei: “Gli ebrei sono figli di Dio e sono destinati a possedere il mondo in un regno invisibile, mentre il resto degli uomini devono essere loro schiavi; gli ebrei non  devono unirsi in matrimonio con le altre razze”.

Lo spirito d’elezione degli ebrei, di fronte a Dio, è stato sempre rinfacciato loro dai cristiani, assieme al loro rifiuto di mischiarsi agli altri popoli, di avversare le altre religioni e i costumi degli altri popoli e di rifiutare i matrimoni misti. Questo tipo di razzismo ebraico, a sfondo messianico-religioso, è stato spesso rimproverato agli ebrei, però anche gli altri popoli avevano e hanno pregiudizi verso gli stranieri, a causa dei loro costumi;  quante cose, che meriterebbero una censura, hanno detto le religioni!  Di fatto gli ebrei, in  barba alla religione e ai profeti, si sono mischiati sessualmente con gli altri popoli, soprattutto negli ultimi due secoli ed hanno fatto proselitismo presso altri popoli, soprattutto all’inizio, poi furono bloccati dalla chiesa cattolica.

Continuano gli autori; “Ogni ebreo del mondo deve prestare sostegno ai propri compatrioti, l’antisemitismo, disperdendo gli ebrei, ne ha favorito la loro alleanza e loro solidarietà mondiale, per creare  un trono saldo per Sion; per noi il  migliore governo è quello repubblicano, che offre piena libertà d’azione ad anarchici e socialisti, che sono nostri agenti”.

Qui è evidente il tifo degli agenti estensori dei Protocolli per la monarchia e l’avversione per la repubblica e le rivoluzioni, da loro presentate a sole tinte ebraiche. Gli ebrei dispersi, con le loro associazioni si sono aiutati reciprocamente e si sono fatta assistenza, cioè hanno fatto anche del clientelismo, del favoritismo e del nepotismo, come sono stati abituati a fare tutti i partiti e i papi.

“Abbiamo infiltrato  nostri agenti in tutti i partiti che perciò, anche se apparentemente ostili l’un l’altro, seguono tutti le nostre direttive, anche l’aristocrazia è stata contagiata dalle nostre idee liberali”.

Gli zaristi sapevano che i dirigenti ebrei, nella massoneria o dei partiti, collaboravano, con aristocratici e borghesi d’area cristiana o deista; la  tecnica d’infiltramento è ben conosciuta dalla polizia segreta di tutti i paesi ed è  ampiamente praticata da essa. I centri di potere tendono a collaborare, quando non ci riescono si scontrano, naturalmente sempre per interesse; della camarilla fanno parte cristiani, ebrei, musulmani, indiani, cinesi, giapponesi, ecc.

Da un Verbale di  una riunione tenuta dai capi del sionismo, di un autore russo anonimo, stiamo parlando di un altro falso, si legge: “La libertà è sbagliata e produce l’indisciplina del popolo, la nostra forza sta nel capitale finanziario; dobbiamo far sviluppare il germe della corruzione e dell’anarchia, in modo che la massa abbatta i governi precedenti; le democrazie, a causa dei dissidi interni, vanno incontro all’autodistruzione”.

Anche qui è evidente la mano della polizia segreta zarista, contraria alla democrazia ed al germe della rivoluzione.

“ La speculazione fa aumentare i prezzi e i debiti fanno aumentare le insolvenze, perciò i debitori  sono espropriati della terra e d’altri beni a nostro vantaggio; bisogna mettere contadini e operai contro i padroni, paralizzare la polizia, così il popolo si lamenterà per la generale impunità e si rivolgerà  a noi per l’instaurazione della repubblica”.

Gli autori dicono che il disordine era creato ad arte per favorire la rivoluzione contro lo zar, è più facile supporre che questo machiavellismo sia stato opera di servizi segreti stranieri; gli ebrei sono divenuti comodo capro espiatorio, un nemico esterno capace anche di riunire e di favorire il nazionalismo e  un disegno di potenza; ieri è accaduto in Germania e oggi sta accadendo nell’Islam.

“La nostra speculazione deve spremere commercio e industria, dopo che queste  hanno spremuto l’agricoltura; gli ebrei che si sono battezzati cristiani non ci hanno traditi, polizia e governanti sono sotto l’influenza di nostri agenti”.

Spagna appena unita, nazisti, comunisti e gesuiti, diffidavano anche degli ebrei convertiti, perciò volevano la purezza di sangue non ebraico per i loro seguaci; è un fatto che, quando iniziò lo sviluppo delle città e dell’industria, la borghesia cittadini si arricchì alle spalle dei contadini della provincia, queste cose si sono ripetute in Russia e i tutti i continenti; inoltre, in campagna la proprietà della terra era spesso concentrata e preclusa agli ebrei, anche a quelli arricchiti nei commerci.

“Al governo sono  nostri agenti, sono tali anche quelli che alzano la voce contro di noi, l’antisemitismo ha sempre colpito solo la truppa ebraica e non i capi, tutti i partiti sono nelle nostre mani perché siamo noi che forniamo loro i mezzi economici”.

Bisogna affermare che la mafia esiste perché politica, polizia e magistratura lo permettono o sono collusi con mafia e poteri occulti collegati, gli autori anonimi denunciano il costume di infiltrare  agenti provocatori, che servono lo stato o un partito.

“La costituzione è una finzione, noi ebrei abbiamo concorso a distruggere l’aristocrazia e la proprietà fondiaria, a vantaggio della finanza; la fame del popolo e i debiti favoriscono il dominio del capitale finanziario”.

Concordo sulla costituzione, spesso vanificata da leggi ordinarie anticostituzionali e dalla prassi di governo e della polizia; lo scritto è nato  in epoca rivoluzionaria e gli autori cercano di esorcizzare la rivoluzione.

“In quasi tutto il mondo, la professione medica e farmaceutica è nelle nostre mani, chi è caduto nelle nostre mani non se ne può più allontanare; con la corruzione, i dittatori sono stati messi al potere da noi, l’unione di tutti i popoli avverrà sotto il nostro dominio”.

E’ una disamina spietata della democrazia, delle lobby e dei centri di potere, verso i quali gli autori zaristi hanno avversione; dopo la rivoluzione francese e l’uscita dai ghetti, mentre la maggior parte degli europei erano contadini e in piccola parte aristocratici ed ecclesiali possessori di terre, nel 1800 gli ebrei si diedero al commercio, alla finanza ed alle arrti liberali;  prima del nazismo, a Vienna il 50% dei medici erano ebrei, mentre gli ebrei residenti erano solo il 10%. Il cancelliere Bismarck (1815-1898) era antisemita, ma il suo banchiere di fiducia era ebreo.

“Alcuni sono pedine inconsapevoli del nostro gioco, abbiamo abituato la gente a pensare che non è importante il contenuto delle cose, ma solo il nome di chi lo scrive, a credere alla costituzione e al suffragio universale, anche se la maggioranza dei politici è da noi guidata; l’informazione deve essere sotto il nostro controllo”.

Effettivamente la democrazia e l’informazione sono delle farse, però non solo a vantaggio degli ebrei, ma di tutta l’oligarchia mondialista plurirazziale. La polizia sapeva come funzionava l’informazione dappertutto; nel 1800 l’informazione era sotto influenza ebraica più d’oggi, ci si rende conto di ciò seguendo gli articoli che oggi trattano dei rapporti tra Israele e paesi arabi, nel senso che in Europa occidentale sembrano tifare più per gli arabi.

 “I Savi riscuotono imposte  occulte sotto forma d’interessi sui prestiti, signoraggio monetario e bancario e inflazione,  organizzano artificialmente crisi economiche; a causa delle guerre, le spese degli stati aumentano più delle loro entrate, per cui ricorrono al nostro credito; queste cambiali sono solo tributi di sudditanza”.

Val la pena di ricordare che oggi è forte anche la finanza anglosassone, islamica, cattolica, cinese e giapponese; inoltre i banchieri non posseggono mai interamente le loro banche, perché rappresentano personaggi che vogliono restare anonimi, prevalentemente aristocrazie e mafie di tutto il mondo; per definizione, le banche usano soprattutto il denaro degli altri, anche quelle che operano all’ingrosso, le banche d’affari e le finanziarie di famiglia; a volte i titolari sono ebrei perché, da parte dell’oligarchia mondialista, si sono allevati ebrei a tale scopo, per farne dei prestanome.

L’indebitamento favorisce la schiavitù di singoli, famiglie, imprese e stati; un’imposta sul reddito equivale ad un affitto pagato, ad una rata di mutuo, all’inflazione, all’imposta sui consumi, al signoraggio monetario e bancario, al servizio del debito dello stato; in tutti questi casi si riduce il potere d’acquisto dei sudditi; è esatto anche che i paesi indebitati, in un certo senso, pagano un’imposta ai creditori, in una logica neo-coloniale; gli stati tributari, protettorati non sovrani, pagavano un’imposta di protezione allo stato protettore; la protezione è l’imposta pagata alla mafia.

Sulla questione ebraica, il russo  Michele Mensikov ha scritto un saggio: “In Russia gli ebrei ottennero  il diritto all’esenzione militare, ma  poi furono fatti entrare nell’esercito, dove erano più indisciplinati, evitano il lavoro,  praticavano il piccolo commercio e l’usura; di fronte al nemico, si davano  per primi alla fuga o disertavano, seminando il panico tra gli altri soldati. Gli ebrei non sono eroi, ma parassiti senza stato, furono la sciagura di tutti i popoli in mezzo ai quali abitarono,  in Egitto divennero ricchi, potenti e traditori, la stessa sorte è poi toccata alla Polonia.

L’autore cita anche un falso editto del re persiano Artaserse contro gli ebrei (apocrifo del I secolo d.c., inserito nel libro di Ester), che accusava gli ebrei di non favorire la pace nell’impero, perché si opponevano a tutto il genere umano, perciò il re ne ordinò lo sterminio; cita anche un terzo libro dei Maccabei, pure apocrifo, nel quale il re greco Tolomeo Filopato  accusava gli ebrei d’Alessandria d’ostilità e perciò li condannò a morte”.

Sembra di ripercorre l’affare Dreyfus di Francia, gli ebrei erano stati esclusi dalla proprietà della terra, dall’esercito e dagli uffici pubblici; dire che sono tutti traditori, guerrafondai, rivoluzionari, usurai, disertori e cattivi combattenti sa veramente di razzismo, è un’esagerazione e una generalizzazione dell’antisemitismo.

Un altro scritto antisemita è: “In balia dei giudei” del russo Alessio Smakov, questo scrive:

“La Russia è diventata la nuova terra promessa degli ebrei, tutta la Russia è in balia degli ebrei, il paese è asservito dagli ebrei, che sono giudici, filosofi e finanzieri; reggono il credito, il commercio, la produzione, le scienze, la letteratura, la medicina, la borsa, i giornali; hanno in mano la giustizia e l’istruzione”.

Gli ebrei si diedero alla professioni liberali, mentre i russi erano in prevalenza contadini e la terra era in mano agli aristocratici, dopo i pogrom russi e la soluzione finale nazista, si ridusse il numero di ebrei in Europa e questa  situazione cambiò; oggi in Italia la chiesa cattolica, con uomini da essa controllati, ha lo stesso potere e governa per interposta persona, le maggiori banche.italiane sono controllate dalla chiesa.

“Gli ebrei sono sovversivi e falsi testimoni, l’ebraismo è una brutta malattia che succhia il sangue dei russi, gli ebrei sono lupi anche quando sono vestiti da agnelli”.

Il parassitismo è una caratteristica della materia vivente od organica, certi uomini  sono parassiti d’altri uomini, però per l’antisemitismo, se i parassiti sono ebrei la coisa è intollerabile; val la pena di ricordare che Ivan IV il Terribile (1547-1584) disse agli ambasciatori gesuiti che per lui il papa era un lupo e non un  pastore (K. Deschner “Storia criminale” Volume IX- Editore Ariele), doveva essere ben informato, anche se non leggeva i giornali.

“Dopo le riforme liberali dello zar Alessandro II, che fu assassinato, gli ebrei si erano impossessati di università e stampa, perciò il successivo zar Alessandro III si mosse contro di loro e gli ebrei, per ritorsione, da Ginevra prepararono contro di lui la rivoluzione; fu così che nacque l’antisemitismo del popolo russo e di Dostojevskij, l’antisemitismo fu la risposta ai piani di conquista del potere da parte degli ebrei”.

La Svizzera era sempre ricovero di rivoluzionari ispirati da Londra, come fu il caso anche di Mazzini, come si sa, Lenin aveva tanti dirigenti bolscevichi ebrei. Con le loro attività, gli ebrei si erano procurati tanti nemici, hanno diffuso l’idea  rivoluzionaria, nichilismo e le nuove idee liberali;  la vittoria dei bolscevichi  fu vista dagli zaristi come la vittoria degli ebrei sui russi, però anche Mussolini e Hitler condividevano quest’idea.

Gli ebrei generavano il sospetto perché rimanevano tali anche quando si russificavano esteriormente;  cambiavano lingua, abiti, paesi e costumi, rimanendo però, grazie alla religione,  sempre ebrei nello spirito; oggi però la maggior parte di loro è secolarizzata e non segue la religione, anche se è attaccata alla sua storia.

 Per chi vuole approfondire sui Protocolli:

 “La giudeofobia in Russia” di Cesare De Michelis – Editore Bollati Boringhieri

 Nunzio Miccoli     www.viruslibertario.it     numicco@tin.it

 

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MALAFFARE NEL SUD D’ITALIA

Nel conflitto d’interesse il controllato e il controllore  sono la stessa persona o parenti o soci, anche se i membri del parlamento dovrebbero sempre svolgere un’attività di controllo sulla vita economica. Negli ultimi venti anni Reggio Calabria ha avuto un solo condannato per concussione e due per corruzioni, invece  De Magistris è stato trasferito dal CMS da Catanzaro, per incompatibilità ambientale; due procuratori di Matera avevano avocato le sue indagini Poseidone e Why Not; la stesa cosa è capitata a Clementina Forleo a Milano, la quale  indagava sulle scalate bancarie Unipol-Bnl e Bpl-Antonveneta, la sua azione si era rivolta contro D’Alema, Fassino e Latorre, dei DS, Grillo, Comincioli e Cicu di Forza Italia.

La gente deve sapere che esistono magistrati che passano la giornata a sabotare le indagini dei pochi magistrati che lavorano bene, ci sono magistrati collusi con l’ambiente politico e affaristico, politica e affari sanno che la magistratura si normalizza comprandola; esistono politici collusi con la finanza e con la mafia, esistono giornalisti venduti e felici di farsi imbavagliare, esistono imprenditori ostili al mercato libero ma in cerca di favori dalla politica, per i quali sono disposti a pagare.

A trasferire Luigi De Magistris è stato il CSM, fatto di destra e di sinistra, all’unanimità, visto che nei prossimi cinque anni arriveranno in Italia meridionale 100 miliardi di euro, provenienti da Bruxelles e da Roma, che fine faranno; l’Unione Europea aveva fatto arrivare in Calabria denaro per i depuratori che non sono stati realizzati e il denaro non si sa che fine abbia fatto,  perciò nacque l’inchiesta Poseidone.

Le inchieste del gip Luigi De Magistris furono fermate, però secondo la legge le revoche o avocazioni dei procuratori dovrebbero essere esercitate solo in caso d’inerzia e non in caso di solerzia, un’inchiesta sottratta fu affidata al pm, Salvatore Curcio, che diresse la sua azione solo contro la fuga di notizie dal palazzo di giustizia e non sui fatti. Nel 2005 il governatore della Calabria, Chiaravallotti, di Forza Italia, era scatenato contro De Magistris; poiché la nuova frontiera di tangentopoli sono i soldi pubblici ed i progetti europei, tra gli indagati c’era anche Chiaravallotti.

Oggi, quando un magistrato cerca di far luce su affari sporchi, o gli arriva una pallottola o un trasferimento con blocco della carriera, con insabbiamento delle sue inchieste; il ministro della giustizia Clemente Mastella mandò ispettori contro De Magistris e ne chiese il trasferimento da Catanzaro; a causa di questi fatti, la procura di Salerno prese ad indagare sui vertici del palazzo di giustizia di Catanzaro, tra cui il procuratore capo Lombardi, il quale teneva al corrente gli indagati sulle sviluppi dell’inchiesta Poseidone.

Poseidone indagava  su opere finanziate e mai eseguite, che coinvolgevano logge massoniche e politici di destra e di sinistra, tra gli indagati vi era il vicepresidente della giunta regionale della Calabria, Nicola Adamo (Ds); dei finanziamenti pubblici si avvantaggiavano imprese amiche,  anche appositamente costituite da politici e uomini d’affari; della somme sottratte la metà restava in Calabria e l’altra metà andava a Roma, ne beneficiarono due cordate, una facente capo a Maurizio Gasparri (An) e l’altra a Franco Frattini (Forza Italia).

Grazie alle intercettazioni si era saputo qualche cosa ma, al momento delle perquisizioni, poiché gli indagati erano stati avvertiti dal procuratore Lombardi, non si trovò nulla. Nel sud esistono logge massoniche dappertutto, che operano come partiti segreti per fare affari, le fratellanze consentono di penetrare in tutti i settori della vita pubblica; dall’inchiesta Poseidone ne scaturì anche l’inchiesta Why Not, che fece infuriare il ministro delle giustizia Clemente Mastella  e coinvolse anche Romano Prodi, iscritto come Mastella nel registro degli indagati. Il 12.7.2007 De Magistris iscrisse Romano Prodi nel registro degli indagati, per abuso d’ufficio nel periodo 2004-2006, quando come commissario europeo elargiva finanziamenti  per opere mai realizzate, di li a poco Why Not indagò anche su Mastella, per fatti commessi quando era senatore e non ministro.

In Campania Antonio Saladino è aderente a Comunione Liberazione ed è ras della Compagnia delle Opere, una suo società si chiama Obiettivo Lavoro e l’altra Why Not; Saladino era  amico di Nicola Adamo (Ds) e Giuseppe Chiaravallotti (Forza Italia) e intendeva sfruttare il business dell’informatica, costituendo una società mista tra pubblico e privato, la Tesi; i finanziamenti arrivarono dalla finanziaria regionale Fincalabria, diretta da Antonio Gargano, presidente anche della Tesi, un altro conflitto d’interessi.

Anche l’indagine di Why Not fu tolta dalle mani di De Magistris, mentre Mastella, per dimostrare da che parte stava, si fece ritrarre mentre prendeva la comunione da papa Ratzinger; il presidente della giunta regionale calabra di centro sinistra, Agazio Loiero, desiderava entrare nell’affare dell’informatica, diretto da Nicola Adamo, nell’affare era coinvolta anche la superloggia massonica segreta di san Marino, secondo De Magistris erede della P2 di Gelli.

In Campania i collaboratori a progetto sono un’altra idea di Saladino, questi lavoratori, una volta assunti, versano ai loro protettori politici il 15% del loro stipendio; tra i progetti da finanziare, c’era quello Euromediterraneo, riguardante i flussi migratori dal Nord Africa, il progetto era diretto da Piero Scarpellini, consigliere di Romano Prodi, presidente della Ue, per questo progetto la commissione europea aveva stanziato un miliardo  e cento milioni di euro.

Nei contratti di aree e nei contratti di programma, dove domina l’asse Ds-Udc, sempre con lo scopo di predare le risorse pubbliche, tra gli indagati figurava Paolo Poletti, numero due della guardia di Finanza, Cesa (Udc) e Adamo (Ds); per la partecipazione a legge massoniche segrete da parte di politici e magistrati, De Magistris contestava anche il la violazione della legge Anselmi; Saladino è in rapporto con Cesa, Mastella, Loiero, Adamo, Pisanu, Gasparri, Rutelli, Dini, Minniti, Alemanno, D’Alema, Formigoni, Bassolino, Cuffaro e Soru.

Gli assunti di Obiettivo Lavoro erano tutti lavoratori interinali raccomandati, nel 2002 la legge ad hoc n. 23 li stabilizzò, Why Not finanziò la Compagnia delle Opere, divenne la testa d’ariete di Saladino e vinse gare d’appalto; l’inchiesta di De Magistris si diresse contro San Marino e contro un  comitato d’affari diretto da Macrì e Saladino; fu il prodiano Macrì che consigliò i soci di Saladino di portare i soldi a San Marino, dove al comitato d’affari  partecipa anche Saladino.

Grazie alle intercettazioni, De Magistris indagava su Saladino e Mastella sul comitato affaristico massonico, contestava la partecipazione alla massoneria, della quale faceva parte anche il giornalista Luigi Bisignani, prima aderente alla P2, condannato nel processo Enimont e radiato dall’ordine dei giornalisti; ora Bisignani è dirigente della Ferruzzi e vive a Londra, gli è contestata l’associazione a delinquere, truffa e violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete. Il traffico telefonico portò alla società Delta spa, che aveva tra i suoi fondatori la Cassa di risparmio di San Marino, però al cellulare di Saladino, al numero della Delta, era segnato Romano Prodi, di quell’utenza si serviva Piero Scarpellini; il meccanismo era stato creato per appropriarsi di finanziamenti pubblici con società di comodo.

Il 12.7.2007 Romano Prodi fu iscritto sul registro degli indagati, per abuso d’ufficio nella gestione dei fondi europei, con giornalisti, agenti segreti, magistrati e  politici collusi; con l’inchiesta Why Not, dalla procura la fuga di notizie fu addebitata a De Magistris, che probabilmente era innocente; si scoprì un sistema affaristico trasversale alla politica, mediante il quale i fondi pubblici rendevano più del traffico di droga. Antonio Saladino era in rapporti stretti con Romano Prodi, era anche in rapporto anche con Agazio Loiero, presidente della giunta regionale di Calabria, con Clemente Mastella, con Lorenzo Cesa (Udc), tutti indagati nell’inchiesta Why Not.

I progetti riguardavano lavoro interinale e assunzioni, gli imprenditori interessati ai finanziamenti trattavano con Saladino; il 19.10.2007 l’inchiesta Why Not, come Poseidone, fu revocata a De Magistris e questo il 26.2.2007 iniziò la terza inchiesta,  Toghe Lucane, con la quale il pm di Catanzaro mise sotto accusa i vertici della magistratura lucana, oltre alti gradi delle forze dell’ordine, politici e funzionari pubblici, tutti indagati per associazione a delinquere, truffa, corruzione, falso, abuso d’ufficio e appropriazione indebita.

Gli indagati erano 150, di destra di centro e di sinistra, in pratica tutta la classe dirigente lucana, inclusi procuratori, amministratori delegati e presidenti di banche, tra i progetti finanziati dall’Europa, su cui De Magistris indagava, vi era un megavillaggio turistico sul mar Jonio; Toghe Lucane indaga su turismo, finanza e sanità, su questi settori i magistrati avevano già ricevuto denunce, ma non avevano indagato, la magistratura era collusa e distratta. Questa inchiesta non fu sottratta a De Magistris come le altre due ma, su richiesta del ministro della Giustizia, Clemente Mastella, il 18.1.2008  De Magistris fu trasferito all’unanimità dal CSM, per incompatibilità ambientale e per aver leso l’onore della magistratura; il CSM aveva obbedito ai suoi soci di riferimento della politica.

Il giorno prima Mastella si era dimesso perché  indagato dalla procura di Santa Maria Capua Vetere, però quasi tutti i parlamentarti applaudirono Clemente Mastella dimissionario; Craxi aveva ragione, le tangenti le prendevano tutti, chiamava in correo la classe politica e invece fu scaricato;  Mastella fu più fortunato perché ricevette la solidarietà dai suoi consimili. Secondo Mastella, la pace tra politica e magistratura, rendendo docile la magistratura, si poteva raggiungere contentando tutti,  gratificando i magistrati con carriere e retribuzioni; Mastella contentava tutti i partiti e  confermò l’incarico anche ai magistrati nominati da Berlusconi.

Però Luigi De Magistris mise a nudo il marciume che c’era anche all’interno della magistratura; anche i magistrati  erano stati lottizzati dalla politica, altro che indipendenza della magistratura; i magistrati distaccati al ministero della Giustizia non ne attestavano l’indipendenza di fronte al potere politico; al ministero della Giustizia il magistrato Arcibaldo Miller dava la caccia ai magistrati contrari alla normalizzazione voluta da Mastella; Miller in Campania era in rapporto con  la famiglia camorrista dei Sorrentino e fece parte della commissione di collaudo per la ricostruzione dopo il terremoto del 1980 in Irpinia.

L’inchiesta Toghe Lucane riguardava soprattutto le toghe deviate, però si accertò che il denaro pubblico spariva anche con la sanità, il turismo e i megavillaggi; la Banca Popolare di Matera gestiva il credito  a discapito di risparmiatori e piccoli azionisti, per prevenire inchieste della magistratura, al presidente del tribunale di Matera, Iside Granese, fu concesso un finanziamento di 620.000 euro al 3% e con poche garanzie; per conseguenza, le denuncie  contro la banca erano archiviate dai magistrati di Potenza e Matera.

Il procuratore di Matera, Giuseppe Chieco, che aveva fatto parte della direzione distrettuale Antimafia,  aveva archiviato le denunce sul supervillaggio Marinagri, alla Banca del Materano erano stati contestati anche i bilanci, con relative denunce, eppure Chieco chiuse le relative indagini;  la guardia di finanza  fece una denuncia sulla società Mutina, con sede a Modena e controllata dalla Banca Popolare dell’Emilia Romagna, che acquistava crediti in sofferenza e li cartolarizzava, ma Chieco non intravide estremi di reato, questa banca controllava nove banche centro meridionali, comprese la Banca Popolare di Matera; tra le banche acquisite c’era anche la Banca Popolare dell’Irpinia, vicina  Ciriaco De Mita e a Nicola Mancino, vicepresidente del CSM, impegnata nell’erogazione dei fondi per la ricostruzione dopo il terremoto del 1980.

L’ingegnere di Avellino, Giuseppe Testa, aveva denunciato alla procura generale di Napoli il procuratore di Avellino Alfonso Monetti,   per inerzia nell’esercizio dell’azione penale; le denunce sulla società Mutina furono archiviate da Giuseppe Chieco perciò, a causa della sua inerzia fu presentata denuncia  alla procura generale di Potenza. Elio Lannutti, presidente dell’Adusbef, l’associazione a tutela dei risparmiatori, a causa delle vicende della Banca Popolare di Matera, aveva denunciato anche la Banca d’Italia, per omessa vigilanza, questa non era riuscita nemmeno a prevenire i crac Cirio e Parmalat e la vicenda Unipol-BNL e Antonveneta; secondo il gip Clementina Forleo, Antonio Fazio, governatore della Banca d’Italia, era complice di Gianpiero Fiorani.

Grazie ai fondi europei, nella costa ionica lucana del Metapontino, scoppiò la febbre dei megavillaggi turistici, si ricevono soldi grazie all’opera di professionisti delle carte a posto, si facevano scempi ambientali ed alcuni villaggi fallirono; i villaggi nascevano come contratti di programma  tra comuni e regioni, il responsabile per la regione era Filippo Bubbico dei Ds; quando De Magistris sequestrò il villaggio di Marinagri, Bubbico era sottosegretario allo Sviluppo Economico, attraverso il quale transitavano i fondi europei.

Bubbico è stato accusato di associazione a delinquere e truffa aggravata, però fu difeso da Bertani, che definì l’inchiesta Toghe Lucane un polverone, poi De Magistris fu esautorato dal CSM. A proposito di conflitti d’interesse e corruzione, il procuratore Chieco era interessato ad acquistare una villetta a Marinagri ed a Matera aveva acquistato un’immobile da un’impresa sulla quale stava effettuando indagini, il CSM lo viene a sapere e non agì.

Nel 1991 Cosa Nostra cercò di comprare il magistrato di Cassazione Antonio Scapelliti, non ci riuscì e il magistrato fu ammazzato; anche il procuratore Galante sosteneva il progetto turistico di Marinagri,  esisteva una cupola politico affaristica  che dava vita a villaggi turistici, senza guardare ai piani idrogeologici, però a Marinagri il fiume Agri non dava sicurezza, a causa d’alluvioni  e deviazioni del suo corso.

Il villaggio di Marinagri fu anche accusato di essersi impadronito di terre del demanio pubblico, perciò fu sequestrato da De Magistris e poi fu dissequestrato dal tribunale del riesame e dalla Cassazione, il  governatore della Basilicata, Bubbico,  aveva varato gli accordi di programma per i villaggi del Metapontino. Nel novembre 2003 Berlusconi annunciò  la volontà di creare a Scalzano Jonico un sito unico nazionale di stoccaggio di scorie radiaattive, non ci furono reazioni negative da parte della classe politica locale, ma ce ne furono da parte dei cittadini.

Il 29.4.1997 a Potenza due giovani coniugi furono ammazzati, secondo il pentito Gennaro Cappiello i mandanti erano il direttore generale dell’ospedale di Potenza, Michele Cannizzaro, e sua moglie, Felicia Genovese, procuratore vicario a Potenza e consulente della commissione antimafia; Cannizzaro era anche indagato nella scomparsa di una sedicenne avvenuta nel 1993; Cappiello era un pentito collaudato dall’Antimafia ma non fu creduto.

Nei brogli elettorali del 2005 a Scanzano Jonico, Felicia Genovese omise di fare indagini ed il procuratore generale, Vincenzo Tufano, non glie lo fece notare, esponenti della ndrangheta erano stati visti uscire dalla casa di Cannizzaro, che era sponsor di Buccico (An). In Lucania i politici sono l’anello di congiunzione tra criminalità, vertici amministrativi e  imprenditori; quando Renato Martorano fu condannato per associazione mafiosa, stampa e Tv locali si scatenarono contro i magistrati ed  anche  il procuratore Tufano criticò i magistrati.

In Basilicata c’è sempre lo zampino della massoneria deviata, è presente in tutte le trame oscure, aiuta gli affari ed è una società di mutuo soccorso, soprattutto per i malandrini; Cannizzaro fu accusato di aver coperto  Un certo Danilo Restivo che aveva fatto sparire una ragazza, Elisa  Claps; Restivo fu prosciolto dai giudici e si stabilì in Inghilterra dove fu accusato di aver massacrato un’altra donna.

Luca Orioli e Mariarosa Andreotti erano due giovani innamorati di Policoro, forse Mariarosa era stata coinvolta in festini rosa, con sesso e droga, in cui erano presenti politici, magistrati e professionisti; un caso come quello Montesi e quello Cesarini. Il 23.3.1988, i due furono ammazzati,  la perizia confermò che i due ragazzi erano stati uccisi, però il pm di Matera, Vincenzo Autera, propose l’archiviazione; nell’estate del 2007 il pm di Catanzaro, De Magistris, riaprì l’inchiesta; forse Mariarosa, per liberarsi la coscienza,  aveva confessato il suo segreto al fidanzato, il quale voleva fare una denuncia, però i potenti volevano mettersi al sicuro dallo scandalo.

Con la morte dei due giovani, il parroco, Salvatore De Pizzo, in perfetto stile omertoso, consigliò  ai genitori di distruggere le lettere scritte al riguardo dai due fidanzati; nel 1993 la pentita Maria Teresa Biasini confessò ai giudici che nei festini di sesso e droga che si organizzavano a Poliporo partecipava Nicola Buccico, Giuseppe Labriola, Vincenzo Autera e il boss mafioso Franco Caldararo, che procurava la droga e forse procurava le ragazze, garantendo il loro silenzio. Il capitano dei carabinieri Salvino Paternò fece indagini su questi fatti e presentò una denuncia al procuratore di Matera, Leopardi, ma lo scandalo fu soffocato e il capitano fu trasferito; se la giustizia funziona, l’omertà diminuisce, l’omertà funziona quando i giudici sono collusi e perciò i cittadini hanno anche paura di presentare denunce.

A Montescaglioso (Mt) si fece un progetto per produrre bachi da seta e seta, così il sottosegretario Bubbico divenne presidente del consorzio seta Italia e del consorzio seta Basilicata, che dovevano gestire il denaro europeo stanziato allo scopo; i contributi europei furono riscossi ma della seta non si vide l’ombra, i due consorzi non presentavano nemmeno bilanci annuali, i magistrati lucani archiviarono le denunce senza fare indagini. Così Bubbico fu indagato da De Magistris a Catanzaro anche per questo affare, come per la sanità e per i villaggi turistici; però questi fatti non gli impedirono di diventare assessore regionale alla sanità, governatore, senatore e sottosegretario allo sviluppo.

Da un’indagine sull’Asl di Matera si seppe che 500 unità di sangue placentato, estratto dal cordone ombelicale, dal quale si estraggono le cellule staminali per delle cure, erano finite nella spazzatura, ufficialmente per avarie dei contenitori; in realtà il materiale era conservato correttamente nell’azoto liquido e aveva un valore do oltre un milione di euro, perciò appetibile per un comitato d’affari.

La banca delle staminali di Matera era stata creata dall’ematologo Carlo Gaudiano, che dal 1993 lavorava in collaborazione con l’Ospedale Maggiore di Milano, gli fu tolta la banca e lo pagavano per non lavorare, perciò lui si autodenunciò alla corte dei conti; in            quella occasione, Gaudiano non fu sostenuto né da Nicola Vendola, né da Ignazio Marino, mentre il ministro della salute, Livia Turco, promise un suo intervento, ma non fece niente; Gaudiano aveva contro la procura di Matera, alla fine fu licenziato per aver reso dichiarazioni alla stampa.

Probabilmente le 500 unità di sangue coronale avevano preso altre strade, però le mamme che avevano  donato il cordone ombelicale volevano sapere, per la sua impresa Carlo Gaudiano era stato elogiato dal centro Nazionale trapianti;  la delibera che aveva istituito la banche delle staminali era del 30.12.1996 ed era stata firmata dall’assessore alla sanità regionale Filippo Bubbico.

Poiché Gaudiano era stato licenziato in maniera illegittima, il nuovo direttore che aveva preso il suo posto fu rinviato a giudizio per usurpazione di funzioni pubbliche, comunque,  la banca delle staminali di Matera fu soppressa e ne sorse un’altra a Potenza, all’ospedale San Carlo, diretto dal frammassone Michele  Cannizzaro,  marito della pm Felicia Genovese. Oggi Carlo Gaudiano lavora gratis all’ospedale di Valona in Albania e vi ha creato una nuova banca di staminali  che ha salvato i bambini dalla talassemia, Gaudiano dice che Berisha è meglio di Bubbico.

Nel 2005 il capitano dei carabinieri  di Poliporo, Zacheo, intensificava, per conto del pm De Magistris della procura di Catanzaro, le indagini suo megavillaggi turistici, perciò ricevette minacce; il procuratore Chieco di Matera scrisse al capitano invitandolo a desistere da queste indagini e poi chiese al comandante provinciale dei carabinieri, Vito Pizzarelli, di prendere provvedimenti contro Zacheo, ma il comandante non si mosse.

Il 22.6.2007 alla caserma dei carabinieri di Policoro, dove il capitano Zacheo collaborava all’inchiesta Toghe Lucane, la procura di Matera mandò quattro poliziotti, per sequestrare delle carte d’indagini che riguardavano il procuratore capo di Matera, Giuseppe Chieco e altri magistrati suoi collaboratori, tutti vicini al senatore Nicola Buccico, diventato anche sindaco di Matera. La richiesta, proveniente dalle procure di Potenza e Matera e mirava a prelevare atti d’indagine riservati della procura di Catanzaro;  il capitano Zacheo rispose   che non avrebbe eseguito l’ordine illegittimo  e con dodici carabinieri circondò i quattro poliziotti.

Nel 2007 il procuratore di Matera, Chiedo, mandò in casa del giornalista Carlo Vulpio, del Corriere della Sera, otto poliziotti, per una perquisizione in quanto indagato per diffamazione a mezzo stampa, erano coinvolti anche altri cinque giornalisti e un capitano dei carabinieri; l’associazione avrebbe avuto lo scopo di diffamare Nicola Buccico, sindaco di Matera, senatore di An ed ex membro del CSM; però  il vincolo associativo dei sei imputati non esisteva perché per lo più nemmeno si conoscevano, Buccico si sentiva diffamato e aveva querelalo ed il procuratore capo di Potenza, Vincenzo Tufano, ottenne intercettazioni a carico di De Magistris, con lo scopo di  colpire l’associazione dedita alla diffamazione.

Il pm De Magistris aveva individuato un comitato d’affari lucano che si spartiva potere, cariche e soldi, uno dei suoi membri era Nicola Buccico, in Lucania i Buccico dei Ds e i Buccico di An sono il potere. Negli scandali erano coinvolti destra, sinistra e magistratura, Berlusconi proponeva di autorizzare le intercettazioni solo per reati di mafia e terrorismo, escludendo i reati finanziari; Walter Veltroni  invece proponeva di intercettare tutti,  ma le notizie non dovevano finire sui giornali prima del dibattimento, in tal modo niente si sarebbe saputo su Cirio, Parmalat, Unipol-BNL e Antonveneta.

Quando sono state pubblicate le intercettazioni su D’Alema, Consorte e Fassino si è parlato di fuga di notizie, quando sono stati scritti nel registro degli indagati Prodi e Mastella, è stata detta la stessa cosa; i giornalisti che seguivano le inchieste di Milano  e Catanzaro erano accusati di fuga di notizie, per la legge però, la fuga di notizie è sanzionata solo per la pubblicazione d’informazioni segrete, ma se esiste un avviso di garanzia o una decreto di  perquisizione notificato, il segreto non esiste.

Il 12.7.2007, De Magistris avvertì il procuratore capo Mariano Lombardi dell’iscrizione di Romano Prodi nel registro degli indagati, Mastella fu iscritto il 14.10.2007 e poi la stampa ne diede notizia; nel gennaio del 2007 Dolcino Favi, procuratore a Catanzaro, ha avocato l’inchiesta Why Not che indagava Romano Prodi e Clemente Mastella per abuso d’ufficio, finanziamento illecito ai partiti, truffa allo stato e alla UE.

Forleo e De Magiustris, in tono d’intimidazione, hanno ricevuto pallottole, il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, ha chiesto il trasferimento del pubblico ministero Luigi De Magistris che indagava su  di lui e lo accusò d’incompatibilità ambientale; Mastella accusava il pm d’irregolarità nell’inchiesta Toghe Lucane, l’inchiesta Why Not fu avocata dal procuratore generale  non per inerzia, come prevede la legge, ma per eccesso di solerzia.

Il procuratore generale reggente di Catanzaro, Dolcino Favi,  fece aprire la cassaforte di De Magistris e prelevò a sua insaputa atti d’inchiesta; per Favi, Mastella doveva essere giudicato dal tribunale dei Ministri, mentre De Magistris era in conflitto d’interesse perché colpito da provvedimento disciplinare; poi però il tribunale dei ministri si dichiarò incompetente a giudicare Mastella, perché i fatti contestati riguardavano un periodo in cui non era ministro.

Quando la giustizia non lavora per realizzare la giustizia, non è lenta, si accanisce contro chi lavora con solerzia, Favi emise il decreto d’avocazione e lo trasmise al procuratore capo Lombardi, ordinò alla segretaria di De Magistris di aprire la cassaforte e prelevò le carte di Why Not; due mesi dopo la procura generale di Catanzaro chiese l’archiviazione per Mastella, solido amico di Saladino.

Gioacchino Genchi vicequestore in aspettativa era l’esperto informatico che aveva scoperto i cellulari da cui erano partiti i segnali per le stragi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, aveva collaborato con De Magistris per Why Not; da Mastella fu definito un mascalzone e un pericolo per la democrazia, Favi gli revocò l’incarico. Bisogna dire però che i pericoli possono venire da chi detiene i tabulati, cioè dalle compagnie telefoniche, che perciò possono ricattare.

Il capitale Pasquale Zacheo, braccio destro di De Magistris nell’inchiesta Toghe Lucane, fu trasferito a Fermo nelle Marche, anche se promosso per addolcire la pillola, qualche giorno dopo a Genchi fu revocato l’incarico; il capitano ha dovuto difendersi dall’accusa dell’associazione per delinquere finalizzata alla diffamazione a mezzo stampa; de Magistris aveva chiesto di rinviare  il trasferimento fino alla conclusione delle indagini, ma non fu contentato, nel 1998 il suo predecessore, Salvino Paternò, era stato trasferito a Velletri, sempre per aver deluso i potenti.

Intanto  Nicola Buccico (An) diventava membro del CSM, senatore e membro dell’Antimafia, si fece molti amici al CSM e al tribunale di Matera e divenne anche amico del sindaco di Matera, Michele Porcari, condannato in primo grado per abuso d’ufficio, difeso proprio da Luccico;  il presidente del tribunale di Matera, Iside Granese, aveva problemi con la Guardia di Finanza.

Buccico era amico del procuratore di Matera, Giuseppe Chieco,  e del pm Paola Morelli, che aveva archiviato la pratica Marinagri, a Potenza era amico del procuratore generale Vincenzo Tufano,  del sostituto procuratore Felicia Genovese e del capo della procura Giuseppe Galante; a Catanzaro era amico di Adalguisa Rinardo, presidente del tribunale del riesame, che bocciava i provvedimenti di De Magistris, era in stretto contatto con Antonio Saladino; a Catanzaro è amico del procuratore reggente Dolcino Favi, che era in rapporti con la malavita e aveva falsificato un delega del procuratore della repubblica di Messina, ma contro di lui il Csm non si mosse.

Luigi De Magistris era napoletano ed a Catanzaro sposò una calabrese, fu accusato di protagonismo, di giustizialismo e di amare le manette; il ministro di Giustizia Mastella gli chiese un comunicato che  precisasse che non aveva niente a che fare con Why Not, De Magistris si oppose e la procura lo fece in sua vece; Mastella fui iscritto nel registro degli indagati, ma, per bloccare le indagini, si avocarono inchieste e si tolsero di mezzo De Magistris, Zacheo e Genchi.

Il 20.6.2005, a Francavilla Fontana, tra Taranto e Brindisi, un incendio distrusse la tenuta agricola dei Forleo, il 5 maggio era stata già distrutta una loro villa di campagna; in quei giorni  a Milano  Clementina Forleo si occupava di scalate bancarie, in Puglia non ricevette solidarietà né da Nicola Latorre, né da Raffaele Fitto, né da Nichi Vendola; il 28.8.2005, in un incidente stradale, morirono i due genitori di Clementina, mentre il marito finì in coma.

L’auto era stata travolta in un incrocio da un fuoristrada, il 21.7.2005 aveva ricevuto una lettera minatoria che annunciava la morte dei genitori, il 28 agosto ricevette una lettera con le felicitazioni per la morte dei genitori, augurando a lei la stessa sorte, firmato: Comitato di salute pubblica. La Forleo era accusato anche di assolvere i terroristi islamici.

Il CSM e la procura generale della Corte di Cassazione s’interessarono a Clementina perché aveva partecipato ad una trasmissione televisiva; il questore Paolo Scarpis sollecitò il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, ad inviare un ispettore contro la Forleo e l’11 luglio tenne una conferenza stampa con poliziotti contro Clementina,  utilizzando la caserma dei poliziotti a tale scopo; intanto i mezzi d’informazione raccontavano i fatti in modo confuso, come il solito.

Contro la Forleo si aprì un  procedimento disciplinare, per iniziativa del procuratore generale della Corte di Cassazione, Mario Delli Priscoli; Clementina era favorevole all’eutanasia ed era atea, non era schierata politicamente, era a favore  della separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, come De Magistris. Dopo la morte dei genitori chiese i tabulati telefonici contenenti le minacce da lei ricevute, ma il pm di Brindisi, Alberto Santacatterina, d’accordo con il tenente dei carabinieri Ferrari, non glieli fece avere; ora i due rischiavano una denuncia per inerzia investigativa, la Forleo offese a telefono il tenente  e perciò la procura di Brindisi la incriminò per ingiurie.

Nel 2007 la sentenza su Mohamed Daki e sulla tunisina Farida Ben Bechir erano servite a creare l’incompatibilità ambientale del gip Forleo con i colleghi del palazzo di giustizia di Milano; Maurizio Gasparri (An) definì la Forleo irresponsabile per aver lasciato in libertà dei terroristi e perciò fu querelato dalla Forleo,  Luciano Violante (Ds) affermò che aveva commesso degli abusi; però Clementina fu difesa da Francesco Saverio Borrelli e da Francesco Cossiga.

Sulla Faccenda delle scalate bancarie, D’Alema aveva esercitato pressioni sulla procura di Milano perciò Clementina Forleo era vista male dal procuratore,  Francesco Greco fu nominato procuratore aggiunto a Milano, scavalcando Clementina, che perciò si dimise dal CSM;  un membro del CSM, Letizia Vacca, affermò che la Forleo era un cattivo magistrato, Per il CSM, Forleo e De Magistris erano due magistrati pericolosi, perciò De Magistris ricevette ispettori ministeriali a Catanzaro, entrambi ricevettero minacce e pallottole in una busta.

Le inchieste di De Magistris erano Poseidone, Why Not, e Toghe  Lucane , quelle di Forleo, scalate bancarie e Unipol-Bnl. Il 18.1.2008 la commissione disciplinare del CSM decise il trasferimento del pm Luigi De Magistris, nominato giudice di un tribunale, però il sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione Vito D’Ambrosio, del DS,  definì De Magistris un pericolo per la democrazia.

In quegli stessi giorni, Clemente Mastella si dimise da ministro della Giustizia perché indagato in Campania e Totò Cuffaro si dimise da governatore della Sicilia, per condanna a cinque anni di carcere e interdizione dai pubblici uffici;  Mastella fu applaudito da tutto il parlamento e Cuffaro continuò a fare il governatore, offrendo cannoli a tutta l’assemblea siciliana.

I guai di Forleo e De Magistris, come per Falcone Borsellino e Dalla Chiesa,  cominciarono quando si avvicinarono troppo al potere politico, puntando al cuore del sistema; purtroppo Forleo e De Magistris avevano censurato anche il comportamento della magistratura e della sinistra, cioè  quelli risparmiati da tangentopoli; in Italia le procure pendono di più a sinistra, naturalmente intesa come tifoseria, i due magistrati avevano scoperto che destra e sinistra avevano creato insieme un sistema di corruttela. Su ordine della procura di Matera, furono intercettate le telefonate  di  Forleo e De Magistris, mentre dei giornalisti subirono intercettazioni e  perquisizioni, però per la privacy non è possibile intercettare nemmeno i medici che parlano con i loro ammalati.

Il 31.10.2002 crollò la scuola Francesco Jovine di san Giuliano di Puglia, nel Molise, uccidendo 27 bambini, il giudice Laura d’Arcangelo di Larino – Campobasso, stabilì che era colpa di un  terremoto che colpì solo quella scuola; in realtà costruita, ristrutturata e sopraelevata male, senza permessi e collaudi, sarebbe bastata una nevicata per farla crollare perciò doveva essere chiusa; il giudice, per timore della folla e dei parenti delle vittime, scappò dalla porta di servizio.

Secondo il procuratore, nella scuola di san Giuliano  erano state violate almeno venti leggi, malgrado ciò, il giudice D’Arcangelo assolse tutti perché il fatto non sussisteva; bisogna considerare che se il colpevole era il terremoto nessuno avrebbe risposto e sarebbero arrivati anche i soldi pubblici per la ricostruzione; era il solito partito trasversale della ricostruzione che sfrutta i terremoti per mungere soldi pubblici, è successo nel 1968 nel Belice - Sicilia, nel 1976 nel Friuli, nel 1980 in Campania, nel 2002 nel Molise e nel 2009 all’Aquila.

Contro la sentenza del giudice D’Arcangelo, è stato presentato ricorso in Appello, per protesta i genitori dei ventisette bambini hanno bruciato i certificati elettorali e hanno restituito al presidente della repubblica Napoletano le medaglie d’oro alla memoria. La distribuzione del denaro della ricostruzione è stato l’argomento di discussione dei politici di destra e di sinistra, per rifare  anche case lesionate da anni prima e per una riduzione provvisoria delle tasse, si voleva attingere anche ai fondi europei ed alla legge 488.

A Termoli era sindaco Remo di Giandomenico, poi deputato UDC,  sposato con Patrizia De Palma, primaria di ginecologia, che aveva fatto l’obiezione di coscienza sull’aborto, però praticava aborti illegali anche su minorenni e oltre il terzo mese, nel suo ospedale  di San Timoteo o nel suo studio privato a San Severo-Foggia, anche i medici che lavoravano con lei erano obiettori, la tariffa era 400 euro senza ticket.

Patrizia di Palma era diventata primario con imbroglio, astuzia e  violenza e perciò era sospettata dal capitano dei carabinieri Fabio Muscatelli, nel 1991 fu condannata per aver ceduto un bambino nato vivo in ospedale ad un’altra persona, con interdizione per cinque anni dalla professione. Ma la signora non scontò né la pena principale né quella accessoria; il nuovo procuratore di Termoli, Nicola Magrone, individuò il malaffare della sanità locale, con appalti truccati, assunzioni clientelari, invalidità false, truffe alla regione ed  esportazione di capitali all’estero; perciò la De Palma e suo marito furono arrestati, assieme ad altre 32 persone, il marito gridò al processo politico.

Da ricordare che le caratteristiche dei macchinari sanitari da acquistare erano date dalle stesse aziende da favorire, i prezzi d’acquisto lievitavano al doppio, si prendevano tangenti sugli appalti e il guadagno finiva in Arizona, dove la coppia aveva la casa e un conto in banca; Patrizia De Palma  riuscì a mungere soldi pubblici anche con uno screening di massa sulle donne del Molise, la Asl n. 4 era cosa della coppia De Palma-Di Giandomenico.

Della combriccola facevano parte anche tre poliziotti, tre carabinieri, un avvocato, il comandante dei vigili del fuoco di Termoli e il comandante provinciale dei carabinieri; assieme a politici, medici e imprenditori garantivano il. dominio sul basso Molise, nascondevano le notizie di reato e frugavano anche negli archivi di palazzo di Giustizia. Le accuse erano di associazione per delinquere, truffa, falso, peculato, violazione di segreti d’ufficio; un vero clan malavitoso che aveva sede  nell’ufficio del comandante dei vigili del fuoco di Termoli, Ugo Sciarretta.

Il capitano dei carabinieri Fabio Muscatelli indagava, ma il suo colonnello Maurizio Coppola lo rimproverava di vedere il marcio dappertutto, lo faceva spiare e gli regalava provvedimenti disciplinari, lo mandò in Irak e in Kosovo e poi, per toglierselo dai piedi, propose di promuoverlo con  trasferimento a Locri, ma il comando generale dell’Arma si oppose; quindi Moscatelli fu trasferito a Livorno, a fare il magazzinieri al reparto materiali dei carabinieri, anche questo trasferimento divenne oggetto di indagine giudiziaria.

I sassi di Matera sono protetti dall’Unesco ed hanno beneficato della legge 771 per il recupero conservativo, 33 milioni di euro sono arrivati dall’Unione Europea, una maggioranza di sinistra vi ha governato per 15 anni fino al 2007, quando Nicola Buccico di An è stato eletto sindaco. Nella zona hanno imperversato palazzinari senza scrupoli, i sindaci Angelo Minieri e Michela Porcari, dei DS, hanno operato all’insegna del clientelismo, conferendo incarichi  e consulenze, violando le leggi urbanistiche e corrispondendo al capo dell’Ufficio Tecnico comunale, Francesco Gravina, un compenso incentivante di 130.000 euro; Gravina fu poi arrestato e interdetto dai pubblici uffici ma, in attesa dell’esito del processo, tornò ad occupare il suo posto, mentre il sindaco Porcari fu condannato in primo grado a quattro mesi per abuso d’ufficio.

Il recupero dei sassi è stato maldestro, si sono dati soldi a fondo perduto per opere produttive nuove, il figlio del presidente del tribunale di Matera, Iside Granese, ristrutturò la sua casa  senza rispettare le norme e ottenne una sanatoria da Gravina, con parere favorevole del sovrintendente ai beni artistici, la lobby affaristica coinvolgeva  tutto il centro-sinistra. Il giardino del convento di Sant’Agostino è stato trasformato in parcheggio, con autorizzazione della sovrintendenza, mettendo allo scoperto importanti  testimonianze archeologiche

Nella valle dei templi di Agrigento, patrimonio dell’Unesco dal 1997, l’Enel voleva costruire un rigassificatore da realizzare nel porticciolo di Porto Empedocle, vicino alla villa di Pirandello, al parco archeologico e ai templi, distruggendo pini, palme, ulivi e limoni. Era un investimento da 500 milioni di euro, regione e sovrintendenza erano a favore, però l’Unesco e l’Europa hanno chiesto chiarimenti

Erano a favore del rigassificatore sinistra, sindacati, ambientalisti e Fondo per l’ambiente, solo comitati indipendenti di cittadini erano contro; oggi la maggior parte dei consumo di gas è al nord d’Italia, mentre, anche perché lo vuole l’Europa, si vorrebbero costruire dieci rigassificatori al sud, danneggiando paesaggio e turismo. Comunque, Giovanni Pugliesi, presidente del Fai o Fondo per l’ambiente offri all’Enel la sua consulenza per realizzare il rigassificatore; da ricordare che il Fai è sostenuto economicamente da 350 aziende, tra esse vi sono aziende energetiche e l’Enel; il FAI ha in  gestione il cuore della valle dei templi ma è finanziato da Enel e Deutsche Bank, che, nell’interesse del nord Europa, spinge per i rigassificatori.

In  Sicilia tutti i DS sono a favore dei rigassificatori, però la destra non è da meno. Ora si deve dragare il porto turistico di  Empedocle per fare attraccare le metaniere, l’Italia ha un accordo con la Gazprom russa per far arrivare gas dal Mar Nero e un accordo con la Tunisia per un elettrodotto che arrivi in Sicilia; in Italia arriva più energia del necessario e si pensa di venderla  anche all’estero.

A Val di Noto, ricca di barocco,  le trivelle hanno fatto buchi alla ricerca di petrolio, l’Italia non ha ratificato la convenzione internazionale sui referendum e  perciò non si possono fare referendum per i rigassificatori di Livorno e Agrigento; il sindaco di Porto Empedocle, dell’UDC, Lilli Firetto, è anche dipendente dell’Enel. Nella stesa area in cui dovrebbe sorgere il rigassificatore c’è anche il dissalatore che fornisce acqua alla città di Agrigento, perciò si progetta di eliminare il dissalatore.

Vincenzo de Bustis era dirigente della Banca del Salento e poi divenne direttore generale del Monte Dei Paschi, era vicino a Massimo D’Alema e fuse le due banche, dando vita alla banca 121; il Monte dei Paschi acquistò la banca del Salento ad un prezzo eccessivo, con lo scopo di creare un  polo bancario di sinistra, assieme ad Unipol e Bnl. La banca 121 truffò con titoli spazzatura migliaia di piccoli risparmiatori, perciò alla procura di Trani arrivarono 4000 denunce ed anche il governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, fu indagato; con delle transazioni la banca ha rimborsato i risparmiatori ma De Bustis ha fatto carriera ed è stato assunto alla Deutsche Bank.

Il comitato tecnico regionale siciliano aveva dato parere negativo agli inceneritori, ma Totò Cuffaro, dell’UDC, ne nominò uno nuovo che lo ha approvato all’unanimità; per fortuna di Cuffaro, il sovrintendente di Agrigento è sua cugina, purtroppo, in Sicilia i sovrintendenti non dipendono dal ministero dei beni culturali ma dalla regione. Ad Altamura, nelle Murge, vi è edilizia abusiva, smaltimento abusivo di fanghi industriali,  inquinamento delle falde acquifere, costruzione abusiva del più grande impianto di trattamento rifiuti d’Europa, con truffe alla Ue e all’Italia (legge 488); sono in previsione due discariche su un sito del neolitico, in una zona denominata valle dei dinosauri, con trentamila orme lasciate da dinosauri, con la grotta dell’uomo arcaico di 220.000 anni fa, il cui scheletro è stato rinvenuto intero.

Perciò il pubblico ministero Roberto Rossi ha aperto un fascicolo contro due funzionari dell’Ufficio tecnico Erariale di Altamura, c’è solo un  sito che può tenere testa a questo delle Murge, quello dello stato di Alberta in Canadà;  intanto continuano le procedure d’infrazione dell’Unione Europea nei confronti dell’Italia, con penalità molto care che pesano sugli italiani.

Dal 1997 le Murge sono state inquinate da metalli pesanti cancerogeni che filtrano nelle acque potabili perché il terreno è carsico; in  un’area che dal 1998 doveva diventare parco nazionale, fanghi tossici hanno avvelenato il suolo, con cromo, zinco, piombo e arsenico. Da agricoltori senza scrupoli, sono state concesse  discariche illegali, quei fanghi velenosi sono stati usati come concimi o compost, anche per le coltivazioni biologiche.

Il materiale è fornito dalla ditta Tersan spa, condannata nel 2007 in primo grado per questi fatti, questa società, attraverso la società collegata Prometeo, percepì 2,2 miliardi di vecchie lire di finanziamenti pubblici, in  base alla legge 488, per costruire un impianto di compostaggio  in zona a tutela ambientale, senza che la politica a livello locale avesse osato fare opposizione.

A favore dell’opera erano Raffaele Fitto (pdl) e Marcello Vergola, prima DS e poi FI, oggi Fitto è governatore pugliese e commissario per l’ambiente, mentre Vergola è presidente della provincia di Bari; i difensori dell’ambiente sono a favore dell’impianto di compostaggio Prometeo, che è il più grande d’Europa  e tratta 800 tonnellate di rifiuti il  giorno, minacciando la produzione di carne e di latte.

Nell’altopiano delle Murge sono stati scaricate e mischiate al terreno tonnellate di fanghi industriali contenenti cromo, ceduto da concerie toscane  e venduto come fertilizzante, perciò la ditta Tersen è stata condannata; i fanghi sono stati venduti ad aziende agricole e dalla Toscana continuano ad arrivare alla ditta Tersen, anche dopo che il ministero dell’ambiente  ha ribadito che i fanghi al cromo non possono andare al compostaggio, il cromo esavalente è molto tossico per i sistemi biologici.

Nel 2000 la provincia di Bari aveva autorizzato la Tersen, che gia aveva un impianto di compostaggio a Modugno per 600 tonnellate, a costruirne un altro per 800 tonnellate nelle Murge; perciò il 14.7.2007  il ministro Michele Pinto, del governo Prodi, tramite un suo direttore generale, diede parere favorevole al progetto, avveniva ciò, malgrado i rapporti negativi dei carabinieri; la giunta provinciale di Marcello Vergola votò a favore del mega impianto, la provincia di Bari parlava esplicitamente, forse per distrazione, di lavorazioni di fanghi al cromo.

Nel 2006 la Corte di Cassazione  ha sequestrato l’impianto Prometeo, sorto su un  lotto abusivo, senza concessione edilizia, privo di nulla osta paesaggistico; intanto a Bari, alla giunta di centrosinistra  di Vergola, successe quella di centrosinistra di Licenzi Divella;  come governatore, a Raffaele Fitto successe Nichi Vendola, di centrosinistra, anche commissario straordinario per l’ambiente.

Il compostaggio consente di sottrarsi a discariche e inceneritori, a causa però del compost velenoso immesso nei terreni, oggi si parla di bonificare i terreni avvelenati, intanto i morti per tumori aumentano. A Spinazzola,  vicino ad una sorgente di acque minerali, ad un forte dei templari e un villaggio neolitico, a causa dell’emergenza rifiuti, si aprono due nuove discariche, a firmare a favore è Nichi Ventola, commissario straordinario all’emergenza rifiuti.

Nel 2006 c’era stato lo scandalo dell’inquinamento delle falde acquifere  provocato dalla discarica di Canosa, con tredici arresti, però a marzo del 2008 il giudice di Trani, Teresa Giancaspro, assolse tutti all’udienza preliminare. A Spinazzola c’era un a giunta di centrodestra e poi una di centrosinistra, i due sindaci non hanno fatto nulla per bloccare le due discariche ed hanno nascosto  i documenti che attestano l’esistenza del sito archeologico; poi però intervenne il commissario prefettizio della regione, per la revoca dell’autorizzazione alle due discariche.

Nel 2005 a Grottelline è stato scoperto un  villaggio del neolitico di 7000 anni fa, il più antico della Puglia, con grotte di graffiti, reperti dei templari, però tutta l’area non era vincolata dalla sovrintendenza; due giornalisti hanno scritto di questi fatti e sono stati picchiati, nel 1976 il procuratore aggiunto di Bari, Marco Dinapoli, a tale riguardo, ha fatto anche chiudere una stazione radio per diffamazione; sul caso è stata presentata un’interrogazione a Strasburgo. Sulla faccenda delle discariche, Vendola lanciò un attacco a Carlo Vulpio, che scriveva sul Corriere della Sera, accusandolo di disinformazione, perciò Vulpio querelò Vendola.

A Catanzaro si riunirono cinquecento cittadini, compresi i cittadini di Locri, la città di Fortugno, per difendere Clementina Forleo e Luigi De Magistris, magistrati processati dal CSM, e per manifestare contro le perquisizioni ai giornalisti; c’erano ragazzi che provenivano dalla Calabria, dalla Sicilia, dalla Basilicata e dalla Puglia, si protestava contro Mastella e si bruciavano le tessere dell’Udeur; si chiese un intervento del capo dello stato per difendere De Magistris dal CSM, ma senza successo.

Nel 1968, fondendo tre comuni diversi, nacque Lamezia Terme, la città di Saladino, dove nacque l’inchiesta Why Not, ora ha 75.000 abitanti ed  è la terza città della Calabria, con un aeroporto, disoccupazione, omicidi, estorsioni, infiltrazioni mafiose e tante banche; nelle città i consigli comunali sono stati sciolti ed è stato inviato un commissario, si è sviluppato il turismo dall’estero, ma non l’industria. L’ultimo sindaco è di centro sinistra, non si sa come sono stati spesi i soldi pubblici; mentre ogni anni 4000 giovani abbandonano la Basilicata, alcuni imprenditori resistono alle estorsioni.

De Magistris, che era pm a Catanzaro, fu trasferito dal CSM a Napoli, la sua città, a fare il giudice del riesame, cioè a seguire il lavoro dei pm;  Clementina Forleo continua a fare il gip, trasferita da Milano a Cremona, è stata definita dal CSM di scarso equilibrio. Il 6.6.2007 Clementina doveva valutare le telefonate sulle scalate bancarie di D’Alema, Fassino e Latorre dei Ds e di Grillo, Cominciali e Cicu di FI,  ci fu un incontro del capogruppo DS, Anna Finocchiaro, con il ministro Mastella, il governo era di centrosinistra; poco dopo il presidente del consiglio Romano Prodi sarebbe finito sul registro degli indagati, per abuso d’ufficio nell’erogazione dei fondi europei, mentre Clemente Mastella sarebbe stato indagato per truffa e altri reati.

Il ministro della giustizia Mastella pensò di inviare un’ispezione ministeriale a Milano, per fermare Clementina che non apparteneva a nessun partito, sembra che Clementina fu ammonita implicitamente anche da Napolitano; Clementina, intercettando Antonio Fazio arrivò  a Consorte e intercettando Consorte arrivò  a Massimo D’Alema. Mastella dichiarò ai giornali che la Forleo non rispettava la costituzione e D’Alema che andava punita, perciò il procuratore generale della corte di Cassazione, Mario Delli Priscoli,  imbastì un’azione disciplinare a carico di Forleo e De Magistris e il 3.12.2007 il giudice Letizia Vacca silurò i due magistrati.

Il 6.12.2007 Berlusconi fondò il pdl  e difese il pm Luigi Demagistris e il gip Clementina Forleo, perseguitati dal CSM e dalla sinistra, erano i soliti giochi della politica, gli faceva eco Beppe Grillo, Giuliano Ferrara, che criticava Napolitano,  Francesco Storace e Alfredo Mantovano. Un anno dopo  il parlamento approvò la legge elettorale porcata che prevedeva le liste bloccate e la soglia di sbarramento anche per le europee e si espresse contro le intercettazioni.

Francesco Rutelli, presidente del Copasir, comitato di controllo sui servizi segreti, accusò Gioacchino Genchi di avere un archivio d’intercettazioni telefoniche su migliaia di cittadini;  Berlusconi affermava che sulle intercettazioni stava scoppiando il più grave scandalo della repubblica, però il vero scandalo erano le intercettazioni a magistrati, giornalisti e investigatori d’inchiesta, impegnati sulle notizie di reato a carico di politici.

Genchi non faceva intercettazioni, ma analizzava i tabulati telefonici su incarico dei magistrati, le intercettazioni erano fatte dai carabinieri, le fughe di notizie si potevano avere all’atto dell’acquisizione dei tabulati o da parte della Telekom. Dolcino Favi, procuratore a Catanzaro, aveva revocato l’incarico a Genchi e avocato l’inchiesta, perciò fu inquisito da parte dei pm di Salerno,  per corruzione in atti giudiziari; a Siracusa,  Favi era intimo di un avvocato  legato al boss mafioso Nitto Santapaola.

La procura di Milano aveva ritardato l’iscrizione nel registro degli indagati di Nicola Latorre, erano state le intercettazioni che avevano consentito di iscrivere Latorre sul registro degli indagati, però D’Alema non fu iscritto sul registro degli indagati;  poi la procura scippò l’indagine sulle scalate bancaria dalle mani della Forleo. Dopo l’ordinanza della gip  Forleo, sull’operazione Unipol-Antonveneta-Rcs, la camera dei deputati aveva dato il nullaosta all’iscrizione dei parlamentari sul registro degli indagati, su Latorre si doveva esprimere la giunta delle lezioni e delle immunità parlamentari al senato; in quella occasione, il capo dei gip di Milano, Filippo Grisolia, accusò Forleo di protagonismo e gli atti giunti dal senato alla procura furono utilizzati in ritardo.

A De Magistris prima scipparono le inchieste e poi fu trasferito dal nuovo ministro della giustizia, Angelino Alfano, contro il pm erano partite denunce  da parte dei suoi indagati magistrati lucani e calabresi; tutti finirono indagati dalla procura di Salerno,  dove erano indagati anche giornalisti per fuga di notizie. A Salerno i pm Nuzzi e Verasani chiesero l’archiviazione per De Magistris e giornalisti, individuarono interferenze e pressioni su De Magisteri, da parte di politici, magistrati funzionari ministeriali e CSM; Salerno intravedeva un complotto contro De Magistris, però  il CSM procedeva sulla sua strada, come il solito, Cieco, Sordo e Muto.

Il lavoro dei due pm di Salerno era stato appoggiato dal loro procuratore capo Luigi Apicella, i magistrati di Salerno eseguirono il decreto di perquisizione e sequestro nei confronti dei magistrati di Catanzaro; a Potenza, Alberto Santacatterina, uno dei magistrati  accusato di complottare contro Forleo, fu rinviato a Giudizio; in mano a Salerno, l’inchiesta Why Not si risolse con il rinvio a giudizio di 106 persone, eppure era destata definita un bluff e un polverone da giornalisti e politici ed era stata snobbata da giudici collusi.

Carabinieri e poliziotti della Digos  da Salerno erano arrivati a Catanzaro, con alla testa Apicella, Nuzzi e Verasani, avevano notificato avvisi di garanzia e perquisito uffici e case di magistrati; tra gli indagati c’erano Clemente Mastella, Lorenzo Cesa, Giuseppe Chiaravallotti, il generale della guardia di finanza Lombardo e Antonio Saladino, ras della Compagnia delle Opere. legato ad Antonio Mancino; fortunatamente, De Magistris era riuscito a chiudere l’inchiesta Toghe Lucane prima di essere trasferito.

I giudici di Salerno indagavano anche sul procuratore della corte di Cassazione Mario delli Priscoli, sul sostituto procuratore della Cassazione  (DS) Vito D’Ambrosio, che in CSM sostenne l’accusa per il trasferimento di De Magistris, su Simone Lucerti, presidente di ANM, che faceva esternazioni contro De Magistris e s’incontrava con Saladino e Mastella. I pm di Salerno accusavano di corruzione in  atti giudiziari il procuratore di Catanzaro, Mariano Lombardi, il procuratore reggente Dolcino Favi e Antonio Saladino; sostenevano che le inchieste di De Magistris erano state prese in mano da altri magistrati per distruggerle, per archiviare la posizione di Mastella e per calunniare De Magistris, Patrizia Pasquin, giudice del tribunale di Vibo Valentia, fu arrestata.

Nel 2008, i magistrati di Catanzaro  inquisiti disposero un controsequestro, nei confronti di quelli di Salerno, una cosa non prevista dal codice di procedura penale; poiché  il procuratore Chieco era indagato a Catanzaro, la procura di Matera, per ritorsione, ora voleva indagare sulla procura di Catanzaro;  mentre il ministro Mastella si era limitato ad inviare degli ispettori a Catanzaro, guidati da Arcibaldo Miller.

L’informazione drogata, senza spiegare i fatti, parlava  di regolamento dei conti tra procure, il presidente della repubblica, che è presidente del CSM, senza prendere parte, chiese tutti gli atti ed i partiti, affermando di lottare contro il correntismo, chiesero  una  riforma del CSM; Violante e Alfano proposero un CSM con due terzi dei membri di nomina politica, invece oggi i due terzi sono togati. Siccome l’Italia è la patria del diritto, il ministro della Giustizia Alfano decise di trasferire anche Nuzzi, Verasani e Apicella, a quest’ultimo sospese anche lo stipendio;

Come Forleo e De Magistris, i tre magistrati di Salerno furono trasferiti per aver rispettato la legge, l’accusa sostenuta nel CSM contro i magistrati salernitani fu sostenuta da Giovannei Palombarini di magistratura democratica; il ministro della giustizia Angelino Alfano si arrogò un potere che, in base alla legge, non aveva, il tribunale del riesame ha giudicato corretto il comportamento dei giudici di Salerno, però CSM, ANM e Giorgio Napoletano hanno remato contro.

Il 3.12.2008 il direttore del Corriere della Sera, Gruppo RCS,  Paolo Mieli, licenziò il giornalista Carlo Vulpio, scomodo agli imprenditori collusi con la politica e la mafia; erano stati giudicati sovversivi magistrati coraggiosi che avevano rotto l’omertà della corporazione dei magistrati. In Italia non potrebbe esistere omertà, mafia e corruzione politica, se spezzoni della magistratura non coprissero questi fenomeni e non fossero collusi.

Anche l’arma dei carabinieri fece trasferire due servitori della legge, come il capitano Salvino Paternò e il capitano Pasquale Zacheo; il consulente informatico Genchi  e quello finanziario Sagona, collaboratori di de Magistris,  furono silurati dalla procura di Catanzaro. Su queste vicende, i giornalisti erano rimasti generalmente in silenzio, mentre la televisione dava poche superficiali informazioni.

Fortuna che esiste Internet, la quale però è ammonita dal papa; oggi in Cina e Iran esistono blogger incarcerati e siti chiusi, mentre in Italia Prodi e Berlusconi hanno studiato come controllare la rete. L’ex presidente di Anm, Simone Lucerti, era legato a Comunione e liberazione, obbediente ad essa e non allo stato, aveva fatto il magistrato a Catanzaro ed era amico di Saladino, Chiaravallotti, ex presidente della regione ed ex pm a Reggio Calabria, dove aveva insabbiato molti procedimenti.

In Calabria e Campania prosperano le case di cura private  convenzionate con il servizio pubblico, sono tanti i conflitti d’interesse in cui sono coinvolti politici e magistrati, oggi i politici sanno che è importante avere un legame con il CSM per mettersi al riparo da guai giudiziari; Caterina Chiaravallotti era presidente del tribunale del riesame di Catanzaro, mentre il padre era presidente della giunta regionale. Nicola Mancino vice predsidente del CSM  ha dichiarato che De Magistris aveva sbagliato perciò andava trasferito, Mancino era malvisto da Palo Borsellino che, secondo Vito Ciancimino, era contrario ad una trattativa tra stato e mafia, Mancino era in rapporti con Saladino.

Non esiste uno scontro tra politica e magistratura, ma un’alleanza tra politica e magistratura contro magistrati scomodi che fanno il proprio dovere ed applicano la legge senza guardare in faccia nessuno. L’autonomia della magistratura è messa a rischio dagli stessi magistrati, la legge non è uguale per tutti, ora, secondo il potere, bisognerebbe rimuovere i anche i giudici del riesame, non in linea con Mancino-Violante-Alfano-Pd-pdl-anm-csm.

25 magistrati di Salerno  hanno firmato un documento contro questo scempio della giustizia che mette in pericolo la democrazia, chiedendo conto ad ANM e CSM, intanto la gente manifesta e la rete si anima, il popolo insorge; di dissenso c’è bisogno, mentre il silenzio è mafioso, è omertà, scarsa indipendenza e collusione. Per quanto riguarda il capitano Fabio Moscatelli, trasferito da Termoli a  Livorno per fare il magazziniere, il Tar del Molise ha dato torto al ministro della difesa, riconoscendo che Moscatelli era un investigatore scomodo per i suoi comandanti perciò era stato rimosso; invece, per quanto riguarda l’ematologo Carlo Gaudiano di Matera, che aveva creato una banca di staminali, non c’è stata ancora la vittoria.

Secondo una  sentenza della Cassazione il diritto di critica vale anche per i dipendenti nei confronti del datore di lavoro, quindi cosa c’entra la fuga di notizie con la nostra costituzione, il silenzio è omertà e basta. Il 28.9.2008 il governo ha stabilito che il rigassificatore dell’Enel si può fare a porto Empedocle, ne sono entusiasti Stefania Prestigiacomo, Sandro Bondi, Totò Cuffaro, Anna Finocchiaro e Fondo per l’Ambiente Italiano, però l’Unione Europea ha bocciato un finanziamento per i rigassifiucatori di Livorno e Agrigento.

Intanto a Canosa di Puglia si progetta una mega discarica di venti ettari, da realizzare da una  società legata alla Tradeco spa, i cui amministratori erano stati arrestati nel 2008  per inquinamento della falda e poi assolti, tra i suoi amministratori vi è Sabino Silvestri, anche presidente della fondazione archeologica di Canosa.

Il sito di Grottelline delle due discariche  approvate da Vendola è stato sequestrato, però le querele per diffamazione contro i giornalisti  viaggiano più veloci, mentre quelle contro Vendola di Vulpio procedono a rilento, perciò Vulpio ha chiesto al procuratore generale l’avocazione per inerzia. Il giornalista Dipalo, querelato per diffamazione su rifiuti tossici, discariche e appalti truccati, è stato rinviato a giudizio; in questo caso il pm ha individuato il malaffare, ma ha proceduto solo per diffamazione contro Dipalo, a sostenere l’accusa contro di lui è il procuratore aggiunto Dinapoli, coordinatore della direzione distrettuale antimafia.

Napoletano non ha mosso un dito per difendere De Magistris, Forleo e la procura di Salerno, rimettendo ordine al CSM, di cui è presidente. Gli italiani sono in tutto il mondo e si adattano alle leggi locali, non è irredimibile la Sicilia o l’Italia, ma la nostra classe dirigente, abituata alla pratica dell’illegalità;  per cambiarla, bisognerebbe contare su un’informazione efficace e una magistratura attenta al diritto, ma la nostra democrazia è rimasta incompiuta, con spazi di libertà sempre più ristretti, con una legge implacabile con i deboli e indulgente con i potenti. Mentre tanti tramano dietro le quinte, per ritagliarsi guadagni economici e maggiori fette di potere, la costituzione rimane una beffa.

 

Nunzio Miccoli   www.viruslibertario.it   numicco@tin.it

 

Per chi vuole approfondire:

“Roba Nostra” di Carlo Vulpio – Saggiatore Editore

  

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LE COLLUSIONI TRA MAFIA E STATO

 Da tempo si sa che la criminalità organizzata, in tutto mondo, ha controllo di parte del territorio dello stato, controlla quartieri cittadini, partecipa alla lotta politica ed è  ospitata a palazzo; era vero nell’ottocento sia a Londra, che a Parigi, a New York ed a Napoli. Le corti dei miracoli di queste città sono state zone franche appaltate alla criminalità, la quale però rendeva anche dei servigi allo stato, per il quale era più importante contrastare le forze sociali centrifughe che la mafia; anzi, si serviva della mafia per prevenire rivoluzione, devoluzioni territoriali e disgregazione sociale.

I piemontesi realizzarono la conquista del sud d’Italia con l’aiuto della mafia, poi i Savoia riconoscenti concessero a dirigenti mafiosi posti in parlamento e intestarono loro strade e piazze, prima dell’unità a Napoli, il capo camorrista Liborio Romano era anche a capo della polizia borbonica, poi Garibaldi lo fece ministro del suo governo provvisorio a Napoli; dopo l’unità, furono mafiosi Francesco Crispi e Vittorio Emanuele Orlando.

In generale, la mafia è stata corrispondente dello stato e, fino ad un certo punto, protetta e utilizzata per operazioni sporche, in raccordo con polizia e servizi segreti; con lo stato si è scambiati dei favori, però è stata anche concorrente e competitiva con lo stato, nel senso che, essendo il contribuente unico, lo stato pretendeva di riscuote monopolisticamente imposte, mentre la mafia, in un’ottica liberista, mirava a riscuotere il pizzo, che era la stessa cosa.

Il mestiere di mafioso rende ma è anche rischioso, infatti, i mafiosi cessano la loro esistenza a causa conflitti interni o con lo stato; se possono conservare il loro patrimonio, non vedono negativamente un periodo di carcere. Tramite gli avvocati, con i quali hanno colloqui, dal carcere fanno arrivare ordini all’esterno; quando sono vecchi, per salvare la faccia, lo stato li pensiona, stabilendo per loro un periodo di reclusione, mentre il loro ruolo di comando passa ad altri.

Numorose inchieste giudiziarie, al tempo di Sindona, Calvi e Gelli, hanno evidenziato i rapporti tra mafia, massoneria, chiesa, politica, affari, servizi segreti; la mafia usa corrompere politici magistrati, alti funzionari e polizia; tanti politici italiani sono stati collusi con la mafia o uomini d’onore, i quali sono sempre alla ricerca di un collegamento con il potere.

Nel 1943 il siciliano Frank Gigliotti, massone e mafioso, durante lo sbarco americano in Sicilia, era e in collegamento con i servizi segreti americani. Nel 1945 Salvatore Giuliano  fu reclutato dal movimento separatista, ricevette denaro dagli americani, ebbe il grado di colonnello e armi, attaccò cinque caserme di carabinieri, svaligiò un treno; arroccato a Montelepre, vicino Palermo, aveva ucciso poliziotti, faceva mercato nero, rapine, sequestri, però era protetto dagli uomini d’onore ed era stato anche iniziato alla mafia, che era solita anche tassare Giuliano sui proventi dei suoi sequestri.

L’ispettore dei servizi segreti italiani Ciro Verdiani, che doveva arrestare Giuliano, ne aveva protetto la latitanza e spesso invitava a cena Giuliano e Michail Stern, agente segreto americano che aveva un lasciapassare per incontrare a suo piacimento Giuliano.  Gli americani liberarono anche dei mafiosi detenuti nel carcere di Favignana;  Charles Poletti, governatore militare alleato in Sicilia, nominò diversi mafiosi sindaci, consulenti e interpreti degli alleati.

Il 7/7/47 Frank Gigliotti propose a Giuseppe Saragat di utilizzare il bandito Giuliano, contro i comunisti e i contadini che volevano togliere la terra ai latifondisti; allora i mafiosi erano al vertice del caporalato dei latifondisti. Poiché i contadini volevano la riforma agraria e occupavano i latifondi, per reazione si arrivò, alla strage di Portella Della Ginestra de1947, ordinata dalla mafia e in particolare dal principe massone Gianfranco Alliata di Montereale, fu eseguita da Giuliano, che fece assassinare 38 contadini.

A volte la mafia aveva protetto e utilizzato i banditi, altre volte li aveva consegnati alla polizia,  dal 1946 il separatismo era in declino, scaricato dalla mafia e dagli americani; grazie alla collaborazione tra mafia e polizia, i banditi furono catturati o uccisi, la mafia appariva forza dell’ordine in Sicilia. Con l’aiuto della mafia, membri della banda Giuliano caddero nelle mani della polizia, però nel 1948 Giuliano si vendicò, uccidendo cinque mafiosi, tra cui il boss di Partinico. Giuliano confessò al senatore Girolamo Li Causi  che era stato appoggiato dal ministro degli interni Mario Scelba e aveva avuto rapporti con il capo della polizia locale e con rappresentanti del governo americano.

Nel 1950 il residuo della banda di Giuliano fu catturato e Giuliano fu ucciso da suo cugino Gaspare Pisciotta, che era suo luogotenente; al processo di Viterbo, Pisciotta affermò che banditi, polizia e mafia erano soliti cooperare, al magistrato inquirente disse che poteva rivelare cose scottanti, perciò il 9.2.1954 fu avvelenato in carcere con una tazza di caffè.

Recentemente il giudice Ferdinando Imposimato ha scritto un libro, dal titolo: “Doveva morire”, che tratta dell’assassinio da parte delle brigate rosse Aldo Moro, dopo 14 anni dalla sua morte, si fece luce su fatti rimasti sconosciuti anche ai magistrati. I mandanti del sequestro erano stati i servizi segreti dell’est comunista, che usavano il terrorismo per destabilizzare l’occidente; anche in Germania c’erano stati attentati e sequestri ad industriali e politici. Il terrorismo è stato sempre uno strumento della politica; il KGB  era il mandante di brigate rosse, Eta, Raf, Fplp, Ira, cioè di diversi movimenti marxisti o nazionalisti, armava i terroristi, li addestrava, ma Berlinguer non era d’accordo.

In cambio della liberazione d’alcuni brigatisti, la democrazia cristiana avrebbe potuto liberare Moro, cioè trattando e facendo delle concessioni, come anni dopo fece con la liberazione di Ciro Cirillo, assessore campano ai lavori pubblici; in realtà, siccome Moro voleva l’apertura ai comunisti, si decise di sacrificarlo; malgrado alcune spie infiltrate dai servizi segreti tra i brigatisti, avessero fatto conoscere i covi delle brigate rosse ed il luogo in cui era custodito Moro, già immediatamente dopo il sequestro.

Moro fu sacrificato ed il suo memoriale sugli scandali di stato in parte spari; durante il sequestro, il ministro dell’interno Cossiga era a capo del comitato di crisi creato allo scopo, Cossiga non voleva la liberazione di Moro, non voleva fare concessioni ei brigatisti e sapeva che questi, senza contropartite, lo avrebbero sacrificato. I membri del comitato di crisi erano uomini dei servizi segreti italiani, della P2, agenti della CIA e del KGB; i servizi, in Italia, Russia e Usa, erano spesso in rapporto  con la mafia, né la CIA, né il KGB volevano il PCI al governo in  Italia.

Un falso comunicato di Moro prigioniero del 16.4.1978 era stato preparato da Antonio Chicchiarelli, della Banda della Magliana, collegato ai servizi segreti del generale Sontovito; Chicchiarelli era legato a Danilo Abbruciati, della Banda della Magliana romana, ed al mafioso Domenico Balducci, pure legato a Santovito, tanto da usare un aereo dei servizi segreti per i suoi spostamenti.

L’accenno a Moro sembrerebbe una digressione dal tema sulla mafia, però Imposimato ricorda che dopo molti anni dalla morte di Moro, si è saputo che boss della criminalità milanese Francis Turatello, d’accordo con il mafioso Tommaso Buscetta, avrebbe voluto salvare Moro, però la Democrazia cristiana bloccò i contatti allo scopo e, Turatello, a causa del suo interessamento, fu ucciso dal mafioso Luciano Liggio, forse su mandato della CIA.

Il 17.3.1978, nella tenuta del mafioso Michele Greco, si era riunita la commissione o cupola o governo della mafia o Cosa Nostra, fatta da Badalamenti, Bontate, Greco, Rijna, Pippo Calò e Bernardo Provenzano, con la proposta d’iniziative per liberare Moro. Bontate e Badalamenti rappresentavano l’ala moderata, Rijna, Pippo Calò e Provenzano quella del corleonesi, favorevoli allo scontro con il potere politico centrale.

Per Cosa Nostra, le brigate rosse erano una sfida anche alla mafia, comunque, Buscetta, Nino Salvo, Ignazio Salvo e Bontate proposero di fare il possibile per liberare Moro, perciò la commissione  diede incarico a Buscetta, allora detenuto, in rapporto d’amicizia con alcuni brigatisti,  di prendere i contatti con i brigatisti Renato Curcio e Alberto Franceschini, pure detenuti. Da ricordare che allora erano membri della P2 i capi mafiosi Michele Greco, Stefano Bontate e Pino Mandalari.

Con falsi documenti, Giovanni Bontate incontrò Buscetta, recluso al carcere di Palermo, e si decise di farlo trasferire al carcere di Torino, dove erano reclusi i capi storici delle brigate rosse; prima considerazione, la mafia ha rapporti con i dirigenti del ministero di Grazia e giustizia che decide sui trasferimenti dei detenuti. L’indisponibilità della DC a liberare Moro, bloccò l’operazione, a Roma  il mafioso Pippo Calò era legato al mondo della finanza e della politica  ed era diventato il vero capo della banda della Magliana, che aveva entrature anche in Vaticano, il quale usava riciclare denaro sporco tramite la sua banca IOR e con la mediazione di Sindona e Calvi.

Pippo Calò, grazie alle sue relazioni politiche, comunicò a Stefano Bontate che i dirigenti della DC non volevano Moro libero, perciò Bontate, Nino e Ignazio Salvo ritornarono sui loro passi. La democrazia cristiana, che anni dopo avrebbe usato la camorra di Raffaele Tutolo, nel trattare con le brigate rosse la liberazione dell’assessore napoletano Ciro Cirillo, non volle muoversi a favore di Moro.

L’assessore regionale campano ai lavori pubblici, il democristiano Ciro Cirillo, fu liberato dopo quattro mesi, grazie alla  mediazione del camorrista Raffaele Cutolo e dei servizi segreti, con il pagamento di un miliardo e quattrocentomilioni; i terroristi ottennero anche alloggi sfitti ed assegni di disoccupazione per i loro protetti; per il suo sequestro furono uccise tre persone, come del resto era avvenuto nel sequestro Moro.

Buscetta ricordò che c’era stato un altro tentativo di salvare Moro, da parte d’esponenti della malavita milanese (Turatello e Bossi), Turatello era in rapporti con Frank Coppola; Abbruciati, della banda della Magliana, fece capire che era  inutile intervenire a favore di Moro. Flavio Carboni, braccio destro di Calò, confermò che c’era stato un dietrofront negli approcci per salvare Moro.

Flavio Carboni, su incarico di Calò, per salvare lo statista, si era assunto il ruolo di mediatore tra stato e mafia, era faccendiere e finanziere, in rapporto con De Mita,  Calvi e Banda della Magliana.

Frank Coppola intervenne per bloccare il salvataggio di Moro, affermando  che doveva morire, è probabile che su questa questione anche la CIA avesse rapporti con la mafia. Perciò dal carcere arrivò la sentenza definitiva, i brigatisti prigionieri, che aspettavano la liberazione, si pronunciarono per l’uccisione di Moro.

La mafia è sempre alla ricerca di un collegamento con il potere, cioè con il partito di governo, qualunque esso sia, anche nelle amministrazioni locali, con il denaro, ricerca il consenso ed espande la corruzione; compra poliziotti, giudici e funzionari pubblici, influenza informazione e politica, controlla banche e finanziarie, controlla il territorio e il voto, fa eleggere suoi uomini. In Italia Sono 171 i comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, soprattutto  nelle province di Napoli, Reggio Calabria e Palermo, quattro banche sono state poste in liquidazione dalla Banca d’Italia per condizionamenti criminali; 40 magistrati sono stati processati per collusioni mafiose, non si contano i poliziotti ed i funzionari pubblici collusi.

Il parlamento conta tanti inquisiti e condannati per corruzione, finanziamento illecito, truffa, associazione mafiosa, bancarotta fraudolenta, turbativa d’asta, falso in bilancio, concussione, frode fiscale, abuso edilizio, favoreggiamento mafioso; numerosi ministri sono stati processati per concorso esterno in associazione mafiosa, oggi dalla criminalità è minacciata la stessa democrazia (“Mafia pulita” di Elio Veltri e Antonio Laudati – Longanesi Editore).

A Napoli la camorra controlla anche i concorsi pubblici  e le attività sportive; lavora in sintonia con la politica; la giustizia penale dovrebbe essere rapida e dovrebbe finanziarsi con i beni sequestrati alla mafia, ma ciò non avviene. La classe politica è indagata dalla magistratura, a cominciare da Rosa Russo Jervolino e da Antonio Bassolino, la camorra ordina alla politica, fa eleggere i politici e tenta di bloccare le azioni della magistratura.

Però non si sa bene dove finisce la mafia e dove incomincia la politica, onorevole e uomo d’onore hanno la stessa radice, val la pena di ricordare che Francesco Saverio Nitti affermava che a Napoli il più grande camorrista era il governo; in Sicilia Andreotti aveva rapporti con  Salvo Lima che era organico con la mafia. Oggi si può dire che i politici sono i predicatori laici, affermano di lottare per la laicità, per la democrazia e per contrastare la mafia, però sono collusi con la mafia, assieme a  banchieri, magistrati e poliziotti.

 Nunzio Miccoli    www.viruslibertario.it    numicco@tin.it

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MUSSOLINI & HITLER (UN’ALTRA CAMPANA)

 Alla conferenza di Ginevra del 1932 Dino Grandi propose la parificazione degli armamenti e la distruzione delle armi più letali, il duce aveva anche proposto la revisione del trattato di Versailles, che metteva a rischio la pace futura, però  l’Inghilterra di Chamberlain era contro questi progetti.

Ufficialmente, Francia e Inghilterra si dissero indifferenti alle mire sull’Etiopia da parte del fascismo, in fondo Francia e Inghilterra si erano spartita quasi tutta l’Africa, però, segretamente, l’Inghilterra sosteneva il Negus ed armava gli abissini, tanto che nel 1934 a Dubai, cioè fuori del loro territorio, attaccarono il distaccamento somalo-italiano, questo attacco era guidato dall’ufficiale inglese Glifford.

L’11/4/1935 in Italia si era tenuta la conferenza di Stresa tra Italia, Francia e Inghilterra, per iniziative comuni contro il riarmo tedesco che, per volontà di Hitler, procedeva speditamente; Mussolini era interessato a contenere la Germania, però Francia e Inghilterra erano antifasciste e non erano pragmatiche.

Dopo il recupero della Renania, occupata dopo la prima guerra mondiale dalla Francia perché i francesi avevano voluto garantirsi sulle riparazioni e intanto la sfruttavano, Hitler voleva mettere fine al trattato di pace di Versailles e annettersi l’Austria, Mussolini conosceva questi progetti; il 25.7.1934 il cancelliere austriaco Dollfuss fu ucciso a Vienna da  nazisti, perciò Mussolini, contrariato, inviò quattro divisioni al Brennero e Hitler, per il momento, rinviò l’Anschluss; in quell’occasione, Parigi e Londra non si mossero a favore dell’Austria.

Come accadeva nei  paesi del corno d’Africa, Eritrea e Somalia erano insediate da bande di predoni etiopi che compivano razzie e poi si rifugiavano in territorio abissino, queste bande arrivarono ad attaccare il consolato italiano di Gondar; il negus, forte dell’appoggio franco-britannico, rifiutò scuse e riparazioni, comunque, il 3.9.1935 una commissione arbitrale italo-etiopica, presieduta dal greco Nicolaos Politis, riconobbe che la responsabilità degli scontri era delle autorità abissine.

Il 3.10.1935 le truppe italiane, al comando del generale De Bono, varcarono il confine con l’Etiopia, però il generale credeva ancora ad una soluzione pacifica; il 7.10.1935, sotto la spinta di franco-britannica; dalla Società delle Nazioni, l’Italia fu dichiarata paese aggressore e furono imposte sanzioni economiche a suo carico, che peraltro ebbero poco effetto, si astennero Giappone, Germania e  Stati Uniti; pian piano l’Italia era spinta nelle braccia di Hitler.

Visti  precedenti insuccessi coloniali italiane in Etiopia, francesi e inglesi pensavano che l’Italia si sarebbe impantanata  nella guerra d’Etiopia, da loro rifornita di armi, e pensavano di indebolirla con questa guerra, invece l’impresa etiopica si concluse rapidamente e positivamente in  sette mesi, anche se con largo impiego di mezzi militari.

Lo storico Renzo De Felice ha scritto che l’impresa doveva servire soprattutto a favorire l’emigrazione italiana in  quel paese, il regime fascista pensava di farci arrivare 15 milioni d’italiani; questo nuovo tipo di colonialismo era una novità per inglesi  e francesi, che praticavano lo sfruttamento delle colonie. Comunque, a causa della seconda guerra mondiale persa, il progetto di Mussolini non si concretizzò mai, ma in cinque anni il regime fascista realizzò notevoli investimenti pubblici nel paese, soprattutto in infrastrutture e strade.

A quell’epoca Mussolini, che aveva aiutato economicamente l’ascesa al potere di Hitler, non desiderava un alleanza con lui e diffidava di Hitler, ma lo scenario europeo cambiava; il 3.5.1936 il fronte popolare antifascista francese, fatto di comunisti filosovietici e socialisti, vinse le elezioni in Francia, il governo era diretto dal socialista Leon Blum.

Anche in quelle condizioni, Mussolini tentò il riavvicinamento a Francia e Inghilterra, conosceva le mire dei tedeschi e paventava la sorte di Austria, Cecoslovacchia e Polonia, sapeva che ciò avrebbe portato alla guerra generale in Europa e perciò chiedeva un cambiamento d’atteggiamento delle democrazie verso il fascismo, però il fronte popolare non raccolse l’offerta.

In Spagna il fronte popolare repubblicano, fatto di partiti di sinistra, compresi i comunisti, per ordine di Stalin fece una lega, fu cacciata la monarchia e nel 1936 scoppiò la rivoluzione che uccise politici, suore e preti e distrusse chiese, sedi di partiti e giornali; da ricordare che Lenin, prima di morire e dopo gli insuccessi della rivoluzione tedesca, aveva affermato che, dopo la Russia, il paese dove poteva instaurarsi la dittatura del proletariato era la Spagna, mentre il papa Pio XI temeva la rivoluzione comunista anche nel Messico.

Il 17.7.1936 la guarnigione spagnola del Marocco, comandata da Francisco Franco, che era sostenuto da Mussolini e dal papa Pio XI, iniziò la guerra civile; immediatamente, il fronte popolare spagnolo chiese aiuti militari al fronte popolare francese, perciò arrivarono aiuti militari da Francia e Russia,  la quale inviò anche specialisti rivoluzionari non combattenti, tra i quali era anche Bela Kun;  in quella occasione, il ministro della difesa francese, Deladier,  sfilò dietro una bandiera rossa con il pugno chiuso. Mussolini non faceva che ricevere schiaffi in faccia dalla Francia.

Poiché il passaggio delle forze franchiste, dall’Africa alla Spagna, era impedito dalla marina spagnola, Franco chiese a Mussolini di acquistare degli aerei militari per il trasporto delle truppe, quando Mussolini si accorse che Francia e Inghilterra erano schierate con i repubblicani spagnoli,  Mussolini e Hitler inviarono aerei da trasporto.

Mussolini si accorse che alla sorte della Spagna era interessata l’Unione Sovietica, all’inizio non era stato ostile a Stalin ed aveva fatto accordi commerciali con l’Unione Sovietica, ma quando ebbe coscienza dell’evolversi dello stalinismo in Russia, prese le distanze, la sovietizzazione della Spagna avrebbe messo in mani di Stalin il mediterraneo occidentale.

Grazie ai buoni uffici di Leon Blum, brigate internazionali furono mandate in aiuto dei repubblicani spagnoli da Francia, Inghilterra e Stati Uniti, ma arrivarono volontari anche dall’Italia; in tale quadro, l’Italia era spinta sempre di più tra le braccia dei tedeschi. Il 21.10.1936 a Berlino fu firmato un protocollo segreto tra l’Italia, rappresentata da Ciano, e la Germania, nasceva l’asse per una comune politica estera, comunque, Mussolini desiderava ancora la pace in Europa, però il primo ministro inglese Chamberlain era sempre intransigente verso l’Italia.

Francia e Inghilterra erano ostili al fascismo, il 25.9.1937 Mussolini  era in visita in Germania e fu impressionato dal riarmo tedesco, a novembre dello stesso anno Ribbentrop era a Roma,  per sondare l’atteggiamento di Mussolini verso la questione austriaca, le democrazie parevano  disinteressate al problema; in quell’occasione, Mussolini si disse neutrale, perciò l’11.3.1938 l’esercito tedesco entrò in Austria, votarono per l’annessione il 99,75% degli austriaci; anche questo fu un plebiscito truccato, come quelli italiani, anche se forse gli austriaci erano in maggioranza a favore dell’annessione.

La Cecoslovacchia, come la Jugoslavia e l’Iraq, era uno stato inventato dal trattato di pace di Versailles e aveva nei suoi confini una forte rappresentanza dei tedeschi nei Sudeti; viste le mire di Hitler, Chamberlain, per preservare la pace con la Germania, dichiarò che l’Inghilterra non era tenuta ad intervenire a favore di quel paese; comunque, il governo cecoslovacco arrestò il capo del partito nazionalsocialista cecoslovacco e Hitler inviò un ultimatum a Praga.

Francia e Inghilterra chiesero a Mussolini di intervenire come mediatore presso Hitler, per una conferenza a quattro che risolvesse pacificamente la questione dei Sudeti; Hitler accettò la mediazione, la mobilitazione tedesca contro la Cecoslovacchia fu bloccata ed il presidente americano Roosevelt inviò un messaggio a Mussolini, invitandolo ad impegnarsi per salvare la pace. La conferenza di Monaco ebbe inizio il 29.9.1938, vi parteciparono Hitler, Chamberlain, Mussolini e Deladier; all’inizio Francia e Inghilterra non volevano che fosse presente un rappresentante del governo cecoslovacco, però, dopo le proteste di questo, fu ammesso.

I rappresentanti francesi e inglesi erano superficiali, avevano fretta e consideravano il piano di spartizione già accettato, però, quando dopo la prima guerra mondiale fu inventata la Cecoslovacchia, Francia, Inghilterra e Unione Sovietica ne garantirono l’integrità e la difesa militare; il 23.11.1938 fu firmata l’intesa, la Cecoslovacchia cedette alla Germania 11000 miglia quadrate di territorio, con 2.800.000 tedeschi e 800.000 minoranze.

Francesi e inglesi si erano accorti che Mussolini aveva ascendente su Hitler e perciò l’intervento di Mussolini pesò sulla bilancia, in Europa, tanti ritenevano che era l’unico in grado di evitare un altro conflitto; in USA si affermò che Monaco era stato il migliore momento di Mussolini, della stessa opinione era la stampa democratica mondiale. In controtendenza, Churchill, che non era ancora cancelliere, affermò che le democrazie avevano subito una disfatta; Mussolini era inquieto per il ruolo che stava assumendo la Germania in  Europa, la quale ormai si affacciava al Brennero, la guerra era stata rimandata perché nessuno degli stati europei era pronto per la guerra.

Intanto in Spagna infuriava la guerra civile, con le democrazie e l’Unione Sovietica da una parte, Italia e Germania dall’altra, l’asse inviò armi e truppe e la guerra civile finì il 26 marzo del 1939 con la vittoria di Franco; negli Usa, Roosevelt aveva consentito l’apertura d’uffici d’arruolamento per le brigate internazionali destinate alla Spagna, a fianco dei repubblicani, l’Italia si sentiva sempre più spinta tra le braccia della Germania.

A fine novembre del 1938 Ribbentrop era a Roma e s'incontrò con Mussolini e Ciano, affermò che il Fuhrer era convinto che la guerra sarebbe scoppiata fra tre o quattro anni e, vista l’irrisolutezza delle democrazie,  propose un’alleanza, ma Mussolini dichiarò di non essere pronto; intanto il duce fece fortificare le frontiere con la Germania, queste opere di fortificazioni furono sospese solo nel 1941, a guerra inoltrata.

Mussolini attendeva messaggi concilianti dalla democrazie che non arrivarono, ma invece arrivarono provocazioni; fra gli errori di Versailles c’era il corridoio terrestre che assicurava alla Polonia un accesso al mare, dopo aver tolto alla Germania la città di Danzica, abitata in prevalenza da tedeschi. Il reich, per collegare Germania con Prussia orientale, aveva proposto la costruzione di un’autostrada e di una linea  ferroviaria che attraversasse il corridoio, assieme ad un trattato d’amicizia, ma la Polonia rispose di no, si sentiva sicura perché il 31.3.1939 Francia e Inghilterra avevano garantito la sua indipendenza.

Intanto Roosevelt, con poco pragmatismo, faceva una crociata ideologica contro tutte le dittature, di destra e di sinistra, il 31.3.1939 ai comuni, il primo ministro Chamberlain offrì garanzie a Polonia, ma anche a Romania e Grecia, cioè a danno anche delle mire italiane. Il 15.3.1939 Goering giunse a Roma e chiese a Mussolini quando avrebbe dovuto iniziare la guerra, il duce rispose, non prima del 1942-43, però la Germania, all’insaputa dell’Italia, aveva già fissato l’attacco alla Polonia per l’autunno.

Mussolini seppe da Attolico, ambasciatore a Berlino, dell’imminente attacco tedesco alla Polonia e, volendo impedire la guerra, chiese un incontro tra Ciano e Ribbentrop, Ciano ribadì che l’Italia voleva la pace per tre anni e Ribbentrop si disse d’accordo; forse, vista la fiacchezza precedente delle democrazie, la Germania non credeva alla reazione anglo-francese, anche se era stata minacciata.

Gli italiani non valevano più il fatto compiuto dei tedeschi e perciò pensarono di tutelarsi con un patto militare, perciò Mussolini accettò l’alleanza con la Germania o patto d’acciaio, il quale fu firmato a Berlino il 22.5.1939; per Hitler, la guerra era prima o poi inevitabile e teneva l’Italia e il Giappone al segreto dei suoi progetti; Mussolini autorizzò la firma dell’alleanza da parte di Ciano, dopo aver avuto assicurazione dai tedeschi di un periodo di pace di tre anni; l’alleanza era difensiva e prevedeva consultazioni in caso di guerra, però Hitler studiava l’attacco senza consultare l’Italia e sperava sempre nel non intervento di Francia e Inghilterra.

Visti gli sforzi per le guerre d’Etiopia e Spagna, Mussolini ribadiva l’impreparazione militare italiana, e chiese forti aiuti militari a Hitler, che furono rifiutati;  il duce era sicuro che l’attacco alla Polonia avrebbe scatenato la guerra; il 10 agosto Ciano era a Salisburgo e s’incontrò con Ribbentrop, ribadì i punti di vista di Mussolini, si sentiva ingannato e vedeva il regime fascista messo a rischio dalla guerra. Il 26 agosto del 1939 Mussolini cercò ancora di dissuadere  Hitler da iniziare la guerra, proponendo una soluzione politica, mentre Roosevelt invitava la Polonia a non cedere.

Il 31 agosto Attolico comunicò che l’attacco tedesco era imminente, il  duce telefonò a Londra,  proponendo una conferenza per il 5 settembre, per rivedere il trattato di Versailles e per  fermare la guerra, purtroppo, l’ufficio telefonico comunicò che Londra aveva tagliato la comunicazione con l’Italia, sembrava che l’Inghilterra volesse la guerra.

Intanto nel Mediterraneo la marina militare inglese portava all’esasperazione i capitani nelle nostre navi mercantili, con provocatori atti di pirateria; malgrado l’Italia non fosse ancora entrata in guerra ed avesse tante riserve al riguardo, dal 1 settembre 1939 al 25 maggio 1940 (l’Italia dichiarò la guerra il 10.6.1940) inglesi e francesi fermarono 1347 navi di linea e mercantili italiani, con gravi perdite economiche; questi fermi e dirottamenti avvennero  in acque internazionali e furono veri atti di guerra; gli inglesi, contro ogni convenzione internazionale, sequestrarono anche 200 sacchi disposta diretta a città italiane.

Churchill divenne primo ministro dal 1940, succeduto a Chamberlain;  quando Mussolini fu ucciso dai partigiani, il 28 aprile 1945, al duce fu rubato un tesoro personale ed un carteggio segreto da lui avuto con Churchill, del quale s’ignora il contenuto, forse il carteggio fu recuperato dall’Inghilterra e forse vi si parlava di questi fatti e dei rapporti tra Mussolini e l’Inghilterra, prima dell’alleanza con Hitler.

 

Fonte:

“Evviva la Guerra” di Filippo Giannini.

 

Nunzio Miccoli    www.viruslibertario.it   numicco@tin.it

 

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ITALIA: STATO SEMISOVRANO O COLONIA? 

 Il popolo non è stato mai realmente sovrano in nessun paese, tuttavia va approfondita la questione della sovranità dell’Italia come stato; in Italia pesa la presenza del Vaticano, che condiziona la politica nazionale e l’economia del paese; il Vaticano, riceve tributi dallo stato Italiano, che è un suo protettorato, parlo dell’8°% Irpef, inoltre ha privilegi fiscali come li hanno sempre avuti i veri sovrani.

Tuttavia, per stabilirne il grado di sovranità, la posizione internazionale dell’Italia  va vagliata anche in rapporto agli altri paesi; consideriamo che l’Italia ha perso la seconda guerra mondiale e quindi potrebbe essere stata trattata dai vincitori, cioè dalle grandi democrazie, come uno stato semisovrano invece che come un amico o un alleato, in fondo; la Germania sta ancora pagando riparazioni per aver perso la prima e la seconda guerra mondiale.

Non mi riferisco solo alle basi militari americane in Italia, peraltro realizzate senza voto del parlamento, non mi riferisco nemmeno all’adesione alla Nato, le quali potrebbero essere state scelte obbligate dalla guerra fredda, ma alcuni vincoli all’Italia potrebbero essere stati imposti  anche dai circuiti finanziari internazionali. 

Quando gli inglesi occupavano il nordamerica, imposero alle colonie di importare solo prodotti industriali inglesi e di servirsi per le importazioni solo di navi mercantili in inglesi; in Inghilterra, durante la rivoluzione industriale, per contenere il costo del lavoro nell’industria, si decise di importare grano a basso prezzo dall’estero, questa non era una politica sociale ma una politica a favore dei produttori industriali.

Dopo la seconda guerra mondiale, in Italia sono avvenute delle stranezze, si sono chiuse industrie elettroniche, chimiche e farmaceutiche e contenuta la produzione interna automobilistica, favorendo la produzione estera; in questo quadro la nostra politica pare che non si sia impegnata nel difendere la produzione nazionale. Le grandi industrie privatizzate e passate allo straniero, hanno comportato la chiusura di stabilimenti e il loro trasferimento all’estero di brevetti e  produzioni, si veda il caso del treno pendolino.

Un paese vincitore, anche se con scarso impegno militare, come la Francia si comporta diversamente e protegge la propria produzione nazionale e, dal rinascimento ad oggi, attira imprenditori italiani, anche se la sua manodopera costa più di quella romena; fortuna che noi abbiamo la piccola e media industria, forse la sola destinata a rimanerci. Il leader repubblicano Ugo La Malfa, legato ad ambienti finanziari, con la scusa di combattere i consumi privati, impedì l’apertura di fabbriche di televisori a colori in Italia, così l’industria elettronica nazionale, all’inizio molto dotata,  decadde paurosamente a vantaggio dei produttori esteri.

La Fiat, invece di potenziare la produzione di auto in Italia, dove il salario è minore che in Germania, come hanno fatto gli altri grandi paesi europei, prima si è opposta all’arrivo dei giapponesi ad Arese e poi ha spostato gran parte della produzione all’estero, perché il Vaticano, per mezzo delle sue banche e d’industrie, voleva espandersi in Europa Orientale e in America Latina.

Accade che quando s’incentiva la vendita di auto e di prodotti elettronici prodotti all’estero, in pratica, si aiutano i produttori esteri, mentre i produttori italiani di componenti elettronici e meccanici, se esportano all’estero, faticano a farsi rimborsare Iva e altre imposte, come a riscuotere crediti da grandi imprese e dalla pubblica amministrazione. Probabilmente dietro quieste scelte c’è una precisa strategia esterna ai governanti italiani, che i nostri politici, sempre in vendita, non capiscono.

La moratoria nucleare italiana è servita anche a privarci di un’altra tecnologia, tralasciamo per il momento la polemica sul rischio nucleare, all’inizio eravamo tra i primi in questa tecnologia; eravamo anche tra i primi nel lancio dei satelliti,  con vettori americani,  fatti da  piattaforme africane che consentivano lanci geostazionari. L’Italia fatica anche a lanciarsi nelle energia alternative non inquinanti, che sono un’ottima cosa per l’ecologia e per le competenze tecniche, le quali portano lavoro e ricchezza.

Non credo che tutto ciò sia accaduto casualmente, ma sembra avere lo scopo, a carico di un paese neocoloniale, di scoraggiare la produzione industriale in Italia e di trasferirla all’estero; la stessa politica falso-liberista è stata adottata con le quote di latte imposte dall’Europa all’Italia, secondo le quali l’Italia non può produrre tutto il latte di cui abbisogna. Oggi l’Europa proibisce certi prodotti chimici  in agricoltura, ma autorizzata l’importazioni di prodotto agricoli dall’Europa orientale trattati con quei stessi prodotti, però sono tanti quelli che considerano l’Europa un dogma.

Pare che la politica italiana debba essere al servizio dell’élite, la Banca d’Italia è supina ed i nostri politici sono sempre prezzolati da lobby e poteri forti, costretti a piegarsi a certe politiche, perciò non intendono queste cose o fanno finta di non capire; in Italia la finanza e chi sta essa dietro, controlla Banca d’Italia e la politica economica e di bilancio del paese, perciò i conti dello stato sono sempre sotto il vaglio di centri esteri; con la perdita della funzione monetaria da parte dell’Italia,  questa presa è diventata ancora più forte.

Quale è la ragione per cui i fondi comuni d’investimento di diritto lussemburghese, autorizzati ad operare in Italia, debbano pagare meno tasse dei fondi italiani? Probabilmente, da parte della politica italiana, s’intende aiutare la concorrenza estera e la produzione estera nei confronti dell’Italia, esattamente com’è sempre avvenuto per i paesi coloniali.

Non è vero che la pubblica amministrazione italiana è lentissima per colpa dei burocrati, menti sottili hanno progettato all’oscuro questa situazione, predisponendo leggi ed organici ad hoc; infatti, lo stato italiano incassa tasse velocemente e spende lentamente, la prova sta nel fatto che noi italiani abbiamo inventato i sostituti d’imposta e l’autotassazione; l’oligarchia sa come tutelare i suoi interessi e sbruffare le colonie, incassare velocemente e spendere lentamente è un gran vantaggio, però anche in questo l’economia italiana risulta svantaggiata e penalizzata rispetto all’estero.

Pressione fiscale italiana, delocalizzazione, politica economica dell’Europa, mancato rimborso delle tasse alle imprese sono solo strumenti di una politica dell’élite, che controlla sempre debito pubblico italiano ed è ostile alla volontà di riformare il sistema Italia, molto dinamico per altri versi, perché in Italia esiste la vocazione all’impresa che potrebbe essere utile all’Europa intera; l’Italia è valutata da istituzioni e stampa internazionale con i famigerati rating, che generano depressione, pessimismo e rassegnazione nel paese.

La stampa prezzolata internazionale insiste sempre sui tassi di criminalità e corruzione italiani, simili peraltro a tanti paesi, in modo da far fuggire gli investimenti all’estero; diversamente che in Francia, la televisione italiana, oltre a presentarci sempre il papa, parla sempre di delitti, di corruzione e di mafia, il che crea allarme, sfiducia all’estero e scoraggiamento interno, però in Italia ci sono meno omicidi che in Francia e in Inghilterra.

La politica è impedita a fare una vera riforma della pubblica amministrazione, dei trasporti e della giustizia ed anche questo fatto favorisce gli investimenti all’estero piuttosto che in Italia, così ne viene colpita l’occupazione. Però, mortificando l’Italia, con la crescita della Cina, questa politica si può ritorcere a danno anche dell’Europa, perché un’Italia debole, indebolisce anche l’Europa.

In Italia esiste la corruzione, ma è infame sostenere che è maggiore che nel terzo mondo, come ripetono tanti articolisti e tanta bella stampa al soldo dell’élite; in Italia le privatizzazioni sono state fatte sotto la spinta internazionale, a prezzi di favore, a favore di gruppi esteri e con tangenti per i politici per farli stare al gioco. E’ accaduto anche nel terzo mondo e in Russia, infine, il debito degli stati serve a ridurli in schiavitù, cioè nella condizione di stati coloniali e semisovrani, infatti, il servizio del debito ha preso il posto dei tributi degli stati tributari.

Il Vaticano ha rappresentanti ufficiali all’ONU e non ufficiali nelle istituzioni europee, poiché è grande investitore internazionale e padrone d’Italia, alla Banca Europea è sentito più del governo italiano, perciò gli stati europei, da qualche decennio, hanno preso l’abitudine ad accordarsi con il Vaticano, il quale poi passa gli ordini ai governi italiani di tutti i colori che, inginocchiandosi, si uniformano; così  lo stato italiano è baipassato ed il suo governo è snobbato, la ragione risiede nel fatto che l’Italia non è uno stato sovrano.

I nostri politici sono dei veri burattini prezzolati meglio di quelli esteri, il nostro presidente della Cassazione guadagna più del presidente della repubblica ed il nostro presidente della repubblica più del presidente della repubblica americana. I nostri parlamentari sono pagati meglio di quelli degli altri paesi europei; è un fatto che i capitani di ventura, per potere chiudere gli occhi e non ricattare i poteri veri, devono essere comprati lautamente, non si contentato di una stecca di tabacco; comunque, a parte i privilegi, presidente della repubblica, ministri, governatori della Banca centrale, sono tutti sotto il contro di uomini fiduciari dell’élite che lavorano al loro fianco, questi sono inamovibili e  sono detti garanti locali, cioè agenti, occhi o gli orecchie dei veri padroni.

Con gli accordi contro l’inquinamento di Kyoto, sottoscritti dal nostro governo, rischiavamo di pagare solo noi, prevedeva penalità in caso d’omessa riduzione delle emissioni inquinanti, un’altra tassa a favore dello straniero, la solidarietà è una scusa; altri paesi si erano attrezzate per questa eventualità e noi no, noi forniamo truppe di pace più di altri paesi, siamo invitati a sostenere la solidarietà internazionale e le varie collette internazionali per i poveri, sulle quali però mangiano anche italiani e la Caritas. Noi siamo contribuente netto per l’Europa, cioè le versiamo più di quello che riceviamo, tutti questi gravami internazionali non aiutano la crescita economica dell’Italia, è accaduto anche alle colonie.

Il pacchetto clima di Copenaghen contiene provvidenze per i paesi poveri e dovrebbe servire a  ridurre le emissioni per prevenire il riscaldamento globale, che forse è un bluff perché non è chiaro se andiamo verso un’era glaciale o verso il riscaldamento; i paesi poveri hanno battuto cassa anche in  questo frangente, per essere risarciti del nostro inquinamento e per essere aiutati a prevenire il loro; però anche in questo caso in realtà non sarebbero loro a beneficiare di questi aiuti, ma  intermediari potenti che viaggiano in jet privati inquinanti, però, per stare al gioco, anche i politici dei paesi poveri sono cointeressate all’abbuffata.

Questi aiuti dovrebbero servire ad aiutare i paesi poveri ad attrezzarsi per le riduzioni delle emissioni, ma questi paesi hanno poche industrie ed auto, hanno meno bisogno di riscaldamento e perciò inquinano poco, mentre la Cina, che ha i soldi e brucia carbone altamente inquinante, ha chiesto il trasferimento gratuito di tecnologie allo scopo; comunque, Cina e Usa, che sono i maggiori inquinatori, come a Kyoto, non sono pronti per prendersi impegni precisi in materia.

L’Europa bacchettava sempre il deficit italiano, trascurando quello belga e greco, chiedeva di inasprire la legge sulle pensioni, quando in  Italia l’Inps è ancora attiva; il fatto è che dell’attivo dell’Inps non si sa cosa si faccia, cioè non si conoscono i beneficiari, per farla breve, si può affermare che se n’appropria lo stato, il quale però non è un buon amministratore o un buon  padre di famiglia, cioè non è provvidenziale, ma deve tener conto degli interessi dell’oligarchia.

Quando si chiede di certificare i bilanci delle società e di colpire i falsi in bilancio si dimentica cosa disse il governatore della banca d’Italia Fazio, cioè che il bilancio dello stato era virtuale, cioè falso e revisionabile. Dopo aver sfruttato in epoca coloniale i paesi poveri, oggi l’élite ritiene che, utilizzando la leva della solidarietà, sia meglio sfruttare i paesi ricchi, in fondo, i briganti hanno sempre saputo che rubare ai ricchi rende più che rubare ai poveri.

Oggi sono in crisi debitoria anche Ucraina, Irlanda, Islanda, Romania e Grecia, quest’ultima ha un deficit di bilancio del 12%, mentre l’Italia del 3%, il debito pubblico greco, rispetto al reddito, ha superato quello italiano;  Grecia e Spagna sono cresciute con l’edilizia e il credito al consumo ed hanno poche fabbriche, anche la crescita Usa è stata alimentata da consumi ed edilizia, in Italia la propensione al risparmio è del 15% del reddito, in Grecia del 2%, in Usa al1%.

Non ci facciamo incantare dai numeri al lotto delle statistiche della televisione, che cercano di far passare l’Italia come unico stato disastrato, in Grecia la disoccupazione è al 15%, la Grecia, malgrado il turismo, ha un forte deficit commerciale;  invece l’Italia ha una bilancia dei pagamenti in leggero passivo, mentre, malgrado la spesa energetica, ha la bilancia commerciale in pareggio ed è un forte produttore di beni industriali in Europa.

Malgrado la forza dei nostri piccoli imprenditori, tasse maggiori in Italia che all’estero e la famigerata Irap, che disincentiva l’occupazione e la produzione in Italia, creano distorsioni a sfavore dell’Italia, favorisce gli esportatori di capitali italiani che voglio sfuggire alle tasse e favorisce i centri finanziari esteri che riciclano anche capitali mafiosi, mentre in Italia questo riciclaggio è ostacolato.

Secondo alcuni studiosi, l’Italia, dalla fine della seconda guerra, con terrorismo, instabilità politica ed economica, sussulti rivoluzionari, speculazioni sulla sua valuta, indebitamento estero e dello stato ed esportazione di capitali all’estero,  è stato un laboratorio per l’elite, che poi ha esportato questo modello di successo neocoloniale anche nel terzo mondo.

L’instabilità politica dell’Italia  ha aiutato  le speculazioni sulla lira e ha ridotto le velleità indipendentiste del paese. Secondo l’élite, l’identità di un popolo si può distruggere anche con l’immigrazione incontrollata o non regolamentata, mentre la religione islamica aiuterebbe anche a rinforzare il principio d’autorità, l’autorità dello stato e la religione.

Quando gli ebrei erano cacciati ed espropriati, impossibilitati a fare carriera nella pubblica amministrazione ed a possedere la terra, si dedicarono con successo al commercio ed alla finanza, maturando, in condizione d’emarginazione giuridica, delle abilità di successo; spero molto che gli italiani, nel mondo molto più numerosi degli ebrei,  in barba all’élite, abbiano lo stesso successo.

Eccezionalità economiche, guerre ed emergenze naturali hanno determinato sempre maggiori sacrifici per il popolo, oggi  l’élite ha base a Londra, dove è stato lanciato il neocolonialismo; oggi anche la sanità, dietro cui sono le banche e quindi l’élite, è diventata una grande speculazione economica, la sanità pubblica non serve per curare o prevenire malattie.

I maggiori costi di trasporto italiani, in parte giustificati dall’orografia, si potevano calmierare con la navigazione di cabotaggio, le lunghe coste erano i nostri canali navigabili, ma la politica asservita non l’ha voluta; anche se sarebbe costata poco e i porti già c’erano, non si è voluto rendere il paese più concorrenziale.

La maggiore spesa per l’energia elettrica da parte delle imprese, dovuta alle tasse,  è un modo per contenere produzione, occupazione e consumi interni, a favore della produzione estera. In Italia la piccola e media impresa è vitale, tuttavia, superati i contrasti con il sindacato, ha difficoltà con il credito e con la pubblica amministrazione, produce bene ma ha problemi organizzativi che le impediscono di rispettare i termini di consegna ed anche questo fatto favorisce la concorrenza estera.

La politica, chiusa in una sfera d’oro, è incapace di capire questi problemi ed i problemi del paese, è incapace di porvi rimedio oppure n’è impedita da "lor signori"; dalla fine della seconda guerra mondiale, l’Italia è perennemente in una situazione d’emergenza economica e di crisi politica, questa è la condizione migliore per non fare le riforme che razionalizzino il sistema Italia e rendano il paese più simile ad una “democrazia” matura e moderna, capace anche di difendere i suoi interessi all’estero, cosa che i paesi coloniali non sanno fare.

Nunzio Miccoli   www.viruslibertario.it    numicco@tin.it

 

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COSA CI RISERVA L’EUROPA

 

Le ultime nomine alla presidenza e agli esteri dell’Europa dimostrano che anche l’Europa, come l’Italia, non vuole personaggi forti alla direzione, ma deve essere teleguidata da mani anonime dietro le quinte; d’altra parte, nemmeno in Italia i maggiori dirigenti politici sono diventati presidenti della repubblica, il potere anonimo desidera sempre uomini molli da manovrare ai quali poi sono addebitati gli insuccessi e i sacrifici del popolo e perciò sono scaricati, intanto però qualcuno si è riempite le tasche.

E’ un fatto che l’élite desidera uomini perfettamente controllabili e che si facciano guidare, questi sono controllati o guardati a vista da garanti locali agenti del sistema, cioè dirigenti e segretari generali che sono gli occhi e le orecchie del potere occulto,  in grado di provocare, con le loro trame e con il denaro dell’èlite, anche rimpasti ministeriali e cadute di governo; il tutto nell’interesse della governabilità e della tassazione, che è il fine primario dello stato che desidera il popolo sempre pecora.

Con l’Europa unita, i cittadini conteranno ancora meno e le istituzioni si allontaneranno ancora di più dai cittadini, gli italiani, diversamente da altri europei, non hanno nemmeno votato per la ratifica dei trattati europei;  il parlamento europeo non ci rappresenta e fino ad oggi ha contato meno del consiglio dei ministri europeo  e della commissione europea, dove sono meglio tutelati e presenti gli interessi dei mandanti occulti.

Il trattato di Lisbona  ha aumentato i poteri del parlamento, ma questo non può proporre leggi, le sue proposte possono essere rovesciate dai commissari e, se vuole emendare una legge, deve chiedere il permesso alla commissione, che è un corpo non eletto; perciò, grazie alla globalizzazione, alle istituzioni europee ed al nuovo ordine mondiale, la sovranità dei cittadini europei diminuisce.

In Italia e in Europa, il parlamento serve solo ad aumentare la base politica del governo ed a catalizzare il consenso popolare, se il popolo non è sovrano, nemmeno il parlamento lo è, però lì, per avere la complicità dei politici, si conferiscono loro larghi privilegi; in Italia e in Europa le leggi si fanno su commissione delle lobby, le quali poi si sdebitano con i politici, la democrazia è una farsa ed il popolo è gabbato; gli europei si possono vantare solo del loro livello di vita raggiunto, finché dura.

Per accentrare il potere, la moneta unica è stata una grande trovata, perché la sovranità appartiene a chi detiene il signoraggio monetario ed a chi riscuote le imposte, mai al popolo; per eliminare distorsioni economiche di mercato, sarebbe stata opportuna una politica comune in materia scolastica e fiscale, invece si volle una politica agricola che ingoiò quasi tutte le risorse comunitarie e favorì queste distorsioni economiche, il che non si concilia con il conclamato mercato e con il liberismo, però queste contraddizioni esistono anche in Italia.

Gli italiani erano i più europeisti in Europa, perché speravano nell’Europa, in quanto l’Italia era incapace di riformarsi, o meglio, chi contava era contrario alle riforme; ma gli italiani non   rimarranno più europeisti a lungo, anche se l’informazione, non disinteressatamente, farà di tutto per  creare un’opinione pubblica a favore dell’Europa; oggi dietro l’Europa sono i poteri forti, le banche e la chiesa. Il Vaticano si è anche riconciliato con Londra e con la corona britannica e tutti due strizzano l’occhio alla teocrazia islamica, che è portatrice di un nuovo modello di vita, di una nuova morale e di un nuovo sistema di governo; ormai si è capito che chi ha il potere effettivo non trova più argini nei cosiddetti rappresentati del popolo, né nella democrazia.

Qualcuno ha paragonato quest’Europa all’Unione Sovietica o ad un nuovo impero, sicuramente l’Europa farà una politica accentratrice; la Francia, per affermare l’unità, distrusse le regioni, polverizzandole in dipartimenti, ora nemmeno l’Europa si vuole indebolire in bracci di ferro con i grossi stati membri, perciò, nei prossimi decenni, punterà alla loro frantumazione in regioni storiche, parlo delle conclamate macroregioni, esercito e polizia europei garantiranno questa evoluzione, cioè la pace interna.

Nelle imprese economiche, se gli azionisti fossero i sovrani, l’amministratore delegato dovrebbe essere espressione del consiglio d’amministrazione e indirettamente degli azionisti; però i piccoli azionisti sono definiti ironicamente dalle banche “parco buoi”, perché destinati ad essere abusati. In realtà, gli amministratori delegati sono espressione di consorzi di grossi azionisti, d’importanti soci di riferimento e d’altre società di controllo, di cui s’ignorano anche le filiere di proprietà; perciò nelle grandi imprese i lavoratori non sanno più per chi lavorano veramente e non conoscono il padrone.

Nelle imprese e nello stato, il potere sovrano desidera essere anonimo e irresponsabile, nelle imprese, con società di capitale, prestanome e finanziarie, si limita la  responsabilità patrimoniale, è così che funziona la falsa democrazia e la falsa rappresentanza. In Italia gli imprenditori di grosse società partecipano con pochi capitali, perché i capitali sono forniti da altri e dalla borsa, tutti questi strumenti servono a limitare responsabilità e sancire l’anonimato; in questo meccanismo infernale, spesso il risparmio dei piccoli risparmiatori è  polverizzato, mentre nella nostra costituzione lo stato predicatore aveva promesso di garantire il risparmio.

La stessa cosa si verifica nelle istituzioni politiche, dove chi sembra gestire il potere è spesso un  personaggio malaticcio, vecchio e condizionabile, è accaduto anche con alcuni papi controllati dalla curia di Roma. Il vero potere preferisce essere anonimo e irresponsabile, tira i fili e, in cambio di privilegi, costringe altri  fare le sue scelte, poi, quando i dirigenti politici sono screditati, sono cambiati, e il processo continua per la necessità della governabilità e della tassazione, perché lo stato è nato per tassare.

I massimi dirigenti d’impresa e dello stato sono capitani di ventura, a volte capiscono che sono telediretti e si prestano al gioco, i loro privilegi servono per tenerli buoni, perché potrebbero  ricattare o fare un servizio al popolo, invece di spennarlo, come l’élite raccomanda loro, la democrazia è una farsa. Oggi nel mondo le persone e le nazioni sono nuovamente ridotte in schiavitù con i debiti, è la strada moderna per il ritorno alla servitù ed al feudalesimo, caratterizzato da teocrazia, autoritarismo e concentrazione estrema della ricchezza.

Gli stati semisovrani sono tributari d’altri stati, come lo è l’Italia nei confronti del Vaticano con l’8%° Irpef, però non sembrano più schiavi quando, invece che un tributo, rimborsano un debito o pagano un interesse;  accade anche nei rapporti tra persone, soprattutto con l’usura;  per pagare il debito, queste devono lavorare gratis una vita a favore del creditore e non possono abbandonare il loro posto di lavoro; queste cose accadono regolarmente nel terzo mondo.

I debiti esteri dello stato possono essere fittizi o fatti per acquistare armi e beni di lusso per la classe dirigente, per pagarli ai creditori è data in concessione lo sfruttamento di risorse naturali, come in epoca coloniale; istituzioni bancarie internazionali, come il Fondo Monetario e la Banca Mondiale, hanno favorito questo processo.

Nunzio Miccoli   numicco@tin.it   www.viruslibertario.it

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UNO SPACCATO DELL’ITALIA

Se si guarda alla storia d’Italia, si ha l’impressione che ci sia stata sempre collusione tra governi, criminalità e affari; era vero prima dell’unità d’Italia, ma anche dopo, però queste cose sono accadute e accadono anche in altri paesi e l’informazione, per non far sentire gli italiani troppo diversi, avrebbe il dovere di rammentarlo.

La criminalità ha fatto  politica a favore di clan familiari ed è stata ospitata a palazzo, anche in Vaticano; in Sicilia Garibaldi arruolò i picciotti ed i Borboni ed i Savoia diedero riconoscimenti ai mafiosi; per il loro contributo fornito al risorgimento nazionali, alcuni di loro divennero membri del parlamento, ad altri furono intestate strade e piazze.

Diverse inchieste della magistratura, in epoche diverse, hanno dimostrato che nel parlamento italiano entrarono regolarmente dei mafiosi, i quali sono sempre alla ricerca di collegamenti con il potere, al livello centrale o locale, non hanno predilezione particolare per un partito; del resto, uomo d’onore ed onorevole hanno la stessa radice.

Furono mafiosi Liborio Romano, Francesco Crispi, Vittorio Emanuele Orlando e Finocchiaro Aprile; Liborio Romano a Napoli, sotto i Borboni, era capo della polizia e contemporaneamente controllava la camorra, all’arrivo di Garibaldi si fece italianista e divenne membro del suo governo provvisorio.

Il popolo non è mai stato mai realmente sovrano da nessuna parte e la giustizia non è stato mai un servizio per il popolo, anche se lo stato, con il patto sociale, aveva promesso sicurezza in cambio di tasse; in generale, salvo pochi paesi ed epoche limitate e limitatamente ad alcuni magistrati, questi magistrati erano soggetti al governo e, a  volte, partecipavano alle lotte politiche.

Al tempo della rivoluzione francese, i magistrati erano aristocratici, mentre gli avvocati erano borghesi e spesso rivoluzionari, perciò tra loro esisteva un  conflitto dialettico;  questo conflitto in Italia dura ancora adesso e non favorisce una riforma della giustizia. La politica è espressione anche dell’esigenza degli avvocati, infatti, il parlamento è pieno d’avvocati che non accettano una riforma della giustizia che, accelerando i processi, possa ridurre il loro lavoro, perché anche gli avvocati hanno famiglia e in Italia gli avvocati sono tanti.

Dall’altra parte, con la repubblica, la magistratura si è aperta ai ceti popolari ed ora si è votata prevalentemente a sinistra, facendo spesso, come ha fatto il sindacato, del collateralismo partitico, invece di limitarsi a fare solo il suo mestiere; in controtendenza, alcuni magistrati, per il solo spirito di servizio, hanno sacrificato la loro vita; perciò, quando si deve parlare di buoni magistrati non si deve usare l’articolo determinativo ma quello indeterminativo, anche tra loro ci sono buoni e cattivi.

Accade spesso che i magistrati, per non disturbare chi conta, fanno finta di non vedere, ritengono che l’obbligatorietà dell’azione penale sia a loro discrezione, non vogliono rispondere dei loro errori, sono contraddittori, lavorano poco e sono partigiani, cioè non al disopra delle parti.  Storicamente, la magistratura è dipesa dai governi ed al suo soldo, salvo poche eccezioni, per alcuni individui, in alcune epoche e per pochi paesi.

Quando il legislatore fa leggi di favore, a favore di pochi, com’è accaduto spesso in Italia, ad esempio con le leggine o con i privilegi fiscali concessi per legge, si viola il principio d’eguaglianza, mentre corte costituzionale e presidente della repubblica, che le promulga, fanno finta di non vedere, in tali circostanze, una parte della magistratura cerca di reagire, mentre l’altra parte, maggioritaria, si dimostra cieca ed opportunista verso il potere.

E’ noto che sotto papi e Borboni si faceva mercato anche di sentenze; a causa di dazi, monopoli e vincoli vari, il mercato ha sempre faticato ad affermarsi, però è sempre esistito in parlamento (lobby), in magistratura, sull’informazione  e in chiesa,  dove si chiama simonia. Oggi l’Italia, forse a causa del problema della sicurezza,  pare andare a destra, è un’anomalia perché la maggior parte dei magistrati, degli insegnanti, dei giornalisti e della cultura sono di sinistra, si fa per dire, cioè appartengono alla tifoseria della nostra sinistra.

Il risultato elettorale difforme non credo dipenda dai brogli elettorali ai quali però io credo, non è possibile credere che le truffe le facciano solo gli imprenditori e non anche i partiti; come diceva Sant’Agostino, quando la guerra è giusta, si posso giustificare tutti i mezzi.

Nella prima repubblica, la democrazia cristiana, per poter conservare il potere e sventare le minacce di rivoluzione, concesse il sottogoverno ed alte cariche ad uomini della sinistra, che oggi, caduto il comunismo, hanno pensato bene di allearsi con i poteri forti, con le banche e con il Vaticano; va da se però che anche la destra è ai piedi del Vaticano, che oggi è il vero padrone d’Italia; comunque, è utile rammentare che una volta la sinistra  non era cattolica, era laica ed era materialista.

Non è vero che siamo tutti uguali davanti alla legge, perché la legge ha creato privilegi per categorie, come immunità o irresponsabilità politiche e privilegi fiscali; si chiede che Berlusconi deve essere trattato come gli altri dalla legge, ignorando che anche gli altri cittadini hanno diritto alla giustizia, milioni di persone aspettano da tanti anni una sentenza definitiva; se la giustizia è lenta, pare che certi magistrati dimostrino zelo solo per Berlusconi, come fa allora la tifoseria di destra a non sostenere che questo zelo è sospetto?

Io non credo che, caduto Berlusconi, cambierà in meglio l’Italia, la sinistra non la cambierà in meglio e tanti grossi conflitti d’interesse,  non evidenziati da politica e stampa, rimarranno; in Italia, i conflitti d’interesse sono numerosi e importanti, non esiste solo quello della televisione. Personalmente ritengo che, se Berlusconi non si fosse votato alla politica, avrebbe avuto meno guai con la magistratura ed oggi, in un’ottica fideista, per certi militanti di partito, è diventato il capro espiatorio di tutti i mali del paese.

Bisogna ricordare che i partiti sono delle fazioni e sono più vecchi del parlamento, sono della macchine da guerra per la presa del potere, sono da sempre espressione di clan, razze, nazioni, religioni, classi ed etnie; possono essere segreti o palesi, parlamentari o extraparlamentari, armati o disarmati, conservatori o rivoluzionari. La politica si fa, oltre che con le armi, anche con i complotti, con gli omicidi, con gli espropri, con il terrorismo, con la religione, con le inchieste di stampa, con le inchieste della magistratura e con il sesso; normalmente si fa abusando della credulità popolare, come ha da sempre insegnato la religione, perciò i militanti di partito sono sorretti da una fede, che può essere una fade laica ma li fa predicatori laici.

Sulla condanna dell’avvocato inglese Mills, per corruzione di giudice, mi piace evidenziare che si è sostenuta la corruzione di un giudice, cosa plausibile in Italia che deve solo essere dimostrata; nessuno pare voglia fare un servizio disinteressato agli italiani, contentandosi solo dei suoi emolumenti; purtroppo, a destra e a sinistra, è sempre esistito un uso politico della giustizia.

Complotti e  crisi di governo sono serviti a fare certe politiche, a favore di pochi e ad impedire  vere riforme per il popolo, a fare regali agli amici con le privatizzazioni ed a speculare sulla lira; in questi complotti la mafia a volte era contro il governo, soprattutto quanto si sentiva braccata, a volte era alleata con lo stato, con il quale aveva fatto un armistizio.

Il riciclaggio dei soldi della criminalità è stato aiutato, in Italia e all’estero, dalle banche, che in Italia fanno capo soprattutto alla chiesa; Vaticano e mafia hanno le risorse illimitate che, tramite prestanome, finanziarie e paradisi fiscali, finanziano imprese economiche in tutto il mondo, queste operazioni si chiamano riciclaggio. La  corruzione si annida nella politica, perché i comitati d’affari sono fatti di politici, mafiosi e imprenditori, in questa collusione sono coinvolti partiti di destra e di sinistra, al centro e in periferia.

Nelle amministrazioni locali accadono le stesse cose che nell’amministrazione centrale, il politico è stato selezionato e lanciato nell’arena politica dall’élite, poiché la posta è grande, è riempito di privilegi e tangenti; il sistema sbarra la strada ad uomini che potrebbero riformare veramente l’Italia a vantaggio del popolo, se ne scappa qualcuno di questi, bisogna ammazzarlo. Nel sud d’Italia, amministrazioni locali hanno speculato assieme ad imprenditori del Nord Italia ed alla mafia ed  anche la lega delle cooperative rosse ha fatto affari con la mafia.

Nunzio Miccoli  numicco@tin.it   www.wiruslibertario.it

 

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L'ULTIMA FRONTIERA DELLA PROPAGANDA DI STATO

Sulla stato dell’economia italiana si hanno continuamente, da parte di vari enti preposti, previsioni pessimistiche e contraddittorie che poi rimbalzano su Radio Apostolica Italiana, cioè la Rai, e gli altri mezzi d'informazione; le fonti che forniscono questi dati sono Ocse, Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale, Confindustria, Banca d’Italia, Banca Centrale Europea e Istat.

I dati dell’Istat, che è un istituzione fortemente politicizzata, dove anche i sindacati hanno un peso ma non contribuiscono a fare chiarezza, servono per convincere gli italiani a lavorare di più, a reclamare di meno ed a rassegnarsi a pagare più tasse; anche la Banca Centrale Europea dà lezioni ai governi, per spingerli a certe scelte, inventandosi previsioni pluriennali su inflazione, occupazione e incremento dei redditi nazionali.

In generale, i giudizi delle istituzioni europee sono influenzati anche dal loro ruolo e dalla loro sede, perciò sono più fiscali verso l’Italia, che è sempre sotto tiro, che verso altri governi;  i dati  statistici di Confindustria aspirerebbero a ridurre anche la pressione fiscale a carico delle piccole imprese, ma purtroppo non ci riescono perché in Italia conta più l’Associazione bancaria; ormai si sa che i padroni delle banche sono anche padroni degli stati.

Ciò che è importante per i persuasori occulti, è dare al cittadino ed al lettore dei dati non veritieri che però hanno lo scopo di ottenere un comportamento dai sudditi; perciò, le statistiche false o fallaci  sono l’ultima frontiera della propaganda  di stato e  delle sue istituzioni, queste statistiche si fanno con i numeri e, come la numerologia, pare che abbiano qualche cosa di magico e di profetico; purtroppo però, a consuntivo, risultano sempre sbagliate e, a preventivo, sono sempre contraddittorie.

Mentre lo stato tenta di addomesticare i sudditi con le statistiche false, le grande istituzioni non esercitano una vera attività di controllo, come vorrebbe la legge, infatti, la Banca d’Italia non ha mai operato per prevenire i dissesti bancari e la Consob rimase alla finestra anche nel disastro Parmalat; comunque, all’estero le cose non vanno diversamente, l’agenzia di rating Standard and Poor’s, che dà la pagella a stati e imprese, è finita sotto accusa da parte di Bruxelles perché sono troppe le sue valutazioni sbagliate, come quelle su Parmalat e Lehman Brothers.

Questa agenzia di rating aveva concesso valutazioni positive alla ditta Enron, prima che fallisse, aveva concesso valutazioni ottime anche alle istituzioni finanziarie che concedevano mutui, Fannie Mae e Freddie Mac; queste istituzioni avevano una tripla A, cioè il massimo valutativo. A causa del fallimento della Lehman Brothers, sono stati chiesti risarcimenti alla Standard end Poor’s, per aver fornito notizie errate sulla sua solvibilità; la Parmalat ha bruciato miliardi di risparmio di famiglie, senza segnali d’allarme da parte di questa società di rating.

Del resto, le società di revisione dei bilanci sono pagate bene dalla società che controllano e perciò, raramente hanno mandato segnali negativi sui loro controllati, altrimenti questi avrebbero cambiato società di revisione. Cosicché i numeri di bilancio sono taroccati e certificati come attendibili dalle società di revisione, da notare che, con i loro indici a consuntivo, anche i bilanci rappresentano valori statistici; per tutte queste ragioni, il governatore della banca d’Italia, Fazio, affermava che anche il bilancio dello stato é un bilancio virtuale, incontrollabile anche da parte dei parlamentari che devono votarlo. Pare che in Italia lo stato voglia combattere il falso bilancio solo delle piccole aziende, che tengono sulle loro spalle tutta la baracca statale.

La numerologia è un’altra fede coltivata nei sudditi, afferma che i numeri hanno un significato, studia in numeri perché crede che influenzino il nostro destino, condizionano presente e futuro e forniscono delle previsioni;  oggi lo stato è diventato il supremo custode di questa pseudo-scienza, con il fine recondito di ingannare i sudditi contribuenti e ottenerne certi comportamenti. Le istituzione che ci danno questi numeri al lotto dipendono sempre dallo stato o hanno avuto il beneplacito dello stato.

Ha del miracoloso che tanti si affannino a prevedere quale sarà l’inflazione, il tasso di disoccupazione e l’incremento del reddito italiano nei prossimi anni; infatti, sono troppe le variabili da prevedere, tra cui alcune imponderabili, come guerre e terremoti, queste previsioni sono inattendibili, cioè non hanno un riscontro a consuntivo, sono fallaci ma hanno una certificazione statale. I numeri manipolati possono essere magici,  spingono a credere, obbedire, combattere, lavorare, pagare le tasse e, in definitiva, a rassegnarci.

Le statistiche che sostengono che la vita si allunga hanno fatto passare l’età normale della morte  per durata media della vita, questa manipolazione serve ad allungare l’età della pensione ed a rendere l’Inps un’impresa economicamente più attiva; anche adesso ha un bilancio in attivo, dell’attivo, cioè dei contributi del lavoratori,  si appropria lo stato.

Le statistiche sulla disoccupazione, che in Italia si sostiene sia più bassa che in Europa, sono inattendibili, perché in Italia lavora solo il 40% della popolazione, mentre in Alta Europa circa il 50%; in Italia tanti non s'iscrivono negli uffici collocamento perché non ricevono indennità di disoccupazione come nel nord Europa, perciò la disoccupazione risulta più bassa.

E’ difficile comparare i dati statistici di un paese con quelli di un altro paese, per le statistiche italiane, le prostitute non sono occupate, per quella americana sono occupate; è difficile paragonare la pressione fiscale di un paese con quella un altro paese, perché, per fare solo degli esempi, in certi paesi si paga  il pedaggio autostradale e in altri no, in alcuni paesi si pagano tasse per la sanità e in altri no e quelli che pagano tasse per questo servizio non le pagano nella stessa misura.

A volte alcuni servizi pubblici sono pagati con imposte, alcune volte con tasse ed altre volte con tariffe; quindi quando si fanno raffronti con dati grezzi tra stati, magari per chiedere rassegnazione o altri sacrifici ai sudditi contribuenti, si fanno solo delle truffe; anche se, se se esistesse l’onestà e il solo spirito di servizio a muovere lo stato, questi dati potrebbero essere depurati e resi omogenei,  ma gli stati non hanno questo interesse, perché devono ingannare, nell’interesse della governabilità, lo stato è un’impresa economica che deve rendere.

Un accenno va fatto ad esperti, accademici o tecnici che sui giornali e in televisione si affannano a propinarci questi numeri manipolati, lo fanno perché sono stati premiati dal sistema e guadagnano bene, come i medici che fanno propaganda alle medicine; la maggior parte di loro è consapevole dell’inganno ma sta al gioco, altri non si rendono conto e sciorinano numeri magici di cui si sentono schiavi.

Nunzio Miccoli  www.viruslibertario.it  numicco@tin.it

 

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NOTE SUL DIRITTO E LA GIUSTIZIA (10/11/2009)

 

Lo stato di diritto è quello i  cui esiste un principio di legalità diffusa, con una giustizia equa, celere ed economica, che riconosca l’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge, con un’amministrazione  non vessatoria ed efficiente ed una partecipazione reali dei cittadini ala vita politica; in realtà, lo stato abusa spesso del suo ruolo, riducendo la libertà dei singoli, discriminando, facendo favori e stabilendo che ciò che non è concesso ai singoli è concesso allo stato.

La legge e le pene sono incerte, le leggi sono contraddittorie, le sentenze, con i loro gradi, arrivano in ritardo, vanificando qualsiasi giustizia, la carcerazione preventiva è troppo lunga. L’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge  è il primo principio rivoluzionario, mentre la giustizia è il primo compito dello stato derivante dal patto sociale. Malgrado ciò, lo stato imparò subito a fare favori, cioè  fare discriminazioni con le leggi, inoltre, il potere ha sempre considerato la giustizia un lusso per i sudditi.

La classe dirigente era “legibus soluta”, cioè aveva immunità giudiziarie, in Italia, la cassazione ha cancellato sentenze scomode per lo stato, la corte costituzionale non ha eliminato le leggi anticostituzionali, il presidente della repubblica ne ha promulgate altre; la magistratura a volte ha  fatto finta di non vedere su fatti gravi e delittuosi, previsti come tali dalla legge, ha archiviato e assolto quando non doveva.

L’esistenza di reati d’opinione, dei finanziamenti alla stampa e della legge sulla stampa, dimostra che in Italia non è facile esercitare la libertà di pensiero, la quale si esercita praticamente nell’informazione; l’articolo 3 della costituzione è regolarmente baipassato, in materia fiscale, si sono fatte leggi elusive per gli amici, i trattamenti pensionistici sono diversi nelle varie categorie e il diritto del lavoro viola spesso il principio d’eguaglianza, cioè è anticostituzionale.

I dipendenti pubblici, da un’amministrazione all’altra, a parità di qualifica e anzianità, hanno stipendi diversi, l’esercizio dei diritti politici è reso difficile dalle leggi elettorali e dal fatto che i partiti impongono i loro candidati; il cittadino è schiacciato dalla pubblica amministrazione, alla quale deve chiedere licenze, autorizzazioni e concessioni, perché tutto è vietato, salvo quello che è permesso, però il permesso, e non è un caso, si ottiene pagando.

Il sistema fiscale è espropriativo; con autotassazione e sostituto d’imposta, lo stato è veloce nel riscuotere e lento nel pagare, di questo fatto non è colpevole solo la burocrazia, ma anche di chi criminalmente fa le leggi e di chi, dietro le quinte, dirige le sorti dello stato;  il popolo non governa mai realmente, nemmeno per interposta persona. Lo stato non è una democrazia trasparente, l’omertà statale si chiama segreto di stato, segreto militare e segreto della pubblica amministrazione.

I gusci vuoti della repubblica, della democrazia e del socialismo tradiscono la realtà perenne dell’oligarchia, in Italia rappresentata dalla chiesa; l’Italia è ancora uno stato confessionale ed è un  protettorato Vaticano, che condiziona la vita pubblica italiana; se l’Italia è un paese democratico, anche per governi turchi la Turchia è un paese democratico.

Lo stato è la più grande sanguisuga mai inventata, è l’impresa economica di miglior successo;  se un  imprenditore opera con i suoi soldi e lavora dodici ore il  giorno, alla fine dell’esercizio la sua impresa pagherà imposta sul reddito, i suoi dipendenti imposta sul reddito e i suoi clienti, l’Iva; lo stato, sommando queste imposte, dalla sua attività avrà guadagnato molto più di lui; servizi pubblici, deficit di bilancio dello stato e debiti dello stato sono un alibi per giustificare un’esazione così sfrontata. Forse l’evasione è nata anche come reazione a questi fatti.

Poiché lo stato non è giusto ed efficiente, non riesce a garantire la convivenza civile, come aveva promesso con il patto sociale; le diverse fortune economiche, certificate o favorite dallo stato, generano gelosie e divisioni, il lavoro subordinato ha conservato alcune caratteristiche della schiavitù, infatti, i salariati non sono autonomi, non sono liberi  e non si autodeterminano.

Per garantire il lavoro agli avvocati, i processi sono lunghi, mentre i gradi di giudizio dovrebbero essere due, con sentenza esecutiva già in primo grado; nei processi penali si dovrebbe poter appellare solo l’avvocato difensore e non il pubblico ministero, la sentenza d’appello dovrebbe essere anche peggiorativa; invece oggi la giustizia pare conforme all’interesse degli avvocati, ben rappresentati in Parlamento.

Chi gode del gratuito patrocino, ha maggior ragione per appellarsi, perciò, con l’appello, questo diritto andrebbe sospeso; i dipendenti pubblici si appellano perché hanno diritto allo stipendio fino all’ultimo grado d’appello, se lo stipendio fosse sospeso dopo la prima sentenza, forse non si appellerebbero. La democrazia non si valuta in base ai gradi d’appello, i quali servono solo a ritardare il corso della giustizia.

Anche i fiscalisti sono favoriti dalle leggi dello stato, la macchinosità delle leggi fiscali ne garantisce il lavoro, è per questa ragione che tante norme non si possono semplificare; dopo il patto, statuto o costituzione, fatto con lo stato, la giustizia dovrebbe essere gratuita per tutti, invece oggi è pagata ma non esiste; per lo stato,  una giustizia giusta e l’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge sono un lusso per i cittadini, non vuole che rispondano dei loro atti i detentori del potere effettivo ed i loro politici e dirigenti tirapiedi.

Se i giudici  non archiviano, se gli inquisiti eccellenti non sono assolti, ci sono sempre la corte d’appello e la corte di cassazione che possono cancellare le sentenze scomode, poi ci sono le grazie, gli indulti e le amnistie; perciò non esiste una giustizia operante in concreto. Agli uomini è stato inculcato il rispetto della legge, era così per ebrei, romani e oggi per l’Islam, però il diritto positivo è spesso iniquo, arbitrario e convenzionale, cioè irrazionale; nasce all’interno di una maggioranza e dal potere di legislazione illimitata da parte dello stato, mentre il diritto naturale e consuetudinario era un diritto circoscritto, limitato e legato al costume delle genti, cioè sentito dal popolo.

Se le norme sono di difficile interpretazione, favoriscono la litigiosità ed il lavoro degli avvocati; non tutto quello che è scritto nella norma è giusto, perché il diritto si trasforma con il tempo, i costumi ed i luoghi, oltre che con  gli equilibri polittici, perciò deve essere continuamente riformato; quasi mai le leggi sono logiche, altrimenti sarebbero  uguali in  tutte le epoche ed in tutti i paesi, le leggi servono anche a tutelare precisi interessi.

Le leggi positive di diritto comune sono caduche come tutte le cose umane, furono definite sacre dagli ebrei, per facilitarne il rispetto e per tornaconto dello stato; comunque, in Italia oggi, malgrado quello che se ne dice da parte dei politici, manca civiltà giuridica e il paese non è un paese di diritto.

 

Nunzio Miccoli    www.viruslibertario.it   numicco@tin.it

 

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LA LIBERTA’ DI PENSIERO (10/11/2009)

 

In politica hanno successo non le ideologie ma i compromessi e chi si rende accetto alla parte avversa, il che può essere un tradimento verso i militanti; però è importante carpire il punto di vista degli avversari ed i settari difficilmente ci riescono, inoltre l’uomo ha diritto a cambiare idea, se non lo fa dopo essersi venduto al vecchio avversario. Chi rifiuta un’opinione libera è un  militante, uno schiavo per libera scelta che non accetta la libertà di pensiero.

Analizziamo delle questioni dolenti care agli intellettuali, sulla pena di morte penso che si possa dire che il detenuto giustiziato costa meno, non può più fuggire, la pena di morte è stata vista come un  deterrente e nelle società nomadi (lo sono state tutte le società umane) non esistono carceri come pena sostitutiva; d’altra parte, con il lavoro forzato dei condannati, lo stato fa profitto, sembra la carità pelosa di stati contrari alla pena di morte.

Il razzismo o antipatia verso i diversi sembra un  pregiudizio e un condizionamento culturale, però può avere anche delle motivazioni perché non tutti i popoli sono ugualmente evoluti; infatti, esistono popoli che praticano schiavitù, pirateria, cannibalismo, mafia, hanno rivalità economiche, territoriali, politiche, culturali, religiose; tutti fatti che sfociano nell’avversione razziale, perciò pare che quasi tutti abbiano pregiudizi razziali, l’importante è non assumano comportamenti lesivi verso gli altri.

Si dice che le punizioni corporali sono sbagliate, però è proprio quello che fanno gli animali con i cuccioli, la religione cristiana non ha seguito solo la via del perdono, ma anche quella della vendetta e l’uomo è schizofrenico anche in queste cose; le rivoluzioni hanno ampiamente applicato tortura, detenzione e  pena di morte. Il problema della pena di morte si è ripresentato  periodicamente con i prigionieri di guerra, quando  non si possono portare dietro o vendere come schiavi; mancando le carceri, non si possono rinchiudere, è lo stesso problema dei nomadi verso i condannati.

Tutte le ideologie rivoluzionarie di liberazione sono state contro la pena di morte, la violenza, la tortura e il carcere, poi, nella pratica di governo, hanno fatto scelte opposte; infatti, non è facile recuperare tutti quelli che delinquono e che mettono in pericolo il gruppo, con le loro tare; la preoccupazione maggiore deve nascere per gli innocenti e per i prigionieri politici che finiscono ingiustamente sotto i colpi dello stato.

Sulla prostituzione andrebbe anche detto che alcune donne la esercitano liberamente per guadagnare di più e perciò si considerano più emancipate; d’altra parte, tra gli uomini c’è chi vende le mani, chi la testa e chi il sesso. Quando si afferma che tutte le prostitute sono state costrette a quel mestiere, si afferma che le donne sono donne oggetto, il che è la peggiore offesa per le donne.

Con il plagio si può trasformare un individuo debole mentalmente in kamikaze o eroe di guerra, il lavaggio del cervello è stato praticato dai regimi autoritari e dalle religioni, con l’asservimento di un soggetto nella sfera di altri, poi le pratiche commerciali ne hanno mutuato i meccanismi persuasivi e suggestivi, limitando il libero arbitrio e disumanizzando le persone.

Sono stati plagiati eroi di guerra, consumatori e seguaci di religioni; per i persuasori occulti, una bugia ripetuta diventa una verità; il plagio conta sulla credulità popolare, coltivata  normalmente da politica, religione e commercio; purtroppo, il plagio è difficile da provare, a plagiare non sono solo i maghi di turno, il plagio è l’imprinting collettivo che funziona sia sui bambini che sugli adulti.

I partiti sono sette, nate per la difesa d’interessi di clan e per la presa del potere, possono essere segreti e armati e sono più antichi del parlamento; sono partiti tutte le associazioni, le religioni, i sindacati e le società segrete, anche le femministe sono un partito.

La legge afferma che la patria potestà sui figli l’hanno padre e madre, però oggi in occidente, diversamente che nell’Islam, in famiglia pare che l’abbia più la madre che il padre; inoltre, anche lo stato esercita questa potestà  sui figli, perché li chiama al servizio militare, attribuisce loro un codice fiscale che li fa contribuenti ad esclusivo vantaggio dello stato; inoltre, per esercitare certe libertà, i figli  hanno bisogno del permesso dello stato come di quello dei genitori. Insomma, i figli non appartengono solo ai genitori, ma anche allo stato.

L’omosessualità non è normalità, perché la norma rappresenta il valore statistico più elevato, è forse un modo escogitato dalla natura per controllare le nascite; è giusto che gli omosessuali vengano tutelati, però non tutti sono discriminati. Nella chiesa gli omosessuali sono bollati ma possono essere anche favoriti nella carriera, nella chiesa storicamente esistono anche adulterio, incesto, pedofilia e pederastia, gli adulteri sono la categoria più numerosa; da questi fatti ne è derivata, a causa di un senso di colpa, l’avversione della gerarchia verso tutti gli aspetti della vita legati al sesso.

L’istruzione pubblica mira all’acculturamento dell’individuo ed ad omologarlo, soprattutto in materie come storia, filosofia, economia, diritto, lingua nazionale e religione; è un investimento per lo stato, calpesta la creatività e l’originalità individuale, rende simili scuola privata, in mano alla chiesa, e la scuola dello stato. La chiesa ha condannato libertà di coscienza, di stampa e di pensiero ma ha esaltato l’obbedienza, perciò voleva il controllo della scuola, ha simpatizzato anche per la vita militare.

Anche per Lutero, le scuole statali erano indispensabili per lottare contro il diavolo, cioè cattolici, ebrei e protestanti di altra corrente, l’istruzione scolastica obbligatoria è servita per combattere il dissenso religioso  o politico e per inculcare nel suddito indisciplinato l’obbedienza allo stato; ha contribuito a far scomparire le minoranze linguistiche e culturali  a favore del gruppo dominante. La scuola prepara i fanciulli all’obbedienza, perché i cultori dell’obbedienza cieca non credono alla legge della coscienza, la quale è una legge naturale e non statale o religiosa.

L’indipendenza della stampa è un grosso bluff, sarebbe meglio chiamarla dipendenza segreta e contrattata. De Gaulle denunciò che Italia e Germania avevano finanziato la stampa francese per tenere la Francia fuori dal secondo conflitto mondiale;  Nitti ha scritto che l’Italia, per potere occupare la Libia, dovette far arrivare soldi ai giornali francesi; per spingere l’Italia a entrare in guerra a fianco della Francia o della Germania, alla vigilia della prima guerra mondiale arrivarono ai giornali italiani fiumi di denaro.

Il fascismo creò la figura del direttore responsabile, l’orientamento del giornale era determinato dall’editore, perciò ancora oggi giornalisti indipendenti non esistono, ma ne esistono di teleguidati; i problemi della stampa sono gli stessi della televisione e della radio, la stampa fa spesso propaganda e disinformazione, nasconde le notizie o fa parte di una tifoseria politica; i giornalisti d’influenza sono prostitute intellettuali al servizio di potenze straniere o di partiti; gli editori che controllano i giornali sono anche imprenditori, perciò possono ricattare con le notizie e, per conseguenza, ne hanno vantaggiosi contratti da paesi esteri e da partiti che decidono di fiancheggiare. I giornali sono anche condizionati da pubblicità e contributi pubblici, sempre veicolati con l’aiuto dei partiti.

Non è facile ricostruire l’evoluzione della conoscenza umana, a causa della censura, tanti libri sono stati distrutti e non sono arrivati fino a noi, i libri avevano offerto una sintesi della memoria dei popoli; poi però, grazie all’intervento di chiesa e stato, hanno cercato, più che di invitare alla riflessione, di sostituire le convinzioni personali, con le tesi altrui, cioè con la propaganda dello stato, di un  partito o della religione.

La scrittura oltre a comunicare serve a dissimulare, inoltre, nemmeno la forma scritta ha un significato univoco, illuminante, sotto quest’aspetto, è la contraddittoria interpretazione delle leggi; si scrive per informare o disinformare, esiste anche un codice di lettura; certe reticenze possono essere anche nate per paura della censura, anche per questo nacquero gli pseudomini.

Tanti giornalisti italiani sono stati spie e agenti non disinteressati dello straniero, evidentemente l’amore patrio è preso poco sul serio; oggi stampa e scuola sono due facce della stessa medaglia, su di loro si allunga la mano della chiesa, tutti i partiti italiani prendono ordini dalla chiesa, mentre il popolo lavora, combatte e paga le tasse, costretto a vendere braccia e testa per sopravvivere.

Sui giornali e in televisione è difficile trovare la verità, l’ordine dei giornalisti difende mafie e interessi corporativi; l’albo dei giornalisti, in contrasto con l’articolo 21 della costituzione, nacque sotto il fascismo per controllare il loro lavoro. L’albo o corporazione dei giornalisti ha rappresentanti in parlamento che ne difendono gli interessi, è garantista verso gli aderenti, mentre sarebbbe meglio la liberalizzazione dell’accesso alla professione.

In Germania, Francia e Inghilterra non esiste un albo del genere, invece in Italia l’esame per l’iscrizione all’albo lo vincono i raccomandati, come avviene negli altri esami e nei concorsi; le commissioni sono fatte di giornalisti e magistrati, questi ultimi non si dissociano. Se lo stato paga  magistrati e giornali, non esiste libertà di stampa e della magistratura, infatti, non può essere indipendente chi è nel libro paga dello stato; come ha fatto la chiesa con la scuola, i partiti controllano la stampa per fare propaganda e per formare l’opinione pubblica.

 

Nunzio Miccoli  www.viruslibertario.it   numicco@tin.it

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LA DEMOCRAZIA (10/11/2009)

 

Le scelte della politica, cioè della maggioranza, non sono scelte scientifiche, perché la scienza non si pronuncia a maggioranza, le leggi sono commissionate dalle lobby; a livello legislativo, il popolo non conta niente, le maggioranze cambiano e le leggi sono cambiate, perciò e leggi sono solo il risultato di un compromesso; le decisioni prese a maggioranza non sono una caratteristica esclusiva della falsa democrazia, infatti, decidevano a maggioranza anche corsari e briganti. Le decisioni prese a maggioranza non sono infallibili, ma sono prese per scontentare il minor numero di persone possibili.

Oggi gli italiano votano soprattutto per ricevere dei favori, perciò nella nostra democrazia è stato falsato ed è stato stravolto l’uso del voto, si è perso il concetto di benessere comune. Il parlamento è nato per controllare il re, in altre parole  la spesa pubblica e le tasse, la costituzione è nata per controllare il re e il parlamento, cioè per controllare la legislazione; però in Italia, soprattutto i controlli, a tutti i livelli, non funzionano, in Italia tutto ciò che è pubblico sembra proprietà dei partiti.

I parlamentari sono stati ricoperti di privilegi perché accettino il sistema senza cambiarlo, così hanno rinunciato a fare un servizio pubblico; oggi esistono i professionisti della politica, tanti hanno capito che la politica è la cuccagna; perciò i politici si ergono a difensori dell’ordine sociale esistente e, sostanzialmente, non vogliono cambiare più niente; d’altra parte, la pubblica amministrazione non corregge i  vizi, perché i pubblici funzionari sono assunti grazie ai buoni uffici dei partiti.

L’oligarchia anonima ha interesse a porre suoi uomini nei gangli del potere, questi suoi garanti locali sono i  suoi occhi e sue orecchie, non vuole uomini preparati, seri, indipendenti ed onesti, ma piuttosto servi e corruttibili, che si facciano condizionare dai privilegi e dal denaro; questi oscuri personaggi  si assumono  la responsabilità di scelte che non sono loro, ma dell’oligarchia anonima. Questi uomini nel medioevo si chiamavano capitani di ventura, nell’organizzazione mafiosa si chiamano teste di legno, uomini di paglia e pupazzi, perché privi di veri poteri d’iniziativa. La politica fa scelte per clientelismo, interessi privati e ricerca del voto, gli stessi tecnici non sono  indipendenti dai partiti e sono mossi anche da interessi corporativi.

Gli sprechi della capitale sono emulati dalla periferia, così il deficit del bilancio dello stato è dovuto anche al deficit degli enti locali, dei quali non si riesce a controllare la spesa; lo stato moderno è posseduto da un gruppo di parassiti che hanno occupato lo stato che non può più essere riformarlo. Chi è vicino al Palazzo, diventa amico e complice di chi lo abita e non ascolta più le richieste di riforma che arrivano da fuori; chi frequenta  classe dirigente ed oligarchia diventa suo cortigiano, tra questi cortigiani sono molti giornalisti. Giornali e televisione servono per ricattare o influenzare la politica, per avere aiuti dallo stato e per sostenere dei potentati; la televisione pubblica non è usata per l’informazione o per elevare il livello culturale della gente, in supporto alla scuola.

Secondo la sinistra che segue i suoi miti, i qualunquisti fanno di tutta l’erba un  fascio, essi   sono gli avversari dei manichei, perché non distinguono il partito del bene da quello del male; in  pratica sono uomini regrediti a  prima del peccato originale, mentre i manichei sono guidati da una fede incrollabile e da un’idea fissa, sono militanti organici di una fede, sono i portatori del regno del bene, mentre i loro avversari sono portatori del regno del male.

I militanti sono portatori di un’ideologia e ritengono di dover votare sempre lo stesso partito; come i  militari, non possono disertare o evadere, anche se il loro partito cambia politica; per loro, il peccato d’apostasia è grave come quello di qualunquismo, sono degli schiavi per scelta libera. Se i partiti cambiano politica, i loro militanti devono seguirli lo stesso, i militari fanno lo stesso quando cambiano alleanze o nemici; allo stato, alla chiesa ed ai partiti convengono uomini che, grazie anche all'obbedienza ed alla disciplina, si possano manovrare come fossero un solo uomo.

E’ bello parlare senza preconcetti ideologici, cioè senza rete, tutte le ideologie politiche di liberazione sono state tradite, così, da un punto di vista pratico, sono diventate utopie democrazia, repubblica, stato di diritto, liberismo, socialismo, sovranità popolare. Quando i comunisti sollecitano l’intervento dello stato, lo rafforzano e così questo più diventare sempre più intromissivo e invasivo; lo stato è una finanziaria anonima al cubo che sfrutta con le tasse e fa pagare i servizi quattro volte quello che costano.

Furono trasformisti tutti i grossi politici italiani, cioè Giolitti, Crispi, Mussolini, Andreotti; accade che le ideologie, calate nella pratica, tendono ad avvicinarsi, forse perché sono tradite nei loro principi; mentre i militanti sono disposti a farsi scannare per principi astratti, i loro dirigenti di partito sono sempre disposti a vendersi e sanno che quei principi non li applicheranno mai; perciò, le ideologie vanno giudicate nelle realizzazioni pratiche e non in base alle promesse.

Cioè è vero anche per il cristianesimo, che un’ideologia religiosa per fare soldi e per il potere, le religioni bottega, con il loro clero, vivono parassitariamente sulle spalle dei sudditi. Il potere, in dittatura e in democrazia, rimane sostanzialmente esclusivo e non partecipativo, il governo è ancora l’emarginazione politica dei più da parte dei meno, le elezioni sono un inutile e stanco rituale e non cambiano sostanzialmente niente; le leggi si fanno su commissione delle lobbies, in  cambio di cesti di denaro per i partiti.

Dalla fine della seconda guerra, in Europa e in Africa, i signori della guerra, della rivoluzione o della resistenza, sono diventati capi di stato, di governo, dell’esercito o ministri, poi, potendo ricattare poteri forti e multinazionali, in cambio di privilegi e regalie, si sono accordati con essi;  in Italia il trasformismo è un costume normale della politica. La laicità dello stato italiano è un mito, lo stato italiano è quello che spende di più per la religione, i governi italiani sono controllati dalla chiesa. Dal punto di vista del popolo, ci sono state sempre delle ottime ragioni per fare la rivoluzione, la protesta fiscale o per secedere dallo stato centrale, ciò è vero ancora oggi, però tutte le rivoluzioni sono fallite o degenerate, così il potere, comprando alcuni capipopolo e perseguendo altri, ha riassorbito il dissenso ed il popolo è stato scaricato.

Vecchi dirigenti di sinistra sono stati cooptati dal potere e rivoluzionari politici e sindacalisti sono diventati dirigenti, resi inoffensivi dai privilegi, oggi anche il sindacato è ricchissimo di denari e privilegi. Non bisogna mai dimenticare che gli stati criminali e illiberali sono la maggioranza, che la corruzione è diffusa a livello politico, che notevoli sono i rapporti tra mafia e politica. L’informazione e gli intellettuali di sinistra hanno fatto fatica a riconoscere che i profughi di guerra non sono solo palestinesi, che russi e cinesi trattano i detenuti peggio degli americani, che la Cina e la Russia difendono i loro  interessi economici all’estero ed usano  la repressione contro i cittadini dissidenti.

Contro tutte i condizionamenti della politica, oggi i lavoratori preferiscono i padroncini allo stato, quando il loro padroni violano la legge non fanno la spia, cioè non li denunciano, entrano in conflitto con loro solo per difendere i loro diritti di lavoro. Esiste un trattato internazionale favore dell’autodeterminazione dei popoli, recepito nel 1956 dalla legislazione italiana, è inattuato come tanti buoni trattati, perciò in Italia è una bestemmia parlare di devolution, mentre bisognerebbe dire che se la chiedono la maggioranza dei votanti di una regione, è una richiesta legittima. Da sempre, dietro il terrorismo ci sono mandanti, che sono stati o multinazionali, il terrorismo è uno dei modi di fare politica, soprattutto quando non ci si vuole impegnare in  una guerra.

Lo stato e la religione si nutrono di divieti, i tabù sono sempre serviti a condizionare gli uomini, i divieti calpestano la libertà, in Italia è tutto vietato, salvo ciò che è permesso. In barba a  regolamenti o divieti, si possono ottenere favori, che sono come i miracoli; guai all’ipotesi che i cittadini abbiano uguali diritti,  perché in questo caso non  si potrebbe più fare un  favore o un miracolo a nessuno; in queste cose, stato e  religione si compenetrano a vicenda.

Per quanto riguarda il perdurare della criminalità organizzata, in tutta la storia d’Europa, la nobiltà e gli stati hanno protetto i briganti e i bravi, questi erano spesso delinquenti comuni, sottratti alla giustizia, cioè amnistiati di fatto dai potenti, ai quali erano affidate operazioni sporche; i papi avevano protetto i briganti poi evolutesi nella banda della Magliana, i borboni avevano favorito, per ragioni  politiche e contro i piemontesi, lo sviluppo del brigantaggio; nello stato della chiesa, i briganti facevano politica a favore di clan familiari.

In tutta Europa la nobiltà accordava protezione alla criminalità ed ai briganti, dai quali si sentiva protetta ed attratta e con i quali aveva un’origine comune; infatti, in origine gli aristocratici furono capi clan e signori della guerra che esercitavano l’eversione e l’estorsione, prima di assumere il potere.  Il Piemonte dopo l’unità  non considerava immorale l’alleanza con il brigantaggio.

Si dice da più parti che lo stato deve essere laico, sovrano, di diritto, democratico, costituzionale, con libertà di pensiero e liberista. Lo stato italiano, per i condizionamenti politici e culturali che subisce da parte della chiesa cattolica, non è laico, anche in forza del concordato inserito come corpo estraneo, nella costituzione; non è sovrano ma protettorato vaticano, per le stesse ragioni di cui sopra, l’Italia non è stato di diritto perché privo di un vero servizio di giustizia, come testimoniano le numerose condanne della corte dei diritti europea. Non è uno stato democratico perché la democrazia presuppone il governo del popolo, in realtà i governi si fondano sull’emarginazione politica dei sudditi; la democrazia rappresentativa è un concetto assurdo, come la transustanziazione o presenza reale di Cristo nell’ostia.

In Italia non esiste la libertà di pensiero, che concretamente significa libertà di stampa, perché tutti sono liberi di pensare e poi di parlare in casa, perché esistono reati d’opinione e la legge fascista sulla stampa è ancora vigente; l’Italia non rispetta l’articolo 3 della costituzione, centrale in tutto l’impianto costituzionale, violato dallo stato clientelare e concordatario, perciò i cittadini non hanno gli stessi diritti davanti alla legge. Il mercato non esiste perché è sabotato da monopoli, corporazioni,  regolamenti, concessioni, autorizzazioni e licenze, per avere le quali si paga.

La democrazia è una mistificazione, i rappresentanti non sono vincolati agli elettori ed in Italia i referendum sono invisi alla classe politica, che si sente scavalcata, li accettano solo per i rimborsi elettorali e poi li fa fallire, nel senso che non si raggiunge il quorum richiesto per i votanti. Diversamente dalla scienza, la politica fa promesse e gira sempre intorno, non vuole progredire, ma progredisce solo nella forma, forse ciò è accaduto per il fine primario della tassazione che ha giustificato la nascita dello stato; la sua vera vocazione, senza la quale lo stato si estinguerebbe, perché,  quando l’oggetto sociale non si può raggiungere,  un’impresa si estingue.

I militanti hanno culto dell’obbedienza, del dogma e dell’ortodossia, non vogliono dissentire o essere anticonformisti od originali, hanno rinunciato volontariamente alla libertà di pensiero, per i militanti, chi dissente rischia  il linciaggio morale; sono manipolati dai partiti e dall’oligarchia che sa che se l’uomo non crede, non obbedisce e combatte ancora peggio ed allora le guerre giuste chi le fa?

In Italia la separazione dei poteri non esiste, perché sindacati, autorità, magistrati, partiti e governo hanno espropriato i poteri del parlamento, perciò la sovranità parlamentare è minata e la nostra non è più una democrazia parlamentare; i parlamentari hanno rinunciato a legiferare ed a proporre riforme e, per acquistarne la complicità, sono stati coperti d’oro. Tuttavia, nemmeno in Europa il parlamento conta, oggi anche in Usa il governo federale è prevalente sul congresso; in Italia, Europa e Usa la democrazia rappresentativa è in crisi; chi, in base alla costituzione ha il potere, non lo ha effettivamente ma è succube d’altri poteri, spesso soprannazionali e occulti.

Militari e basso clero sono gli ultimi schiavi dell’era democratica, soggetti a gerarchia, subordinazione, obbedienza, ordine, disciplina, omertà, devono reprimere la libertà di pensiero e di movimento. Durante il feudalesimo, i servi della gleba prestavano lavoro gratuito, non potevano allontanarsi dal fondo, non potevano sposarsi senza l’autorizzazione dei feudatario, facevano testamento a suo favore e non potevano cambiare mestiere. Oggi i preti cattolici non possono facilmente cambiare mestiere, non possono sposarsi e assieme ai membri degli ordini religiosi  fanno testamento a favore della chiesa, le prestano lavoro gratuito perché sono pagati dallo stato; anche i militari sono limitati nelle libertà, nel movimento e nel matrimonio.

Con la schiavitù, un uomo normale può perdere l’autoconsiderazione verso se stesso, l’uomo non può essere usato come una macchina;  però l’uomo obbedisce per abitudine alle gerarchie sociali, nate per ereditarietà,  istruzione e clientelismo; alcuni uomini, per il ruolo rivestito, ne sono sopravvalutati ed altri sottovalutati, così alcuni si convincono, a torto, di valere più di altri e la società complessivamente ci rimette.

L’individuo è plagiato da religione e ideologia, è omologato e si sente più protetto dal gruppo, tuttavia l’individualismo di alcuni uomini sarebbe da coltivare e non da combattere, perché è critico, creativo e porta alla curiosità scientifica; purtroppo, stato e religione congiurano contro l’individualismo. I politici, una volta che sono stati screditati dalla politica loro imposta dai poteri occulti, sono messi da parte e sostituiti con volti nuovi, intanto il popolo continua a sperare nel giorno della salvezza e della liberazione.

Quando non esistono libere elezioni per cambiare il governo, si ricorre ai complotti ed agli omicidi politici, è accaduto sotto papi, sovrani assoluti e governi autoritari, che aspiravano a durare a lungo.

Prima che nascesse il parlamentarismo inglese, i partiti erano delle sette e le persone dabbene affermavano di non appartenere ad un  partito ma di essere a favore della società; allora i partiti erano contrapposti alla società e rappresentavano etnie, religioni, classi, famiglie; comunque, volevano il controllo dello stato, contro il partito o la dinastia al potere  e contro il bene comune.

I complotti, come le rivoluzioni, avevano programmi egualitari, ma favorivano solo alcuni che n’erano promossi cambiando di classe; i programmi dei partiti per il popolo sono una scusa, le promesse elettorali non sono mantenute. I signori della guerra, arrivati al potere, occupano i posti migliori e ne hanno una promozione sociale, mentre i contadini, come nel vecchio regime, continuano a lavorare la terra. In pratica, le rivoluzioni non hanno mai abolito le classi sociali.

La rivoluzione è causa di cambiamenti sociali solo per alcuni, cioè è una rivoluzione ristretta, le società segrete sono partiti segreti costituiti per il potere e gli affari; anche le gang sono società segrete mentre la repubblica dovrebbe essere una cosa pubblica trasparente, in realtà, il comune cittadino è emarginato dalla politica che serve solo ad avere il consenso delle masse. Lo stato è diretto da una società segreta in mano a pochi, avente per fino lo sfruttamento dei sudditi, con l’uso dello strumento monetario, delle tasse, delle requisizioni, degli espropri, del lavoro coatto, della coscrizione; i servizi concessi al cittadino sono da lui pagati a caro prezzo; con L’Unione Europea, il cittadino è ancora più estraneo di prima al potere.

La monarchia costituzionale fu un compromesso accettato dal liberalismo, che all’inizio reclamava la repubblica, però fu un inganno, se fosse nata, i monarchi avrebbero dovuto essere uguali agli altri cittadini davanti alla legge, invece, come in precedenza, il re rimase irresponsabile per i suoi atti, anche se il re ispirava l’azione di governo, al suo posto rispondevano i ministri; l’istituto dell’irresponsabilità del re è stato ereditato dal nostro presidente della repubblica.

L’irresponsabilità è anche tipica dei servizi segreti e dei poteri occulti come la massoneria, però il vero potere è quello anonimo dell’oligarchia che non risponde mai di niente, il vero potere si fonda sull’irresponsabilità e l’anonimato, è vero anche per le società commerciali. I poteri ufficiali sono chiamati a rispondere senza che abbiano vera libertà di decidere, sono strumenti pagati per assumersi la responsabilità di decisioni altrui, è ciò che accade in parlamento ed al governo.

Comunque, anche l’alta politica chiede di essere irresponsabile, alcuni vorrebbero far derivare l’irresponsabilità dal loro ruolo, non contenti delle protezioni delle loro corporazioni; l’hanno desiderata anche medici, fiscalisti, magistrati e governatori della Banca d’Italia. Stipendi, liquidazioni e pensioni favolose di dirigenti, diligentemente selezionati,  sono il prezzo per comprare silenzio e complicità, per ottenere la loro discrezione e perché si portino i segreti nella tomba, altrimenti bisognerebbe ammazzarli.

A causa di questa pretesa discrezione, sono nati segreto d’uffici, segreti di stato, segreti militari e segreti d’impresa, i personaggi tenuti alla discrezione devono portarsi i segreti nella tomba, perché  la schiavitù dell’uomo non deve cessare. Anche nella pubblica amministrazione esiste l’irresponsabilità, anche se non prevista dalla legge; dal punto di vista pratico, pochi rispondono dei loro atti.

L’indipendenza è un valore per tutte le istituzioni dello stato, per magistrati, sindacalisti dirigenti, insegnanti e giornalisti, non solo per gli organi costituzionali o per quelli di rilevanza costituzionale; di fatto, è raramente effettiva, perché gli uomini di successo, cioè che fanno carriera, si piegano al potere o ad un  partito  o sono vittime d’ideologie; non desiderano veramente fare un servizio al popolo, usano questo argomento per ricattare il potere e ricevere privilegi.

Giornalisti, sindacalisti, insegnanti e  magistrati sono legati a partiti, i dirigenti sono condizionati nelle scelte riguardanti il personale e i contratti; il potere preferisce uomini servi, anche se di lusso, piuttosto che uomini indipendenti e responsabili, la chiesa li voleva obbedienti;  al potere fanno paura gli uomini indipendenti e li controlla attraverso i suoi garanti locali, uomini posti ai vertici dell’amministrazione e garanti dell’oligarchia che possono provocare la caduta di un ministro o del governo interno, anche per mezzo di complotti e assassini.

L’uomo obbedisce al principio d’autorità e di gerarchia, l’obbedienza è insegnata in famiglia, a scuola, in caserma ed in convento; chi obbedisce, anche ad ordini sbagliati, ritiene di doverlo fare per dovere, con l’obbedienza, individui normali possono diventare sadici, perché la loro lealtà verso i superiori supera le considerazioni morali, questi uomini sono militanti o militari.

Lo stato è costituto da una popolazione stanziata su un territorio e soggetto all’autorità di un’oligarchia occulta, mediata dall’ordinaria classe politica che partecipa ai fasti dello stato; l’oligarchia opera in concreto attraverso forme di governo monarchica, aristocratica, repubblicana, dittatura, democrazia, ecc. Queste sono le forme apparenti del potere, il quale, in realtà, si concreta sempre in un’oligarchia, il testo è parodia, grancassa e messa in  scena per abbagliare il popolo.

Gli stati riscuotono coattivamente le imposte, in cambio di una generica protezione accordata ai sudditi, però in realtà non riescono ad assicurare ordine pubblico e giustizia, però riescono sempre bene nella riscossione delle imposte, funzione originaria ed autentica vocazione dello stato. Lo stato ha punito duramente i cittadini che non pagavano le tasse o protezione, con espropriazioni e  fino alla condanna a morte, ai contadini che non pagavano sequestravano le pecore e incendiavano la casa, la mafia non si comporta diversamente, il che rivela l’origine comune; lo stato è solo una mafia più evoluta, è un’organizzazione più scientifica; la mafia ordinaria contrasta il suo  monopolio fiscale, però talvolta lavora anche in sintonia con lo stato.

 

NUnzio Miccoli   www.viruslibertario.it   numicco@tin.it

 

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NUOVO ORDINE MONDIALE 3/10/2009

 

Le operazioni chimico-biologiche del scie chimiche sono uno degli strumenti del piano occulto di dominio globale; infatti, esiste ed è attivo un gruppo finanziario d’estrema potenza economica che programma gli eventi a livello mondiale. Questo gruppo finanziario internazionale, in nome del Nuovo Ordine Mondiale,  controlla e ricatta i governi nazionali.

Il ministro Brunetta ha accennato a questo fatto, con il risentimento della sinistra, che sostiene le banche, che in Italia sono per lo più controllate dalla chiesa, però recentemente anche il Presidente
Napolitano, in un discorso pubblico e dinanzi alle telecamere, ha citato il Nuovo Ordine
Mondiale (visibile su Youtube digitando Napolitano + Nuovo ordine mondiale); forse il presidente voleva mandare  un segnale tranquillizzante a chi comanda, dietro le quinte, il teatro politico mondiale; anche la Banca d’Italia, con Mario Draghi,  sta a questo gioco.

La globalizzazione economica, preludio di quella politica, è il primo degli strumenti per imporre una progressiva esautorazione dei governi nazionali, a favore di entità soprannazionali; l'Unione Europea  è il primo passo, queste unioni sono prive dei requisiti di democraticità e calpestano la sovranità dei popoli. Il trattato di Lisbona n’è la prova, infatti,  prevede che le competenze principali degli stati-nazione  siano affidate alla commissione europea, non eletta dal popolo, la quale potrà, a sua volta, delegarle ad entità superiori e, perfino, a società private.

In caso di disordini, il trattato prevede praticamente la pena di morte, anche se per mano della  polizia, e la legge marziale, ne nasce cioè una nuova santa alleanza, un stato autoritario, la repressione del dissenso  e lo stato di polizia. È un altro passo verso la costituzione del Governo Unico Mondiale, progettato dai grandi finanziari internazionali, di cui si conoscono nomi e cognomi e che fanno parte delle peggiori logge massoniche occulte.

Durante l'ultima campagna elettorale, Giulio Tremonti ha citato più volte, di fronte alle telecamere, i responsabili della globalizzazione selvaggia a tappe forzate, senza regole, definendoli "un gruppo di pazzi che si definiscono Illuminati" (vedi i filmati su Youtube digitando "Tremonti+illuminati").
Gli illuminati ordiscono congiure, il loro obiettivo finale è stato sempre la creazione di un Nuovo Ordine Mondiale.

Il massone americano Albert Pike (1809-1891) progettava cospirazioni, anche Mazzini era un massone cospiratore, in collegamento con i servizi inglesi ed ancora oggi la City di Londra dirige un progetto di dominio mondiale, la massoneria moderna ha la sede in Gran Bretagna. Il 15.8.1871 Pike, per arrivare al Nuovo Ordine Mondiale,  con una lettera, annunciò prima, seconda e terza guerra mondiale.

La prima guerra mondiale doveva servire ad abbattere gli zar in Russia ed a trasformare questo paese nella fortezza del comunismo ateo, vagheggiato nel 1848 da Marx; il confronto tra pangermanesimo e panslavismo doveva servire a fomentare la guerra, il comunismo doveva servire ed indebolire le religioni; allora i massoni erano nemici della chiesa cattolica e anticlericali, oggi sono alleati e Roma, la città del papa, si è riconciliata con Londra, per gabbare assieme il popolo.

La seconda guerra mondiale, secondo Pike, si sarebbe nutrita d’antisemitismo e, caduto il nazismo, avrebbe favorito la nascita di Israele. La terza guerra mondiale sarebbe nata  sfruttando la contesa tra sionismo e islamismo, fino ad arrivare al Nuovo Ordine Mondiale. Il sogno degli Illuminati è destabilizzare gli stati-nazione e sostituirli con un governo globale autoritario; questo traguardo sarà preceduto da disordini per cui sarà il popolo stesso, per fermare gli orrori, a rinunciare ad ogni forma di democrazia e di libertà.

Secondo il prof. Giacinto Auriti, il sistema monetario moderno è stato creato dalla Banca d'Inghilterra nel 1649 e poi si è diffuso in tutto il mondo, è responsabile di aver espropriato
illegittimamente i popoli del diritto naturale a stampare denaro, attribuendolo ad istituzioni private con a capo i soliti Illuminati; fornendo così loro le risorse finanziarie per attuare i loro piani.

Lord Palmerston (1784-1865), dal 1855 primo ministro inglese sotto la regina Vittoria (1837-1901), a capo della frammassoneria di rito scozzese  fu l’artefice di tante cospirazioni, suo cancelliere era Gladstone che era anticlericale, avverso al papa e a favore dell’unità italiana; Palmerston intervenne nella guerra civile americana a favore dei confederati e nel risorgimento italiano, non con l’incoraggiamento ma con il denaro; allora Giovanni Mazzini era il capo della frammassoneria italiana ed agente di Londra asseme a Garibaldi. Del resto, anche il papa ha finanziato le rivolte antinglesi in Irlanda, come poi avrebbero fatto anche nazisti e comunisti.

Durante la guerra civile americana, i frammassoni erano in entrambi gli schieramenti, il presidente dei confederati era il framassone Jefferson Davis. Anche se il governo di Londra sosteneva militarmente i confederati, poiché la guerra è sempre un buon affare economico, anche Abramo Lincoln al nord era vicino ai banchieri massonici di Londra, ai quali promise la creazione di una banca centrale privata americana, ad imitazione della Banca centrale di Londra.

Così i frammassoni crearono in America una banca federale privata che emetteva banconote, in cambio di un certo tasso d’interesse; a favorirne l’innovazione fu anche il ministro del tesoro Salomon Chase; i frammassoni, per onorarne il nome, diedero il suo nome ad una banca, la Chase Manhattan Bank, controllata da David Rockefeller, pure ubbidiente a Londra.

Vinta la guerra, Lincoln fece un voltafaccia e capì che la stampa di banconote da parte di una banca centrale privata era una truffa, perciò fece stampare denaro direttamente dal governo, in modo da non essere costretto a pagare gli interessi alla banca centrale; nel 1865, per questo suo tradimento nei confronti dei frammassoni  di Londra, fu assassinato. Era coinvolto nella congiura anche il generale confederato Albert Pike, gran maestro della loggia di rito scozzese dell’Arkansas, anche Pike come Mazzini, era agente inglese.

La Carboneria era una società segreta creata da Filippo Buonarrotti (m.1837), amico di Robespierre, per alimentare complotti ed insurrezioni, ed operava in Italia, Francia e Spagna. Mazzini sconfisse le tendenze napoleoniche all’interno della Carboneria, a vantaggio dei servizi segreti inglesi, per lui la Carboneria doveva costituire una società segreta all’interno della massoneria, per attività cospirative nell’interesse britannico, favorendo l’unità italiana, ostacolando l’espansionismo austro-francese in  Europa  e destabilizzando l’impero austriaco nei Balcani.

Nel 1870 Mazzini a Londra, seguendo le disposizioni dei servizi segreti inglesi SIS, riorganizzò la massoneria internazionale e, d’accordo con Albert Pike, agente segreto britannico, diede vita al Rito Supremo, una banca segreta all’interno del rito scozzese; questa banca si serviva dei suoi mezzi, cioè del denaro stampato dai frammassoni,  per i complotti. Nel SIS Mazzini era un alto funzionario di collegamento tra gli interessi inglesi  e quelli della nobiltà nera italiana, dedita alla finanza, con basi in Svizzera ma originaria  dell’Italia centro-settentrionale, soprattutto genovese e veneziana, ma anche fiorentina, milanese e romana, cioè i guelfi neri del papa.

Negli anni in cui Mazzini era a Londra anche Marx era in quella città, come gli inglesi, era  fiero nemico degli zar e ricevette aiuti dagli inglesi; oggi pare che anche Hamas abbia sede a Londra e il governo inglese è molto disponibile con l’Islam,  pare che a Londra abbia la sede anche la Jihad egiziana, con le proteste del governo egiziano.

Nel 1864 la capitale era stata trasferita a Firenze e cominciarono le invasioni del Lazio da parte dei volontari garibaldini, il massone Adriano Lemmi aveva raccolto, a tale proposito, soldi a Londra che era sempre avversa al papa. Nel 1972 Adriano Lemmi prese il posto di Mazzini come gran maestro massonico, anche lui aveva dietro i  servizi segreti britannici, dietro Lemmi c’era anche Francesco Crispi, seguace di Mazzini; Crispi  fu massone di 33° grado e divenne primo ministro italiano dal 1887 al 1896.

Nel 1855, durante un viaggio a Malta, Crispi si era iscritto nella loggia massonica Zetland, a giurisdizione inglese, a Londra conobbe Mazzini, ne divenne amico e si legò anche a  Lord Palmerston, gran maestro del rito scozzese antico e accettato; in pratica divenne agente inglese come Mazzini. L’ebreo d’origine veneziana Disraeli, rappresentante della nobiltà nera italiana dedita alla finanza, convertito al protestantesimo, fu nel 1859 cancelliere inglese e  dal 1875 al 1880 primo ministro; seguendo l’ispirazione di Pike, fece una politica contraria agli zar che poi sfociò nella prima guerra mondiale.

 

Nunzio Miccoli    www.viruslibertario.it   numicco@tin.it

 

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LA SINISTRA ITALIANA OGGI  3/10/2009

 

Premesso che in politica esiste un gap tra teoria e pratica, cioè tra democrazia teorica e quella pratica, tra socialismo teorico e quello pratico, tra liberismo teorico e quello pratico e tra comunismo teorico e quello pratico; la prima considerazione banale da fare è che in politica la teoria è sempre meglio della pratica. Oggi la sinistra italiana, fatta di catto-comunisti ossequiosi alla chiesa e affini e laici timorosi di farsi sentire, ha le mani in pasta nell’economia e nel sottogoverno, è collusa con banche e Vaticano, che sono la stessa cosa, non vuole in realtà le riforme e non vuole cambiare niente.

Come la destra, vuole conservare i privilegi; quando è stata al governo, per fare un esempio, non propose la reintroduzione della scala mobile per i lavoratori o la restituzione del fiscal dreg, tuttavia è sempre preoccupata di salvaguardare l’autonomia delle banche, che in Italia sono controllate dalla chiesa e finanziano i partiti, ma contano soprattutto sulla sinistra. La sua rivoluzione, la sinistra l’ha fatto occupando in gran parte l’apparato dello stato, il che ha favorito la carriera di alcuni dirigenti di sinistra, dimenticando i lavoratori, però pare che queste cose siano accadute in tutte le rivoluzioni, le quali servono solo a creare una nuova classe dirigente, cioè a favorire una rivoluzione ristretta a vantaggio di pochi.

L’argomento della scala mobile non è ozioso, perché l’inflazione è dovuta anche al deficit di bilancio, all’emissioni monetarie, agli incrementi delle tariffe pubbliche, agli aumenti del costo delle materie prime, all’usura bancaria ed alle tangenti  pagate dal sistema alla mafia ed alla politica, che pure incidono sui prezzi finali; per combattere l’inflazione, con l’eliminazione della scala mobile, pagarono solo i lavoratori, mentre le imprese, con l’aumento dei costi, periodicamente aggiornavano i listini prezzi.

In Italia si pagano più tasse che negli altri paesi, l’evasione parziale per alcuni è un modo per  sopravvivere, le piccole imprese sono strangolate anche da banche e usura; invece i grandi o evadono le tasse o possono eluderle legalmente, grazie a leggi di favore della repubblica; oggi nessuno più propone di abolire l’evasione legale o elusione; questi grandi evasori dell’elusione sono amici del sistema, sono soci e prestanome del governo occulto, possono ricattare  e perciò sono trattati meglio degli altri cittadini.

Se si guarda agli ultimi 20 anni, si vede che ad un aumento medio reale annuo  del 2% del reddito nazionale, a causa dell’inflazione al 2%, corrispondeva un aumento nominale del 4%; l’inflazione però alimentava il  fiscal dreg, che faceva aumentare la pressione tributaria e perciò le entrate dello stato aumentavano del 6% l’anno. Se questo fiscal drag non è restituito, a questi tassi, in 15 anni lo stato si prende con le imposte tutto il reddito nazionale.

Come si può chiedere ai lavoratori di produrre, pagare tasse, fare la guerra e fare figli senza un reddito spendibile; è chiaro che una restituzione va fatta, però la voce della sinistra è timida al riguardo, soprattutto quando è maggioranza, non vuole guastarsi i padroni dello stato che vivono su queste rendite e parla solo di lotta all’evasione. Berlusconi aveva promesso una riduzione delle tasse e poi, per rispetto verso il Vaticano, non mantenne la promessa, però anche suoi alleati di destra e la sinistra allora si pronunciarono contro questa riduzione.

Il paese è pieno di conflitti d’interesse, la Banca d’Italia è controllata dalle banche e svolge servizio ispettivo sulle stesse o, viste le recenti malefatte, fa finta di svolgerlo, esistono conflitti d’interesse anche alla RAI (Radio Apostolica Italiana),  i sindacalisti, grazie alla rivoluzione promessa, fanno carriera nei posti di lavoro e così, da dirigenti,  finiscono con il rappresentare contemporaneamente lavoratori e datori di lavoro; malgrado questi fatti si denuncia solo il conflitto d’interesse televisivo di Berlusconi.

Berlusconi passera ma oggi è diventato un comodo alibi per la sinistra, la quale, come la destra, è incapace di promuovere riforme; se non ci fosse Berlusconi con i suoi scandali, i suoi processi, la sinistra si dovrebbe inventare un altro nemico, per dimostrare che fa opposizione; Berlusconi, è divenuto un capro espiatorio come Craxi, però, morto Berlusconi, l’Italia non è destinata a cambiare perché nemmeno la sinistra la vuole cambiare, perché è collusa con i poteri forti a tutti i livelli, lo ha detto anche il ministro Brunetta.

La magistratura è stata tante volte distratta e collusa; per rispetto verso chi conta, tante volte ha girato la testa dall’altra parte, infatti, contro le banche le erano state presentate tante denunce senza che procedesse; forse Berlusconi non è innocente delle colpe che gli fa la magistratura, però i responsabili dell’andazzo italiano sono tanti e lo zelo della magistratura contro Berlusconi è sospetto, ma rivela che oggi la magistratura, se vuole, in Italia può essere indipendente dal governo.

Storicamente la magistratura è sempre stata soggetta allo stato, salvo alcune eccezioni personali con gravi conseguenze, ciò era quasi inevitabile perché era selezionata dallo stato, applicava le leggi dello stato ed era pagata dallo stato, il che incideva sulla sua indipendenza; generalmente la  magistratura vuole solo servire un partito, mi riferisco a tutti i paesi, salvo alcune epoche e alcune persone a titolo personale,  però può essere divisa al suo interno ed in conflitto con altri organi dello stato; non è interessata veramente ad affermare che tutti gli italiani sono uguali davanti alla legge, ma nemmeno il legislatore, cioè governo, destra e sinistra, sono interessati ad affermare questo principio e perciò si mettono sotto i piedi l’articolo 3 della costituzione.

Si accusa Berlusconi di aver voluto introdurre la sua irresponsabilità penale, ma questa irresponsabilità del re fu ereditata già dal presidente della Repubblica ed, in misura minore, dai parlamentari, a  detrimento dell’articolo 3 della costituzione, anche il papa è irresponsabile; si ignora che i comunisti, collusi dopo la guerra con la DC, dopo aver ottenuto posti di sottogoverno, hanno conservato tutte le leggi fasciste, cioè concordato, legge sulla stampa, codice Rocco, reati d’opinione e leggi di polizia.

Non si può dire che Berlusconi minaccia la libertà di stampa se la libertà di stampa, per legge, non esiste; in Italia esiste solo una tolleranza pratica verso la stampa, per allontanare il sospetto che il paese sia antidemocratico, però, con queste leggi, lo stato, se vuole, può colpire qualunque giornalista o scrittore, in qualunque momento; è la solita ambiguità italiana. In Italia alcuni organi, costituzionali o meno, cioè governo, parlamento, magistratura, stampa, sindacati, partiti, ecc., sono teoricamente o per legge indipendenti e perciò possono ricattare il potere, poi contrattano la loro dipendenza chiedendo  privilegi, favori, carriere, soldi, esenzioni fiscali, esenzioni giudiziarie ed irresponsabilità; in pratica immunità e privilegi.

Il potere occulto che dirige l’Italia sa che i sergenti ed i capitani di ventura gracidano ma si fanno comprare, ma non con una stecca di tabacco; infatti i manager bancari sono pagati tanto per assumersi responsabilità del governo occulto e per portarsi i segreti nella tomba; senza questi privilegi, questi signori farebbero un servizio al popolo invece che ai veri sovrani, le candidature al parlamento, al governo ed ai posti nevralgici sono vagliate accuratamente dai soliti ignoti, questi signori sono i garanti locali di un sistema.

Dalla fine della seconda guerra, ricattando, i comunisti non hanno solo rinunciato alla rivoluzione, la quale però ha deluso spesso in tutto il mondo, ma hanno avuto l’amnistia per tutti gli atti della resistenza, hanno occupato scuola, magistratura, stampa, banche, televisione, ecc. In questi settori, la maggioranza dei lavoratori e dei dirigenti si collocano a sinistra, però in questi comparti dello stato la vere scelte politiche sono decise solo dalla chiesa, di fronte alla quale la sinistra s’inginocchia, anche i cani sanno a chi devono muovere la coda; l’Italia non è uno stato sovrano.

Nella TV pubblica, con redazioni di sinistra, non si fa pubblicità a Berlusconi, né si affrontano i veri mali del paese, cioè, generalmente si nascondono le notizie, si fa pubblicità solo al papa e al sistema sanitario nazionale, che è un grosso affare con tanti scandali e dissipazione di risorse; la trasmissione Report è un’eccezione ed ha il merito di non fare da battistrada ad un partito.

Non è Berlusconi il padrone d’Italia, lo dimostra un’indagine del Ministero della Finanza, ma la chiesa, non  è Berlusconi che controlla la televisione pubblica, ma il Vaticano, il primo socio di Mediaset è la conferenza Episcopale Italiana; non è Berlusconi che controlla i grandi giornali, ma i grandi centri di potere che li finanziano; le redazioni di sinistra di questi giornali offrono loro dirigente collaborazione, nascondendo le vere notizie e, per dimostrare che servono a qualche cosa, attaccano solo Berlusconi, invece di denunciare i mali d’Italia. La conseguenza è che gli italiani non leggono più i giornali ma seguono Internet e oggi comprano più libri.

Sono curioso di vedere cosa succederà quando finirà Berlusconi, quale nemico si sceglierà la sinistra invece di cambiare l’Italia; però la sinistra, invece di tutelare i lavoratori, si è data delle altre bandiere, si dice per l’Europa, l’Onu, la resistenza e la costituzione, sono questi i dogmi moderni della sinistra.

L’Europa vuole calpestare la sovranità popolare e degli stati europei, l’ONU è un’Assemblea faziosa e una tribuna retorica che tutto fa meno che salvaguardare la pace, civetta con le dittature, non lotta contro la schiavitù e sembra che abbia a cuore solo il problema palestinese; la resistenza è servita anche a coprire malefatte gratuite e senza giustificazione, la costituzione è stata tradita dai legislatori repubblicani che hanno fatto passare tante leggi anticostituzionali, lesive dell’articolo 3, regolarmente promulgate dai presidenti della repubblica che, con ciò, attentavano alla costituzione.

Il governo è il palo della cuccagna dei partiti, per questo la lotta politica è così aspra, al governo se ne hanno dei privilegi, si possono fare favori agli amici e si ricevono regalie dalle lobby, in cambio di leggi che calpestano il diritto del popolo. La sinistra, per cercare di arrivare al governo, ha investito molto, compromettendosi con tutti i poteri e perdendo in credibilità, scaricando il popolo; quando è stata maggioranza, per tranquillizzare il Vaticano, si è fatta guidare da leaders cattolici come Prodi e Franceschini.

Io non faccio il tifo per l’estremismo ma mi limito a denunciare un fatto, grazie alla sua disponibilità verso i poteri forti, la sinistra è stata premiata con sottogoverno, posti, carriere e appalti, ha piazzato i suoi uomini in posti chiave, ha occupato organi costituzionali e non costituzionali; pertanto è stata coinvolta in tangentopoli e corruzione e suoi dirigenti locali sono stati collusi con la mafia; inevitabilmente, ha perso alla urne la maggioranza degli italiani. Berlusconi non può essere usato per celare tutti gli altri scandali del paese e gli scandali che coinvolgono la sinistra, gli italiani non sono scemi.

Non facciamoci forviare, in Italia hanno risorse illimitate solo la chiesa e la mafia  e per i loro affari si servono di prestanome, la mafia è stata sempre ospitata nel palazzo dai tempi dei papi, dei Borboni e dei Savoia; i signori, al riparo delle leggi fatte per i sudditi e coperti di privilegi, si sono sempre circondati di sgherri e di bravi, un vera democrazia non esiste ed il popolo non è stato mai sovrano. Gli italiani che lavorano devono ritrovare dei rappresentanti che non li rimproverino solo di evadere le tasse; a proposito, Berlusconi non vuole più ridurre le tasse, ma pare che stia lottando contro l’evasione, anche se questa era una battaglia della sinistra.

Non c’è niente da fare, il popolo si deve rassegnare, non troverò mai avvocati sinceri della sua parte,  non sarà mai rappresentato, non sarò mai  sovrano, lo stato è un grande inganno; però la sinistra serve allo stato perché lo difende e perché difende gli esattori dello stato, oggi la sinistra è statalista, mentre i primi comunisti, che volevano la salvezza in terra, l’eguaglianza e la rivoluzione, non lo erano. Se lo stato è un’impresa economica occulta, nata per riscuotere le tasse in cambio di una generica protezione, cioè di sicurezza pubblica, i padroni occulti dello stato, sanno che devono sostenere soprattutto quelli che difendono lo stato e non quelli che chiedono giustizia, eguaglianza o riforme.

 

Nunzio Miccoli   www.viruslibertario.it  numicco@tin.it

 

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LE PENE GIUDIZIARIE

 

Cesare Beccaria (1738-1794) nel trattato: “Dei delitti e delle pene” sostenne l’inumanità e l’inutilità della tortura, visto che, sotto la sofferenza della tortura, si confessavano delitti mai commessi. La tortura ricorreva ai mezzi dell’ordalia germanica, mirante a stabilire la colpevolezza dell’imputato, con la prova del fuoco, del ferro rovente, dell’acqua bollente o dell’acqua fredda. Beccaria con la sua opera contribuì all’abolizione della pena di morte, alla mitigazione della giustizia e delle pene, sostenne il principio: “Nullum crimen sine lege”, concedendo con ciò spazio al diritto positivo contro l’arbitrio personale dei potenti. Il suo libro era un atto d’accusa contro le atrocità giudiziarie, cioè tortura, denunce segrete, pena di morte e procedura penale in genere; Beccaria volle che la tortura fosse tolta dagli interrogatori giudiziari.

Tuttavia, ancora oggi, gli stati continuano a praticare la tortura, evidentemente non la ritengono inutile, sanno che se dei torturati non parlano perché non sanno niente, altri sanno ma non parlano perché sono degli eroi, altri parlano e forniscono informazioni utili. Non è un mistero, che alcuni torturati, liberati dal carcere, hanno poi confessato, vergognandosi, di aver parlato sotto tortura; le informazioni errate fornite da torturati, sono verificate con altre informazioni estorte ad altre persone.

Tortura viene da tortus o torcere, è coercizione fisica fatta con strumenti di supplizio, con lo scopo di ottenere confessioni e informazioni; è oppressione fisica e psichica ma non brutalità fine a se stessa, perché è utilizzata dallo stato per il fine della confessione e dell’informazione su fatti per esso di rilevanza penale; la adottarono antichi, Inquisizione ed è ancora praticata in tanti stati.

La pena di morte era tanto diffusa nell’antichità perché i popoli nomadi non avevano le carceri e l’applicavano per tanti reati, allora la gradazione delle pene era minore di oggi; altre pene minori erano la mutilazione, il bando ed il risarcimento. Sono stati nomadi, ebrei, greci, germani, arabi, mongoli, turchi, cioè praticamente tutti i popoli; senza nomadismo, gli uomini non sarebbero arrivati in America e in Australia, quindi gli uomini portano un po’ nel DNA l’inclinazione ad applicare questa pena, che spesso non è condivisa solo da stati autoritari, ma anche dalla gente.

Da parte della sinistra, si è contestata anche la potestà punitiva in genere dello stato; cioè, oltre la tortura e la pena di morte, anche i lavori forzati e la carcerazione. A tal fine, alcuni filosofi avevano proposto di dare dei premi a chi si comportava bene invece di punire i rei, perché gli uomini erano determinati nelle loro azioni da problemi psicologici, sociali, culturali e familiari, e quindi irresponsabili.

Recentemente in Italia si è puntato anche su pene alternative alle carceri, a causa del sovraffollamento delle stesse, che richiedono periodiche amnistie, indulti e grazie; però questa materia deve essere esplorata con intelligenza, un giudice ha condannato uno studente, che aveva danneggiato una scuola, a studiare, invece avrebbe potuto condannarlo a fare il manovale durante i lavori di ricostruzione. Sta di fatto che i parenti delle vittime e la società reclamano una vera pena per rei, reclamano la punizione dei colpevoli, oggi concepibile in Italia solo con la detenzione; secondo i punti di vista, la detenzione sembra obbedire a quattro scopi, la correzione del condannato, la vendetta della società, il profitto dello stato e l’isolamento del reo.

La rieducazione dei condannati non ha sempre successo, soprattutto se si parte del dato che l’uomo è determinato nelle sue azioni; è inutile sostenere che un pedofilo condannato è stato rieducato in carcere perché si è comportato bene in attività amministrative, bisogna metterlo a contatto con bambini per verificarlo; è inutile sostenere che chi uccide per distrazione esce rieducato dal carcere, perché si è comportato bene durante la detenzione.

La vendetta è reclamata dalla società e dai familiari delle vittime, lo stato, quando stabilisce delle norme che qualificano dei fatti come reati, punibili con la detenzione, è tenuto a costruire le relative carceri, oppure deve depenalizzare norme e prevedere sanzioni alternative, perché la gente reclama pene certe e non amnistie. La stato ha fatto profitto del lavoro dei condannati, facendoli lavorare gratuitamente nelle navi, nelle manifatture o nelle miniere, mentre alle vittime era riservato, invece del risarcimento, la soddisfazione di veder condannato il reo.

L’isolamento del recluso ha una sua logica, la società chiede di essere protetta da certi criminali e li vuole isolati dal contesto sociale, il che però non significa che le carceri devono essere inumane. A tale proposito, bisogna ricordare che le carceri italiane non sono le peggio del mondo, se i fabbricati sono vecchi, sono stati ristrutturati, in Italia pesa soprattutto il problema del sovraffollamento.

Per quanto riguarda il sistema carcerario italiano, esistono delle curiosità, il lavoro forzato è stato abolito, però le norme affermano che il lavoro in carcere è obbligatorio, perché ha il fine della rieducazione. Di fatto, poiché questo lavoro, anche se con basse remunerazioni, generalmente non esiste per tutti, possono lavorare solo i raccomandati; è la solita schizofrenia dello stato italiano; nelle carceri si lavora per i servizi interni o per imprese appaltatrici esterne.

Bisogna sapere che in Italia un detenuto, con raccomandazione, può essere trasferito in un altro carcere o in una cella migliore, con detenuti più civili. Nelle carceri esiste biblioteca, televisione, cinema, infermeria, chiesa, campo di calcio, officina; se i detenuti lavorano e fanno attività ricreative, sono rinchiusi in cella solo la notte, sono curati e nutriti e nessuno esce dal carcere malnutrito; la mensa delle carceri non è inferiore, per qualità, a quella degli ospedali.

Le celle ospitano circa tre detenuti, dotate di water, lavandino, radio, fornello, dove si può cucinare la roba acquistata in sopravvitto; oltre la mensa per tutti, i detenuti, con il ricavato del loro lavoro, acquistano altri generi dall’esterno, ricevono aiuti anche dai familiari. Al paragone e riguardo a questi aspetti, i militari di leva, con i loro cameroni ed i letti a castello erano trattati peggio. In passato, i detenuti erano reclusi effettivamente e non avevano diritto alla libera uscita, oggi anche loro hanno la possibilità di uscire dal carcere per lavorare.

Le carceri sono divise in sezioni e queste in braccia, ogni braccio ha una guardia di sorveglianza, perciò è forte la richiesta di personale, altre guardie sono all’ingresso del carcere e sul muro di cinta. Tante volte la televisione ha affermato che gli agenti di custodia sono pochi, però senza spiegare perché.

Se un carcere con 120 detenuti ha 60 agenti, non paiono pochi, se i tedeschi avessero avuto lo stesso rapporto nei campi di concentramento non avrebbero avuto uomini per combattere; d’altra parte, accade spesso che lo stato, a causa della sua organizzazione, serve più a dare lavoro che un servizio.

Consideriamo che i 60 agenti vanno divisi in tre turni più un quarto per ferie, malattie e concedi, il che significa che gli agenti si riducono a 15; di questi, almeno cinque sono distolti dal servizio come addetti all’amministrazione, autisti del tribunale, ecc., quindi arriviamo a 10.

E’ il minimo per carceri fatte con l’architettura che si conosce, cioè con i suoi gironi che si vedono nei film americani e italiani. Si afferma salomonicamente che, se non si distogliessero questi agenti dal loro servizio, sarebbe  necessario assumere personale civile, ignorando che spesso il personale civile costa allo stato meno di quello militare. Però le carceri avrebbero potuto essere progettate anche in maniera diversa, cioè più aperte all’interno ma con forte sorveglianza esterna, cioè con recinzioni e torrette; concedendo ai detenuti più libertà di movimento all’interno, si può risparmiare molto personale. A parte i locali adibiti ai servizi, i detenuti potrebbero essere alloggiati in camerette singole o plurime; inoltre, il lavoro dovrebbe essere garantito a tutti.

Nelle carceri italiane, a causa della scarsa recettività, non finiscono più i piccoli delinquenti; tuttavia, si afferma spesso che in carcere ci sono tanti detenuti in attesa di giudizio, ma ci si riferisce ai detenuti appellanti ma già condannati in primo grado. In altri paesi, i condannati in primo grado sono considerati definitivi e non in attesa di giudizio, anche se si possono appellare; i nostri numerosi gradi di giudizio servono ad incrementare il lavoro degli avvocati, la sentenza definitiva arriva dopo molti anni.

 

Nunzio Miccoli   www.viruslibertario.it   numicco@tin.it

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DOVE ABITA L’OMERTA’

 

Normalmente, per omertà s’intende il silenzio complice o timoroso e la non collaborazione con le forze dell’ordine sui fatti di mafia. Il primo è il silenzio di altri mafiosi, il secondo quello dei comuni cittadini; entrambi possono essere definiti discrezioni consapevoli sui fatti di mafia e servono a coprire dalle responsabilità gli autori di delitti. Questa discrezione sui fatti interni censurabili, comunque, non è tipica solo della mafia, ma anche dei partiti, delle imprese, degli eserciti, nella chiesa e dello stato; poiché esistono delle norme di legge che qualificano dei comportamenti come delittuosi, in queste organizzazioni si è richiesta la discrezione interna, perché questi comportamenti non trapelino all’esterno, con grande scandalo.

Dopo gli scandali che hanno colpito la chiesa, cioè speculazioni finanziarie, pedofilia, omicidi, ecc., la chiesa, sempre incline a favorire la censura ed il segreto su fatti censurabili, con Benedetto XVI. ha ribadito ancora, che le indiscrezioni su fatti delicati della chiesa non potevano essere portate all’esterno. Troppe volte, nella storia della chiesa, gli stessi suoi membri, li avevano portati a conoscenza del grande pubblico, soprattutto a mezzo stampa.

Nell’esercito, nella pubblica amministrazione e nelle imprese, si tutelano i segreti militari, i segreti di stato, i segreti d’ufficio, i segreti d’amministrazione ed i segreti d’impresa. Secondo la legge, il segreto d’ufficio non può coprire gli illeciti, di fatto, accade che ai membri di una struttura è richiesta la discrezione anche sui fatti censurabili. I servizi segreti sono nati anche per fare operazioni illecite e segrete, la segretezza è tipica delle società segrete, spesso dedite ai complotti; della repubblica si afferma che dovrebbe essere trasparente ma non lo è, a causa dei segreti di stato che essa gelosamente custodisce.

In Italia lo stato viola spesso la costituzione con le leggi ordinarie, viola la legge ordinaria con la prassi dell’ordinaria politica; così riesce a fare favori agli amici negli incarichi, nelle assunzioni e negli appalti, chiedendo complicità e segreto a tutti quelli che sono coinvolti in queste operazioni. Le imprese chiedono ai dipendenti il segreto su appalti, quando violano i segreti industriali, quando inquinano, quando fanno illecita concorrenza, quando evadono tasse e quando fanno falsi in bilancio. Omertà e illecito abitano nello stato e nelle imprese, l’omertà e la segretezza presuppongono l’illecito; l’omertà non è solo di mafia, ma anche statalista o liberista.

I dipendenti pubblici e privati, che custodiscono questi segreti, ricevono stipendi più alti, non in base al loro lavoro, ma in base all’importanza dei segreti che devono custodire. Anche gli operai delle industrie, di solito, per timore, mantengono il segreto sulla violazione delle norme sull’inquinamento e sulla sicurezza sul posto di lavoro. I dirigenti custodiscono segreti più importanti di quelli conosciuti dagli impiegati,  potrebbero ricattare e perciò sono pagati di più  per portarsi questi segreti nella tomba.

 

Nunzio Miccoli   www.viruslibertario.it   numicco@tin.it

 

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LA DOPPIA LEGISLAZIONE E LA DOPPIA GIURISDIZIONE

 

In diversi paesi europei, come la Gran Bretagna, l’Italia e la Svizzera, si afferma che sia opportuno ammettere la sharia per gli islamici residenti; in questo modo lo stato accetterebbe una legislazione concorrente, con i suoi tribunali islamici, che avrebbero una funzione arbitrale, nel senso che le parti islamiche decidono di sottoporsi volontariamente a questi tribunali, sottraendosi a quelli dello stato, il quale poi riconoscerebbe queste sentenze private.

Bisognerebbe affermare che la sharia contiene principi giuridici medievali e barbarici, superati dai paesi moderni; in occidente, la sharia sarebbe un passo indietro nella storia della civiltà e creerebbe disparità di trattamento tra i cittadini, davanti alla legge e davanti alla costituzione. Le discriminazioni investirebbero i campi della libertà di religione, della libertà di pensiero, della libertà di stampa, dei diritti della donna, dei diritti degli animali, ecc; perciò l’Europa sbaglierebbe a cedere su queste concessioni.

Però la storia bisogna raccontarla tutta e non bisogna fare gli storici o i giornalisti di corte o di partito; non è esatto sostenere che la doppia legislazione e la doppia giurisdizione non siano mai esistiti o che siano sconosciute; a Roma, in certe epoche, i romani riconobbero autonomia giurisdizionale agli ebrei, sempre a Roma, in certi momenti, nel primo medioevo, esistevano giurisdizioni concorrenti; i romani e i bizantini avevano il codice Giustiniano, i longobardi, il loro codice, i franchi, il loro codice.

I cittadini si sceglievano liberamente la giurisdizione; in caso di matrimoni misti, i coniugi sceglievano la giurisdizione a loro comune, i romani erano onorati quando i germani sceglievano il diritto romano; naturalmente, ne nacque una grande confusione e incertezza nel campo dell’applicazione delle norme e, con il tempo, queste legislazioni e giurisdizioni concorrenti furono abolite. Oggi in Italia il quadro legislativo è già troppo confuso, non occorre confonderlo ulteriormente con la sharia che, peraltro, creerebbe discriminazioni.

La doppia legislazione e la doppia giurisdizione è sempre stata celata nei nostri codici; quando si stabilisce che gli aristocratici sono “legibus soluti”, su alcune o tutte le materie; quando altre hanno giurisdizione autonoma, come i membri del clero, quando si afferma che alcuni sono irresponsabili e non soggetti alle norme degli altri, coma la crema dei nostri politici, che hanno franchigie e privilegi; in tutti questi casi si afferma una diversità di trattamento, dei privilegi ed una discriminazione legislativa permessa dallo stato, si sancisce una doppia legislazione e una doppia giurisdizione.

Sgarbi è stato condannato a pagare 40 milioni di risarcimento ad una signora alla quale aveva dato della “stronza”;  se un onorevole dà dello “stronzo” ad un altro onorevole, poiché è irresponsabile per le opinioni espresse in parlamento, avendo espresso un’opinione, è irresponsabile. Quindi la diversità di trattamento è una norma dello stato e la costituzione (art.3) è una truffa.

Nel medioevo la chiesa aveva i suoi tribunali con i quali sottraeva i preti alla giurisdizione unica dello stato e li poteva giudicare secondo le sue norme, anche per i reati comuni. Oggi in Italia esiste una doppia legislazione, perché esistono leggine a favore degli amici, elusioni fiscali a favore degli amici, irresponsabilità dei politici; per atti uguali, alcuni cittadini sono sanzionabili ed altri no, alcuni sono sottratti alle tasse. E’ per questa ragione che i musulmani chiedono di non essere sanzionati se sono poligami, se uccidono la moglie per adulterio, se uccidono gli apostati e se maltrattano gli animali, perché la sharia non condanna questi loro comportamenti.

Oggi l’extraterritorialità riconosciuta alle ambasciate sottrae residenti stranieri alla legge dello stato, si affermerà che non sono cittadini italiani, però nemmeno i musulmani sono tutti cittadini italiani. Ancora oggi in Italia, la doppia giurisdizione esiste con i tribunali speciali, come la magistratura delle acque, i tribunali amministrativi, le commissioni tributari ed i tribunali militari; in Italia la giurisdizione unica è una favola, com’è una favola l’eguaglianza dei cittadini avanti alla legge e l’obbligatorietà dell’azione penale, lo stato si fa beffe dei cittadini.

Il concordato è una legislazione di favore, che ha creato privilegi, concessi alla chiesa cattolica e negata alle altre religioni e agli atei; l’obiezione di coscienza nei servizi dello stato discrimina i cittadini e crea franchigie per medici adibiti ad un servizio; il medico può rifiutarsi di fare il suo dovere, perché una norma glielo consente; su questa falsariga, i musulmani chiedono di non essere denunciati se i medici scoprono delle donne infibulate, cioè con lesioni gravi, denunciabili obbligatoriamente d’ufficio, secondo la legge applicata agli altri cittadini.

La doppia legislazione e la doppia giurisdizione reclamata dagli islamici non è una novità e poiché lo stato non è coerente, non è serio e ci succhia sangue, per scelte opportunistiche della politica, potrebbe concederla, prima o poi; dopotutto i musulmani votano e domani potrebbero essere anche alleati di governo. Oggi ciò non pare possibile, ma con il tempo, bisognerà vedere che governi avrà l’Italia tra cento anni, qualcuno sta già lavorando per reintrodurre il medioevo, non abbiamo già le corporazioni professionali, i pedaggi autostradali ed il Vaticano in casa..

In Italia, le discriminazioni previste dalla legge sono numerose e baipassano sempre la costituzione; la legislazione di favore è sempre una doppia legislazione, lesiva dell’art.3 della costituzione; con le sue franchigie a favore di religioni, sessi, nazionalità, non ha fa altro che concedere favori e violare il principio d’eguaglianza dei cittadini avanti alla legge. Il fatto è che la politica non può reggere senza distribuire favori a chi conta o ha un peso; se tutti fossero uguali avanti alla legge, non si potrebbe più fare un favore a nessun amico e non si potrebbe nemmeno chiedere in cambio una mazzetta o un voto.

 

Nunzio Miccoli  www.viruslibertario.it   numicco@tin.it 

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L’INDIPENDENZA DELLA MAGISTRATURA

 

Di solito si afferma, come principio per i sudditi, ma è una burla, che gli organi dello stato ed altre importanti istituzioni, soprattutto a livello superiori, devono essere indipendenti o autonome e assumersi responsabilità; però, regolarmente, ciò non avviene mai, lo stato, infatti, ha legalizzato l’irresponsabilità a livello economico, con le società di capitali e le finanziarie, ed a livello politico ha sancito l’irresponsabilità del presidente della repubblica, del capo del governo e dei membri del parlamento.

La ventilata separazione degli organi dello stato, dovrebbe servire a prevenire le invasioni di campo, le quali avvengono in realtà sempre; infatti, il governo fa anche le leggi, mentre la magistratura e i sindacati, che non sono organi, pongono i veti sulle leggi proposte, funzione che dovrebbe essere riservata al presidente della repubblica; inoltre i partiti, che non sono organi, hanno svuotato degli altri poteri il parlamento, come lo hanno fatto le Autority. Oggi siamo prossimi ad un’altra involuzione, l’Unione Europea vuole svuotare di sovranità stati e parlamenti nazionali, mentre la sovranità del popolo non si può svuotare perché non è mai esistita da nessuna parte; bisognerà vedere che fine faranno autonomie ed locali e governi locali.

L’autonomia è invocata per garantire l’indipendenza della magistratura dall’esecutivo e del parlamento rispetto al governo, in realtà il parlamento è suddito del governo, perché ha rinunciato ad una sua autonomia legislativa, anche per sua incapacità di esprimersi, oltre le polemiche. In Italia, storicamente, le candidature al parlamento ed ai consigli comunali, sono passate al vaglio dei governi, cioè dal ministro degli interni, calpestando la sovranità popolare, il che significa che gli organi direttivi dei partiti erano collusi con il governo.

Dal che deriva che la democrazia è una farsa e che la preferenza espressa dal popolo alle elezioni è solo una formalità; del resto, in tutto il mondo, il potere si deve salvaguardare; in casi estremi, coopta qualcuno dall’opposizione e in qualche altro caso, se non riesce a condizionarlo, cerca di impedirne l’arrivo al governo, magari lo fa anche ammazzare. Questo sistema ha favorito il trasformismo, da Crispi, a Giolitti a Mussolini, fino ad oggi

Si enfatizza che l’indipendenza della magistratura è una bella cosa, però quasi mai, nella storia dei paesi, la magistratura è stata indipendente dal governo; la magistratura dipende dal governo quando è stipendiata da esso, perciò si deve attenere alle sue leggi; la ventilata autonomia potrebbe significare autonomia dai partiti e dalla politica, però i magistrati ci rinunciano quando fanno politica e quando, per opportunismo, seguono, come la stampa, il vento che tira.

Solo in pochi periodi, se la legge lo consentiva, i magistrati sono stati indipendenti e solo a livello personale e non come classe; istrionismo, arrivismo e opportunismo consigliavano prudenza alla loro maggioranza; questi pochi coraggiosi hanno anche sacrificato la loro vita per la giustizia. E’inutile invocare l’autogoverno della magistratura, se i magistrati, per convenienza e carriera, sanno rinunciarvi, Mussolini affermava che non c’erano contrasti con la magistratura se questa si limitava ad applicare le sue leggi; le sentenze creative sono solo ossequiose ad un partito; però la giurisprudenza inglese è fonte di leggi con le sentenze, quindi anche in Italia ora c’è chi afferma che la sentenza è la legge dal caso concreto.

Però le leggi sono tante, oscure, scritte male, prolisse, contraddittorie, frutto di compromessi e ambigue, spesso sono in contrasto con la costituzione; è possibile che questo caos sia stato voluto dalla lobby degli avvocati che siede in parlamento, infatti, nel caos dell’interpretazione delle leggi, aumenta il lavoro degli avvocati,aumentano cause e ricorsi , anche gli avvocati hanno famiglie da mantenere.

Si sa che la cassazione è stata creata anche per cancellare sentenze scomode al potere; i magistrati, per soggiacere al governo e rinunciare, nella realtà all’indipendenza, hanno svolto un’azione ricattatoria verso lo stato, per avere stupendi più elevati, carriera automatica, privilegi e altri incarichi remunerati. Questo tipo di consociativismo e la mancanza di controlli e indipendenza tra gli organi dello stato hanno impedito una riforma dell’Italia. I poteri, malgrado le apparenze, lavorano sostanzialmente in sintonia, per ingessare il paese e per non riformare, per difendere i privilegi, complici anche sindacati ed informazione.

Se alcuni magistrati, alcune volte, sono stati sacrificati, la maggioranza è da sempre supina al potere, perché così vuole la legge o perché così vogliono loro; non facciamoci ingannare, anche i sindacati, in pubblico, fanno finta di difendere i lavoratori e gli avvocati, in pubblico, fanno finta di condividere le ragioni dei loro assistiti. Tutte queste categorie sono attratte dai favori che il potere può distribuire, il popolo non è tutelato da nessuno, perciò non cambia niente e le riforme vere non si fanno, si proteggono gli amici, si cambia il nome alle cose e tutto continua come prima, con un governo di destra o di sinistra.

Se i diritti e le leggi fossero certi, ci sarebbero meno ricorsi giudiziari e meno lavoro per gli avvocati, se i gradi di giudizio fossero minori ci sarebbero meno ricorsi e meno lavoro per giudici e avvocati; se le leggi fossero certe, di significato univoco e scritte meglio, non si dovrebbe spiegarne il contenuto agli amici, per riceverne in cambio un favore, un voto o una mazzetta.

 

Nunzio Miccoli   www.viruslibertario.it   numicco@tin.it

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IL PARASSITISMO

 

La parola sprechi sa un po’ d’eufemismo, sono sprechi gli impiegati dello Stato assunti in soprannumero o che fanno finta di lavorare, i dirigenti e politici in soprannumero o pagati in eccesso; nel nostro paese l’economia della corruzione s’integra sempre di più con l’economia del crimine, lo Stato sembra tutelare più i grandi personaggi e quelli da loro protetti che i semplici cittadini.

In Italia tanti ex deputati, già premiati con pensioni di favore, occupano incarichi retribuiti presso enti, perché uomini di fiducia del potere occulto, la corruzione politica vi è praticata su vasta scala; le banche lesinano i finanziamenti ai piccoli imprenditori o li indirizzano agli usurai, però finanziano tranquillamente grandi aziende in dissesto, ma amiche dell’élite. Con la corruzione, si è ottenuto credito con poche garanzie

Con la collaborazione del sindacato, si sono dati soldi ad imprese dissestate, con la scusa di difendere i posti di lavoro, ma poi i licenziamenti sono avvenuti ugualmente. Nell’economia della corruzione e della mafia, l’amicizia è più forte della legge e la tangente è inevitabile, il finanziamento ai partiti è stato una scusa per arricchire i singoli politici che, praticano l’estorsione, ricattano e si fanno corrompere. Il bancarottiere Sindona era socio del Vaticano ed in rapporti con i sevizi segreti e la mafia, la loggia massonica P2 era contigua a mafia, Sindona, Gelli, Calvi, Vaticano e massoneria. Il Banco Ambrosiano e l’IOR erano luoghi d’incontro tra finanza vaticana e mafia, oggi in occidente prevale l’economia della speculazione su quella della produzione.

La mafia si è infiltrata nelle amministrazioni pubbliche e perciò gli appalti pubblici, complici i partiti, hanno favorito la mafia. In Italia suoi conti dello Stato non si riesce a capire nulla, sono falsi i bilanci dello Stato (lo ha riconosciuto Fazio), dei partiti, dei sindacati e della Chiesa; però lo Stato, applicando la doppia morale, vuole perseguire le piccole imprese per falso in bilancio. Sono tante le omissioni dei media, che per favorire i centri di potere si autocensurano volentieri, però la mancanza di notizie genuine favorisce l’espansione dei poteri occulti e la morte della democrazia. In Italia, in barba all’articolo tre della costituzione, sono state fatte le leggi elusive fiscali per favorire gli amici; inoltre, si sono fatte speculazioni enormi e senza controlli da parte degli organi dello Stato.

Per dare un’immagine migliore dell’azienda, grandi imprese hanno praticato la cosmesi di bilancio, in barba al reato di falso in bilancio; il mancato controllo valutario italiano è servito a favorire gli speculatori italiani e stranieri sul cambio della lira; Sindona ha dichiarato che lo ha fatto anche il Vaticano, mentre la Banca d’Italia non faceva i controlli. Sindona ha detto che, con protezioni politiche e appoggi della Banca d’Italia, gli istituti di credito esportavano illecitamente lire e ne scaricavano le perdite sulla collettività. Una parte del terrorismo italiano potrebbe essere stato utilizzato per favorire le periodiche svalutazioni della lira e arricchire gli speculatori.

Al popolo si chiede di lavorare, combattere, fare figli e contribuire fiscalmente, però di tasse si può anche morire, le tasse hanno fatto scoppiare le rivoluzioni; il potere sa che il popolo, per consumare, deve avere un reddito, però è frustrato quando vede nei sudditi un certo benessere e perciò pensa sempre di essere stato defraudato dall’evasione fiscale. Stalin, dopo aver tolto tutto il grano ai contadini ucraini, poiché non morivano tutti di fame, li accusava di aver nascosto il grano, cioè, in pratica, d’evasione fiscale.

Lo Stato ha inventato tante tasse, per togliere gran parte del reddito ai cittadini, le guerre si sono fatte scoppiare periodicamente, per togliere loro le ultime ricchezze rimaste, dopo l’esazione fiscale; infatti, per poter vivere, con le guerre ci si liberava di risparmi, crediti, preziosi e terre e la ricchezza si concentrava. Le guerre sono sprechi che costano sacrifici al popolo, ma sono un affare per gli speculatori e fornitori d’armi, anche per quelli che sono dietro lo Stato, cioè per gli azionisti occulti dell’impresa statale.

Anche nella pubblica amministrazione si annida il parassitismo, gli alti burocrati sono conformisti, insicuri e timorosi di assumersi responsabilità, sono legati alla politica e confidano sui regolamenti; di fronte ad un problema, creano un ente pubblico o un ufficio ai quali assegnano fondi e nuovo personale da assumere; lo Stato dà lavoro ma non i servizi, la bassa produttività della pubblica amministrazione è servita a dare più posti di lavoro agli amici.

La spesa pubblica è cresciuta anche perché ogni partito di governo ha dovuto fare assunzioni e concedere miglioramenti ai dipendenti pubblici, già meglio pagati di quelli privati e con possibilità di andare in pensione prima; intanto i piccoli imprenditori privati lottavano per stare nel mercato, cercando di contenere il costo del lavoro, sospettati d’evasione fiscale. Se nella pubblica amministrazione esistono ottimi impiegati, preparati e ligi al dovere verso i cittadini, ma proprio per questo, emarginati, in generale, la burocrazia è ligia al potere e disprezza la gente comune. La classe burocratica è l’alleato ideale di un progetto di sfruttamento, reso possibile in cambio di privilegi per i super-burocrati.

La burocrazia è stata nemica naturale del mercato e dei piccoli imprenditori, visti con sospetto, a causa del loro carattere indipendente e perché accusati d’evasione. La burocrazia parassitaria premia i furbi ed emargina idealisti indipendenti, impedisce il confronto critico. Oggi i gangli del potere accademico, giornalistico, scientifico e dei magistrati, sono stati appaltati agli amici dello Stato, perciò, per risolvere un problema e il problema della disoccupazione, si aumenta il numero dei burocrati. I super-burocrati dipendono dai politici per la loro sopravvivenza, i loro privilegi e la loro carriera, schiacciano il cittadino.

Questi burocrati, vivono d’attività inutili e impongono procedure assurde, ciò avviene perché si sentono inutili, non capiscono lo scopo del loro lavoro; ogni gerarchia dello Stato è così, soprattutto quella militare, queste personalità sono terrorizzate dal dover prendere decisioni autonome, con il rischio di svelare la propria inadeguatezza, perciò preferiscono obbedire. Cattedre universitarie e ospedali sono state distribuite, a discrezione di partito, premiando mediocri e conformisti, isolando personalità creative e indipendenti, perciò oggi, gran parte della cultura, è incapace di pensare in maniera innovativa.

Il problema della classe dirigente non è solo italiano, i nostri intellettuali dimenticano sempre di ricordare che, tra le causa della povertà del terzo mondo, vi è la loro classe dirigente e non solo le multinazionali; in quei paesi l’unica ricchezza, rappresentata dalla terra, è concentrata in poche mani, perciò ci si può arricchire solo con la politica. Il capitalismo speculativo, nei suoi elementi costituitivi, esisteva fin dal tempo antico, con il profitto, la speculazione e lo sfruttamento; prima del capitalismo moderno, esistevano banche, tasse, banconote e la partita doppia in contabilità; quindi, sarebbe più esatto parlare di continuità del sistema di parassitismo insito nel corpo dello Stato.

In biologia si distingue il simbionte dal parassita, il primo dà qualche cosa all’organismo che lo ospita, però riceve più di quello che dà, il secondo non dà niente; perciò si potrebbe parlare anche di parassitismo sociale minore o maggiore, dipende dal punto di vista e dal ruolo rivestito da ciascuno nella società. Gli animali che si nutrono di vegetati, sono parassiti puri delle piante. Non bisogna dimenticare che il parassitismo è la prima legge della materia biologica e gli uomini sono imparentati con gli animali e gli aristocratici con i servi. Dobbiamo essere maturi e riconoscerlo, è esatto parlare d’atavica inclinazione al parassitismo tra piante, animali e uomini.

Agli uomini piace di vivere del lavoro degli altri, a tutti i livelli, anche ai rappresentanti dei lavoratori; i primitivi e gli animali predatori non nascondono le loro bravate e se ne fanno gloria, considerano normale la predazione; di fronte alla domanda sulla differenza tra bene e male, un primitivo rispose: “Se io uccido un mio nemico è bene se mi uccide lui è male”.  Dopo anni d’evoluzione l’uomo si è differenziato dagli animali e dai primitivi, perché non si può vantarsi in pubblico dei suoi bassi istinti, in pubblico fa solo il predicatore. L’uomo, in altre parole, può predicare l’eguaglianza di giorno e rubare la notte; sotto quest’aspetto, il predicatore è l’uomo più evoluto dell’umanità, poiché fatte poche debite eccezioni, gli istinti umani sono generalmente ancora bassi, si può affermare che l’uomo è ipocrita.

Il primitivo minacciava di ucciderti, ti uccideva e poi si vantava in pubblico per la sua bravata e il suo valore; nelle stesse circostanze, in pubblico, un uomo moderno e predicatore direbbe che è contrario all’omicidio e al furto, non solo per timore della legge. Accanto ai predicatori religiosi esistono quelli laici della politica; c’è da dire che lo Stato non ha incoraggiato l’evoluzione morale dell’uomo, ma ha selezionato e coltivato i furbi, emarginando gli uomini migliori, però lo ha fatto anche il mercato.

Gli uomini solo coltivati nell’illusione, dalla scuola e dall’informazione autocensurata, i parassiti esistono anche tra i non capitalisti e tra i lavoratori, alcuni di questi sono pagati il doppio e lavorano la metà di altri che svolgono la loro mansione nello stesso posto. Ieri, come oggi, i servi e quelli che lavorano di più o producono di più sono pagati di meno e godono di minore considerazione sociale.

In Italia esistono lavoratori dipendenti e professionisti che guadagnano più di piccoli imprenditori, ci sono sindacalisti cooptati dal sistema, diventati dirigenti, naturalmente in conflitto d’interesse, con lauti emolumenti. Stesse considerazioni per i politici che siedono in parlamento. La lotta al capitalismo dovrebbe essere rivolta contro i grossi capitalisti speculatori, mentre la piccola proprietà ed i piccoli imprenditori, oppressi da uno Stato fiscale, andrebbero tutelati.

Della classe dirigente del mondo, cioè dell’élite planetaria, fanno parte grandi finanzieri, grandi aristocratici del mondo e la chiesa cattolica; le multinazionali sono controllate da questi soci di riferimento. La storia insegna che le fortune finanziarie si sbriciolano con le inadempienze e con l’inflazione e che le industrie decadono quando cade la domanda, a causa dell’impoverimento, della concentrazione della ricchezza, della delocalizzazione e della schiavitù da debito.

Di fronte questa prospettiva, oggi si accaparra terre e oro, come nel medioevo, che potrebbe tornare, in Italia abbiamo già schiavi, corporazioni, pedaggi autostradali ed il Vaticano onnipotente. Nel terzo mondo non si fa una riforma fondiaria a favore dei senza terra, lì la proprietà della terra è concentrata; l’America è in crisi, a causa dei debiti dello Stato, delle imprese, delle famiglie e del deficit commerciale.

Questi debiti sono stati colmati con investimenti dall’estero che, affluendo in borsa, hanno acquistato quote crescenti d’imprese e titoli del debito pubblico; tra gli investitori sono le classi dirigenti del mondo, soprattutto aristocratici, mafiosi e Vaticano; i finanzieri sono spesso solo dei prestanome. E’ sbagliato delocalizzare la produzione industriale all’estero e deindustrializzare come hanno fatto Usa e Inghilterra ed ora anche l’Italia; solo la produzione fisica d’industria, artigianato e agricoltura crea vera ricchezza, le altre categorie di ricchezze sono parassitarie.

Il neo-capitalismo hi mirato prima alla concentrazione del denaro, distruggendo il piccolo risparmio, poi alla concentrazione della ricchezza espressa da beni durevoli, come i preziosi, le opere d’arte, le terre, gli immobili prestigiosi e le imprese strategiche. Così operando, dovrebbe portare alla disoccupazione ed all’impoverimento generale; dopo aver favorito sprechi, inquinamento, speculazioni, dopo aver premiato i furbi e gli scambi esasperati, invece di favorire la produzione e lo scambio locale.

Come già i paesi cristiani, oggi l’Islam è nazionalista e, per la sua espansione, usa la religione, dopo essersi appoggiata al nazismo contro gli inglesi e al comunismo contro gli Usa e Israele; oggi usa il fondamentalismo, però la politica si fa anche con la guerra, con il terrorismo, con la rivoluzione, con i complotti, con gli attentati, con le inchieste di stampa e della magistratura, con la scomunica e con il sesso; tutti strumenti usati per la lotta per il potere e l’egemonia. Gli stati, con la solita doppia morale, per accaparrare la terra, si sono fatta la guerra, mentre all’interno vietavano ai contadini di reclamare od occupare la terra altrui; l’accumulazione parassitaria delle ricchezze è stata fatta con le guerre, la pirateria, l’usura, lo sfruttamento e l’espropriazione fiscale dello Stato e della mafia.

La concentrazione della ricchezza conviene alla ristretta oligarchia mondialista, perché quando arriverà il momento, sarà più facile espropriare un superricco che diecimila piccoli proprietari; è noto che i soldi si rubano dove sono concentrati. Un giorno, i soldi depositati in America dai potenti del mondo, non saranno restituiti ai creditori politici e mafiosi, che non potranno nemmeno reclamare, perché dovrebbero spiegare da dove viene la loro ricchezza, ne nascerà una crisi gravissima tra America e resto del mondo.

L’America potrebbe rispondere: avete invitato a rimettere i debiti esteri, noi siamo il paese più indebitato al mondo, abbiamo deciso di denunciare unilateralmente il nostro debito anche perché, quando l’Europa s’indebitò con noi, con la prima e la seconda guerra mondiale, non rimborsò interamente il suo debito; se aggiungete a questi crediti insoluti gli interessi n’avrete una bella cifra.

In Politica estera esiste doppiezza, tradimento e diplomazia parallela, i servizi segreti lavorano al di fuori della legalità, altrimenti sarebbero servizi palesi; lo Stato raccomanda ai sudditi di rispettare i contratti, di non uccidere, di non rubare, tutte cose che esso fa con naturalezza, come un predicatore.

Invece di alimentare i debiti dei paesi poveri, per indurli in una schiavitù neo-coloniale, come quella di privati, invece di inviare ai paesi poveri aiuti in denaro, per lo più, regolarmente sparito durante il trasferimento, questi paesi dovevano essere aiutati a scavar pozzi e ad irrigare, viceversa hanno mirato a privatizzare anche la loro acqua. Il debito dei paesi poveri è nato per alimentare i consumi, con prodotti importati, delle loro classi dirigenti e per acquistare armi dall’estero; a volte, il denaro ricevuto con i debiti accessi all’estero è stato depositato nei paradisi fiscali, mentre ai poveri sudditi è rimasto il debito da rimborsare; a causa di questa massa di debiti, ora il mondo è sul baratro del collasso finanziario.

Acque, boschi e miniere dovrebbero appartenere alle comunità locali e non agli stati o alle multinazionali; gli stati sono diretti da banditi, anche la classe dirigente dei paesi poveri fa paura. L’abuso di credulità popolare viene dal commercio, dalla politica e dalla religione, non c’è differenza tra una promessa commerciale, una promessa elettorale e la promessa del regno di Dio; gli uomini sono allevati nella credulità, perché devono essere governati, tassati e sfruttati.

La solidarietà è sfruttata da organizzazioni grandi e piccole, l’istinto allo sfruttamento ed al parassitismo è diffuso e innato, l’uomo aspira ad elevarsi sugli altri uomini e non all’eguaglianza, può farlo solo mettendo un piede sulla loro testa; chi parla d’eguaglianza, aspira in realtà al privilegio e al potere; per cacciare una classe dirigente, non si può dire al popolo di volersi sostituire ad essa.

I cristiani, da perseguitati, predicavano eguaglianza e tolleranza, al governo divennero intolleranti, come tanti rivoluzionari e tanti signori della guerra; come tutti i rivoluzionari, in Egitto, chi voleva abbattere una dinastia, affermava di difendere gli interessi del popolo, che soffriva per la povertà e le tasse. I gloriosi achei furono scalzati dai dori di Sparta e divennero i loro schiavi iloti, c’è da giurare che i dori, immigrati su quelle terre, all’inizio volevano solo l’eguaglianza, come oggi gli islamici in Europa, che rischia di soccombere sotto una marea islamica.

L’eguaglianza legale, giudiziaria, economica e sociale è svantaggiosa, perché con essa se ne hanno attività e passività, mentre con il privilegio si hanno solo vantaggi; si è al disopra degli altri, non si fanno lavori fisici e faticosi, limitandosi a predicare; insomma, quando si sogna, si sogna l’eguaglianza o di vincere alla lotteria? Contro lo spirito della costituzione, lo Stato italiano ha pensato bene di favorire i suoi amici con leggi ordinarie che hanno concesso loro dei privilegi.

La Cassazione ha cancellato sentenze scomode, la Consulta ha emesso sentenze assurde di costituzionalità e anticostituzionalità, i magistrati hanno dormito, hanno avocato, hanno fatto politica, hanno emesso poche sentenze, hanno assolto senza ragione, hanno archiviato, hanno mandato processi in prescrizione. In compenso sono stati coperti di privilegi. Nel mondo manca, da sempre, una magistratura indipendente, perché il potere non ha mai volute che gli uomini fossero veramente uguali davanti alla legge ed alla giustizia. In questo mondo, capita spesso che la polizia sia collusa con la criminalità.

Nella sanità, abusando della credulità popolari, si punta su cure costose e dannose alla salute, ma profittevoli per professionisti e multinazionali. Nella sanità, si sono pagate delle valvole per il cuore, che non funzionavano, sei volte il costo d’importazione, i progressisti non hanno mosso critiche alle cliniche private della Chiesa, ma hanno rinfacciato ai commercianti di raddoppiare i prezzi. Lo Stato si comporta come un’impresa economica che ingrassa tanti parassiti, quando la sinistra è con lo stato è dalla parte di privilegiati. Il parassitismo è interno allo Stato e nel mercato, all’interno dello Stato e nei rapporti tra stati.

Oggi lo strabismo politico e la disinformazione tenta di far passare per parassiti tutti i pensionati; bisogna però riconoscere che possono essere accusati di parassitismo coloro che hanno fatto rapida carriera negli ultimi anni di lavoro, per prendere pensioni privilegiate, come coloro che hanno pensioni privilegiate, in deroga alle riforme delle pensioni di Dini e Treu; anche i politici, che hanno pensioni privilegiate, possono essere considerati dei parassiti della previdenza pubblica.

Lo sono anche i professionisti che hanno versato pochi contributi per la pensione presa, quelli che hanno avuto pensioni regalate con i prepensionamenti, anche se avrebbero potuto lavorare, quelli che hanno ricevuto pensioni d’invalidità false; lo sono i sindacalisti e i dipendenti dei sindacati e dei partiti che hanno avuto pensioni senza contributi.

Il parassitismo ed il falso assistenzialismo si annida nei conti dell’Inps, che ha confuso gestione previdenziale con quella sociale, mentre quella puramente previdenziale non è passiva e perciò oggi, chi lavora 35 anni senza fare carriera, non necessiterebbe d’innalzamento dell’età della pensione, prevista a 58 anni. Chi ha lavorato 35 anni, senza fare carriera, mediamente non riceve più di quello che ha versato, se qualcuno vive a lungo altri muoiono appena andati in pensione.

Tralasciando i lavoratori pubblici, protetti da partiti, sindacato, vescovo o mafia, in generale, il lavoro subordinato è alienante, il lavoratore subordinato non ha autonomia, è frustrato per come sono trattati gli utenti e i clienti, per l’incompetenza dei capi e per i disservizi interni, perciò non vede l’ora di andare in pensione. Sono gli alti dirigenti e i generali che non vorrebbero mai andare in pensione, per non perdere i loro privilegi e la loro posizione e non sentirsi dei cittadini comuni come gli altri; i demagoghi chiamano questo atteggiamento attaccamento al lavoro che mancherebbe agli operai. I lavoratori subordinati vorrebbero andare in pensione a 58 anni e la gestione previdenziale, con i contributi versati, lo permetterebbe ancora.

Dovrebbero poter andare in pensione a 58 anni soprattutto quelli che hanno un genitore anziano da assistere o un figlio handicappato, mentre quelli con la salute malferma, anche prima di quell’età, potrebbero essere mantenuti nel posto di lavoro, facendoli lavorare mezza giornata a salario pieno. Bisogna dire che un disegno politico mira a far morire i lavoratori subordinati nel posto di lavoro; fino all’ottocento, esisteva una tradizione che sta per ritornare, la quale postulava che gli operai dovevano morire di fatica nel posto di lavoro, mentre le pensioni andavano date solo ad amici, cioè alle categorie privilegiate e parassitarie; nel mondo antico e medievale le pensioni le prendevano solo guardie pretoriane, maestri di palazzi, concubine, favoriti e favorite.

Facendo morire i lavoratori in età inoltrata sul posto di lavoro, si trasformerebbe l’Inps in un’impresa economica molto redditizia per “Lor Signori”, come lo sono già la sanità e lo Stato. Oggi a 58 anni si è nonni, perché una generazione è in media di 29 anni, da nascita a nascita, ci si occupa di nipotini, si aiutano i figli in casa, si assistono vecchi e i figli che lavorano, si aiutano anche economicamente; a volte si fa anche del volontariato. Se andasse in pensione a 65 anni, non si avrebbero più le forze e il denaro, perché le pensioni non sono indicizzate, e lo stato dovrebbe subentrare in questo ruolo; però, non è escluso che a qualcuno, a 65 anni, non manchi denaro e salute, ma non bisogna generalizzare

I vecchi una volta erano tenuti in conto, venerati e rispettati e non tollerati come oggi, però gli esperti affermano che sono un peso, non importa che abbiano lavorato da giovani, magari da 15 anni, che i loro figli hanno incominciato a lavorare a trenta anni da loro mantenuti; si afferma invece che, a causa di questi vecchi, pensionati a 58 anni, i figli devono lavorare fino a 65 anni.

Ora voglio parlare dell’allungamento della vita che è divenuto un dogma, ho chiesto dati aggiornati all’Istat sulle tendenze al riguardo negli ultimi anni, ma non ho avuta risposta; so che in America la durata della vita è di quattro anni  più corta rispetto all’Italia. Nel nostro paese le morti sono più delle nascite, il che significa che, poiché la maggior parte dei morti sono vecchi o anziani, che l’età media della popolazione diminuisce, con un ringiovanimento della popolazione; ma ciò va contro il dogma della popolazione che invecchia, ripetuto dai media.

I miei bisnonni morirono tutti ad oltre gli ottanta anni di morte naturale, mio nonno però morì a 78 di morte naturale, mio padre a 67 di morte naturale, la vostra esperienza personale qual è? Paragonare la durata media della vita nel 1960 con quella d’oggi può essere una truffa, se s’ignorano le morti in guerra e l’epidemia di spagnola, come la più elevata mortalità infantile di allora.

I morti in guerra e i morti neonati non hanno versato contributi e non hanno riscosso pensioni, però questi eventi hanno allora abbassato la durata media della vita e oggi hanno fatto risultare la durata della vita molto maggiore, il che offre un argomento per coloro che vogliono allungare l’età della pensione. Che pena che fanno i politici che non capiscono queste cose!

Io penso che ciò che è diminuita veramente è stata la mortalità infantile e ciò fa media ancora oggi, mentre la medicina non ha fatto miracoli; io penso che alimentazione ottimale, diminuzione di mortalità infantile, igiene e riscaldamenti hanno allungato la vita, mentre inquinanti, sostanze tossiche, cattiva alimentazione e la cattiva sanità la accorciano. Vogliono trasformare l’Inps già attiva, malgrado corrisponda pensioni senza aver ricevuto i relativi contributi, nell’impresa economica più attiva. All’Inps ci sono sindacalisti dirigenti, cioè in conflitto d’interesse, perché rappresentano lavoratori e datore di lavoro, e non si sforzano molto per chiarire la questione

Statistiche aggiornate dovrebbero poter dire se nel 2000 la durata media della vita era maggiore o minore di adesso, ma io non sono riuscito a saperlo; la speranza di vita dovrebbe essere un’altra cosa. Le statistiche sono manipolate e sono l’ultima frontiera della propaganda di stato, servono ad  ottenere certe direzioni di marcia da parte del popolo. Oggi il 70% della popolazione vive in media 80 anni, mentre il 30 restante muore molto prima, chi alla nascita, chi a 12 anni, chi a 20, chi a 40 e chi appena andato in pensione; quindi la durata della media della vita non dovrebbe essere di 80 anni, come afferma il governo, ma di 75; infatti, in  Usa si dice che la durata media della vita è di 75 anni. Tutti conosciamo amici a parenti che sono morti molto prima degli 80 anni, per portare la media della durata della vita a 80 anni, dovremmo conoscerne altrettanti morti a 120 anni di età.

 

Nunzio Miccoli   www.viruslibertario.it   numicco@tin.it 

 

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CROLLANO I MITI

 

Fin dagli albori, l’uomo riesce a vivere solo alimentandosi con fedi religiose e politiche e con i miti.

Quando oggi si rimproverano ai comunisti gli errori dei loro regimi, questi spesso tentano di giustificarsi, asserendo che il comunismo reale ha tradito quello teorico. A ben guardare però, in tutte le ideologie politiche e religiose, esiste un gap tra teoria e pratica, e purtroppo, la fede guarda solo alla teoria e non è mai pragmatica.

Infatti, la democrazia teorica è meglio di quella pratica, nella realtà, il popolo non è mai stato sovrano da nessuna parte; la repubblica teorica dovrebbe essere una casa trasparente, cioè una cosa pubblica, invece quella che conosciamo somiglia a cosa nostra, cioè una cosa privata. Nella pubblica amministrazione, l’omertà si chiama segreto d’ufficio, segreto di stato e segreto militare e serve ad allontanare ed esorcizzare la trasparenza nella repubblica; anche il papa invoca la discrezione o segretezza all’interno della chiesa, è per questa ragione che ha nascosto i preti pedofili e quelli simoniaci, assieme a tutti gli altri scandali.

Al governo, i garanti locali sono personaggi, legati alla massoneria ed alla chiesa, che, in cambio di regalie e privilegi vari, rappresentano occhi e orecchie del potere occulto che non vuole comparire; se il governo si discosta, nella pratica, dalle indicazioni dell’élite, i garanti ne provocano la caduta o provocano un rimpasto ministeriale. A proposito dell’informazione, i giornalisti d’influenza, in cambio di regalie, fanno propaganda e disinformazione a favore di centri economici e di potere e di potenze estere. Le promesse elettorali e quelle commerciali sono come la promessa del regno di Dio, contano molto sulla credulità popolare.

In Italia i terroristi sono stati anche in rapporti con palestinesi, brigate rosse e URSS, ormai è dimostrato che Moro promise ai palestinesi libero transito per le loro armi in Italia, se si fossero astenuti dal fare attentati in Italia. Oggi gli aiuti dell’Italia e dell’Europa ai palestinesi, sono anche una tangente per tenere distanti gli attentati dall’Europa; la compagnia aerea tedesca Lufthansa, pare che paghi tangenti per tenere distanti i terroristi dai suoi aerei. La confusione propagandistica dell’informazione non ha aiutato a capire queste connessioni. Il liberismo non dovrebbe proteggere furbi, ladri e truffatori, come avviene spesso, non dovrebbe essere terreno franco per loro; in realtà, il liberismo pratico si è accordato con i monopoli, ha concesso i privilegi fiscali ed ha ammesso le corporazioni, si potrebbe continuare.

Tra i miti del liberismo, c’è il prezzo di mercato, che è diventato un dogma, come tutte le cose di fede incredibili; in realtà il prezzo di mercato, soprattutto a causa di vincoli legali, amministrativi, dei monopoli e della speculazione, non esiste; infatti, lo stesso prodotto finito arriva in un mercato a prezzi differenti, a causa della viscosità dei prezzi a livellarsi o della politica dei prezzi dei venditori, oppure i prezzi sono fissati dallo stato o dalle imprese e arrivano con un prezzo imposto.

Per le materie prima, sembra che un prezzo di mercato sia individuabile più facilmente, però nei prezzi dei prodotti petroliferi pesano imposte e speculazione, perciò non si può più parlare veramente di prezzo di mercato. Infine, quando in omaggio alla globalizzazione ed al libero commercio, si scambiano prodotti identici, come latte e cemento, da una parte all’altra del paese, invece di puntare su prodotti locali, a causa dell’aumento dei trasporti, si favorisce l’inquinamento, si fanno lievitare i prezzi e non si favoriscono prodotti genuini e locali, ma quelli ricchi di conservanti dannosi alla salute.

Il potere rimane, come nelle dittature, sostanzialmente esclusivo e non partecipativo, il governo è ancora l’emarginazione politica dei più da parte dei meno; le elezioni sono uno stanco ed inutile rituale, non cambia mai niente, le leggi si fanno su commissione delle lobbies, in cambio di cesti di denaro per partiti. Oltre i corrotti, bisognerebbe condannare anche i corruttori, perché l’uomo è facilmente corruttibile; per ogni uomo che afferma esplicitamente di voler essere concusso, esistono dall’altra parte dieci corruttori manifesti.

Dalla fine della seconda guerra, in Europa e in Africa, i signori della guerra o della rivoluzione e della resistenza, sono divenutati capi di stato, di governo o dell’esercito o ministri; in questa posizione, potendo ricattare poteri forti e le multinazionali, si sono accordati con essi, in cambio di privilegi e regalie. Il siciliano Francesco Crispi, da mafioso, divenne carbonaro, massone, garibaldino, mazziniano, liberale, repubblicano, monarchico, capo del governo e poi autoritario, ispirando Mussolini; in Italia il trasformismo è un costume normale della politica.

Oggi gli italiani si sono accorti che la laicità dello stato italiano è un mito, lo stato italiano è quello che spende di gran lunga di più per la religione, considerate anche le esenzioni fiscali e le spese della sanità, di cui beneficiano enti ecclesiastici; il governo italiano ha affidato la Rai al controllo della chiesa, mentre questa dovrebbe essere pubblica e dovrebbe garantire un servizio pubblico perché, diversamente da Mediaset, è pagata con un canone.

L’Italia ha l’ora di religione a scuola ed il crocifisso nelle scuole e negli uffici pubblici, favorisce le scuole cattoliche e le cliniche cattoliche; il governo italiano, di destra o di sinistra, è controllato dal Vaticano e dalla CEI e perciò vuole che gli italiani siano religiosi per forza; tuttavia, abusando della credulità popolare, afferma d’essere laico. Oggi l’autoritarismo è subdolo e sotterraneo; con la propaganda ed il controllo della stampa, lo stato, alleato con la religione, vuole ancora, come Mussolini e la chiesa, che si creda, si obbedisca e si combatta; perché se l’uomo non crede, non obbedisce e combatte ancora peggio, i kamikaze da utilizzare diventano rari. Lo stato ha bisogno di lavoratori, contribuenti e soldati.

Con la guerra fredda, i comunisti italiani si erano votati agli interessi strategici dell’URSS, a causa dei finanziamenti da essi ricevuti e perché volevano la rivoluzione, contemporaneamente gli Usa finanziavano DC e partito socialdemocratico; per conto mio, ci sono state sempre delle ottime ragioni per fare la rivoluzione o per secedere dallo stato centrale, ciò è vero ancora oggi. Sfortunatamente, le rivoluzioni sono fallite tutte o sono degenerate, a causa delle ambizioni e d’errori economici, politici e militari dei loro dirigenti; sistematicamente, il potere reale riesce sempre a riassorbire ed a comprare i dirigenti del fronte del dissenso, mentre il popolo è scaricato.

Scopo del potere è riassorbire il dissenso e cooptare i vecchi oppositori, in Italia si è fatto con ex socialisti ed ex comunisti, mentre i sindacalisti, collegati alla sinistra, sono diventati dirigenti di banca e della pubblica amministrazione, naturalmente in conflitto d’interesse, perché rappresentano contemporaneamente lavoratori e datori di lavoro. In questo modo lo stato rendeva inoffensivi, comprandoli con i privilegi, i suoi ex nemici, che non potevano più inoculare veleno nel corpo dello stato.

Quando i sindacati fanno parodia contro il governo, fanno ridere, assomigliano a certi avvocati che fanno l’arringa a favore dei loro assistiti e, in camera caritatis, dicono al giudice che questi sono figli di puttana. Per tutte queste ragioni, il sindacato, che oggi è ricchissimo in denari e privilegi, è caduto in discredito, non difende realmente il potere d’acquisto dei lavoratori dei bassi livelli, che hanno perso scala mobile e la restituzione del fiscal drag.

Dalla fine della seconda guerra mondiale, gli intellettuali di sinistra sono stati abituati a considerare un diavolo l’America, Israele, Craxi e Berlusconi, sottacendo che gli stati criminali sono la maggioranza nel mondo e che in Italia la corruzione è diffusissima a livello politico, che notevoli sono i rapporti tra mafia e politica in generale; per la sinistra, questo modo di vedere le cose è qualunquismo.

Chi ha una fede, crede solo ad un diavolo alla volta, il quale, come un capro espiatorio, è caricato di tutti i peccati, se gli si spiega che la diavoleria è policentrica, entra in crisi. In realtà, il diavolo sembra essere dappertutto, morto Craxi e Berlusconi, l’Italia non è destinata a cambiare. Oggi gli intellettuali di sinistra incominciano ad apprendere che i profughi di guerra non sono solo palestinesi, ma sono numerosi in tanti altri paesi, che russi e cinesi trattano i detenuti peggio degli americani, che, come gli Usa, russi e cinesi difendono con le armi i loro interessi petroliferi.

Il comunismo cinese sa tanto di capitalismo autoritario, il paese si è lanciato nel consumismo, prima condannato dai comunisti, inoltre la Cina usa la repressione contro i cittadini dissenzienti, com’erano accusati di farlo gli eserciti sudamericani contro i comunisti. Durante la guerra fredda, in Italia, di fronte alla minacce di rivoluzione alimentate da Mosca ma anche dallo stato di bisogno del paese, i comunisti chiedevano il disarmo unilaterale dell’esercito ed il disarmo della polizia; guardate lo sbocco d’oggi, poiché i cittadini si sentono insicuri, si armano i anche i vigili urbani. Comunque, i cittadini sono sempre inermi e abbandonati dallo stato, di fronte alla criminalità, mentre politici e autorità, anche ex comuniste, hanno la scorta.

Non è vero che non si possa nominare Dio invano, in realtà, si nomina spesso, basta non criticare  Vaticano e papa, come fa Radio Apostolica Italiana, cioè la Rai; del resto, per la nostra sinistra, il bersaglio doveva essere soprattutto Mediaset; sembra che in politica e soprattutto tra i progressisti, il capro espiatorio, cioè il diavolo, ha più credenti di quelli che credono in Dio. Oltre il conflitto d’interessi di Berlusconi, ne esistono tanti altri, non rilevati dalla sinistra, come quello della Banca d’Italia, che svolge servizio ispettivo verso le banche ma è proprietà delle banche.  Berlusconi è stato processato tante volte, forse a ragione, però è lo zelo giudiziario rivolto contro di lui che è sospetto, quante volte la magistratura è distratta verso altri centri di potere!

A carico di banche, giacciono nei tribunali centinaia di processi, che non procedono, un quarto dei processi civili sono a carico dell’Inps e vanno a rilento, poi ci sono le sentenze curiose, ci sono gli ordinari ritardi della giustizia e giudici poco attenti, soprattutto per favorire una parte, o che lavorano poco. Si invoca la riforma del corpo delle leggi e della giustizia, ma difficilmente una riforma piena sarà mai realizzata; il ministro della giustizia Togliatti, d’accordo con i democristiani, conservò anche codice Rocco, Concordato, reati d’opinione e legge fascista sulla stampa.

Bisogna sapere che l’eguaglianza dei cittadini avanti la legge è il primo principio rivoluzionario, in grado di intaccare i privilegi legali, voluti dallo stato e da chi sta dietro di esso, perciò non passerà mai. Lo stato, per preservarsi, è costretto a fare favori agli amici ed a tollerare anche la mafia. Quando la donna andava in pensione prima degli uomini, la corte costituzionale sentenziò che la relativa legge era costituzionale, se l’avesse giudicata incostituzionale si sarebbe aperta una voragine nei conti dell’Inps, perché il trattamento più favorevole sarebbe stato esteso anche agli uomini; fu una sentenza di parte o politica, più che giuridica.

La nostra è una falsa democrazia, la costituzione è uno scherzo, vanificata da leggi ordinarie che creano privilegi e disuguaglianze legali, fiscali, giudiziarie e sociali; le pari opportunità andrebbero reclamate per tutti e non solo per le donne, le pari opportunità solo per le donne sono solo una falsa bandiera. Le pari condizioni di partenza andrebbero garantite a tutti, anche ai poveri, non per scelta rivoluzionaria, ma per interesse strategico dello stato, che non può sprecare risorse umane per fare favori. Invece i sindacati, seguendo la moda, hanno creato commissioni di pari opportunità solo per le donne.

In Italia accade ancora che si assuma o si promuova in base alla fede politica o religiosa, a volte, i mestieri più umili li fanno anche gli uomini, dipende dal settore; le donne sono in veloce ascesa gerarchica e, anche se sono partite più tardi che in altri paesi, arriveranno in breve oltre l’eguaglianza. Lo stato clientelare non è in grado di discriminare una donna istruita, allevata in una famiglia importante, mentre discrimina ancora poveri, minoranza etniche e religiose o i membri dei partiti d’opposizione, il tutto in barba all’articolo tre della costituzione.

Forse, percorrendo la strada della vera laicità, si potrebbe trovare la scorciatoia per un liberismo umano, per aiutare gli emarginati e per far dimagrire lo stato nelle sue  competenze, cioè per fargli fare un passo indietro; oggi è troppo invasivo, incompetente e ingiusto; però c’è qualcuno che si è fatta una fede anche dello stato, oggi a sinistra si ha più fede nello stato che nei lavoratori. Un sondaggio fatto dal telegiornale di Sky tra gli italiani, afferma che, tra le istituzioni italiane, quella che riceve più consensi, malgrado i suoi problemi, è la scuola, mentre quelle che ricevono meno consensi sono il sindacato e l’informazione. Secondo lo stesso sondaggio, la chiesa, i partiti, la magistratura ed i carabinieri, ricevono le simpatie da meno della metà degli italiani, che così dimostrano di non essere sciocchi.

 

Nunzio Miccoli   www.viruslibertario.it    numicco@tin.it

 

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IL DNA DEI PARTITI

 

Nel medioevo nacquero i parlamenti provinciali, dove borghesi eletti dal popolo dibattevano, facevano proposte al governo ed avevano anche competenze giurisdizionali, allora il governo era sovrano nella politica fiscale; poi, in epoca moderna, nacquero i parlamenti nazionali e quindi il parlamento acquistò il potere legislativo in materia fiscale, secondo il principio anglosassone: ”Nessuna tassa senza deliberazione della rappresentanza parlamentare”.

Però in Italia il parlamento non legifera più in materia fiscale e la costituzione italiana vieta al popolo anche il referendum a fini fiscali; questo referendum è ammesso in Svizzera, dove il popolo è più sovrano che in Italia. In Italia il tema delle tasse è tornato nel pieno potere del governo, come sotto la monarchia francese del re Sole, cioè, il principio anglosassone, di cui ho parlato, è stato definitivamente seppellito in Italia, ove ora è in atto un’involuzione politica, naturalmente, la colpa non è solo dell’ultimo governo.

I partiti, con diverse denominazioni, nel senso che spesso non si chiamano nemmeno partito, sono più antichi del parlamento o dei parlamenti e non sono nati con la democrazia, ma molto prima di essa; rappresentavano fazioni, famiglie, sindacati, clan, classi, etnie e religioni. Potevano essere segreti o pubblici, oggi parlamentari o extraparlamentari, armati o disarmati; ispiravano complotti e rivoluzioni; come le mafie, proteggevano gli aderenti, riscuotevano tasse o tangenti e si opponevano ad altri partiti; lo scopo era sempre la conquista del potere.

Oggi le varie mafie sono legate a famiglie con agganci con i partiti, le istituzioni ed il governo, riscuotono tasse, fanno traffici illeciti e vogliono il controllo del territorio; sono dei partiti che mirano allo stato, cominciando dalle autonomie locali, però sono anche in rapporto dialettico e di concorrenza con lo stato, perché ne contestano il privilegio fiscale, cioè anch’esse vogliono riscuotere le tasse.

Val la pena di ricordare che lo stato è nato per riscuotere le tasse, in cambio di una generica protezione accordata ai sudditi, cioè della sicurezza, poi si evolse concedendo anche dei servizi, però facendoli pagare ai contribuenti quattro volte il loro valore; la differenza era il plus-valore di stato, destinato agli azionisti dello stato ed ai suoi tirapiedi, cioè i politici e l’alta burocrazia parassitaria. Per abolire lo stato, ammesso che ne valga la pena, basta abolire le imposte, perché tutte le società si sciolgono, quando l’oggetto sociale non si può più raggiungere. La sovranità appartiene a chi riscuote le tasse e beneficia del signoraggio monetario, il popolo non è stato mai sovrano perché le tasse le paga e non le riscuote.

Molte volte si disputa stupidamente e schematicamente su dittatura e democrazia; nella storia, gli stati autoritari sono stati più numerosi di quelli più disposti verso il popolo, eppure, laddove esisteva la dittatura al centro, cioè nella capitale, alla periferia dello stato dominava l’anarchia, dove i partiti e le mafie si fronteggiavano per il controllo del territorio, contestando il monopolio fiscale dello stato. Accade ancora oggi in Italia meridionale e in tanti altri stati.

Al centro, i detrattori di tutti questi movimenti aspiranti ad un governo locale, anche se magari in mano ad un signore della guerra o un tribuno del popolo, denunciando i disordini, parlavano d’anarchia; mentre chi in periferia contestava il potere centrale, invocava la repubblica, cioè la cosa pubblica o la democrazia; però in realtà la democrazia non la voleva veramente nessuno, perché tutti aspiravano al potere e la repubblica e la democrazia, come avrebbe dimostrato la storia, poteva essere solo nominale.

L’autogoverno è stato sempre un’aspirazioni dei popoli, vessati dalle tasse del governo centrale, una specie di racket statale, perciò i borghesi vollero che il potere fiscale fosse tolto al sovrano e consegnato al parlamento; tanti partiti si sono fatta una bandiera dell’autogoverno e della riduzione delle tasse, però poi hanno tradito, senza eccezione, le loro promesse, per accordarsi, in cambio di privilegi, con i padroni di turno o per gestire direttamente il potere centrale, calpestando così, anche da parte loro, le autonomie.

Gli aderenti ai partiti sono animati da estremo settarismo, i militanti di un partito si riconoscono perché, a sentir loro, i loro membri sono onesti e intelligenti, mentre gli avversari, aderenti ad altri partiti, sono disonesti e fessi, secondo una generalizzazione di tipo razzista; inoltre i membri attivi di un partito recitano sempre solo la metà della storia, censurando l’altra metà, che va recitata dal partito avversario; chi vuole raccontare tutta la storia, senza guardare in faccia nessuno, é chiamato “qualunquista”; tra queste persone, in Italia, nessuna fa il giornalista.

Sindacati, associazioni e gruppi etnici sono stati sempre dei partiti, la loro organizzazione democratica interna poteva essere richiamata da statuti, però era spesso disattesa o mancante; inoltre, le votazioni a maggioranza non erano espressione di democrazia, perché la prassi serviva a ridurre al minimo il numero degli scontenti con le decisioni prese; infatti, al voto di maggioranza ricorrevano anche pirati e briganti, specie di  partiti eversori, che vessavano anche i comuni cittadini.

Il governo e il parlamento sono diventati il palo della cuccagna che garantiscono ampi privilegi a chi vi arriva, da dove si possono fare tanti favori ad amici e protetti; tra i partiti e i branchi d’animali ci si azzuffa e si fanno le rivolte contro i capi o individui alfa, si uccide da parte di chi vuole conservare il potere e da parte di chi lo vuole prendere. Il popolo è usato dai partiti per le rivoluzioni e per le semplici opposizioni di piazza al partito dominante, i cambiamenti dinastici sono stati fatti per favorire un partito e scalzarne un altro dal potere; la lotta per il potere è lotta d’interessi delle lobbies, anche se oggi essa si svolge solo per rappresentanza.

Oggi il vero potere preferisce restare anonimo, manovrando i suoi burattini al parlamento e al governo, perché il governo, fatalmente, fa scelte impopolari, anche se ispirate da altri, che lo discreditano e gli fanno perdere le prossime elezioni; forse, a causa della maggiore istruzione, il popolo è diventato furbo, e perciò, soprattutto in Italia, toglie sempre il suo consenso elettorale a chi lo governa.

Dietro la dittatura esiste sempre un partito, infatti, Lenin parlò di dittatura del partito comunista; con lo scopo di conservare meglio il potere, con la dittatura è messa fuori legge l’opposizione. Quindi i partiti possono essere per la dittatura aperta o la democrazia formale, mentre quella sostanziale bisogna ancora inventarla. L’Islam è contrario anche alla democrazia formale e preferisce i sudditi sottomessi, come già la chiesa cattolica; l’Islam, tra i partiti occidentali, è stato attratto soprattuto dai partiti autoritari, come il fascismo e il nazismo e un po’ dal comunismo, ma probabilmente, in quest’ultimo caso, solo per esigenze di politica estera. Seguendo una moda europea dell’ottocento, tra ebrei perseguitati che desideravano un loro stato, nacque anche il partito sionista nazionalista; in un’epoca in cui era riconosciuto legittimo essere nazionalisti ad italiani, tedeschi, greci, serbi, croati, ungheresi e polacchi, era difficile negare questo diritto agli ebrei.

Per quanto riguarda l’ebraismo, non pare una religione, perché tra ebrei esistono anche laici e atei, non è una razza, perché gli ebrei non sono una razza pura, non è una cultura, perché gli ebrei sono cosmopoliti, non è una lingua, perché la lingua ebraica è stata fatta risorgere artificialmente, mentre le lingue nascono naturalmente, si evolvono e muoiono. Perciò anche l’ebraismo oggi sembra un partito, nato a difesa di un popolo perseguitato per duemila anni, sicuramente ne difende gli interessi e, come tutti i partiti, fa dei favoritismi al suo interno.

Anche le corporazioni e i sindacati sono partiti, nati a difesa di interessi. Oggi il femminismo costituisce il partito delle donne, in lotta dialettica contro gli uomini; come tutti i partiti, cerca di far credere che le donne sono superiori agli uomini in morale, intelligenza, coraggio, iniziativa e determinazione; questa generalizzazione è razzismo. La società è stata prima matriarcale, in cui la donna dominava in case e sui figli, mentre il marito era distante e cacciatore, poi ci fu la rivolta degli uomini, tesa ad affermare la loro sovranità sui figli e ad instaurare il patriarcato; oggi, a causa della crisi d’autorità degli uomini occidentali, il patriarcato è vigente solo nell’Islam, dove i figli appartengono al padre.

Non c’è mai stata parità di diritti ed eguaglianza, nemmeno in famiglia, i coniugi avevano diverso peso ed i figli, anche maggiorenni, erano sottoposti ai genitori; oggi la donna emerge nel mondo dell’istruzione e del lavoro e, poiché in Italia si progredisce solo per clientelismo, nessuno riuscirà a fermarla, andrà oltre la parità dei diritti, mentre già si nota la sua sovranità sui figli, che appartengono, di nuovo, soprattutto alla madre. Le enunciazioni della legge, che affermano che la patria potestà appartiene ad entrambi i genitori sono dei bluff, come gli articoli più belli della costituzione.

Altri partiti sono stati la carboneria e la massoneria, società segrete che tramavano contro i poteri ufficiali, la massoneria poi si evolse anche in centro d’affari e di potere, analoghe strutture esistono all’interno della Chiesa cattolica, come i gesuiti e l’Opus Dei; sono esistite tante società segrete, che sono solo dei partiti segreti votati ai complotti. Se i partiti hanno nel DNA la faziosità, gli interessi di clan e di mafie, lo stato ha nel DNA le stesse cose, perché asservito ad un partito vincente; come la mafia, nacque per imporre la protezione, cioè le tasse, sui sudditi abitanti in un certo territorio. Lo stato rimane l’impresa economica occulta più redditizia, quella più sofisticata, verso la quale c’è la migliore disposizione d’animo da parte di chi si fa sfruttare.

Mentre le piccole imprese private sono spesso in difficoltà, le concessionarie dei servizi, affidati agli amici dello stato, cioè di chi sta dietro lo stato, godono di migliore salute e aumentano i prezzi come a quanto vogliono e senza conseguenze, anche oltre il tasso d’inflazione; anche quando lo stato proclama di voler combattere il prezzo l’inflazione. Nell’organizzazione statale si perdono i diritti naturali, ma si possono avere concessioni, autorizzazioni e licenze, perché i diritti naturali sono stati espropriati dallo stato. Lo stato è sempre un buon predicatore, ciò che è lecito a lui non è lecito agli altri, applica sempre la doppia morale; i partiti, in cambio di privilegi, ricattano e lisciano i padroni occulti dello stato, che distribuiscono le concessioni, come nel medioevo si distribuivano le contee, e il liberismo dove sta?

 

Nunzio Miccoli   www.viruslibertario.it   numicco@tin.it

 

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NORME SULLA STAMPA E SU INTERNET

 

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Dopo la seconda guerra mondiale, comunisti e democristiani conservarono il concordato, i reati d’opinione, codice Rocco e quest’impianto, come compromesso antidemocratico tra fascismo e repubblica, certe norme fasciste erano ben viste dalla Chiesa. I comunisti pensavano che queste leggi fasciste potessero essere utili ad una dittatura comunista, ad ogni modo, prima di accettarle, chiesero alla DC posti alla scuola, in magistratura e nelle altre amministrazioni ed enti di Stato, parlo di sottogoverno, comuni impieghi e dirigenze; però non riuscirono a restare al governo, perché De Gasperi, li cacciò.

D’altra parte, la Chiesa, a causa della sua vocazione autoritaria, che aveva aiutato l’ascesa del fascismo, era stata sempre a favore di tutte le leggi rivolte a ridurre la libertà di scampa e d’opinione.  Il compromesso tra comunisti e democristiani era un grave vulnus inflitto alla costituzione del 1948, divenuta corpo estraneo tra le leggi ordinarie dello Stato, ancora oggi sono molte le leggi anticostituzionali.

Bisogna ricordare che nel 1945 il Vaticano chiese agli alleati di restituire tutti i diritti solo agli ebrei convertiti al cristianesimo; in questo caso gli americani, che avevano voluto la democrazia anche in Giappone, si opposero recisamente. La legge 603/1941, regolante il diritto d’autore, nacque sotto il fascismo, ufficialmente per regolare i diritti d’autore, sotto l’aspetto materiale ed economico, ma anche per ostacolare la libera circolazione delle idee e delle informazioni. Anche fotografie e bozzetti costituiscono opere dell’ingegno, soggette a diritti d’autore.

I diritti economici riguardano riproduzione, esecuzione, diffusione, distribuzione, elaborazione e riduzione delle opere, con relativo sfruttamento economico; questi diritti patrimoniali possono essere acquistati, alienati e trasmessi e scadono 70 anni dopo la morte dell’autore, dopo di che le opere diventano di dominio pubblico. Invece i diritti morali permangono quando sono scaduti quelli economici e riguardano il diritto alla paternità e all’integrità dell’opera, senza falsificazioni.

In Italia la società SIAE svolge monopolisticamente attività d’intermediazione tra autore ed editore, è un carrozzone e un altro filtro di controllo sulla stampa (durante il. fascismo, le opere invise al regime non dovevano arrivare all’editore); ufficialmente concede l’autorizzazione alla pubblicazione, incassa e distribuisce compensi. Se è vero che la SIAE è l’unica società autorizzata dallo Stato a questa attività, con dirigenti e amministratori che ricevono i loro compensi, oggi l’adesione alla SIE non è obbligatoria ma volontaria, perciò l’autore può decidere di trattare direttamente e liberamente con l’editore o con un agente che lo presenti ad un editore.

All’estero esistono solo agenzie private d’intermediazione che non hanno il monopolio pubblico che ha la SIAE; le traduzione d’opere straniere in Italia, generalmente non passano attraverso la SIAE e la sua registrazione, ma da un agente estero arrivano direttamente all’editore italiano. La Cassazione ha stabilito che i siti diventano prodotti editoriali, simili alla carta stampata, quando hanno periodicità e ricevono contributi pubblici; in questo caso devono essere registrati in tribunale e avere la figura del direttore responsabile. Gli altri siti e blog non sono soggetti a queste restrizioni, comunque, in Italia, i controlli sulla rete sono notevoli e sono stati oscurati tanti siti, soprattutto per ragioni morali. I siti non registrati, sono comunque soggetti alle norme sul copyright e necessitano d’autorizzazioni per le riproduzioni d’articoli, testi e immagini.

Il reato di diffamazione a mezzo stampa non è un reato d’opinione perché il giudice, per garantire, di fatto, una certa libertà di stampa, condanna solo la diffamazione calunniosa, cioè frutto d’invenzione; tuttavia un giornalista coraggioso può ricevere indiscrezioni da fonte autorevole, ma priva d’accertamento giudiziario; in Italia il politico, per difendersi, querela sempre per diffamazione, anche se l’accusa è veritiera.

Questo fatto e la paura di richiesta di risarcimenti, concorre alla limitazione della libertà di stampa, che perciò in Italia, non esiste dal punto di vista della legge, anche se può esistere una certa tolleranza da parte dello Stato, che vuole farsi passare per democratico. Una curiosità, in Usa, i politici condannati sono abbandonati anche dai loro partiti, in Italia sono presentati dai loro partiti come perseguitati dalla magistratura e ricandidati in Parlamento, anche per salvarli dalla giustizia con le immunità giudiziarie.

Effettivamente in Italia, rispetto all’estero, si sono fatte troppe intercettazioni, perciò il governo Berlusconi ha promesso cinque anni di carcere per i giornalisti che propagano il contenuto d’intercettazioni telefoniche, per chi le ordina e a chi le esegue; l’intercettazione sarebbe permessa solo per mafia e terrorismo, è un fatto però che molte volte, da intercettazioni di fonte diversa, si risale casualmente a fatti di mafia e di terrorismo.

Per la legge, sono tenuti al segreto avvocati, giudici e giornalisti, è prevista la condanna di giornalisti che hanno ottenuto informazioni in modo illecito, cioè anche con le intercettazioni. Non si è voluto confidare nel senso di responsabilità dei giudici e dei giornalisti, adesso c’è il rischio che la libertà di stampa riceva un altro colpo. Di tutte le istituzioni e organi italiani, oggi la peggiore è proprio l’informazione, si vuole, in tutti i modi, che gli italiani continuino a dormire, non siano informati e che in Italia non si riformi niente, per chi, dietro le quinte, dirige veramente lo Stato, l’Italia va bene così com’è.

Grazie al pagamento di un canone da parte d’amici dei partiti, in Italia la concessione delle frequenze televisive è data dallo Stato, in violazione ad indirizzi liberisti; anche la corte di giustizia della UE ha sentenziato che il regime italiano d’assegnazione delle frequenze è contraria al diritto comunitario, perché non rispetta il principio della libera prestazione. Però si sa che l’Italia non è un paese veramente liberista, nemmeno i partiti che si professano liberisti lo voglio tale, il liberismo è attuato solo per ridurre i diritti dei lavoratori subordinati, i privilegi fiscali e normativi d’altre categorie non si possono toccare, probabilmente l’élite si sente ricattata dai colletti bianchi.

La SIAE si batte perché sia riconosciuto il diritto d’autore anche ai siti didattici, culturali e non commerciali, cioè che non riscuotono abbonamenti o fanno profitto, magari con la pubblicità; secondo chi non è innamorato della SIAE, con l’uso non commerciale del sito o del blog non si dovrebbero pagare i diritti d’autore. Sarebbe necessaria una normativa democratica che garantisca il libero accesso all’informazione culturale in rete, le informazioni sbagliate non vanno censurate, ma vanno confutate da altre informazioni; perciò non è necessario controllare l’informazione, che deve essere libera. Le belle idee, nell’interesse dei cittadini e della cultura, si dovrebbero poter copiare, ci dovrebbe essere la libera circolazione delle idee anche altrui.

I siti didattici riproducono contenuti culturali, fatta salva la citazione della fonte. Da notare che in occidente, generalmente si fa scambio gratuito d’informazioni in rete, dove appaiono anche sintesi d’opere letterarie, senza restrizioni, autorizzazioni o contropartite economiche; non è così in Italia. La SIAE ha posto seri problemi anche nell’utilizzo delle immagini non autorizzate, che violerebbero il diritto d’autore, cercando di accomunare siti commerciali e siti didattici; urge pertanto una modifica della legge sui diritti d’autore, che non ostacoli la diffusione della cultura, del libero pensiero e dell’informazione.

In Italia occorrerebbe un albo in cui inserire siti didattici e culturali, concedendo ad essi una liberatoria per l’uso del diritto d’autore, quando manca il fine di lucro; nei paesi poveri si lotta contro il diritto d’autore, che limita l’accesso alla cultura e alla salute del corpo e rallenta il progresso e la conoscenza tecnica e scientifica. Se, con il riassunto, l’opera non deve essere modificata o stravolta e ne deve essere riconosciuta la paternità dell’autore, può accadere che questi riassunti o digest possano essere omissivi, dipende infatti dalla loro estensione; infatti, a forza di ridurre, si può togliere qualche cosa d’importante e, con l’eccessiva riduzione, si arriva solo alla sola presentazione del libro, che è lecita; il che lascerebbe spazio, anche in Italia, alla discrezionalità del giudice.

Sarebbe auspicabile che in rete, per questi riassunti, ci fosse tolleranza da parte di Stato, Siae, agenti, autori ed editori, chi ha amore per la diffusione della cultura dovrebbe tollerarli; inoltre non è escluso che, per questa strada, l’autore possa incrementare le vendite dei suoi libri, invece che esserne defraudato, perché il suo libro ne è pubblicizzato. Per quanto riguarda le comunicazioni commerciali a d’altro tipo indesiderate, che si vorrebbe impedire di ricevere nella propria casella di posta elettronica, bisogna ricordare che in Italia si riceve posta ordinaria indesiderata nella cassetta delle lettere, anche quando il destinatario ha manifestato la sua contrarietà, e, da parte dello Stato, si dovrebbe spiegare la differenza di regolamentazione.

Mentre un giudice di Bari ha emesso una condanna a carico di due gruppi della grande distribuzione che depositavano pubblicità nelle cassette delle lettere, il legislatore, per rispetto verso la grande distribuzione, non ha fatto chiarezza; nel caso di Bari, il giudice ha rilevato, nella prassi, un danno esistenziale, lesivo della persona, consistente, in scocciatura o seccatura. Gran parte della carta buttata nelle nostre case, per la quale si paga la tassa sui rifiuti, è fatta di pubblicità commerciale, che riempie la cassetta e toglie spazio alla posta ordinaria; la cassetta è proprietà privata, perciò dovrebbe ricevere solo la corrispondenza del destinatario.

Ricordiamo che l’Italia ha il record delle condanne da parte della corte di giustizia di Strasburgo, per violazione di norme comunitarie, regolamenti, convenzioni, inadempienze, durata dei suoi processi, violazioni di libertà, mancanza di un equo processo e della libertà di stampa. E’ vero che nemmeno in Europa tutto riluce, però pare che l’Italia sia messa peggio. In Italia esiste uno scontro tra democrazia apparente o falsa e dittatura occulta o sotterranea, lo Stato si muove regolarmente in violazione della costituzione, corpo estraneo all’interno di leggi ordinarie; tante leggi anticostituzionali, ora vigenti, sono opera di parlamento, governi e presidenti che le promulgano; la corte costituzionale spesso ha preferito dormire.

Le sentenze possono essere bizzarre e contraddittorie o partigiane, però generalmente si muovono all’interno della legge ordinaria. Se il giudice, per ignoranza o malafede, emette anche sentenze in violazione di norme, la Corte costituzionale ha emesso sentenze in violazione della costituzione, impedendo referendum perfettamente leciti o riconoscendo costituzionali norme che non lo erano.

Il reato di plagio, perfettamente giustificato, visti i kamikaze e le vittime dei pedofili, fu cancellato perché giudicato incostituzionale dalla Consulta e oggi si vorrebbe reintrodurlo. La corte costituzionale, in epoca repubblicana, riconobbe valido il reato d’adulterio solo per le donne, come se l’Italia fosse un paese musulmano, poi, in un secondo momento, il reato fu abolito. Noi siamo soggetti al delirio e al dogma della costituzione, che tutti richiamano, ma che lo Stato ha vanificato. La corte di Cassazione ha annullato sentenze in ossequio al potere, il presidente della repubblica, dal 1949, attentando alla costituzione, ha promulgato leggi anticostituzionali. Oggi in Europa la voce del popolo è stata rimpiazzata dalla voce delle lobbies, in Italia ed in Europa la sovranità del popolo non si sa dove abiti.

 

Nunzio Miccoli   www.viruslibertario.it   numicco@tin.it

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CONCORDATI O SOVRANITA’ ?

Ernesto Rossi scriveva che il Vaticano era il più pericoloso centro della reazione mondiale, la chiesa cattolica ha sempre minacciato ogni libertà di coscienza, il Vaticano appoggiò Mussolini, Hitler, Franco, Salazar, Vichy, Pavelic, Peron, Pinochet, in generale tutte le dittature dei paesi cattolici, con le quali ha fatto un concordato. Con questi concordati, gli stati, per rafforzarsi, conferiscono alla chiesa privilegi a spese del popolo; l’unità dello stato e la sottomissione dei sudditi sono garantiti dalla polizia, dalla pubblica istruzione, dalla legge, dalla propaganda e dalle omissioni dei mezzi d’informazione fiancheggiatrici, dalla religione e dall’odio verso gli altri popoli.

Nel 325 Costantino, per assumere il controllo dell’impero, fece il primo concordato con la chiesa cattolica, facendola  divenire religione privilegiata dell’impero, Teodosio I (378-395) rafforzò il monopolio religioso della chiesa; nel 781 Carlo Magno fece un’altro concordato, gettando le basi del potere temporale dei papi e dello stato della chiesa. Nel 1122 si fece il concordato di Worms, tra papa Callisto II e l’imperatore Enrico V, che pose termine alla lotta sulle investiture dei vescovi, durata sessant’anni, sulle quali imperatori e papi guadagnavano perché abituati a vendere le cariche.

Nel 1801 fece un concordato Napoleone I, nel 1853 da Napoleone III,  nel 1855 ne fece uno Francesco Giuseppe d’Austria, nel 1929 fu la volta di Benito Mussolini, nel 1933 di Adolf Hitler, nel 1940 di Salazar, nel 1953 di Francisco Franco. Lo scopo di questi concordati era il rafforzamento di regimi liberticidi, in cambio di privilegi concessi alla chiesa.

La chiesa non rinunciava mai a fare politica ed a perseguire i suoi interessi, non seguiva mai l’equità; l’imperatore Ferdinando II Asburgo d’Austria (1578-1637), si era impegnato nel ristabilimento del cattolicesimo nel suo territorio, dopo la rivoluzione protestante, era un vero cattolico, chiese al papa di concedergli il diritto di assegnare delle cariche ecclesiastiche ma questo glie lo negò; però questo, con un concordato, aveva concesso questo diritto al re di Francia. Questa disparità di trattamento ci fu anche nella concessione dei divorzi ai sovrani, negata ad Enrico VIII d’Inghilterra e concessa ad altri sovrani.

Nel 1800 fu fatto papa Pio VII e Napoleone I trattò con lui un concordato per il ristabilimento della chiesa cattolica, Pio VII riconobbe come definitiva l’alienazione dei beni ecclesiastici e ammise la costituzione civile del clero, che era stipendiato e nominato dal governo. Nel 1813 a Fontainebleu fu redatto un nuovo concordato e Pio VII accettò di sottomettersi all’impero francese, Napoleone I riconobbe il cattolicesimo come religione di stato, però decretò la fine del potere temporale dei papi. Poi l’imperatore fallì la spedizione in Russia e  fu sconfitto da una lega di potenze europee, perciò Pio VII denunciò il concordato e chiese il ristabilimento dei suoi diritti, nel 1814 era di nuovo a Roma.

Il concordato fatto da Napoleone I fu l’unico veramente discriminante verso la chiesa, il papa, denunciandolo unilateralmente come trattato squilibrato, dimostrava che questi concordati sono denunciabili da una parte, oggi però i papisti affermano il contrario. Con la restaurazione, per arrestare la marea della rivoluzione, gli stati decisero di sostenere la religione, perciò ritornarono i nunzi, si riaprirono episcopati e conventi, si fecero concordati e si ristabilirono i gesuiti con i loro collegi. Con la Francia si fece un nuovo concordato e il paese tornò sotto Roma, però in Italia insorsero i carbonari massoni, che erano  repubblicani e anticlericali.

I principi, per soffocare le rivoluzioni, ritenevano che la religione fosse il migliore sostegno al governo, perciò sostennero il papa, crearono diocesi, vescovadi, seminari e scuole cattoliche, gli anticlericali non furono sostenuti nemmeno dagli stati protestanti e Roma fece concordati con stati protestanti e cattolici. Il nuovo clima in alcuni paesi favorì, con il temjpo, la nascita di un partito cattolico di centro, ben presto però  nacquero nuovi contrasti d’interesse tra stato e chiesa,  in Prussia il papa prese posizione contro il re, che intendeva regolare con legge i rapporti familiari, in Francia la camera dei deputati era contro i gesuiti che intendevano  dirigere l’insegnamento. A causa delle ingerenze, dei privilegi  e del potere della chiesa, alla fine dell’ottocento sarebbe tornato l’anticlericalismo in Francia, in Italia e in Germania.

Nel 1848 erano nate le moderne costituzioni europee, il Vaticano era contrario, sempre convinto che solo i regimi assoluti erano congeniali alla chiesa e rimpiangeva il medioevo. Nel 1850 in Piemonte fu votata la legge Saccardi, che aboliva il foro ecclesiastico e stabiliva che i concordati potevano essere denunciati dagli stati, su questa linea si mossero anche i francesi,  l’imperatore d’Austria Giuseppe II e poi Bismarck con la Kulturkampf. Nel 1851 si fece il concordato tra papa e Spagna, nel paese erano stati espropriati i beni ecclesiastici; con il trattato, il papato ritornò nel possesso dei due terzi dei beni già espropriati ed il cattolicesimo divenne la sola religione ammessa in Spagna e nelle sue colonie.

In Francia Napoleone III (1851-1871) ristabilì il potere imperiale e difese la religione cattolica (come Mussolini, era stato anticlericale), fece un concordato con il papa, i vescovi entrarono in senato, le necessità finanziarie della chiesa furono messe a carico del bilancio statale, le nomine dei vescovi erano concordate. A Vienna la chiesa ottenne la fine della legislazione unilaterale dello stato in materia religiosa, il governo fece un concordato con il papa  e la religione entrò nell’educazione scolastica.

Appena realizzata l’unità d’Italia, a Roma la nobiltà  papale era immersa nelle speculazioni edilizie però il papa si lamentava con la diplomazia europea per l’esproprio di territori subito e affermava che il potere temporale dei papi e lo stato della chiesa era ciò che rimaneva dell’impero romano d’occidente, regalato al papa da Costantino. Lorenzo Valla (1406-1457) aveva già dimostrato la falsità di quest’asserto.

Nel 1867, dopo l’unità d’Italia, furono aboliti gli enti ecclesiastici e furono soppresse le esenzioni tributarie per gli ordini monastici, con esproprio dei beni delle congregazioni a vantaggio di stato e comuni, con il ricavato, lo stato creò un fondo per il culto, cioè la congrua per i preti. In Germania Bismarck, con la Kulturkampf  o lotta culturale (1870-1880), mise le istituzioni cattoliche sotto il controllo dello stato, statalizzò la scuola e limitò l’insegnamento religioso, rese obbligatorio il matrimonio civile, mise al bando i gesuiti e chiuse i seminari, introdusse il matrimonio civile, mise sotto controllo le proprietà della chiesa e impose l’approvazione governativa sulle nomine ecclesiastiche.

La politica anticattolica del cancelliere Bismarck si esplicò contro il centro parlamentare cattolico, lo stato degli Hohenzollern volle divenire tutore della libertà religiosa, conquistata dalla riforma protestante e con il liberalismo. Il governo, sull’esempio dell’Italia, incarcerò religiosi, abolì ordini religiosi, destituì vescovi; i liberali consideravano il cattolicesimo una minaccia alla libertà, Bismarck aveva denunciato il potere della chiesa in Germania, che riscuoteva tasse, controllava l’istruzione e la stampa e poteva vanificare le leggi dello stato.

Per reazione, i cattolici costituirono il partito del centro cattolico, nel 1891 furono abrogate queste leggi anticlericali e il centro cattolico tornò a trionfare sul liberalismo di Bismarck. Come si vede,  le fortune della chiesa sono pendolari e cicliche, sono i suoi eccessi e la sua avidità ad armare periodicamente gli anticlericali. Nell’ultimo quarto del secolo XIX, Contemporaneamente a Bismarck, in Belgio ai cattolici fu interdetto l’insegnamento, in Svizzera gli ordini religiosi furono messi al bando, in Austria lo stato, ispirandosi alla politica già espressa dall’imperatore Giuseppe II Asburgo (1741-1790), s’impossessò delle scuole e nel paese fu approvato il matrimonio civile, in Francia e in Italia si diffuse l’anticlericalismo.

Nel 1871 in Italia la legge delle guarentigie (garanzie legali) regolò unilateralmente i rapporti con la chiesa, questa legge riconosceva l’autorità religiosa del papa, gli concedeva un assegno annuale e l’uso, ma non la proprietà, di Vaticano, Laterano e Castel Gandolfo, inoltre fissò l’assegno mensile o congrua per i membri del clero. Però la sinistra liberale, allora all’opposizione, avrebbe voluto che la chiesa fosse trattata come un’associazione privata, voleva la nomina statale dei vescovi, non una libera chiesa in libero stato, ma la supremazia dello stato verso tutte le religioni, erano contro indennizzi e assegni annui al papa.

Prevalse la via di mezzo della legge delle guarentigie, che definì le prerogative del pontefice, il papa aveva diritto ad essere trattato come un sovrano straniero e non era responsabile davanti alla giurisdizione penale italiana, poteva ricevere diplomatici accreditati, disporre di una guardia, di telegrafo e di corrieri diplomatici; lo stato rinunciava al controllo sulla chiesa, alla nomina dei vescovi e al loro giuramento di fedeltà.

La legge delle guarentigie rimase in vigore per 58 anni, fino al concordato del 1929 con Mussolini, al Vaticano fu riconosciuta l’extraterritorialità e una rendita annua, il papa si proclamava prigioniero e, per protesta, si chiuse entro le mura vaticane; Pio IX (1846-1878) era contro le dottrine moderne e con il “non expedit”, rimasto in vigore fino al 1904, impedì ai cattolici di partecipare alle elezioni.

La legge delle guarentigie del 13/5/1871 ebbe risonanza mondiale, il papa, senza sovranità territoriale, era dichiarato esente dalla giurisdizione penale italiana, si punivano attentati e ingiurie al pontefice, con garanzie al corpo diplomatico accreditato presso la santa sede; i cardinali potevano partecipare ai conclavi, gli stranieri titolari d’uffici ecclesiastici a Roma non potevano essere espulsi, il papa però rinunciò alla dotazione annua.

La legge delle guarentigie del 1871 riconosceva al papa il diritto a nominare i vescovi in tutta Italia e non solo nel territorio dell’ex stato pontificio, questo diritto era stato sempre conteso dai principi,   i vescovi non dovevano giurare fedeltà al re, lo stato riconosceva al papa sovranità e indipendenza in campo internazionale. La chiesa respinse il risarcimento, ma accettò la congrua per i preti, introdotta la prima volta nel concilio di Trento (1545-1563), la cui misura fu ritoccata negli anni dallo stato italiano, a richiesta dei papi; lo stato rinunciava al controllo sulle leggi ecclesiastiche e sugli atti delle autorità ecclesiastiche ed all’assenso governativo per i concili.

Il 12.6.1874 a Venezia nacque l’organizzazione cattolica Opera dei congressi, che condannò le eresie, riconobbe l’autorità del pontefice e vietò ai cattolici di prendere parte alla vita politica, secondo le indicazioni del “non expedit” di Pio IX; l’Opera era decisa a difendere il papato contro gli attacchi della modernità, secondo l’enciclica “Quanta cura-Il Sillabo” del 1864, emanata da Pio IX.

Con l’Opera dei congressi nacque un partito extraparlamentare del papa che animò casse risparmio, banche popolari, cooperative e associazioni cattoliche, quando Leone XIII (1878-1903) morì, era ancora in piedi il “non expedit” e l’aspirazione del papa al potere temporale. L’Italia all’inizio aderì alla triplice alleanza (1882) anche per difendersi dalla Francia, dove al momento erano al potere i cattolici, che sostenevano le rivendicazioni del Vaticano, però, alla fine del secolo, la Francia fece un giro di valzer e si distaccò da Roma, perciò l’Italia poté pensare anche a mutare le alleanze militari.

Dal 1876 in Italia andò al potere la sinistra liberale, che all’inizio si era opposta alle legge delle guarentigie, che per essa accordava troppo alla chiesa, arrivata al potere, cambiò idea e accettò la legge, tolse solo dal codice penale del 1889 la menzione sul cattolicesimo quale religione di stato.

Francesco Crispi apparteneva alla sinistra liberale, era deista ed anche lui si adattò alla legge delle guarentigie, era però contrario ai concordati e sosteneva il sistema americano e la libertà dei culti sotto la tutela statale, allora era ancora in vigore il “non expedit”.

Con l’elezione di Leone XIII (1878-1903), cessò il diritto di veto degli stati nell’elezione dal papa, le grandi potenze chiesero però al governo italiano delle garanzie per la libera elezione del papa, nel 1887 cominciò il disgelo e il papa auspicò la concordia tra Italia e santa sede, le sue rivendicazioni erano limitate a Roma, nessuno metteva più in discussione l’unità nazionale. Il papa chiedeva la sovranità su un suo territorio, anche piccolo, riteneva che, per l’esercizio della sua missione, al papa fosse necessario il potere temporale, cioè un territorio suo.

Nel 1891 Leone XIII pubblicò l’enciclica “Rerum novarum”, che delineava una terza via tra capitalismo e socialismo, cioè l’interclassismo o la solidarietà di classe cattolica, un vero bluff; nel corso dell’anno santo del 1900, il governo impedì a Roma una manifestazione in memoria di Giordano Bruno. Il clima sembrava propizio alla riconciliazione, fu però interrotto dalla prima guerra mondiale; Francesco Saverio Nitti desiderava che il papato proclamasse la pace tra capitale e lavoro, Sidney Sonnino sosteneva che il clericalismo era intollerante, contrario al progresso, nemico della libertà di coscienza e di pensiero, il ministro degli interni, Rudinì, si accanì contro i circoli e i giornali cattolici, invece Ricasoli voleva la chiesa alleata contro i socialisti.

Quando divenne papa Pio X (1903-1914), in Francia la chiesa cattolica uscì perdente nell’affare Dreyfus, difeso da Emilio Zola ma attaccato dalla chiesa, il governo francese abolì le congregazioni, ruppe le relazioni diplomatiche con il Vaticano e denunciò il concordato fatto da Napoleone III. Nel 1906 la chiesa dovette rinunciare alla proprietà dei beni ecclesiastici posseduti in Francia, anche in Francia era la rottura tra stato e chiesa.

Benedetto Croce era contro l’anticlericalismo, sosteneva lo stato laico ed era contro i dogmi, Giovanni Giolitti era stato garibaldino ed era diffidente verso il clero, sosteneva la separazione tra stato e chiesa, però cercò un accordo politico con i cattolici ed i fascisti, in funzione antisocialista. Vittorio Emanuele III era freddo verso l’alto clero e chiamò alla direzione del governo il politico di sinistra Giuseppe Zanardelli, autore del codice penale del 1889.

Zanardelli era autore di un progetto di divorzio, poi arenatosi, affermava che, se la chiesa considerava concubinato il matrimonio civile, perché protestava per il suo scioglimento? Però non poteva ignorare che il divorzio toglieva clienti ai tribunali rotali della chiesa. Per compiacere la chiesa, il parlamento non approvò la legge sul divorzio, Sonnino e Giolitti votarono contro la legge perché volevano usare i cattolici contro i socialisti; dal 1904 deputati cattolici cominciarono ad entrare in parlamento, però solo come rappresentanza indiretta, cioè senza un loro partito, giuravano fedeltà al re che aveva espropriato il papa.

Alla vigilia della conciliazione tra stato e chiesa, Civiltà Cattolica affermava che ormai solo due istituzioni si opponevano alle idee sovversive, la chiesa e gli eserciti, cioè la chiesa e l’autorità, si stava preparando il terreno per il fascismo, furono proprio i gesuiti a mediare con Mussolini, il clima favorevole sarebbe nato con la crisi politica ed economica succeduta alla prima guerra mondiale.

Lo stato vigilava sui seminari ed il ministro della giustizia, Finocchiaro Aprile, prevedeva sanzioni per gli sposi e il prete che celebravano il matrimonio religioso prima di quello civile; considerato il clima politico, ancora incerto per loro, i cattolici chiedevano garanzie internazionali per il mantenimento della legge sulle guarentigie, perché temevano interventi legislativi peggiorativi per loro. L’anticlericalismo univa la borghesia liberale con i socialisti, per il resto, i conservatori erano vicini ai cattolici, con i quali spesso cercavano l’accordo, anche questo fatto, dopo la guerra, spianò la strada al fascismo.

Nel 1913 il conte cattolico Vincenzo Gentiloni, presidente dell’Unione elettorale cattolica, promise il voto dei cattolici a chi avesse combattuto il divorzio, difeso la scuola cattolica, l’insegnamento della religione e gli interessi della chiesa, poi creò l’Unione popolare cattolica, un partito extraparlamentare. Incredibilmente, il patto fu firmato anche da diversi massoni, alcuni di loro, nel secondo dopoguerra, con singolare trasformismo, entrarono anche nella democrazia cristiana, d’altronde, tra i liberali esisteva una forte pattuglia di procuratori del cattolicesimo, ora il nemico era il socialismo, anche Giolitti condivideva questo sentimento.

Quando divenne papa Benedetto XV (1914-1922), il governo era preoccupato che la chiesa, con la guerra, volesse internazionalizzare la questione romana, il Kaiser aveva promesso al papa, in caso di vittoria, la città di Roma ed un corridoio fino al mare, perciò l’Italia, al termine della guerra, si oppose alla presenza di una rappresentante del papa alla conferenza della pace.MLa Francia aveva rotto le relazioni diplomatiche con la santa sede, la Russia aveva sempre contrastato la penetrazione cattolica, l’Inghilterra era scismatica e chiamava i cattolici papisti; comunque, per sicurezza, il governo italiano chiese alla santa sede di garantire che i rappresentanti di Germania e Austria, accreditati presso il papa durante la prima guerra, non avrebbero abusato del loro ruolo, per svolgere attività contro l’Italia; la santa sede rispose invitando questi rappresentanti a stabilirsi in Svizzera.

Nel 1922 ci fu l’avvento del fascismo, sponsorizzato da chiesa e alta borghesia, con l’acquiescenza della monarchia, che avrebbe potuto fermare la marcia su Roma con l’esercito e con i carabinieri, all’inizio i popolari entrarono in un governo con i fascisti; nel 1923, al congresso del partito popolare, si contrapponevano una destra filofascista e una sinistra antifascista, Don Sturzo mediò a favore dell’unità, De Gasperi era a favore della partecipazione dei popolari al governo con i fascisti, Mussolini voleva l’allontanamento di Don Sturzo dal partito popolare; poi però, d’accordo con il Vaticano, scacciò i cattolici dal governo, il partito popolare fu sciolto e Don Sturzo andò in esilio all’estero.

I giornali cattolici avevano invitato Don Sturzo a non creare imbarazzi all’autorità ecclesiastica con il suo antifascismo, la santa sede guardava con simpatia al regime fascista; dopo l’omicidio Matteotti, i popolari parteciparono all’astensione dai lavori parlamentari, invece la chiesa aiutò il regime a superare la crisi e poi approvò lo scioglimento del partito popolare di Don Sturzo da parte del fascismo.

Con il regime fascista, il vescovo ritornò ad essere autorità cittadina al quale le autorità civili rendevano omaggio, poi il ministro della pubblica istruzione, Gentile, propose di rendere obbligatorio l’insegnamento della religione nelle scuole, di aiutare economicamente le chiese e le congregazioni religiose e rimise al loro posto i crocefissi, prima rimossi dalle scuole. Civiltà Cattolica condannava la lotta di classe e difendeva il regime; il fascismo, per le sue riforme, s’ispirò alla chiesa, da essa prese l’idea dello stato corporativo, che doveva far cessare la lotta di classe, per il Vaticano, il fascismo era destinato a rimettere le cose a posto.

L’ex ateo e anticlericale Mussolini si avvicinò alla chiesa e affermò che la tradizione imperiale di Roma era stata ereditata dalla chiesa di Roma e che l’idea universale che s’irradiava da Roma ormai veniva dal Vaticano, si disse contro le chiese nazionali, perché tutti i cristiani dovevano guardare a Roma, affermò che il papa era un valore aggiunto per i sogni imperiali italiani e che il cattolicesimo era una grande potenza spirituale e morale. Infatti, la chiesa aveva sostenuto le imprese coloniali italiane di Libia ed Etiopia.

I tempi erano maturi per la riconciliazione, occorreva sole un governo forte come quello di Mussolini, sostenuto dalla chiesa, per un concordato; per la chiesa trattava Francesco Pacelli, zio di Eugenio Pacelli, che allora era nunzio in Baviera, i Pacelli erano al vertice dalla Banca di Roma; Croce ed Einaudi proponevano ancora una libera chiesa in un libero stato, Roberto Farinacci era contro il concordato, Giovanni Gentile era contro perché lo stato non poteva rinunciare ad intervenire nella società civile, era anche contro l’insegnamento religioso. All’interno del fascismo, il nazionalista cattolico Luigi Federzoni, seguendo i desideri della chiesa, da tempo premeva per un concordato, era un agente vaticano alla testa della pattuglia  clerico-fascista.

Il concordato è un accordo bilaterale tra stato e santa sede, un trattato internazionale regolato dal diritto internazionale, generalmente è stato fatto con stati autoritari, senza consultare il parlamento e, dalla parte della chiesa, il clero, conferisce alla chiesa cattolica privilegi lesivi del principio d’eguaglianza; è un fatto che la chiesa ha sempre chiesto privilegi allo stato, come le esenzioni fiscali, allo stato, lo strumento del concordato, sostenuto dai Pacelli, serviva egregiamente allo scopo.

Quando, alla fine dell’800,  si proponeva un concordato, Crispi (morto nel 1901) affermò che ciò si poteva fare solo inserendo nel concordato la postilla che i rapporti tra stato e chiesa erano regolati dai patti solo per la parte non contraria alla costituzione; la richiesta era logica visto nella nostra costituzione l’articolo 7, che ha recepito i patti, è contro l’articolo 3 e l’articolo 9, cioè la nostra costituzione è contraddittoria, assemblea costituente e costituzionalisti parvero, per lo più, ignorare ciò .

A Gentile era successo come ministro dell’istruzione Pietro Felice, che fu artefice della conciliazione con la santa sede, nel 1925 era stata creata dal governo una commissione per preparare il concordato, presieduta dal ministro della giustizia Rocco, disposto a concedere la personalità giuridica agli enti religiosi, a riconoscerli come enti morali ed a concedere agevolazioni fiscali alla chiesa. La firma del concordato avvenne nel 1929, i seguaci di Don Sturzo furono tiepidi verso l’accordo, convinti che, entro pochi anni e senza il fascismo, il partito popolare sarebbe andato al governo, De Gasperi approvò il concordato.

Il nuovo papa Pio XI (1922-1939) proibì ai preti l’iscrizione ai partiti e nel 1929 firmò i Patti Lateranensi con Mussolini, con la mediazione dei gesuiti e del segretario di stato Gasparri, ottenendo riconoscimenti e privilegi, la libera nomina dei vescovi in tutta Italia, in cambio, rinunciò a sindacati e partiti cattolici e approvò lo stato corporativo. Con il concordato, il regime fascista definì l’insegnamento cattolico fondamento e coronamento di tutta l’istruzione, riconobbe le festività stabilite dal Vaticano e vietò a Roma le manifestazioni in contrasto con il carattere sacro della città.

Pio XI era contro liberalismo, socialismo e comunismo e nel 1933 fece un concordato anche con Hitler, sostenne Franco, Salazar e Dolfuss in Austria, combatté il matrimonio civile, difese la scuola cattolica contro quella pubblica e, per compiacere il fascismo, provocò lo scioglimento del partito cattolico di Don Sturzo. Mussolini, per compiacere la chiesa, sostenne le idee d’autorità, ordine e gerarchia, le corporazioni, la famiglia, volle il carcere per la bestemmia, i crocefissi negli uffici, la lotta al liberalismo, al socialismo ed al comunismo.

Il concordato del 1929, abbandonando le posizioni della legge delle guarentigie, definì il cattolicesimo religione di stato, cioè si era ritornati, in questo campo, allo statuto albertino del 1848, la chiesa si stava riprendendo lo stato, l’operazione sarebbe stata conclusa nel 1945 con i governi democristiani, con Berlusconi e poi con quelli successivi. Era cioè un ritorno al passato, dopo la bufera laica del risorgimento e la legge delle guarentigie, il regime reintrodusse l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole statali, soppresso dopo l’unità. Il concordato, affermando che la religione cattolica era la religione dello stato, faceva dello stato italiano uno stato dichiaratamente confessionale, come gli stati islamici.

Il concordato gettò nel lastrico i preti usciti dalla chiesa, il fascismo impostò una legislazione matrimoniale favorevole alla chiesa, i parroci che reclamavano le decime, soppresse nel 1887, ricevevano ragione dal giudice, le confraternite furono riconosciute e gli enti ecclesiastici furono esonerati dai tributi. La chiesa ottenne la parificazione di scuole pubbliche e private, per le private ottenne che le commissioni d’esame fossero costituite da elementi amici, spesso lo stato venne incontro a richieste economiche straordinarie da parte della chiesa e costruì anche delle chiese.

Con il concordato del 1929, lo stato italiano assicurò a San Pietro la vigilanza della polizia italiana, allacciamento idrico, fognario, riconoscimento della sovranità del papa su terre italiane, allacciamento ferroviario, telefonico, telegrafico, radiofonico e postale, a spese dello stato italiano. L’Italia puniva i delitti commessi nella città del Vaticano, privo di carceri e tribunali, però ha investigato sugli stessi solo a richiesta del Vaticano; oggi il governo italiano fornisce anche gli aerei per i viaggi del papa. Il trattato esclude ingerenze del governo italiano nella politica della santa sede, ma non esclude il contrario, pare che contenga obbligazioni solo a carico dello stato, cioè è squilibrato, per esempio è vietato agli aeromobili italiani di sorvolare il Vaticano ma non il contrario.

Generalmente sono definiti iniqui e denunciabili unilateralmente i trattati internazionali squilibrati a favore di una sola parte, perché nati sotto la pressione di una potenza dominante, lo fece la Cina con i trattati iniqui delle potenze coloniali europee, però per la denuncia occorrerebbe una volontà politica che non c’è, i papisti affermano che il concordato non è denunciabile unilateralmente, ignorando che il papa denunciò il concordato stipulato con Napoleone I, alla caduta di questo.

Com’è previsto nei trattati iniqui o sbilanciati, i contenuti del concordato riguardano soprattutto la concessione di privilegi ad una parte, con questo concordato, i preti, malgrado fossero cittadini italiani,  potevano essere dipendenti dello stato solo su autorizzazione del vescovo, non potevano testimoniare in giudizio su cose apprese durante la confessione, non potevano essere assunti dallo stato ex preti. Per l’esercito era prevista la nomina di cappellani militari, in caso d’imputazione di un sacerdote, se ne doveva informare il vescovo, la pena carceraria era scontata in locali separati, la forza pubblica non poteva entrare nei locali aperti al culto, se non su autorizzazione del vescovo, lo stato riconosceva i giorni festivi della chiesa e rinunciava alla nomina dei vescovi.

In cambio, la chiesa pregava per la prosperità dello stato e del re d’Italia ed i vescovi giuravano fedeltà allo stato, erano queste le uniche obbligazioni del Vaticano, un vero affare; il giuramento dei vescovi allo stato fu vanificato quando la chiesa assunse il controllo dello stato. I preti erano nominati dall’autorità ecclesiastica, dovevano essere cittadini italiani, enti ecclesiastici e associazioni religiose ricevettero la personalità giuridica, con esclusione di qualunque tributo a loro carico.

Con il concordato, lo stato italiano riconosceva al matrimonio religioso effetti civili, le cause di nullità del matrimonio erano di competenza dei tribunali ecclesiastici, mentre il divorzio civile non era ammesso, però esisteva la separazione civile tra i coniugi, l’Italia riconosceva l’insegnamento della dottrina cristiana come coronamento dell’istruzione pubblica. L’insegnamento della religione era previsto obbligatoriamente nelle scuole elementari e medie, l’insegnamento era impartito da docenti autorizzati dal vescovo, ai sacerdoti era vietato iscriversi ad un partito.

Per Giovanni Gentile i rapporti con la chiesa potevano essere ancora regolati con la legge unilaterale delle guarentigie, però il Vaticano aveva preteso un concordato, questo fu fatto anche con l’ispirazione dei gesuiti, rappresentati nelle trattative da Tacchi Venturi; con questo concordato, la religione cattolica era riconosciuta come la sola religione dello stato, Tacchi Venturi divenne consigliere di Mussolini e fu nominato da Gasparri intermediario tra santa sede e governo italiano, era il garante presso il governo fascista degli interessi vaticani. A Roma i gesuiti dirigevano anche una società segreta, l’Ordine di Gesù Operaio.

Il Vaticano ottenne da Mussolini di ostacolare la penetrazione evangelica in Italia, ed il licenziamento dall’università di Roma del religioso scomunicato Bonaiuti; Tacchi Venturi ottenne i visti per l’espatrio in America latina di alcuni ebrei convertiti, protetti dalla chiesa. Civiltà Cattolica si schierò per il corporativismo fascista, l’Osservatore Romano per il colonialismo fascista, per Civiltà Cattolica le guerre, come quelle fasciste, potevano essere anche giuste. I patti lateranensi o concordato del 1929 era diviso in tre parti, cioè: trattato, concordato propriamente detto e convenzione finanziaria, al Vaticano erano riconosciuti indennizzi, parte in contanti e parte in titoli, e l’esenzione dalle tasse a dai dazi d'importazione.

Il fascismo volle l’insegnamento religioso, perché vedeva la religione come “instrumentum regni”, ma anche perché fu sponsorizzato dalla chiesa, nel 1924 Gramsci aveva accusato il Vaticano di rappresentare la più grande forza reazionaria esistente in Italia, anche i comunisti accusavano la chiesa di aver favorito l’avvento del fascismo. Gramsci osservava che per la chiesa erano dispotici i governi che intaccavano i suoi privilegi e provvidenziali quelli che, come il fascismo, li accrescevano.

L’11.2.1929 fu firmato il concordato, cominciava con le parole: “Nel nome della santissima trinità”, riconosceva lo Stato del Vaticano e le festività religiose, il Vaticano ricevette 750 milioni di lire in contanti e un miliardo in titoli, la chiesa chiamò Mussolini “Uomo della Provvidenza”. Quando i patti lateranensi, che mettevano fine alla questione romana, furono presentati alla camera per la ratifica, solo Benedetto Croce parlò contro e solo sei deputati votarono contro, tra loro erano Croce e Arbertini.

L’ex ateo e anticlericale Mussolini evocò Napoleone I, affermando che la religione poteva essere utile allo stato, per il duce era Roma che aveva reso il cattolicesimo universale, la capitale dell’impero era sacra, per Mussolini il cattolicesimo integrava il fascismo. Erano tutte frasi di propaganda, Mussolini si era messo al servizio della chiesa. Per i fascisti, il sostegno della chiesa serviva anche alla politica estera e coloniale dell’Italia, con il concordato, lo stato rinunciava alla regolamentazione civile del matrimonio a favore della chiesa e il cattolicesimo divenne religione ufficiale dello stato. I contrasti tra chiesa e fascismo nacquero sul tema a chi spettasse l’educazione dei giovani, cioè al regime o all’Azione Cattolica;  quando cadde il regime fascista, dall’Azione Cattolica e dalla FUCI vennero i nuovi dirigenti dello stato.

In Germania, il cattolico von Papen, sostenuto dal nunzio Eugenio Pacelli, in cambio di un concordato, assicurò a Hitler il sostegno del papa; nel 1933 Hitler divenne cancelliere, Von Papen vice cancelliere e fu  stipulato il concordato, mentre il partito del centro cattolico fu sciolto; si replicava un processo già avvenuto in Italia. Eugenio Pacelli, il futuro Pio XII, fece un concordato con Hitler e ne guadagnò la tassa ecclesiastica, a beneficio delle chiese cattolica e protestante, una parte considerevole di questo denaro affluiva in Vaticano,  invece la Francia non pagava di queste tasse al papa.

Però con il concordato del 1933 con il nazismo,  Hitler, diversamente da Mussolini, non consegnò alla chiesa la legislazione matrimoniale e la scuola, inoltre in Germania la chiesa cattolica, senza successo, cercò di difendere ebrei convertiti ed i matrimoni misti da loro fatti. Durante il fascismo si affermò anche un movimento neo-guelfo, i cuoi membri finirono anche davanti al tribunale speciale fascista, voleva, come Gioberti, una repubblica clericale federale presieduta dal papa. Se oggi il papa volesse tentare un colpo di stato con un movimento del genere, non incontrerebbe nessuna opposizione da parte dei partiti e della televisione italiana.

Caduto il fascismo, il concordato fu richiamato all’articolo 7 della costituzione repubblicana del 1948, però è in contrasto con gli articoli 3 e 9 della costituzione, che sanciscono l’eguaglianza delle religioni e la laicità dello stato, perché mette la chiesa cattolica in una posizione di privilegio, ad esempio in materia fiscale e scolastica, inoltre, è lesivo della sovranità dello stato.MTogliatti ed i comunisti, dopo la seconda guerra mondiale, cercarono di avvicinarsi ai cattolici, ricercandone l’alleanza politica, perciò vollero l’inserimento del concordato nella costituzione, anche De Gasperi, durante la resistenza e dopo la guerra, difese i patti, che per lui rappresentavano la pace tra chiesa e stato.

Quando, dopo la seconda guerra, l’assemblea costituente pose in discussione l’articolo sette del concordato, Togliatti e Dossetti si espressero a favore del suo inserimento nella costituzione, però, mentre l’articolo 9 della costituzione dichiarava l’eguaglianza delle religioni, l’articolo 7 dichiarava che la religione cattolica era la sola religione dello stato. L’articolo 7  affermava anche che le modificazione consensuali dei patti non implicavano la revisione della costituzione, l’inserimento in costituzione di quest’articolo fu votato da democristiani e comunisti, votarono contro socialisti e repubblicani. Per la difesa dell’art.7, la DC era disposta a provocare una crisi di governo, anche Dossetti voleva l’inserimento dei patti nella costituzione, affermava che erano maturi anche prima del fascismo e che avevano composto un dissidio secolare.

Il sacerdote Ernesto Bonaiuti, antifascista e scomunicato dalla chiesa, nel 1931 perse la cattedra universitaria, aveva rifiutato  il giuramento fascista, fu espulso dall’insegnamento universitario e dopo la liberazione non fu più riammesso all’insegnamento, perché era ancora vigente la norma concordataria che colpiva i preti apostati o irretiti da censura, che non potevano essere assunti come dipendenti della pubblica amministrazione, in violazione dell’articolo tre della costituzione.

La sinistra era più interessata alla riforma agraria che ai patti lateranensi, per contentare la chiesa, il governo non consentì il ritorno di Don Ernesto Bonaiuti alla cattedra universitaria romana, né fu rimossa la norma concordataria che prevedeva l’esclusione dal pubblico impiego dei sacerdoti apostati o usciti dalla chiesa. I sacerdoti apostati o irretiti da censura non dovevano più insegnare, anche perché, secondo la chiesa, avevano accettato questo principio prima di entrare nel clero, per l’ordinamento autoritario della chiesa non esistevano le clausole vessatorie e discriminanti, non esisteva nemmeno il diritto a cambiare idea, i preti erano i moderni servi della gleba della chiesa.

Malgrado questa disponibilità della sinistra, il clero respingeva i comunisti anche dal ruolo di padrini nei battesimi e nelle nozze, approvata la costituzione, i comunisti furono espulsi dal governo di coalizione e nel 1949 la chiesa vietò l’iscrizione al partito comunista, scomunicando i comunisti; comunque, gli italiani continuavano a sposarsi in chiesa e a battezzare i loro figli, di qualunque partito fossero.

Nessuno voleva abolire il concordato o riformarlo o denunciarlo, non già perché non ce ne fosse la possibilità, dopo la caduta di Napoleone I, fu il papa a denunciare il concordato con lui stipulato, anche la legge Saccardi aveva affermato che il concordato era denunciabile, inoltre, i trattati internazionali sono stati sempre denunziati. Il riconoscimento della sovranità originaria della chiesa, contenuta nei patti inseriti nella costituzione, la metteva sullo stesso piano dello stato, cioè non aveva limiti nello stato e la metteva in posizione privilegiata rispetto alle altre religioni, cosa che non aveva riscontro in altri ordinamenti democratici ed era in contrasto con gli articoli 3 e 9 della costituzione.

I comunisti cedettero perché desideravano rimanere nel governo con i democristiani, nel 1944 era esistito anche un patto d’unità sindacale tra cattolici e sinistra, nel CLN comunisti e cattolici avevano cooperato contro il fascismo; dal 1943 al 1945 a Roma edifici religiosi avevano nascosto dirigenti socialisti e comunisti per sottrarli ai nazisti. Quando nel 1948 il PCI fu espulso dal governo, tornò a vedere nella chiesa la riserva del capitalismo e della reazione.

Se Togliatti fu favorevole al concordato, Gramsci era stato contrario a tutti concordati, i socialisti erano anticlericali e la santa sede aveva sempre stipulato concordati con governi autoritari, non tenuti all’approvazione di questo tipo di trattato da parte del parlamento, però il concordato italiano non fu sottoposto all’approvazione, da parte della chiesa, nemmeno del clero. L’articolo 7 della costituzione repubblicana del 1948 afferma che stato e chiesa sono reciprocamente indipendenti e sovrani e precisa che la modifica dei patti deve essere concordata, ma non richiede revisione costituzionale, così i patti lateranensi acquistarono valore di legge costituzionale, anche se in contrasto con altri articoli della costituzione; per la corte costituzionale sono fonte atipica del diritto, superiori alle leggi ordinarie ma inferiori alla legge costituzionale, è inconcepibile il contrasto tra articolo 7 ed altri articoli della costituzione.

Il recepimento del concordato nella costituzione repubblicana non avvenne senza contrasti, il repubblicano Della Seta voleva  l’eguaglianza di tutte le chiese, che considerava libere associazioni, senza bisogno di riconoscimento statale; poiché il concordato ricordava che stato e chiesa erano reciprocamente sovrani, Lami Starnuti fece osservare che lo stato non aveva bisogno di proclamare la propria sovranità nella costituzione.

Basso osservò che alla pace religiosa l’Italia era arrivata già prima del concordato, che l’articolo sui sacerdoti apostati o censurati, che non potevano essere assunti dallo stato, era lesivo della libertà personale, perché la costituzione garantiva parità a tutti, senza distinzione di religione; per Calamandrei, i patti, facendo del cattolicesimo il fondamento e coronamento dell’insegnamento scolastico e la religione dello stato, erano un vulnus alla laicità dello stato.

Però i liberali erano in parte favorevoli all’inserimento del concordato nella costituzione, erano contrari socialisti e azionisti, favorevoli democristiani, monarchici, comunisti e qualunquisti. Con questo concordato o patti lateranensi del 1929, lo stato dava il benestare alla nomina di vescovi e parroci e pretendeva il giuramento di fedeltà allo stato da parte dei vescovi; questa norma, inesistente nella legge delle guarentigie, era lesiva dell’indipendenza della chiesa però, con lo stato controllato dal 1945 dalla chiesa, sarebbe divenuta inefficace.

La carta costituzionale aveva messo su un piano secondario gli altri culti, per esempio per il diverso trattamento riservato agli edifici di culto e perché prevedeva che i rapporti con le altre religioni dovessero essere regolati sulla base d’intese, cioè queste religioni non avevano diritti automatici come la chiesa cattolica che aveva un concordato. Igino Giordani non voleva mettere in pericolo la pace religiosa e si espresse a favore dell’inserimento dei patti nella costituzione, invece Pietro Calamandrei protestò contro il loro inserimento nella costituzione, rilevando che così essi sancivano la confessionalità dello stato;  mentre  Giorgio La Pira era contro lo stato confessionale, Dossetti negò che l’art.1 del trattato creasse uno stato confessionale, però, con quell’articolo, il cattolicesimo diventava religione ufficiale dello stato.

V.E.Orlando faceva osservare che, l’eventuale rinuncia al diritto di denunciare il trattato, limitava la sovranità dello stato, Benedetto Croce ricordò che nel 1929 era contro i patti ed a favore della conciliazione, per il repubblicano Della Seta si dovevano mantenere solo quelle norme dei patti non in contrasto con la costituzione; Pietro Nenni denunciò che con i patti si stava tornando indietro, Enrico Molè, difensore della laicità dello stato, fece notare che l’inserimento del concordato nella costituzione democratica, non aveva precedenti nel mondo.

Alcide De Gasperi e Togliatti affermarono che i patti erano modificabili d’accordo con il Vaticano e senza modificare la costituzione; la santa sede, per paura di perdere i vantaggi acquisiti, pretendeva che i patti fossero richiamati dalla costituzione, si riteneva anche che, in difetto, democristiani e monarchici avrebbero chiesto la sottoposizione a referendum della costituzione. Togliatti ingenuamente pensava che, l’arrendevolezza del partito comunista sul concordato, smussasse l’irriducibile avversione della chiesa per il comunismo, voleva fare del concordato moneta di scambio per far rimanere al governo i comunisti con i cattolici.

Da allora i maestri accompagnano gli alunni in chiesa e gli ufficiali fanno la stessa cosa con i soldati, tutti i locali pubblici sono benedetti, scuole e uffici pubblici hanno il crocefisso, la scuola ha l’ora di religione, lo stato costruisce chiese, la magistratura ha condannato i cittadini per vilipendio della religione, i figli dei separati sono stati assegnati ai genitori che andavano in chiesa; gli esami delle scuole private devono avere commissari benevisi, gli enti ecclesiastici hanno avuto licenze edilizie in deroga ai regolamenti urbanistici comunali, i vescovi si sono intromessi nel conferimento di cariche pubbliche, la chiesa controlla la televisione di stato, si è votato secondo l’indicazione dei parroci ed alcune parrocchie si sono trasformate in uffici di propaganda elettorale.

In Italia, in virtù dei patti lateranensi e successivi accordi, la stampa e la televisione sono imbavagliate quando scrivono della chiesa cattolica, le leggi sulla diffamazione e il vilipendio della religione sono severe ed i direttori di giornali, peraltro condizionati dalla proprietà, dalla pubblicità e dai finanziamenti pubblici, possono essere citati in giudizio; cioè in Italia non esiste libertà di pensiero, di parola e di stampa, non è una democrazia e non è uno stato sovrano.

Le costituzioni democratiche non avevano mai metabolizzato i concordati prima di allora, questi trattati erano stati fatti con stati autoritari ed erano trattati ineguali che concedevano solo privilegi alla chiesa, ciò malgrado, in Italia il concordato fu richiamato dall’art. 7 della costituzione, così gli accordi lateranensi acquistavano valore di legge costituzionale, anche se in contrasto con altri articoli della costituzione.

Nel 1970 in Italia, con una legge, fu ammesso il divorzio civile, naturalmente si ebbero le proteste della chiesa, che denunciò la violazione del concordato, con un referendum cercò di abrogare questa legge, ma non ci riuscì; l’Italia a volte sembra desiderare le leggi degli altri stati laici, ma non può ottenerle perché è uno stato telediretto o semisovrano. Comunque, la società civile italiana è sempre più secolarizzata, diminuiscono le vocazioni, aumentano le libere unioni e la chiesa non rifiuta più i conforti religiosi a chi non si reca alla messa. Prima della legge sul divorzio del 1970, il matrimonio religioso, contratto secondo le norme del diritto canonico, aveva effetti civili, mentre le sentenze di nullità del matrimonio religioso da parte dei tribunali ecclesiastici erano recepite dallo stato, con sentenza della corte d’Appello; fortunatamente nel 1970 entrò in vigore anche il divorzio civile.

Nel 1971 la corte costituzionale ha stabilito che i patti lateranensi sono fonti atipiche del diritto, con meno forza delle disposizioni costituzionali ma con più forza delle leggi ordinarie, modificabili con mutuo consenso e non abrogabili unilateralmente o per volontà popolare con referendum. Però, pressata dal cambiamento dei tempi, dal 1976 la santa sede si disse d’accordo su un progetto concordato di revisione del concordato, la revisione avvenne nel 1984, sotto il governo Craxi, con essa non è più in vigore l’art. 1 del vecchio concordato, che sanciva la confessionalità dello stato, i vescovi hanno preso l’8°% sull’Irpef, che sostituiva la congrua, la religione è entrata nelle scuole materne, l’ora di religione a scuola non è più obbligatoria, i preti non fanno più i militari, i preti irretiti possono impiegarsi nella pubblica amministrazione.

Con questa revisione, scomparve l’invocazione alla santissima trinità, fu riconosciuta la libertà di religione e il cattolicesimo non era più religione di stato; con la revisione, la competenza dei tribunali ecclesiastici non era più esclusiva nei casi di separazione dei coniugi, però i sacerdoti non erano costretti a testimoniare su cose apprese nel confessionale, la polizia non poteva entrare nelle chiese senza autorizzazione, si riconoscevano gli effetti civili al matrimonio religioso.

L’8%° dell’Irpef fu destinato a vantaggio delle religioni che stipulavano una convenzione con lo stato, la somma destinata alla chiesa cattolica era amministrata dai vescovi. Le tasse per la chiesa erano già pagate in Germania e in Scandinavia, invece in Usa si preferiva l’offerta libera dei fedeli; per amministrare le somme destinate alla chiesa cattolica, nacque l’istituto per il sostentamento del clero e la chiesa cattolica, grazie al singolare meccanismo di distribuzione, incassò l’87% del gettito, anche se le preferenze espresse a suo favore erano solo del  35%.

Lo stato, destinatario del gettito come altre religioni che hanno stipulato la convenzione, beneficia del 10% e destina la sua quota in parte alla manutenzione d’opere d’arte, all’assistenza ai rifugiati e alle calamità naturali, parte di questo denaro finisce ancora nelle mani della chiesa. Hanno stipulato una convenzione la comunità ebraica, la chiesa luterana, avventisti, valdesi e assemblee di Dio, tutte queste religione hanno circa il 3% del gettito, la distribuzione del gettito dell’8%° alle altre confessioni è fatta previa intesa e convenzione con lo stato, perché solo la chiesa cattolica ha un concordato; i battisti hanno rifiutato di partecipare a questo meccanismo di distribuzione, l’associazione degli atei non è stata ammessa al contributo perché si è detto che la loro non è una religione, le assemblee di Dio accettano solo la contribuzione indicata a loro favore dal contribuente.

Sono prossimi all’intesa buddisti, testimoni di Geova e islamici, per i quali già esiste in Italia una consulta islamica, legata ai fratelli musulmani, creata d’intesa con il ministro dell’interno, la quale rappresenta un milione di persone, tra cui 70.000 italiani convertiti. Con la revisione del 1984  è caduto l’obbligo dei vescovi di giurare fedeltà allo stato, il matrimonio civile è stato svincolato da quello religioso, però non è richiesta la doppia cerimonia. Oltre gli oneri previsti dal concordato, lo stato finanzia insegnanti di religione, scuole cattoliche, università cattoliche, paga i cappellani militari, ristruttura e costruisce edifici religiosi, finanzia gli oratori, finanzia le cliniche della chiesa, la chiesa ha tariffe postali agevolate; a ciò vanno aggiunte le esenzioni fiscali a favore della chiesa, in Italia gli enti ecclesiastici sono 59.000 e posseggono tanti immobili e terre.

Quindi nel 1984 il Vaticano ottenne, con la scusa della revisione, altri privilegi, inserendosi nelle lotte tra i partiti ottiene sempre di più, oggi il Vaticano è divenuto proprietario di un quarto degli immobili a Roma; a Roma il Vaticano, fin dall’unità, prese a fare speculazioni immobiliari, quando ufficialmente politici laici e chiesa non si parlavano ancora, ha continuato a farlo in tempi recenti tramite società ombra e tramite la sua Società Immobiliare, abbandonando alla speculazione anche prestigiosi immobili d’istituti religiosi, tutti i suoi immobili religiosi godono del regime dell’extraterritorialità.

Il Vaticano ha venduto immobili sfrattando gli inquilini e ha venduto scuole, licenziando gli insegnanti, ha mutato la destinazione delle chiese, senza chiedere autorizzazione alla sovrintendenza  Con la revisione del 1984, i sacerdoti erano esonerati dal servizio militare, mentre con il concordato del 1929 erano soggetti, gli studenti di teologia godevano del rinvio militare, gli ecclesiastici non potevano violare il segreto della confessione, nemmeno nel corso di un giudizio, gli edifici religiosi erano inviolabili per lo stato.

Gli enti ecclesiastici e gli enti d’assistenza e beneficenza avevano personalità giuridica e godevano d'esenzioni tributarie, però le loro attività economiche e i loro fabbricati commerciali erano soggetti a tassazione; in realtà, la repubblica esentò la costruzione e ristrutturazione delle scuole private dal pagamento dell’Iva (come insegnano gli Usa, anche con le scuole private si può fare profitto) e recentemente ha esentato dall’Ici e da altre imposte le attività alberghiere e di ristorazione ai turisti da parte degli ordini religiosi; il Vaticano importa generi alimentari, anche per gli esterni, esenti da tasse sui consumi.

La chiesa cattolica può istituire scuole private d’ogni ordine e grado, che rilasciano titoli equipollenti a quelli delle scuole statali, le commissioni d’esame devono essere commissioni amiche, l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole statali non è più obbligatorio, però lo stato paga gli insegnanti di religione della scuola pubblica, i quali sono nominati dai vescovi. Oggi la scuola privata riceve contributi allo stato, alcune regioni hanno creato dei buoni scuola e trasporti gratuiti a favore degli alunni delle scuole private, la degenza in ospedale o la permanenza in luoghi di pena prevedono l’assistenza spirituale cattolica, non prevista per le altre religioni. Nelle scuole materne ed elementari l’insegnante di religione è l’insegnante di classe, però la chiesa interviene anche nella scelta dei libri di testo della scuola pubblica, dove permangono i crocefissi, insomma nemmeno la scuola pubblica è laica e indipendente dalla chiesa.

Con gli indennizzi ricevuti con il concordato e altre entrare del Vaticano, nacque l’amministrazione delle opere religiose, lo scopo era amministrare il patrimonio Vaticano, che includeva anche una fabbrica di munizioni in cui si riforniva il fascismo ed una fabbrica d’anticoncezionali; questa amministrazione divenne la banca IOR, amministratrice del denaro degli enti religiosi, e successivamente anche di privati, anche mafiosi, con importanti partecipazioni industriali e bancarie, nelle quali sono rappresentate anche le curie locali, le quali controllano anche le banche popolari.

L’8%° Irpef, destinato alla chiesa cattolica, non è amministrato dall’IOR, ma da un istituto centrale per il sostentamento del clero dipendente dalla CEI, il quale riceve anche donazioni di fedeli; la conferenza episcopale ogni anno ne trasmette rendiconto non analitico allo stato, che, per delicatezza, non è controllato. Da 1989 le persone fisiche possono dedurre dal proprio imponibile, fino a due milioni di lire, donandoli all’Istituto centrale per il sostentamento del clero, nel 1985 fu creato anche un fondo per la conservazione degli edifici di culto, affidato al ministero dell’interno.

Comunque, per sfuggire alle tasse sui profitti azionari, dal 1962 il Vaticano spostò fuori dall’Italia i suoi investimenti, o meglio, le sue proprietà italiane furono reintestate, ma rimasero sempre nelle sue mani, fiduciarie estere e paradisi fiscali permettevano questo miracolo.  Il piano del Vaticano fu quello di sottrarsi al fisco e di costituirsi un suo polo finanziario cattolico, capace di competere con la finanza laica internazionale.

Il Vaticano, il più grande possidente italiano, secondo l’Unione Europea e secondo il ministero delle finanze italiane, gode d’esenzioni fiscali, per speculare sul cambio  e per le esportazioni valutarie si servì anche del finanziere Michele Sindona, legato, alla massoneria, alla mafia, alla loggia P2 di Lucio Gelli, al cardinale Montini, divenuto papa Paolo VI e al cardinale Marcinkus, presidente dell’IOR. Il duo Sindona-Marcinkus si diede alle speculazioni e alle evasioni fiscali, con la collaborazione anche di un cattolico massone come Roberto Calvi, a capo del Banco Ambrosiano, la banca dei preti.

Nel 1992 a favore degli enti locali nacque l’ICI, che colpiva abitazioni ed edifici commerciali, esentando solo edifici di culto, assistenziali ed oratori, dal 2005 però con una legge ne sono stati esentati anche i fabbricati commerciali della chiesa, modificando il concordato a favore della chiesa, non nelle forme previste dal concordato stesso, cioè senza revisione del concordato; la chiesa era beneficiaria del provvedimento e lo aveva sollecitato, perciò non protestò per la violazione del concordato; la classe politica, di destra e di sinistra, era sempre pronta ad andare incontro ai suoi desideri.

Una legge del giugno 2002 riconosce l’embrione come soggetto di diritti ed esclude la fecondazione assistita tra le prestazioni del servizio sanitario nazionale, con il divieto di fecondazione eterologa; gli italiani sono, in larga maggioranza, a favore d’aborto ed eutanasia, ma il parlamento non se ne preoccupa, teme solo di urtare il Vaticano, perciò gli italiani sono costretti, per queste pratiche, a rivolgersi all’estero.

Archiviato il monopolio medioevale della chiesa all’insegnamento, questa affermò che la scuola laica era lesiva della libertà di scelta delle famiglie ed indifferente ai problemi dello spirito, perciò  reclamò la libertà d’insegnamento, cioè le scuole private in concorrenza con quelle pubbliche, inoltre, dal 1945 alla pubblica istruzione pretese ministri democristiani. La nostra costituzione prevede le scuole private, ma senza aiuti da parte dello stato, però il governo Berlusconi e delle amministrazioni locali hanno provveduto a concedere aiuti alle scuole private, inoltre,  gli oratori cattolici sono finanziati dalle regioni.

Oggi in Italia il vescovo ha un’autorità superiore a quella del prefetto, con l’aiuto del vescovo si può fare carriera; con un provvedimento legislativo successivo alla revisione del concordato, 20.000 insegnanti di religione, scelti dal vescovo e assunti senza concorso, sono divenuti dipendenti fissi dello stato e, se revocati dal vescovo, possono svolgere altre funzioni nella pubblica amministrazione e non possono essere licenziati.

Oggi i DS sono ancora concordatari, Luigi Berlinguer ha scritto la legge che finanzia le scuole confessionali, Massimo D’Alema ha presenziato alla cerimonia per la beatificazione di Escrivà de Balaguer, Francesco Rutelli ha votato una legge restrittiva sulla fecondazione assistita, Casini è con comunione e liberazione, Berlusconi osanna la chiesa e la destra è tuttora vicina al Vaticano. Però in Spagna Zapatero l’ha sfidata sui temi della famiglia e della sessualità e la Francia ha proibito i simboli religiosi nelle scuole; se anche la società italiana è secolarizzata, come il resto d’Europa, la classe politica italiana è alla deriva clericale, forse perché screditata, sente che deve il proprio potere solo alla chiesa e non al popolo italiano.

Per la classe politica italiana, caduta la fede nel comunismo e negli altri ideali politici, la chiesa appare come fattore di stabilità, accade anche in America con Bush, però in quel paese, la separazione tra stato e chiesa, diversamente che in Italia, funziona, lì la chiesa cattolica coltiva soprattutto i suoi interessi negli ospedali, nelle scuole e nelle sue numerose attività economiche. Oggi in Italia i politici governano con il consenso della chiesa, che detiene il potere reale nel paese, insomma i politici chiedono i voti al popolo, però per essere eletti e per governare hanno bisogno sempre dell’appoggio della chiesa, che ha il controllo del paese, questa è la condizione attuale dell’Italia, paese a sovranità limitata.

La sovranità non è mai appartenuta al popolo ma a quelli che riscuotevano le imposte e beneficiavano del signoreggio monetario, i sovrani, come il Vaticano, reclamano privilegi ed esenzioni fiscali; nei protettorati, gli stati protettori riscuotevano tributi dagli stati protetti, ai quali spesso imponevano trattati ineguali, discriminanti e vessatori come i concordati.

Bibliografia:

Ernesto Rossi “Il manganello e l’aspersorio”,

Monica di Bari “Il concordato”,

Attilio Tempestini “Laici e clericali nel sistema partitico italiano”,

Mario Guarino “I mercanti del Vaticano”,

Leo Sisti e G. Modolo “Il banco paga”,

Arturo Carlo Iemolo “Chiesa e stato in Italia”,

Mario Almerighi “I banchieri di Dio”,

Giancarlo Galli “Finanza bianca”,

Pippo Guerrieri “La piovra vaticana”,

Sergio Romano “Libera chiesa e libero stato”.

 

Nunzio Miccoli    www.viruslibertario.it    numicco@tin.it

 

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SAGGIO SUL FEMMINISMO

Come risulta evidente, in beffa all’articolo 3 della costituzione, che sancisce l’eguaglianza dei diritti tra sessi, religioni, classi e razze diverse, governo e parlamento italiano hanno pensato bene di varare innumerevoli leggi che disattendono questo principio centrale della costituzione; il presidente della repubblica pro-tempore le ha promulgate, attentando con ciò alla costituzione.

Sindacati e partiti si fanno una bandiera del femminismo, per narcotizzare gli italiani e dimostrare che hanno fatto qualche cosa al riguardo, così sono arrivati a mettere donne modeste in posizione di potere, con lo scopo preciso di non migliorare il clima politico ed economico italiano; queste donne, come fanno generalmente tutti i politici, stanno al gioco e diventano strumenti oscuri di un’occhiuta rapina.

I venditori d’oppio femminista non demordono e continuano a depistare il vero problema, infatti, se le donne sono discriminate, nascere donna negra è peggio, nascere donna povera è peggio; inoltre, le figlie dei notabili hanno maggiori possibilità sociali dei figli maschi degli operai. A questo punto, mettendo da parte la demagogia, val la pena fare un po’ di storia sulla condizione delle donne.

Nelle società matriarcali antiche la donna era sovrana in casa e aveva la potestà esclusiva sui figli, potestà, sovranità, proprietà e possesso sono termini simili; anche i coniugi, con il contratto di matrimonio, si posseggono reciprocamente, il corollario del possesso materiale è la gelosia. In epoca matriarcale il marito era assente da casa per più giorni per la caccia, mentre la moglie era impegnata a casa ad allevare numerosi figli; fino a 50 anni fa, furono le gravidanze plurime, fin dalla giovane età, ad allontanare le donne dal mondo del lavoro e non una macchinazione degli uomini.

Oggi l’occupazione femminile in Italia, anche se è più bassa che Europa, arriva quasi al 40%, pur rappresentando le donne la metà della popolazione, consideriamo che è molto cresciuta; se è più bassa di quella dell’uomo, la colpa non è degli uomini ma dello stato, che non fornisce adeguati servizi all’infanzia. La donna è ormai emancipata in famiglia e, se vuole il lavoro, deve solo trovarlo, non deve chiedere il permesso al marito o al padre.

Radio apostolica italiana (Rai) inseguendo il vecchio andagio o dogma, ripete spesso che le donne sono discriminate nel posto di lavoro, sono pagate meno, sono licenziate prima e hanno maggiore difficoltà a trovare un posto di lavoro. Oggi in Europa nell’industria si assumono tanti immigrati mentre nei servizi, nelle amministrazioni e nella scuola si assumono più donne; in pratica, in Francia si afferma che si assumono solo donne ed a Treviso capoluogo alcune agenzia interinali  hanno fatto sapere che, in pratica, riescono a far assumere solo donne. Il commento delle donne potrebbe essere: “Accade ciò perché appartengono ad una razza superiore!” 

Con lo sviluppo dell’agricoltura e dell’urbanesimo, l’uomo tribale espropriò la moglie della sua potestà sui figli, creando il patriarcato che faceva perno sull’autorità esclusiva del marito sulla moglie e sui figli; se questo quadro è ormai superato in occidente, è tuttora vigente nell’Islam,   dove la moglie è ancora soggetta al marito e i figli appartengono solo al padre. In occidente la rivoluzione liberale ha stabilito che la patria potestà appartiene ad entrambi i coniugi, però non bisogna farsi incantare da norme spesso disattese dalla pratica; spesso, a causa dello sviluppo del femminismo, pare che i figli appartengano più alla madre che al padre e la moglie ha spesso la prevalenza anche sul marito.

Se fino a 50 anni fa studiavano più gli uomini che le donne, oggi accade il contrario, più indietro di 50 anni fa studiavano solo i figli dei ricchi; quindi il diritto allo studio non fu discriminante solo nei confronti delle donne, le quali, se furono discriminate al riguardo, lo furono solo per un breve tempo. Donne studiose non sono autorizzate ad avere la memoria corta di chi racconta la storia limitandola solo alle ultime generazioni.

Oggi in Italia, chi è dotato d’istruzione, per acceder al lavoro e alla carriera professionale, può essere discriminato dal clientelismo e non dal sesso; paradossalmente, il clientelismo ha messo uomini e donne sullo stesso piano; con delle eccezioni e non sempre a svantaggio della donna; infatti, c’è chi afferma che le donne, con il sesso, hanno una marcia in più. Se i privati, ma non la pubblica amministrazione o le banche, hanno riserve sull’assunzione delle donne, che possono assentarsi per maternità, ci sono studi professionali e attività commerciali in cui si assumono solo donne, anche se ci sono anche uomini che vorrebbero lavorarci. Per difendere il mito della discriminazione femminile, si postula che ciò dipenda dal fatto che le donne sono pagate meno, in realtà, anche degli uomini accetterebbero il loro salario.

Esistono lavori di fatica riservati a sole donne e lavori di fatica riservati solo ad uomini, generalmente gli infortuni sul lavoro colpiscono più gli uomini, perché fanno lavori più pericolosi delle donne. Da notare che, quando in banca le donne si lamentavano perché non avevano dirigenti, i commessi erano solo uomini. I pregiudizi sulle donne, sulle razze, sulle classi e sulle religioni esistono, tuttavia gli stessi pregiudizi esistono anche da parte delle donne, anche nei confronti degli uomini; chi generalizza è razzista, pare che l’uomo viva di pregiudizi, infatti, si dice religioso, ideologico e militante di partito preso; ciò che conta è che non faccia delle persecuzioni, delle vessazioni, dei maltrattamenti e delle discriminazioni.

Se si dicesse che i bianchi sono più intelligenti, virtuosi, coraggiosi e determinati dei negri, si verrebbe accusati di razzismo; ebbene le femministe, generalizzando, affermano queste loro superiorità nei confronti degli uomini e nessuno le accusa di razzismo. Oggi sembra che la donna studi con più profitto degli uomini, ciò dipende dal fatto che ha maggiore voglia di emergere, come accade a certi figli d’immigrati o meridionali, dal fatto che la scuola è stata consegnata in mano a docenti di sesso femminile, che giudicano secondo la loro psicologia e dal fatto che la donna si matura prima, fisicamente e intellettualmente.

Alle prime classi alimentari anche sei mesi di maggiore età pesano molto nelle capacità intellettive dei bambini, a quell’età i maschi sembrano i fratelli minori delle compagne; anche se si sa che l’uomo è destinato a crescere fisicamente più delle donne. Lo sviluppo intellettuale completo di un uomo si ha a 25 anni, cioè con la fine dell’età scolastica, solo a quell’età si può paragonare l’uomo alla donna; da quell’età in poi, nel mondo del lavoro si riscontra che gli uomini hanno maggiori capacità tecniche e organizzative e le donne maggiori capacità comunicative, salvo eccezioni.

A causa di certe mode americane (le quali hanno anche prodotto l’attuale crack finanziario), oggi pare che sia più importante vendere che fare un buon prodotto; c’è chi afferma che i prodotti buoni ed a basso prezzo li sanno vendere tutti, mentre solo i campioni, come le donne, sanno vendere prodotti scadenti ad alto prezzo, perciò le donne sono utilizzate nel commercio. Ora passiamo ad esaminare le discriminazioni della legge nei confronti dei sessi. La legge italiana ha discriminato gli uomini, consentendo alle donne di andare in pensione prima e prevedendo la pensione di reversibilità solo per le donne, fu una sentenza a correggere quest’anomalia.

Fino a poco tempo fa, i permessi per la maternità erano concessi solo alle donne; in caso di separazione tra i coniugi, i giudici hanno assegnato i figli, quasi sempre, alla madre, non era previsto dare un figlio al padre e uno alla madre o l’affidamento alternato degli stessi. Si dice che, quando le navi affondano, si salvano solo le donne, la maggior parte di loro non si lamenta nemmeno della cavalleria, quando gli uomini pagano il conto; il paternalismo maschile le vuole proteggere perché le vede più deboli e le donne ne approfittano, ad ogni modo, se le donne devono entrare nell’esercito, sono considerate forti, però sono messe a fare servizi meno pericolosi.

Le donne si sono abituate ad approfittare a scapito dell’uguaglianza, infatti, godono di tariffe particolari in discoteca e altrove. Devo continuare, perché Radio Apostolica Italiana (la RAI), un servizio pubblico retto all’insegna del femminismo, non fa mai questi approfondimenti. Oggi risulta, più in tribunale che in televisione, che in famiglia anche la donna è capace di violenza con figli ed il marito; la singolarità sta nel fatto che, poiché anche l’uomo è vittima della retorica, poche volte i mariti hanno il coraggio di denunciare i maltrattamenti da loro subiti da parte della moglie. Anche da alcuni film si nota che ci sono delle donne che sono delle furie e sono manesche; nel mondo della mafia esistono pentiti e collaboratori di giustizia che sono solo maschi, tra le donne di mafia non esistono pentiti.

La donna subisce chi è autoritario e le può fare del male e, generalmente, calpesta o contesta chi la tratta con umanità; d’altra parte, pare che larga parte dell’umanità, soprattutto tra i giovani, sia attratta dai delinquenti. Qualcuno non concorderebbe con questa tesi, perché le donne spesso portano i segni di lesioni sul corpo; in certe famiglie accade che gli uomini, reagendo alla violenza delle donne, le lasciano segni più pesanti e visibili, perché dotati di maggiore energia fisica.

Quando la moglie critica la suocera e biasima il marito mammista che ne è succube, dimentica di rimarcare che il comportamento della suocera è il comportamento di un'altra donna, mentre i suoceri sono molto più discreti. In psicologia oggi si è scoperto che le figlie di donne separate sono vessate dalla madre, sentono la mancanza del padre e poi rifiutano di sposarsi. Accade spesso che in famiglia le figliastre subiscono le vessazioni dalle matrigne e perdono autostima; in generale, la violenza delle madri sui figli nasce dal fatto che la madre considera i figli sua esclusiva proprietà; per la madre, i figli sono sempre figli oggetto. Ci sono donne che, per stare a fianco della madre sola, sono state costrette a rinunciare ad una loro famiglia, condannate all’infelicità e alla solitudine, in generale, le donne sono sfruttate anche da altre donne.

Se è vero che in Italia, nelle precedenti generazioni lavoravano meno donne, per istruzione e scelta familiare, oggi le donne istruite irrompono nel mondo del lavoro, soprattutto in Alta Europa; contemporaneamente, si reclamano sempre più donne in posizione di potere, anche discriminando gli uomini. Infatti, ci sono bandi d’assunzione in cui si assumono solo donne e le commissioni di pari opportunità, in parlamento o nel sindacato, operano solo al femminile.

E’ previsto lo sconto sull’energia alle donne imprenditrici, nelle università si fanno corsi per avviare le donne alla politica; in alcuni settori, l’assunzione di donne è favorita con benefici fiscali; inoltre, generalmente, le donne sono esentata dal lavoro notturno, pericoloso e usurante; sono gli uomini che lavorano negli altiforni, nelle miniere, negli impianti chimici e nei cantieri, dove gli incidenti sul lavoro sono maggiori e più pericolosi e invalidanti che negli altri lavori o nei lavori domestici.

Le donne si sono spesso lamentate perché non potevano accedere in certi posti di lavoro, come l’esercito, anche se in certi settori si assumono solo donne e donne e uomini non se ne lamentato; tuttavia, si riscontrano molti casi di donne in carriera e con il tempo, occuperanno sempre maggiori posizioni. In materia d’alimenti alle separate, secondo alcune sentenze della Cassazione, se una donna è senza lavoro è perché non lo trova, se un uomo è senza lavoro è perché non lo cerca.

In Italia esistono sgravi fiscali per le imprese femminili, corsie preferenziali per assumere donne nella pubblica amministrazione e nelle imprese, corridoi preferenziali per le donne nei concorsi, incentivi fiscali a chi assume donne. Tutte queste misure, anche se mirano a favorire l’occupazione femminile, sono discriminanti dal punto di vista legale ed in contrasto con l’articolo 3 della costituzione.

La scuola è italiana è un monopolio femminile, l’educazione scolastica è a misura femminile, perciò avvantaggia le donne e svantaggia gli uomini; in alcuni atenei ci sono corsi riservati solo a donne, alcune borse di studio sono riservate solo a donne. Modalità didattiche e criteri di valutazione sono progettati per la mentalità femminile, anche se, nelle attività lavorative creative e tecniche, l’uomo si dimostra superiore, salvo eccezioni.

Sono banditi centinaia di corsi di qualificazione professionale per sole donne, con fondi europei, statali e regionali, ci sono iniziative a sostegno dell’imprenditoria femminile; in Italia esistono sportelli per l’orientamento e l’aggiornamento professionale solo delle donne. Esistono centri antiviolenza solo per sole donne, s’invita a votare donna ed a candidare donne da parte dei partiti, anche se queste partecipano meno alla politica e andrebbe tenuto conto soprattutto di ciò, come accade in tutte le associazioni.

I partiti hanno usato le donne per farsi pubblicità, ottenere consenso e prendere voti, Irene Pivetti era presidente della Camera a 31 anni, in Italia un uomo a quell’età non diventa nemmeno parlamentare; oggi ci sono tante donne belle e giovani ai vertici della politica, con più meriti sessuali che di competenza. Gli uomini, a causa della demagogia della politica, sono alle corde, il governo norvegese ha previsto che le aziende che hanno una quota inferiore al 40% di donne nel consiglio d’amministrazione saranno chiuse. In Svezia un uomo ha donato dello sperma ad una lesbica, per la fecondazione artificiale, ed è stato costretto dal giudice a mantenere il figlio.

In Svezia si fa pagare una tassa solo ai maschi neonati, per risarcire i futuri danni inferti alle donne, in Europa si è proposto di far votare i minorenni, con delega concessa alle madri, che così avrebbero voto plurimo; lo scopo non è l’eguaglianza tra i coniugi, ma consegnare tutto il potere alle donne. La donna decide da sola sull’interruzione della gravidanza, ha diritti sui figli, ma i figli non hanno diritto ad entrambi i genitori, può imporre il riconoscimento della paternità e rifiutare il proprio. I figli, soprattutto le donne, soffrono per l’assenza del padre, però si parla solo di diritto alla maternità della donna ma non del diritto dei figli ad avere una mamma e un padre.

Non tutte le prostitute sono costrette al loro mestiere, alcune lo sono per libera scelta e guadagnano bene, la prostituzione non è reato, con la prostituzione si evadono le tasse sul reddito al 100%. Le prostituite sono considerare dai giudici buone madri e, in caso di separazione, le sono affidati i figli; viceversa, gli uomini che le frequentano sono considerati depravati e cattivi padri, perciò, in caso di separazione, non possono avere in affidamento i figli.

Se una donna tradisce, lo fa perché desidera affermare d’essere libera e non un oggetto, se lo fa l’uomo, è un puttaniere; la donna ha diritto di non riconoscere il figlio, il padre e costretto al riconoscimento, con l’obbligo di mantenimento. Farsi mettere incinta da un ricco, per alcune donne è diventato un affare; se una donna abbandona i figli vuol dire che è disperata e perciò bisogna aiutarla, quando lo fa l’uomo è condannato.

Risulta che tanti uomini separati, privati di casa e di larga parte del reddito, diventano barboni, viceversa le donne separate in Europa, oltre la casa, i figli e parte dello stipendio del marito, hanno assistenza e sovvenzioni; l’uomo perde tutto e la donna prende tutto, se la casa aveva un mutuo, lo paga il marito e la moglie ha l’alloggio, oltre l’assegno di mantenimento e parte del TFR del marito.

I figli di separati sono generalmente assegnati alla madre, anche se indegna, il diritto dei figli ad avere anche un padre con l’affidamento alternato è ignorato; la madre generalmente ostacola anche l’assegnazione periodica dei figli al padre. Accade spesso che le donne separate, per vendetta, accusino a sproposito il marito di violenza sessuale e di molestie sessuali sui figli.

Nella separazione, l’uomo è il presunto colpevole e la donna, la presunta vittima, però oggi sappiamo che esistono anche madri assassine. La donna è presentata sempre come sfruttata, non si vuole ammettere che la prostituta, se è sfruttata, è una donna oggetto e senza testa; a ben guardare, l’essere umano si prostituisce con il sesso, con la testa e con le mani e sempre per denaro. Un uomo sposato che non lavora è un mantenuto, la donna sposata che non lavora è una casalinga. Non è reato fare la puttana ma è reato dare della puttana; però anche le donne danno della puttana ad altre donne e nessuno si scandalizza o le condanna.

Accade che gli uomini in casa, anche quando lavorano, spesso si dedicano a piccole riparazioni, aiutano la moglie nei lavori casalinghi e curano anche i figli; spesso, in questo caso, sono giudicate negativamente da altre donne o il loro lavoro in casa non viene ricordato; il fatto è che la donna in casa ha un ruolo manageriale e come i manager tende a sminuisce il contributo dei suoi collaboratori, cioè madre, suocera, marito, figli e donna di servizio, sottolineando solo il suo contributo alle fatiche per la famiglia. Oggi la vita del maschio in occidente ha meno valore, naturalmente non si vuole generalizzare, le esperienze personali possono essere diverse, ciò che conta è non mistificare la realtà o il trend decadente che si va maturando.

Nell’esercito italiano le donne sono esentate dalla prima linea e da missioni rischiose, in Europa, in caso di violenza sessuale, gli uomini sono considerati colpevoli fino a prova contraria, le pene per l’infanticidio sono maggiori per l’uomo che per la donna. Viceversa nell’Islam, come in passato in occidente, l’adulterio femminile è punito più di quello maschile; è proprio difficile garantire l’eguaglianza tra uomo e donna, a parte le elucubrazioni della costituzione italiana.

In Europa tante donne hanno ucciso i figli e non hanno fatto un giorno di carcere, in Italia ogni tre giorni una madre uccide un figlio, però questa violenza delle donne è stata scusata, si parla di loro disagio mentale, però anche gli uomini potrebbero averlo; sono state assolte donne che hanno reciso il pene del marito, però dovrebbe essere una mutilazione e un reato, anche se queste donne avevano delle scusanti; che pena fanno certi polItici e certi magistrati!

Esistono campagne per la prevenzione solo della salute delle donne, anche se si postula che la donna sia più sana fisicamente dell’uomo, perché soggetto a lavorare spesso con sostanze tossiche, molto meno presenti nei lavori domestici. L’ingresso di donne in palestre e discoteche è fatto a prezzo di favore, pagano di meno l’assicurazione sull’auto, perché si postula che fanno meno incidenti, in realtà perché guidano per meno chilometri degli uomini; però, nemmeno in questo caso bisogna generalizzare, si parla sempre di grandi numeri.

I casi di violenza domestica delle donne sui mariti sono numerosi, però i mezzi d’informazione drogati, per difendere l’immagine ideale della donna, sempre vittima, discriminata e sfruttata, ne parlano poco, i mariti maltrattati non li denunciano. Tuttavia, i film rivelano che esistono donne violente, manesche e che odiano i maschi; ciò malgrado, si postula che le donne siano contro la guerra e contro la violenza.

Poiché l’occidente sta demagogicamente degenerando, l’Islam se n’è accorto e cerca di approfittare dei sue crisi di coscienza democratica; oggi tanti occidentali non sono attratti dalla sharia, o legge islamica, che è contro la logica e l’umanità, ma dall’autorità che gli uomini hanno nelle famiglie islamiche; se l’Islam saprà trarre profitto da questo fatto, è con il ruolo che riconosce agli uomini, invece che con il fondamentalismo e il terrorismo, che potrà sfondare in occidente e fare proselitismo presso uomini in cerca d’identità e di autorità.

Poiché anche le donne disprezzano gli uomini deboli, alla conversione all’Islam degli uomini seguirebbe inevitabilmente quella delle donne. La chiesa ha estromesso le donne dai suoi posti di comando, è la più maschilista delle organizzazioni; malgrado il celibato, i preti hanno le donne, conoscono la psicologia femminile e la temono. La chiesa non è una democrazia, ma un’organizzazione autoritaria e gerarchica, le donne capiscono istintivamente dove risiede il potere reale e chi è il vero padrone, perciò frequentano le chiese ed i preti, per tornaconto più che per fervore religioso, non sono stupide ma furbe; vogliono la protezione da quelli che contano, i loro padri e mariti ormai non contano più nulla, accettano l’autorità della chiesa, anche se è loro negato un ruolo importante nella stessa.

Le femministe alimentano una mitologia a loro favore e chiamano maschilisti quelli che sono orgogliosi d’essere maschi, anche se non desiderano discriminare le donne; io ritengo che l’eguaglianza dei diritti tra uomini e donne sia importante e da salvaguardare, anche per ostacolare le prevaricazioni legali da parte delle donne, cioè per salvaguardare i nostri diritti d’uomini, che non possono essere spropriati dalle donne.  Non è possibile che alla donna sia lecito ciò che non è lecito agli uomini.

Oggi in occidente, quando capita che è il marito a comandare, la moglie fa regolarmente opposizione perché siamo in democrazia, se però comanda la moglie, l’uomo si adatta ed è più arrendevole. Non è mai esistita l’eguaglianza dei coniugi in famiglia, i figli sono soggetti ai genitori anche da maggiorenni, cioè l’eguaglianza in famiglia non esiste. Contemporaneamente, lo stato ha messo un’ipoteca sui figli, cioè anch’esso, come i genitori, partecipa alla potestà su di questi, infatti, pone limiti ai diritti ed alle libertà dei minorenni, obbliga all’arruolamento i maggiorenni, consegna un codice fiscale a tutti i figli, che sottintende che l’unico ente che ha diritto a tassarli è lo stato.

Il vantato rapporto edipico è stato enfatizzato ed è servito a giustificare il risentimento dei figli verso il padre; in realtà un conflitto generazionale nasce quando i figli, arrivati all’adolescenza, diversamente che tra gli animali, rimangono in famiglia ed il conflitto edipico ne diventa un corollario. Come accade in tutte le associazioni o partiti, le donne, aderendo al femminismo, fanno partito per la tutela dei loro diritti, ma anche per acquisire posizioni di privilegio, il che sarebbe contraddittorio con la premessa, però questa analisi riguarda tutti i partiti.

Le femministe hanno spesso in astio gli uomini, come i partiti rivoluzionari che difendono gli interessi di una classe; ciò malgrado, le donne anziane e le madri di figli maschi maggiorenni, diffidano più delle donne che degli uomini, anche questo dovrebbe essere un pregiudizio, però attesta che nemmeno le donne sono coerenti.

Contro l’autorità del padre hanno lottato donne, figli, chiesa e stato, che volevano spartirsi le sue spoglie; perciò tanti sono rimasti orfani di un vero padre e ne hanno ricercato uno eccellente. Secondo tanti filosofi, Dio rappresenterebbe un padre eccellente e infallibile, é l’idealizzazione della figura paterna o patriarcale, un padre giusto e con tanta autorità che dà sicurezza.

Facendo un po’ di storia d’Italia, si osserva che il legame ai valori antichi della famiglia, tipici del mezzogiorno d’Italia, non doveva necessariamente essere d’ostacolo alla modernità; però, a causa dell’emigrazione di milioni di persone, causata dall’impoverimento del sud con l’annessione al Piemonte, la famiglia si è disgregò; la perdita di paternità, perché erano gli uomini a emigrare, determinò perdita di legami familiari e perciò il meridione divenne prevalentemente a direzione femminile; infatti, il mafioso è figlio della madre e non del padre.

Con l’invasione piemontese, a causa dell’assenza degli uomini, crebbe l’adulterio (Friedrich Vochting), aumentarono i delitti contro il costume, infedeltà e si allentarono i freni sociali; la donna si corruppe, aumentarono nascite illegittime e aborti (oggi in Italia le nascite illegittime sono il 12%). Nei primi quindici anni del secolo XIX, in Italia meridionale gli uomini adulti furono quasi sempre assenti.

In Calabria le famiglie acefale erano una su tre; mentre in precedenza la responsabilità del pudore femminile era ricaduto sulle spalle degli uomini, ora non c’erano più freni, perché padre padrone e marito autoritario erano stati estromessi dalla famiglia. Quando si vuole distruggere un popolo, si ricorre alla pulizia etnica e allo stupro etnico, anche queste strategie erano state applicate dai piemontesi al sud; in precedenza la società meridionale non ti faceva sprofondare, invece, nella nuova situazione, aumentarono delitti contro la persona e il patrimonio.

A causa della crescente miseria e disoccupazione, crebbe emigrazione e delinquenza, via i padri, si scatenarono i figli, si ebbero donne senza freni, figli delinquenti e padri derisi per il costume delle mogli, era il disfacimento delle famiglie e di una civiltà. Senza gli adulti, anche tra gli elefanti i giovani smarriscono la regola, partiti dal sud gli uomini più intraprendenti, rimasero i più rassegnati, perdenti e oziosi.

Nel diciannovesimo secolo nel mezzogiorno c’erano ruoli molto distinti tra uomo e donna e l’uomo prevaleva, infatti, tra uomini e animali, quando cede il patriarcato, aumenta il matriarcato e non la pari autorità tra i due membri della coppia; bisogna ricordare che la figura del padre è creazione della cultura, non della natura com’è per la maternità. Questa figura andrebbe insegnata, il potere diseducativo della mancanza del padre è spaventoso.

Il discredito del padre fa male ai figli e alla famiglia, l’eccesso di libertà senza paternità favorisce alcolismo, licenza e criminalità, determina labili legami familiari e porta all’emarginazione sociale; le figlie femmine sentono molto la mancanza del padre, i figli di divorziati non si sposano; perciò è sbagliata la lotta femminista contro il padre padrone, che è solo un padre autoritario ma anche autorevole, e a favore di un padre debole o assente, praticamente più succube che uguale alla moglie.

Nunzio Miccoli   www.viruslibertario.it   numicco@tin.it

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L’ARTICOLO 3 DELLA COSTITUZIONE

Questo articolo della costituzione italiana proclama l’eguaglianza dei cittadini avanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, d’opinione politica e di religione e costituisce il cardine di tutto l’impianto costituzionale. Malgrado l’articolo 3, ancora oggi gli italiani, nei fatti, non hanno gli stessi diritti, lo Stato non garantisce le stesse possibilità di studio, cura, giustizia e carriera  a tutti; ciò che è più grave, è che la stessa legge ordinaria fa delle discriminazioni, in barba all’articolo 3.

Le costituzioni moderne sono nate per affermare l’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge, in  precedenza, le classi privilegiate, come il clero e l’aristocrazia, avevano privilegi economici,  politici,  legali, non rispondevano davanti alla giustizia e non pagavano le tasse, avevano immunità giudiziarie e privilegi fiscali; con la monarchia assoluta, il bilancio dello Stato ed il bilancio personale del re erano confusi.

I democratici si dicono difensori della costituzione italiana, la quale però è lettera morta nelle sue parti migliori, d’altra parte una legge e una giustizia uguali per tutti significherebbero effettivamente sollevare dall’irresponsabilità categorie di potere che sono state sempre irresponsabili davanti alla legge, ciò sarebbe una vera rivoluzione. In pratica, con la nostra democrazia pare che niente sia cambiato. L’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge è stato il primo principio rivoluzionario, eppure ancora oggi il presidente della repubblica, come il re, è irresponsabile avanti alla legge e gli stessi parlamentari sono irresponsabili, di diritto o di fatto, per tanti loro atti o dichiarazioni; è irresponsabile il capo del governo.

In politica è esistito sempre un gap tra teoria e pratica, la repubblica dovrebbe essere la cosa pubblica e sancire la trasparenza, di fatto è stata eclissata da cosa nostra, cioè da una cosa privata; di fatto, democrazia e sovranità popolari paiono irraggiungibili, la sovranità del popolo è un’illusione terrestre; anche liberalismo, socialismo e comunismo si sono smentiti nelle realizzazioni pratiche, la sovranità appartiene a chi riscuote le tasse e non le paga per legge ed a chi beneficia del signoraggio monetario. La sovranità appartiene agli uomini d’onore o onorevoli, che hanno le immunità giudiziarie e non  perdono la faccia lavorando e pagando le tasse.

Non bisogna mai perdere di vista il fatto che lo Stato è un’impresa economica più privata delle altre, nata per riscuotere le tasse in cambio di una protezione concessa ai sudditi e garantendo l’anonimato ai proprietari dello Stato. La religione ha coltivato la credulità popolare costruendo il suddito ideale per lo Stato, utile anche al commercio, che differenza esiste, infatti, tra una promessa elettorale, una promessa commerciale e la promessa del regno di Dio?

La politica ci addormenta insistendo sulla sovranità popolare, però i partiti, che da sempre lottano per il potere, sono al servizio di un’élite anonima che domina sullo Stato e che possono ricattare in cambio di privilegi; la conseguenza è che lo Stato, invece di garantire l’eguaglianza dei cittadini, favorisce, anche con la legge ordinaria, parassitismo, privilegi e arricchimenti in frode all’articolo 3.

La costituzione è un immenso inganno, perché disattesa soprattutto dallo Stato, con le sue leggi ordinarie e con i trattati internazionali come il concordato richiamato nella costituzione (art.7). L’elusione fiscale o evasione legale viola l’articolo 3, il diritto del lavoro è spesso anticostituzionale perché, per fare solo un esempio, prevede diversi trattamenti per i dipendenti delle varie amministrazioni dello Stato, anche se con la stessa qualifica ed anzianità.

L’esenzione fiscale di cui gode il Vaticano è un privilegio in contrasto con l’articolo 3, in Italia i  membri di religioni non cattoliche sono discriminati;  In Italia si sono fatte leggi anticostituzionali con la complicità del parlamento, del governo,  dei presidenti della repubblica che le promulgano e della corte costituzionale che non sempre è intervenuta a correggere gli errori della legislazione. A causa dell’articolo 7 della costituzione, in contrasto con il resto della costituzione, l’Italia non è uno Stato laico, non è uno Stato sovrano, ma telediretto dal Vaticano, il quale ha imposto i suoi simboli allo Stato italiano, perciò ad esso s’inchinano i politici italiani desiderosi di fare carriera.

L’Italia attribuisce diversi diritti ai cittadini in base alla loro appartenenza religiosa, infatti, l’art. 8 della costituzione non afferma che tutte le religioni sono uguali avanti alla legge, ma che tutte sono ugualmente libere avanti alla legge, perciò la costituzione è un documento contraddittorio. I cittadini sono divisi in due categorie, in barba all’articolo 3 della costituzione, quelli che professano religioni riconosciute dallo Stato, come quella cattolica, e quelli che professano religioni ammesse; infatti, ai seguaci d’altre religioni l’assistenza religiosa è concessa per favore e non per diritto, anche perché l’Italia è una repubblica fondata sui favori, il che contrasta con uno Stato di diritto che garantisce l’eguaglianza dei cittadini.

Secondo la legge italiana, un rabbino, un pastore valdese e un prete cattolico sono ministri di culto e, pertanto, non sono tenuti a testimoniare davanti all’autorità giudiziaria, mentre un pope ortodosso, un lama e in imam sono privati cittadini, perciò, se, nelle stesse circostanze, mantengono il silenzio, possono essere accusati di favoreggiamento. Mentre il codice Zanardelli del 1889 garantì la stessa libertà a tutti i culti ammessi nello Stato, con il concordato del 1929, la religione cattolica ritornò religione di Stato, come nello statuto albertino del 1848, e le minoranze religiose, nella migliore delle ipotesi, erano solo tollerate, infatti, anche dopo la seconda guerra mondiale, cioè a costituzione democratica vigente, in Italia evangelici e testimoni di Geova furono boicottati dalle forze dell’ordine. Eppure l’articolo 21 della costituzione riconosce la libertà di pensiero e l’articolo 8, la libertà di religione.

Per la nostra costituzione, Stato e Chiesa cattolica sono reciprocamente indipendenti e sovrani, mentre i rapporti con le altre religioni sono regolati dalla legge dello Stato che oggi è controllato dalla Chiesa, è un altro caso di palese discriminazione, in barba all’articolo 3. In Italia il diritto al riposo nei giorni di festività del proprio culto trova applicazioni solo per le confessioni che hanno stipulato intese con lo Stato, cioè non è un diritto automatico. L’art 724 del c.p. puniva solo chi bestemmiava contro la religione di Stato, nel 1995 la corte costituzionale intervenne  per tutelare anche le altre religioni, poi, per ragioni pratiche, il reato fu abolito. La religione adottata dallo Stato costringe a questi giri assurdi di valzer, solo nel 1995 la corte costituzionale ha eliminato il giuramento cattolico di dire la verità nei processi.

Con sentenza 508/2000 la corte costituzionale ha modificato il reato di vilipendio della religione cattolica, estendendo la tutela alle altre religioni, con sentenza 327/2002 ha abolito la norma che puniva più gravemente il turbamento delle funzioni cattoliche, rispetto alle altre religioni; però, per sudditanza verso la Chiesa, la corte costituzionale ha rinunziato ad intervenire in altre questioni. Comunque, questi suoi interventi dal 1995 al 2002 attestano che nel 1984 l’Italia rimase paese confessionale e lo è tuttora.

Con lo statuto albertino del 1848 ed il concordato del 1929, lo Stato italiano era dichiaratamente confessionale, con il concordato del 1984, pur eliminando il richiamo alla religione cattolica come religione di Stato, a causa di tante norme, costituzionali e ordinarie, nei fatti lo Stato rimase confessionale. Il reato di plagio è stato eliminato dal nostro ordinamento, però le sette religiose paiono proprio plagiare, manipolando le menti dei proseliti, i quali poi sono consegnati allo Stato come sudditi perfetti, disposti anche a morire in guerra. Tante sette religiose e la chiesa cattolica sono state responsabili di pedofilia, violenza a bambini e truffa, inoltre, sfruttando la credulità popolare, si sono costituiti dei grandi patrimoni.

Le religioni sono delle belle botteghe, non solo la chiesa cattolica, nel 1950 in Corea nacque l’associazione spirituale per l’unificazione del mondo cristiano ad opera di Sun Myung Moon, il quale in breve divenne  proprietario d’imprese, fattorie, scuole, alberghi, fabbriche d’armi e produttore cinematografico, anche i santuari cattolici rendono molto e, del resto, i soldi bisogna pur impiegali da qualche parte.

L’Islam, in diversi paesi,  ha risolto il dilemma tra leggi civili e leggi religiose, imponendo la legge islamica per tutti, così ha voluto prevenire le contraddizioni tra leggi ordinarie, leggi costituzionali, leggi civili e leggi religiose. L’Istat, appena si delineò la tendenza degli italiani a dichiararsi atei, ha smesso di censire la religione degli italiani, così il Vaticano e Radio Apostolica Italiana (la Rai) possono continuare ad affermare che in Italia i cattolici sono il 99% della popolazione.

In Italia sembra che il parlamento, prima di fare le leggi, debba chiedere il benestare alla conferenza episcopale italiana, nella televisione italiana il papa è presente in ogni telegiornale, sacerdoti fanno parte di commissioni televisive, è evidente l’influenza del Vaticano in tutti i canali televisivi, il Vaticano oggi straripa su tutta la vita pubblica e privata italiana. All’ONU il Vaticano strizza l’occhio ai musulmani in materia sessuale, sul controllo sulle nascite, su omosessualità, sui diritti civili, su aborto e su anticoncezionali, i dirigenti della Chiesa guardano sempre con nostalgia al medioevo, quando non esisteva democrazia, liberalismo e socialismo; non a caso, nel XX secolo la Chiesa ha sostenuto le dittature dell’Europa e dell’America latina, il Vaticano non ha ratificato la convenzione dei diritti dell’uomo del 1950.

Oggi la Chiesa governa anche tramite laici, al governo o nelle banche, cioè per interposta persona, negli edifici pubblici troneggia la croce, i mass media italiani sono succubi del Vaticano, sono reticenti, si autocensurano e non hanno rispetto per la verità e per i lettori; all’ingresso dell’Enea, il più importante ente scientifico italiano, è stata posta una statua della madonna. La chiesa cattolica ha peso anche all’estero, un concordato stipulato recentemente con la Croazia, prevede la restituzione dei beni della Chiesa, mentre i profughi italiani non hanno avuto in restituzione le loro case confiscate dal regime di Tito.

Comunque, le cose non sono molto diverse nelle altre religioni, in Grecia la religione fino a poco tempo fa doveva essere dichiarata sulla carta d’identità, il presidente della repubblica vi giura in nome della trinità, in questo paese è ostacolato il proselitismo a favore delle altre religioni, nell’Islam è impedito. Nel 2001 il clero ortodosso macedone si è opposto alla parificazione dei culti religiosi, reclamando  il massimo potere sulla società, anche la costituzione irlandese è stata emanata nel nome della santissima trinità, anche la Gran Bretagna  punisce la bestemmia solo nei confronti della religione cristiana, in questo paese l’anglicanesimo è religione di Stato e lo Stato non è separato dalla religione.

La chiesa cattolica usa volontariati ed il lavoro a costo zero del basso clero (pagato dallo Stato italiano con l’8 per mille dell’Irpef) per massimizzare i suoi profitti, perciò la ricchezza della Chiesa, in Italia e nel mondo, cresce più velocemente della ricchezza italiana o di quella mondiale. Anche le entrate fiscali dello Stato italiano, controllato dalla Chiesa, crescono più velocemente del reddito nazionale; quando non si correggono queste forbici si va inevitabilmente verso il generale pauperismo e la concentrazione estrema della ricchezza.

Oggi in Italia le leggi malviste dal Vaticano non passano, il Vaticano vuole che la morale cattolica valga per tutti. L’articolo 3 della costituzione afferma che lo Stato non fa favori a nessuno, questa burla, inserita nella costituzione, ha acquistato una certa solennità; anche lo Stato abusa della credulità popolare, forse la metà delle leggi dello Stato sono incostituzionali e in violazione dell’articolo 3; l’inattività dello Stato, che non intende riparare alla situazione, attesta il deficit di legalità, di democrazia, di sovranità e di diritto esistenti in Italia.

Se i giuristi affermando che il nostro è uno Stato di diritto, qualcuno ci crede, se  i politici affermano che il nostro è uno Stato laico, qualcuno ci crede, se i giuristi affermano che in Italia esiste una giustizia, qualcuno ci crede, se i magistrati affermano che tutti sono uguali avanti alla legge (art.3), qualcuno ci crede; di fatto però, in Italia i diritti, come quelli costituzionali, non possono essere automatici, altrimenti non si potrebbe più fare un favore a nessuno e a nessuno si potrebbe chiedere, in cambio, favori, una mazzetta o un voto.

Generalmente, si proclama una cosa in costituzione e una opposta in una legge ordinaria, senza che, normalmente, gli organi costituzionali dello Stato rivelino la contraddizioni, lo fanno però qualche volta per favorire una parte politica; la costituzione è letteralmente baipassata dalla legge ordinaria.

Se esiste l’art.3 perché esistono i privilegi corporativi degli albi professionali? Perché esistono leggi elusive in materia fiscale, perché le ragioni a statuto speciali hanno più risorse di quelle a statuto ordinario?

Secondo me, il presidente della repubblica attenta alla costituzione quando promulga leggi anticostituzionali, però nessun alto magistrato o il parlamento, che fa le leggi, ha mai affermato ciò; la corte costituzionale ha emesso sentenze contraddittorie sulla costituzionalità di norme a costituzione invariata, però non dovrebbe limitarsi a seguire la moda. In Italia l’abuso di credulità popolare è reato, è un’altra beffa, di fatto, abusano della credulità popolare, politica, religione e commercio, da  tale abuso sono anche nati falsi storici, falsi religiosi e falsi politici.

Gli storici di corte, di partito o di religione sono abituati a fare omissioni dolose importanti, del resto, lo Stato ha imposto il segreto di Stato (od omertà statale) su fatti politicamente censurabili, anche l’attuale papa, dopo tanti scandali, ha imposto la segretezza sulla vita interna della Chiesa, nella pubblica amministrazione è imposto il segreto; anche la censura ed il controllo sulla stampa sono serviti ad influenzare il verdetto della storia ed a favorire la governabilità dei sudditi contribuenti. Per quanto da me affermato, gli italiani, nominalmente cittadini, in realtà sono ancora sudditi.

Nunzio Miccoli   www.viruslibertario.it   numicco@tin.it

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